Maria Grazia Piras: «La proroga del regime di essenzialità per il sistema energetico sardo è strategica per il governo regionale».
«La proroga del regime di essenzialità per il sistema energetico sardo è strategica per il governo regionale; per ora l’abbiamo ottenuta fino ad aprile 2015 ma il nostro obiettivo è estenderla a tutto l’anno e definire con il Governo nazionale i termini della questione energetica.»
Lo ha dichiarato l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, nel corso di una audizione davanti alla quinta commissione (Attività produttive), presieduta dall’on. Luigi Lotto.
«Il regime di essenzialità – ha aggiunto l’assessore – ha permesso finora alle aziende del settore di operare con minori costi e realizzare utili importanti, assicurando nello stesso tempo una certa stabilità del sistema regionale.»
«Tuttavia – ha avvertito l’assessore Piras – i tre principali poli energetici della Sardegna presentano significative criticità: dalla centrale E.On di Fiumesanto (Porto Torres) formalmente in vendita ed in procinto di andare fuori norma nel 2016, ad Ottana Energia colpita dalla crisi europea che ha investito di conseguenza Ottana polimeri, al sito Enel del Sulcis, che ha una sua debolezza strutturale.»
«Per queste ragioni – ha detto ancora l’esponente della Giunta – poter contare sul regime di essenzialità significa da un lato tutelare le centrali sarde da pericolosi processi di dismissione e, dall’altro, rilanciare la questione energetica che rappresenta una parte importante della vertenza che la Regione ha aperto da tempo con lo Stato.»
«Una vertenza che – ha chiarito l’assessore Piras – inquadra la metanizzazione come elemento fondamentale di riequilibrio dello svantaggio competitivo della Sardegna; un progetto al quale stiamo lavorando con grande impegno e che non abbiamo affatto abbandonato con la fuoriuscita dal Galsi (ma solo per la parte algerina). Le opzioni sul tavolo sono sostanzialmente due: la realizzazione di un gasdotto Sardegna-Toscana che sarebbe la più conveniente per tutti gli utilizzatori finali (Industria e famiglie) o di un rigassificatore, certamente più oneroso sotto tutti gli aspetti.»
Per quanto riguarda i costi del gasdotto, secondo una stima attendibile, sarebbero di 1 miliardo e 200 milioni di euro, cifra che secondo l’assessore Piras, potrebbe essere coperta «dal concorso di più soggetti, dallo Stato ai privati, alla stessa Unione europea che potrebbe inserire il progetto nel programma di investimenti finalizzati alla crescita che sta per essere varato». La commissione, al termine di un breve dibattito nel corso del quale sono intervenuti i consiglieri Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Pietro Comandini e Cesare Moriconi del Pd e Gianluigi Rubiu dell’Udc, ha deciso di dedicare una seduta ad hoc ai problemi dell’energia, subito dopo la pausa festiva.
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