Maria Grazia Caligaris lancia l’allarme sugli atti di protesta dei detenuti di Massama per l’inadeguatezza dell’assistenza sanitaria.
Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, ha ricevuto diverse nuove segnalazioni da detenuti e familiari in merito all’indifferenza dell’ASL di Oristano alle problematiche nell’Istituto Penitenziario di Massama, dove sono ristretti oltre 300 detenuti 240 dei quali in regime di alta sicurezza.
«Si moltiplicano gli atti di protesta dei detenuti per l’inadeguatezza dell’assistenza sanitaria – dice la Caligaris -, con particolare riferimento alla cura e conservazione dell’apparato dentario. I cittadini privati della libertà sono decisi a presentare nuova istanza al Magistrato di Sorveglianza per inosservanza da parte dell’assessorato regionale della sanità del principio costituzionale sulla salute». «Non si comprende come sia possibile che l’Azienda Sanitaria non abbia risolto il problema della cura e conservazione dell’apparato dentario mentre nelle altre realtà territoriali – sottolinea Caligaris – sia stata trovata una soluzione. La ASL oristanese non può continuare ad ignorare le norme nazionali e sovranazionali che stabiliscono l’effettivo accesso alle cure, a prescindere dalla condizione di reclusione».
«E’ evidente, infatti, che quello alla salute – ricorda la presidente di SDR – è un diritto che non può soggiacere a discrezionalità di tipo amministrativo dal momento che l’assenza di libertà non limita in alcun modo l’esercizio di un principio costituzionale. Ciò a maggior ragione quando da due anni chi si trova ristretto nella Casa di Reclusione di Oristano-Massama subisce una limitazione nella possibilità delle cure odontoiatriche.»
La maggior parte degli interventi dello specialista odontoiatrico della Asl, che dispone di un numero di ore insufficienti alle reali esigenze, si risolvono con la distribuzione di antidolorifici, antibiotici e/o estrazioni dentarie anziché garantire le pratiche conservative ed è praticamente impossibile ricorrere a un dentista privato. L’Azienda Sanitaria Locale, per consentire a un dentista privato di utilizzare la dotazione strumentale, richiede una fideiussione di 25 mila euro e pretenda il 30% su ciascuna prestazione per l’utilizzo della poltrona odontoiatrica e della relativa strumentazione laddove la Asl non deve sostenere alcuna spesa in quanto risulta a carico dell’amministrazione penitenziaria. «Non solo, ciascun professionista – evidenzia Maria Grazia Caligaris – deve portare la strumentazione medicale».
«La mancanza di risposte univoche a livello regionale sulle cure sta accentuando le tensioni tra i detenuti che chiedono l’applicazione delle norme in vigore nelle altre realtà territoriali. E’ quindi improcrastinabile – conclude la presidente di SDR – un intervento dell’assessorato regionale della salute anche perché si presentano differenti problematiche nelle diverse ASL a testimonianza del fatto che è assente una linea unitaria per garantire il rispetto del dettato costituzionale.»