La Sardegna è una regione virtuosa nella programmazione del Fondo Sociale Europeo.
La Commissione Europea ha approvato in via definitiva il Programma operativo FSE 2014-2020. Si tratta di un risultato importante che consente alla Regione di utilizzare, per i prossimi sette anni, risorse pari a 444 milioni e 800 mila euro, immediatamente spendibili dal 2015. La Sardegna si attesta tra le prime Regioni in Italia ed è la prima regione del centro-sud a ottenere l’approvazione. La decisione della Commissione certifica la capacità di negoziazione dell’assessorato del Lavoro e dell’Autorità di gestione del PO FSE con le istituzioni comunitarie, nel rispetto dei tempi fissati.
«Siamo soddisfatti – ha commentato l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, in una conferenza stampa svoltasi a Cagliari – è un risultato che arriva grazie all’azione svolta dall’assessorato e dall’Autorità di gestione dal momento dell’insediamento della giunta regionale. In tempi di tagli e risparmi, le risorse finanziarie previste dal programma sono una vera boccata d’ossigeno. Il raggiungimento degli obiettivi del Programma 2007-2013, con una percentuale di spesa superiore alla media nazionale, mette la Regione al riparo da qualsiasi disimpegno.»
Gli strumenti attivabili nei prossimi sette anni riguardano cinque assi: occupazione, inclusione sociale, istruzione e formazione, capacità istituzionale, assistenza tecnica. L’asse più importante, come hanno spiegato il direttore generale dell’assessorato, Eugenio Annichiarico, e il responsabile del servizio di supporto all’Autorità di gestione POR FSE, Luca Galassi, è quello dell’occupazione (oltre 170 milioni di euro) suddiviso in sei priorità. Particolare riguardo sarà dato all’accesso al lavoro per le persone in cerca di lavoro e inattive, compresi i disoccupati di lunga durata e le persone ai margini del mercato del lavoro, anche attraverso iniziative locali e il sostegno alla mobilità professionale. Non meno importanti, sempre a valere sul primo asse, sono gli interventi per l’adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori al cambiamento. Il secondo asse prende in esame l’inclusione sociale (quasi 89 milioni di euro). Il terzo asse (oltre 155 milioni di euro) riguarda l’istruzione e la formazione, con l’obiettivo, tra l’altro, di ridurre l’abbandono scolastico precoce, promuovere la parità di accesso all’istruzione e migliorare la qualità e l’efficienza dell’istruzione superiore. Una novità, invece, sono i 15 milioni e mezzo di euro destinati all’asse della capacità istituzionale, e da investire nell’efficienza delle pubbliche amministrazioni e dei servizi pubblici. L’ultimo asse, infine, è quello dell’assistenza tecnica (13 milioni e 344 mila euro). Un elemento di novità, è stato ricordato nel corso dell’incontro con i giornalisti, è la scelta di ridurre il numero di obiettivi all’interno delle priorità, per concentrare gli sforzi e rendere più immediata la verifica dei risultati.
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