1 August, 2024
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Mario Floris 1 copia

Il leader dell’UDS Mario Floris, dopo l’assemblea dei sindaci della Sardegna in Consiglio regionale, ha diffuso una nota nella quale sottolinea che «i sindaci non concordano con la Giunta regionale. Non è bastato che il presidente della Regione e il presidente del Consiglio abbiano voluto ascoltare le rivendicazioni dei comuni sardi. Le ragioni della protesta dei primi cittadini ci sono tutte».

«Le risposte date dalla maggioranza e dalla Giunta sono state del tutto insoddisfacenti. Lo confermano gli stessi sindaci e le loro rappresentanze istituzionali – prosegue Floris – Consiglio delle Autonomie Locali  e coordinamento delle associazioni autonomiste ( Anci, Asel, Aiccre e Lega), in un documento conclusivo dell’assemblea, denunciano come insoddisfacente la risposta data dal presidente della Regione sulle drammatiche problematiche dei comuni ed esprimono forte preoccupazione per l’assenza di risposte certe e per gli effetti derivanti dalla posizione assunta dalla Giunta regionale rispetto al Fondo Unico, al Patto di stabilità e al mancato trasferimento, da parte della Regione, dei finanziamenti per le opere pubbliche realizzate per delega regionale che stanno creando notevoli e dannose conseguenze al sistema delle imprese e all’occupazione.»

«La denuncia degli enti locali, che già oggi hanno deciso di non partecipare agli incontri istituzionali con la Prima Commissione – conclude Floris – è  la prova che la Giunta regionale e la maggioranza hanno imboccato una strada sbagliata.»

Claudia Firino 5 copia

La Seconda commissione, presieduta da Gavino Manca (Pd), presenterà una risoluzione sull’applicazione del contratto nazionale di Federcultura nel sistema bibliotecario della Sardegna. Lo ha annunciato il presidente Manca durante l’audizione dell’assessore regionale della Cultura, Claudia Firino, sentita sull’interpellanza, primo firmatario Piero Comandini (Pd), «sull’applicazione del CCNL Federcultura nelle gare d’appalto per l’affidamento della gestione dei Servizi Archivio Storico e Sistema Bibliotecario del Comune di Cagliari e dei Comuni del Sarcidano – Barbagia di Seulo finanziati ai sensi della legge regionale n.14 del 2006».

Una decisione condivisa dal proponente dell’interpellanza e dal vice presidente del Consiglio regionale, Eugenio Lai, il quale ha presentato una mozione sullo stesso argomento. La risoluzione sarà portata in aula per aprire una discussione costruttiva su questa problematica e rafforzare le iniziative dell’assessore Firino.

Piero Comandini, intervenuto per illustrare l’interpellanza, ha spiegato che molte cooperative, vincitrici di appalto bandito dai Comuni, non applicano al personale bibliotecario il contratto Federcultura, ma quello Multiservizi. «Questa situazione – ha spiegato – è penalizzante per i lavoratori, sia dal punto di vista del riconoscimento professionale, sia dal punto di vista retributivo perché in alcuni casi guadagnano anche 300 euro in meno al mese».

Secondo Comandini la Regione deve dare linee di indirizzo chiare che tutelino i lavoratori, visto che i finanziamenti per la gestione sono quasi al  cento per cento regionali. Anche il firmatario della mozione, Eugenio Lai, si è detto favorevole a discutere una risoluzione unitaria in aula, e ha chiesto all’assessore di definire anche come debbano essere redatti i bandi, perché in base al servizio richiesto deve essere applicato uno o l’altro contratto. Lai ha anche sottolineato che il costo del sistema bibliotecario e museale non può essere tutto a carico della Regione e ha proposto l’inserimento del biglietto unico museale. E’ necessario, ha detto, creare una sinergia tra tutti i musei e le biblioteche sarde.

L’assessore Firino ha accolto le proposte dei consiglieri e ha sottolineato che il problema contrattuale potrebbe avere un effetto domino se non venisse risolto, «con una corsa al ribasso che prevederà un trattamento sempre meno favorevole per i lavoratori». L’esponente della Giunta ha tracciato la strada: prima la ricognizione delle situazione e successivamente una delibera che «dia indirizzi chiari per la formulazione delle gare d’appalto e blocchi la deriva» e poi una nuova legge che ridisegni l’organizzazione di tutto il patrimonio culturale regionale sotto la responsabilità dei Comuni.

Serve, ha concluso l’assessore, una gestione più omogenea che dia più garanzia ai lavoratori e non crei disparità tra i servizi offerti dai diversi comuni.

Consiglio regionale 2 copia

«La legge per gli indennizzi alle aziende i cui capi sono stati colpiti dall’epidemia di Blue tongue deve ritornare al più presto in Aula: abbiamo individuato nel fondo della Sanità la nuova copertura finanziaria, per rendere immediatamente spendibili le somme stanziate con le norme approvate martedì scorso in Consiglio». E’ la posizione dei gruppi consiliari della minoranza che in una conferenza stampa congiunta sono ritornati sul tema della Blue tongue, dopo l’unanime via libera alla legge che stanzia 23 milioni di euro, a titolo di ristoro dei danni subiti per il manifestarsi della malattia, ma la cui erogazione è subordinata all’incremento degli spazi finanziari euro compatibili rispetto al patto di stabilità attualmente in vigore.

Pietro Pittalis (Forza Italia), Gianluigi Rubiu (Udc), Christian Solinas (Psd’Az), Modesto Fenu e Paolo Truzzu (Sardegna) ribadiscono il favore per il provvedimento varato con il voto anche dei consiglieri dell’opposizione ma definiscono «una copertura finanziaria virtuale» quella individuata dalla maggioranza, perché condizionata all’allargamento dei tetti di spesa del patto di stabilità. Per il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, «la legge crea solo nuove aspettative nel mondo agropastorale sardo» mentre per Modesto Fenu (capogruppo Sardegna) si tratta di una vera e propria «illusione perché le risorse non sono disponibili”».

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha definito l’approvazione del comma 2 dell’emendamento n. 4 (quello che subordina gli interventi all’incremento degli spazi finanziari) una “clausola sospensiva” introdotta per la prima volta in un provvedimento legislativo del Consiglio ed ha denunciato una evidente mancanza di coordinamento, tra la maggioranza e la Giunta, in ordine alle priorità di spesa. Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha rimarcato l’assenza di stanziamenti per le azioni di prevenzione e informazione sulla Blue tongue e avanzato l’ipotesi che in futuro possano essere introdotti nuovi sistemi di incentivo per premiare le aziende che restano immuni dalla malattia. L’ex assessore dell’Agricoltura nella Giunta Cappellacci, Oscar Cherchi (Fi), ha invece ricordato come i 18 milioni di euro stanziati nella scorsa legislatura fossero “immediatamente spendibili” e ha invitato l’attuale responsabile dell’Agricoltura ad inserire nei plafond di spesa di competenza le risorse stanziate dalla legge per gli indennizzi. Per il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna) si è in presenza di un vero paradosso «i fondi stanziati nella legge approvata martedì scorso non posso essere utilizzati ma nel contempo non possono essere spesi e il tutto sembra una grande illusione in danno degli allevatori sardi».

Per la minoranza consiliare le coperture finanziarie al provvedimento sugli indennizzi Blue tongue devono essere imputate al fondo della Sanità (è escluso dai vincoli del patto di stabilità) che successivamente, in sede di assestamento di bilancio, potrà essere ricostituito.

L’assessorato regionale del Lavoro ha approvato il sedicesimo elenco di domande ammesse ad accedere al #Fondo Microcredito Fse
La #Sifrs S.p.A., soggetto gestore dell’intervento, notificherà agli 80 nuovi beneficiari l’ammissione all’agevolazione, l’importo concesso (in ogni caso non superiore ai 25 mila euro) e le relative condizioni contrattuali. 
Il mutuo è rimborsabile a tasso zero in massimo 60 rate mensili ed è riservato a persone con difficoltà di accesso ai canali tradizionali del credito che intendano avviare una nuova iniziativa imprenditoriale in Sardegna o realizzare un nuovo investimento nell’ambito di iniziative esistenti. 

Sabato 31 maggio, alle ore 16,30, presso la sezione di San Giovanni Suergiu del #Partito Socialista Italiano, ubicata in via Mazzini, si svolgerà un incontro con Gianfranco Lecca, segretario regionale del partito, e Simone Atzeni, segretario particolare dell’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras.

All’ordine del giorno, i problemi legati alla riorganizzazione del partito e quelli riguardanti la gestione dell’assessorato dell’Industria.

L’assessorato regionale del Lavoro ha pubblicato l’avviso per la presentazione di progetti per la valutazione dei contenuti tecnici delle proposte di modifica/integrazione del repertorio regionale delle figure professionali. 
Possono partecipare esclusivamente raggruppamenti temporanei (RT) composti da organizzazioni sindacali dei lavoratori e da organizzazioni dei datori di lavoro più rappresentative a livello regionale, al fine di assicurare idonea copertura a tutte le tipologie di imprese (imprese individuali, micro e piccole, medie e grandi) e a tutti i settori economici del repertorio regionale delle figure professionali. 
Per essere ammissibile ciascuna proposta progettuale dovrà riguardare tutti i settori economici del Repertorio e in particolare: 
agricoltura zootecnia silvicoltura maricoltura,ambiente ecologia e sicurezza, artigianato artistico, beni culturali, cartotecnica stampa editoria, chimica e petrolchimica, credito, finanza, assicurazioni, distribuzione commerciale, edilizia ed impiantistica, fabbricazione di prodotti in materiali non metalliferi, estrazione e lavorazione pietre, informatica, legno, sughero, produzione mobili, logistica e trasporti, produzioni alimentari, produzioni metalmeccaniche e cantieristica pubblicità comunicazione pubbliche relazioni, servizi di istruzione e formazione, servizi socio sanitari, spettacolo, sport benessere e cura della persona, tessile abbigliamento, servizi turistici, ricettivi e ristorazione, vendita e riparazione di auto e moto veicoli, trasversale (risorse umane, amministrazione, qualità, marketing, comunicazione…). 
Le risorse disponibili ammontano a 50mila euro . 
Le proposte dovranno pervenire, entro le ore 13.00 del 30 giugno al seguente indirizzo: 
Assessorato regionale del Lavoro, formazione professionale, 
cooperazione e sicurezza sociale 
Servizio della governance della formazione professionale 
Settore programmazione 
via XXVIII Febbraio, 1 – 09131 Cagliari 
Quesiti di carattere generale attinenti alle disposizioni dell’avviso dovranno essere inviati tramite e-mail all’indirizzo: lav.programmazione@regione.sardegna.it

Cantina Santadi 80 copia
I produttori e le organizzazioni operanti nel settore potranno presentare progetti aventi un costo complessivo minimo per Paese Terzo di euro e per anno di 100mila euro. 
L’intensità dell’aiuto potrà arrivare a coprire fino al 50% delle spese sostenute. Il restante 50% è a carico del beneficiario. 
La promozione riguarda tutte le categorie di vini a denominazione di origine protetta, i vini ad indicazione geografica nonché i vini con indicazione della varietà di uva da vino. 
Le azioni ammissibili da svolgere esclusivamente nei Paesi terzi riguardano: 
– promozione e pubblicità, che mettano in rilievo i vantaggi dei prodotti di qualità, la sicurezza alimentare ed il rispetto dell’ambiente e delle disposizioni attuative del Regolamento, da attuare a mezzo dei canali di informazione quali stampa e televisione; 
– partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale; 
– campagne di informazione e promozione, in particolare, sulle denominazioni d’origine e sulle indicazioni geografiche, da attuarsi presso i punti vendita (grande distribuzione, ristorazione dei paesi terzi, Horeca, ecc); 
– altri strumenti di comunicazione tra cui creazione siti internet, nella lingua ufficiale del Paese destinatario delle azioni, o in lingua inglese, in cui vengono descritte le qualità del prodotto e la zona di provenienza dello stesso, realizzazione di opuscoli, pieghevoli o altro materiale informativo e incontri sul territorio nazionale con operatori e/o giornalisti dei Paesi terzi da svolgersi anche presso le aziende partecipanti ai progetti (incoming). 
La domanda di richiesta dell’aiuto dovrà pervenire in originale e su supporto ottico (CD/DVD), a mano, tramite corriere espresso o raccomandata entro le ore 13.00 del 30 giugno 2014 all’Agenzia Argea Area Coordinamento Attività Ispettive in Viale Adua, 1 – 07100 Sassari. 
Copia della documentazione dovrà essere inviata entro le ore 13.00 del 30 giugno esclusivamente ai seguenti indirizzi di posta elettronica certificata: 
dpm@certificata.agea.gov.it (Agea Organismo pagatore) 
saq11@pec.politicheagricole.gov.it (ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali) 

Piazza Municipio Iglesias 1 copia Il Municipio di Iglesias copia

A Iglesias sabato e domenica si rinnova l’appuntamento con Monumenti Aperti, rassegna organizzata dai comuni in collaborazione con il coordinamento regionale affidato all’associazione culturale #Imago Mundi.

I siti visitabili saranno 42: Acquedotto Pisano – Località Campera; Archivio Storico Minerario; Casa Rodriguez; Castello Salvaterra; Cattedrale di Santa Chiara; Chiesa del Santo Salvatore; Chiesa della Purissima; Chiesa di Nostra Signora di Valverde; Chiesa di San Domenico; Chiesa di San Francesco d’Assisi; Chiesa di San Giuseppe; Chiesa di San Marcello; Chiesa di San Severino; Chiesa di Sant’Antonio Abate; Chiesa Oratorio di San Michele; Chiostro di San Francesco; Cimitero monumentale; Ex Mattatoio; Ex Scuola Elementare “Foiso Fois”; Frantoio Orrù; Istituto Tecnico Industriale Minerario; Itinerario del Liberty, Mostra collezione Pistis Corsi; Mura Pisane; Museo dell’arte minerario; Museo della Civiltà Mineraria Genna Luas; Museo della Memoria – Casa del Combattente; Museo diocesano; Museo etnografico presso Cantina Aru; Nebida (Itinerari minerari); Palazzina Bellavista e Foresteria impiegati; Palazzina dell’associazione mineraria sarda; Palazzo Liberty, Parco di Villa Boldetti; Piazza Lamarmora; Piazza Municipio e Palazzo Civico; Piazza Oberdan; Piazza Sella; Quartiere Sa Costera; Santuario Nostra Signora di Valverde; Sito archeologico di Corongiu ‘e Mari; Teatro Electra; Torre guelfa.

Per la visita gli organizzatori consigliano abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese verranno sospese durante le funzioni religiose.

E’ facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti.

In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.

Info Point curato dall’Ufficio Turistico: Via XXVII Marzo angolo Via Mazzini (vicino Piazza Municipio)
Orario: Sabato 10.00 – 12.00 | 16.00 – 20.00
Domenica 10.00 -20.00
Info: 0781.274505 – infoturistiche@comune.iglesias.ca.it

Partecipano alla manifestazione

Comune di Iglesias
Arciconfraternita del Santo Monte
Associazione Artistico-Culturale “P. Allori”
Associazione Balestrieri Iglesias
Associazione Castellani de Gioiosa Guardia
Associazione Culturale Agorà
Associazione Culturale Gremio Vignaiuoli, Contadini,
Tavernai,Calzolai e Armati delle Vigne
Associazione Culturale Logos
Associazione Culturale Onlus Minatori e Memoria
Associazione Culturale Remo Branca
Associazione Mineraria Sarda
Associazione Musici Porta Sant’Antonio
Associazione Nazionale Combattenti e Reduci
Associazione Nazionale Consiglio dei Role Player Onlus
Associazione Nazionale Italia Nostra Sezione Iglesias
Associazione Onlus per il Parco Geominerario Storico
e Ambientale della Sardegna
Associazione Onlus Pozzo Sella
Associazione Onlus Scuole di Miniera
Associazione Onlus Verde Azzurro Pan di Zucchero
Associazione Periti Industriali Minerari e Minerari Geotecnici
Associazione Santissima Vergine delle Grazie
Associazione Studi Storici Fortificazioni
Associazione Turistica Pro Loco Iglesias
ASD Gennarta
Cantina Aru
Centro Studi Speleo Archeologici (C.I.S.S.A.)
Circolo Musicale “Giuseppe Verdi”
Comitato Quartiere Castello
Coro di Iglesias
Corporazione Lavoratori di Fosse
Ente Concerti Città di Iglesias
Gruppo Folk “Is Meurreddus”
Gruppo Folkloristico Città di Iglesias
Gruppo Sbandieratori Aquile Ghibelline Iglesias
Gruppo Storico Medievale Ghibellina Iglesias
Interact Club Iglesias
Istituto Comprensivo “P. Allori”
Istituto Comprensivo “E.d’Arborea”
Istituto Comprensivo “C. Nivola”
Istituto di Istruzione Superiore “G. Asproni”
Istituto Magistrale “C. Baudi di Vesme”
Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato “G.Ferraris”
Istituto Tecnico Commerciale “E. Fermi”
Istituto Tecnico Industriale Statale Minerario “G. Asproni”
Paleografe dell’Archivio Storico Comunale
Quartiere Fontana
Sbandieratori Santa Lucia
Scuola Civica di Musica di Iglesias
Società Balestrieri Villa Ecclesiae
Società Operaia Industriale di Mutuo Soccorso
Volontari Rione Sant’Antonio
Volontari San Domenico

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Grande successo per l’anteprima, questa sera, al Teatro Electra di Iglesias, dell’opera lirica inedita per voci bianche ed orchestra “ZinBumBum – Edina e i ricordi di carta”, libretto di Gianluca Erriu, Marco Nateri e Giovanna Deidda, musiche di Gianluca Erriu, regia e scenografia di Marco Nateri. L’opera, produzione originale dell’Ente Concerti Città di Iglesias, nasce da un’idea di Marco Nateri e si basa sulla vita di Edina Altara, artista sassarese vissuta tra il 1898 e il 1983.

All’anteprima erano presenti i genitori degli allievi protagonisti del progetto, il sindaco Emilio Gariazzo e gli assessori della Cultura, Simone Franceschi e delle Politiche sociali, giovanili e dell’integrazione, Alessandra Ferrara.

L’opera è programma venerdì 30 e sabato 31 maggio, al Teatro Electra di Iglesias, in prima nazionale.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

La seduta del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza del presidente Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 22 (Floris e più) “sullo Statuto sardo di autonomia e riforma del Titolo V della Costituzione”.

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere Mario Floris (Sardegna – Uds) per l’illustrazione della mozione.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna – Uds) ha affermato che, sulla materia istituzionale, «è giunto il momento delle grandi decisioni per la Sardegna, a 60 anni dall’autonomia, un momento fatidico nel quale il Consiglio regionale deve prendere coraggio, superando le appartenenze e sottoponendo al governo un nuovo statuto di autonomia per restituire alla Sardegna quella funzione che ha storicamente avuto nel mediterraneo e nel mondo».

In questa prima fase della legislatura, ha proseguito Floris, «c’è un fervore di iniziative nel rapporto fra Stato e Regione, un buon viatico ma le tante proposte tendono ancora a delegare scelte e decisioni, dobbiamo invece mostrare lo stesso coraggio della scorsa legislatura, quando abbiamo avviato un grande processo di auto riforma a partire dalla riduzione del numero dei consiglieri, e dire noi quale Statuto deve guidare la Sardegna nel futuro». Non abbiamo più tempo, ha proseguito il consigliere, «la Giunta può predisporre un testo entro 90 giorni sul quale il Consiglio deve pronunciarsi al massimo entro il prossimo autunno». Non possiamo correre il rischio di un nuovo fallimento, ha ammonito Floris citando Emilio Lussu che, a proposito dello Statuto sardo ricordava: «E’ entrato un leone, è uscito un gatto».

Floris si è detto poi molto preoccupato «per l’idea neo centralista del Presidente del Consiglio, rispettosa solo formalmente del sistema delle autonomie, un’idea frettolosa e pressappochista sempre più simile a una matassa aggrovigliata». Non c’è tempo da perdere per presentare il nostro conto allo Stato, ha detto infine Floris, «lo hanno detto stamane anche ai Sindaci parlando di patto di stabilità e Titolo III, ora dobbiamo muoverci senza dividerci perché è giunto il tempo dei fatti».

Il consigliere Edoardo Tocco (FI) ha affermato che la mozione «è un invito evidente a continuare la battaglia dell’autonomia e dell’orgoglio del popolo sardo, chiudendo per sempre la pagina delle rivendicazioni su questa o quella materia». L’iniziativa deve partire da noi, ha continuato Tocco, «abbiamo tante potenzialità e tante risorse e dobbiamo farle valere; anche per questo è auspicabile che la mozione sia condivisa non solo dall’opposizione ma da tutto il Consiglio, sosterremo anche la Giunta quando sosterrà le giuste ragioni della Sardegna».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha sottolineato che il punto qualificante della mozione «è mettere un freno alla proposta di riforma dello Stato, una vera dichiarazione di guerra contro la Sardegna, con tutte le competenze su materie strategiche che rischiano di tornare sotto il controllo dello Stato». L’autonomia della nostra isola, ha detto ancora Orrù, «nasce da un diritto naturale e storico, da una insularità che è diventata la spinta forte alla libertà attraverso l’autonomia; ora dobbiamo tradurre questa cultura in atti concreti». Con la riforma del 2001, ha proseguito il consigliere sardista, «si è introdotto il principio di sussidiarietà, le decisioni si prendono nel luogo più vicino ai cittadini; dobbiamo proseguire su questa strada, decentrando verso i Comuni e chiamandoli a partecipare alle decisioni regionali». Da Orrù, infine, un invito a stringere i tempi: «La Giunta deve predisporre una bozza di Statuto in tempi rapidi e il Consiglio deve approvarlo in tempi altrettanto rapidi».

Il consigliere di Sel, Francesco Agus, ha affermato che il tema delle riforme deve essere il “perno della legislatura” e sottolineato come le ultime due legislature precedenti siano da considerarsi come “perse” in materia di riforme. Nel frattempo, ha proseguito Agus, la nostra istituzione autonomistica «è ai limiti della praticabilità» e lo Statuto sardo risente del tempo («è cucito su misura al sistema sardo del 1945») e non tiene conto delle sempre più “invadenti” norme comunitarie. «Il tutto – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – ha provocato una separazione tra lo Statuto formale e ciò che è in pratica il nostro statuto». Il consigliere di Sel ha invitato Consiglio e Giunta a procedere in parallelo con la riscrittura dello Statuto, la revisione delle leggi fondamentali della Regione e la riforma degli Enti locali. I ritardi accumulati negli anni sull’argomento fanno sì che sia «concreto il rischio di vedere limitata la nostra specialità». «Mai come oggi – ha spiegato Agus – si salva ciò che è veloce, efficace, trasparente, smart mentre la nostra istituzione non è niente di tutto ciò e tantomeno appare al passo con i tempi». Per Francesco Agus l’attacco all’Autonomia non si combatte con “la chiusura in se stessi” né “piegandosi alle logiche di parte”. Il consigliere della maggioranza ha dunque illustrato le iniziative avviate dalla Prima commissione consiliare in materia di riforme istituzionali. «Domani – ha spiegato il presidente del parlamentino dell’Autonomia – prende il via il ciclo di audizioni sulle riforme che coinvolgerà rappresentanze istituzionali, politiche e sociali». I lavori della commissione incominceranno domani con le audizioni dei rappresentanti di Anci e Cal («iniziamo dai più deboli e dai più esposti alla crisi»). Il consigliere Agus ha auspicato l’approvazione di un documento unitario che sancisca una univoca posizione del Consiglio regionale per le riforme e a difesa dell’Autonomia, evitando di dividersi sui “temi e sui metodi”.

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha spiegato le ragioni della sottoscrizione della mozione illustrata dall’onorevole Mario Floris, evidenziando come il documento in discussione ponga l’accento sull’urgenza del tema delle riforme e sui pericoli che derivano all’Autonomia sarda dalla bozza di modifica del Titolo V della Costituzione della Repubblica. L’esponente della minoranza ha denunciato “l’assenza” della Sardegna dal dibattito nazionale sulle grandi riforme ed evidenziato come oggi («in particolare alla luce dei risultati delle recenti elezioni europee») sia in discussione l’impianto complessivo della specialità sarda.

Michele Cossa è quindi entrato nel merito del “metodo”, ricordando il risultato referendario del 2012 a favore dell’istituzione dell’Assemblea costituente del popolo sardo per la riscrittura dello Statuto. «Richiamiamo l’attenzione del Consiglio – ha dichiarato Cossa – su quanto chiesto dai sardi con il referendum e chiediamo sia data una risposta». Il consigliere dei Riformatori ha espresso il proprio favore per l’Assemblea costituente, definendola come lo strumento più adeguato per combattere l’aggressione alla nostra Autonomia e per riscrivere il nuovo Statuto.

Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia”, Augusto Cherchi, ha affermato in premessa «il diritto dei sardi all’autodeterminazione» insieme con «l’altrettanto chiaro diritto all’autogoverno».

Per l’esponente della maggioranza la bozza di riforma del Titolo V concretizza il neo centralismo in atto da parte dello Stato italiano. «E il neo centralismo – ha spiegato Cherchi – si combatte con l’idea nuova di stato sardo». Augusto Cherchi ha rimarcato la necessità di ridefinire i rapporti tra la Sardegna e Italia, mettendo al centro del processo l’idea di sovranità. Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia” ha auspicato l’apertura di una nuova stagione costituente e sottolineato come «i sardi siano titolari di una sovranità originaria e non delegata dallo Stato italiano».

Il presidente Ganau ha dato, poi, la parola ad Angelo Carta (Psd’Az), il quale ha dichiarato di aver sottoscritto questa mozione perché l’ha ritenuta di fondamentale importanza per la Sardegna. E’ importante però, secondo Carta, coinvolgere anche la società sarda nella riscrittura dello Statuto. «Il popolo sardo ci guarda con diffidenza», bisogna decidere in che modo coinvolgerlo in questo importante processo di modifica e di tutela dell’autonomia della Sardegna. Per Carta alla mozione va aggiunta l’istituzione dell’Assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto: «E’ lo strumento migliore per coinvolgere il popolo sardo, non è una diminutio per il Consiglio regionale».

Un ringraziamento al proponente della mozione, Mario Floris, è stato espresso da Oscar Cherchi, consigliere regionale di Forza Italia, perché «ha posto l’accento su un tema importante e scottante». L’esponente dell’opposizione ha ricordato come quanto sta accadendo a livello nazionale, con la modifica del Titolo V, vede la diminuzione dell’autonomia delle regioni. Un’autonomia guadagnata dall’Isola oltre 60 anni fa. «I cittadini ci chiedono di tutelare l’autonomia. Davanti a quanto sta accadendo, chiediamo alla Giunta e a tutto il Consiglio di presentare una proposta di legge di modifica dello Statuto entro 90 giorni da presentare con urgenza al governo». Cherchi ha anche ricordato gli impegni presi, in quell’aula, dal presidente della Repubblica e ha esortato l’esecutivo a ricordare al capo dello Stato quanto accaduto in quell’importante incontro, avvenuto nella scorsa legislatura, sollecitando un incontro anche con il presidente della Camera dei deputati, del Senato e una delegazione delle Istituzioni regionali della Sardegna per riscrivere i rapporti tra l’Isola e il Governo.

Ha quindi preso la parola Paolo Zedda (Rossomori) che ha sottoscritto la proposta di affidare all’Assemblea Costituente la riscrittura dello Statuto sardo. «E’ lo strumento migliore – ha detto Zedda – per coinvolgere tutta la società sarda e riaffermare il principio di autodeterminazione del popolo sardo.»
«Su mundu modernu est andendu faci a unu centralismu culturali, economicu e amministrativu (il mondo va verso un centralismo culturale, economico e amministrativo) – ha detto il rappresentante dei Rossomori nel suo intervento svolto interamente in lingua sarda – est doveri nostu a marcai is diferentzias e a amparai s’identidadi nosta. Custu at a donai prus forza a sa Sardigna. Du depeus fairi po is fillus nostus (è nostro dovere evidenziare le differenze e difendere la nostra identità. Questo darà più forza alla Sardegna. Lo dobbiamo fare per i nostri figli).»

Il consigliere Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera, ha messo l’accento sul fatto che «si sta avviando un tentativo su un terreno dove la classe dirigente sarda ha sempre fallito». Noi stiamo appena iniziando a lavorare, ha aggiunto Arbau, «mentre qualcuno (il governo), sta lavorando a ritmo molto più serrato sul titolo V della Costituzione, sui rapporti fra Stato e autonomie con una forte idea di accentramento e sul riordino del sistema degli enti locali, con abolizione delle Province e la riscrittura della presenza delle autonomie sul territorio».

Anche questo Consiglio regionale fallirà come hanno fallito molti altri, ha chiesto il consigliere Arbau. «Noi pensiamo che non si possa giocare in difesa, abbiamo davanti due strade: l’Assemblea costituente, che per noi è la via maestra e la più praticabile, oppure affidarci all’attività legislativa del Consiglio che potrebbe essere una via più veloce, investendo del compito la commissione Autonomia con un testo elaborato in sede redigente da sottoporre all’Aula». Prima dobbiamo scegliere il metodo, ha concluso il consigliere, e poi la sostanza e, su questa, «la nostra posizione è quella di trasformare la regione in una comunità autonoma».

Il consigliere Modesto Fenu (Zona Franca) ha rivendicato al Consiglio il ruolo di rappresentare compiutamente il popolo sardo, anche nel difficile rapporto con lo Stato. Nel momento in cui si vuole mettere in discussione l’autonomia della Sardegna, ha dichiarato Fenu, «dall’Aula deve arrivare un sussulto d’orgoglio, una proposta forte che, attraverso un nuovo Statuto, determini migliori condizioni di convivenza e di indipendenza economica, superando la condizione imbarazzante di elemosinare ragioni e diritti ad uno Stato centralista». Fenu ha infine auspicato «una convergenza di posizioni di tutto il Consiglio ed una accelerazione del processo riformatore».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha affermato in apertura «che il tema istituzionale è la precondizione di ogni ipotesi di sviluppo, abbiamo tante emergenze ma credo che anche la Giunta si stia rendendo conto che tutti questi problemi devono essere ricondotti alla tendenza alla verticalizzazione centralistica dello Stato che ha segnato un grave passo indietro rispetto alla recente riforma del Titolo V». Sul piano procedurale, secondo Solinas, «la riscrittura dello Statuto non può esaurirsi nel lavoro della commissioni e dell’Aula perché la complessità dei problemi che abbiamo di fronte non ci consente di intervenire con strumenti ordinari: ormai è l’Italia non regge più». La Costituente diventa a questo punto, per il consigliere sardista, «un grande processo popolare, è stata oggetto dei quesiti referendari approvati plebiscitariamente; ora commissione, Consiglio e Giunta devono chiarire come si pone rispetto a questo pronunciamento popolare». Il nodo, ha aggiunto Solinas, «è riscrivere i rapporti non solo con lo Stato ma con l’intera Europa; noi non siamo indipendentisti ma questo non significa separatismo o isolazionismo, significa contrattare alla pari le questioni, senza elemosinare, con la dignità dei sardi che deve trovare un nuovo riconoscimento istituzionale». Dobbiamo stabilire, ha concluso Solinas, «a quale titolo vogliamo inserirci nel contesto internazionale con la nostra specificità».

Il capogruppo del “Misto”, Gavino Sale (Irs), in apertura del suo intervento ha citato Eleonora d’Arborea («a 16 anni di distanza dalla scrittura della Carta Delogu l’aveva definita superata») per ribadire come per lo Statuto del 1948 sia arrivato il tempo della riforma. «Questa è la volta buona», ha dichiarato Sale, pur evidenziando come l’attuale maggioranza, anche se legittimata a governare dal voto popolare, in realtà rappresenti solo il 18% dei sardi aventi diritto al voto. A questo proposito, il consigliere Sale ha sottolineato “la trasversale esigenza per il superamento dell’Autonomia” e ha dichiarato che è “ormai maturo il tempo della sovranità”. Il consigliere di Irs ha auspicato la rapida attivazione di meccanismi di partecipazione e coinvolgimento “del resto della nazione sarda”. Gavino Sale ha quindi annunciato il voto contrario alla mozione Floris e più, dichiarando di non condividere il mandato alla Giunta per scrivere entro 90 giorni il nuovo Statuto sardo.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha evidenziato come i temi proposti al confronto in Aula dalla mozione in discussione siano stati affrontanti in occasione dell’approvazione dell’ordine del giorno dello scorso 9 aprile, in materia di riforme costituzionali. Pietro Cocco ha invitato il Consiglio «a non essere solo vigile del percorso delle riforme ma attore propositivo». «Il dibattito – ha spiegato il consigliere Pd – serve infatti non per difendere l’Autonomia ma per rilanciarla, anzi dobbiamo cogliere l’occasione per rianimarla».

Il capogruppo della maggioranza ha dunque ricordato il dispositivo dell’ordine del giorno unitario approvato in Consiglio lo scorso 9 aprile e rimarcato in tono critico il voto di astensione del consigliere Mario Floris. Pietro Cocco ha chiesto dunque la bocciatura delle mozione e ha dichiarato di non condividere l’impegno rivolto alla Giunta per la riscrittura entro 90 giorni del nuovo Statuto.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha definito “drastica” la posizione espressa dal capogruppo Pd in conclusione del suo intervento e auspicato la prosecuzione del dibattito in termini costruttivi, constatando che sul tema delle riforme, nel corso degli ultimi decenni, non si sono registrati risultati apprezzabili. Il capogruppo della minoranza ha dichiarato «come non da oggi sia evidente la necessità di una profonda riforma dello Statuto sardo» e ha denunciato come dal 1948 la Regione operi con uno Statuto che non è espressione della volontà regionale ma statale. Pietro Pittalis ha dichiarato dunque il favore per il percorso dell’assemblea costituente, insieme con l’opportunità di meccanismi di partecipazione e coinvolgimento del popolo sardo. In conclusione del suo intervento l’esponente di Fi si è dichiarato disponibile per la predisposizione di un ordine del giorno unitario e non ha nascosto perplessità per l’impegno alla Giunta contenuto nel dispositivo della mozione per la predisposizione del testo di Statuto entro 90 giorni.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dato la parola alla Giunta regionale ed è intervenuto l’assessore delle Riforme, Gianmario Demuro. L’esponente dell’esecutivo si è detto emozionato nell’affrontare in Aula questo argomento che è stato per lui materia di studio di una vita e ha detto di avere profondo rispetto per la democrazia regionale su cui si basa la storia della Repubblica e su cui si basa l’articolo 5 della Costituzione. Demuro ha reso noto all’Aula di aver sottoscritto un emendamento in Conferenza Stato-Regione che prevede che nessuna modifica dello Statuto possa avvenire senza accordo con la regione e che venga tutelato il patrimonio della specialità. L’emendamento ora è all’attenzione del Parlamento. L’assessore ha poi esortato il Consiglio a porsi alla guida della modifica dello Statuto, testo fondamentale e necessario in questo momento di profondi cambiamenti all’interno dell’Unione europea, che tra l’altro ha manifestato attenzione verso la tutela delle autonomie.

Confermando su questo argomento il lavoro della Giunta in collaborazione con l’attività del Consiglio e della Commissione Autonomia, ha proposto uno Statuto nuovo, moderno e capace di rafforzare la democrazia regionale.

Per la replica è intervenuto Mario Floris (Sardegna-Uds) che ha sottolineato la sua paura che il Governo vada avanti senza rispettare la specialità della Sardegna. «Non dobbiamo avere la fretta di Renzi, ma comunque bisogna avere fretta. Finora siamo sempre arrivati in ritardo». Per Floris l’insularità deve avere una dignità costituzionale. L’esponente dell’Uds ha espresso disappunto per la chiusura verso la mozione espressa dal capogruppo del Pd Pietro Cocco.

Il presidente Ganau ha, poi, dato la parola a Modesto Fenu (Sardegna-Movimento Zona franca) per dichiarazione di voto. L’esponente della minoranza ha auspicato che su un argomento così importante si trovi un accordo con un ordine del giorno unitario, ritenendo la posizione espressa dalla giunta non più sufficiente.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha definito inutili le discussioni «sul metodo» e criticato le posizioni contrarie all’Assemblea costituente: «Non è vero che prevede tempi troppo lunghi, è vero invece che sono passati alcuni decenni senza cavare un ragno dal buco e difficilmente questo Consiglio riuscirà a cavare un ragno dal buco: la costituente sarebbe la via più rapida ed efficace e l’Assemblea ha il dovere di dare una risposta: o sì o no».

Il capogruppo di FI Pietro Pittalis, si è detto convinto che «tenuto conto della complessità dell’argomento e delle posizioni emerse, occorra un ulteriore supplemento di riflessione per arrivare a un ordine del giorno unitario, ma non si può fare tutto in qualche minuto». Meglio sospendere la discussione della mozione, ha suggerito Pittalis, se è d’accordo il primo firmatario, «per poi riportare un nuovo documento in Aula al più presto».

Presidente ha chiesto al consigliere Floris la sua opinione sull’ipotesi prospettata, ottenendo una risposta positiva.

Il consigliere Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha rilevato che «Floris, in un primo momento, si era detto contrario all’ordine del giorno, però se oggi cambia idea noi siamo disponibili». Peraltro, ha osservato, «rispetto al comma 2 della mozione la commissione è già molto avanti con i lavori».

Il consigliere Pietro Cocco (Pd) ha dichiarato di condividere la richiesta del consigliere Pittalis.

Il consigliere Floris ha poi annunciato il ritiro della mozione ma, dopo un successivo approfondimento, il presidente Ganau ha chiarito che si intende accettata dall’Aula la decisione di sospendere la discussione della mozione e rinviarla ad altra data.

L’Aula ha quindi proseguito nell’esame dell’ordine del giorno, affrontando la discussione della mozione n. 32 (Antonio Solinas e più) «sul ventilato inserimento della Sardegna fra le aree idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi».

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere Antonio Solinas per l’illustrazione della mozione.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), illustrando il contenuto della mozione, ha sostenuto «si tratta di un argomento non di parte che riguarda tutta la Sardegna, già affrontato in precedenti legislature». La Sardegna, ha spiegato, «è tornata in qualche modo all’attenzione del governo dopo l’approvazione di un provvedimento legislativo che fissa al 31 dicembre di quest’anno la predisposizione di un programma nazionale che prevede anche l’individuazione del sito unico per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi». In un recente incontro delle commissioni competenti di Camera e Senato, è stato annunciato, ha proseguito Solinas, «che fra una settimana saranno pubblicati sia l’elenco dei siti idonei che le linee guida per lo smaltimento dei materiali, linee che in effetti già si conoscono: stabilità geologica, isolamento da infrastrutture umane, protezione da condizioni meteo estreme, tutto fa pensare che si tratti della Sardegna». Però i sardi, ha osservato il consigliere del Pd, «si sono già espressi dicendo che sulla nostra terra non c’è spazio per siti nucleari di qualunque tipo; c’è stato un referendum svoltosi nel maggio del 2001 che ha avuto il 97% dei voti, bisogna ricordare queste cose al governo nazionale e alla Sogin, con correttezza ma anche con molta fermezza».

Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha ribadito la convinta sottoscrizione alla mozione in discussione e riaffermato ferma contrarietà all’ipotesi della Sardegna come sito di stoccaggio dei rifiuti nucleari. L’esponente della maggioranza ha sottolineato come la Regione sia tra quelle italiane maggiormente gravata da servitù militari, con intere porzioni del territorio destinate a poligoni e altre parti gravemente inquinate. A questo proposito Emilio Usula ha preannunciato una mozione nella quale si denunciano livelli di inquinamento oltre le soglie limite nel territorio di Portoscuso. Il consigliere dei Rossomori ha dunque ricordato i danni e le penalizzazioni che derivano all’intera Sardegna e a tutti i suoi settori produttivi, ad incominciare dall’agroalimentare e il turismo, da una simile situazione che unita al diffondersi di Blue Tongue e peste suina nei campi, rischia di compromettere il futuro della nostra terra. «Se non fermeremo le scorie nucleari – ha ammonito Usula – questa passerà alla storia come la legislatura “accabadora” della Sardegna».

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Modesto Fenu, ha dichiarato la piena condivisione alle premesse contenute nella mozione Solinas e più, e proposto alcune modifiche nel dispositivo deliberativo del documento. In sintesi, il consigliere della minoranza, ha proposto l’eliminazione della parte relativa “all’apertura del confronto col governo” con una dicitura che afferma «la contrarietà della Regione alle scorie nucleari nell’Isola, in forza al pronunciamento popolare del referendum del 2011».

Il presidente del Consiglio ha quindi concesso la parola al capogruppo di Sel, Daniele Cocco che ha ricordato il referendum consultivo del 15 e 16 maggio del 2011 e ribadito con forza “il no a qualunque ipotesi veda la Sardegna come deposito di scorie nucleari”. Daniele Cocco si è detto favorevole alle modifiche proposte dal collega Modesto Fenu e ha auspicato una presa di posizione unitaria del Consiglio contro “nuove pratiche coloniali ai danni dei sardi”.

 l presidente Ganau ha dato la parola all’assessore delle Riforme, Gianmario Demuro, il quale ha ribadito la contrarietà della Giunta ad accogliere le scorie nucleari nell’Isola. La Giunta ha confermato la fermezza con cui vigilerà per contrastare con ogni mezzo tutte le iniziative che vogliono stoccare in Sardegna scorie nucleari. Demuro ha illustrato i punti che l’Esecutivo utilizzerà per difendere l’Isola e i sardi nel confronto con il governo: punterà sul grande sacrificio della Sardegna già gravata da servitù militari, «che hanno inquinato i siti deputati alle esercitazioni militari», sull’insularità che renderebbe altamente rischiosi i trasporti. Il deposito delle scorie in Sardegna creerebbe, ha continuato Demuro, un grave pregiudizio per le azioni di valorizzazione ambientale dell’Isola e per l’industria turistica, oltre al grave rischio per la salute. «Condividiamo la mozione», ha concluso l’assessore. Il proponente del testo, Antonio Solinas (Pd), ha chiesto al presidente qualche minuto di sospensione per la predisposizione di un ordine del giorno unitario da condividere con l’Aula, richiesta accolta dal presidente.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che era stato presentato un ordine del giorno, firmato da tutti i capigruppo, e che quindi la mozione era stata ritirata. Il testo impegnava il presidente della Regione «a respingere ogni possibilità che la Sardegna venga inserita tra le aree idonee a ospitare il sito sul quale sorgerà il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, nel rispetto dell’esito referendario del 15 e 16 maggio 2011».

L’ordine del giorno è stato messo in votazione ed è stato approvato.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dichiarato conclusa la seduta e ha convocato il Consiglio regionale a domicilio.