Dopo il dramma di Pierre Milia, dai sindaci, riuniti stamane a Sant’Antioco, un appello al Governo e alla Regione per il rilancio del Sulcis Iglesiente.
Cinque giorni dopo il dramma di Pierre Milia, i sindaci, riuniti a Sant’Antioco, hanno lanciato un nuovo accorato appello al Governo e alla Regione Sardegna per sostenere con forza e in tempi brevi, il rilancio del Sulcis Iglesiente, l’area economicamente più depressa d’Italia.
La crisi del territorio è arrivata da tempo ai livelli di guardia ed il suicidio del ristoratore di Sant’Antioco che ha scosso profondamente l’intera Isola, ha provocato una reazione di un’intera comunità che chiede risposte immediate per avviare il rilancio socio-economico.
Sul Sulcis Iglesiente ci sono i fari accesi da tempo ma finora, purtroppo, al di là delle buone intenzioni ed anche degli impegni assunti, vedi il Piano Sulcis, risultati non se ne sono visti ed un numero crescente di famiglie, giorno dopo giorno, approda drammaticamente alla condizione di povertà, come emerge dai dati sulla disoccupazione (quella giovanile ha superato la soglia del 50%), da quelli sulle famiglie assistite dalle amministrazioni locali con le risorse destinate alla sfera socio-assistenziale e ancora da quelli che quotidianamente si rivolgono ai centri della Caritas per ritirare generi alimentari di prima necessità.
Risposte, ma come? Sicuramente con lo stanziamento di risorse ma, soprattutto, con interventi in tempi brevi, brevissimi! Il problema, spesso, non deriva dalla mancanza di risorse ma dalla lentezza delle procedure burocratiche, così lunghe e contorte da portare al fallimento dei progetti, con spreco ingente di risorse, sia pubbliche sia private.
Anche questa mattina dai sindaci, riuniti nella sala consiliare del comune di Sant’Antioco, è emersa una richiesta precisa: allentamento dei vincoli del patto di stabilità, che impedisce alle amministrazioni di spendere le risorse, e tempi celeri per il rilancio delle autorizzazioni per la realizzazione dei progetti e degli investimenti proposti da soggetti privati dichiaratisi disponibili ad investire nel territorio per produrre una nuova economica, in molti casi alternativa al modello di sviluppo industriale che, nel bene e nel male, ha segnato la vita del Sulcis Iglesiente negli ultimi decenni.
In una situazione di crisi straordinaria, occorrono interventi ed azioni straordinari, senza i quali il territorio rischia di sprofondare irrimediabilmente. La politica è chiamata a dare risposte, senza più rinvii, per ridare fiducia e speranza ad un Sulcis Iglesiente che ha quasi perso anche la forza di urlare la propria rabbia e sempre più spesso si arrende, come ha fatto cinque giorni fa Pierre Milia.