23 July, 2024
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Si è svolta questa sera la cerimonia di consegna delle chiavi della palazzina che ospitava la vecchia direzione mineraria di Serbariu, destinata ad ospitare la nascente #Fabbrica del Cinema, fatta dal sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, e dall’assessore della Cultura, Loriana Pizalis, a Paolo Serradirettore del #Centro di Servizi Culturali della Società Umanitaria di Carbonia.

La consegna delle chiavi rientra nell’ambito delle manifestazioni legate alla VII edizione #Mediterraneo Film Festival, cinque giorni (più 1) ricchi di eventi speciali, concerti, approfondimenti ma, soprattutto, tanto cinema proveniente dal panorama nazionale ed internazionale. Carbonia, da oggi, 8 ottobre, a domenica, 12 ottobre, con anteprima svoltasi sabato 4 ottobre, ospiterà la kermesse, organizzata dal C.S.C. di Carbonia Iglesias e dalla Cineteca Sarda della Società Umanitaria.

Nella seduta della Giunta comunale del 25 luglio 2014, è stata approvata la delibera per il recupero della memoria storica del lavoro minerario, attraverso la realizzazione del progetto “Ex-Dì Memorie in movimento – Fabbrica del Cinema”, che prevede la musealizzazione della sede dell’ex Direzione della #Grande Miniera di Serbariu.

Nel marzo 2007 venne approvato un protocollo d’intesa tra il #comune di Carbonia, la #provincia di Carbonia Iglesias, il #Parco Geominerario, l’#Agenzia del Lavoro, il #comune di Iglesias e la #Società Umanitaria, per la realizzazione di progetti finalizzati al recupero di luoghi della memoria storica del lavoro minerario e di altri beni culturali, con particolare attenzione per i prodotti cinematografici, audiovisivi e comunque caratterizzati dalla multimedialità.

Tra i vari progetti, il principale era quello dedicato alla “#Fabbrica del Cinema” che proponeva il recupero dei beni culturali sui temi Cinema, Audiovisivi e Multimedialità nel territorio provinciale.

Grazie a ulteriori approfondimenti si è giunti ad una ridefinizione complessiva del progetto che, partendo dagli obiettivi della “Fabbrica del Cinema”, assume un più ampio respiro grazie alla valorizzazione complessiva del sito: la sede della ex Direzione Mineraria, che ospiterà il progetto, diventerà “museo di sé stessa”, attraverso il recupero della sua storia e tramite un processo di musealizzazione della palazzina, con la restituzione ai cittadini dell’edificio.

Il nuovo progetto permetterà, dunque, di rendere fruibile al visitatore la sede della ex Direzione Mineraria, con la salvaguardia e la valorizzazione dei locali, nella loro struttura e originarietà, ma arricchendoli grazie al recupero di gran parte del vecchio Progetto “#Fabbrica del Cinema”. La parte più strettamente museale sarà, così, integrata con quella legata alle arti audiovisive e cinematografiche, anche con la creazione di veri e propri percorsi multimediali interni alla struttura, la creazione di uno spazio culturale, artistico, scientifico e didattico di grande rilievo socio-culturale e turistico.

Questa decisione favorisce un’ulteriore valorizzazione dell’area dell’ex Miniera di Serbariu, che già ospita il Centro Italiano per la Cultura del Carbone (CICC), il #Museo PaleoAmbienti Sulcitani “Martel” e la Sezione di Storia Locale della Biblioteca Comunale (edificio ex Officina). La riqualificazione e la nuova destinazione di queste strutture ha già generato una importante e positiva ricaduta per l’economia cittadina (come richiamo turistico), per il recupero della storia locale, la conservazione e la valorizzazione dei siti, la crescita culturale della città e del territorio. La musealizzazione dell’ex #Direzione Mineraria, in stretta relazione con le attività del #CICC, rappresenta un ulteriore tassello del recupero e riutilizzo dell’area della ex Miniera.

La cerimonia di consegna delle chiavi è stata completata da un breve incontro, nel corso del quale sono stati presentati i punti pià significativi del progetto.

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«La bozza di riforma degli enti locali tracciata oggi dall’Anci Sardegna va nella direzione giusta». Lo scrive in una nota, Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori sardi, a margine dell’Assemblea congressuale dell’associazione che raggruppa tutti i Comuni sardi, che si è tenuta oggi ad Abbasanta.

«Trasferire le competenze delle ex Province in base al principio di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza – aggiunge Michele Cossa – partendo dall’ente più vicino al cittadino, il Comune, spogliando anche la Regione di ogni competenza gestionale, è fondamentale per una riforma che porti ad avere in Sardegna istituzioni che funzionino al meglio. Adesso ci aspettiamo che la Giunta regionale vari al più presto un disegno di legge che rispetti davvero il mandato popolare e non faccia risorgere le Province sotto mentite spoglie.»

Sede Provincia via MazziniSede Provincia Medio Campidano 1 copia

E’ iniziato questa mattina, in commissione Lavoro, con una serie di audizioni, il monitoraggio delle situazioni di precariato nell’amministrazione, nelle agenzie e negli enti della Regione Sardegna nonché negli Enti locali. L’iniziativa, illustrata dal presidente della Seconda commissione, Gavino Manca, ha come obiettivo quello di favorire una conoscenza approfondita del fenomeno, in vista della predisposizione di adeguati e tempestivi interventi normativi «che – così come ha dichiarato il presidente Manca – garantiscano la continuità lavorativa». Ai lavori ha partecipato anche il presidente della Prima commissione, Francesco Agus, che ha tra le sue competenze quella che attinente il personale della Regione.

I primi ad essere auditi in commissione sono stati i rappresentati dei lavoratori precari dell’amministrazione regionale. I cosiddetti “precari storici” (sono 13 in totale) che prestano la loro opera negli uffici della presidenza della Giunta (7 unità), nell’assessorato dei Trasporti (6) e in quello del Lavoro (3). Lavorano ininterrottamente da dieci anni in Regione (unico ed esclusivo datore di lavoro) e svolgono mansioni e funzioni – così hanno dichiarato i portavoce della delegazione, Francesca Puggioni e Simona Deiana – tipiche dei lavoratori in pianta organica. L’emergenza segnalata nel corso dell’audizione è quella della ormai prossima scadenza – 31 dicembre 2014 – dei contratti in essere, in coincidenza con la scadenza del piano pluriennale per il superamento del precariato (articoli 3 e 4 della Legge regionale 12\2012). I precari storici dell’amministrazione regionale hanno auspicato un intervento del Consiglio regionale e invitato la Seconda commissione a procedere con “una soluzione definitiva ed equa”.

I lavori sono proseguiti con l’audizione dei rappresentanti dei precari dell’amministrazione provinciale di Cagliari. Il “caso” riguarda 86 lavoratori (nel 2000 erano 140) che in media da 10 anni svolgono funzioni equiparabili agli istruttori amministrativi (categoria C) con le varie formule cococò, cocoprò, interinali e somministrazione lavoro. Tipologie contrattuali, il cui utilizzo prevalente da parte dell’amministrazione provinciale, ha impedito il ricorso alle disposizioni della legge finanziaria 2007 dello Stato, per quanto attiene la stabilizzazione del personale precario. La scadenza dei contratti è, dunque, fissata al 31 dicembre 2014 e l’amministrazione provinciale non ha a disposizione risorse per procedere con la proroga. L’ulteriore preoccupazione, emersa nel corso dell’audizione, riguarda la riforma degli Enti Locali che – a giudizio dei lavoratori – potrebbe compromettere definitivamente il loro futuro occupazionale.

Già dal novembre del 2011 hanno invece terminato il loro lavoro i 12 funzionari selezionati da apposita “vetrina pubblica” in servizio all’Arpas a seguito dell’adesione dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Sardegna al bando “Master and Back” 2008. Partiti con un contratto della durata di 24 mesi hanno usufruito di una proroga di 12 mesi. La criticità evidenziata nel corso dell’audizione dei rappresentanti dei precari #Arpas, riguarda, in particolare, quanto previsto nella Proposta di legge n. 66, presentata in Consiglio regionale il 26 giugno 2014, e che prevede la possibilità di stabilizzazione soltanto per i precari con più di 36 mesi di contratto.

Periodo del quale potrebbero beneficiare, invece, un altro gruppo di lavoratori precari (12 funzionari), anch’essi auditi nel corso dei lavori della commissione, e che sono stati assunti in Arpas nel 2010, a seguito del bando “Master and Back” 2009, e che hanno potuto proseguire nel lavoro fino a 40 mesi in totale (contratti scaduti il 30 dicembre 2014). Un percorso simile a quello che riguarda 6 funzionari al lavoro in #Enas (audito il loro rappresentante, Enrico Cordeddu) a seguito del bando “Master and Back” 2009 e che sono rimasti al lavoro fino al giugno del 2013.

Sempre con riferimento all’ Arpas si è tenuta l’audizione dei rappresentanti dei cosiddetti “idonei graduatorie Arpas 2010”. Coloro che sono inseriti nella vigente graduatoria, approvata dopo il regolare svolgimento dei concorsi pubblici banditi dall’Arpas nel 2009 per diverse figure professionali (prova preselettiva, due prove scritte e prova orale). Gli idonei al concorso contestano la proposta di legge n. 66 (Lai e più) nella parte in cui prevede la stabilizzazione dei dodici lavoratori entrati in Arpas nel 2010 a seguito del bando “Master and Back” 2009. I portavoce degli “idonei” hanno ricordato le disposizioni nazionali, in particolare la legge 125\2013, e il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge regionale 17\2012 per affermare che «l’Arpas avrebbe dovuto assumere il personale necessario attraverso il naturale scorrimento delle graduatorie e non con nuove selezioni per colloquio«. Tutte le delegazioni interessate dalla situazione dell’Arpas hanno quindi evidenziato, nel corso delle rispettive audizioni, come l’agenzia regionale abbia intensificato nel corso degli ultimi anni il ricorso alle esternalizzazione per svolgere i servizi che gli competono.

La delegazione dei cosiddetti “lavoratori in utilizzo” ha invece illustrato alla commissione Lavoro la situazione che interessa circa 50 lavoratori impiegati nella Asl 8 (Cagliari), Asl 6 (Sanluri) e Asl 1 (Sassari), introdotti nei vari a Enti, a partire dal 2010, attraverso l’accordo quadro sottoscritto dalla Regione con le Province, l’Anci, Italia Lavoro, i sindacati e le rappresentanze datoriali, per l’attuazione delle politiche attive del lavoro. A seguito dell’entrata in vigore del decreto interministeriale 83473 del 1 agosto 2014, con la modifica dei termini per la concessione degli ammortizzatori sociali in deroga, sono però cambiate le condizioni di utilizzo dei lavoratori beneficiari. Per la maggior parte di essi la Regione ha quindi previsto un sussidio di 700 euro mensili sino al 31 dicembre 2014, a fronte di un’attività lavorativa di 80 ore mensili. I “lavoratori in utilizzo” hanno chiesto lumi sulle caratteristiche del “servizio civico” e le ragioni per le quali la Regione, pur in presenza della richiesta di compartecipazione da parte dell’ente utilizzatore, dei lavoratori abbia formulato una risposta negativa.

Arrigo Miglio 1 copiaCattedrale di Bonaria 1

Cagliari ospiterà, il 25 ottobre, il Convegno ecclesiale regionale sui problemi della crisi e del lavoro in Sardega “Per un cammino di speranza. La comunità cristiana in Sardegna di fronte alla crisi a un anno dalla visita di Papa Francesco”Le adesioni all’evento vengono accolte dalle segreterie diocesane sino a sabato 18 ottobre. Attraverso il sito www.camminodisperanza.it è possibile conoscere nei particolari l’iniziativa promossa dalla #Conferenza Episcopale Sarda.

Stamane è stato reso noto il programma completo.

25 ottobre 2014

9.30 Preghiera e introduzione teologica

a cura di don Roberto Caria – Docente di morale sociale presso la Facoltà teologica della Sardegna

10.00 Saluti

10.15 Presentazione della Lettera pastorale dei vescovi
a cura di mons. Giovanni Paolo Zedda – Vescovo di Iglesias e delegato della CES per la pastorale sociale e del lavoro

10.30 Ripartire dal lavoro. La situazione socio-economica in Sardegna: limiti e prospettive
Relazione a cura del prof. Vittorio Pelligra – Docente di economia presso l’Università di Cagliari

11.30 Gruppi tematici
a) Lavoro e impresa – Moderatore Dimitri Pibiri
b) Lavoro e istituzioni – Moderatore
Tonino Loddo
c) Lavoro e condizione giovanile – Moderatrice
Rita Boi
d) Lavoro e politiche familiari – Moderatore
Stefano Pinna

13.00 Pausa pranzo

15.00 Tavola rotonda con i relatori del convegno e i moderatori dei gruppi tematici
Coordina il dott. Paolo Sanna Farina – Giornalista RAI

16.30
Conclusioni a cura di mons. Arrigo Miglio – Arcivescovo di Cagliari e presidente della #CES

17.00
Corteo verso la Basilica di Nostra Signora di Bonaria e preghiera per il lavoro

18.00
Santa Messa presso la Basilica di Nostra Signora di Bonaria.

IzsSardegna_Giovanna Sanna IzsSardegna_Il team di ricerca_Al centro Giovanna Sanna a destra Sebastiana Tola

Giovanna Sanna, ricercatrice dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, è la vincitrice di uno dei cinque premi messi in palio al congresso nazionale della Società italiana di patologia e allevamento degli ovini e dei caprini (#Sipaoc), tenutosi nelle scorse settimane a Foggia. Il premio le è stato assegnato per la ricerca “Determinazione della vitalità del Mycoplasma agalactiae in campioni di latte ovino mediante immunocattura”, durata un anno, e svolta dalla biotecnologa dell’Izs, sotto il coordinamento della responsabile del laboratorio Ricerca e sviluppo dello stesso Istituto, Sebastiana Tola. Si tratta di un lavoro inedito, esclusivo, realizzato dall’ente di via Duca degli Abruzzi e, al momento, utilizzato soltanto a Sassari. Il lavoro è stato finanziato dal ministero della Salute con i fondi riservati alla ricerca corrente.

Quest’anno, per la prima volta, i premi (iscrizione gratuita al congresso #Sipaoc 2014) erano riservati a giovani ricercatori con meno di 35 anni e non strutturati, il cui nome risultasse essere il primo nella lista degli autori della ricerca.

Il Mycoplasma agalactiae causa l’agalassia contagiosa che colpisce le pecore e le capre. Si tratta di una patologia che rappresenta un grosso problema per l’allevatore per il mancato reddito, dovuto non solo alla perdita di latte e di animali ma anche ai costi delle terapie. Si capisce, pertanto, la necessità di una diagnosi celere della malattia, per evitare o limitare il contagio all’interno di un allevamento. L’Izs è anche centro di referenza nazionale per le mastiti degli ovini e caprini e il compito del laboratorio, allora, è anche quello di migliorare la diagnosi e le profilassi delle malattie che causano le mastiti.

«I micoplasmi – spiega Sebastiana Tola – sono microrganismi che crescono lentamente nei terreni colturali e la diagnosi per l’identificazione delle colonie di batteri richiede tempi che si aggirano tra i 7 e i 14 giorni». Tempi troppo lunghi per cercare di fermare il contagio. «Ecco perché negli anni – riprende la responsabile del laboratorio Ricerca e sviluppo – abbiamo messo a punto un metodo che permette l’individuazione dei micoplasmi vivi e vitali nei campioni di latte e l’amplificazione del loro DNA. Tale metodo è in grado di fornire la diagnosi della malattia nell’arco di 5 o 6 ore».

Un enorme passo in avanti, a vantaggio degli allevamenti e a tutela del benessere animale.

«La metodica che abbiamo elaborato – spiega la biotecnologa Giovanna Sanna – consente di riconoscere le proteine dei micoplasmi soltanto quando questi sono vivi». Ad una piccola quantità di latte vengono aggiunte micro-biglie magnetiche di 40 nanometri alle quali sono stati legati anticorpi che riconoscono specifiche proteine dei batteri. La novità è data dal fatto che il laboratorio di via Vienna è riuscito a produrre questi anticorpi e a legarli alle biglie magnetiche.

«L’Istituto – ha aggiunto il direttore generale dell’Izs Sardegna, Antonello Usai – ha investito negli ultimi tre anni 4 milioni e mezzo di euro, oltre ai finanziamenti ministeriali. Le numerose pubblicazioni su riviste scientifiche, nazionali e internazionali, e i numerosi premi assegnati ai nostri giovani ricercatori dimostrano come sia necessario investire in questo campo, individuando ogni possibilità di stabilizzazione di questi giovani ricercatori.»

La ricerca, pubblicata anche sul Journal of Applied Microbiology, ha visto al lavoro anche un team affiatato di giovani ricercatrici: Grazia Cillara, Nives Maria Rosa, Carla Longheu, Marisa Fusco e Maria Giovanna Manca.

L’Agalassia contagiosa è una malattia contagiosa che può colpire le pecore e le capre causata principalmente da Mycoplasma agalactiae. Altre specie di micoplasmi come M. capricolum subsp. capricolum, M. mycoides subsp. capri e M. putrefaciens sono responsabili di una malattia clinicamente simile che colpisce prevalentemente le capre e può essere accompagnata da polmonite. Nel 2012 sono stati segnalati 93 focolai (81 ovini e 12 caprini) di agalassia contagiosa da Mycoplasma agalactiae. Rispetto all’anno precedente si evidenzia un incremento del 21 per cento per gli ovini (433 allevamenti controllati) e un incremento del 17 per cento per i caprini (54 allevamenti controllati) degli allevamenti positivi per agalassia contagiosa.

L’Izs della Sardegna produce un vaccino specifico che viene fornito gratuitamente (costi a carico della Regione) agli allevatori in caso di focolaio di agalassia contagiosa.

L’Istituto da anni ha maturato esperienze nello studio dei micoplasmi, in particolare di quelli responsabili di patologie nei piccoli ruminanti; ha messo a punto metodi di identificazione dei micoplasmi basati su tecniche biomolecolari, integrati, quando necessario, dal sequenziamento.

Confartigianato Imprese Sardegna lancia l’allarme sul settore del benessere, commentando i dati emersi da una recente indagine di mercato. «C’è troppo abusivismo in giro, mentre i consumatori hanno bisogno di qualità».

«Quello del benessere (acconciatori, estetisti, odontotecnici, onicotecnici) – osserva l’associazione artigiana – è uno dei pochi settori che ha resistito (meglio rispetto ad altri) alla crisi ma che fa registrare una crescente attenzione dei consumatori alla conservazione della salute, al benessere e alla migliore qualità della vita anche attraverso la cura della persona.»

«Le indagini di mercato, l’ultima è quella di GFK Eurisko – continua Confartigianato Sardegna – fanno emergere un profilo di clientela che cura con particolare attenzione il proprio aspetto con una sana alimentazione, l’esercizio fisico e la frequentazione sistematica di centri estetici e saloni di acconciatura e che pone il rapporto di fiducia con il professionista al primo posto, seguito a ruota dai valori di professionalità ed esperienza.»

La crisi ha accentuato anche la concorrenza sleale e c’è il rischio che una parte della clientela ceda alla tentazione di risparmiare a scapito della qualità del servizio.

«Una tentazione – sottolinea Confartigianato Sardegna – a cui è bene non soggiacere perché si mette a rischio la salute e l’incolumità fisica. L’abusivismo registra incrementi allarmanti. La percentuale arriva a sfiorare il 40%, con punte maggiormente elevate nelle grandi città.»

Questo, oltre a provocare ripercussioni sulla salute e sicurezza del consumatore, crea danni sia per le imprese del settore benessere sia per l’economia del Paese e dell’Isola. Per questo oltre a promuovere campagne informative #Confartigianato Imprese Sardegna si rivolge alle Istituzioni.

«Chiediamo – conclude l’associazione artigiana – di sostenere gli operatori regolari attraverso l’adeguamento delle normative di settore e dei regolamenti regionali e comunali, lo snellimento burocratico, la diminuzione della pressione fiscale, l’intensificazione dei controlli e l’applicazione delle sanzioni, l’organizzazione di campagne istituzionali di sensibilizzazione dell’utenza nei confronti dei gravi rischi derivanti da trattamenti effettuati da soggetti non qualificati, con applicazione di prodotti di dubbia qualità ed in locali privi dei prescritti requisiti di igiene e sicurezza.»

Verrà inaugurata venerdì 10 ottobre, alle 17.30, la nuova #area cani di Via Laconi, a Iglesias.

Quella che fino a poco tempo fa era un’area urbana poco valorizzata è diventata un luogo dove i cani possono correre liberamente senza costituire un pericolo o un disturbo.

La nuova “area cani”, realizzata dalla società #Ifras spa, sulla base di un’idea progettuale del #Servizio ambiente del comune di Iglesias, è sorta nel rione Palmari per dare una concreta risposta alle esigenze dell’amico dell’uomo per antonomasia, il cane. Si tratta di un’area tranquilla, dotata di adeguate attrezzature,  dove  i cani possono essere portati anche senza guinzaglio.

Area cani di Iglesias

Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, lancia l’allarme sul futuro dell’Arst, l’azienda isolana che conta oltre 2.500 dipendenti. L’esponente centrista ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore dei trasporti, Massimo Deiana, sulla situazione della società. «Si tratta di un’importante risorsa pubblica per la nostra Isola – si legge nell’interrogazione di Gianluigi Rubiu – che gestisce la quasi totalità delle autolinee extraurbane, il trasporto urbano su gomma in alcuni Comuni, oltre alla rete ferroviaria a scartamento ridotto, i servizi di metrotranvia di Cagliari e Sassari. Non si dimentichi il Trenino Verde che opera in ambito turistico con il collegamento tra diversi centri di interesse ambientale e culturale. Ebbene, da un incontro tenutosi gli scorsi giorni tra i sindacati e i vertici dell’azienda regionale di trasporto, sarebbe scaturito fuori un quadro allarmante che desta grande preoccupazione per le prospettive dell’azienda. Di fatto, ai rappresentanti dei lavoratori sono state confermate, le indiscrezioni, addirittura in peggio, sulla drammatica situazione finanziaria dell’azienda che, in meno di un anno – tra novembre 2013 e settembre 2014 – è passata da un credito vantato nei confronti della Regione di 70 milioni di euro all’attuale di oltre 90 milioni di euro».

Gianluigi Rubiu mette in guardia la Giunta capeggiata dal governatore Pigliaru. «Non è concepibile assistere al decadimento di questa azienda senza che si faccia nulla – sottolinea il consigliere regionale dell’Udc -. Non è inoltre ammissibile il forte ritardo di non erogazione dei contributi in conto esercizio. Non basta. Sembra assurdo che non vengano assegnate le risorse necessarie per gli investimenti su infrastrutture e materiale rotabile». L’appello del consigliere regionale di Iglesias è chiaro: «L’Arst è una delle aziende modello in Sardegna. Si potenzi il suo ruolosoprattutto nelle zone maggiormente a rischio. Il Sulcis Iglesiente, ad esempio, avrebbe necessità di un incremento di tratte per la zona di Cagliari e dell’area vasta, visto che una larga fetta di studenti frequenta l’ateneo del capoluogo e un grande numero di lavoratori pendolari usufruisce del servizio».

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L’Hotel Orlando Resort di Villagrande Strisaili, in località Santa Barbara, ospiterà venerdì 10 ottobre, dalle ore 9.30, un seminario sul tema “Strategie e azioni finalizzate all’eradicazione della peste suina africana”, presente in Sardegna da 36 anni, progetto pilota per la realizzazione di una campagna di informazione e comunicazione, organizzato da #Copagri Sardegna e #Laore Sardegna.

I lavori verranno moderati e coordinati da Pietro Tandeddu (coordinatore regionale di Copagri Sardegna). Dopo i slauti e l’introduzione di Ignazio Cirronis (presidente regionale di Copagri Sardegna) e i saluti di Giuseppe Loi (sindaco di Villagrande), interverranno Dino Garau (direttore Servizio Sanità Animale della ASL di Lanusei), sul tema “Problematiche relative all’eradicazione della peste suina africana”; Giovanni Salis (consulente dell’assessore regionale dell’Igiene e Sanità), sul tema “Ipotesi di revisione e aggiornamento del piano di eradicazione”; Sebastiano Piredda (direttore generale dell’assessorato regionale dell’Agricoltura), sul tema “Misure di sostegno per il comparto suinicolo”; Sebastiano Porcu (Agris), sul tema “Le attività di ricerca relative alla salvaguardia e valorizzazione del suino autoctono sardo”; Giuseppe Fruttero e Tonello Abis (tecnici Laore), sul tema “Sistemi razionali di allevamento suinicolo e schema progetto Laore”.

Seguirà il dibattito, al quale è prevista la partecipazione degli assessori dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, e della Sanità, Luigi Arru; del capogruppo della V commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto, e di Luigi Crisponi, vicepresidente della stessa Commissione.

 Combattere la peste suina africana è compito delle istituzioni che sinora non sono riuscite nell’intento, ma è anche interesse primario degli allevatori che Copagri invita a collaborare. Occorre una strategia comune e condivisa tra tutti gli enti coinvolti: assessorati, Asl, enti locali, allevatori e le loro organizzazioni, sapendo cosa si deve fare, come e chi lo deve fare. «Occorre prendere atto – afferma Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri – che in questa fase il pascolo brado non può essere esercitato e che tutti i suini devono essere anagrafati. Bisogna favorire con misure adeguate l’emersione degli animali irregolari senza disperdere il patrimonio eccezionale rappresentato dal suino sardo, una delle sei razze suine autoctone riconosciute in Italia, che ha una potenzialità immensa». Secondo Pietro Tandeddu, coordinatore regionale di Copagri Sardegna, «sarà quindi possibile lavorare per ottenere il riconoscimento della DOP “porchetto sardo” da latte che rappresenta la produzione prevalente e tipica degli allevamenti sardi e, un domani, davanti ad un soggetto organizzato, lavorare ad una DOP per le carni di suino sardo come fatto per la razza “cinta senese” in Toscana, il cui lardo, per non citare le produzioni più nobili, ha prezzi di tutto rispetto».

Dal canto la Regione, con il nuovo Psr, favorirà il processo con un premio legato al mantenimento della razza sarda e, come nuova misura, con un rimborso delle maggiori spese sostenute per garantire il benessere degli animali, misura fino ad oggi prevista esclusivamente per gli ovicaprini.

Come scritto il numero delle aziende è calato, tanto che che il fabbisogno locale di carni suine è soddisfatto solo per il 53%. Nell’Isola rimangono 69 salumifici che ormai lavorano solo carni provenienti dalla penisola e dall’estero. Il valore dei salumi, rilevato sulla base di  un consumo di 300.000 quintali, ammonta a 125 milioni di euro senza alcuna ricaduta positiva sugli allevatori sardi.

Girotonno Mattanza 1

Ieri la presentazione della proposta di legge di Ignazio Locci (FI), per l’istituzione del distretto del tonno nell’arcipelago del Sulcis, oggi il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, ricorda che la proposta di legge n. 84 presentata lo scorso 29/7/2014 su ”Istituzione del distretto del tonno rosso” riprende il percorso interrotto nella XIV legislatura quando, la stessa legge, pur avendo già superato l’iter della Commissione competente non riuscì ad  approdare in Aula a causa della conclusione della legislatura.

«La proposta di legge – sottolinea Cocco – si propone di tutelare la risorsa del tonno rosso del Mediterraneo, consentendo e favorendone anche la riproduzione in linea con quanto già sperimentato nelle Baleari, dove si è riusciti a produrre milioni di uova e a far nascere in cattività i tonni rossi, di istituire una filiera che partendo dalla pesca comprenda anche attività complementari e sinergiche quali l’acquacultura, la maricultura, la trasformazione, il confezionamento e la commercializzazione anche mediante l’adozione di un #marchio IGP Sulcis. L’obiettivo sarà perseguito mediante progetti in collaborazione con l’Università e gli istituti di ricerca che consentirà di formare i tecnici anche attraverso l’istituzione di master di specializzazione.»

Il capogruppo del PD, prende atto con piacere che «anche l’on.le Ignazio Locci ha presentato successivamente una proposta di legge sullo stesso argomento e ha certezza che i contenuti sono sicuramente in sintonia con la proposta di legge n. 84 del 29/7/2014 dell’on. le Cocco e che aiuterà a rafforzare i concetti e le finalità già contenute nella proposta stessa».

Pietro Cocco è anche firmatario della proposta di legge n. 16 del 9/4/2014 diventata legge il  7/8/2014 che, al comma 4 dell’art. 26   istituisce i «distretti della pesca e dell’acquacultura di qualità, i sistemi produttivi locali aventi le caratteristiche di cui all’art. 36, comma 1, della legge n. 317 del 1991, caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra attività ittiche e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali». 

A breve verrà aperto un tavolo tecnico con la partecipazione dei sindaci del territorio interessati, gli operatori del settore e degli Istituti di ricerca.