2 November, 2024
HomeSanitàPaolo Truzzu (FdI): «Ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso, tagliare i tempi di attesa, migliorare la qualità del servizio».

Paolo Truzzu (FdI): «Ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso, tagliare i tempi di attesa, migliorare la qualità del servizio».

«Ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso, tagliare i tempi di attesa, migliorare la qualità del servizio e le condizioni di lavoro degli operatori, risparmiare: tutti obiettivi concretamente raggiungibili introducendo il sistema del see and treat – vedi e tratta.»

Lo ha dichiarato, in una conferenza stampa, il consigliere regionale Paolo Truzzu, primo firmatario della mozione sottoscritta da tutta la minoranza, con cui si chiede al governo regionale di sperimentare anche in Sardegna il sistema del see and treat.

Si tratta di una modalità di lavoro, presente da tempo nel mondo anglo sassone ma sperimentata con successo anche in Toscana ed Emilia Romagna, che prevede l’intervento di un team di specialisti (un infermiere esperto, un coordinatore ed un medito tutor) che accoglie i pazienti dei codici bianchi e verdi, quelli con patologie più lievi, ed effettua un trattamento immediato in appositi spazi attrezzati del pronto soccorso.

«Le esperienze internazionali e la sperimentazione di Toscana ed Emilia Romagna – ha aggiunto Truzzu – hanno dato risultati incoraggianti; gli accessi impropri al pronto soccorso sono diminuiti del 25%, c’è stato un risparmio consistente nella spesa sanitaria, è migliorata la percezione della sanità pubblica da parte del cittadino-paziente, sono cresciute la soddisfazione e la motivazione professionale degli operatori sanitari.»

«Il sistema del see and treat – ha poi spiegato Vittorio Conti – esperto nazionale di triage (trattamento dei pazienti di pronto soccorso) «funziona in modo molto semplice ed è già solidamente strutturato con un elenco dettagliato di 49 patologie: l’infermiere del team attribuisce un codice bianco o verde al paziente, che viene trattato immediatamente o, se necessario, indirizzato presso lo specialista per un esame diagnostico». «Il monitoraggio su questo sistema – ha proseguito Conti – ha dimostrato che tutti i pazienti dimessi dopo questo trattamento non sono tornati al pronto soccorso nelle 72 ore successive; significa che sono guariti o hanno proseguito la cura presso altri segmenti del sistema, a cominciare dal medico di famiglia».

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