In allestimento nel carcere di Buoncammino la Centrale Operativa Regionale per le traduzioni e i trasferimenti dei detenuti.
«Importante novità nell’ambito della riorganizzazione del sistema penitenziario. E’ in fase di allestimento nella Palazzina della Direzione della Casa Circondariale di Cagliari la Centrale Operativa Regionale per le traduzioni e i trasferimenti dei detenuti. Un servizio coordinato dall’apposito ufficio del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria in stretto contatto con quello centrale del Dipartimento che consentirà in ogni momento di garantire al massimo la sicurezza nelle fasi di modifica delle dislocazioni dei cittadini ristretti.»
Lo ha annunciato stamane Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, facendo osservare che «la nuova gestione dei trasferimenti potrà anche garantire una maggiore organicità nell’assegnazione dei detenuti nelle strutture penitenziarie e dei piantonamenti».
«La realizzazione della COR – sottolinea Caligaris evidenziando anche il passaggio al PRAP degli spazi amministrativi di Buoncammino – risponde a diverse esigenze organizzative del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che a livello nazionale ha istituito la Centrale di coordinamento con compiti di pianificazione, programmazione, coordinamento e controllo. La struttura regionale si avvale di una rete di ponti radio attraverso i quali con un sistema criptato possono essere seguite tutte le operazioni di smistamento e distribuzione dei detenuti nelle diverse fasi della reclusione.»
«La nuova organizzazione, con l’istituzione dell’Ufficio della Sicurezza e delle Traduzioni di competenza del Provveditorato che dovrà gestire la COR, potrà governare in modo più snello e razionale l’operatività dei Nuclei Traduzioni della Polizia Penitenziaria sia a livello locale che interprovinciale. L’auspicio è che i detenuti possano essere assegnati nei diversi Istituti salvaguardando – conclude la presidente di “Socialismo Diritti Riforme” – la territorialità della pena in modo da favorire il loro reintegro sociale a conclusione del periodo espiazione.»