Monte Sirai è un Parco archeologico di eccellenza che include un grande comprensorio archeologico esteso per l’intero altopiano, nel quale si concentrano decine di siti sorti dal IV millennio a.C. fino all’ultimo periodo dell’età punica. Fra i principali siti citiamo quattro gruppi di Domus de Janas, tre nuraghi monotorre eretti sulle pendici dell’altopiano, gli abitati afferenti alle varie fasi di insediamento del pianoro, dal villaggio eneolitico di cultura Monte Claro fino ai nuclei abitativi di neopunica, e ai tratti di strada di accesso all’altopiano. L’impronta più marcata di Monte Sirai è tuttavia quella data dalla presenza prima dei fenici e poi dai cartaginesi, che scelsero il rilievo per la sua posizione strategica, dato che dominava il passo compreso fra il tronco meridionale e quello settentrionale della Via Sulcitana (da Sulky a Karali) e anche l’accesso ai sentieri che conducevano ai giacimenti minerari attraverso il Flumentepido.
Fondato verso la metà dell’VIII sec. a. C., l’insediamento fenicio crebbe nell’ultimo quarto del secolo successivo. Nel 520 a. C. (circa) venne distrutto dai Cartaginesi e poi ricostruito nel corso del V secolo, mentre l’ultima pianificazione urbanistica risale a un momento poco antecedente alla prima guerra punica (264-241 a. C.). Durante i primi secoli della dominazione romana della Sardegna, dal 238 a.C., Monte Sirai rimase un centro punico. I nuovi centri romani, infatti, si trovano a valle, intorno al pianoro e nell’area dell’attuale città di Carbonia.
Il percorso consigliato comincia con l’abitato alto, chiuso sul lato settentrionale da fortificazioni; attraverso la porta Nord si accede all’unico spazio pubblico, una piccola piazza dominata dal tempio di Ashtart, dalla quale si dipartono tre strade parallele e quattro grandi isolati; la maggior parte delle abitazioni ha una planimetria a vani affiancati, come la casa “del lucernario di talco” (fine VII sec. a.C.- II sec.a.C.), mentre le case a corte sono una minoranza destinata forse ad un gruppo di famiglie dominanti: la cosiddetta “casa Fantar”, ad esempio, è molto vicina al tempio. Gli scavi più recenti hanno scoperto che, nell’estremità meridionale, un nucleo dell’abitato fu rioccupato in età tardo antica (V-VI d.C.). Verso Nord, all’esterno, si incontra la prima delle necropoli, quella fenicia, un’ampia area di tombe a incinerazione scavate nella roccia tufacea o nella terra, coperte da lastrine di pietra. Delle aree funerarie di età punica si possono visitare: la necropoli ipogeica, di particolare richiamo per le tombe familiari sotterranee; l’adiacente necropoli infantile (sepolture in anfora) e, infine, un’area funeraria scoperta di recente, composta di tombe singole in fossa. A Nord-Ovest delle necropoli, su un altro rilievo sorge il tofet, santuario dei bambini morti prima di essere integrati nella comunità dei vivi, fondato intorno al 360 a. C.
Il Parco garantisce numerosi servizi attraverso un complesso di edifici che comprende un fornito bookshop, una sala mostre e convegni, con vista sul magnifico panorama.
Nel Parco, con prenotazione, è possibile prendere parte ad itinerari di archeo-trekking, archeologico-naturalistici e a diverse attività didattiche e di animazione, con le case e le botteghe puniche che prendono vita grazie a scalpellini, muratori e vasai, che mostrano il proprio lavoro ai visitatori, con vestiti e strumenti dell’epoca.
Dove si trova:
Carbonia, Strada Statale 126 Sulcitana – località Sirai
Informazioni e prenotazioni
Cell. 3205718454
Tel. Museo archeologico 0781/63512
E-mail: museoguidemed@alice.it
Tel. 0781/64040 (Cooperativa Mediterranea) – Fax 1782798302
E-mail: info@mediterraneacoop.it
Orari di apertura
Orario invernale (1 ottobre – 31 marzo): da mercoledì a domenica, dalle 10.00 alle 15.00. Lunedì e martedì aperto su prenotazione.
Orario estivo (1 aprile – 30 settembre): da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00. Chiuso i lunedì non festivi.