18 July, 2024
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E’ in corso di svolgimento, a Santadi, la XII edizione di “Pane e Olio in Frantoio”, rassegna organizzata dal Comune di Santadi, in collaborazione con l’ex Provincia di Carbonia Iglesias, di Sardegna Foreste, assesorato regionale dell’Agricoltura, Agris, Laore.
Il programma è molto ricco e articolato. In serata pubblicheremo un ampio servizio sull’intera giornata di iniziative.

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Scontro al vertice del campionato di Promozione, la Ferrini tenta l’aggancio alla Monteponi. La dodicesima giornata propone lo scontro diretto tra le due squadre, divise in classifica da tre punti dopo la sconfitta subita sette giorni fa dalla squadra cagliaritana. Per i rossoblù di Vittorio Corsini la sfida odierna costituisce un importante esame di maturità, perché qualora riuscisse a superarlo indenne, la sua candidatura al salto di categoria prenderebbe consistenza.

Il Siliqua, rinforzato in settimana da due nuovi acquisti, Alessandro Ciccu dal Carbonia e Michele Palla dall’Arbus, spera in un passo falso della capolista, distante tre punti, ma intanto deve battere sul proprio campo il Sant’Elena.

Il Carbonia, ancora in attesa della prima vittoria, gioca sul difficile campo della Frassinetti Elmas, mentre l’Atletico Narcao ospita il Pula, galvanizzato dalla netta vittoria ottenuta sulla Ferrini. Completano il programma della giornata le partite Serramanna – San Vito, Orrolese – Progetto Sant’Elia, Girasole – Guspini e Arbus – Kosmoto Monastir.

Nel girone B del campionato di Prima categoria, la neocapolista Villacidrese rischia a Tratalias, mentre il Senorbì, appena raggiunto in vetta, gioca in casa con l’Andromeda. Derby tra Carloforte e Fermassenti, una sfida che vale le posizioni di immediato rincalzo dietro le prime. Il Sant’Antioco, in flessione di rendimento da alcune settimane, ospita il Real Villanovatulo, squadra reduce dal clamoroso 3 a 0 inflitto alla capolista Senorbì. L’Iglesias, corsaro sette giorni fa a Sant’Antioco, ospita il Gonnosfanadiga, il Gonnesa attende la visita dell’Escalaplano. una sfida importantissima in chiave salvezza tra penultima e ultima in classifica.

Completano il programma della dodicesima giornata, le partite Seui Arcueri – Sadali e Libertas Barumini – Halley Assemini.

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La violenza, sulle donne e sui minori, ma anche sugli anziani, è ormai una piaga sociale. Insomma, è sempre più necessario educarci al rispetto. Ed è proprio questo il senso della manifestazione, dal titolo appunto “Educhiamoci al rispetto”, promossa dai Riformatori sardi, che si terrà nel campo da basket del Lungomare Poetto di Quartu, questa mattina, alle 10.30.

La manifestazione è organizzata con la collaborazione e grazie ai maestri Alessandro Marciali e Sabrina Pili (Tempio di Shaolin Quartu Sant’Elena).

«Una donna su tre, in una età compresa tra i 16 e i 70, è stata vittima di violenza – spiega Elena Secci, coordinatrice cittadina di Quartu dei Riformatori sardi – il 35% delle vittime non presenta denuncia; 63 sono le donne uccise da gennaio a giugno di quest’anno il  13%  di queste aveva chiesto aiuto per stalking;  negli ultimi 12 mesi sono 152 le donne uccise, 179 femminicidi (una vittima ogni due giorni) solo nel 2013, e cioè il 14% in più rispetto ai 157 del 2012; 7 femminicidi su dieci si consumano all’interno del contesto familiare, contesto familiare dove i minori sono spettatori e troppo spesso ulteriori vittime. La violenza psicologica è ancora più alta, raggiunge il 43% e comprende, violenza economica, impedimento alla libertà di movimento, controllo, minacce.»

Com’era prevedibile, non c’è stata storia tra Volley Iglesias e Vba Olimpia Sant’Antioco, nel derby della sesta giornata del campionato di B1 di volley maschile. 3 a 0 il risultato finale per la squadra lagunare, con parziali nettissimi: 14-25, 16-25 e 20-25.  Il divario tra le due squadre in certi momenti è stato imbarazzante.

Con questi 3 punti, la squadra di Adrian Pablo Pasquali sale a quota 9 punti, 7 punti avanti al Volley Cagliari, battuto in casa dalla Pallavolo Saronno per 3 a 2, dopo essere stata in vantaggio per 2 a 0 (25-20, 25-20 19-25, 19-25, 19-15). Il Volley Iglesias resta malinconicamente ultimo in classifica con 0 punti e 0 set all’attivo.

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Da oggi al Policlinico Duilio Casula si partorisce anche in acqua: il primo bimbo ha visto la luce nella vasca della sala Zaffiro della Clinica di Ostetricia e Ginecologia del Blocco Q, diretta dal professor Gian Benedetto Melis. Sono già tantissime le donne che hanno chiesto di poter partorire in acqua. E tante hanno già provato l’esperienza del travaglio in acqua che riduce sensibilmente la fase dilatante e il dolore provato dalle future mamme.

Un’equipe, quella di Melis, tutta al femminile: la dottoressa Cinzia Murgia, responsabile del parto in acqua e le ostetriche Maria Paola Fercia e Debora Carrus specializzate proprio in questo tipo di travaglio e parto

«Concludiamo il 2014 alla grande – spiega soddisfatto professor Melis – un anno di attività del padiglione Q. Tante nascite, tante facilitazioni, tante metodiche naturali di cura del dolore, analgesia epidurale per tutte le donne che lo desiderano. Ed ora il travaglio/parto in acqua realizzato e nuove metodiche di trattamento del dolore.»

Nel Blocco Q ormai numerose donne gravide scelgono di travagliare in acqua e i primi risultati mostrano un reale accorciamento della fase dilatante del travaglio e una riduzione del dolore delle contrazioni, con un gradimento assoluto dell’esperienza cosi acquisita. Molte donne hanno già trascorso gran parte del travaglio in acqua ma qualche giorno fa la vasca della sala Zaffiro ha visto nascere anche il suo primo bambino. E’ stato un parto perfettamente fisiologico  e il neonato è passato dolcemente dall’utero all’acqua al seno della mamma tra la commozione di tutto lo staff presente. La signora ha raccontato poi di aver  finalmente realizzato il sogno che coltivava sin da quando era piccola e si è detta profondamente felice e grata dell’esperienza vissuta.

Nell’ambito del processo di umanizzazione avviato nella Clinica Ostetrica e Ginecologica del Policlinico Universitario il travaglio e il parto in acqua rivestono sicuramente un ruolo prioritario. Tra le modernissime, accoglienti e colorate sale parte del Blocco Q le due di colore azzurro, la Zaffiro e l’Acquamarina sono state dedicate a questo scopo, e una ha già recentemente iniziato a funzionare per tutte le donne che lo desiderano. Le luci soffuse, la musica scelta dalla partoriente, l’aromaterapia, regalano alla donna l’occasione unica di vivere  il travaglio e il parto come un’esperienza intima e avvolgente da condividere con il partner.

«Il parto in acqua – spiega Melis – è richiesto dalle donne che hanno sperimentato nella loro vita un rapporto interiore particolare con l’acqua, e che desiderano trasferire la loro “acquaticità” all’esperienza del parto. E’ anche particolarmente indicato alle donne che desiderano un metodo più naturale, non farmacologico e con meno interferenze sull’evoluzione del travaglio rispetto all’analgesia epidurale. Possono accedere alla vasca per il travaglio in acqua tutte le pazienti con gravidanza fisiologica nel momento in cui viene fatta la diagnosi di travaglio attivo.»

Esistono, infatti, ormai numerose evidenze, spiega il direttore della Clinica, non solo sull’effetto rilassante che si traduce in una riduzione dello stress nell’affrontare il travaglio, ma anche su una vera e propria azione analgesica esercitata dall’acqua. Ancora, un importante vantaggio del travagliare in acqua è rappresentato dalla minore durata del travaglio, soprattutto della fase dilatante, che in base ai dati presenti in letteratura è accorciata in media di 90 minuti. Anche la minore incidenza di lacerazioni severe e un minore ricorso all’episiotomia sono ormai ampiamente dimostrate, a fronte di un’assoluta sicurezza per la madre e per il bambino. Infatti l’assistenza ostetrica, clinica e pediatrica è la stessa che le avanzate tecnologie del Blocco Q offrono a tutte le altre pazienti, e addirittura le sonde per il monitoraggio del Battito Cardiaco Fetale, dotate di tecnologia Wireless, sono state concepite per funzionare anche immerse nell’acqua.

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«Apprendiamo oggi dalla Giunta regionale che il Governo deve alla Sardegna la bellezza di 6-700 milioni e inoltre che con la Legge di Stabilità per il 2015 ci sta per portare via altri 97 milioni. Questi ultimi non concordati in alcun modo, giusto sottratti d’autorità, e in aggiunta ai 570 milioni già previsti come partecipazione dell’isola al ripianamento dei debiti dello Stato e ad ulteriori 68 come gentile contributo dei sardi ai famosi bonus da 80 euro». Lo dice Franco Meloni, coordinatore del Centro Studi dei Riformatori.

«Insomma – aggiunge Meloni – Renzi distribuisce gli 80 euro sì cittadini facendo la bella figura lui ma lo fa utilizzando i soldi delle Regioni, inclusa la Sardegna. Di fronte a tutto questo una Giunta regionale immobile e supina reagisce con flebili lamentele, quasi inaudibili, scusandosi di essere costretta a disturbare il manovratore mentre costui continua imperterrito a frugarci letteralmente nelle tasche.»

«Si tratta – dice ancora l’esponente dei Riformatori sardi – lo diciamo perché non lo si dimentichi, della stessa Giunta che ha rinunciato a costituirsi davanti alla Corte Costituzionale nella causa che vede il Governo chiedere l’annullamento della previsione di incasso di 1 miliardo di euro legato alla cosiddetta “vertenza accise”, che aveva visto la precedente maggioranza regionale inserire giustamente la posta nella Finanziaria regionale per il 2014. Cioè, una Giunta che ha deliberatamente scelto di non difendere gli interessi dei sardi e questo con l’appoggio di una maggioranza in cui non si contano le moltitudini di partiti che si definiscono sardisti, autonomisti, sovranisti e alcuni addirittura indipendentisti.»

Sempre la stessa Giunta, è il pensiero di Franco Meloni, «che a luglio aveva trionfalmente annunciato uno storico accordo con il Governo che avrebbe dovuto chiudere ogni vertenza in maniera tombale. Successivamente l’assessore Paci ha dovuto confessare pubblicamente ai sardi che la chiusura non era poi così tombale, insomma che restava in piedi un contenzioso e che quindi non avrebbe ritirato i ricorsi ancora pendenti davanti alla Corte Costituzionale su diversi aspetti della questione. E infatti, non li ha affatto ritirati né entro il 15 settembre scorso (come si era ufficialmente impegnato a fare) né lo ha fatto più tardi.»

L’attuale regolamentazione del fermo biologico ha messo in ginocchio le marinerie della Sardegna, specie quella del Sulcis (la più grande dell’isola), già sottoposta ai diversi vincoli che ne limitano l’attività e, di conseguenza, i guadagni. Non possiamo permetterci di lasciare sola la categoria dei pescatori sulcitani, appartenenti a un territorio abbondantemente piagato dalla crisi. Se poi si considera che a tutt’oggi il fermo biologico non è indennizzato (del resto, lasciare la propria barca in banchina significhi fare i conti con l’assenza di reddito), si capisce quanto occorra un intervento deciso da parte della Regione, chiamata a difendere le specificità della Sardegna. Partendo da queste considerazioni, Ignazio Locci, consigliere regionale del grupppo Forza Italia Sardegna, rivolge un appello alla Giunta regionale, perché si impegni per disciplinare il fermo biologico della prossima annualità (il danno, per quest’anno, è stato già prodotto rinunciando alla Specialità e accettando le misure tecniche e le modalità di esecuzione in materia varate dal Governo centrale), affinché i lavoratori del mare non debbano fare i conti con i gravi disagi e i minori guadagni che hanno segnato la stagione 2014.

«Sebbene le fonti normative assegnino alla Regione Sardegna potestà legislativa in materia di pesca (esercitata in considerazione del limite delle acque territoriali) – sottolinea Ignazio Locci -, non si capisce perché la Giunta di Francesco Pigliaru abbia applicato la rigida e lesiva disciplina nazionale sul fermo biologico, creando danni incalcolabili al comparto della pesca: la nostra flotta è stata letteralmente bloccata in banchina senza alcuna opportunità di scelta, contrariamente a quanto avvenuto lo scorso anno. La Giunta di Ugo Cappellacci, infatti, aveva disciplinato il fermo garantendo la possibilità di continuare l’attività di pesca oltre le 12 miglia marine alle unità abilitate.»

«Se l’assessorato regionale dell’Agricoltura e Riforma Agropastorale non intende modificare la normativa sul fermo biologico, stabilisca quantomeno una forma di indennizzo per i pescatori: non cassa integrazione come in passato (mera elemosina), bensì rimborsi veri e propri per il mancato guadagno. In merito alla necessità che si regolamenti il fermo biologico ascoltando le istanze di armatori e marinai sardi – conclude Ignazio Locci -, ho presentato un’interpellanza (si veda l’allegato) rivolta al presidente della Regione e all’Assessore regionale competente.»

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Domenica mattina una delegazione dell’Eurallumina farà visita alle lavoratrici Igea presso il presidio della Galòleria Villamarina di Monteponi. La RSU, le lavoratrici e i lavoratori Eurallumina, esprimono la loro solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Igea, impegnati nella difesa del loro posto di lavoro.

«Abbiamo appreso dal vostro comunicato che il vostro presidio presso la Galleria Villamarina prosegue – scrivono in una nota – condividiamo la vostra decisione  la sosteniamo per le motivazioni che avete espresso. Essendo impegnati da anni, incessantemente, nello stesso obiettivo, abbiamo potuto verificare che l’unico strumento per vedersi riconosciuti i propri diritti ed il rispetto della propria dignità, è la lotta, che paga sempre, senza paura!»

«SOLO CHI SI TROVA DAVANTI ALLA PROSPETTIVA CONCRETA DI SPROFONDARE NEL BARATRO DELLA MISERIA, DI VEDER CROLLARE LE POCHE CERTEZZE, FATICOSAMENTE COSTRUITE IN ANNI DI SACRIFICI E DI LAVORO, PUO’ COMPRENDERE QUALI POSSONO ESSERE LE MOTIVAZIONI CHE PORTANO A METTERE IN ATTO FORME DI PROTESTA ESTREME . LA PROSPETTIVA DI NON VEDERE NESSUN ORIZZONTE PER SE STESSI E PER  LE PROPRIE FAMIGLIE  TRASMETTE ALLE STESSE ANSIA E INSICUREZZA PER I PROPRI FIGLI, ARRIVANDO A CHIEDERSI IL PERCHE’ NON SI POSSA CONDURRE LA PROPRIA VITA, PRETENDENDO SEMPLICEMENTE, MA CON FORZA, LA NORMALITA’, ALL’ INSEGNA DI UNA DECOROSA ESISTENZA.

LA  VOSTRA LOTTA E’ LA STESSA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DELL’ EURALLUMINA, DELL’ALCOA, DELLA EX ILA, DELLA CARBOSULCIS, DELLA ROCKWOOL, DELLE MIGLIAIA DI LAVORATORI DEGLI APPALTI, I PIU ‘ PENALIZZATI IN QUESTI ANNI DISGRAZIATI, DEI  LAVORATORI DI TUTTE LE ALTRE REALTA’, PICCOLE E PICCOLISSIME, CHE HANNO ENORMI DIFFICOLTA’ A FAR CONOSCERE  IL PROPRIO DISAGIO, DEI LAVORATORI DEL COMMERCIO, DELL’ ARTIGIANATO, DELLA PESCA, DELLA SCUOLA, DEL MONDO AGRICOLO E PASTORALE, DEI SERVIZI, DI TUTTI GLI ALTRI SETTORI CHE SUBISCONO QUESTI ANNI DI CRISI, DI CHI UN POSTO DI LAVORO NON LO HA MAI AVUTO E PER AVERLO DEVE ABBANDONARE LA PROPRIA TERRA E I PROPRI AFFETTI.

CHI HA LOTTATO IN QUESTI ANNI, CHI HA MESSO IN PIAZZA LA PROPRIA PROTESTA, UNITA ALLE PROPOSTE PER COME VENIRE FUORI DA QUESTO DISASTRO CREATO DA ALTRI, CHI HA INFINITE VOLTE PRESO LA VIA DEL MARE PER ESPORTARE LA RABBIA E LE RIVENDICAZIONI, CHI HA PAGATO ANCHE FISICAMENTE, ECONOMICAMENTE, MORALMENTE  E HA SUBITO ANCHE RIPERCUSSIONI PENALI, NON LO HA FATTO SOLO PER SE STESSO, ANCHE SE SPINTO DA NECESSITA’ DI TIPO PERSONALE E FAMILIARE, MA SIA PUR IN UN NUGOLO DI FRASTAGLIATE VERTENZE, LO HA FATTO PER TUTTI, PERCHE’ LE RIPERCUSSIONI NEGATIVE ( COME TUTTI NEL TEMPO HANNO DOVUTO CAPIRE ANCHE SULLA PROPRIA PELLE) E QUELLE POSITIVE, CHE PASSANO PER LA RISOLUZIONE DELLE VERTENZE ANCORA IN CORSO, RICADRANNO SU TUTTO IL TERRITORIO, SEMPRE PIU’ IMPOVERITO, NELL’ INTERA  COMUNITA’ DEL SULCIS IGLESIENTE E DELL’INTERA SARDEGNA, MA NE SIAMO PIU’ CHE CONVINTI, PER IL SISTEMA INDUSTRIALE E PRODUTTIVO DELL’ INTERO PAESE ITALIA.

IN QUESTO MOMENTO IL SIMBOLO DELLA DETERMINAZIONE DEL MOVIMENTO DEI LAVORATORI SONO LE “NOSTRE COLLEGHE DELL’IGEA“: LAVORATRICI, MADRI, SORELLE, MOGLI, NONNE, CHE NON HANNO VOLTO, MA OGNUNO DI NOI LE CONOSCE, LE SENTE VICINE, PERCHE’ LE ABBRACCIA SIA PUR VIRTUALMENTE TUTTI I GIORNI, QUANDO CONDIVIDE CON APPUNTO, LE PROPRIE MADRI, SORELLE, MOGLI, NONNE, ANSIE E SPERANZE, QUANDO DEVE TROVARE LA FORZA PER “RESISTERE UN GIORNO IN PIU’ DELLE CONTROPARTI DI QUALSIASI NATURA ESSE SIANO, AZIENDALI, POLITICHE, BUROCRATICHE“, PERCHE LA POSTA IN PALIO E’ TROPPO ALTA PER ARRENDERSI. FORZA AMICHE E COMPAGNE!!! SAPPIATE CHE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI EURALLUMINA SONO CON VOI – CONCLUDONO – E SARANNO PRESENTI AL VOSTRO FIANCO NELLE INIZIATIVE CHE VORRETE PORTARE AVANTI.»

Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco ha predisposto un’interrogazione che sarà presentata agli assessori ai lavori pubblici e all’ambiente, per sollecitare la Regione ad intervenire immediatamente con la messa in sicurezza del litorale di Capoterra e dintorni. «E’ necessario lo stanziamento di finanziamenti per un progetto di risanamento dell’intera battigia che si allunga da La Maddalena Spiaggia a Frutti d’Oro sino a Torre degli Ulivi – dice Edoardo Tocco -. La devastazione è stata compiuta con i lavori del dopo alluvione. Una devastazione senza fine. Uno scempio ambientale. La sabbia è stata sottratta dalle onde. La situazione è di alto rischio soprattutto a Frutti d’Oro, con l’acqua del mare che arriva sin dentro le abitazioni, mettendo in pericolo gli abitanti della borgata.»

La situazione è simile anche a La Maddalena Spiaggia e Torre degli Ulivi. «E’ in atto un inesorabile processo di erosione che sta facendo strage degli arenili – conclude Tocco -. Occorre intervenire nel più breve tempo possibile con la sistemazione dell’intero litorale lungo la Sulcitana, mediante un intervento che miri a mettere in sicurezza le abitazioni e un piano di ripascimento, evitando una nuova catastrofe che suonerebbe come una beffa dopo le recenti alluvioni».

E’ in programma domani e lunedì, a San Giovanni Suergiu, la commemorazione del 65° anniversario della tragedia di Superga, nella quale scomparve il Grande Torino, una delle squadre più grandi e prestigiose della storia del calcio italiano e mondiale.

Il programma dell’iniziativa, organizzata dall’associazione culturale Palmas Vecchio, con la collaborazione del comune di San Giovanni Suergiu e delle società Fermassenti, Sant’Antioco calcio, Torino e delle associazioni ex calciatori granata ed ex Rossoblù del Cagliari, verrà aperto domenica 7 dicembre, alle 17.30, nella sala consiliare di Via Roma, con la proiezione del film “Il Grande Torino”, del regista Claudio Bonivento.

Lunedì 8 dicembre, alle 9.30, la commemorazione nel cimitero comunale e alle 11.00 l’inizio delle celebrazioni allo stadio Comunale con la partita amichevole tra le Vecchie Glorie del Torino Calcio e quelle del Cagliari Calcio. Alle 13.30, infine, il pranzo con i calciatori all’agriturismo Agrifoglio.

La cartolina allegata, stampata dopo la sciagura, è stata fornita al nostro giornale da un amico ungherese, György Pálinkás.

 

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