27 July, 2024
Home2014 (Page 200)

Michele Cossa

Franco Meloni copia

«Il povero segretario del Pd Silvio Lai ormai fa tenerezza con i suoi tre comunicati al giorno sull’universo mondo, anche perché raramente sa di cosa parla, oppure lo informano molto male.»

Lo dicono il coordinatore regionale dei #Riformatori sardi, Michele Cossa, e il presidente del #Centro Studi dei Riformatori Franco Meloni.

«Innanzitutto non c’è alcun baratto – aggiungono gli esponenti dei Riformatori sardi – abbiamo semplicemente detto una cosa che pensano tutti, pure i sindacati che sono stati ascoltati in audizione: la proposta di legge presentata dal centrosinistra non riforma nulla, non taglia alcun costo e anzi aumenta la spesa con la proposta di una nuova direzione generale a cui bisognerà affiancare un’altra direzione sanitaria e una amministrativa. Per di più sottrae agli ospedali il controllo sui pronto soccorso. Alcune regioni hanno fatto questo tipo di riforma ma stanno tornando velocemente indietro.»

«Silvio Lai – proseguono Cossa e Meloni – è talmente scollegato dalle questioni sarde che non sa neppure che i sindacati e in particolare la #Cgil hanno sonoramente bocciato la proposta di legge dicendo che la proposta, sono le parole del segretario della Cgil Michele Carrus, non è in grado di risolvere alcuno dei problemi menzionati negli articoli.»

«Siccome sappiamo tutti che questa proposta è fatta unicamente per poi avere il pretesto di commissariare le Asl e creare tre posti in più da occupare – dicono ancora Cossa e Meloni – tagliamo la testa al toro: invitiamo i direttori generali alle dimissioni spontanee in modo tale che il centrosinistra occupi le poltrone che vuole occupare, e poi ripartiamo con una seria riforma della sanità. Non questa cialtronata che farà spendere milioni di euro in più alla Sardegna.»

«In quanto ai disastri del passato – concludono Cossa e Meloni – fa specie che parli proprio uno che è stato tra i principali protagonista dell’era Dirindin che i sardi ricordano talmente bene che è bastata la minaccia di un suo ritorno per far quasi perdere al Pd e ai suoi alleati le elezioni. Lai, purtroppo per lui , ha solo un’idea vaga dei conti della sanità e, siccome crede ancora alle favole, pensa davvero che lui e i suoi compari abbiano risolto i problemi della spesa della sanità sarda; forse non ricorda che hanno lasciato un buco di quasi trecento milioni. E, non contento delle prodezze del passato, si vuole ripetere con una proposta che francamente è talmente superficiale da far sorridere. Basta dire che vogliono far funzionare la centrale di committenza, cioè il servizio acquisti unico per tutte le ASL della Sardegna, con l’utilizzo di 5 persone. Compagno Lai, vi abbiamo beccato, rassegnati, volevate solo sostituire i direttori generali e ora non sapete come uscirne: però la via non è certamente quella di insultare persone serie che fanno proposte serie come i Riformatori sardi.»

«Nel piano di interventi della Giunta mancano i finanziamenti per la piana di Arborea, colpita dall’alluvione dell’inverno scorso». Lo ha affermato il vice presidente della Commissione Lavori pubblici,  Gianni Tatti (Udc), durante la riunione del parlamentino, riunito ieri pomeriggio per dare il parere alla delibera n. 29/12 del 22 luglio 2014, che impegna 40 milioni di euro per interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico nei comuni della Sardegna.

«Questa delibera – ha affermato Tatti – è uno schiaffo alla popolazione della provincia di Oristano, che ha subito ingenti danni e perdite come tutti gli altri cittadini della Sardegna. Per questo motivo non ho dato il parere positivo alla delibera che andrebbe cambiata per stabilire equità e pari trattamento per tutti i territori.»

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Oggi si riuniscono le commissioni prima, seconda, terza (in seduta congiunta) e sesta del Consiglio regionale. All’ordine del giorno della riunione della commissione Autonomia, in corso, l’elezione del segretario, l’audizione delle organizzazioni sindacali del comparto Regione sul  DL 72 (Misure urgenti in materia di organizzazione della Regione). All’esame dell’organismo consiliare anche il PL 29 “Modifiche urgenti alla legge regionale 7 gennaio 1977 n. 1 per la razionalizzazione dell’organizzazione amministrativa della Regione e la riduzione dei costi della politica” e il parere n. 9 sui contributi alle associazioni fra enti locali per l’anno 2013.  

La commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra, è stata convocata alle ore 10,30. All’esame dell’organismo consiliare l’esame del PL 71 “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale” e il parere n. 10 sui contributi per l’organizzazione e il funzionamento dei Centri antiviolenza e delle case di accoglienza.

Le commissioni Lavoro, presieduta da Gavino Manca, e Bilancio, presieduta da Franco Sabatini, esamineranno in seduta congiunta il piano straordinario dell’edilizia scolastica. La seduta è prevista per le ore 11.00.

Consiglio regionale 2 copia

«Con dispiacere mi sono dovuto astenere ma l’ordine del giorno sui dipendenti dell’Aras Sardegna, approvato dal Consiglio regionale, è solo un modo per rinviare ad altra data la soluzione del problema, non aiuta in alcun modo a risolvere una volta per tutte questa incresciosa e perdurante situazione di precarietà dei lavoratori.»

Questo il commento di Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An e vicepresidente della commissione Bilancio.

«L’amara verità è che, a quattro mesi dal suo insediamento, questa Giunta non si è ancora presa la responsabilità di risolvere una sola vertenza – continua Truzzu -. Questa maggioranza continua a vivacchiare allungando il brodo. Hanno vinto le elezioni, ma forse non hanno ben compreso che vincere vuol dire fondamentalmente governare e quindi prendersi la responsabilità delle proprie scelte.»

«La scorsa seduta, proprio sull’Aras – attacca Truzzu – avevo manifestato gratitudine a chi nella maggioranza aveva riproposto la problematica, ma le risposte dei rappresentanti della Giunta e diversi interventi odierni mi hanno fatto comprendere che per i lavoratori sarebbe arrivata l’ennesima illusione.»

«Continuo a condividere le buone intenzioni ma non è condivisibile questo fingere di governare. Del resto avevo presentato ai primi di giugno un interrogazione sul tema. Dopo due mesi non solo non ho avuto risposta dagli assessori competenti, ma con l’ordine del giorno votato oggi – conclude il consigliere d’opposizione – non si fa altro che chiedere che si individui una soluzione al problema, come se in questi mesi non si sia stato il tempo per pensarci.»

Piantagioni di carciofiGianluigi Rubiu 5 copia

«Esprimo una grande soddisfazione per il testo unico approvato dal Consiglio regionale in materia di biodiversità, agricoltura e marchi di qualità. Un risultato che è stato raggiunto grazie all’importante apporto della minoranza che ha contribuito a migliorare il provvedimento attraverso diversi emendamenti.»

E’ il giudizio del capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, sulla legge approvata ieri sera dall’assemblea di via Roma. Non manca qualche appunto. «Scontato che ora il disegno dovrà essere dotato degli strumenti necessari al rilancio delle campagne, per una svolta del mondo rurale che possa tradursi in vantaggi economici per il sistema delle imprese isolane. Si faccia il solo esempio dei marchi, che potrebbero diventare una grande opportunità per diverse aziende». Sulla legge si è raggiunta un’intesa con la maggioranza: «Per questo possiamo dire – conclude Rubiu – che non si tratta di un dispositivo di centrosinistra o centrodestra, ma di un traguardo che mira a portare una nuova stagione di benessere per l’agricoltura sarda».  

Torre Calasetta 20 copia978-88-541-6027-9

Verrà inaugurata giovedì 7 agosto, alle ore 22,00, presso la torre sabauda di Calasetta, la terza edizione del Festival Culturale “LiberEvento”. Sarà il giornalista Carlo Floris ad intervistare la scrittrice Eleonora Carta con il suo libro “La consistenza dell’acqua”, edito da Newton Compton in 20mila copie.

In una piovosa mattina di novembre, il cadavere di Elisa Giordano giace nella cella frigorifera del Museo di Scienze naturali di Torino. Nessun segno evidente di violenza sul corpo, se non una stella a sei punte, tracciata sul petto con un oggetto poco affilato. Mentre la polizia inizia a occuparsi del caso, l’autopsia rivela che la ragazza è morta per annegamento e che l’acqua nei suoi polmoni è quella del Po. Ma la vita di Elisa pare priva di ombre: bella e riservata, divide una casa con l’amica Alessia e frequenta il museo per la sua tesi in Antropologia culturale. Il vice procuratore Rizzo ed il commissario Sermonti sembrano poco interessati alla pista esoterica. Decidono invece di seguire quella che porta a Tommaso Parodi: un ragazzo con un disturbo psichiatrico, proprietario dell’appartamento in cui Elisa viveva, e molto legato a lei. Il pm ha bisogno di un colpevole da sbattere in prima pagina e Tommaso pare l’indiziato perfetto. Eppure c’è qualcosa di poco chiaro nella vicenda. Forse intorno alla vita di Elisa ruotava un mondo oscuro, sommerso.

Eleonora Carta è nata nel 1974. Ha sempre creduto che sarebbe diventata un avvocato, ma alla fine degli studi universitari ha capito che i palazzi di giustizia non facevano per lei e ha cominciato a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Vive tra Torino e la Sardegna. Questo è il suo primo romanzo.

Come consuetudine LiberEvento si caratterizza anche per il doppio appuntamento giornaliero e, quindi, alle 23,00 si esibirà, con musiche dal Portogallo e dal Brasile, il gruppo musicale “Novos Madeiras”. Il giorno successivo sarà la volta del giornalista Cesare Corda che proporrà la sua ultima fatica letteraria “Benvenuto Mr Parkinson” tratto dalle personali vicende sanitarie dell’autore, a Luca Sarriu il compito di scavare affondo sulla delicata tematica; alle 23,00 si cambia registro con l’attore Simeone Latini che interpreterà “Se una notte d’inverno un viaggiatore…” di Italo Calvino accompagnato alla chitarra da Michele Sarti.

Chiude la terza edizione del Festival Culturale il tanto atteso Massimo Bisotti, rivelazione dell’anno con il suo libro “Il quadro mai dipinto” edito da Mondadori in 30.000 copie e sarà la giornalista Serena Cirina che dovrà stuzzicare l’autore con domande desiderate soprattutto dal pubblico femminile. Saranno le note musicali ispirate all’est Europa e ai Balcani del gruppo musicale Rakìja che saluteranno questa edizione.

«Sono onorato – ha detto Claudio Moica – per la conferma ricevuta dall’Amministrazione comunale nel dirigere artisticamente il Festival che nasce da una mia idea condivisa con Fabio Furia e l’assessorato alla cultura. E’ una delle poche realtà comunali in cui esiste una vera e propria sinergia tra gli organizzatori e il comune – prosegue il direttore artistico – per perseguire l’unico obiettivo che è quello di dare al pubblico momenti di approfondimento culturale ma anche di relax.»

Non solo libri, quindi, ma una vera e propria rassegna di spettacolo che pone al centro l’amore per la lettura, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico alla “cultura del libro” favorendo, nel contempo, la promozione del territorio, anche a fini turistici. Il libro, come nella precedente edizione, sarà il motore propulsore dell’evento, cuore del festival, tra poesia, narrativa, musica, teatro e cinema, un nucleo attorno al quale ruoteranno le numerose attività culturali collaterali, che, come dichiarato da Claudio Moica, sapranno dare nuovo respiro alle parole. Una nuova edizione in cui, ancora, LiberEvento si proporrà quale itinerario culturale dalle mille sfumature, adatto a tutti e per tutti i gusti, in grado di offrire un ampio ventaglio di scelte, per turisti e residenti, che come di consueto, potranno godere dei luoghi che gli sono propri, offrendo al territorio una pregiata programmazione artistica nella magica cornice della Torre Sabauda, emblema storico di Calasetta.

Per il terzo anno consecutivo, dunque, LiberEvento si propone come momento di diffusione e promozione della cultura letteraria ai più alti livelli.

Il festival letterario si potrà seguire anche attraverso il sito web www.liberevento.it e la sua pagina Facebook.

Morandi - Maninchedda 1 copia 

«Gli interventi urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico sono stati pianificati secondo due criteri principali: l’individuazione dei siti più pericolosi e la vicinanza di tali siti ai centri abitati.»

Lo ha dichiarato l’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda riferendo alla Quarta Commissione (Governo del territorio), presieduta da Antonio Solinas (Pd) i contenuti di un piano di intervento di circa 40 milioni di euro previsto dalle leggi regionali nn. 7 e 9 di quest’anno. «Per quanto riguarda l’individuazione dei punti pericolosi – ha spiegato Maninchedda – si tratta di una scelta squisitamente tecnica, che tende ad eliminare l’accumulo di fango e detriti dagli alvei dei fiumi, le aree più sensibili del territorio in occasione di ondate di piena».

Altre risorse, provenienti da un accordo quadro col Ministero dell’Ambiente, sono destinate alle zone più colpite dalle recenti alluvioni: «5 milioni ad Olbia – ha aggiunto Maninchedda – 3 milioni a Bitti dove i canali minacciano alcuni edifici del centro abitato, la Romangia di Sorso-Sennori recentemente colpita da una bomba d’acqua, il lungomare di Alghero, i territori di Lula e Palmas Arborea e la Barbagia di Seulo dove era particolarmente urgente intervenire per evitare l’isolamento di alcuni centri abitati. Sono fondi chiaramente insufficienti rispetto alle necessità, con i quali però sarà possibile realizzare opere utili».

«Infine – ha continuato l’assessore – altri 11milioni e 750 mila euro saranno disponibili a breve con un bando destinato ai Comuni ed anche in questo caso si cercherà di concentrare le risorse verso i centri più colpiti dalle alluvioni.»

Al termine della relazione dell’assessore Maninchedda hanno preso la parola i consiglieri Giuseppe Meloni del Pd, Giuseppe Fasolino e Antonello Peru di Forza Italia ed Ignazio Tatti dell’Udc. Tutti, con accenti diversi, hanno rilanciato le forti preoccupazioni delle amministrazioni e delle comunità locali sollecitando interventi rapidi e mirati.

In relazione alle recenti problematiche che hanno interessato l’azienda Area, di cui a luglio la Giunta regionale ha avviato la procedura di sostituzione del Consiglio di amministrazione, l’assessore Maninchedda ha ribadito che, a suo giudizio, sussistono le condizioni di “disordine amministrativo e difficoltà di azione” previste dalla legge per attivare tutti gli strumenti obbligatori del “controllo analogo” assegnati alla Regione.

Paolo Maninchedda, in particolare, si è riferito ai «ritardi strutturali nell’approvazione dei consuntivi dal 2011 in poi ed alle perdite di esercizio del 2012».

Su questa parte dell’audizione sono intervenuti i consiglieri Giuseppe Fasolino, Alberto Randazzo ed Antonello Peru di Forza Italia, Piero Comandini del Pd ed il Presidente della Commissione Antonio Solinas.

Consiglio regionale B copia

Il Consiglio regionale ha approvato, con 47 voti favorevoli e 2 astenuti, il Testo unificato n. 3 “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agro biodiversità, marchio collettivo, distretti”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza di Gianfranco Ganau. Dopo la lettura del processo verbale, è iniziato l’esame della seconda parte dell’articolato del Testo unificato n. 3 “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale”. Il presidente ha posto in discussione l’articolo 19 che detta le linee guida sui disciplinari di produzione. Per ciascun prodotto fresco o trasformato, dovranno fissare i caratteri dei processi produttivi e di filiera necessari per migliorarne la qualità, ridurre l’impatto ambientale e tutelare i consumatori. Sarà compito dell’assessorato all’Agricoltura, in collaborazione con le agenzie regionali competenti per materia, formulare e aggiornare i disciplinari. L’approvazione degli stessi sarà affidata alla Giunta regionale che dovrà poi provvedere alla loro pubblicazione nel Buras e alla successiva comunicazione alla Commissione europea. L’Aula ha approvato il testo dell’art. 19, respinti invece due emendamenti aggiuntivi presentati dai consiglieri Crisponi (Riformatori) e Carta (Psd’Az). Il presidente Ganau, verificata l’assenza del numero legale, ha sospeso la seduta per mezzora.

Alla ripresa dei lavori, l’Assemblea è passata all’esame dell’articolo 20 che disciplina l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico per la gestione-promozione del marchio e la formulazione di pareri sui disciplinari di produzione e sulle convenzioni tra Regione e soggetti interessati all’utilizzo del marchio stesso. L’articolo fissa anche i criteri per la composizione del Comitato, presieduto dal direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura, e del quale fanno parte i rappresentanti delle associazioni dei consumatori, delle associazioni professionali agricole, delle centrali cooperative del settore agro-alimentare, delle associazioni delle imprese di trasformazione artigiane e industriali e da esperti nominati dalle università. L’Aula ha poi accolto un emendamento presentato dai consiglieri Crisponi (Riformatori) e Carta (Psd’Az) che prevede la presenza di un esperto di marketing nel Comitato tecnico-scientifico. «Finora – ha detto Crisponi intervenendo per l’illustrare l’emendamento – nei comitati sono sempre presenti tecnici ed esponenti del mondo accademico, mai un esperto di produzioni e di marketing». Osservazione accolta dall’Assemblea con il parere favorevole della Commissione “Attività Produttive”.   

Successivamente l’Aula, con voto elettronico palese, ha approvato l’articolo 21 sul controllo dei disciplinari di produzione. La norma affida alla Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, il compito di individuare il soggetto pubblico a cui è demandata la vigilanza sul rispetto dei disciplinari di produzione da parte dei concessionari del marchio. Questi ultimi potranno avvalersi del soggetto pubblico o, in alternativa, di un organismo di controllo privato per ottenere le certificazioni di qualità dei propri prodotti. Gli organismi di controllo privati dovranno però rispondere a determinati requisiti: 1) essere terzi e indipendenti; 2) essere accreditati dallo stato membro per la certificazione dei prodotti; 3) non svolgere attività di consulenza nei settori relativi alle attività oggetto di controllo.

Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 22 che regola l’etichettatura per gli operatori che hanno in concessione l’uso del marchio regionale. Il presidente della commissione ha invitato al ritiro dell’emendamento n. 7 ed ha espresso parere favorevole per l’emendamento sostitutivo parziale n. 98. Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia” ha presentato l’emendamento orale che dopo le parole “articolo 17” aggiunge le seguenti: «L’etichetta deve contenere la declinazione della dicitura per il marchio, oltre che in lingua italiana, anche in lingua sarda». La giunta ha espresso parere conforme a quello della commissione. Il consigliere Daniela Forma (Pd) ha comunicato il ritiro dell’emendamento n. 7 e il presidente Ganau ha posto in votazione l’emendamento n. 98 che sostituisce le parole “Prodotto in Sardegna” con “Prodotto della Sardegna” ed è stato approvato. Con votazione elettronica palese è stato approvato il testo dell’articolo 22, integrato con il testo dell’emendamento presentato dal consigliere Piermario Manca (presenti 31, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 3). Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione gli emendamenti sostitutivi 114 (sostituisce l’emendamento 62) e 122 (sostituisce testo emendamento n. 6) che sono stati approvati.

Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 23 che riguarda gli interventi a sostegno della diffusione del marchio ed in particolare stabilisce che la Giunta regionale promuova attività di studio, ricerca e divulgazione del marchio regionale di qualità, insieme con la promozione di campagne pubblicitarie, seminari di assistenza tecnica e formazione professionale. Il presidente Luigi Lotto (Pd) ha espresso parere favorevole all’emendamento aggiuntivo n. 109 e la giunta ha espresso parere conforme a quello espresso dalla commissione. Il presidente ha posto in votazione con scrutinio elettronico palese il testo dell’articolo 23 che è stato approvato (48 sì e un astenuto) quindi l’emendamento n. 123 sostitutivo dell’emendamento n. 105 che è stato approvato. Approvato infine l’emendamento aggiuntivo n. 109.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 24, relativo alle sanzioni amministrative e che prevede sanzioni pecuniarie fino a 15.000 euro per l’uso non autorizzato del marchio regionale. Il presidente della commissione prima e la Giunta hanno invitato al ritiro dell’emendamento n. 63. Il consigliere Oscar Cherchi (Fi) ha comunicato il ritiro dell’emendamento n. 63. Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha proposto un emendamento orale per introdurre sanzioni amministrative per chi mette in essere falsificazioni e contraffazioni del marchio regionale. Il presidente della commissione Luigi Lotto (Pd) ha ricordato che le falsificazioni e le contraffazioni dei marchi sono già sanzionate dal codice penale. Anche il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato non opportuno introdurre sanzioni amministrative per reati che sono sanzionati dal Codice penale. Il consigliere Luigi Crisponi ha quindi precisato di volersi rivolgere a chi concessionario del marchio, lo altera e ne fa un uso difforme dalle finalità stabilite in legge. La consigliera del gruppo Centro Democratico, Anna Maria Busia, ha evidenziato che anche l’alterazione dei marchi è un reato sanzionato dal Codice penale, concetto ribadito anche dall’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi. Il presidente del Consiglio ha dunque dichiarato inammissibile “per assenza di omogeneità” l’emendamento orale presentato da Crisponi e ha posto in votazione il testo dell’articolo 24 che è stato approvato con 50 voti favorevoli e un astenuto.

L’Aula  ha approvato l’emendamento 121 (Pizzuto) che sostituisce integralmente l’art. 25 (Oggetto e finalità). Il testo individua i nuovi strumenti di governance dei territori rurali: distretti rurali, presìdi, reti di filiera e reti di paniere.

Voto favorevole anche per l’art. 26  (definizioni), con 50 sì ed un astenuto. Via libera anche per gli emendamenti n.100 (Agus e più) e 116 (Pizzuto) che definiscono nel dettaglio sia i presìdi o comunità del cibo di cui all’articolo precedente che le reti di filiera.

Con 49 voti favorevoli ed un astenuto è stato approvato l’art. 27 (Obiettivi specifici). Voto positivo dell’Aula  per l’emendamento 115 in materia di “marchi collettivi di certificazione della Regione”.

Stesso risultato, 49 sì ed un astenuto, per l’articolo 28.

Il presidente Ganau ha messo in votazione l’articolo 29, che stabilisce i requisiti per l’individuazione dei distretti agro-alimentari di qualità. L’articolo è stato approvato con 49 voti favorevoli e un astenuto. Via libera dell’Aula con 49 voti favorevoli e un astenuto anche all’articolo 30, che stabilisce i requisiti per l’individuazione dei bio distretti. Approvato anche l’articolo 31, che stabilisce i requisiti per l’individuazione dei distretti della pesca e dell’acquacoltura di qualità. All’articolo 31 sono stati approvati l’emendamento 104, che ha soppresso la lettera c), e l’emendamento 8, che alla lettera c) ha soppresso il periodo “e i gruppi di ricerca scientifica”.

Si è passati poi all’esame dell’art. 32 che disciplina i distretti, individuati e riconosciuti dalla Regione su apposita iniziativa di enti locali, singoli o associati, camere di commercio, associazioni di categoria, imprese operanti nel territorio, altri enti o istituzioni pubblici o privati. La norma prevede che i soggetti proponenti garantiscono la concertazione con le rappresentanze economiche e sociali del territorio, svolgano azioni di animazione per la promozione dei distretti, individuino i primi soggetti costituenti.

Il presidente Ganau ha quindi posto in discussione l’art. 33 che disciplina la costituzione dei distretti, per la quale è necessario un apposito accordo tra i soggetti aderenti che operano nel territorio. Sulla base di questo accordo sarà decisa la nomina del consiglio direttivo (organo di governo del distretto con potere decisionale) e i criteri di elezione del presidente a cui compete la rappresentanza legale.

Il presidente del Consiglio ha dichiarato aperta la discussione dell’articolo 34 che norma il funzionamento del distretto e le procedure di approvazione del relativo piano. Non essendoci emendamenti è stato posto in votazione l’articolo 34 che è stato approvato con scrutinio elettronico palese (49 favorevoli e un astenuto).

Con la medesima procedura e con lo stesso risultato è stato approvato l’articolo 35 che elenca nel dettaglio i contenuti del piano di distretto e ne specifica gli elementi (relazione, lo stato del distretto, la rappresentazione cartografica, l’identificazione dei Comuni, il grado di attuazione degli obiettivi raggiunti, le attività di coinvolgimento delle imprese, le modalità di sviluppo a breve, un elenco dei soggetti attuatori e l’indicazione delle sinergie e delle integrazioni con gli strumenti comunitari, nazionali e regionali).

Il presidente ha proceduto con la votazione dell’articolo 36 che stabilisce che la Giunta, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, con proprie direttive di attuazione, delibera le modalità di costituzione e composizione dei distretti. L’articolo 36 è stato approvato con 49 sì e un astenuto.

Il presidente ha quindi aperto la discussione sull’articolo 37 che stabilisce che la giunta, a 2 anni dall’entrata in vigore della legge, trasmetta al Consiglio una dettagliata relazione sul suo stato di attuazione. Il presidente ha posto in votazione l’unico emendamento presentato, il n. 70 che prevede il monitoraggio costante da parte delle agenzie regionali, che è stato approvato. Quindi, il Consiglio ha approvato con votazione elettronica l’articolo 37 (49 sì e un astenuto). Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 38 “norma finanziaria” ed ha dichiarato inammissibile l’unico emendamento presentato, n. 81. Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha chiesto delucidazioni alla Giunta circa le coperture finanziarie che risulterebbero imputate all’Upb relativa agli indennizzi per le aziende agricole colpite dall’alluvione e dalle calamità naturali. L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha dichiarato che i fondi sono sufficienti per fare fronte agli impegni della legge e dal garantire ristoro alle aziende colpite dall’alluvione. Il presidente Ganau ha quindi aperto la votazione elettronica per l’articolo 38 che è stato approvato con 47 sì e un astenuto.

Approvato con 47 voti a favore e un astenuto anche l’articolo 39 che stabilisce che la legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Buras. Il presidente del Consiglio ha quindi aperto la votazione finale del testo emendato con procedura elettronica palese. Ha quindi proclamato l’approvazione della legge: presenti 48, votanti 47, favorevoli 47 e un astenuto.

Il consigliere Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Attività produttive e relatore del provvedimento, ha ringraziato sia i componenti della commissione, di maggioranza e minoranza, sia i consiglieri. «Si tratta di un provvedimento importante – ha detto – di grande significato per il settore agricolo e per la comunità regionale».

Il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi ha sottolineato «il grande lavoro svolto, anche per l’apporto costruttivo dell’opposizione, testo dopo tante proposte arrivate a sintesi finale». «Si è voluto accogliere il lavoro svolto negli anni precedenti – ha poi proseguito Cherchi – segno che il passato non deve essere cancellato ma utilizzato per proseguire e magari migliorare, il marchio è uno di questi esempi positivi».  Per la Sardegna, ha concluso, «questa legge sarà ricordata non con un nome ma per l’unanimità del Consiglio regionale; i distretti rurali sono stati da sempre una grande scommessa, in questo momento particolarmente difficile, di grande crisi ed abbandono delle campagne, ha ancora più valore».

Il consigliere Gianluigi Rubiu, capogruppo di Udc Sardegna, ha affermato che «questa legge è nata anche fuori dal Consiglio con la proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta fra gli altri anche dalla Coldiretti; in commissione si è lavorato molto bene per fare una buona legge che rilancia l’agricoltura sarda e l’economia della Sardegna».

Il presidente Ganau ha poi dato la parola a Paolo Truzzu (Fdi), il quale ha annunciato la sua astensione perché «questa legge ha tanti aspetti positivi, ma per me lascia qualche dubbio e ho paura che l’obiettivo di massima tutela rischi di trasformarsi in un boomerang». Il vice presidente della Quarta Commissione, Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo e ha voluto ringraziare l’on. Modesto Fenu per il suo contributo. Crisponi ha ricordato che è stato un lavoro, quello svolto in Commissione, condiviso, franco e aperto, per tutelare il comparto dell’agroalimentare: «Un talento inespresso». «Mai ci siamo sentiti minoranza – ha affermato – ed abbiamo dato prova di coesione su un argomento così importante». Voto favorevole del gruppo Sardegna Vera è stato espresso da Efisio Arbau (La Base), il quale ha definito questa legge «la stella polare per la nuova programmazione europea». Anche l’esponente della maggioranza ha evidenziato che quello svolto dalla Commissione è stato un lavoro importante a favore di un settore fondamentale per la nostra economia. Arbau ha poi espresso pieno appoggio e fiducia nell’operato dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi. Un particolare ringraziamento è stato, poi, indirizzato da Arbau al presidente della Commissione, Luigi Lotto, per come ha saputo gestito i lavori e per aver trovato il punto d’incontro tra maggioranza e opposizione. «Adesso – ha concluso Arbau – come  classe dirigente dobbiamo portare nei territori le nuove norme».

Per Luca Pizzuto (Sel), con questa legge la Sardegna avrà a disposizione uno strumento importante. «La norma che si approva oggi – ha detto – ha avuto il merito di accogliere le istanze provenienti dall’esterno del Palazzo. Consentirà di difendere l’agrobiodiversità e di affrontare con più ottimismo il futuro».  Secondo l’esponente di Sel, l’introduzione del marchio «riconosce il lavoro delle imprese che lavorano per la qualità e la valorizzazione delle specificità sarde e mette in campo strumenti di cooperazione all’avanguardia, una risposta seria a chi ha fatto lavori di filiera senza pensare al solo profitto».

Pier Mario Manca (Pds), annunciando il voto favorevole del gruppo Soberania e Indipendentzia, ha rivolto un grazie alla Commissione per il lavoro svolto. «Questa legge – ha detto – non risolve i problemi dell’agricoltura, che sono di natura infrastrutturale, ci permette però di recuperare 20 anni di ritardo sul fronte della protezione dell’agrobiodiversità e, in prospettiva, di favorire le condizioni per la nascita di nuovi posti di lavoro». Manca ha poi sottolineato l’importanza delle norme sul marchio: «Questa è l’occasione per creare un marchio Sardegna e affrontare tutti insieme le sfide dei mercati globali». L’esponente del Partito dei Sardi, infine, ha parlato dei distretti: «Una scommessa – ha detto – che può dare risultati positivi attraverso nuove strategie di programmazione dei fondi comunitari».

Angelo Carta (Psd’Az) ha evidenziato il grande lavoro svolto dalla Commissione “Attività Produttive”: «Adesso la palla passa alla Giunta che dovrà svolgere un lavoro grandissimo per consentire all’agricoltura di iniziare il suo viaggio verso il futuro e tornare ad essere il perno dell’economia sarda».

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, ha espresso il convinto voto a favore della legge e ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione Agricoltura. «Questa legge – ha dichiarato Desini – segna una svolta per l’agricoltura sarda e mi auguro cambi l’impostazione culturale della politica verso l’intero comparto agricolo». A giudizio del capogruppo della maggioranza «agro biodiversità, marchio regionale e distretti sono inoltre elementi fondamentali per il programma europeo 2014-2020».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato i tempi di approvazione della legge («in meno di un giorno abbiamo approvato 39 articoli») insieme con la responsabile condotta dei gruppi dell’opposizione in Consiglio. Pietro Pittalis ha invitato la Giunta regionale a procedere con la notifica all’Unione Europea della legge «per scongiurare conseguenze negative per l’amministrazione regionale e i beneficiari del provvedimento che ci accingiamo ad approvare». Il capogruppo di Forza Italia ha concluso con la dichiarazione di voto a favore.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha condiviso il giudizio positivo espresso dal presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto. Pietro Cocco ha ricordato le tante “sofferenze” del comparto agricolo ed ha affermato che «la legge è uno strumento efficace per dare un aiuto al settore agricolo e più in generale ad un mondo troppo al lungo trascurato». Il capogruppo dei democratici ha affermato che alla legge dovranno seguire però atti e comportamenti concreti a sostegno e per la valorizzazione del comparto e delle produzioni dell’agroalimentare sardo.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, non essendoci altri iscritti a parlare ha dichiarato aperta la votazione finale delle legge con procedura elettronica e palese: legge approvata con 47 sì e 2 astenuti.

L’Assemblea ha proseguito nell’esame dell’ordine del giorno con l’interpellanza n. 26 (Oppi e più) «sugli intendimenti della Giunta regionale circa la ventilata creazione di un centro di ricerca superiore ad Olbia».

Illustrandone il contenuto il primo firmatario Giorgio Oppi ha ricordato che «era stata presentata nel mese di giugno perché in quel periodo c’erano incontri dappertutto tranne che in Consiglio regionale, anche se poi si è arrivati ad importanti chiarimenti in commissione». «Siamo d’accordo – ha ribadito Oppi – ma sia il Qatar che il Bambin Gesù non possono certo essere citati come esempio di perfezione, anche per le istanze fallimentari in corso nei confronti del Bambin Gesù a Catanzaro come a Roma».«Oggi sono preoccupato – ha osservato il consigliere dell’Udc – perché le date ormai annunciate sono ormai tutte superate e poi manca ancora la deroga che il Governo doveva inserire nel cosiddetto decreto sblocca Italia del governo, spero non sia un segnale negativo». «Ci sono poi alcune cose che non ci convincevano – ha proseguito – perché dire che si recuperano 60 milioni con la mobilità attiva e passiva è una stronzata, al massimo sono 10, stiamo dando opportunità noi a loro e non il contrario». «Vorremmo sapere qual è lo stato dell’arte – ha detto infine – perché prima c’era tanta fretta ma solo da pochi giorni, per esempio, è stata chiesta la disponibilità dell’immobile».

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha affermato di non avere «notizie aggiornate, salvo quelle comparse sulla stampa».

Il consigliere Oppi ha replicato di non essere l’autore degli articoli. «Però non ho sentito qual è lo stato dell’arte – ha dichiarato – altrimenti devo dedurre che non c’è nessuna risposta».

L’assessore della Sanità ha ribadito di non avere una risposta esaustiva. Ha però ribadito che i lavori per l’apertura della struttura dovrebbero iniziare nel marzo del 2015 divisi in due parti, «ad iniziare da 178 posti utilizzati per attività riabilitazione e acuti; noi abbiamo spinto per la ricerca sulla genetica delle popolazioni e sulle malattie degenerative, con un progetto del Bambini Gesù ed un dispositivo che permette di intervenire sulle cellule in modo molto innovativo». «Per quanto riguarda il budget – ha continuato l’assessore – è fissato a livello nazionale dalla legge 502 e dalla legge regionale 10, la remunerazione delle funzioni avviene in base ad un costo standard per tipologie di attività ma, in carenza di un decreto attuativo che non è mai stato emanato dal ministero, l’interpretazione della norma è lasciata alle scelte discrezionali delle regioni». «Il tetto massimale – ha spiegato Arru – è 55,6 milioni, il governo deve ora emanare un provvedimento di deroga sia per acuti che per massimale della spesa sanitaria».

Il consigliere Oppi, intervenendo per la replica, ha ringraziato l’assessore che ha fornito dati corretti ma, ha osservato, «senza deroga tutto questo che abbiamo detto non si può fare; l’accreditamento viene riconosciuto di norma per singole unità mentre a loro è stata riconosciuta a livello globale». Non solo, ha aggiunto, «nella nuova struttura non ci sarà pronto soccorso perché costa molto». Io mi auguro, ha concluso l’esponente dell’Udc, «che tutto si risolva in modo positivo, ma la data annunciata era il 24 giugno, è passato un altro mese e non si è visto niente; speriamo che sia vero quello che hanno detto autorevoli esponenti del Pd ma ci vuole molto rigore perché molte cose che hanno detto non sono da centro di eccellenza».

Il presidente Ganau ha avviato l’esame dell’ultimo punto all’ordine del giorno di oggi, la discussione delle mozioni n. 61  (Pizzuto e più ) «sugli eventi che stanno riguardando la Striscia di Gaza» e n. 62 (Zedda e più) «sul conflitto nella Striscia di Gaza e sulle recenti notizie inerenti un rafforzamento della presenza militare nell’Isola». Il presidente ha disposto la discussione unificata dei due testi visto che trattavano dello stesso argomento.

L’on. Ganau ha dato la parola a Luca Pizzuto (Sel) per l’illustrazione della sua mozione. L’esponente della maggioranza ha ricordato che, anche nei nostri paesi, ci sono profonde ferite inferte dalla guerra. «C’è una ferita in ogni comunità a causa dei conflitti – ha affermato Pizzuto – vi invito a pensare cosa significhi per il popolo palestinese la guerra». Il consigliere regionale ha ricordato che il popolo ha subito 4.626 raid, 1.865 morti, 9.300 feriti, 240mila rifugiati nei campi Onu.

La maggior parte dei bombardamenti, ha evidenziato Pizzuto, hanno come obiettivo la Striscia di Gaza. «Noi troviamo che sia inconcepibile quello che sta accadendo a Gaza, la più grave delle violazioni dei diritti umani. Mi chiedo da che parte stia l’Occidente, l’Onu e questo Consiglio regionale rispetto a questa guerra. Abbiamo il dovere di garantire la pace». Pizzuto ha affermato che non è accettabile che «nelle nostre basi militari siamo complici di questo genocidio perché mettiamo a disposizione il nostro territorio per le esercitazioni». Pizzuto ha dichiarato di essere filo palestinese, «perché hanno subito gravissime ingiustizie», ed ha aggiunto: «Abbiamo il dovere di esprimerci come Consiglio regionale per chiedere la pace e per costruire la pace». 

«Chiediamo – ha affermato – un impegno concreto alla Giunta per la ricostruzione delle strutture socio-economiche e sanitarie di Gaza. Chiediamo di portare avanti ogni azione utile alla costruzione della pace in Medio Oriente e nel mondo, ma anche creare e promuovere una tavola rotonda euro-mediterranea dei giovani per la nonviolenza, che sia luogo di incontro per le giovani generazioni che abitano tale zona e che possa formare a una cittadinanza orientata alla pace e alla nonviolenza, diventando un incontro annuale recante avanti iniziative atte a rendere tale evento un importante momento di dibattito e di formazione concreta su queste tematiche».

Paolo Zedda (Rossomori), primo firmatario della mozione n.62, ha segnalato il pericolo di lasciarsi guidare dal sentimento generale che, in passato, ha prodotto fenomeni come il fascismo e il nazismo.  «In Italia – ha detto Zedda – durante il Ventennio tutti erano fascisti perché inconsapevoli della portata antidemocratica della filosofia littoria, il sentimento generale era quello. Anche in Germania erano tutti nazisti, era normale esserlo. Più tardi, noi tutti abbiamo vissuto l’epopea western, decantata dal cinema americano che esaltava i cowboy e puntava l’indice contro gli indiani. Quella cinematografia distingueva tra buoni e cattivi. Solo in seguito abbiamo capito che si trattò di un autentico genocidio. Qualcosa di simile è accaduto in Medio Oriente».

Zedda ha quindi fatto un breve excursus sul conflitto israelo-palestinese ricordando i pronunciamenti dell’Onu per la nascita di due Stati: “Subito dopo quella decisione – ha detto l’esponente dei Rossomori – c’è stata un’azione di pulizia etnica: nel ’67, con la guerra dei sei giorni, Israele ha occupato di territori palestinesi, negli anni ‘90 i coloni israeliani si sono insediati nelle terre migliori della Palestina costringendo i palestinesi a vivere in piccoli appezzamenti distribuiti a macchia di leopardo. Ogni volta che si avvicina la possibilità di una pace duratura succede qualcosa che inasprisce nuovamente gli animi. In quest’ultimo conflitto, partito dal falso rapimento di tre israeliani, si è cercato di fomentare l’odio nei confronti dei palestinesi per giustificare bombardamenti e occupazioni armate».

Secondo Zedda, sul conflitto di Gaza le notizie arrivano in modo distorto. «Abbiamo la percezione di una guerra simmetrica – ha detto il consigliere della maggioranza – invece è uno degli eserciti più potenti del mondo che attacca una popolazione inerme: 1.800 morti tra i palestinesi, quasi tutti civili, contro i 67 israeliani (solo tre civili)». Zedda ha poi stigmatizzato l’atteggiamento «supinamente equidistante» del Governo italiano, vicino nei fatti a Israele perché «suo maggiore fornitore di armi». 

A conclusione del suo intervento, l’esponente dei Rossomori ha sollecitato il Consiglio a pensare in modo diverso: «Noi sovranisti auspichiamo che i sardi agiscano come una nazione e condannino la politica criminale israeliana perché credono nella giustizia e perché si oppongono alla sperimentazione delle bombe nelle spiagge della Sardegna. Occorre impedire le esercitazioni nei nostri poligoni delle forze militari che bombardano Gaza – ha concluso Zedda – non vogliamo le mani sporche di sangue di chi uccide i bambini palestinesi».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato in premessa che «i conflitti nascono per difendere e affermare due ragioni». Il concetto è stato utilizzato dall’esponente della minoranza per evidenziare il «marcato pregiudizio anti israeliano che caratterizza alcuni interventi e in particolare alcune parti di una delle due mozioni in discussione». Michele Cossa ha dichiarato che siamo dinanzi a due popoli e a una situazione di tensione che si trascina ormai da lungo tempo. Il consigliere dei Riformatori sardi, nel dichiarare di condividere la preoccupazione per quanto accade a Gaza in questi giorni, ha ribadito che non si può non tenere conto delle vicende che hanno visto il sorgere dello Stato di Israele e «le paure di chi da sempre vive con l’incubo degli attacchi terroristici». Cossa ha ricordato in tono polemico il rapimento prima e l’uccisione poi dei tre militari israeliani («è stata questa la scintilla che ha scatenato l’ultima tragedia») e ha concluso rivolgendosi al consigliere Pizzuto per sottolineare che «allo Stato di Israele ci si può rivolgere perché è una grande democrazia mentre non possiamo rivolgerci all’indirizzo di Hamas perché è un’organizzazione terroristica».

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha manifestato supporto e sostegno alle mozioni in discussione e ha definito “allarmante” l’eventualità che l’aviazione israeliana possa svolgere esercitazioni nei poligoni militari in Sardegna. Francesco Agus ha auspicato comportamenti conseguenti del presidente della Giunta ed ha dichiarato di non sentirsi affatto sereno per le dichiarazioni rese dal ministro della Difesa che ha affermato, in risposta ad un’interrogazione parlamentare, che il calendario delle esercitazioni militari nell’Isola non è stato ancora approvato. L’esponente della maggioranza ha quindi concluso con la richiesta che il Consiglio sia informato e segua con attenzione tutte le esercitazioni militari che si svolgono nel territorio della Sardegna.

Il consigliere del gruppo “Sardegna”, Paolo Truzzu, ha espresso apprezzamento per lo svolgimento del dibattito in Consiglio su temi di così grande rilevanza. Truzzu si è quindi dichiarato «filo palestinese ma non anti israeliano» e ha rimarcato che nel conflitto tra Israele e Palestina i morti sono i civili che vivono nella Striscia di Gaza e non i militanti di Hamas. «Serve riaffermare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e di quello israeliano per ribadire il diritto all’esistenza di due Stati», ha dichiarato l’esponente della minoranza che ha aggiunto, «Hamas non rappresenta il popolo palestinese e neppure il complesso e vasto mondo musulmano». Truzzu ha concluso ricordando che quello in Medio Oriente non è l’unico conflitto aperto ma che altri se ne registrano di altrettanto preoccupanti e violenti in Ucraina, Siria e dove i cristiani sono perseguitati dai musulmani. «Evitiamo la demagogia – ha affermato il consigliere eletto in Fdi – sono pacifico ma non pacifista, perché a volte le ragioni si devono difendere anche con il ricorso alle armi».

Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipedentdentzia) ha affermato che «non è mai facile parlare dell’orrore e delle stragi di bambini ma non si può avere un atteggiamento equidistante, quella sarebbe davvero demagogia, in Consiglio regionale se ne sta parlando con troppa disattenzione». Si deve sottolineare invece, a giudizio di Usula, «che l’80% della popolazione palestinese può usare solo il 10% delle risorse idriche e non ha libertà di movimento: davanti a questo non si può essere equidistanti». «Chiedo – ha detto – un minuto di silenzio del parlamento sardo per dimostrare contro questa guerra, contro questo genocidio, contro la strage di innocenti a Gaza».

Il presidente Gianfranco Ganau ha invitato l’Aula ad osservare un minuto di raccoglimento per tutte le vittime della guerra, di ogni parte.

Il consigliere Marco Tedde, di Forza Italia, ha condiviso in apertura le argomentazioni espresse dal consigliere Cossa perché «quando si parla di tragedie umanitarie bisogna avere una visione diversa e non parziale delle cose, non ci si può indignare per le vittime palestinesi e poi passare un colpo di spugna sulle vittime israeliane del terrorismo di Hamas in tutti questi anni, non si possono creare vittime di serie a e di serie b». In una delle due mozioni, a parere di Tedde, «c’è un pregiudizio anti israeliano inaccettabile: torti e ragioni? Lo dirà la storia, noi dobbiamo cercare di fermare la tragedia umanitaria o quanto meno dare un contributo, certamente non si può sostenere la censura del Governo italiano o schierarsi dalla parte di uno degli schieramenti in guerra».

Il consigliere Gavino Sale (Sardegna vera-iRS) c’è un film che ricorda la nascita della base militare di Teulada, «quando l’esercito italiano distrugge i cuiles, le case di campagna». La storia del popolo palestinese in qualche modo ci interroga, ha continuato Sale ricordando una recente iniziativa pubblica in cui Irs, insieme ad altre forze politiche, «ha chiesto scusa ai palestinesi a nome del popolo sardo perché le armi che li stanno colpendo sono state testate nelle basi di Quirra e Teulada, come sardi ci sentiamo colpevoli e vogliamo proporre alla fine della guerra che i bambini palestinesi vengano ospitati sia nelle strutture sanitarie sarde sia nella nostra comunità, come atto doveroso di riparazione verso una situazione dove non c’è nessuna umanità». Solidarizzo con i disertori israeliani, ha detto poi Sale, e «non capisco alcuni sardi che sostengono le tesi del governo di Tel Aviv: chiediamo la sospensione delle esercitazioni in Sardegna cui parteciperà anche l’esercito israeliano, il governo regionale deve prendere una posizione molto netta su questo punto perché ormai siamo diventati un obiettivo sensibile mentre la Sardegna deve essere una terra di pace».

Il presidente ha dato la parola al consigliere di forza Italia, Giuseppe Fasolino: «Non saremo noi a risolvere i problema di Gaza e sono d’accordo con l’intervento dell’on. Cossa e dell’on. Tedde». Fasolino ha evidenziato che c’è una mozione più tifosa e una più equilibrata e «quest’ultima dovrebbe rappresentare il nostro atteggiamento. La mozione da sostenere è quella che dice torniamo alla pace».

«Sono orgogliosa di fare parte di questo Consiglio – ha affermato Anna Maria Busia (Cd) – e di essere collega dell’on. Pizzuto e dell’on. Zedda, che ringrazio per aver proposto questo argomento. Non risolveremo i problemi del Medio Oriente, ma la pace di costruisce partendo da piccoli gesti». Busia ha ricordato che non si può confrontare la forza dell’esercito israeliano con quella dei palestinesi. Quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza, secondo l’esponente della maggioranza, è un atto criminale.

Conclusa la discussione generale, il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino. L’esponente dell’esecutivo ha sottolineato l’importanza delle due mozioni presentate «che offrono l’opportunità di dibattere temi così rilevanti anche nella sede di un Consiglio regionale, e di dare un contributo concreto a una situazione così grave come il conflitto israelo-palestinese». Secondo Firino, nonostante le diverse interpretazioni che si possono dare, ciò che è intollerabile è la drammatica situazione umanitaria a Gaza. «E’ necessario pensare al ruolo che una Regione può giocare in questo contesto, i suggerimenti e le proposte che emergono dalle mozioni offrono un importante spunto di riflessione».

L’assessore ha poi ricordato che la Giunta, in questi primi mesi di governo, ha dimostrato di voler assumere posizioni forti sul tema delle servitù militari che hanno nella nostra regione un peso altissimo, non paragonabile a quello delle altre regioni italiane. «Da questo tipo di politica – ha detto Firino – parte una risposta che può assumere un significato forte. La Regione può fare molto sul fronte della cooperazione e della cultura e contribuire a rafforzare l’intervento umanitario può essere rafforzato».

Firino, infine, ha apprezzato la proposta di apertura di un dialogo euromediterraneo rivolto ai giovani: «Esprimo a nome della Giunta un parere favorevole alle mozioni e in generale all’avvio di iniziative non sporadiche su un tema così importante».

Il consigliere di Sel, Luca Pizzuto, presentatore della mozione n. 61, ha definito “inaccettabile” l’etichetta di anti israeliano. «Nessuno mette in discussione il diritto di Israele ad esistere – ha dichiarato l’esponente di Sel –ma vogliamo che analogo diritto sia riconosciuto al popolo palestinese». Pizzuto ha ammesso che la mozione da lui presentata può definirsi equilibrata ma non equidistante ed ha argomentato l’affermazione facendo riferimento al caso dei soldati israeliani uccisi: «Non è provato che siano stati rapiti e uccisi per mano di Hamas ma se anche così fosse la reazione di Israele è sproporzionata e inammissibile». Pizzuto ha concluso con la richiesta che le due mozioni in discussione sia messe in votazione separatamente.

Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia”, Paolo Zedda, presentatore della mozione n. 62 ha replicato duramente alle affermazioni del consigliere Cossa: «Non voglio essere equidistante perché le due condizioni di Israele e Palestina non sono simmetriche». Paolo Zedda ha ricordato la potenza atomica di Israele e l’assenza di un esercito palestinese, per ribadire che «la Palestina è sotto occupazione da 46 anni». «Non accetto di essere definito anti israeliano – ha incalzato l’esponente della maggioranza – perché mi associo ai tanti israeliani che contestano l’oppressione in atto a Gaza e la politica del governo Israeliano». «I terroristi sono coloro i quali uccidono i civili – ha affermato Paolo Zedda – e i civili uccisi in Palestina sono più di mille contro i tre cittadini Israeliani deceduti». Il consigliere dei Rossomori ha concluso con l’appello perché Israele metta fine all’occupazione della Palestina e la Sardegna non conceda i poligoni per le esercitazioni dei militari israeliani.

Il presidente del Consiglio ha dunque posto in votazione con procedura elettronica palese la mozione n. 61 (Pizzuto e più) che è stata approvata con 39 sì e un astenuto. Il consigliere Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia), primo firmatario della mozione n. 62 ha chiesto che fosse messa in votazione senza il punto 5 del dispositivo, quello in cui si fa riferimento alla richiesta di embargo per Israele. Il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta avanzata dal consigliere Paolo Zedda ed ha aperto la votazione con procedura elettronica. Il presidente ha constatato la mancanza del numero legale. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, è intervenuto per sottolineare che l’assenza dei consiglieri della minoranza ha avuto solo significato politico e non di assenza dai lavori dell’Aula.

Preso atto delle dichiarazioni rese dal capogruppo Pittalis, il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori e ha annunciato che il Consiglio sarà convocato a domicilio.

Modesto Fenu copia

Il colpo magico, per decidere la partita, non c’è stato. Nessun trionfalismo, dunque. E’ dura la presa di posizione del capogruppo di Zona Franca Sardegna Modesto Fenu: «Sono state tradite le aspettative e gli impegni assunti con il mondo agricolo e con le associazioni di categoria, a favore delle solite lobby dell’agroalimentare e a svantaggio del panorama rurale». Il leader del movimento utilizza una metafora sportiva. «Potevano conquistare la medaglia d’oro, facendo gli interessi dell’economia isolana, invece si sono attaccati sulla maglia una patacca di bronzo. E se ne vantano pure».

E’ forte la delusione di Fenu per l’approvazione del testo unico in materia di agricoltura e sviluppo rurale, con marchio collettivo e introduzione dei distretti: «Nonostante in extremis sia stata notevolmente migliorata in commissione, con la presentazione degli emendamenti, non risponde alle aspettative necessarie e alle attese per il rilancio dell’agricoltura in Sardegna». Solo piccole correzioni in corsa, di più forse era difficile ottenere, vista la fretta e la presunzione manifestata. Resta un fatto. Sarebbe potuta essere una rivoluzione da festeggiare anche per la maggioranza, invece il provvedimento appare una legge che non affronta il vero tema della valorizzazione dell’enorme patrimonio agroalimentare della Sardegna, lasciato in mano agli speculatori dell’importazione delle materie prime.

«Proprio così – continua il responsabile del Gruppo Sardegna, che sull’argomento ha presentato diversi emendamenti -. Abbiamo cercato con questa legge di dare un valore aggiunto alle nostre eccellenze, ai prodotti della nostra terra. Invece la maggioranza si è chiusa a riccio dietro posizioni precostituite. E’ stata sprecata un’occasione importante per l’Isola.»

Una sfida ambiziosa per la normativa. Ma il concetto è sin troppo semplice. «Si poteva fare molto di più.»

«La legge rischia di essere bocciata. Di più. Si aggravano i problemi delle campagne, soprattutto per quanto riguarda la valorizzazione dei prodotti agroalimentari – aggiunge Fenu -. La vera ricchezza per la Sardegna è riuscire a colmare l’enorme divario delle importazioni dell’agroalimentare, l’80 per cento del fabbisogno interno, che equivale a circa 2 miliardi e mezzo di euro. Solo sugli sfarinati di grano duro si parla di 400 milioni di euro annui, concentrati sulle mani di pochi anziché distribuiti sul territorio sardo. Con in più l’aggravante che importiamo materie prime che creano danni alle nostre biodiversità e gravi problemi dal punto di vista sanitario. Alcune risultano addirittura cancerogene. Il tutto, invece, andrà a vantaggio di chi specula nell’agroalimentare e nell’importazione delle materie prime. Queste sono le motivazioni per cui questa legge sarà un fallimento e, molto probabilmente, seppure non dubito della buona fede di molti che l’hanno votata, non funzionerà, produrrà danni e verrà respinta dallo Stato Italiano e dall’Unione Europea perché mal concepita. La verità è che hanno prevalso logiche conservative e accordi trasversali. Così questo provvedimento, soprattutto riguardo la valorizzazione dei prodotti sardi ed il marchio di qualità, non produrrà gli effetti sperati per l’economia sarda ed il mondo rurale». Questa sarebbe stata invece la strada maestra da seguire.

«Peccato che la maggioranza abbia preferito non ascoltare – aggiunge Fenu – perché un logo con la scritta “Prodotto in Sardegna” non è possibile negarlo a nessuno e, soprattutto se la produzione è fatta nell’Isola, sarebbe stato opportuno dotare il marchio collettivo (regolarmente registrato) di maggiori strumenti, con la possibilità di un ritiro dal mercato altri emblemi con la dicitura Sardegna. Un modo per scongiurare la confusione con altri simboli». La via d’uscita? «Un regolamento dell’Unione Europea che impone la lealtà assoluta nei confronti del consumatore, con l’obbligo di esporre il luogo d’origine della materia prima e tutte le informazioni che possano garantire la platea dei clienti».   

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

La Giunta regionale nella seduta odierna presieduta dal presidente Francesco Pigliaru nella sala Giunta del Consiglio regionale, ha nominato Cinzia Laconi nuovo commissario dell’agenzia “Sardegna Promozione”.

Queste tutte le altre delibere approvate.

Ammonta a 30 milioni di euro la somma stanziata dalla Giunta, su proposta dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Claudia Firino, per interventi di messa in sicurezza e manutenzione programmata degli edifici scolastici, in attuazione del progetto Iscol@. In base allo schema di accordo, le risorse finanziarie saranno assegnate direttamente agli enti locali che provvederanno ad affidare i lavori. 

Ventotto milioni di euro per le aziende ovi-caprine colpite dall’epidemia della lingua blu sono stati stanziati come previsto dalla legge 10 del 29 maggio. La Giunta ha dato il via libera al provvedimento che sosterrà i pastori nella fase di rilancio e di recupero delle greggi e delle produzioni. Altri 600mila euro sono stati stanziati su proposta dell’assessorato della Sanità per favorire gli interventi di prevenzione contro la diffusione della malattia nel bestiame. 

È di 10 milioni di euro lo stanziamento aggiuntivo (totale 30 milioni) previsto dal programma “Ritornare a casa”, destinato ai pazienti non autosufficienti. La delibera, approvata su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, prevede l’integrazione finanziaria del fondo per la non autosufficienza del 2014. Le risorse saranno attinte dal fondo sanitario regionale. 

Su proposta dell’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, la Giunta ha approvato la delibera che istituisce il “biglietto unico”. Grazie ai servizi integrati di Ctm, Arst e Trenitalia la sperimentazione di sei mesi partirà da ottobre nell’area vasta di Cagliari (tra due anni in tutta la Sardegna) e garantirà risparmi per gli utenti fra il 10 e il 25%. 

Grazie a una delibera approvata oggi su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, sarà più semplice e trasparente l’affidamento diretto (senza bando di gara) di lavori pubblici e servizi di ingegneria e di architettura per la Regione, in economia e secondo le procedure di affidamento previste dalle norme vigenti. 

La Giunta Pigliaru ha inoltre deliberato l’approvazione di un disegno di legge concernente “Norme di semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo”. Si tratta di un tassello importante del più ampio processo di semplificazione legislativa avviato dall’esecutivo regionale. Le norme, previste dal disegno di legge in questione, consentono di trasferire ai Comuni competenze di autorizzazione in materia idrogeologica. La somma stanziata è di 300mila euro. 

Approvata nella seduta odierna anche la regolamentazione 2014 della pesca del corallo in Sardegna. La delibera, proposta dall’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, regolamenta il comparto sia per quanto riguarda le autorizzazioni sia per l’aspetto dei vincoli di prelievo del corallo. 

Su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, la Giunta ha deliberato l’assegnazione di 500mila euro per le attività di informazione e animazione e per le attività di tutoraggio a favore delle organizzazioni cooperativistiche. La somma è quota parte del fondo per favorire lo sviluppo del sistema consociativo in Sardegna (9 milioni e mezzo di euro). 

Su proposta dell’assessore del Turismo, Francesco Morandi, la Giunta ha inoltre approvato una delibera che integra le direttive della legge sugli aiuti creditizi a favore dell’industria alberghiera in Sardegna. In base alle modifiche inserite in un apposito disegno di legge, lo svolgimento delle pratiche amministrative sarà trasferito dalla Sfirs agli uffici dell’assessorato. 

La Giunta ha dato il via libera anche alla proposta dell’assessore allo Sport, Claudia Firino, alla proroga dei termini di scadenza per il rinnovo e l’iscrizione all’albo regionale delle associazioni e società sportive.