29 November, 2024
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Ufficio postale Carbonia Centro 2 copia

#Poste Italiane ha in programma quasi 1.500 #assunzioni a tempo determinato per portalettere e addetti allo smistamento posta, distribuite in tutta Italia.

Per partecipare alle selezioni per portalettere è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:

• diploma di scuola media superiore

• voto di diploma minimo 70/100

• patente di guida in corso di validità

• idoneità alla guida del motomezzo aziendale

• certificato medico di idoneità generica al lavoro rilasciato dalla ASL di appartenenza o dal proprio medico curante (con indicazione sullo stesso certificato del numero di registrazione del medico presso la propria ASL di appartenenza)

In tutta Italia vengono messi a disposizione fino a un massimo di n. 1.246 contratti a tempo determinato a decorrere da novembre o dicembre 2014 della durata rispettivamente di 3 o 2 mesi, in relazione alle specifiche esigenze aziendali.

Per partecipare alle selezioni per addetti allo smistamento posta è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:

• diploma di scuola media superiore

• voto di diploma minimo 70/100

• idoneità alla visita del medico competente (ex D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche)

In tutta Italia vengono messi a disposizione fino a un massimo di n. 206 contratti a tempo determinato a decorrere da novembre 2014 della durata di 3 mesi, in relazione alle specifiche esigenze aziendali.

Le sedi di lavoro saranno distribuite in tutta Italia, in Sardegna, nelle province di Cagliari, Oristano, Olbia Tempio, Sassari, Nuoro, Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia Iglesias.

Per candidarsi si può visitare il sito delle Poste Italiane alla sezione Lavora Con Noi e inserire il proprio curriculum vitae.

E’ previsto un test preliminare on-line, il candidato riceverà una mail con il link a cui effettuare il test, inviata dalla Società SHL Italy S.r.l. Unipersonale.

Il #ministero della Giustizia ha indetto un concorso per 300 posti da notaio. I termini per la presentazione delle domande scadono alle ore 24.00 del 30 ottobre 2014.

Per essere ammessi al concorso (art. 2), gli aspiranti devono essere in possesso, alla data di scadenza del termine di presentazione della domanda, dei requisiti stabiliti dall’art. 5 numeri 1), 2), 3), 4), 5) della legge 16 febbraio 1913, n. 89 e successive modificazioni e non aver compiuto gli anni cinquanta alla data del presente decreto.

E’ altresì necessario che, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, gli aspiranti non siano stati dichiarati non idonei in tre precedenti concorsi per esami a posti di notaio, banditi successivamente all’entrata in vigore della legge 18 giugno 2009, n. 69. Equivalgono a dichiarazione di inidoneità l’espulsione del candidato dopo la dettatura del tema e l’annullamento di una prova da parte della commissione.

L’esame scritto (art. 5) consta di tre distinte prove teorico-pratiche, riguardanti un atto di ultima volontà e due atti tra vivi, di cui uno di diritto commerciale. In ciascun tema sono richiesti la compilazione dell’atto e lo svolgimento dei principi attinenti agli istituti giuridici relativi all’atto stesso.

L’esame orale consta di tre distinte prove sui seguenti gruppi di materie:

1. diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, con particolare riguardo agli istituti giuridici in rapporto ai quali si esplica l’ufficio di notaio;

2. disposizioni sull’ordinamento del notariato e degli archivi notarili;

3. disposizioni concernenti i tributi sugli affari.

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L’assessore della Programmazione e Bilancio, Raffaele Paci, ha presentato ieri il #Programma regionale di sviluppo, il documento che disegna le strategie socio-economiche della Giunta Pigliaru per i prossimi 5 anni, alle parti sociali.

«La priorità è assolutamente il lavoro – ha detto l’assessore Paci aprendo il confronto con le parti sociali –, dobbiamo fare in modo che si ricominci a trovare lavoro nella nostra isola. Per fare questo possiamo intervenire direttamente sul sistema economico aprendo cantieri, realizzando opere pubbliche, incentivando le imprese ma anche investendo nel lungo periodo sul capitale umano e l’innovazione tecnologica. Non dimentichiamo neanche la semplificazione amministrativa, perché in questo sistema così complesso è difficile che le imprese vengano e riescano a fare impresa, dobbiamo semplificare la burocrazia.»
Il #Programma regionale di sviluppo è articolato in sei capitoli che tracciano il percorso della Giunta. 1) La strategia, ovvero individuare un’idea della Sardegna. 2) I progetti, che da quella idea di Sardegna devono derivare. 3) La crisi economica, come affrontarla attraverso riforme, piani strategici, programmi. 4) Individuazione delle fonti finanziarie a disposizione. 5) Analisi socio-economica della situazione regionale. 6) Schede del progetto con l’articolazione dettagliata di ciascuno. 

«È un documento volutamente aperto – ha sottolineato ancora l’assessore Paci -. Il confronto con le parti sociali non è formale ma sarà sostanziale e sui contenuti, quindi chi riterrà di poter contribuire a migliorare questo documento può mandarci proposte di integrazione. Abbiamo messo solo nel quinto capitolo l’analisi socio-economica perché è vero, le analisi sono importanti, ma al primo posto abbiamo messo le strategie, perché è con quelle che si cambia la realtà.»

L’elenco delle strategie messe a punto dal governo regionale parte dall’investimento sulle persone, sul capitale umano, dunque, passa attraverso l’istruzione e la ricerca universitaria. «Servono interventi strutturali e culturali di cambiamento per competere ad alto livello in questo mondo sempre più globalizzato», ha aggiunto Raffaele Paci. Elaborate le strategie, si punta a creare lavoro, con una politica per le imprese che parta dalla semplificazione burocratica e si snodi lungo un percorso che prevede meno tasse, più infrastrutture, trasporti migliori, continuità territoriale merci. E’ fondamentale dedicarsi e investire nelle politiche sociali e sanitarie: «La lotta a povertà e discriminazione si può fare solo garantendo istruzione e lavoro – ha più volte ribadito il vicepresidente della Giunta -. Certo le emergenze vanno affrontate, ma se non si mettono tutti i cittadini nelle condizioni di studiare e lavorare le emergenze continueranno a esistere per sempre».

Altri punti strategici del #Programma regionale di sviluppo sono la gestione dei beni comuni, a cominciare da quelli artistici e architettonici a vantaggio e nell’interesse di tutti, le reti infrastrutturali sul territorio, la valorizzazione delle risorse e, infine, la trasparenza e la partecipazione di tutti i soggetti interessati. 

«Serve un approccio complessivo alla gestione delle risorse che mettiamo a correre nei vari settori e territori. Ma serve soprattutto un radicale cambio di mentalità – ha detto l’assessore Paci -. Non esistono capitoli di spesa intoccabili e credo che chi percepisce stipendi sicuri ed elevati come i nostri – assessori, dirigenti, funzionari – si deve mettere in gioco. Penso che questo valga per tutto il settore pubblico in generale, è una questione che va approfondita ma non dobbiamo pensare che esistano settori intoccabili». Indispensabile, poi, risparmiare spendendo in maniera razionale. «Abbiamo talmente tante agenzie che abbiamo difficoltà a individuarle tutte, di sicuro serve un netto cambio di rotta. Così come nella sanità, che spendeva centinaia di milioni con la scusa che era fuori dal patto di stabilità: dal 1 gennaio 2015 non sarà più così, basta con gli sprechi.» 

«Non esiste un unico provvedimento che fa svoltare l’economia di una Regione, esistono tante piccole cose fatte nei tempi giusti e con la giusta attenzione, ma certo questo è un ottimo inizio – ha assicurato l’assessore del Bilancio – Ci vorrà tempo, non promettiamo miracoli perché la situazione è davvero drammatica ma siamo convinti che agendo tutti insieme – il sistema politico, economico e sociale – riusciremo a dare le risposte giuste. Questo documento è il punto di partenza, il nostro programma per l’intera legislatura – ha concluso Raffaele Paci – Stiamo mettendo a punto numerosi interventi e a sistema le nuove risorse europee oltre 5 miliardi, comprendendo le risorse infrastrutturali che ancora arriveranno. Di sicuro siamo sulla giusta strada, e io sono certo che la Sardegna ha tutte le carte in regola per potercela fare.»

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Prende il via questa sera, all’Auditorium comunale di Cagliari, il 7° Premio Andrea Parodi, un festival unico in Italia, per la sua specificità (è il solo concorso di world music nel nostro Paese) e per l’atmosfera conviviale e stimolante che si respira. La nuova edizione, con la direzione artistica di Elena Ledda, sarà ad ingresso libero dal 9 all’11 ottobre al #Teatro Auditorium comunale, in piazza Dettori. Gli ospiti saranno di altissimo livello, a partire dalla cantante libanese Abeer Nehme, una delle protagoniste della world music contemporanea, una sorta di diva nel mondo arabo, anche come attrice. Dal Piemonte poi ci sarà il giovanissimo Duo Bottasso, composto dai fratelli Nicolò al violino e Simone all’organetto. Il #Premio Albo d’oro 2014 sarà invece assegnato al Cuncordu ‘e su Rosariu (coro della Confraternita del Rosario) di Santu Lussurgiu, a cui andrà un quadro di Mariano Chelo. Gli ospiti canteranno anche un brano di Andrea Parodi, così come tutti i concorrenti.

Dieci i finalisti del concorso: Amemanera (con il brano brano Sensa la luna, piemontese), Alessio Bondì (Rimmilu ru’ voti, siciliano), Flo (Olor a lluna, catalano), Lou di Franco (Bentu, sardo), Serena Finatti (Bes di Diu, friulano), Leo Miglioranza (Ndemo xente, veneto), Tamuna (Ciuscia, siciliano), Tramas (Scida!, sardo), Elisabetta Usai & Ergot Project (Le miel de vie, sardo-francese), Lino Volpe (So’ stat’ io, napoletano). I concorrenti si esibiranno davanti a una Giuria tecnica (addetti ai lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori) e a una Giuria critica (giornalisti). Entrambe le giurie, come negli scorsi anni, saranno composte da autorevoli esponenti del settore.

Le serate, che saranno presentate da Gianmaurizio Foderaro di RadioRai e da Ottavio Nieddu, saranno affiancate da alcuni eventi collaterali: venerdì 10 ottobre alle 11.00 la presentazione di “Amada”, Cd di Elva Lutza e Renat Sette; sabato 11 ottobre alle 10.30 l’incontro con Su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santu Lussurgiu su “Il canto popolare in Sardegna, una tradizione che vive” e alle 12.00 l’incontro con l’avvocato Maria Grazia Maxia su “L’educazione alla legalità del diritto d’autore”.

Il premio consiste in una somma in denaro erogata a copertura di tutti i costi di masterclass, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, per un importo massimo di 2.500 euro. Un ulteriore premio è la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese della Fondazione Andrea Parodi. Inoltre, verrà offerta al vincitore l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2015 del #Premio Andrea Parodi, dell’“European jazz expo” di Cagliari, di #Folkest del Friuli e del #Negro Festival di Pertosa (SA), che sono partner della manifestazione insieme a Premio Bianca d’Aponte e Federazione degli Autori.

La manifestazione si terrà in prossimità dell’8° anniversario della scomparsa di Andrea Parodi (17 ottobre 2006), un grande artista passato dal pop d’autore con i Tazenda a un percorso solistico di grande valore e rielaborazione delle radici, grazie al quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa. Il Museo multimediale a lui dedicato è aperto a Villanova Monteleone (SS) tutti i giorni tranne il lunedì, a Sa Domo Manna.

Il #Premio Andrea Parodi è organizzato dalla Fondazione Andrea Parodi, sostenuta dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Provincia di Sassari. La manifestazione è realizzata in stretta collaborazione con Rockhaus Blustudio e SCS di Ottavio Nieddu e grazie al patrocinio e al contributo del Comune di Cagliari, dei partecipanti aderenti e degli sponsor: Peugeot di Mario Seruis, Consorzio Cagliari Centro Storico presieduto da Gianluca Mureddu, Cantina Locci-Zuddas, Trattoria Deidda, Cooperativa Sociale Solidarietà 2008, ALI servizio badanti, Cooperativa Sociale CTR. Si avvale inoltre del patrocinio della SIAE (che assegnerà anche una Targa). I media partner sono Videolina, Sardegna 1, Roxy Bar Tv, Radiolina, Radio Popolare, Unica Radio.

Le precedenti edizioni del #Premio Andrea Parodi sono state vinte nel 2013 da Unavantaluna (Sicilia), nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel 2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel 2010 dalla Compagnia Triskele (Sicilia), nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia).

Quattro fotografie allegate sono relative ad un concerto tenuto da Andrea Parodi con Anna Oxa a Carbonia, una alla quinta edizione del Premio, vinta dalla friulana Elsa Martin.

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Pietro Cocco 6 copia

La VI commissione del Consiglio regionale ha approvato poco fa, nonostante il voto contrario della minoranza e due astensioni tra le fila della maggioranza (Roberto Desini del Centro Democratico e Augusto Cherchi del Partito dei Sardi). il progetto di legge n. 71  sul riordino della sanità in Sardegna. Il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, primo firmatario della proposta di legge, esprime soddisfazione per la sua approvazione e ringrazia la commissione Sanità, «per la capacità di avere portato a sintesi in tempi brevi le innumerevoli istanze ricevute».

«La proposta di legge – dice Pietro Cocco – si propone di introdurre nell’ordinamento regionale norme urgenti di riforma del sistema sanitario regionale. Il contesto in cui esse sono situate è quello di un sistema che non è stato in grado, negli ultimi anni, di contenere entro i parametri previsti i costi del sistema sanitario senza peraltro produrre un miglioramento delle performance nei confronti dei cittadini, né migliori condizioni di lavoro per gli operatori o l’applicazione piena di quelle riforme previste con la legge regionale n. 10 del 2006 o n. 23 del 2005 sul sistema dei servizi alla persona nella parte relativa all’integrazione dei servizi socio-sanitari. Dopo un serio e leale confronto di idee e di discussione con tutte le parti politiche, sociali e degli addetti del settore, l’approvazione del testo è arrivata in tempi abbastanza brevi. L’articolato del testo, detta regole certe per l’assistenza e la rete ospedaliera, riduce le spese e offre ai cittadini dei territori possibilità di avere risposte che oggi trovano solo recandosi negli ospedali.»

Il provvedimento introduce importanti novità nel sistema della salute pubblica: a) la creazione della Centrale regionale di committenza che consentirà di razionalizzare la spesa sanitaria e di standardizzare la domanda delle Asl nei confronti dei fornitori; b) l’istituzione dell’Agenzia regionale per le emergenze e le urgenze che avrà autonomia patrimoniale e gestionale e svolgerà i compiti attualmente in capo alle centrali operative del 118; c) la nuova disciplina dei distretti socio-sanitari che saranno ridisegnati tenendo conto della scomparsa delle province; d) il rafforzamento dei servizi nel territorio con la costituzione delle Case della salute (destinate a raccogliere in un unico spazio l’offerta extraospedaliera integrata con il servizio sociale) e gli ospedali di comunità (per le cure ai pazienti che non abbiano necessità di ricovero in strutture per acuti).

Ha espresso soddisfazione anche il presidente della commissione Sanità, Raimondo Perra (Psi): «Si tratta di un passo molto importante per ridisegnare il sistema sanitario isolano – ha detto Perra subito dopo l’approvazione del provvedimento – c’è la necessità di razionalizzare la spesa, ormai fuori controllo, delle Asl. Il disavanzo, nell’ultimo biennio, è di circa mezzo miliardo di euro. L’obiettivo della legge –  ha concluso il presidente – è quello di eliminare gli sprechi e, allo stesso tempo, garantire servizi migliori ai cittadini con il potenziamento dei presidi territoriali.»

La proposta di legge licenziata dalla commissione Sanità, dovrà ottenere adesso il via libera definitivo dal Consiglio regionale. Il testo entrerà in Aula nell’ultima decade di ottobre.

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Sono ben 234 i comuni montani, e parzialmente montani, della Sardegna, i cui abitanti superano le 863mila unità, che ospitano 87.690 imprese, di cui oltre 22mila artigiane, con 44.237 addetti. Sono questi i dati sulla Sardegna forniti da Confartigianato attraverso il #Rapporto “Montagna, territorio strategico per le PMI”, che ha analizzato la struttura e la dinamica delle imprese artigiane nei comuni montani e nelle aree interne dell’isola, attraverso l’elaborazione dei dati ISTAT al 20 gennaio di quest’anno.

Dall’analisi emerge come più della metà della popolazione sarda (ben il 52,7%) risieda nei comuni interni e come la stessa percentuale di imprese (52,3%) operi negli medesimi territori. L’analisi dice anche che, tra il 2012 e 2013, le imprese dell’interno sono calate del 3,3% (-747 unità) mentre quelle dei territori “costieri” sono diminuite solo del 3% (-531 unità). Da non dimenticare che ogni 1000 abitanti delle zone interne, ci sono ben 26 imprese.

«Le zone interne dell’Isola custodiscono la qualità manifatturiera made in Sardegna e, se adeguatamente valorizzate, rappresentano un territorio strategico per la competitività dell’artigianato e delle Pmi. E necessario, per questo, utilizzare i Fondi europei 2014-2020 per interventi finalizzati a sostenere le attività produttive e a colmare i gap infrastrutturali che comprimono le potenzialità economiche dei territori montani.»

Questa è la proposta alla Giunta regionale di Maria Carmela Folchetti, vicepresidente di Confartigianato Imprese Sardegna, a commento dei dati che raccontano di una vocazione imprenditoriale molto importante nonostante gli ostacoli naturali, gap infrastrutturali e svantaggi normativi che possono, anzi devono, essere affrontati nel prossimo nuovo periodo di programmazione dell’Unione europea (2014-2020), che pone al centro dell’agenda le PMI e l’ambiente.

Secondo #Confartigianato Imprese Sardegna le problematiche più importanti che si riscontano a livello locale sono la “rarefazione” delle Istituzioni, lo spopolamento e il conseguente calo della domanda, la scarsa infrastrutturazione viaria e tecnologica (come l’assenza di “banda larga”) per non parlare dei pagamenti e della burocrazia.

«Le imprese delle zone interne – prosegue la vicepresidente di Confartigianato Sardegna – nonostante siano assai integrate con i territori, tanto da agire come una“rete” naturale, allo stesso tempo soffrono la trama istituzionale frammentata (è l’annoso problema dei Comuni piccoli), la scarsa dotazione infrastrutturale e di banda larga, maggiori oneri burocratici, maggiori costi fisici (trasporti, dispersione abitativa, bolletta energetica), carenza di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico anche per la distanza con i centri universitari e i parchi tecnologici.»

«Queste inoltre subiscono le carenze dei Comuni ormai quasi impossibilitati a svolgere le proprie funzioni, per carenze di organico e finanziarie – aggiunge la Folchetti – e, in questo contesto, dove l’assenza dello Stato si sente in ogni singola azione quotidiana, l’ultimo “avamposto istituzionale” è rappresentato dalle associazioni imprenditoriali, o sindacali, che conoscono pregi, carenze e necessità dei territori, delle imprese e delle persone e che, sempre più, si stanno sostituendo, con grandissime difficoltà, alle Istituzioni

Per Confartigianato Imprese Sardegna, quindi è necessaria una strategia di sviluppo che lavori ed investa su tutte le aree interne a rischio spopolamento, che possa porre le imprese al centro dello sviluppo e della creazione del lavoro, che le faccia migliorare. Sono necessarie le risorse pubbliche, ma è ancora più necessario, anzi fondamentale, conoscere le vere esigenze di imprenditori e comunità.

«Da qui – conclude la vicepresidente di Confartigianato Imprese Sardegna – per la nostra Isola, alla Giunta regionale lanciamo le nostre proposte: promuovere la perequazione territoriale (evitare, quindi, le discriminazioni territoriali ovvero una distribuzione più equa delle risorse); favorire l’autogoverno dei territori; investire in capitale umano; fare rete; far crescere la competitività del sistema.»

I Riformatori sardi lanciano l’allarme sul taglio dei fondi al trasporto pubblico locale.

«La Giunta regionale – scrive in una nota Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori sardi – con l’assestamento che sta per approdare in Consiglio regionale cancella i 500mila euro all’anno stanziati per il potenziamento dei trasporti nelle aree sulle quali insistono sedi universitarie. Questa decisione, unitamente a quanto si legge sulla stampa in relazione alle difficoltà finanziarie dell’ARST suscita grande preoccupazione per il sistema del trasporto pubblico locale nell’area vasta. Da una parte si tengono in piedi tratte inutili, con un numero di passeggeri ridicolo, dall’altra vengono ignorate le esigenze di realtà densamente abbiate e con una forte domanda di mobilità pubblica. A ciò si somma il grave ritardo nell’avvio della nuova tratta di metropolitana (San) Gottardo-Policlinico, che che dovrà aprire la strada per la “chiusura” dell’anello dei trasporti nella parte nordest dell’area vasta, Sestu, incomprensibilmente e anacronisticamente servita ancora da un servizio di tipo extraurbano e non urbano.»

«In attesa di un riassetto complessivo, con l’eventuale individuazione di un gestore unico del trasporto pubblico locale nell’area vasta di Cagliari – conclude Michele Cossa – è necessario che l’ARST si organizzi per attivare, all’avvio della nuova tratta di metropolitana, un collegamento frequente Sestu-Policlinico e potenzi la tratta di autobus Sestu-Piazza Matteotti.»

Autobus ARST 1

Una forte preoccupazione per la situazione finanziaria delle #province sarde e, nello specifico, della provincia di Nuoro, è stata espressa oggi dal consigliere regionale Daniela Forma, del #Partito Democratico.

«Negli ultimi anni – dichiara Daniela Forma – ho sempre sostenuto che si stava procedendo all’eliminazione delle Province mediante il taglio dei trasferimenti erariali e regionali. Un’eliminazione finanziaria ancor prima di una eliminazione giuridica e costituzionale.»

Le province riescono ad erogare i servizi che sono stati loro attribuiti dallo Stato e dalla Regione solo mediante i trasferimenti che ricevono. Se tali trasferimenti vengono ridotti o azzerati, come nel caso dei trasferimenti dello Stato alle province, queste ultime non sono più in grado di mantenere un livello adeguato dei servizi o, addirittura, a pregiudicarne la stessa erogazione. Da qui l’esigenza e l’impegno, da parte dell’Amministrazione regionale, ad integrare  le assegnazioni del Fondo unico per l’anno 2014 di 35 milioni di euro – come da accordi sottoscritti l’8 agosto con l’Anci ed il #Consiglio delle Autonomie locali – e a procedere speditamente verso una Riforma degli Enti locali che ridisegni il ruolo dell’ente intermedio, le proprie competenze e le attribuzioni finanziarie.

«Risulta buona prassi per un amministratore gestire al meglio le risorse a sua disposizione – rileva Daniela Forma -. La Provincia di Nuoro non può “scoprire” nel mese di ottobre di avere meno risorse da programmare e gestire per l’anno in corso e gridare contro tagli che porterebbero alla sospensione dei servizi pubblici essenziali. Fino a questo momento non ha fatto altro che nascondere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, fino a quando il problema non è scoppiato in tutta la sua drammaticità.»

Cagliari e la Sardegna, ospitano per la prima volta, un congresso di neurologia. Da sabato 11 a martedì 14 ottobre, la Fiera Internazionale – viale Diaz – accoglie circa duemila studiosi. La cerimonia di inaugurazione del XLV congresso della Società Italiana di Neurologia si tiene alle 17.30 di sabato 11 ottobre. Con i massimi esperti nazionali ed europei, ai lavori prendono parte i ricercatori e i docenti dell’ateneo di Cagliari.

Dall’epilessia all’Alzheimer passando per sclerosi multipla, cellule staminali, ictus e malattie cerebrovascolari. Sono questi alcuni dei macro capitoli delle malattie neurologiche che vengono dibattuti al congresso della Sin. Ai lavori vengono illustrate in anteprima mondiale diagnosi e le terapie precoci, metodiche e linee guida della disciplina accademica e scientifica. Ai lavori – presieduti da Marisa Marrosu, presidente del congresso e direttore del Centro sclerosi multipla dell’ateneo di Cagliari –  prendono parte eminenze internazionali del settore quali Aldo Quattrone (presidente Società italiana neurologia – rettore università di Catanzaro), Giancarlo Comi (direttore clinica neurologica San Raffaele, università Vita e Salute, Milano), Maria Troiano (direttore clinica neurologica Bari – presidente Società internazionale studi sclerosi multipla). Il congresso è stato presentato ieri al Circolo della Stampa, Milano.

«È la prima volta che la Sardegna ospita il congresso ufficiale della Società italiana di neurologia – spiega Marisa Marrosu -. Nel corso degli anni le università di Cagliari e Sassari hanno avuto quali professori ordinari di Neurologia illustri nomi che hanno costituito scuole di notevole caratura scientifica, contribuendo in modo qualificante ad arricchire l’ambiente scientifico e culturale dell’accademia sarda. La loro eredità non è stata dispersa e il loro insegnamento viene portato avanti con passione, sia pure con gli affanni che tutta l’Università italiana vive negli ultimi decenni.»

»La #Società italiana di Neurologia – rimarca la professoressa Marrosu – si sente coinvolta nella trasformazione profonda del ruolo della medicina nell’attuale società e chiede di essere ascoltata dalle istituzioni preposte all’erogazione del “bene salute”, per contribuire a costruire un ponte fra l’innovazione della scienza e la sostenibilità economica. La Sin ha da tempo una particolare attenzione per la formazione scientifica dei giovani neurologi e si impegna nella costruzione del ruolo delle nuove generazioni di colleghi non soltanto nel sistema sanitario ma anche nel mondo accademico. Su questo piano, la formazione di una nuova classe di giovani ricercatori trova nella Società il suo naturale terreno, nella continuazione di una tradizione scientifica riconosciuta a livello internazionale

La Seconda Commissione del Consiglio regionale, nella tarda serata di ieri ha concluso il ciclo delle audizioni con i rappresentati dei settori del cinema e della musica, in difficoltà a causa delle poche risorse pubbliche a disposizione e dei ritardi nella programmazione.

I primi ad essere sentiti sono stati i responsabili della Consulta regionale delle scuole civiche di musica che hanno illustrato al presidente della Commissione Gavino Manca (Pd) e ai commissari la drammatica situazione in cui si trovano ad operare. «I ritardi nella erogazione dei finanziamenti regionali stanno paralizzando l’attività didattica – ha detto il presidente della Consulta, Antonio Puglia – le scuole civiche devono ancora ricevere il saldo dei contributi regionali del 2013 e l’intera anticipazione del 2014. L’inizio dell’anno scolastico 2014-2015, previsto per novembre, è a rischio».

Leonardo Sarigu, direttore della Scuola civica di musica di Capoterra, ha invece segnalato l’esiguità delle risorse messe a disposizione della Regione per un settore nel quale operano circa 700 insegnanti. «Da oltre dieci anni, nonostante l’aumento del numero degli iscritti e le tante attività portate avanti, il finanziamento regionale è fermo a 1,5 milioni di euro – ha detto Sarigu – risorse ulteriormente ridotte di circa 400mila euro (un taglio del 25%) con l’assestamento di bilancio». Dai rappresentanti delle scuole civiche, infine, è arrivata la richiesta alla Commissione di una modifica radicale del Regolamento che disciplina la loro attività «serve un nuovo strumento, fatto con il contributo di persone competenti, che consenta di programmare e distribuire le risorse con criteri trasparenti e di premiare le scuole attraverso parametri meritocratici – ha detto Francesco Pilia, direttore della Scuola di San Sperate -. L’attuale Regolamento lascia troppi spazi alla discrezionalità».

Il presidente della Commissione, Gavino Manca, ha spiegato ai rappresentanti della Consulta che i tagli operati con l’assestamento di bilancio riguardano, purtroppo, tutti i settori dello spettacolo e della cultura. Manca ha però assicurato la volontà di confermare i finanziamenti anche per il  2015 e di procedere a una verifica sui ritardi nei pagamenti. Il presidente ha infine garantito che «sarà attentamente valutata l’opportunità di procedere a una modifica del Regolamento delle Scuole civiche di musica di concerto con l’assessore della Cultura.»

I lavori della Commissione sono poi proseguiti con l’audizione dei  rappresentanti dell’Associazione “Moviementu” #Rete Cinema Sardegna da tempo impegnata in una battaglia per sollecitare l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di sostenere l’industria cinematografica e di trasformarla in un’opportunità di sviluppo per l’Isola, così come avviene in altre regioni dell’Italia e dell’Europa. Marco Benoni ha denunciato il pesante taglio per il settore previsto dall’assestamento di bilancio (da 2,9 a 1,4 milioni di euro) e spiegato le difficoltà a spendere i pochi soldi a disposizione. «Se non vengono fatti i bandi previsti dalla legge – ha sottolineato Benoni – le risorse sono inutilizzabili». Aspetto, quest’ultimo, evidenziato anche da Antioco Floris: “Di fatto – ha detto Floris – le produzioni cinematografiche stanno andando avanti senza soldi pubblici. L’ultimo lungometraggio del regista Giovanni Coda “Il rosa nudo”, vincitore del film festival di Melbourne, è stato realizzato grazie a contributi privati. In questi giorni, inoltre, si gira a Cagliari il film di Enrico Pau che ha ricevuto un contributo regionale di soli 60mila euro contro i 600mila investiti dalla #Film Commission dell’Irlanda. Manca una programmazione seria – ha concluso Floris – ogni anno si deve ripartire da zero». 

Carlo Dessì, invece, ha segnalato la necessità di ridistribuire le risorse: «I tagli operati con l’assestamento di bilancio hanno cancellato i fondi per tutte le attività collaterali o complementari allo sviluppo del cinema. Rimangono solo le voci relative alla spese di funzionamento della Film Commission e i contributi per la coproduzione di cortometraggi». Dessì ha evidenziato la paradossale situazione in cui si trovano alcune associazioni che hanno organizzato diversi festival cinematografici e che oggi rischiano di perdere i contributi.

Dai rappresentanti di Moviementu, infine, anche una critica alla #Film Commission: «I soldi messi a disposizione dell’organismo sono stati spesi rapidamente ma in modo del tutto discrezionale».

Il presidente della Commissione Cultura Gavino Manca, concordando sulla necessità di intervenire sulla legge del cinema per rendere più agili i canali di finanziamento e più trasparenti le procedure di assegnazione delle risorse, ha spiegato che i tagli operati con l’assestamento di bilancio riguardano soldi difficilmente spendibili entro la fine dell’anno. «Da parte nostra – ha sottolineato Manca – c’è la volontà di reperire con la prossima finanziaria regionale, finalmente libera dai vincoli del Patto di stabilità, più risorse per il cinema, settore che potrebbe offrire, se ben governato, grandi opportunità di lavoro e di sviluppo».

Ufficio Stampa