28 November, 2024
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Argea Sardegna ha pubblicato l’avviso per la presentazione delle domande ai fini della concessione di contributi per l’erogazione dei servizi di assistenza agli operatori del settore della pesca e dell’acquacoltura.
Possono beneficiare, in particolare, le articolazioni regionali del settore pesca delle centrali cooperative giuridicamente riconosciute e le emanazioni regionali delle associazioni nazionali in rappresentanza degli armatori maggiormente rappresentative, con sede in Sardegna.
Questi i requisiti richiesti:
– essere aderenti o far parte di associazioni nazionali riconosciute;
– avere rappresentatività a livello territoriale/regionale. La rappresentatività verrà valutata sulla
base della flotta e delle imprese di pesca e acquacoltura iscritte a ciascuna associazione.
Gli operatori interessati dovranno far pervenire le domande entro il 24 aprile, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno al seguente indirizzo:
Argea Sardegna
Area di Coordinamento istruttorie e attività ispettive
Viale Adua, 1 – 07100 Sassari
In alternativa, le domande potranno essere inviate all’indirizzo di posta elettronica
certificata (pec) areaispettiva@pec.agenziaargea.it 

C.R.F.P. Carbonia

Scadono il 10 aprile i termini per acquisire la disponibilità di operatori economici ad accogliere in stage 10 allievi del corso per “saldatore”.

Lo stage dovrà svolgersi in massimo 45 giorni per una durata di 100 ore.
Il corso, in particolare, avrà i seguenti obiettivi specifici:
– acquisire i principi di deontologia professionale;
– acquisire la mentalità del lavoro in gruppo;
– rapportarsi in stretta integrazione con gli altri collaboratori e comunicare efficacemente con i clienti utilizzando appropriati linguaggi tecnici;
– tradurre operativamente, in termini di saper fare e saper essere, tutte le conoscenze tecnico pratiche acquisite durante l’iter formativo.
I contenuti didattici sono i seguenti:
– presentazione e conoscenza reciproca;
– analisi della struttura dell’azienda ospitante: settori, reparti e servizi erogati;
– condivisione del ruolo, del compito e dell’articolazione del percorso di stage;
– applicazione delle conoscenze/competenze tecnico professionali;
– implementazione e sperimentazione del lavoro svolto durante l’attività;
– sviluppo delle competenze relazionali nel contesto lavorativo;
– valutazione dell’esperienza.
La domanda, redatta utilizzando il modulo di domanda appositamente predisposto, dovrà pervenire in busta chiusa entro le ore 13.00 del giorno 10 aprile 2014, al seguente indirizzo:
Regione Autonoma della Sardegna
Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza Servizio Coordinamento delle attività territoriali del lavoro e formazione
Centro regionale di formazione professionale
Via Caravaggio snc, 09121 Cagliari
Ulteriori informazioni potranno essere richieste al Centro Regionale Formazione Professionale di Carbonia ai numeri telefonici 0781/669442 del sg. Giorgio Melis e allo 0781/669446 della sig.ra Gabriella Contini e all’indirizzo di posta elettronica: raslavlcdci@regione.sardegna.it

Michele Cossa 718 copia

Una Giunta regionale e una maggioranza di conservatori che non vogliono riformare nulla. E’ durissima la critica nei confronti dell’esecutivo regionale che arriva dagli Stati generali dei Riformatori sardi, riuniti questa sera a Oristano per fare il punto sulla situazione politica e decidere i prossimi passi della riorganizzazione del partito che culminerà con il congresso regionale entro l’estate.

Introdotta dalla relazione del coordinatore regionale del partito, Michele Cossa, il dibattito si è incentrato soprattutto sulle prime mosse e sulle dichiarazioni della Giunta regionale di Francesco Pigliaru e della sua maggioranza.

«Una coalizione e un governo regionale di conservatori – è la posizione dei Riformatori sardi – che non ha alcuna intenzione di mettere mano alle riforme di cui la Sardegna ha bisogno.»

Vale a dire la riforma della burocrazia, degli uffici regionali, degli enti locali. Vogliono tenere in piedi le Province nonostante nella scorsa legislatura fosse stato avviato il processo che avrebbe portato all’abolizione degli enti intermedi.

Una Giunta regionale, è stato detto ancora, che non ha alcuna intenzione di difendere gli interessi dei sardi. Così è stato sul taglio del costo della benzina, così sembra essere anche sulla riforma del titolo V della Costituzione: il disegno di legge del governo Renzi, di fatto, ridimensiona i poteri che lo Statuto attualmente prevede in capo alla Regione per far posto a un neo centralismo romano che rende la Sardegna uguale alle altre regioni. Inaccettabile che il governo regionale non si opponga, non faccia sentire la sua voce, così come la sua maggioranza che avrebbe dovuto essere sovranista e che, nella realtà, si sta trasformando in una succursale di Roma.

La Sardegna ha bisogno di una scossa ed è per questo che i Riformatori promuoveranno la costituzione di una Giunta ombra attingendo alle migliori risorse presenti in Sardegna.

Per quanto riguarda le elezioni europee, procede l’operazione di boicottaggio delle elezioni, soprattutto per dare un forte segnale a Roma e al Parlamento nazionale che ha deciso di non istituire il collegio Sardegna, regalando ancora una volta i voti dei sardi ai candidati siciliani.

Sull’organizzazione del partito, entro il 15 maggio si chiuderanno le adesioni, poi al via i congressi di collegio (gli ex congressi provinciali). Entro l’estate si terrà il congresso regionale, con l’elezione della dirigenza del partito.

Cagliari dall'alto e Carcere Buoncammino 2

Silvio Di Gregorio, già direttore dell’Istituto Penitenziario di Parma e attualmente responsabile dell’Ufficio del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria del Ministero, è stato assegnato alla Sardegna in qualità di vicario in attesa della nomina di un nuovo Provveditore regionale dopo il definitivo trasferimento a Roma del dott. Gianfranco De Gesu. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, facendo osservare che «le particolari condizioni del sistema penitenziario in Sardegna richiedono un Provveditore che si occupi esclusivamente delle problematiche dell’isola dove si protraggono ulteriormente i tempi per l’inaugurazione della nuova Casa Circondariale di Cagliari-Uta».

 «La Sardegna – sottolinea la presidente di SDR – continua ad essere considerata marginalmente dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Non solo sono insufficienti i Direttori degli Istituti di Pena, ma anche il Provveditore regionale risulta spesso occupato in altri ruoli. L’impegno profuso da Gianfranco De Gesu, benché apprezzato, non puo far dimenticare che la realtà sarda sta diventando sempre più complessa infatti sono stati realizzati quattro nuivi Istituti che stanno via via raddoppiando la presenza dei ristretti nella regione.»

    «Appare ingiustificabile l’atteggiamento del Dipartimento che davanti alla realtà penitenziaria isolana, dove sono presenti anche le Colonie Penali, sembra attuare una politica – evidenzia Caligaris – prevalentemente finalizzata al contenimento piuttosto che alla effettiva rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti. Del resto la scelta di ubicare i nuovi “Villaggi Penitenziari” lontani dai centri urbani e in aree periferiche e difficilmente raggiungibili sembra confermare una tendenza a “rimuovere” il problema del recupero sociale di coloro che hanno commesso dei reati.»

«Sta diventando improcrastinabile l’assegnazione alla Sardegna di un Provveditore isolano che, grazie all’esperienza maturata negli Istituti, gli anni di servizio a diretto contatto con i detenuti, il riconoscimento delle problematiche culturali e territoriali della regione sia in grado di affrontare – conclude Maria Grazia Caligaris – in modo sistematico la gestione dell’intero sistema. Diversamente la precarietà degli incarichi potrebbe avere riflessi negativi.»

Stadio Monteponi 1 copia

La Monteponi vola e, dopo 12 vittorie consecutive, è ormai ad un passo dalla Promozione. La squadra di Vittorio Corsini da alcuni mesi sembra non conoscere ostacoli e vince sempre. Lo ha fatto anche domenica scorsa, sul campo del Sadali, una delle squadre più competitive del girone. Questa volta non la solita goleada, è stato sufficiente un goal per incamerare i tre punti e conservare il vantaggio di 6 punti sul Guspini, l’unica rivale nella corsa verso il salto di categoria, che nel girone d’andata era riuscita anche ad isolarsi in testa alla classifica, con sei punti di vantaggio, alla vigilia del confronto diretto, in programma all’ultima giornata. Dal 3 a 0 maturato al Monteponi, la Monteponi ha sempre vinto, il Guspini ha accusato altre battute d’arresto che l’hanno portato a -6 all’ottava giornata di ritorno e da allora, nonostante tre vittorie consecutive, non è riuscito a recuperare neppure un punto.

Domenica scorsa i due derby sulcitani hanno fatto registrare il tracollo del Gonnesa a Carloforte, 6 a 1, e l’inatteso pari del fanalino di coda Portoscuso a San Giovanni Suergiu, contro la Fermassenti, 1 a 1, stesso punteggio maturato tra Cus Cagliari e Tratalias.

Domenica 6 aprile sulla strada della Monteponi ci sarà l’Andromeda, forse l’ultimo vero ostacolo verso la Promozione. La squadra di Siurgus Donigala occupa attualmente il terzo posto in classifica insieme al Senorbì, con 46 punti, a ben 23 punti di distanza dalla squadra rossoblù. Il Guspini giocherà a Gonnesa, sul campo di una squadra assetata di punti per raggiungere la salvezza.

Completano il programma della 12ª giornata del girone di ritorno, il derby Portoscuso-Carloforte, Tratalias-Monserrato e Senorbì-Fermassenti.

 

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Alzheimer e colesterolo. Due patologie che in Sardegna, come nel resto dell’Italia, registrano preoccupanti tassi di crescita. La prima distrugge i neuroni, porta alla perdita della memoria e, purtroppo, non è curabile in modo definitivo. La seconda lentamente ostruisce le arterie, danneggia il cuore provocando crisi cardiocircolatorie. Entrambe però, possono essere prevenute e controllate.

Per questo, come avviene ormai da 7 anni, domani, sabato 5 aprile, l’ANAP, Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato Cagliari, e la Croce Rossa di Cagliari, in Piazza Yenne, a Cagliari, dalle 9.00 alle 13.00, metteranno a disposizione i loro esperti e medici, per effettuare test sulle due patologie, ma anche su pressione e glicemia. Un esperto della Croce Rossa parlerà degli effetti nocivi del fumo da sigaretta.

«Sotto un gazebo informativo, i cittadini interessati potranno approfondire la propria predisposizione all’Alzheimer o al Colesterolo e ricevere informazioni – afferma Paola Montis, presidente regionale dell’ANAP (Associazione Nazionale Anziani e Pensionati) di Confartigianato – qui il personale esperto, attraverso analisi e specifici questionari e test di rilevazione, saranno in grado di chiarire dubbi e approfondire quesiti. I dati raccolti poi analizzati ed elaborati dal Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento della Sapienza di Roma

La malattia di Alzheimer colpisce almeno 5 mila persone in Sardegna, con circa 900 nuovi casi annualmente riscontati e destinati ad aumentare con l’aspettativa di vita. E’ la forma più frequente tra le varie forme di deterioramento cognitivo e responsabile di circa il 50-60% delle demenze, e colpisce il 6-8% degli over 65enni e oltre il 30% degli over 80. Il tempo di sopravvivenza alla malattia è estremamente eterogeneo: dai 3 ai 20 anni.

Il colesterolo interessa più della metà della popolazione italiana ed è devastante per la funzionalità di vene, arterie e apparato cardiocircolatorio in generale e porta, se non curato in tempo, a crisi nelle quali il cuore è l’organo che viene colpito in maniera devastante.

In Sardegna risultano dichiarati circa cinquemila casi di Alzheimer, diecimila sono quelli presunti mentre i casi di demenza sfiorano quota 19mila. In Italia la cifra totale supera le 700 mila unità.

Nell’isola, in base ai dati del centro nazionale di epidemiologia, la malattia colpisce il 6 per cento degli anziani oltre i 65 anni. I dati sono comunque ufficiosi perché in molti casi la patologia non viene denunciata e rimane sommersa.

In Sardegna, il fabbisogno di posti letti per la cura dell’Alzheimer è di 4500 unità, di cui solo 1250 nella ASL 8 di Cagliari.

Per la popolazione anziana, secondo i dati del rapporto elaborato dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, la speranza di vita in Sardegna, è aumentata per gli uomini di 1 anno (quasi 78 anni di media) e per le donne di 4 mesi (85 anni in media).

In questo arco di tempo, la speranza di vita in “buona salute” per gli uomini è di 53,6 anni mentre per le donne è di 51,8. Viceversa, gli uomini trascorrono 25,2 anni (il 32% della loro vita) in uno stato di “non buona salute”, mentre le donne passano ben 33,1 anni (39% della vita) in questa condizione.

Questi ultimi dati sono nettamente superiori alla media nazionale: infatti, gli anni in “non buona salute” per la media degli italiani maschi è solo di 19,9 anni mentre per le donne è di 27,7 anni

Secondo le previsioni dell’ISTAT, l’”indice di dipendenza” degli anziani della Sardegna (ovvero il rapporto tra la popolazione con 65 anni e più e la popolazione in età attiva 15-65 anni,) passerà dal 24,5% per gli uomini e dal 32,6% delle donne (attuale) al 70,1% degli uomini e al 89,1% nel 2050.

Nella nostra regione, in netto aumento anche la mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso.

Tra il 2006 e il 2009, nelle persone con più di 65 anni, tali decessi sono cresciuti del 9%, ovvero +10% per gli uomini e +8,3% per le donne.

L’Alzheimer e le demenze senili, generano una elevata pressione anche sulla domanda di servizi ospedalieri. Nel 2010, il tasso di ospedalizzazione per i disturbi mentali senili, in Sardegna è di 53,4% ogni 10mila abitanti.

Un importante servizio per l’assistenza degli anziani colpiti da questa malattia neurodegenerativa e da demenze senili, è rappresentato dal servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (Adi) che rappresenta una tipologia di assistenza alternativa al ricovero ospedaliero e che presenta vantaggi per la qualità della vita del paziente. Nonostante la grande rilevanza di questa forma di assistenza il numero medio di anziani presi in carico è ancora basso.

In Sardegna si è passati dall’1,1% del 2005 (nazionale 2,9%) al 2,5% del 2010 (nazionale 4,1%). Se prendessimo ad esempio la media (8,7%) delle 3 migliori regioni (Emilia Romagna 11,6%, Umbria 7,7% e Friuli 6,8%) che applicano l’Adi, la Sardegna potrebbe passare dagli attuali 8.137 assistiti a 32.928.

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«Quali politiche intende mettere in campo la giunta Pigliaru per la famiglia?»

Se lo chiede l’on. Marcello Orrù, consigliere regionale eletto come indipendente nelle liste del Partito Sardo d’Azione.

«Ho ascoltato con molta attenzione le dichiarazioni programmatiche enunciate dal presidente giovedì in aula e sono rimasto sorpreso dell’assenza di ogni riferimento alle politiche a sostegno della famiglia, tema che avrebbe meritato un’attenzione ben diversa. 

La famiglia da sempre in Sardegna rappresenta un pilastro della società, punto di riferimento e cardine dell’educazione e della crescita delle nuove generazioni e,  nell’attuale contesto storico da noi forse più che altrove, è anche il primo vero ammortizzatore sociale. 

La disoccupazione nella nostra regione colpisce non solo le giovani generazioni ma anche tantissimi quarantenni e cinquantenni  padri di famiglia che incontrano fortissime difficoltà a ricollocarsi sul mercato del lavoro: in tali situazioni molte volte è la famiglia d’origine che interviene e rimedia a drammi umani a cui lo Stato sempre più spesso  non riesce a dare risposte concrete.  Ecco perché ritengo che il sostegno alla Famiglia debba  essere centrale e prioritario nelle politiche economiche e sociali della Regione Sardegna nei prossimi anni. 

La scelta di tanti giovani coppie di formare  una famiglia e di avere dei figli, è un aspetto fondamentale della nostra società che purtroppo spesso è sottovalutata dalle istituzioni, spesso indifferenti o superficiali nel programmare e realizzare le politiche mirate ad agevolare e sostenere chi compie tale scelta. In Sardegna il ruolo sociale della famiglia è un fatto concreto e tangibile ed è per questo che chiedo con convinzione alla Giunta regionale che si impegni a mettere in campo decisioni e azioni politiche decisive per il sostegno alla famiglia con un particolare occhio di riguardo ai nuclei numerosi. 

Occorre acquisire consapevolezza politica del fatto che a parità di reddito una famiglia di 5 o più persone ha delle necessità differenti rispetto ad un singolo: ecco perché occorre adottare scelte nette che aumentino e migliorino le agevolazioni delle famiglie nell’accesso al credito e ai mutui, nelle politiche sanitarie e sociali, nella fiscalità regionale, nelle spese per la casa, l’energia, i servizi. 

Come ha segnalato con preoccupazione la Caritas sarda nei giorni scorsi oggi nella nostra regione una famiglia su tre è in forte difficoltà. Se necessario la Giunta convochi gli stati generali su famiglia e welfare: è davvero urgente che questo tema diventi centrale nel dibattito politico e che si arrivi in breve tempo ad una legge regionale quadro sulla famiglia che riconosca e rilanci a livello politico e istituzionale un ruolo che nei fatti è riconosciuto da chiunque.»

 

Pierre Milia 2

Poco più di due mesi fa il suo locale, situato nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele di Sant’Antioco, si è riempito in occasione di un incontro elettorale della scrittrice Michela Murgia, candidata alla presidenza della Regione, e del candidato locale Fabrizio Steri. E’ stata una giornata gioiosa, come tante se ne ricordano negli anni passati, quando il Pierre Pub era uno dei locali più frequentati dai giovani di Sant’Antioco e dell’intero Sulcis Iglesiente.

Dietro quei sorrisi si nascondevano, purtroppo, i problemi crescenti, determinati dalla profonda crisi economica del territorio che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie, sia i lavoratori delle grandi imprese che hanno interrotto la produzione ed abbandonato il territorio e, conseguentemente, i colleghi delle imprese d’appalto, sia le migliaia di persone legate al sistema delle cosiddette “partite iva”, commercianti ed artigiani.

Molti hanno trovato la forza di resistere e di continuare a lottare, per superare la crisi e cercare di ripartire; altri non ce l’hanno fatta e, uno dopo l’altro, hanno deciso di dire basta, togliendosi la vita.

Il dramma di Pierre Milia, 48 anni, conosciutissimo chef di Sant’Antioco, da alcuni lustri titolare del Pierre Pub, dopo una lunga esperienza maturata sulle navi da crociera, ha scosso Sant’Antioco, il Sulcis Iglesiente e la Sardegna intera. E’ l’ennesima vittima di una crisi profonda, molto più di quanto sia stato finora raccontato dai media e, soprattutto, dalla nostra classe politica, che non ha ancora preso coscienza della sua gravità.

Quando i politici dicono che il peggio è passato e che, grazie alla forte riduzione dello “spread”, l’Italia ha già intrapreso la strada del rilancio, sono fuori dalla realtà.

Il tessuto economico del Sulcis Iglesiente è al collasso, molto più di quanto non lo sia quello di altre aree dell’Isola e del resto d’Italia. Il declino dell’apparato industriale ha messo in ginocchio l’intera economia e gli interventi fin qui messi in atto non hanno modificato la situazione che precipita ogni giorno di più. Il Piano Sulcis, che pure già di per sé rappresenta uno strumento limitato per contrastare la portata della crisi, non decolla, se non per quel che riguarda la fiscalità di vantaggio, il cui bando scade lunedì 7 aprile.

Le famiglie colpite dalla crisi sono diverse migliaia. Molte riescono ancora a trovare la forza per urlare la loro disperazione, tante altre neanche quella e soffrono moltissimo, in silenzio, tra le mura di casa. Sono queste le situazioni che preoccupano maggiormente, dietro le quali ci sono tanti potenziali drammi come quello che qualche ora fa ha portato Pierre Milia a compiere l’estremo gesto, che lascia nella disperazione la moglie e la figlia ed un profondo vuoto in quanti lo conoscevano e gli volevano bene.

Luca Pizzuto 2 copia

Il 20 marzo scorso i quattro consiglieri regionali del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, primo firmatario l’on. Luca Pizzuto, segretario regionale del partito, hanno presentato una proposta di legge per l’istituzione di un fondo regionale a sostegno del reddito di cittadinanza, per contrastare la povertà dilagante in Sardegna.

Questo il testo integrale della proposta di legge.

«Il diritto fondamentale della persona umana a risorse e prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana e lo strumento del reddito permette di far uscire le persone dalla povertà consentendo loro di vivere dignitosamente», è riconosciuto all’interno della raccomandazione n. 92/441/CEE che è stata adottata dalla Commissione europea nel 1992.

Sono passati ventuno anni da quando l’Unione europea ha dato questa importante indicazione chiedendo agli stati membri di inserire questo fondamentale strumento di welfare state e, ad oggi, gli unici paesi europei che non hanno ancora adottato questa misura risultano essere l’Italia e la Grecia.

Nella nostra regione esistono 147mila famiglie in stato di povertà, oltre il 20 per cento di quelle residenti nell’Isola, cioè più di 400mila individui; considerato che la media nazionale si attesta al 12,7 per cento, possiamo ritenere grave ed allarmante la condizione sarda.

Sulla base di questa analisi è necessario sviluppare una forte azione di ridistribuzione della ricchezza collegata a percorsi lavorativi di formazione professionale e di empowerment socio-culturale.

La presente proposta di legge perciò prevede:
1) il riconoscimento del reddito di cittadinanza, sia per i nuclei familiari di due o più componenti (comprendendo anche le coppie di fatto), sia per famiglia con un solo componente; il reddito viene previsto come disponibilità minima, in favore di ogni persona, per il soddisfacimento dei propri bisogni di base e come garanzia di vita dignitosa e non precaria;
2) che il reddito minimo garantito per nucleo familiare è vincolato alla partecipazione a programmi e progetti formativi e di empowerment socio-culturale e di lavori di pubblica utilità;
3) che la gestione del reddito viene affidata, nel caso di nucleo familiare con più componenti, alla persona da più tempo esclusa dal percorso socio-lavorativo;
4) che la progettazione degli interventi sociali e la presa in carico delle persone che utilizzeranno questo strumento di tutela sociale deve avvenire da parte dei servizi sociali che, congiuntamente ai CSL, devono realizzare dei piani personalizzati di empowerment;
5) l’istituzione in bilancio del “fondo regionale per il reddito minimo di cittadinanza” come luogo di organizzazione e raccolta delle risorse economiche necessarie per consentire di rispondere in modo progressivo alle richieste che saranno presentate.

La grande sfida per il futuro è di abbattere la povertà e le forme di precariato che stanno disgregando ed annientando la società sarda e creare condizioni di sussistenza di base per il diritto alla felicità di tutti/e.

Testo del proponente.

Art. 1
Principi

1. La Regione autonoma dalla Sardegna opera attivamente perché ogni nucleo familiare e persona singola nel territorio isolano superino la condizione di povertà e possano perciò disporre di un reddito di cittadinanza in termini sufficienti a garantire la dignità e il diritto alla felicità della vita.

2. La Regione considera il reddito di cittadinanza quale elemento costitutivo dei diritti sociali fondamentali ed inderogabili dei cittadini.

3. Il reddito di cittadinanza rientra nei livelli essenziali delle prestazioni sociali fondamentali da garantire su tutto il territorio regionale nell’ambito delle politiche di inclusione e coesione sociale dell’Unione europea, e come tale è da affermare in proprio in Sardegna e da rivendicare presso ogni altro potere statale e comunitario.

Art. 2
Destinatari e contenuto

1. Il reddito di cittadinanza è assicurato, come misura di contrasto alla povertà, alla precarietà e come sostegno alle politiche di inclusione e di empowerment sociale, ai residenti da almeno ventiquattro mesi nella Regione, e con decorso immediato per gli emigrati di ritorno che si ritrovino nelle condizioni di cui all’articolo 3.

2. Il reddito di cittadinanza è commisurato nel minimo all’importo di euro 600 al mese per nucleo familiare di due o più componenti e di euro 250 al mese per singolo componente, ed è assicurato nei seguenti modi:
a) erogazione monetaria diretta in favore del nucleo o della persona per i bisogni essenziali della vita, qualora la condizione personale sia tale da escludere l’applicazione di un adeguato percorso lavorativo, formativo e/o scolastico;
b) nel corrispettivo per un’attività lavorativa da svolgere presso ed in favore della comunità locale secondo programmi di intervento programmati dai servizi sociali comunali e dai Centri servizi per il lavoro (CSL) ed attinenti ai lavori di pubblica utilità;
c) nel sostegno ad un percorso mirato di inserimento formativo e/o scolastico.
Nell’ipotesi di cui alla lettera b), all’equivalente monetario in conto dalla prestazione lavorativa così come definita dal presente comma è da aggiungere il costo relativo delle prestazioni assicurative e previdenziali.

Art. 3
Soggetti aventi diritto

1. Hanno diritto al reddito di cittadinanza i nuclei familiari, le coppie di fatto in cui ci sia una convivenza da almeno sei mesi o le persone singole, che ne facciano richiesta al comune di residenza e che abbiano un reddito complessivo netto stimato inferiore ad euro 1.000 al mese per nucleo familiare e di euro 600 al mese per singolo.

2. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale definisce, con direttive, le modalità specifiche di calcolo del reddito stimato individuando le modalità di utilizzo dell’indicatore di situazione economica equivalente (ISEE), ai fini della individuazione degli aventi diritto, in relazione alle risorse disponibili. Nelle direttive è anche definita una soglia minima di povertà determinata dal reddito ISEE e sono normate le integrazioni in base a questa soglia.

3. Ai fini della presente legge non costituisce reddito familiare riferibile a persone diverse dal titolare, ogni forma di assegno o di servizio pubblico riconosciuto alle persone non autosufficienti.

Art. 4

Doveri dei beneficiari

1. I beneficiari del reddito minimo di cittadinanza hanno l’obbligo di:
a) partecipare alle attività di formazione professionale o di empowerment socio-culturale programmati da CSL e servizi sociali comunali;
b) se minori frequentare, fino al compimento dei 18 anni, la scuola e conseguire buoni risultati;
c) non rifiutare più di due offerte lavorative proposte da CSL e servizi sociali comunali.

2. Il mancato rispetto degli obblighi di cui al comma 1 determina la sospensione per sei mesi dell’erogazione del reddito.

Art. 5
Raccordo con le politiche attive del lavoro e iniziative di moralità pubblica e percorsi di empowerment socio-culturale

1. I titolari del diritto al reddito di cittadinanza, ai sensi dalla presente legge, hanno preferenza, a parità di altre condizioni, nell’accesso ai benefici delle leggi regionali in materia di politiche attive del lavoro e di formazione professionale finalizzata. L’esercizio di tale diritto è opportunamente sostenuto ed agevolato dalla Regione e dagli enti locali anche con specifiche misure informative, formative e di animazione economica.

2. Per il concreto perseguimento delle finalità di cui al comma 1 la Regione finanzia annualmente, con specifica norma nella legge di bilancio, e ad adeguare e specificare le direttive di attuazione dell’articolo 19 della legge regionale 24 dicembre 1998, n. 37 (Norme concernenti interventi finalizzati all’occupazione e allo sviluppo del sistema produttivo regionale e di assestamento e rimodulazione del bilancio), e specifica, con appositi indirizzi applicativi, ogni altra normativa regionale in materia di politica attiva del lavoro da realizzare in sede locale, ivi compresi gli interventi di cui all’articolo 94 della legge regionale 4 giugno 1988, n. 11 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale della Regione – legge finanziaria 1988) e successive modifiche ed integrazioni. Dette specificazioni costituiscono parte integrante delle direttive applicative della presente legge.

3. L’azione amministrativa della Regione è orientata nel suo complesso a favorire misure di moralità pubblica anche attraverso il più adeguato inserimento sociale dei soggetti economicamente svantaggiati, dei soggetti a rischio di emarginazione sociale e dei soggetti diversamente abili in attività di lavoro, di servizio e di sostegno scolastico, accordando perciò a tali soggetti priorità nei diversi ambiti di competenza.

4. La Regione finanzia, con apposite deliberazioni della Giunta regionale, i comuni per la realizzazione percorsi di empowerment sociale e culturale.

Art. 6
Raccordo con le misure comunitarie

1. Attraverso i necessari interventi sono previste misure idonee al conseguimento degli obiettivi della presente legge, avuto riguardo agli indirizzi comunitari in materia di coesione e di contrasto all’esclusione sociale, tramite l’utilizzo delle risorse assegnate alla Regione nell’ambito del sessennio di programmazione comunitaria in corso.

2. Tali misure, predisposte secondo criteri di coerenza, convergenza e misurabilità integrano, anche finanziariamente, le azioni disposte dalla legislazione nazionale e regionale per le finalità indicate dall’articolo 2. L’Amministrazione regionale predispone, partecipa o promuove interventi, a qualunque titolo finanziati dall’Unione europea, per le predette finalità.

Art. 7

Funzioni dei comuni

1. La gestione delle erogazioni relative al reddito di cittadinanza è assicurata dai comuni della Sardegna.

2. L’organizzazione e la gestione degli interventi è contenuta in apposito programma comunale che prevede le procedure unitarie per la pubblicizzazione delle misure di intervento, per la presentazione, la selezione e l’accoglimento delle richieste, la verifica delle condizioni che danno diritto alla prestazione, la possibile integrazione con altri interventi e servizi. Il programma comunale opera per il miglior coordinamento degli interventi tenendo conto di analoghi ed integrativi interventi che possano aversi nel territorio in relazione alle competenze ed ai mezzi disponibili in capo agli enti sovracomunali, alle ASL, ai centri dei servizi per il lavoro, agli enti preposti per il controllo e ad ogni altra istituzione pubblica che possa utilmente concorrere alla finalità generale prevista nella presente legge.

3. I servizi sociali comunali hanno l’obbligo di progettare gli interventi, e di monitorare gli stessi, insieme ai CSL.

4. Ogni comune riceve e seleziona le domande sulla base della verifica delle condizioni dichiarate da ciascun richiedente, definisce l’ordine delle priorità con criterio oggettivo derivante dall’accertato maggior tasso di bisogno, provvede all’erogazione dei fondi assegnati in conto delle diverse finalità di cui all’articolo 2 ed effettua i controlli sulle prestazioni erogate.

5. Il comune si assicura, attraverso protocolli d’intesa stipulati con le forze dell’ordine, dell’effettiva corrispondenza tra redditi dichiarati e stile di vita dei richiedenti.

Art. 8

Istanza del cittadino. Gratuità

1. I cittadini aventi diritto presentano al comune di residenza la richiesta di usufruire del reddito di cittadinanza allegando le dichiarazioni e l’indicazione della relativa documentazione specificate nelle direttive di attuazione di cui all’articolo 3 in relazione agli indicatori di cui allo stesso articolo.

2. La procedura è senza oneri per il cittadino avente diritto ed è perciò cura dell’amministrazione pubblica acquisire direttamente o, comunque, garantire la copertura dei costi eventuali di tutti i certificati relativi al corredo della pratica.

Art. 9

Erogazione degli interventi

1. Il comune, sulla base delle istanze ricevute, seleziona gli aventi diritto e propone, per ciascuno di essi, l’intervento complessivo, prevedendo, oltre il ricorso alla diretta erogazione monetaria quando ciò risulti indispensabile, le misure idonee a perseguire le finalità di cui all’articolo 2, concordando gli opportuni interventi di altri enti istituzionali competenti, costruendo piani di empowerment sociale individualizzati per i componenti di ogni nucleo familiare.

2. Possono, in particolare, essere previste le seguenti misure:
a) accesso ai dispositivi delle politiche attive del lavoro in materia di occupazione e di formazione finalizzata;
b) sostegno personalizzato per l’emersione dal lavoro irregolare;
c) avvio all’autoimpiego attraverso l’utilizzazione dei percorsi previsti dalla legislazione in materia;
d) accesso compensativo ai servizi sociali e socio-sanitari;
e) sostegno al percorso scolastico e formativo in ogni ordine e grado;
f) sostegno alla scolarità nella fascia dell’obbligo;
g) accesso ai trasporti pubblici regionali e locali;
h) sostegno alle spese di affitto;
i) sostegno al percorso scolastico e formativo in ogni fascia d’età;
j) sostegno a percorsi culturali e sociali;
k) percorsi di educazione al bilancio familiare;
l) sostegno a percorsi di accesso alla cultura;
m) sostegno di percorsi di educazione alla lettura;
n) percorsi di educazione al consumo locale;
o) tutto ciò che possa garantire un incremento degli interessi e dell’emancipazione di ogni singolo individuo.

3. Le risorse erogate non sono utilizzate per il consumo di tabacco, alcool e qualsiasi prodotto legato al gioco d’azzardo.

 

Art. 10
Risorse

1. In sede di legge finanziaria e di bilancio la Regione stanzia e adegua, ogni anno, l’ammontare complessivo delle risorse da destinare alle finalità della presente legge in ragione del fabbisogno che emerge nel contesto sociale della Sardegna.

2. Le risorse disponibili sono immediatamente attribuite ai comuni in ragione e proporzionalmente al fabbisogno concretamente rappresentato.

3. Al fine dell’accertamento del fabbisogno, in sede di prima applicazione, i comuni, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, selezionano le domande e comunicano alla Regione il numero e l’ammontare complessivo delle erogazioni richieste e ritenute ammissibili.

4. Per gli anni successivi, entro il 30 maggio di ogni anno, i comuni presentano alla Regione, oltre al prospetto aggiornato delle richieste in atto, un rendiconto dettagliato dell’utilizzo delle risorse assegnate per l’esercizio precedente, dal quale risultino le erogazioni, le misure che le hanno accompagnate, il periodo di erogazione e l’esito dell’intervento.

Art. 11
Monitoraggio, valutazione e verifica

1. Alla Regione, sulla base delle relazioni annuali dei comuni e di verifiche anche a campione, competono il monitoraggio, la valutazione e le verifiche degli interventi di cui alla presente legge.

Art. 12

Fondo regionale per il reddito minimo di cittadinanza

1. Ai fini del completo realizzo delle finalità della presente legge è istituito un apposito Fondo regionale per il reddito minimo di cittadinanza destinato a raccogliere, oltre ai diretti interventi finanziari che la Regione definisce, anno per anno, nel proprio bilancio, anche le ulteriori devoluzioni a tal fine stabilite da altri soggetti pubblici e privati.

2. Analogamente, in sede locale, è specificata, curata e tenuta la gestione di analogo fondo comunale costituito dalla quota parte di devoluzione regionale e dagli incrementi che autonomamente stabiliscono altri soggetti pubblici e privati, a partire dal medesimo ente locale.

Art. 13

Iniziativa di partecipazione solidale

1. La Regione agevola, nell’ambito dei propri programmi ordinari di intervento in materia promozionale delle attività culturali e sociali, le iniziative rivolte alla raccolta di risorse private che valgano ad integrare il fondo regionale di solidarietà sociale di cui all’articolo 11.

Art. 14

Norma finanziaria

1. Agli oneri previsti dalla presente legge si provvede attraverso lo stanziamento nel bilancio della Regione dalla somma di euro 400.000.000 annui a partire dall’esercizio finanziario 2014, da iscrivere in apposita UPB della Presidenza della Regione, comprensiva sia degli apporti diretti di risorse proprie della Regione, sia dei proventi statali e comunitari in materia.

2. Ogni anno, in sede di bilancio previsionale, detto stanziamento è adeguato in aumento od in diminuzione, in ragione del concreto fabbisogno rappresentato dal progressivo soddisfacimento del diritto riconosciuto ai soggetti destinatari.

Francesco Pigliaru 1 copia

Si è conclusa la riunione del Consiglio regionale dedicata alla discussione sulle dichiarazioni programmatiche del nuovo governatore Francesco Pigliaru.

L’ultimo intervento è stato quello di Gavino Sale, consigliere di iRS.

«Su questa maggioranza – ha detto Sale – oggi sono puntati gli occhi di tutta la Sardegna. Grazie alla rivoluzione tecnologica abbiamo parlato a tutti i sardi, in questo momento la nostra gente ci ascolta e affida a noi le loro speranze».

L’on. Gavino Sale (Indipendentzia Repubbrica de Sardigna) ha sottolineato il momento che vive l’Isola, «uno dei più difficili della nostra storia». Continuare nella battaglia destra-sinistra, ha detto il leader indipendentista, è inutile e dannoso per la Sardegna. Quest’aula è il luogo dove si esercita la sovranità del popolo sardo, ha ricordato l’on. Sale. La vera novità di questa legislatura è la presenza nell’Assemblea delle forze indipendentiste e sovraniste, una fatto straordinario per la politica sarda. Il nostro obiettivo è stato raggiunto: il verbo indipendentista ha “contaminato” positivamente tutta la politica. Oggi si costruisce un nuovo percorso, ha concluso l’on. Sale, se saremmo capaci di abbandonare le sterili contrapposizioni, riusciremmo a restituire dignità al nostro popolo.

Subito dopo l’intervento dell’on. Gavino Sale, il vicepresidente del Consiglio on. Antonello Peru, ha dichiarato conclusa la seduta.

I lavori del Consiglio riprenderanno mercoledì 9 aprile alle ore 10,30. All’ordine del giorno la prosecuzione della discussione generale sulle dichiarazioni programmatiche della Giunta regionale, la replica del Presidente della Regione e l’elezione dei nuovi segretari dell’Ufficio di Presidenza.