Riformatori sardi: « Ai sardi se non è concesso di esprimere un loro parlamentare che senso ha votare per le europee?».
Taglio del costo della benzina per i sardi, i fondi per l’alluvione e il collegio Sardegna per le europee: tre schiaffi alla Sardegna su tre battaglie dei Riformatori sardi. L’ultimo è arrivato ieri con la decisione del Governo guidato da Matteo Renzi di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la norma sulle accise, inserita in Finanziaria e che è stata votata all’unanimità, dunque anche dal Pd, dal Consiglio regionale. E’ la posizione dei Riformatori sardi, espressa durante la conferenza stampa di questa mattina a cui hanno partecipato il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, il capogruppo Attilio Dedoni e il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu.
«Per quanto riguarda la questione accise, se l’assessore Raffaele Paci si fosse documentato con i suoi colleghi su come si sono svolti i lavori in commissione e in Aula sulla Finanziaria- sostengono i Riformatori sardi – avrebbe evitato dichiarazioni improvvide e senza nessun fondamento. Infatti l’argomento accise è stato quello più sviscerato e dibattuto che ha caratterizzato, grazie anche al voto del Pd una Finanziaria che diversamente sarebbe stata piatta e inutile. L’assessore Paci inizia supino, figuriamoci come sarà a fine legislatura. C’è da augurarsi che il presidente Francesco Pigliaru non la pensi come lui.»
«Oggi all’ordine del giorno – aggiungono Cossa, Dedoni e Vargiu – è la situazione all’armante per l’autonomia della Sardegna. Soprattutto in considerazione dell’atteggiamento assunto da Pd e Forza Italia al Senato, che hanno bocciato l’emendamento alla legge elettorale per le elezioni europee, che avrebbe consentito di avere un collegio Sardegna separato dalla Sicilia. Il Governo Renzi ha espresso parere contrario e Pd e Forza Italia con il Nuovo Centrodestra hanno votato contro la proposta di modifica: in sostanza alle Europee la Sardegna sarà insieme alla Sicilia e ancora una volta i voti dei sardi serviranno a eleggere parlamentari siciliani. Non è tollerabile che i sardi paghino sempre dazio allo Stato e il governo non tenga in alcun conto le esigenze della Sardegna.»
«In questa situazione – concludono i tre esponenti dei Riformatori sardi – ai sardi non resta altro che l’obiezione di coscienza. Ai sardi se non è concesso di esprimere un loro parlamentare che senso ha votare per le europee? Per questo motivo proporremo agli Stati generali dei Riformatori che si terranno a breve, di scegliere la strada della non partecipazione attiva alle elezioni per il Parlamento europeo.»