30 November, 2024
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Consiglio regionale 42

«Porre fine alla precarietà nei centri servizi per l’impiego dando attuazione alle norme approvate in conclusione della scorsa Legislatura dal Consiglio regionale», è l’invito che il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca (Pd), ha rivolto all’assessore al Lavoro, Virginia Mura nel corso dell’audizione in Consiglio. L’ipotesi è procedere con i concorsi banditi dall’agenzia del lavoro prima della scadenza dei contratti a tempo, prevista per la fine del prossimo settembre. Nell’immediato, l’assessore Mura, ha ribadito la volontà di procedere nel rilancio delle attività dei Csl e confermato che proprio in questi giorni hanno preso il via le azioni per la formazione professionale rivolte agli operatori dei centri servizi per l’impiego di tutta l’Isola assicurando la partecipazione sia del personale ex ministeriale sia di quello con contratto a tempo determinato.

La strategicità del ruolo dei Csl è stata rimarcata anche in riferimento al progetto “garanzia giovani” le cui misure godono di uno stanziamento di 54.181.253 euro, così ripartito: accoglienza, presa in carico e orientamento “6.627.188; “formazione” 10.381.564; “accompagnamento al lavoro” 8.501.750; “tirocinio extra culturale anche in mobilità geografica” 8.127.188; “servizio civile” 1.625.438; “sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità” 5.083.625; “mobilità professionale transazionale e territoriale” 1.625.437; “bonus occupazionale” 12.209.063. Nessuno stanziamento è previsto nella misura “apprendistato” ma soltanto perché (ha precisato l’assessore Mura) sono disponibili forme di finanziamento diverse da quelle indicate nella deliberazione n.13 dello scorso 8 aprile.

L’assessore al Lavoro si è soffermata inoltre sugli stanziamenti e l’erogazione degli ammortizzatori sociali e confermato che “tutta la mobilità in deroga” riferita al 2013 è stata pagata mentre per la mobilità in deroga, entro i prossimi giorni, saranno erogate parte delle competenze 2013 con l’utilizzo dei 52 milioni di euro di risorse regionali in anticipazione sugli stanziamenti nazionali. L’assessore ha inoltre confermato la necessità di procedere per una rivisitazione degli ammortizzatori sociali in deroga alla luce anche dell’annunciata disponibilità del ministro del Lavoro circa lo stanziamento di un miliardo di euro da ripartire tra tutte le regioni italiane.

L’audizione è proseguita con l’illustrazione da parte dell’assessore Mura del documento sullo stato di attuazione del programma operativo “Fondo sociale europeo 2007-2013” e nell’occasione sono stati evidenziati i positivi dati (illustrati nel dettaglio nell’audizione in commissione Bilancio dello scorso 6 maggio) riferiti alla capacità di spesa delle risorse del Fse che collocano la Regione sarda ben al di sopra della media nazionale. L’assessore ha confermato la volontà di procedere con il rafforzamento del “microcredito” e rilanciato l’idea di  trasformare il fondo per il “Master and back” con il prestito d’onore e con l’inserimento di alcuni correttivi che tengano conto dei livelli di reddito del beneficiario e il “rientro” nell’Isola, dopo il periodo di formazione finanziato fuori dalla Sardegna.

Virginia Mura ha illustrato ai commissari la situazione del bilancio (definita “grave”) e dichiarato che la delibera sul patto di stabilità (n.15 del 29 aprile scorso) non indica però «le spese da tagliare ma quelle che possono essere rinviate», e ha auspicato che in sede di assestamento di bilancio possano essere recuperate le necessarie risorse.

Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Ignazio Locci (Fi), Stefano Tunis (Fi), Fabrizio Anedda (R.C.-C.I), Rossella Pinna (Pd)  e in fase di replica l’assessore Mura ha raccolto l’invito del presidente Gavino Manca per una nuova audizione incentrata sulle problematiche dei Csl e di Cesil.

La seduta è proseguita con l’audizione dell’assessore alla Cultura, Claudia Firino che ha illustrato alla commissione i documenti relativi alle attività di sintesi delle direzioni generali della pubblica istruzione e dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport. L’assessore ha compiuto una ricognizione generale sugli stanziamenti, i progetti, le azioni e il bilancio, auspicando una conclusione positiva del confronto in corso con lo Stato per la modifica dei tetti di spesa del patto di stabilità.

La delegata all’Istruzione non ha nascosto alcune criticità di carattere finanziario in ordine a particolari capitoli di bilancio di competenza, ad incominciare dalla scarsità di risorse disponibili in quello inerente il diritto allo studio. Per quanto riguarda le borse di studio – ha dichiarato l’assessore – a fronte di uno stanziamento per il 2014 di sette milioni di euro sono necessari ulteriori dieci milioni per coprire il totale degli idonei al sostegno. A questo proposito (così ha assicurato Claudia Firino) sono in corso interlocuzioni con l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci e con il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, per recuperare i fondi necessari ad assicurare ai beneficiari la borsa di studio sia per le scuole che per le università.

La nota positiva si registra, invece, nei fondi per l’edilizia scolastica dove si sono registrati ingenti investimenti a valere sui fondi Por e dove sono stati impegnati 35 milioni di euro a valere sul “Fondo coesione sociale” e 30 milioni con il piano straordinario per l’edilizia scolastica. L’assessore ha assicurato tempi rapidi per redigere l’elenco degli interventi prioritari e annunciato che è stata inoltrata agli Enti locali un’ulteriore richiesta perché siano indicati i progetti finanziati e le nuove richieste di intervento. La cifra disponibile per le opere immediatamente cantierabili è pari a 35 milioni di euro e la Firino ha auspicato l’avvio degli appalti entro l’estate.

L’assessore si è quindi soffermata sul progetto del mueso giudicale che interessa i Comuni di Oristano e Sanluri, sottolineando gli aspetti legati al modello gestionale che – a giudizio della Firino – deve consentire, senza mortificare il ruolo degli Enti Llocali, un controllo della Regione che ha in carico il finanziamento dell’iniziativa. L’assessore ha inoltre dichiarato conclusa la prima fase (restauro e musealizzazione) del progetto per i giganti di Monte Prama e che una nuova fase incomincia con la stipula dell’accordo di programma quadro con il Mibac e le soprintendenze per il potenziamento della musealizzazione e  della promozione dell’intero complesso anche all’Expo’ 2015.

Non sono mancati i riferimenti alla polemica dei giorni scorsi che ha visto gli operatori dello spettacolo protestare per la mancata erogazione del saldo dovuto dalla Regione per le manifestazioni ammesse al contributo. L’assessore ha dichiarato che entro le prossime settimane il problema sarà risolto e che sono stati reperiti i fondi per far fronte agli impegni contratti con gli operatori dello spettacolo.

Il presidente della commissione Gavino Manca in apertura del dibattito ha invitato l’assessore Firino a prestare particolare attenzione al settore della informazione in Sardegna e annunciato la volontà di voler procedere perché possa essere varata una legge organica del settore che – ha sottolineato Manca – è attesa dagli operatori, dai lavoratori e da tempo viene sollecitata dal sindacato di categoria e dall’ordine dei giornalisti.

Il conclusione della seduta l’assessore, Claudia Firino, ha informato i commissari sulla situazione che riguarda il servizio “lingua sarda”: il dirigente attualmente in servizio è infatti a “comando” ed è in scadenza a partire dal prossimo 16 maggio. Per la conferma è necessaria una norma, da approvare in tempi rapidi in Consiglio regionale.

Il consigliere, Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia) si è espresso contro una soluzione in tempi rapidi («serve una valutazione dei risultati della politica linguistica della Regione») e denunciato che «senza l’ingresso della lingua nelle scuole, la lingua sarda non ha un futuro».

Claudia Lombardo 1 copia

Come sempre ho fatto nel corso del mio impegno politico, non intendo sottrarmi alle critiche ed anzi affermo, fin da subito, che comprendo l’indignazione dei cittadini verso quelli che sono considerati “privilegi” o anche autentici regali alla famigerata “casta”.

L’assegno vitalizio, cioè la pensione riservata ai consiglieri regionali quando cessano il mandato, è ritenuto uno di questi ed io, dallo scorso marzo, sono nell’elenco degli oltre trecento beneficiari del trattamento erogato dal Consiglio regionale. Tengo a fare alcune doverose precisazioni, non per trovare giustificazioni, ma per fugare i dubbi strumentali e gratuiti che in questi giorni si sono alimentati circa la possibilità che durante la mia presidenza siano stati adottati codicilli, aggiustamenti od interpretazioni autentiche a me favorevoli. E’ stato scritto che il decreto Monti ha stabilito il requisito di 66 anni per poter percepire il vitalizio ma che la Regione Sardegna ha scelto di fare delle deroghe a 60, 55 e 50. Non è vero.

Il Consiglio regionale sardo ha abolito i vitalizi il 17 novembre 2011 con la deliberazione dell’ufficio di Presidenza n. 147, oltre un anno prima della legge n. 213 del 7 dicembre 2012 di conversione del DL 174 del 10 ottobre 2012 (Decreto Monti), che ha stabilito che le disposizioni previste dall’ art. 2 comma 1 lettera m) in materia di erogazione di vitalizi (compreso il requisito del 66° anno di età) “non si applicano alle Regioni che abbiano abolito i vitalizi”. Pertanto, il Consiglio regionale sardo non ha scelto di derogare la disciplina del decreto Monti, ma ha dato applicazione a quanto stabilito dalla stessa.

Corre l’obbligo altresì di precisare, data la confusione emersa sulla disciplina regionale relativa all’erogazione dei vitalizi, che: primo in Italia, il Consiglio regionale della Sardegna ha adottato una disciplina restrittiva rispetto al requisito dell’età (anche rispetto alla Camera dei Deputati). Infatti, con la deliberazione del 21 marzo 2000 si è stabilito che il consigliere regionale riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Oltre il quinto anno di mandato, l’età richiesta viene diminuita di un anno in ragione del numero degli anni del mandato, con il limite di 60 anni. Tali norme sono entrate in vigore a partire dalla XIII legislatura (dal 2004), applicabili a coloro i quali sono stati eletti a partire dal luglio 2004 fino al febbraio 2014. Per coloro che sono stati eletti nelle legislature precedenti, valgono le norme previgenti del regolamento per gli assegni vitalizi (come da apposita norma del regolamento di cui alla deliberazione del 2000).

Tra le altre cose ci sono due precedenti. Due consiglieri che, sulla base di apposita norma transitoria, non avendo alle spalle venti anni di contribuzione o quattro legislature, ma solo tre legislature, hanno avuto il decreto di riconoscimento del diritto all’assegno vitalizio a 43 e 49 anni, con erogazione poi sospesa per due anni per effetto della nomina ad assessore.

Ma questo è solo un dettaglio rispetto all’ulteriore chiarimento necessario anche rispetto a quanti hanno sempre avuto fiducia in me e che continuano a mostrarmi stima e affetto personale. Anzitutto preciso che non ho mai fatto domanda di pensione al Consiglio regionale. Lo scorso 20 febbraio ho  solo risposto positivamente al quesito formulato dall’amministrazione a tutti i consiglieri cessati dal mandato nella XIII legislatura (2004-2009), circa la volontà di procedere al “riscatto” dei contributi non versati, relativi ai tre mesi e venticinque giorni di scioglimento anticipato della legislatura 2004-2009. Dichiaro subito che sono disponibile a fornire copia delle relative lettere.

Corre anche l’obbligo di precisare che ho sempre avuto la convinzione di percepire l’assegno vitalizio solo al compimento del cinquantesimo anno di età, perché così ho sempre saputo dai colleghi più anziani. Soltanto quando nei giorni precedenti l’insediamento  dei nuovi eletti in Consiglio regionale (20 marzo 2014), si è provveduto, come da regolamento, alla predisposizione dei decreti di riconoscimento del diritto al vitalizio  per i consiglieri regionali in carica nella scorsa legislatura ed in quelle precedenti, sono venuta a conoscenza del fatto che, sulla base delle norme vigenti all’atto della mia prima elezione (1994), avrei percepito l’assegno vitalizio fin da subito.

Con tutta evidenza il mio ingresso in Consiglio a soli 21 anni di età (sono la più giovane consigliere regionale eletta in Sardegna) e le quattro legislature di mandato consecutive, hanno prodotto una situazione per così dire non usuale, con riferimento all’età, si intende, e non già all’assegno vitalizio. Istituto valido fin dal 1949 ed il cui diritto è riconosciuto a tutti coloro che sono stati eletti nella XIV legislatura del Consiglio regionale e in tutte quelle precedenti. Vitalizio che insieme ai colleghi della passata legislatura abbiamo abrogato prima ancora che lo chiedesse il decreto Monti, inserendolo tra le misure contenute nel piano di riduzione dei costi della politica che ha comportato, caso più unico che raro, ad una diminuzione della spesa annua del Consiglio regionale di oltre 26 milioni di euro ed alla riduzione del numero dei consiglieri regionali da 80 a 60.

Questi e non altri sono, dunque, i fatti e questo dovevo per amore della verità.

Cagliari lì, 7 maggio 2014

#Claudia Lombardo

Conferenza stampa Gianfranco Ganau 1

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha tenuto una conferenza stampa, questo pomeriggio, per affrontare i problemi emersi nelle ultime ore con la pubblicazione sugli organi di stampa degli assegni vitalizi, ovvero le pensioni spettanti ai consiglieri regionali a fine mandato. Gli assegni vitalizi sono stati cancellati a partire dalla legislatura appena iniziata ma ovviamente non possono essere cancellati i diritti acquisiti. Ciò che ha fatto più notizia sono i vitalizi riconosciuti per legge a consiglieri o ex consiglieri ancora giovani. Il caso più clamoroso è quello dell’ex presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, 41 anni, 4 legislature e 20 anni di Consiglio regionale alle spalle (alle ultime elezioni non si è candidata), che in base ad una norma di legge danno il diritto alla pensione indipendentemente dall’età.

Il presidente del Consiglio regionale ha annunciato che tutti i nominativi di coloro che percepiscono i vitalizi, con i relativi importi, verranno pubblicati on line a partire da domani.

Piazza Roma Carbonia 2

Il comune di Carbonia ha pubblicato il bando di gara per la concessione della gestione degli impianti sportivi comunali senza rilevanza economica di Is Gannaus e Bacu Abis, presso l’Albo pretorio del comune di Carbonia, l’Ufficio Pubblica Istruzione, in via Mazzini 68, le sedi delle ex circoscrizioni di Bacu Abis e Cortoghiana, sul sito istituzionale della Regione Autonoma della Sardegna e sul sito Internet: www.comune.carbonia.ci.it, nella sezione Bandi di gara – concessione di beni.

Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione alla procedura scadono alle ore 12.00 del 26 maggio 2014.

Ulteriori informazioni possono essere richieste presso l’Ufficio Pubblica Istruzione, in via Mazzini 68 (tel. 0781-663858).

I Consultori familiari del Distretto Socio-Sanitario di Carbonia operano da anni a sostegno delle famiglie con una pluralità di interventi, tra cui il “Percorso Nascita”, progetto rivolto alle coppie in attesa di un bambino.

Le coppie partecipano ad incontri programmati che vanno dalla gravidanza sino al primo anno di vita del nascituro, perseguendo obiettivi sanitari e psico-sociali.
Accogliendo la richiesta di un gruppo di utenti-genitori e dopo aver condiviso gli obbiettivi con il comune di Carbonia, è nata nel 2013 l’idea di proseguire questo percorso oltre il primo anno, programmando ulteriori momenti di incontro fuori dalle mura del Consultorio; per rafforzare i rapporti con le famiglie e tra le famiglie, soprattutto per le giovani coppie.

Anche il secondo di questi appuntamenti è organizzato con la collaborazione e il sostegno dell’Amministrazione comunale di Carbonia e vede la partecipazione della Società Cooperativa Mediterranea gestore dei Musei di Villa Sulcis, del Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis SBIS, del Centro Affidi di Carbonia, di Slow Food di Cagliari ed è condiviso con i soggetti del PLUS distrettuale.

L’incontro è previsto sabato 10 maggio 2014, alle ore 10.00, nel giardino di “Villa Sulcis”; mamme, papà, bambini e bambine, insieme agli operatori e ai partner, daranno vita ad un momento di aggregazione all’aperto.

Con questa iniziativa gli organizzatori intendono promuovere sia un messaggio positivo di valorizzazione della famiglia che una testimonianza della presenza dei Servizi al suo fianco.

La scelta della data vuole rappresentare un omaggio a tutte le mamme, alla vigilia della festa a loro dedicata.

CHIESA_SANTA_MARIA_FLUMENTEPIDO_5 copia

Nuovo importante riconoscimento per un’opera visitabile a Carbonia. Il ministero per i Beni e le attività culturali (Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Sardegna), ha dichiarato bene di interesse culturale, storico e artistico la “Chiesa campestre di Santa Maria di Flumentepido”. Attraverso questo provvedimento l’opera sarà sottoposta alle dovute azioni di tutela previste dal decreto legislativo 42 del 22 gennaio 2004.

La chiesetta di Santa Maria di Flumentepido, edificata nell’XI secolo e proprietà dei monaci di Montecassino dal 1066, sorge su una piccola altura in prossimità dell’attuale strada che da Carbonia conduce a Portoscuso. Interessante esempio di edificio religioso, mostra un impianto molto semplice, a navata unica senza abside, copertura lignea a capriate e con una facciata con campanile a vela.

Nel XVII secolo la piccola chiesa fu arricchita con un portico che ha conservato, fra le sue colonne, ben quattro miliari romani relativi all’antica Via Sulcitana, ossia l’asse viario che collegava in età romana le due città di Karales (Cagliari) e Sulci (Sant’Antioco). Del complesso faceva parte anche un monastero di cui si conservano soltanto alcune piccole tracce ad est dell’edificio.

«Il riconoscimento ottenuto dall’opera – ha commentato Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia – è motivo d’orgoglio per tutta la città e contribuisce a far crescere Carbonia come luogo d’arte e di cultura.»

Luigi Manca

Sabato 10 maggio, alle 16.30, al campo Santa Barbara di Carbonia, si svolgerà il 1° Memorial di calcio “Luigi Manca”, iniziativa organizzata dall’ASD Don Bosco per ricordare un appassionato di calcio e sostenitore della società di Carbonia, recentemente scomparso, con il patrocinio del comune di Carbonia e della provincia di Carbonia Iglesias.

Protagoniste del Memorial saranno la squadra allievi della Don Bosco e quella del Cagliari che partecipa al campionato della stessa categoria a livello nazionale.

L’ASD Don Bosco opera a Carbonia e nel Sulcis Iglesiente dal 1986. Attualmente conta 80 iscritti, impegnati nei campionati delle categorie allievi, giovanissimi, esordienti e nella scuola calcio.

Il presidente è Sergio Lai, il suo vice Bruno Manca, il tesoriere Claudio Peis. Il consiglio direttivo comprende inoltre Enzo Anile, Renzo Concu e Palmiro Sessini.

Il settore tecnico comprende i tecnici degli allievi Massimo Medda, il responsabile dei giovanissimi Fabrizio Casazza, quello degli esordienti Tano Piroddi. La scuola calcio è curata dai tecnici Massimo Sodi e Mauro Rossi.

Negli anni scorsi, dal settore giovanile della Don Bosco sono emersi alcuni elementi interessanti, tra i quali spiccano Daniele Caschili, arrivato fino alla prima squadra del Carbonia, e i più giovani Mattia Marongiu ed Andrea Mastinu.

Le organizzazioni di volontariato iscritte al relativo registro generale, entro il 30 maggio 2014 dovranno presentare la documentazione necessaria per verificare il permanere dei requisiti per l’iscrizione e l’effettivo svolgimento delle attività.

In particolare, le associazioni dovranno trasmettere copia del bilancio consuntivo relativo al 2013 e una dichiarazione sostitutiva del rappresentante legale, accompagnata da una fotocopia del suo documento di riconoscimento e contenente:

– una relazione sull’attività svolta nell’anno precedente;
– le eventuali variazioni intervenute nell’atto costitutivo, nello statuto e negli accordi degli aderenti;
– l’indicazione dei contratti di lavoro dipendente o autonomo conclusi dall’organizzazione;
– una relazione sulle attività produttive o commerciali connesse allo svolgimento dei compiti istituzionali dell’organizzazione.

La documentazione dovrà essere indirizzata a:

Regione autonoma della Sardegna
Presidenza della Regione – Direzione generale
Servizio elettorale, volontariato e pari opportunità
Viale Trento, 69 09123 Cagliari

Sulcis Calcio a 5 Juniores

Il Palazzetto dello sport di Carbonia ospiterà sabato sera, alle 18.30, la finale della Coppa Italia di calcio a cinque della categoria juniores maschile, tra la Sulcis Calcio a cinque Santadi e la Futsal Glema. Per la Sulcis Calcio a cinque Santadi si tratta del secondo grande appuntamento stagionale, dopo la sfida, persa di misura la scorsa settimana a Cagliari, con la Delfino, nei play off per la promozione in serie B.

Teatro Electra esterno 1Senio GB Dattena

Viaggio nella Storia con “Una cena veramente straordinaria/ L’amore, la vita, la morte ai tempi del ghetto”, lo spettacolo del Teatro Barbaro liberamente ispirato a “Il muro di Varsavia” di John Hersey, in cartellone domani (giovedì 8 maggio) alle 11.00 in matinée per le scuole, e ancora alle 20.30 al Teatro Electra di Iglesias per l’ultimo appuntamento con la Stagione di Prosa 2013-14 firmata CeDAC – nell’ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo.

La pièce originale – ideata, scritta e diretta da Senio G.B. Dattena, protagonista sulla scena assieme a Maria Loi e Evelina Bassu sulle note della fisarmonica di Maurizio Serra – affronta l’incubo della Shoah dal punto di vista delle vittime, gli ebrei di Varsavia, prigionieri dietro il muro del ghetto, sottilmente consapevoli della prossima catastrofe ma ancora pienamente immersi nel respiro della vita.

Una cena veramente straordinaria” trae spunto dagli immaginari diari di un giornalista e aspirante scrittore, Noach Levinson (in un certo senso un alter ego di John Hersey, giornalista e scrittore statunitense, autore del romanzo pensato in chiave di docufiction): davanti alle prime persecuzioni nella Polonia occupata dai nazisti e alla costruzione del muro intorno al quartiere ebraico nella città vecchia, Levinson avrebbe deciso di documentare quei fatti straordinari, con l’idea di trarne materiali per un’opera letteraria. Quei taccuini avrebbero finito per trasformarsi in una testimonianza – in presa diretta – dell’orrore ma anche dei sempre più fragili segnali di un’apparente normalità: la capacità umana di adattarsi all’ambiente e alle circostanze, unita all’incredulità con cui venivano accolte le notizie sui campi di sterminio, fece sì che nel ghetto si ricostituisse paradossalmente una società assolutamente speculare, con le sue gerarchie e le sue leggi, a quella esterna. L’inquietudine sottile e l’idea della morte, sempre presente, non riuscivano a togliere peso e significato alle piccole incombenze quotidiane e la fame, il freddo, la miseria non bastavano a cancellare, anzi mettendoli alla prova finivano con il rafforzare gli affetti e i legami familiari.

Quasi una profezia capovolta, in cui è sotteso il ricordo dei pogrom e di antiche e recenti discriminazioni, s’invera nella realtà terribile del ghetto di Varsavia; e quel muro fatto costruire agli stessi ebrei delimita la loro prigione, diventa il segno concreto e tangibile di un’esclusione dalla comunità dei viventi, il confine di un luogo in cui il tempo resta come sospeso in vista dell’inevitabile fine. Un’attesa del nulla che si riempie di emozioni, desideri, slanci del cuore: in quel limbo, prima che si compia un destino già scritto dai vincitori (sulla pelle dei vinti) con la follia della “soluzione finale”, nascono amori e amicizie, si celebrano riti e perfino feste, si accolgono i nuovi nati e si piangono i defunti, ogni istante diventa (ancor più) prezioso. Il diario di Noach Levinson registra pensieri e parole, minuti frammenti di una quotidianità che verrà cancellata all’indomani della rivolta del Ghetto di Varsavia, ultimo e disperato tentativo di non arrendersi al male. Sono le voci, i ricordi, i sentimenti degli abitanti del quartiere, i loro sogni e rimpianti, l’eco delle loro vite a emergere dalle pagine del romanzo, per risuonare ancora sulla scena.

Un’invenzione letteraria – le annotazioni sui taccuini, il tentativo riuscito di nascondere quell’estrema testimonianza sottraendola alla distruzione, l’avventuroso percorso fino in Israele poi in America di quel materiale così scottante – riesce così a restituire un volto, un’identità a quegli uomini e donne, giovani e anziani, bambini e ragazzi travolti nell’onda nera della Storia. John Hersey – già vincitore del Premio Pulitzer nel 1945 con “A Bell for Adano” sulla Sicilia durante la seconda guerra mondiale e autore di “Hiroshima” sugli effetti delle prime esplosioni atomiche – sceglie di raccontare l’esistenza all’interno del ghetto di Varsavia attraverso le parole dei protagonisti, affidando a un giornalista e aspirante scrittore il compito di testimoniare la verità. Il presunto Archivio Levinson – in bilico tra la realtà dei documenti e delle interviste, e l’immaginazione dello scrittore – rappresenta così la chiave per narrare “l’amore, la vita e la morte ai tempi del ghetto”: non un distaccato reportage giornalistico, ma il racconto in tempo reale di ciò che accade giorno per giorno sotto gli occhi del protagonista. “Il muro di Varsavia” è un romanzo in cui fiction e cronaca si intrecciano, la verità storica verificabile fornisce l’ordito su cui si costruisce una trama fatta delle tante, troppe esistenze prigioniere del ghetto.