26 November, 2024
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nterpellanza di Roberto Desini e Anna Maria Busia in Consiglio regionale

 La Asl n°1 acquista una risonanza magnetica obsoleta e tiene spento un nuovo macchinario ad Alghero

 Affidamento diretto, senza gara pubblica, per un importo di 897 mila euro

I consiglieri del Gruppo Centro democratico in Consiglio regionale, Roberto Desini e Anna Maria Busia, hanno presentato un’interpellanza con la quale denunciano uno degli ultimi atti deliberati dall’ex direttore generale della Asl 1 di Sassari, Marcello Giannico, dimessosi dal suo incarico nei giorni scorsi. Con la delibera n° 400 del 7 novembre 2014 – si legge in una nota del Centro Democratico -, l’Azienda sanitaria sassarese ha disposto l’acquisto, con affidamento diretto senza alcuna gara a evidenza pubblica, di una Risonanza magnetica per un importo di 897.560,40 euro. I consiglieri di Centro democratico definiscono incomprensibile la scelta dei vertici della Asl n° 1, evidenziano che questo macchinario per cui è stato disposto l’acquisto è di vecchia generazione, e chiedono per quale motivo l’Azienda sanitaria non abbia ancora messo in funzione un nuovissimo macchinario per la risonanza magnetica, di livello tecnologico superiore a quello per il quale è stato appena deliberato l’acquisto. L’apparecchio per la risonanza magnetica a cielo aperto cui fanno riferimento Desini e Busia è stato comprato dalla Asl di Sassari nel 2012, è stato installato nei locali dell’Ospedale Marino di Alghero, e non è mai stato utilizzato, nonostante sia stato collaudato da tempo.

«La delibera con cui l’allora direttore generale della Asl di Sassari ha autorizzato l’acquisto di una nuova risonanza magnetica, di un modello tra l’altro obsoleto – denunciano Desini e Busia -, è in palese contrasto con il decreto legislativo 163/2006, il quale stabilisce che gli appalti di valore superiore alla soglia di 211 mila euro, stabilita a livello Comunitario, debbano essere effettuati con procedura aperta e con pubblicità a livello europeo. Non solo, i dirigenti della Asl sassarese hanno anche ignorato la delibera della Regione Sardegna 28/17 con cui è disposto che per l’acquisizione di beni superiore ai 500.000,00 euro si debba richiedere l’autorizzazione regionale. Questo atto è l’ennesima dimostrazione di come i dirigenti che stanno governato la Asl di Sassari in questi ultimi anni abbiano sempre pensato poco alle necessità degli utenti, privilegiando inspiegabilmente scelte a volte scellerate – concludono Desini e Busia -, che nulla hanno a che fare con una gestione oculata e rispettosa dell’interesse dei cittadini.»

Per questi motivi il gruppo del Centro Democratico  in Consiglio regionale si rivolge al presidente della Regione e all’assessore alla Sanità, chiedendo di intervenire nella vicenda sospendendo la delibera della Asl e nominando al più presto un commissario straordinario per la gestione dell’Azienda sanitaria n 1.

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Il personale addetto alle pulizie di due società che prestano le loro attività nelle agenzie ARST della Sardegna, la Gal Service srl e la Multipli srl, ha scioperato oggi per quattro ore per rivendicare il pagamento degli stipendi. Altre due società che gestiscono tale attività, la Servizi Ambientali srl e la Stella Multiservizi srl, hanno provveduto a regolarizzare gli stipendi arretrati, pertanto, come ha comunicato la segreteria regionale FAISA CISAL Sardegna, lo sciopero è stato revocato per il personale dipendente di queste due società.

Il 1° gennaio 2015 entreranno in vigore le modifiche al sistema di calcolo per accedere alle prestazioni (ISEE).

«Se con il nuovo Isee si otterranno risparmi, e certamente se ne otterranno – dice Paola Montis, presidente regionale dell’ANAP Sardegna (Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato Sardegna – il Governo non pensi ad incamerarli tout court ma li utilizzi per il sociale e, in particolare, per le categorie più deboli come i pensionati che versano in gravi difficoltà economiche, magari utilizzando, per selezionarli, proprio il nuovo sistema di calcolo

Paola Montis, comunque, esprime parere sostanzialmente favorevole alla nuova normativa che regolerà l’accesso ad agevolazioni e prestazioni di carattere sociale, garantendo equità ai cittadini e limitando i numerosi casi di prestazioni non dovute a causa di dichiarazioni false o incomplete, che producono ogni anno elevati  danni erariali.

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«La Regione si impegni per mettere in campo politiche attive dedicate ai professionisti che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro, nonché ai giovani di età compresa tra i trenta e i quarant’anni. Ovvero i nuovi poveri che crescono privi di prospettive future e con il timore costante di dover emigrare altrove in cerca di fortune lavorative. Dobbiamo invece adoperarci per cercare di trattenerli nella nostra isola.» 

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«L’ultimo rapporto elaborato dal Centro servizi per il volontariato Sardegna solidale (Fondazione Emanuele Zancan Onlus) ha evidenziato un tracollo per tutte le fasce d’età e, in particolare, per i giovani, generazioni bruciate a causa di politiche dure a morire. Dopo gli interventi della Giunta regionale (Flexicurity e Garanzia giovani, dei quali ancora non si può valutarne il funzionamento) manca ancora una misura concreta per dare sostegno ai giovani tagliati fuori dai suddetti programmi. L’assessore del Lavoro – conclude Locci – non si dimentichi di loro e si impegni per favorire le giuste misure di politiche attive del lavoro.»

Cresce la protesta delle società sportive nei confronti della Regione per la revoca dei contratti di Sardegna Promozione.

Le società sportive di basket femminile della Sardegna: Astro Cagliari (A2), Cus Cagliari (A1), Mercede Alghero (A2), Virtus Cagliari (A2) e San Salvatore Selargius (A2), questa sera hanno diffuso una nota congiunta nella quale annunciano che, «vista l’impossibilità nel poter proseguire l’attività sociale programmata con la prima squadra, che disputa un campionato nazionale (A1 per il Cus Cagliari, A2 per tutte le altre), a seguito dell’incomprensibile revoca e conseguente annullamento dei rimborsi di spesa sostenuti per le spese pubblicitarie relative ai contratti stipulati con l’agenzia Sardegna Promozione, considera e valuta come imminente la  possibile astensione dai suddetti campionati con il ritiro delle rispettive formazioni. Una decisione che sicuramente creerà ulteriori danni economici alle società di cui sopra, con l’arrivo di multe e declassamenti sportivi nelle categorie di appartenenza, ma di certo interromperà un ulteriore indebitamento e aggravio di spese che, per alcune, potrebbe essere fallimentare.»

«Si è giunti a questa conclusione – si legge ancora nella nota – al termine di un lungo periodo di attese e disponibilità  da parte delle forze politiche regionali che prospettavano interventi di aiuto, mai arrivati. Soltanto  promesse sempre slittate nel tempo. Il mancato rimborso dei contributi, per i quali la rendicontazione è stata già prodotta nel mese di aprile 2014 (entro i termini stabiliti dalla stessa Agenzia Regionale come del resto si evince dal contratto stipulato e firmato dalle parti), ha prodotto diversi problemi economici alle predette società, creando una voragine al portafoglio di liquidità utile al proseguo dei campionati. A questo si aggiunge il cronico ritardo nell’erogazione dei contributi sportivi stanziati, riferiti agli anni precedenti (2012 e 2013) e, a tutt’oggi, non ancora saldati, e la totale assenza di risposte alle domande delle istituzioni sportive isolane (presidente del Coni Sardegna e presidente del Comitato regionale della Federbasket) che sono i portavoce delle problematiche delle società sportive verso le istituzioni politiche, ma anch’esse si sono rivelate inascoltate.»

Una situazione di disagio, ancora più grave per quanto riguarda il Cus Cagliari che, avendo, nel mese di settembre di quest’anno ricevuto promesse economiche, grazie anche alla delibera regionale n. 34/13 del 2 settembre 2014 con la quale si promuoveva l’immagine unitaria della Sardegna attraverso azioni co-marketing, dove si confermava che l’operato, fatto dalla società universitaria (assieme ad altre realtà sportive isolane che disputano campionati nazionali e partecipano a manifestazioni internazionali) negli anni precedenti era, indubbiamente positivo. Ma anche questo è stato d’improvviso negato.

«Questo conferma la confusione e la poca chiarezza da parte delle stesse istituzioni Regionali che, grazie alla delibera sopracitata, proprio nel mese di settembre, hanno fatto indebitare le società, facendole assumere gravosi impegni economici, per poi disfare tutto. A confusione si è aggiunta confusione.Tutto questo fa ben capire lo stato di difficoltà estrema nel quale versano le società sportive  che, da decenni, cercano di portare in alto il nome della Sardegna, ma nel contempo svolgono una importantissima azione sociale nei confronti di tanti giovani atleti che scelgono lo sport piuttosto che altre strade. Questo vuol essere il tragico grido di estrema difficoltà raggiunto dalle suddette società – conclude la nota – che confidano in un intervento immediato quanto risolutivo, per la sopravvivenza dello sport in Sardegna.»

I dipendenti dell’Ara Sardegna hanno chiesto alla Regione chiarezza sul loro futuro e sulla possibilità di essere integrati nell’organico dell’agenzia Laore nel corso dell’audizione dei sindacati dei 294 lavoratori dell’associazione in Commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto (Pd).

Giuseppe Lai (Confederia) ha chiesto perché, a distanza di tre mesi e mezzo dall’approvazione dell’ordine del giorno unitario «sulla necessità di procedere con le immediate azioni necessarie a porre fine all’annosa ed inaccettabile, tanto sul piano morale che su quello giuridico, situazione di incertezza e precarietà in cui permangono i dipendenti ARAS», ancora niente è stato fatto. Lai ha ricordato che quest’anno i dipendenti sono rimasti senza stipendio per cinque mesi e che si sono dovuti indebitare per poter provvedere al mantenimento delle proprie famiglie. Il rappresentante sindacale ha ricordato che il loro lavoro ha portato importanti risultati per il settore zootecnico sardo con un miglioramento della qualità del latte e con la vaccinazione diretta dei capi ovini contro la Blue tongue e conseguente riduzione dei contagi. Un patrimonio di competenze, secondo Lai, che la Regione non può perdere e che inserito all’interno di Laore sarebbe in grado di portare ben più ampi risultati.

Marino Contu, direttore dell’Aras, sentito anche lui in audizione, ha poi presentato i numeri e un quadro completo dell’associazione che ha necessità per l’anno in corso di altri 2 milioni e 600mila euro. Contu ha spiegato che l’Aras ha ridotto in maniera notevole i costi: segue oltre 9.746 aziende con un costo per azienda di 1.518 euro, contro i 2.877 euro del 2011 e i 1580 del 2013. Su 294 dipendenti, soltanto 16 sono amministrativi, gli altri sono veterinari, zootecnici, addetti al laboratorio e ced.  I dipendenti hanno un’età media di 52 anni e 7 mesi e  sono sempre presenti sul territorio, nelle aziende e dagli allevatori, con un tasso medio di assenza per malattia bassissimo: 4 giorni l’anno. L’Aras ha avuto un  costo complessivo di gestione di 14 milioni 482mila euro per il 2014 di cui 13milioni e 154mila euro per il personale con un risparmio del 4,25 per cento rispetto al 2013. Gli altri costi sono costi di gestione e spese generali.

A fronte di questi costi l’Aras si occupa di Benessere animale, piano di Qualità del latte ovicaprino, Piano di qualità del latte bovino, profilassi diretta alla Blue tongue, assistenza tecnica tradizionale a favore degli allevamenti che ne fanno richiesta, analisi per conto dell’Istituto zoo profilattico (45per cento delle analisi dell’Izs), ricerca e formazioni dei dottorandi di Medicina veterinaria e Scienze agrarie, azioni di coordinamento delle Associazioni provinciali allevatori, monitoraggio e analisi del rischio delle principali patologie emergenti, protocollo operativo per le Aflatossine nel settore ovino del latte, autocontrollo per la paratubercolosi bovina e analisi del latte di singola bovina per la diagnosi di gravidanza.

Traghetto

La quarta commissione ha approvato il disegno di legge n. 140 che proroga fino al 31 dicembre 2015, con un impegno finanziario di circa 16 milioni di euro, la convenzione Regione-Saremar che assicura il servizio di trasporto pubblico con le isole minori.

L’assessore regionale dei Trasporti Massimo Deiana ha spiegato, nel corso di una audizione, le motivazioni del provvedimento soffermandosi, in particolare, sulla sua urgenza.

«A seguito della decisione dell’Unione europea che ha condannato la Saremar a restituire 11 milioni di euro perché considerati aiuti di Stato – ha affermato Deiana – la società ha chiesto di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo e, in una udienza tenutasi il 20 novembre scorso, il tribunale ha chiesto precise garanzie sui rapporti fra la stessa Saremar e la Regione per il 2015, anno della messa in liquidazione in vista della successiva privatizzazione».

«L’urgenza della modifica della finanziaria del 2014 – ha aggiunto l’assessore – nasce quindi dalla necessità di rispettare la condizione posta dal tribunale garantendo inoltre la continuità aziendale ed occupazionale della società, anche tenendo presente che la prossima udienza è fissata per il 4 dicembre.»

Relatori del provvedimento in Consiglio saranno Giuseppe Meloni (Pd) per la maggioranza e Giuseppe Fasolino (Forza Italia) per l’opposizione.

La Federalberghi-Confcommercio e la Confesercenti hanno manifestato perplessità e preoccupazione per alcuni aspetti contenuti nelle proposte di legge, all’esame della commissione Attività produttive sugli agriturismi e sulla multifunzionalità in agricoltura, nel corso delle audizioni svolte in Quinta commissione, presieduta da Luigi Lotto (Pd). Gli operatori non sono contro gli agriturismi, ma chiedono che questi rispettino le norme che disciplinano la loro attività e non facciano concorrenza ai ristoratori e agli albergatori che non usufruiscono delle agevolazioni riservate agli agriturismi. Secondo il presidente della Confcommercio Sardegna, Agostino Cicalò, il vero problema è che non vengono eseguiti i controlli e che ci sono strutture che superano ampiamente i 20 posti letto, arrivando a più di 30 e in un caso addirittura a 69.

«Se queste strutture – ha aggiunto Cicalò – vogliono diventare alberghi lo facciano pure, ma a pari condizioni dal punto di vista normativo e fiscale con le strutture tradizionali, diversamente si verrebbe a configurare una concorrenza non ammissibile con ristoranti e albergatori.»

Tra le proposte di modifica al Testo unico presentate dalla Federalberghi-Confcommercio: portare dal 30 al 50 per cento la percentuale di prodotti propri somministrati ai clienti e da 70 a 90 per cento i prodotti tipici sardi utilizzati. L’attività agricola, inoltre, deve essere preponderante e deve essere inserito un limite giornaliero di coperti per la ristorazione, pari a 40, eliminando il limite di 1.800 mensili fissati dalla proposta di legge. Federalberghi-Confcommercio hanno chiesto, infine, di confermare i posti letto a un massimo di 20, come previsto dalla legge regionale 23 giugno 1998, n. 18, e non aumentare il limite massimo a 36.

Dello stesso parere anche il presidente di Confesercenti, Marco Sulis, il quale però ha proposto un massimo di 80 coperti giornalieri e confermato la possibilità di offrire massimo 20 posti letto.

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Si terrà venerdì 28 novembre a Sanluri (Sala ex Monte Granatico,Via San Rocco), a partire dalle 9.00, il seminario dedicato ai Servizi per il lavoro e alle esperienze di rete nei territori.

L’iniziativa è promossa dalla Provincia del Medio Campidano in collaborazione con Italia Lavoro (l’ente strumentale del ministero del Lavoro che promuove e gestisce azioni e interventi nel campo delle politiche dell’occupazione e dell’inclusione sociale).

L’incontro è aperto a operatori, amministratori locali, associazioni datoriali e sindacali, istituzioni e, naturalmente, agli utenti dei Servizi per il lavoro. L’obiettivo è quello di condividere una riflessione sui servizi territoriali attraverso uno sguardo ad altre iniziative di localizzazione dei servizi sperimentate in alcune province d’Italia.

Tra gli interventi in programma quello di Italia Lavoro che riporterà la sintesi del Workshop “Empowerment Dirigenti Spi. Soluzioni territoriali di rete nella gestione dei servizi per il lavoro”, uno scambio di buone prassi a partire dalle esperienze dei progetti di Sportelli integrati per il lavoro (SPIL) del Medio Campidano e dei Servizi per l’impiego delle  Province di Napoli, Pordenone, Torino e del comune di Fucecchio (FI).

 Sarà centrale la presentazione del progetto SPIL della Provincia del Medio Campidano (Sportelli Integrati per il Lavoro) e più in generale degli interventi di implementazione riguardanti sia i servizi per il lavoro nella programmazione del Por Sardegna 2007/2013 sia l’Osservatorio del mercato del lavoro.

A conclusione del seminario si terrà una tavola rotonda dal titolo “Cooperazione e integrazione tra i Servizi per il lavoro” coordinata dal professor Gianni Loy (Università di Cagliari) alla quale parteciperanno Maurizio Croce (Italia Lavoro), Rossella Pinna (consigliere regionale della Sardegna), Massimo Temussi (Agenzia regionale del Lavoro), Lorena Cordeddu (Provincia del Medio Campidano), Rosario Musmeci (assessore del Lavoro della Provincia di Sassari), Annalisa Iacuzzi (Provincia di Oristano), Mauro Tiddia (sindaco comune di Serrenti), Paolo Melis (sindaco comune di Las Plassas), Antonio Cois (CGIL), Davide Paderi (CISL), Giampaolo Spanu (UIL).

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Il progetto “Garanzia Giovani” approvato dalla Giunta regionale sta deludendo molte delle aspettative della vigilia. Difficoltà per molte imprese nell’accesso agli interventi finanziari previsti, ristrettezza dell’universo dei ragazzi che potrebbero beneficiare di un piano lavorativo. E’ la contestazione mossa in un’interrogazione dal capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi  Rubiu, che mette l’accento sulle criticità del programma.

«L’ambito per l’accesso al bando è limitato ad alcune categorie di imprenditori, con l’impossibilità di un eventuale progetto per un tirocinante da parte di un titolare di un’azienda agricola, artigianale, commerciale o studio tecnico che voglia disporre della prestazione di un tirocinante, con l’ipotesi poi di un’eventuale assunzione – spiega Gianluigi  Rubiu -. Non solo. I tempi a disposizione sono molto ristretti e le risorse economiche paiono insufficienti. Sembra pertanto opportuno provvedere ad una proroga per accedere al progetto.»

Gianluigi  Rubiu non mette in discussione gli intenti dell’intervento, definiti “molto ambiziosi”, ma alcuni punti del bando da perfezionare.

«Si pensi, ad esempio, anche all’alto tasso di disoccupazione delle donne che richiederebbe altri interventi, oltre a dette misure ed ai (pochi) sostegni per l’imprenditoria femminile. Ci sono poi territori che sono ormai allo stremo: in particolare, parecchi centri del Sulcis Iglesiente, del Medio Campidano e dell’Ogliastra rischiano una vera e propria desertificazione, con la fuga di giovani specializzati o figure di specializzandi verso la Penisola o l’estero». Ecco perché Rubiu sollecita un passo in avanti da parte dell’esecutivo. «Occorre la possibilità di un allargamento della fascia d’età per l’accesso agli interventi, per non discriminare l’universo di quanti soffrono per la mancanza di lavoro. Senza dimenticare l’attivazione di altri progetti per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro dei disoccupati di lunga durata, che faticano a ritrovare l’occupazione.»