31 July, 2024
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Stamane, in Consiglio regionale, si è svolto il dibattito sulle dichiarazioni del Presidente della Regione #sulle servitù militari, dopo la recente audizione in Parlamento.

In apertura del suo intervento, Pigliaru ha ribadito il rispetto della Giunta per le Forze Armate e l’importanza delle servitù militari per la sicurezza nazionale. «Ciò che però la Sardegna non può non ricordare è la sproporzione del contributo pagato dall’Isola all’esigenza di difesa. La Sardegna – ha ricordato il presidente – cede 30mila ettari del suo territorio al demanio militare, i  poligoni di Perdasdefogu e Teulada sono i più vasti d’Europa. Serve un riequilibrio interregionale».

Il governatore ha invocato più “trasparenza e conoscenza nei poligoni sardi”. Per il presidente della Regione è urgente avviare attività di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica delle aree soggette a servitù militari. Da definire anche l’istituzione di osservatori permanenti l’ambiente e la salute dei cittadini. «Si tratta di una richiesta non negoziabile, è un’esigenza non solo per i cittadini ma anche per le imprese. Senza certezze non c’è futuro per il turismo e per l’agroalimentare».

Secondo Francesco Pigliaru, è arrivato il momento di rivedere tutta la questione. «Per lo Stato – ha detto – avere una servitù di seimila o tredicimila ettari non fa differenza. Il risultato è che quando si parla di spending review si prende in considerazione la riduzione di aerei, carri armati etc. C’è solo una voce di costo che non si riduce: la dimensione delle servitù militari: Il numero di ettari soggetto a servitù rimane costane. La Regione – ha annunciato Pigliaru – proporrà uno studio internazionale sulle servitù militari basato su standard riconosciuti a livello globale».

Il governatore ha ricordato in Aula le dichiarazioni del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e la disponibilità dello Stato «a restituire alla Sardegna le aree militari considerate non strategiche per le Forze Armate». La Regione lavorerà per recuperare i territori e metterli a disposizione dei sardi. Francesco Pigliaru, al termine del suo intervento, ha informato il Consiglio della richiesta avanzata al Ministero: sospensione di tutte le attività militari nel periodo 1 giugno-30 settembre. «Su questo punto il Governo ha mostrato disponibilità – ha detto il presidente – per noi si tratta di un passo importante che produrrebbe immediati benefici per il settore turistico». 

Il capogruppo di FI, Pietro Pittalis, ha chiesto al presidente del Consiglio, una sospensione di 10 minuti per coordinare gli interventi dell’opposizione. La richiesta è stata accolta. Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, dopo aver comunicato che il tempo a disposizione di ciascun consigliere nello spazio riservato al dibattito, è di cinque minuti per intervento, ha concesso la parola al primo degli iscritti a parlare, Stefano Tunis.

Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha espresso apprezzamento per la discussione in Aula di un tema strategico e importante ma che – a giudizio dell’esponente della minoranza – merita approfondimenti «soprattutto da parte della giunta». L’onorevole Tunis ha definito, infatti, «imprecisi e incompleti» i dati illustrati dal presidente della Regione nel corso delle dichiarazioni rese all’assemblea. Per Stefano Tunis, il presidente Pigliaru non ha tenuto nella dovuta considerazione che i poligoni per i quali si ipotizza la restituzione sono di proprietà del demanio e, dunque, ha aggiunto Tunis, il presidente della Regione, sulle servitù militari, si confronta con i proprietari legittimi di quelle aree.

L’ulteriore sottolineatura critica ha riguardato il fatto che il presidente della giunta non abbia tenuto nella dovuta considerazione l’importanza che riveste il poligono di Capo Teulada per l’addestramento della Brigata Sassari. Il consigliere Tunis ha sottolineato l’importanza di Teulada e Quirra per la Difesa nazionale ed ha auspicato maggiore approfondimenti da parte della Giunta sul tema. In particolare, il consigliere di Fi, ha chiesto una valutazione delle conseguenza economiche che ne deriverebbero nei territori qualora ci fossero le dismissioni delle aree utilizzate per le esercitazioni. «Ha calcolato – ha domandato Tunis al presidente della giunta – quali ricadute ci sarebbero per le popolazioni del Sulcis, visto che la Difesa ha in corso investimenti per cinquanta milioni di euro proprio a capo Teulada?». L’esponente della minoranza ha concluso manifestando perplessità sulla possibilità di un ordine del giorno unitario in Consiglio regionale sull’argomento.

Il consigliere del Partito Democratico, Roberto Deriu, ha espresso favore per il metodo con cui il presidente Pigliaru ha deciso di affrontare un tema definito «davvero serio». A giudizio del consigliere Deriu il metodo individuato dal presidente della giunta è fondamentale per condurre con successo un negoziato e ha definito dunque «corretta» l’impostazione della giunta. «E’ corretto – ha affermato Deriu – individuare i contorni del problema e correttamente intavolare una trattativa che conduca al giusto riconoscimento dei nostri interessi». «La Sardegna – ha aggiunto l’esponente del Pd – ha bisogno di affrontare i grandi temi irrisolti con la Repubblica e di condurli in porto con successo». Il consigliere Deriu ha concluso esprimendo favore per l’azione del presidente Pigliaru e consenso per il metodo utilizzato nel negoziato con lo Stato sulle servitù militari e ha affermato che «le soluzioni dovranno soddisfare l’una e l’altra parte».

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato in apertura del suo intervento che «sulle servitù militari non serve il ping-pong tra maggioranza e opposizione» e non è utile «ricercare responsabilità del passato». «Il tema – ha aggiunto il consigliere della minoranza – è vecchio di sessanta anni ed è evidente a tutti la sproporzione nel contributo che la Sardegna dà alla Difesa con le servitù militari». Il consigliere Carta ha dichiarato di condividere le affermazioni del presidente Pigliaru in riferimento al “riequilibrio” e ai riconoscimenti in termini economici per la Regione.

Il consigliere del Psd’Az ha proseguito ricordando ciò che di poco positivo – a suo giudizio – è accaduto nei territori dove le servitù e i poligoni sono stati dismessi. Carta ha tuttavia ribadito la sua contrarietà al gravame militare e alle esercitazioni ma ha auspicato «un approccio pacato» e una serie di passaggi graduali. L’esponente dell’opposizione ha auspicato una positiva evoluzione del confronto Stato-Regione nella prossima riunione della conferenza nazionale sulle servitù e ha concluso il suo intervento con la seguente dichiarazione: «Sono contro le servitù militari ma dobbiamo sapere cosa accade senza le servitù militari».

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere Gavino Sale (Misto – Irs): «Questo tema merita una forza imponente, anche perché come indipendentista non posso accettare che anche un solo metro quadro della Sardegna sia servitù di altri Stati». Sale ha ricordato ai colleghi che si tratta di un problema annoso che ha origini lontane, però «in questo cambio di tattica del presidente Pigliaru si intravede una metodologia nuova, visto che la vecchia non ha dato alcun risultato». Il consigliere di maggioranza ha proposto al Consiglio regionale e al presidente Pigliaru di avviare, attraverso l’Arpas, indagini serie e non pilotate. «Dobbiamo chiedere alle agenzie internazionali – ha concluso Sale – la valutazione vera di quanto è stato il mancato sviluppo».

Critico nei confronti della maggioranza il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci: «Oltre alle buone parole viene fuori solamente l’antimilitarismo spinto che ha sempre caratterizzato il centrosinistra». Un attacco chiaro, secondo Locci, a Capo Teulada e alle forze armate. Il consigliere di opposizione ha ricordato che lo Stato ha pagato quel territorio e compensa con indennizzi alla popolazione i disagi causati dalla presenza delle servitù militari: «Non dimentichiamo che non si tratta di una chiusura totale ma esistono una serie di protocolli d’intesa tra il ministero e le comunità locali». Tra questi gli indennizzi per 440 armatori della pesca e agli allevatori, oltre a consentire l’utilizzo delle spiagge dal 20 di luglio a 30 settembre. «Non possiamo consentire – ha concluso Locci – un attacco diretto alle nostre forze armate», avvisando che con il taglio della spesa del ministero della Difesa potrebbero rischiare di dover lasciare la Sardegna circa 700 militari. Per Locci si andrà verso le esercitazioni della guerra elettronica e, presto,  non ci saranno più lanci di missili.

Piero Comandini (Pd) si è opposto alla visione di un centrosinistra contro i militari: «Conosco il valore della brigata Sassari e il valore di tutti i nostri militari, ma non stiamo parlando di questo, piuttosto del diritto dei sardi». Per Comandini il dato certo è che la Sardegna è  gravata eccessivamente dalle servitù, il 65 per cento di quelle presenti nel territorio nazionale, ed è giusto che vengano suddivise equamente con le altre regioni «si parla, infatti, di esercito italiano ed europeo, non sardo». «Sono d’accordo – ha affermato – con cambio di passo del presidente Pigliaru sull’argomento. Ripartiamo da quello che è stato fatto in Commissione in Senato nella scorsa legislatura, un voto trasversale che aveva segnato la via: chiudiamo Capo Teulada e Capo Frasca e lasciamo Quirra, puntando sulla ricerca».

Emilio Usula capogruppo di “Soberania e Indipendentzia” ha sottolineato l’esigenza di portare avanti una trattativa con lo Stato “a schiena dritta”, senza distinguo e cedimenti. «Un’esigenza ancora più stringente – ha aggiunto Usula – alla luce di quanto sta avvenendo a livello nazionale. «La Sardegna è sotto attacco su diversi fronti – ha detto il consigliere sovranista – spetta a noi respingerli, a partire dal tentativo di svilire la specialità sarda attraverso la riforma del Titolo V della Costituzione». Usula ha poi parlato della possibilità che l’Isola venga inserita nell’elenco delle regioni idonee ad ospitare depositi per le scorie nucleari, un’ipotesi da respingere “senza se e senza ma”. Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia” ha poi espresso apprezzamento  per l’azione portata avanti dalla Giunta sul tema delle servitù militari. «Adesso – ha detto Usula – è arrivato il momento di porre rimedio alla sproporzione tra sacrifici e benefici. Il compito è gravoso, la crisi economica ci rende ricattabili, per questo serve ancora più fermezza nel difendere le nostre posizioni e proteggere ogni millimetro della nostra sovranità». Per il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, «i poligoni militari non devono costituire un problema ma una risorsa». L’esponente della minoranza ha evidenziato «il peso determinante delle basi militari per l’economia sarda, fatte salve le esigenze di tutela della salute e dell’ambiente». Rubiu ha poi lamentato la mancanza di dati e documenti su cui ragionare («avremmo gradito ricevere informazioni dettagliate dalla Giunta») e si è detto contrario ad una «riduzione drastica della presenza militare, pensando ai danni provocati a La Maddalena dalla chiusura della base americana»«L’Udc – ha aggiunto il capogruppo – è invece favorevole all’apertura di un tavolo sulle servitù militari con le amministrazioni locali e le associazioni». Da Rubiu, infine, un suggerimento alla Giunta: «Pigliaru chieda al Ministero della Difesa che le basi vengano allontanate almeno a due km dal mare per rendere gli spazi liberi durante il periodo estivo». Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha ricordato, in apertura del suo intervento, la vocazione antimilitarista del suo partito e il rispetto assoluto per le disposizioni dell’articolo 11 della Costituzione. Cocco ha poi apprezzato la posizione assunta dalla Giunta nel confronto con lo Stato sulle servitù militari. «Cediamo una parte importante del nostro territorio e pretendiamo un riequilibrio – ha detto l’esponente di Sel – ma le compensazioni per la ricerca, invocate dal presidente, devono essere indirizzate in ambito civile e non militare. Ben vengano gli studi internazionali sugli effetti provocati in Sardegna dalle Forze Armate – ha proseguito il consigliere della maggioranza – ci sono dati certi su quanto accaduto in passato. Le compensazioni sono elemosine rispetto al costo pagato dall’Isola». Cocco ha poi chiesto di rivedere la composizione del tavolo tecnico nel quale si affronta la questione delle servitù allargandolo ai parlamentari sardi. Il capogruppo di Sel ha infine espresso contrarietà all’ipotesi di un ordine del giorno unitario, «meglio – ha detto – trovare uno strumento forte che consenta al presidente Pigliaru di rappresentare la Sardegna intera  nel confronto con lo Stato».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato «con franchezza» che il presidente «ha fatto bene a riferire al Consiglio, ma sarebbe stato meglio considerare questo dibattito un momento preparatorio per definire bene le fasi successive». «Nessuno è guerrafondaio – ha detto Dedoni – però il mondo non è governato solo dai pacifisti, ci sono aree di forti crisi che richiedono la presenza della forza armata ed è vero che non tutto deve continuare ad essere in Sardegna, senza un minimo di ristoro». Renato Soru sembrava dovesse cacciare gli americani risolvendo ogni problema, ha ricordato il capogruppo dei Riformatori, «e spero che l’onestà intellettuale del presidente Pigliaru non ci faccia ricadere in situazioni analoghe». Sull’ipotesi di arrivare ad un ordine del giorno unitario, Dedoni ha manifestato scetticismo: «Vuol dire che ci sono differenze profonde all’interno del centro sinistra, non vorrei che si fosse già deciso a quali esperti e a quali società internazionali affidare lo studio di cui si è parlato». E’ molto più utile, per Dedoni, «sapere cosa hanno fatto i rappresentanti della Sardegna nel Comitato paritetico sulle servitù e soprattutto sapere qual è la posizione del governo». Cerchiamo di orientarci sulle cose concrete, ha esortato l’esponente dei Riformatori, «fermiamoci un attimo per definire dettagliatamente la proposta della Regione, altrimenti stiamo illudendo il popolo sardo». Il consigliere Roberto Desini (Centro democratico) ha espresso vivo apprezzamento per l’azione del presidente Pigliaru, «che ha messo in campo una strategia efficace soprattutto perché molto propositiva: è vero che non esistono governi amici o nemici ma governi che rispettano le regole ed è anche vero che i dati fornitici dal presidente parlano chiaro e sono inequivocabili». E’ possibile, ha proseguito Desini, «che lo Stato paghi gli indennizzi dilazionati in 5 anni e che negli ultimi vent’anni siano addirittura diminuiti?» Il problema va affrontato a 360 gradi, ad avviso di Desini, «cominciando dalla conoscenza e dalla trasparenza, non serve quindi un ordine del giorno ma serve proseguire nella linea tracciata dal presidente». Il capogruppo del Partito Sardo d’Azione, Christian Solinas, ha ricordato che, sul problema delle servitù militari, i sardisti hanno molto da dire per la loro storia. Ci vogliono cedibilità e competenza, ha osservato Solinas, «ma senza una adeguata istruttoria non si può arrivare ad un documento del Consiglio, unitario o meno». Solinas ha poi invitato il Consiglio a guardare le cose al di là della superficie, inquadrando il complesso problema delle servitù nel più ampio contesto del negoziato fra Regione e Stato. «Sul patto di stabilità il governo non ci ha ancora detto nulla», ha lamentato il consigliere sardista, «mentre ci sono anche le servitù industriali come quella di Porto Torres dove lo Stato è andato via lasciando le macerie della sua presenza; insomma si stanno giocando sulla Sardegna una serie di partite che devono la nostra Regione in una funzione sacerdotale, di chi prende atto di decisioni prese a Roma mentre occorre una lettura unitaria dei principali fatti che stanno accadendo ed una sintesi virtuosa è possibile anche se servono uno o due giorni in più»«Ci interessa molto –  ha continuato Solinas – il tema delle compensazioni posto dal presidente e vorremmo capire perché lo stato che ha firmato i contratti per l’acquisto dei bombardieri F35 i quali sicuramente si eserciteranno in Italia e soprattutto in Sardegna, prevedendo un grande polo produttivo a Novara: nei tavoli con lo Stato si deve parlare anche di queste cose, quantificare il passato e progettare alternative».

Il capoguppo del Pd, Pietro Cocco, ha evidenziato come ormai da anni, il tema delle servitù militari sia al centro del dibattito politico in Sardegna ma come non siano stati registrati risultati adeguati. Cocco ha fatto riferimento ai «termini rivendicativi» utilizzati nel passato, per segnare la differenza con il metodo inaugurato dal presidente Pigliaru. «Un metodo condivisibile», così lo ha definito il capogruppo della maggioranza che ha proseguito con l’elencazione dei dati forniti dal capo dell’esecutivo regionale nel corso delle sue dichiarazioni in Aula. «Serve un riequilibrio e servono compensazioni – ha affermato Pietro Cocco, in linea con la proposta di lavoro indicata dal presidente Pigliaru. Il capogruppo dei democratici ha quindi schematizzato le posizioni emerse nel corso del dibattito: «Il centrosinistra – ha detto il consigliere Pd – vuole un riequilibrio della presenza delle servitù e vuole dare forza alle posizioni del presidente della Regione con un pronunciamento del Consiglio. Il centrodestra, invece, ha difeso i poligoni ad incominciare da quelli del Sulcis e di Teulada in particolare. Il Psd’Az – ha detto Cocco – per bocca del suo capogruppo si è espresso contro le servitù ma ha anche dichiarato che non si può procedere con uno smantellamento immediato. Il capogruppo Cocco ha affermato il suo favore per l’apertura di un percorso praticabile per riconoscere i diritti dei sardi e ha ricordato la necessità degli interventi di bonifica e la sproporzionata estensione dei poligoni di Teulada e Quirra. Il capogruppo del Pd ha concluso il suo intervento preannunciando la presentazione di un ordine del giorno da sottoporre all’approvazione del Consiglio «per dare forza al presidente Pigliaru nel negoziato con lo Stato sulle servitù militari in Sardegna».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è detto «sorpreso» dalla conclusioni formulate dal capogruppo del Pd, Pietro Cocco e ha dichiarato di non condividere lo schema delle posizioni emerse nel corso dal dibattito, così come sono state formulate il capogruppo dei democratici. «Il presidente della giunta – ha spiegato Pietro Pittalis – ha fatto intendere con chiarezza che vuole sedersi al tavolo della trattativa con il governo, con il sostegno dell’intera assemblea legislativa sarda ma ci dispiace prendere atto che la maggioranza che lo sostiene procede in senso opposto». Il capogruppo Fi ha dunque invitato ad una maggiore serenità nell’affrontare la delicata questione delle servitù militari e ha affermato che non è in discussione il ruolo e la funzione delle forze armate ma serve discutere senza tabù di un riequilibrio delle presenze dei militari in Sardegna. «Fermiamoci un attimo per riflettere e mettiamo da parte la fretta», ha concluso il capogruppo di Forza Italia in Consiglio.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensione dei lavori. Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha accordato la sospensione dei lavori dell’Aula.

Al rientro in Aula, il presidente ha dato la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, il quale ha chiesto di sospendere la discussione sulle servitù militari perché è in corso la predisposizione di un ordine del giorno da proporre nella prossima seduta del Consiglio. Cocco ha proposto, nel frattempo, di proseguire con l’esame della mozione 26 (Cappellacci e più ) “sulla continuità territoriale marittima della Sardegna”. Il presidente ha sottoposto la richiesta del capogruppo del Pd all’Aula che si è detta d’accordo. Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al capo dell’esecutivo regionale. Pigliaru ha rilevato che la discussione è stata chiara con posizioni nette e differenziate, soprattutto tra i banchi dell’opposizione. Ci sono dei dati di fatto, secondo il presidente Pigliaru, su cui è possibile trovare una convergenza. Il primo è sulla sproporzione della quantità di servitù militari tra la Sardegna e le altre regioni italiane, il secondo è sugli aspetti di conoscenza e trasparenza «ora inaccettabili». E’ necessario, ha continuato, avere più elementi di valutazione sulla situazione sanitaria ed economica dei territori e di come devono essere eseguite le bonifiche. Il terzo punto è sulla necessità di avere stime più precise che riguardano i costi nascosti delle servitù militari, ossia sugli sviluppi alternativi che ci sarebbero potuti essere in quei territori se non ci fossero state le servitù militari. Il presidente Pigliaru ha auspicato che l’Aula arrivi a votare un ordine del giorno unitario, in vista della riunione della Conferenza nazionale sulle servitù militari, in programma a Roma il prossimo 18 giugno. L’intesa proposta dal governo, finora, ha concluso Pigliaru, non è accettabile e non è firmabile, ma la conferenza del 18 sarà un passaggio importante per mettere sul tavolo i punti su cui basare il percorso futuro.

Mario Medas

Quarto appuntamento con #Teatro Popolare 2014, la rassegna di teatro in lingua sarda organizzata dall’associazione Figli d’Arte Medas e dedicata quest’anno alla lingua madre. Per giovedì 12 giugno, il cartellone della manifestazione prevede una giornata celebrativa dedicata a Rachele Piras, capostipite della famiglia d’arte più conosciuta in Sardegna, i Medas. L’evento è realizzato con il contributo della L.R. 14/2006 per le manifestazioni celebrative di figure di protagonisti della storia e della cultura della Sardegna.

Due gli eventi in programma al Teatro Fratelli Medas di Guasila: alle ore 19.00 la tavola rotonda dal titolo Rachele Piras – Una Donna e una Madre d’Arte con gli interventi di Guido Cadoni, esperto di lingua sarda, Giulio Angioni, scrittore e antropologo, Vito Biolchini, giornalista e blogger, e Gianluca Medas, direttore artistico della compagnia Figli d’Arte Medas.

Alle ore 21.00 la rappresentazione Tzia Arrachella di Gianluca Medas, narrazione con musiche e canti interpretata da Noemi Medas con l’accompagnamento musicale della chitarra classica di Andrea Congia e gli strumenti tradizionali sardi di Mauro Spiga. Il biglietto d’ingresso è di 1 euro.

Le vicende dell’attrice, pioniera e musa degli albori del Teatro in Sardegna si combinano e si intersecano ai canti della tradizione, alle filastrocche, ai mutetus delle campagne e delle chiese che mostrano la donna e la madre. La vita avventurosa e piena di Rachele Piras si dispiega, tra parola e musica, nell’intimo narrare della nipote Noemi Medas, accompagnata dalle avvolgenti note del chitarrista e compositore Andrea Congia e dalle dolci melodie del suonatore di sulitus Mauro Spiga.

Noemi Medas 2014-06-01 Guasila Teatro Popolare Locandina

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Dal 14 al 18 luglio, presso il Centro Ricerche Sotacarbo di Carbonia, si terrà la seconda edizione della #Sulcis Summer School sulle CCS. Il successo riscosso dall’edizione inaugurale e la partecipazione dell’#International Energy Agency (IEA) Clean Coal Centre contribuiscono ad accrescere visibilità e profilo internazionale di un’iniziativa che suscita sempre più interesse anche all’estero. Verranno ammessi alla frequenza, tra chi farà richiesta attraverso il modulo presente sul sito della Scuola (alla pagina http://www.sulcisccssummerschool.it/it/iscrizione), i primi 40 candidati in possesso dei titoli richiesti.

L’interessamento verso la Sulcis Summer School è connesso alla crescente attenzione nel mondo per le tecnologie di separazione e confinamento dell’anidride carbonica (le cosiddette CCS – “Carbon Capture and Storage”). Tecnologie in grado di essere applicate a impianti di produzione elettrica da più fonti energetiche e di contribuire così a ridurre le emissioni di CO2. Capacità che assicurano loro un ruolo strategico fondamentale in tutti gli scenari futuri di politica energetica, condizionati sempre più dal fenomeno del riscaldamento globale del pianeta.

Nella Scuola particolare risalto sarà dato alle tecniche di confinamento geologico della CO2, per le quali il Sulcis rappresenta il laboratorio ideale di sperimentazione: uno dei pochi al mondo potenzialmente capace di accogliere, con rischi ambientali pressoché nulli, grosse quantità di anidride carbonica, grazie alla presenza sia di strati profondi di carbone (non coltivabili ai fini estrattivi e adatti allo stoccaggio permanente di grosse quantità di CO2 per via delle particolari caratteristiche geologiche), sia di un acquifero sottostante il bacino carbonifero.

Questi e altri temi connessi verranno approfonditi nella Scuola organizzata da Sotacarbo, Enea e Dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e materiali dell’Università di Cagliari, grazie all’apporto di alcuni docenti stranieri e di altri provenienti dalle principali università e enti di ricerca italiani: #Università di Cagliari, #Politecnico di Milano, #Università di Roma La Sapienza, #Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale ed #Enea.

La #Sulcis Summer School sulle CCS fornirà anche quest’anno l’occasione per promuovere a livello nazionale e internazionale la Sardegna e #Sotacarbo come polo di eccellenza per l’energia pulita e per lo sviluppo di tecnologie innovative per l’impiego sostenibile del carbone.

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Giuseppe Casti 10 copiaAttendati Alcoa 3 copia

«Alcuni importanti risultati sono stati ottenuti, ma non ci possiamo accontentare. Il nostro sostegno ai lavoratori dell’Alcoa proseguirà sino a quando non si avranno certezze sulla riapertura dello stabilimento e sulla garanzia della salvaguardia di ogni singolo posto di lavoro.»

Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia e presidente della #Consulta delle Autonomie locali, commenta così l’esito della giornata romana di ieri, nell’ambito della vertenza #Alcoa.

«Durante la giornata di mercoledì 11 giugno 2014 – aggiunge Casti -, mi sono recato, insieme ad altri sindaci del territorio, a Roma per sostenere gli oltre 50 dipendenti dell’Alcoa che hanno organizzato un presidio davanti alla sede del ministero per lo Sviluppo economico, per chiedere certezze sul loro futuro e sul futuro di un intero territorio. Nella tarda mattinata sì è svolto un incontro con il vice ministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, a cui hanno partecipato i rappresentanti sindacali, i sindaci e alcuni parlamentari. Al termine dell’incontro è stato garantito che l’attività di manutenzione dello stabilimento Alcoa di Portovesme non sarà interrotta il 30 giugno, come previsto da un precedente accordo. L’azienda ha dato la sua disponibilità a proseguire le attività di manutenzione. L’incontro di mercoledì è stato propedeutico alla prossima riunione, prevista per il 24 giugno, da cui dovranno emergere certezze per il futuro della fabbrica e dei suoi dipendenti. All’incontro sarà presente anche un rappresentante della presidenza del Consiglio e del #ministero del Lavoro.»

 «Chiediamo al Governo, di cui comunque apprezziamo la disponibilità, e a tutti gli altri soggetti coinvolti, di porre fine all’interminabile vertenza sul futuro dello stabilimento industriale di Portovesme. Il nostro territorio non può più andare avanti convivendo quotidianamente con l’incertezza, con il dubbio e con la disperazione. È finito il tempo dei forse e dei però. La popolazione e noi con tutti i cittadini – conclude Giuseppe Casti – chiediamo certezze e stabilità e la possibilità di riacquistare la giusta e dovuta dignità che, negli ultimi anni, troppe volte è stata ingiustamente calpestata.»

Patto d'Iglesias - Fetopatia Alcolica Pieghevole Provincia Amici 2

«Con l’approvazione in Consiglio regionale della legge sulla “Prevenzione della fetopatia alcolica”, la nostra regione si propone al mondo con il primo dispositivo che trasforma la Donna Alcolista, storicamente colpevole, in sofferente bisognosa di diagnosi e terapia e la mamma alcolista in primario obiettivo delle premure: sociali e mediche.» Lo scrive, in una nota, l’associazione #Amici della Vita Sulcis.

«La legge votata all’unanimità dei Consiglieri presenti (50) – si legge ancora nella nota – è frutto di lunghissimo ed appassionante lavoro che ha visto protagonisti il Volontariato, l’Ordine dei Medici, la Provincia Carbonia Iglesias fino all’ultimo giorno del suo mandato, i sindacati, le parrocchie, la Coop. sociale San Lorenzo ed Amministrazioni comunali del Sulcis, le Acli, la Curia, la stampa. I consiglieri regionali del Sulcis di questa legislatura (Gigi Rubiu, Luca Pizzuto, Pietro Cocco, Ignazio Locci) e della precedente (Paolo Dessì e Giorgio Locci) affiancati dagli “stranieri” Raimondo Perra e Lorenzo Cozzolino hanno avuto il merito di “contagiare” i partiti di appartenenza e motivarli a sostenere in tempi rapidissimi, “olimpionici”, una legge (premura e sensibilità ) per la vita debole che tutti desideriamo salvaguardare. Il risultato finale dimostra che quando una comunità, rimosse le casacche di appartenenza, si riunisce intorno alla solidarietà è capace di risultati straordinari e trasforma la quotidianità spesso rissosa, invidiosa, dozzinale e pettegola in leggenda.»

«Siamo orgogliosi – conclude l’associazione Amici della Vita Sulcis – di aver lavorato al vostro fianco in questa emozionante avventura. Nuovi orizzonti aspettano altrettanto impegno.»

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Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno unitario sulla continuità marittima della Sardegna. L’approvazione è maturata al termine della discussione sulla mozione n. 26 “sulla continuità territoriale marittima” presentata dall’opposizione. Ad illustrare il documento, l’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci, primo firmatario della mozione. «L’obiettivo – ha detto Cappellacci – è ottenere un impegno forte della Giunta su una questione cruciale per la Regione». Il tema dei trasporti, ha spiegato il consigliere di Forza Italia, «è oggi il tema dei temi, la riduzione dei costi nei collegamenti marittimi è lo strumento più importante per rendere la Sardegna accessibile. L’intera comunità sarda misurerà con attenzione la nostra concretezza e la nostra indipendenza dai poteri forti sempre più influenti sul piano economico e politico». L’ex presidente della Regione ha poi ripercorso le tappe della vicenda, ricordando il forte rincaro dei biglietti delle navi, tra il 2010 e del 2011, che portò la Regione a confrontarsi duramente con gli armatori. Confronto che si trasformò da subito in scontro, con il ricorso all’antitrust da parte della Giunta e di alcune associazioni di consumatori. Un’azione che portò al riconoscimento del cartello attuato dalle compagnie di navigazione per l’aumento delle tariffe. Cappellacci ha poi parlato della privatizzazione della Tirrenia. «Spesso si fa disinformazione – ha detto l’ex presidente della Regione – noi eravamo favorevoli alla cessione ai privati di un carrozzone di Stato. Abbiamo contestato il metodo e l’esclusione della Sardegna dalla partita. Siamo vittime di coperture politiche bipartisan che hanno portato ad una decisione scellerata». Il primo firmatario della mozione ha poi sottolineato l’importanza della sentenza della Corte Costituzionale che nel 2013 ha dichiarato l’illegittimità della mancata intesa con la Regione per l’operazione Cin. «Grazie a quella sentenza oggi la Sardegna siede al tavolo con un potere di veto. La competenza sulla continuità territoriale marittima deve essere trasferita immediatamente alla Regione insieme alle risorse necessarie ad esercitarla».

Secondo Cappellacci, oggi «esistono tutti i presupposti giuridici per difender il diritto alla mobilità dei sardi. Per quanto alcune compagnie tentino di ammantarsi di sardità, i comportamenti che pongono in essere non sono a favore della Sardegna». Il consigliere di Forza Italia, infine, ha presentato alcune richieste alla Giunta: vigilare sugli aumenti delle tariffe, porre in essere tutte le azioni per scongiurare tentazioni monopolistiche da parte delle compagnie, rivendicare nuove risorse per i collegamenti marittimi. « Solo così – ha concluso Cappellacci – si potrà parlare di vera autonomia e dare alla Sardegna una prospettiva di futuro più rosea».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha sottolineato la singolare continuità con l’argomento precedente. Nel settore dei trasporti marittimi, ha affermato Crisponi, «il sistema economico e turistico della Sardegna è stato messo in ginocchio da una sorta di servitù, quello delle compagnie di navigazione, che ha provocato una grave contrazione di arrivi e presenze ed un calo di reddito pari ad oltre 500 milioni di euro». Oggi, ha continuato Crisponi con preoccupazione, «la situazione si ripete: un imprenditore possiede il 35% del fondo Clessidra che a sua volta possiede il 35% di Cin e il 35% di Moby; oggi Moby potrebbe comprarsi tutto e dovremmo riprendere la guerra contro un nuovo monopolio». Occorre perciò vigilare con la massima attenzione, ha esortato il consigliere dei Riformatori, «anche perché la Sardegna deve fronteggiare una concorrenza molto aggressiva di altre realtà del Mediterraneo: Civitavecchia e Olbia fra Ajaccio e Nizza ma il collegamento di Olbia con la penisola costa il 30% in più ed è con questa realtà che dobbiamo fare i conti». Il consigliere Ignazio Locci (FI) ha affermato che «il tema andava riportato all’attenzione del Consiglio ma purtroppo la maggioranza ha scelto di non partecipare al dibattito: o è d’accordo con quanto fatto  nella passata legislatura o non ritiene il tema utile e interessante». La realtà però è evidente, ha detto ancora Locci: «Basta andare a vedere  i prezzi su internet, ci vogliono più di 1000 euro per venire in Sardegna, non è solo un problema per i turisti ma per tanti sardi che vivono nella penisola e all’estero». Questo problema, ha concluso il consigliere di FI, «interpella da vicino la politica che non deve lasciare spazio ai pirati del mare». Il consigliere Oscar Cherchi (FI) ha messo l’accento sull’opportunità, per il Consiglio regionale, di intervenire sul problema dei trasporti marittimi. Per venire in Sardegna nel mese di luglio, ha dichiarato, «una coppia senza figli con auto spende da 350 a 420 euro e, se ci sono ragazzi di oltre 12 anni si va oltre i 600 euro». La Sardegna resta una meta desiderata ma pochi riescono ad arrivarci, ha constatato Cherchi, «e ciò rappresenta un ostacolo allo sviluppo del nostro settore turistico, forse l’unico che nonostante tutto fa numeri positivi». Siamo convinti che la missione delle imprese sia di fare profitti, ha concluso, «ma chi non rispetta le regole della concorrenza deve andare fuori dal mercato». 

Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha ricordato «le difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti» per quanto attiene il trasporto marittimo da e per la Sardegna. «La possibilità di raggiungere il Continente – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – è sempre più onerosa per i sardi, e i turisti che raggiungono la Sardegna, a causa dell’alto costo dei biglietti, sono sempre meno». Il presidente della Quarta commissione ha sottolineato le ripercussioni negative per il comparto turistico ed ha evidenziato come anche gli emigrati sardi che ritornano nell’isola per le vacanze siano sempre meno. L’esponente della minoranza, pur dichiarando di «non voler fare polemica», ha rivolto critiche all’operato della giunta nella precedente legislatura definendola «assente» nelle decisive fasi della privatizzazione della Tirrenia («si poteva chiedere una maggiore presenza della Regione nella compagine societaria»). Antonio Solinas ha proseguito con una marcata e decisa critica per il varo della flotta della Regione nel 2012, definendola «un autentico fallimento». L’esponente del Pd ha concluso il suo intervento con l’auspicio di una posizione unitaria del Consiglio per migliorare i servizi di trasporto marittimi e garantire ai sardi e ai turisti livelli tariffari adeguati. Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, non avendo altri consiglieri iscritti a parlare, ha concesso la parola all’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, per l’intervento della Giunta. L’assessore Deiana ha dichiarato di condividere i contenuti dell’ordine del giorno unitario in corso di predisposizione in Consiglio e ha detto di comprendere le preoccupazioni espresse, nel corso del dibattito in Aula, per quanto attiene le tariffe e il mercato nel settore dei trasporti marittimi da e per l’Isola. Deiana ha rassicurato il presentatore della mozione n. 26, il consigliere Ugo Cappellacci, sulle attività di monitoraggio riguardo i livelli tariffari praticati dalle compagnie di navigazione e ha dichiarato che «al momento non risultano situazioni tali da rendere evidente la formazione di un “cartello” tra le compagnie». L’assessore ha anche informato il Consiglio di aver, a suo tempo richiesto, alle principali compagnie di navigazione marittima, il mantenimento delle “tariffe promozionali” anche per i mesi di luglio e agosto. L’assessore Deiana ha concluso confermando l’impegno della giunta per contrastare eventuali “cartelli” e ha annunciato la costituzione in giudizio della Regione, nel procedimento contro la recente sentenza del Tar che, pur riconoscendo gli aumenti tariffari della stagione 2011 nei collegamenti da e per l’Isola, ha escluso che i prezzi dei biglietti derivassero da accordi tra le compagnie Moby, Snav, Gnv e Grimaldi, come stabilito, invece, dall’Autorità per la concorrenza e il mercato.

Il presidente Ganau ha dato poi la parola a Ugo Cappellacci (FI), per la replica riservata al presentatore della mozione. Cappellacci dichiarato di rilevare nelle parole del consigliere Antonio Solinas il tentativo di generare confusione: «La mia Giunta ha messo in campo ogni possibile azione per contrastare la scellerata privatizzazione della Tirrenia». Cappellacci ha ricordato anche che l’esecutivo da lui presieduto ha protestato a tutti i livelli e i risultati ottenuti a livello giudiziario hanno messo la Regione nelle condizioni di sedere ai tavoli dove si parla di continuità territoriale. L’ex presidente della giunta si è detto favorevole all’ipotesi alla predisposizione di un ordine del giorno unitario, ritenendo condivisibili  le azioni che l’esecutivo vuole portare avanti a tutela della Sardegna e dei sardi. Cappellacci ha garantito l’appoggio alla maggioranza per raggiungere l’obiettivo comune: ottenere una continuità territoriale marittima con prezzi sostenibili per i sardi e per chi vuole visitare l’Isola.

Il presidente Ganau ha sospeso la seduta per qualche minuto per consentire la predisposizione dell’ordine del giorno.

Subito dopo, il Consiglio ha approvato all’unanimità il testo concordato da maggioranza e opposizione che impegna la Giunta regionale:

a) ad avviare un costante monitoraggio delle tariffe dei collegamenti marittimi da e per la Sardegna;

b) a segnalare alle autorità competenti eventuali aumenti patologici ed altre anomalie che dovessero avere dei profili di illegittimità;

c) a contrastare nelle sedi opportune ogni iniziativa ispirata a instaurare nel settore una situazione di monopolio o di cartello;

d) a proseguire la rivendicazione al fine di individuare percorsi per attribuire nuovi e ulteriori strumenti politici e di governo degli indirizzi in materia.

Al termine della votazione il presidente Ganau ha chiuso la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì prossimo 17 giugno, alle 16.00, per l’esame dell’odg unitario sulle servitù militari e del disegno di legge n. 9 sull’edilizia scolastica e la semplificazione amministrativa.

 

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Sabato 14 giugno, alle 19.00, presso il Teatro di Bacu Abis, è in programma il secondo appuntamento della quarta edizione della rassegna di teatro sociale e di comunità “Spazi di frontiera”, ideata e organizzata dalla compagnia La Cernita Teatro, in collaborazione con il comune di Carbonia, il Centro per la Cultura della Nonviolenza dell’ex #Provincia di Carbonia Iglesias, il #Consorzio Network etico territoriale, l’Isola Verde Società Cooperativa di Iglesias e la Dimensione Umana Cooperativa Sociale di Sant’Antioco.

La Rassegna nasce nel 2011 con l’obiettivo di valorizzare il Teatro di Bacu Abis come spazio di produzione teatrale e di ricerca aperto a tutti al fine di favorire una rete di relazioni tra la Scuola e la Comunità e tra diverse professionalità dell’ambito teatrale, culturale, formativo e socio-assistenziale (artisti, intellettuali, giornalisti, psicologi, pedagogisti ed educatori, operatori soci-sanitari, insegnanti).

A partire dalle ore 19.00, presso il Teatro di Bacu Abis, si terrà una serata dedicata alla ricerca teatrale per un Teatro Sociale di tutti e per tutti. La Cernita Teatro presenta “Pronti…chi parla?” Primo studio del laboratorio permamente di ricerca teatrale di Bacu Abis, diretto da Monica Porcedda. In scena gli allievi Cristina Alciator, Arianna Basciu, Pietro Carta, Maria Giulia Cirronis, Carla Galliu, Roberta Erras, Nicola Mannai, Assuntina Matta, Natalia Matzedda, Anna Rita Mei, Dario Mura, Marco Palomba, Irene Secchi, Donatella Virdis. Effetti sonori di Nicola Mannai.

A seguire il Gruppo Teatro Albeschida presenta Studio sul mito di Edipo” performance tratta dal Sogno di Edipo, aiuto regia Maura Grussu, drammaturgia e regia di Giampietro Orrù della Cooperativa Fueddu e Gestu. In scena Federico Tiddia, Stefano Scanu, Katia Scopa, Roberto Floris, Mirscha Ciccu, Giampaolo Mereu, Alessandro Falchi, Lilia Dettori, Angela Nocco, Margherita Salis, Isabella Lisci, Alessandra Demontis, Paoletta Pirosu, Alexia Farris. Audio e Luci di Mauro Scopa. Il Lavoro teatrale indaga sul mito di Edipo, un uomo alla ricerca di se stesso. Fin dalla nascita Edipo perché porta in sè la ”sciama” di colpe non ancora commesse, abbandonato perché “diverso”, confuso e alla ricerca di qualcosa che non conosce e che crede di ritrovare risolvendo gli enigmi della sfinge…e poi Edipo adulto e pronto a risolvere gli enigmi della sua vita, che trova il coraggio di partire e va. Edipo, l’uomo.

 

Barbusi copia

Gli enti interessati si attivino per il ripristino immediato del tratto di strada della #strada provinciale n. 2 (Portoscuso-Carbonia-Villamassargia), da tempo chiuso per il rischio cedimento del cosiddetto ponte di Barbusi. Affinché questo avvenga, la Giunta regionale vigili e, se necessario, intervenga per quanto di sua competenza.

Con un’interpellanza depositata nella giornata di ieri, il consigliere regionale Ignazio Locci (Forza Italia) si è rivolto al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e all’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, «per sapere se siano a conoscenza della situazione riguardante la strada provinciale n. 2 (nel documento sono ricostruiti gli eventi che hanno obbligato alla chiusura del tratto stradale), se abbiano disposto una verifica riguardante sicurezza ed emergenza dell’arteria in questione e, soprattutto, se sia stato avviato un controllo sull’operato del commissario della ex Provincia di Carbonia Iglesias in riferimento, nello specifico, al protocollo d’intesa tra comune di Carbonia ed ente intermedio stipulato proprio per la soluzione del problema ma rivelatosi, a oggi, evidentemente inefficace».

«Dall’interdizione del traffico veicolare nella strada provinciale 2, precisamente tra il chilometro 53.700 e il chilometro 54.500, a oggi, è trascorso fin troppo tempo. È giunto il momento – conclude Ignazio Locci – che chi di competenza si adoperi per ripristinare la strada, percorso obbligato per chi quotidianamente raggiunge il capoluogo sardo.»

L’assessorato regionale del Lavoro ha integrato la graduatoria definitiva delle domande ammesse relative al 2°/3° scorrimento, per la concessione del contributo “#credito d’imposta per nuovo lavoro stabile nel Mezzogiorno”. 
Il credito può essere utilizzato in compensazione, a partire da ieri 11 giugno, presentando il modello F24 all’agente della riscossione presso il quale il beneficiario è intestatario del conto fiscale.
Entro i prossimi 30 giorni le imprese beneficiarie dovranno inviare alla Regione la documentazione attestante la spesa sostenuta e i dati relativi al monitoraggio dell’intervento. Il prospetto contenente questi ultimi dati dovrà essere presentato via e-mail all’indirizzo di posta elettronica
lav.credito.imposta@regione.sardegna.it 
L’agevolazione è destinata ai datori di lavoro che hanno assunto a tempo indeterminato, in Sardegna, lavoratori considerati “svantaggiati” o “molto svantaggiati” in base alla normativa comunitaria. 

 

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Stamane in Consiglio regionale si è svolto il dibattito sulle dichiarazioni del Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, #sulle servitù militari.

In apertura del suo intervento, Pigliaru ha ribadito il rispetto della Giunta per le Forze Armate e l’importanza delle servitù militari per la sicurezza nazionale. «Ciò che però la Sardegna non può non ricordare è la sproporzione del contributo pagato dall’Isola all’esigenza di difesa. La Sardegna – ha ricordato il presidente – cede 30mila ettari del suo territorio al demanio militare, i  poligoni di Perdasdefogu e Teulada sono i più vasti d’Europa. Serve un riequilibrio interregionale».

Il governatore ha invocato più “trasparenza e conoscenza nei poligoni sardi”. Per il presidente della Regione è urgente avviare attività di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica delle aree soggette a servitù militari. Da definire anche l’istituzione di osservatori permanenti l’ambiente e la salute dei cittadini. «Si tratta di una richiesta non negoziabile, è un’esigenza non solo per i cittadini ma anche per le imprese. Senza certezze non c’è futuro per il turismo e per l’agroalimentare».

Secondo Francesco Pigliaru, è arrivato il momento di rivedere tutta la questione. «Per lo Stato – ha detto – avere una servitù di seimila o tredicimila ettari non fa differenza. Il risultato è che quando si parla di spending review si prende in considerazione la riduzione di aerei, carri armati etc. C’è solo una voce di costo che non si riduce: la dimensione delle servitù militari: Il numero di ettari soggetto a servitù rimane costane. La Regione – ha annunciato Pigliaru – proporrà uno studio internazionale sulle servitù militari basato su standard riconosciuti a livello globale».

Il governatore ha ricordato in Aula le dichiarazioni del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e la disponibilità dello Stato «a restituire alla Sardegna le aree militari considerate non strategiche per le Forze Armate». La Regione lavorerà per recuperare i territori e metterli a disposizione dei sardi. Francesco Pigliaru, al termine del suo intervento, ha informato il Consiglio della richiesta avanzata al Ministero: sospensione di tutte le attività militari nel periodo 1 giugno-30 settembre. «Su questo punto il Governo ha mostrato disponibilità – ha detto il presidente – per noi si tratta di un passo importante che produrrebbe immediati benefici per il settore turistico». 

Il capogruppo di FI, Pietro Pittalis, ha chiesto al presidente del Consiglio, una sospensione di 10 minuti per coordinare gli interventi dell’opposizione. La richiesta è stata accolta. Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, dopo aver comunicato che il tempo a disposizione di ciascun consigliere nello spazio riservato al dibattito, è di cinque minuti per intervento, ha concesso la parola al primo degli iscritti a parlare, Stefano Tunis.

Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha espresso apprezzamento per la discussione in Aula di un tema strategico e importante ma che – a giudizio dell’esponente della minoranza – merita approfondimenti «soprattutto da parte della giunta». L’onorevole Tunis ha definito, infatti, «imprecisi e incompleti» i dati illustrati dal presidente della Regione nel corso delle dichiarazioni rese all’assemblea. Per Stefano Tunis, il presidente Pigliaru non ha tenuto nella dovuta considerazione che i poligoni per i quali si ipotizza la restituzione sono di proprietà del demanio e, dunque, ha aggiunto Tunis, il presidente della Regione, sulle servitù militari, si confronta con i proprietari legittimi di quelle aree.

L’ulteriore sottolineatura critica ha riguardato il fatto che il presidente della giunta non abbia tenuto nella dovuta considerazione l’importanza che riveste il poligono di Capo Teulada per l’addestramento della Brigata Sassari. Il consigliere Tunis ha sottolineato l’importanza di Teulada e Quirra per la Difesa nazionale ed ha auspicato maggiore approfondimenti da parte della Giunta sul tema. In particolare, il consigliere di Fi, ha chiesto una valutazione delle conseguenza economiche che ne deriverebbero nei territori qualora ci fossero le dismissioni delle aree utilizzate per le esercitazioni. «Ha calcolato – ha domandato Tunis al presidente della giunta – quali ricadute ci sarebbero per le popolazioni del Sulcis, visto che la Difesa ha in corso investimenti per cinquanta milioni di euro proprio a capo Teulada?». L’esponente della minoranza ha concluso manifestando perplessità sulla possibilità di un ordine del giorno unitario in Consiglio regionale sull’argomento.

Il consigliere del Partito Democratico, Roberto Deriu, ha espresso favore per il metodo con cui il presidente Pigliaru ha deciso di affrontare un tema definito «davvero serio». A giudizio del consigliere Deriu il metodo individuato dal presidente della giunta è fondamentale per condurre con successo un negoziato e ha definito dunque «corretta» l’impostazione della giunta. «E’ corretto – ha affermato Deriu – individuare i contorni del problema e correttamente intavolare una trattativa che conduca al giusto riconoscimento dei nostri interessi». «La Sardegna – ha aggiunto l’esponente del Pd – ha bisogno di affrontare i grandi temi irrisolti con la Repubblica e di condurli in porto con successo». Il consigliere Deriu ha concluso esprimendo favore per l’azione del presidente Pigliaru e consenso per il metodo utilizzato nel negoziato con lo Stato sulle servitù militari e ha affermato che «le soluzioni dovranno soddisfare l’una e l’altra parte».

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato in apertura del suo intervento che «sulle servitù militari non serve il ping-pong tra maggioranza e opposizione» e non è utile «ricercare responsabilità del passato». «Il tema – ha aggiunto il consigliere della minoranza – è vecchio di sessanta anni ed è evidente a tutti la sproporzione nel contributo che la Sardegna dà alla Difesa con le servitù militari». Il consigliere Carta ha dichiarato di condividere le affermazioni del presidente Pigliaru in riferimento al “riequilibrio” e ai riconoscimenti in termini economici per la Regione.

Il consigliere del Psd’Az ha proseguito ricordando ciò che di poco positivo – a suo giudizio – è accaduto nei territori dove le servitù e i poligoni sono stati dismessi. Carta ha tuttavia ribadito la sua contrarietà al gravame militare e alle esercitazioni ma ha auspicato «un approccio pacato» e una serie di passaggi graduali. L’esponente dell’opposizione ha auspicato una positiva evoluzione del confronto Stato-Regione nella prossima riunione della conferenza nazionale sulle servitù e ha concluso il suo intervento con la seguente dichiarazione: «Sono contro le servitù militari ma dobbiamo sapere cosa accade senza le servitù militari».

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere Gavino Sale (Misto – Irs): «Questo tema merita una forza imponente, anche perché come indipendentista non posso accettare che anche un solo metro quadro della Sardegna sia servitù di altri Stati». Sale ha ricordato ai colleghi che si tratta di un problema annoso che ha origini lontane, però «in questo cambio di tattica del presidente Pigliaru si intravede una metodologia nuova, visto che la vecchia non ha dato alcun risultato». Il consigliere di maggioranza ha proposto al Consiglio regionale e al presidente Pigliaru di avviare, attraverso l’Arpas, indagini serie e non pilotate. «Dobbiamo chiedere alle agenzie internazionali – ha concluso Sale – la valutazione vera di quanto è stato il mancato sviluppo».

Critico nei confronti della maggioranza il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci: «Oltre alle buone parole viene fuori solamente l’antimilitarismo spinto che ha sempre caratterizzato il centrosinistra». Un attacco chiaro, secondo Locci, a Capo Teulada e alle forze armate. Il consigliere di opposizione ha ricordato che lo Stato ha pagato quel territorio e compensa con indennizzi alla popolazione i disagi causati dalla presenza delle servitù militari: «Non dimentichiamo che non si tratta di una chiusura totale ma esistono una serie di protocolli d’intesa tra il ministero e le comunità locali». Tra questi gli indennizzi per 440 armatori della pesca e agli allevatori, oltre a consentire l’utilizzo delle spiagge dal 20 di luglio a 30 settembre. «Non possiamo consentire – ha concluso Locci – un attacco diretto alle nostre forze armate», avvisando che con il taglio della spesa del ministero della Difesa potrebbero rischiare di dover lasciare la Sardegna circa 700 militari. Per Locci si andrà verso le esercitazioni della guerra elettronica e, presto,  non ci saranno più lanci di missili.

Piero Comandini (Pd) si è opposto alla visione di un centrosinistra contro i militari: «Conosco il valore della brigata Sassari e il valore di tutti i nostri militari, ma non stiamo parlando di questo, piuttosto del diritto dei sardi». Per Comandini il dato certo è che la Sardegna è  gravata eccessivamente dalle servitù, il 65 per cento di quelle presenti nel territorio nazionale, ed è giusto che vengano suddivise equamente con le altre regioni «si parla, infatti, di esercito italiano ed europeo, non sardo». «Sono d’accordo – ha affermato – con cambio di passo del presidente Pigliaru sull’argomento. Ripartiamo da quello che è stato fatto in Commissione in Senato nella scorsa legislatura, un voto trasversale che aveva segnato la via: chiudiamo Capo Teulada e Capo Frasca e lasciamo Quirra, puntando sulla ricerca».

Emilio Usula capogruppo di “Soberania e Indipendentzia” ha sottolineato l’esigenza di portare avanti una trattativa con lo Stato “a schiena dritta”, senza distinguo e cedimenti. «Un’esigenza ancora più stringente – ha aggiunto Usula – alla luce di quanto sta avvenendo a livello nazionale. «La Sardegna è sotto attacco su diversi fronti – ha detto il consigliere sovranista – spetta a noi respingerli, a partire dal tentativo di svilire la specialità sarda attraverso la riforma del Titolo V della Costituzione». Usula ha poi parlato della possibilità che l’Isola venga inserita nell’elenco delle regioni idonee ad ospitare depositi per le scorie nucleari, un’ipotesi da respingere “senza se e senza ma”. Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia” ha poi espresso apprezzamento  per l’azione portata avanti dalla Giunta sul tema delle servitù militari. «Adesso – ha detto Usula – è arrivato il momento di porre rimedio alla sproporzione tra sacrifici e benefici. Il compito è gravoso, la crisi economica ci rende ricattabili, per questo serve ancora più fermezza nel difendere le nostre posizioni e proteggere ogni millimetro della nostra sovranità». Per il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, «i poligoni militari non devono costituire un problema ma una risorsa». L’esponente della minoranza ha evidenziato «il peso determinante delle basi militari per l’economia sarda, fatte salve le esigenze di tutela della salute e dell’ambiente». Rubiu ha poi lamentato la mancanza di dati e documenti su cui ragionare («avremmo gradito ricevere informazioni dettagliate dalla Giunta») e si è detto contrario ad una «riduzione drastica della presenza militare, pensando ai danni provocati a La Maddalena dalla chiusura della base americana». «L’Udc – ha aggiunto il capogruppo – è invece favorevole all’apertura di un tavolo sulle servitù militari con le amministrazioni locali e le associazioni». Da Rubiu, infine, un suggerimento alla Giunta: «Pigliaru chieda al Ministero della Difesa che le basi vengano allontanate almeno a due km dal mare per rendere gli spazi liberi durante il periodo estivo». Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha ricordato, in apertura del suo intervento, la vocazione antimilitarista del suo partito e il rispetto assoluto per le disposizioni dell’articolo 11 della Costituzione. Cocco ha poi apprezzato la posizione assunta dalla Giunta nel confronto con lo Stato sulle servitù militari. «Cediamo una parte importante del nostro territorio e pretendiamo un riequilibrio – ha detto l’esponente di Sel – ma le compensazioni per la ricerca, invocate dal presidente, devono essere indirizzate in ambito civile e non militare. Ben vengano gli studi internazionali sugli effetti provocati in Sardegna dalle Forze Armate – ha proseguito il consigliere della maggioranza – ci sono dati certi su quanto accaduto in passato. Le compensazioni sono elemosine rispetto al costo pagato dall’Isola». Cocco ha poi chiesto di rivedere la composizione del tavolo tecnico nel quale si affronta la questione delle servitù allargandolo ai parlamentari sardi. Il capogruppo di Sel ha infine espresso contrarietà all’ipotesi di un ordine del giorno unitario, «meglio – ha detto – trovare uno strumento forte che consenta al presidente Pigliaru di rappresentare la Sardegna intera  nel confronto con lo Stato».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato «con franchezza» che il presidente «ha fatto bene a riferire al Consiglio, ma sarebbe stato meglio considerare questo dibattito un momento preparatorio per definire bene le fasi successive». «Nessuno è guerrafondaio – ha detto Dedoni – però il mondo non è governato solo dai pacifisti, ci sono aree di forti crisi che richiedono la presenza della forza armata ed è vero che non tutto deve continuare ad essere in Sardegna, senza un minimo di ristoro». Renato Soru sembrava dovesse cacciare gli americani risolvendo ogni problema, ha ricordato il capogruppo dei Riformatori, «e spero che l’onestà intellettuale del presidente Pigliaru non ci faccia ricadere in situazioni analoghe». Sull’ipotesi di arrivare ad un ordine del giorno unitario, Dedoni ha manifestato scetticismo: «Vuol dire che ci sono differenze profonde all’interno del centro sinistra, non vorrei che si fosse già deciso a quali esperti e a quali società internazionali affidare lo studio di cui si è parlato». E’ molto più utile, per Dedoni, «sapere cosa hanno fatto i rappresentanti della Sardegna nel Comitato paritetico sulle servitù e soprattutto sapere qual è la posizione del governo». Cerchiamo di orientarci sulle cose concrete, ha esortato l’esponente dei Riformatori, «fermiamoci un attimo per definire dettagliatamente la proposta della Regione, altrimenti stiamo illudendo il popolo sardo». Il consigliere Roberto Desini (Centro democratico) ha espresso vivo apprezzamento per l’azione del presidente Pigliaru, «che ha messo in campo una strategia efficace soprattutto perché molto propositiva: è vero che non esistono governi amici o nemici ma governi che rispettano le regole ed è anche vero che i dati fornitici dal presidente parlano chiaro e sono inequivocabili». E’ possibile, ha proseguito Desini, «che lo Stato paghi gli indennizzi dilazionati in 5 anni e che negli ultimi vent’anni siano addirittura diminuiti?» Il problema va affrontato a 360 gradi, ad avviso di Desini, «cominciando dalla conoscenza e dalla trasparenza, non serve quindi un ordine del giorno ma serve proseguire nella linea tracciata dal presidente». Il capogruppo del Partito Sardo d’Azione, Christian Solinas, ha ricordato che, sul problema delle servitù militari, i sardisti hanno molto da dire per la loro storia. Ci vogliono cedibilità e competenza, ha osservato Solinas, «ma senza una adeguata istruttoria non si può arrivare ad un documento del Consiglio, unitario o meno». Solinas ha poi invitato il Consiglio a guardare le cose al di là della superficie, inquadrando il complesso problema delle servitù nel più ampio contesto del negoziato fra Regione e Stato. «Sul patto di stabilità il governo non ci ha ancora detto nulla», ha lamentato il consigliere sardista, «mentre ci sono anche le servitù industriali come quella di Porto Torres dove lo Stato è andato via lasciando le macerie della sua presenza; insomma si stanno giocando sulla Sardegna una serie di partite che devono la nostra Regione in una funzione sacerdotale, di chi prende atto di decisioni prese a Roma mentre occorre una lettura unitaria dei principali fatti che stanno accadendo ed una sintesi virtuosa è possibile anche se servono uno o due giorni in più». «Ci interessa molto –  ha continuato Solinas – il tema delle compensazioni posto dal presidente e vorremmo capire perché lo stato che ha firmato i contratti per l’acquisto dei bombardieri F35 i quali sicuramente si eserciteranno in Italia e soprattutto in Sardegna, prevedendo un grande polo produttivo a Novara: nei tavoli con lo Stato si deve parlare anche di queste cose, quantificare il passato e progettare alternative».

Il capoguppo del Pd, Pietro Cocco, ha evidenziato come ormai da anni, il tema delle servitù militari sia al centro del dibattito politico in Sardegna ma come non siano stati registrati risultati adeguati. Cocco ha fatto riferimento ai «termini rivendicativi» utilizzati nel passato, per segnare la differenza con il metodo inaugurato dal presidente Pigliaru. «Un metodo condivisibile», così lo ha definito il capogruppo della maggioranza che ha proseguito con l’elencazione dei dati forniti dal capo dell’esecutivo regionale nel corso delle sue dichiarazioni in Aula. «Serve un riequilibrio e servono compensazioni – ha affermato Pietro Cocco, in linea con la proposta di lavoro indicata dal presidente Pigliaru. Il capogruppo dei democratici ha quindi schematizzato le posizioni emerse nel corso del dibattito: «Il centrosinistra – ha detto il consigliere Pd – vuole un riequilibrio della presenza delle servitù e vuole dare forza alle posizioni del presidente della Regione con un pronunciamento del Consiglio. Il centrodestra, invece, ha difeso i poligoni ad incominciare da quelli del Sulcis e di Teulada in particolare. Il Psd’Az – ha detto Cocco – per bocca del suo capogruppo si è espresso contro le servitù ma ha anche dichiarato che non si può procedere con uno smantellamento immediato. Il capogruppo Cocco ha affermato il suo favore per l’apertura di un percorso praticabile per riconoscere i diritti dei sardi e ha ricordato la necessità degli interventi di bonifica e la sproporzionata estensione dei poligoni di Teulada e Quirra. Il capogruppo del Pd ha concluso il suo intervento preannunciando la presentazione di un ordine del giorno da sottoporre all’approvazione del Consiglio «per dare forza al presidente Pigliaru nel negoziato con lo Stato sulle servitù militari in Sardegna».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è detto «sorpreso» dalla conclusioni formulate dal capogruppo del Pd, Pietro Cocco e ha dichiarato di non condividere lo schema delle posizioni emerse nel corso dal dibattito, così come sono state formulate il capogruppo dei democratici. «Il presidente della giunta – ha spiegato Pietro Pittalis – ha fatto intendere con chiarezza che vuole sedersi al tavolo della trattativa con il governo, con il sostegno dell’intera assemblea legislativa sarda ma ci dispiace prendere atto che la maggioranza che lo sostiene procede in senso opposto». Il capogruppo Fi ha dunque invitato ad una maggiore serenità nell’affrontare la delicata questione delle servitù militari e ha affermato che non è in discussione il ruolo e la funzione delle forze armate ma serve discutere senza tabù di un riequilibrio delle presenze dei militari in Sardegna. «Fermiamoci un attimo per riflettere e mettiamo da parte la fretta», ha concluso il capogruppo di Forza Italia in Consiglio.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensione dei lavori. Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha accordato la sospensione dei lavori dell’Aula.

Al rientro in Aula, il presidente ha dato la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, il quale ha chiesto di sospendere la discussione sulle servitù militari perché è in corso la predisposizione di un ordine del giorno da proporre nella prossima seduta del Consiglio. Cocco ha proposto, nel frattempo, di proseguire con l’esame della mozione 26 (Cappellacci e più ) “sulla continuità territoriale marittima della Sardegna”. Il presidente ha sottoposto la richiesta del capogruppo del Pd all’Aula che si è detta d’accordo. Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al capo dell’esecutivo regionale. Pigliaru ha rilevato che la discussione è stata chiara con posizioni nette e differenziate, soprattutto tra i banchi dell’opposizione. Ci sono dei dati di fatto, secondo il presidente Pigliaru, su cui è possibile trovare una convergenza. Il primo è sulla sproporzione della quantità di servitù militari tra la Sardegna e le altre regioni italiane, il secondo è sugli aspetti di conoscenza e trasparenza «ora inaccettabili». E’ necessario, ha continuato, avere più elementi di valutazione sulla situazione sanitaria ed economica dei territori e di come devono essere eseguite le bonifiche. Il terzo punto è sulla necessità di avere stime più precise che riguardano i costi nascosti delle servitù militari, ossia sugli sviluppi alternativi che ci sarebbero potuti essere in quei territori se non ci fossero state le servitù militari. Il presidente Pigliaru ha auspicato che l’Aula arrivi a votare un ordine del giorno unitario, in vista della riunione della Conferenza nazionale sulle servitù militari, in programma a Roma il prossimo 18 giugno. L’intesa proposta dal governo, finora, ha concluso Pigliaru, non è accettabile e non è firmabile, ma la conferenza del 18 sarà un passaggio importante per mettere sul tavolo i punti su cui basare il percorso futuro.