26 November, 2024
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Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, ha ricevuto diverse nuove segnalazioni da detenuti e familiari in merito all’indifferenza dell’ASL di Oristano alle problematiche nell’Istituto Penitenziario di Massama, dove sono ristretti oltre 300 detenuti 240 dei quali in regime di alta sicurezza.

«Si moltiplicano gli atti di protesta dei detenuti per l’inadeguatezza dell’assistenza sanitaria – dice la Caligaris -, con particolare riferimento alla cura e conservazione dell’apparato dentario. I cittadini privati della libertà sono decisi a presentare nuova istanza al Magistrato di Sorveglianza per inosservanza da parte dell’assessorato regionale della sanità del principio costituzionale sulla salute». «Non si comprende come sia possibile che l’Azienda Sanitaria non abbia risolto il problema della cura e conservazione dell’apparato dentario mentre nelle altre realtà territoriali – sottolinea Caligaris – sia stata trovata una soluzione. La ASL oristanese non può continuare ad ignorare le norme nazionali e sovranazionali che stabiliscono l’effettivo accesso alle cure, a prescindere dalla condizione di reclusione».

«E’ evidente, infatti, che quello alla salute – ricorda la presidente di SDR – è un diritto che non può soggiacere a discrezionalità di tipo amministrativo dal momento che l’assenza di libertà non limita in alcun modo l’esercizio di un principio costituzionale. Ciò a maggior ragione quando  da due anni chi si trova ristretto nella Casa di Reclusione di Oristano-Massama subisce una limitazione nella possibilità delle cure odontoiatriche.»

La maggior parte degli interventi dello specialista odontoiatrico della Asl, che dispone di un numero di ore insufficienti alle reali esigenze, si risolvono con la distribuzione di antidolorifici, antibiotici e/o estrazioni dentarie anziché garantire le pratiche conservative ed è praticamente impossibile ricorrere a un dentista privato. L’Azienda Sanitaria Locale, per consentire a un dentista privato di utilizzare la dotazione strumentale, richiede una fideiussione di 25 mila euro e pretenda il 30% su ciascuna prestazione per l’utilizzo della poltrona odontoiatrica e della relativa strumentazione laddove la Asl non deve sostenere alcuna spesa in quanto risulta a carico dell’amministrazione penitenziaria. «Non solo, ciascun professionista – evidenzia Maria Grazia Caligaris – deve portare la strumentazione medicale».

«La mancanza di risposte univoche a livello regionale sulle cure sta accentuando le tensioni tra i detenuti che chiedono l’applicazione delle norme in vigore nelle altre realtà territoriali. E’ quindi improcrastinabile – conclude la presidente di SDR – un intervento dell’assessorato regionale della salute anche perché si presentano differenti problematiche nelle diverse ASL a testimonianza del fatto che è assente una linea unitaria per garantire il rispetto del dettato costituzionale.»

Mercoledì 26 novembre, dalle 9,00 alle 11,00, presso l’Aula Magna dell’Istituto Professionale Ferraris di Iglesias, il prof. Vittorio Pelligra del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Cagliari incontrerà cento studenti e i loro insegnanti, animatori del percorso didattico “GIOCARE NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE – Gli inganni dell’azzardo”.

Si tratta della prima tappa di un percorso che prevede il coinvolgimento diretto di sette classi, indiretto di tutta la scuola e in seguito dell’intera città di Iglesias. A marzo verrà realizzata una conferenza tenuta dagli studenti, nella quale verranno presentati i risultati del lavoro svolto nelle diverse classi e ad aprile verrà effettuato uno slot-mob in città.

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza delle proporzioni  allarmanti che il fenomeno dell’abuso del gioco d’azzardo praticato in tutte le sue varianti (dalle  Slot machine alle Video Lottery Terminal (VLT), dalle lotterie istantanee con vincite in denaro ai Bingo e giochi online) va assumendo nel nostro territorio, già piegato da una crisi economica e sociale senza precedenti.

Uno studio condotto ad Iglesias ha messo in evidenza che in una città con 27.000 abitanti, secondo i dati provinciali, regionali e Inps aggiornati al 2013, ci sono 5.624 lavoratori a rischio o disoccupati.  230.000 euro è la somma che l’Amministrazione comunale ha impegnato di recente per le politiche di contrasto alle povertà. Alla luce dello studio succitato si può stimare che il 30-40% dei contributi erogati per il sostegno alle fasce deboli, compresi in certi casi quelli legati alle disabilità, finiscano nel buco nero delle “macchinette mangiasoldi”. La cifra che mensilmente gli iglesienti spendono per il gioco d’azzardo è valutabile intorno ai 500.000 euro.

I nostri studenti, provenienti da tutto il Sulcis Iglesiente, dichiarano apertamente di giocare abitualmente alle più famose lotterie istantanee, prassi che le famiglie considerano normale e condivisa, in quanto purtroppo in molti ignorano che la legge n. 111 del 15/07/2011 vieta la partecipazione dei minori ai giochi con vincite in denaro.

«Questo Istituto – dice il dirigente scolastico Massimo Mocci – sente il bisogno di effettuare una efficace azione informativa, educativa e divulgativa rendendo i ragazzi consapevoli che il gioco d’azzardo non è mai la soluzione ai problemi reali, ma può diventare esso stesso un grave problema per chi ne diventa prigioniero. L’azzardopatia è una forma di patologia compulsiva che esercita un fascino irresistibile nei confronti delle persone più deboli e più fragili che si illudono di trovare una facile soluzione ai propri problemi economici. L’emergenza sociale del “gioco patologico” sarà affrontata, oltre che attraverso azioni concrete di contrasto, realizzando attività in rete con altre iniziative nazionali e con l’uso dei mezzi di comunicazione. La Scuola intende porsi come animatrice di una iniziativa che vorrebbe coinvolgere le diverse associazioni cittadine per una manifestazione finale condivisa. Per questo invitiamo a contattarci quanti fossero interessati a collaborare».

Il sindaco di San Giovanni Suergiu, Federico Palmas, ha convocato il Consiglio comunale, in seduta ordinaria, prima convocazione, per giovedì 27 novembre 2014, alle ore 17,00. All’ordine del giorno figurano cinque punti: l’esame di interrogazioni e interpellanze; la ratifica della deliberazione n° 101 del 27 ottobre 2014, avente per oggetto la variazione n° 2 al bilancio di previsione 2014; la variazione n° 3 di assestamento generale al bilancio di previsione 2014 con utilizzo dell’avanzo di amministrazione; l’esame del regolamento comunale per la tutela ed il benessere degli animali; e, infine, l’esame del nuovo servizio integrato di igiene urbana.

Consiglio comunale San Giovanni Suergiu

Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) critica il piano di trasferimento dei detenuti al carcere di Uta. Tocco, in una nota, sottolinea l’esodo massiccio, con circa trecento detenuti che dal carcere di Buoncammino sono stati trasferiti nel nuovo presidio penitenziario che si estende sugli sterrati di Macchiareddu in territorio di Uta. I reclusi sono stati trasportati a bordo di sei autobus della polizia penitenziaria, utilizzati per il trasloco, con il controllo sul percorso delle forze dell’ordine con l’ausilio di alcuni elicotteri. Il tratto di viale Buoncammino, nei dintorni del carcere, è stato chiuso al traffico. Un esilio che non è stato per nulla semplice.

Il consigliere regionale di Forza Italia mette l’accento sulle criticità emerse, soprattutto le carenze riguardanti i familiari dei carcerati. Sulla questione sarà presentata un’interrogazione urgente al Presidente della Regione. Francesco Pigliaru ed al sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. «Il trasferimento dei detenuti da Buoncammino al nuovo complesso penitenziario di Uta, purtroppo, sta creando non pochi problemi ai congiunti degli stessi reclusi – commenta Tocco – Il nuovo presidio è molto distante da Cagliari. Per questo non è per nulla facile raggiungere il caseggiato di Macchiareddu per i tanti parenti». Una grande fetta dei familiari dei detenuti giungono da altri centri dell’Isola. «In tanti tra l’altro senza un mezzo di trasporto – aggiunge l’esponente di Forza Italia -. Purtroppo, il trasferimento è stato effettuati senza un piano adeguato da parte della Regione e del Comune, con tanti familiari che hanno assistito al trasporto dei loro congiunti sui pullman per Uta sostando davanti al carcere cagliaritano. Una pagina davvero dolorosa e difficile da dimenticare, con l’impossibilità per tanti di raggiungere il nuovo caseggiato».

E’ mancato un piano appropriato, dunque. «L’amministrazione penitenziaria, ed in particolare il direttore del carcere cagliaritano, Gianfranco Pala – continua Tocco – è stato lasciato da solo nell’organizzazione del trasloco». Il forzista si proietta sul futuro, evidenziando la necessità di un intervento immediato. «Penso sia opportuno dare la possibilità ai parenti dei detenuti, ormai da oggi ospitati nel nuovo carcere di Uta, di poter arrivare per i colloqui settimanali nel sito. E’ necessario attivare da subito un bus che venga messo a disposizione dei familiari nei giorni previsti per gli incontri, Una corsa che parta dalla vecchia sede del carcere di Buoncammino, per poi raggiungere l’area di Macchiareddu in modo semplice ed agevole. I parenti e gli amici potranno pagare un biglietto a costo minimo, ma si garantirà loro un servizio utilissimo. Auspico per questo – conclude Tocco – che la Regione trovi le risorse per colmare i costi di trasporto. E’ un servizio fondamentale sotto il punto di vista sociale, poiché permette alle famiglie di stare vicino ai detenuti che vivono una non facile situazione psicologica».

E’ stato completato ieri il trasferimento dei detenuti di Buoncammino nel nuovo carcere di Uta.

«Non è stato facile garantire nell’arco di sette ore il trasferimento di oltre 300 detenuti da viale Buoncammino, nel cuore della città di Cagliari, in una landa desertica e insalubre dell’area industriale di Macchiareddu-Uta, a 18 chilometri dal capoluogo regionale. Restano irrisolti però i problemi nella nuova sede detentiva non ancora del tutto completata. Saranno quindi necessari diversi mesi prima che il Villaggio Penitenziario possa entrare a regime.»

Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento «al passaggio epocale che ha portato alla chiusura dell’Istituto detentivo cagliaritano e all’inaugurazione della nuova mega struttura ubicata nell’area industriale di Macchiareddu».

«La realtà della nuova sede penitenziaria di Cagliari-Uta, nonostante abbia impresso una svolta nella storia detentiva in Sardegna dopo poco meno di 150 anni, non può essere considerata – sottolinea Caligaris – soddisfacente e desta preoccupazioni. La mega struttura, articolata in sezioni separate l’una dall’altra e strutturata su cinque livelli, con una capienza regolamentare di quasi 600 detenuti, risulta difficilmente raggiungibile in quanto a tutt’oggi è assente una segnaletica in grado di indicare l’esatta ubicazione del carcere in una zona peraltro destinata a iniziative industriali.»

«I familiari dei cittadini privati della libertà – evidenzia la presidenza di SdR – dovranno percorrere una strada privata, extra urbana, a tratti dissestata, con una scarsa segnaletica orizzontale e verticale, gravata da un traffico di mezzi pesanti e totalmente priva di illuminazione che ne accentua la pericolosità soprattutto nelle buie ore serali. Le difficoltà si moltiplicheranno per chi proviene da altre regioni a causa dei collegamenti con i mezzi pubblici scarsi e inadeguati. E’, infatti, del tutto assente una linea diretta al carcere. Basti pensare che non è indicata alcuna fermata di autobus lungo tutto il percorso.»

«L’allontanamento delle sezioni detentive dal centro urbano del capoluogo sardo – osserva ancora Maria Grazia Caligaris – limiterà inoltre l’accesso alla struttura dei volontari. Rischia intanto di essere cancellato almeno in parte il contributo della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia che, peraltro, con un camper attrezzato ha garantito negli ultimi 20 anni accoglienza e sostegno ai familiari dei detenuti facilitando le prenotazioni e l’accesso ai colloqui con i parenti ristretti. La nuova struttura infatti utilizzerà un Centro Unico di Prenotazione per consentire la regolarità degli incontri tra ristretti e familiari. La distanza dal centro urbano avrà negative conseguenze anche sulla presenza dei Magistrati di Sorveglianza e graverà sulle spese del Ministero.»

«Problemi anche per garantire il trasferimento e il piantonamento dei detenuti che necessitano di ricoveri negli ospedali, senza contare le difficoltà per poter usufruire, in caso di urgenza, dell’ambulanza. Detenuti, familiari, agenti di Polizia Penitenziaria e amministrativi insomma vivranno ai margini della società e sarà sempre più difficile – conclude Maria Grazia Caligaris – coinvolgere i cittadini di Cagliari e hinterland in attività di solidarietà e in azioni di sensibilizzazione, laddove le distanze e i tempi per raggiungere la nuova struttura ne condizioneranno la partecipazione. Sarà poi necessario verificare, aldilà delle buone intenzioni della Direzione e della Sicurezza affidate rispettivamente a Gianfranco Pala e Alessandra Uscidda, le reali condizioni quotidiane di vita dei cittadini privati della libertà.»

«Troppi cecchini miopi sparano sull’IGEA!». La denuncia è di Erminio Meloni, segretario provinciale del Partito Socialista Italiano.

«Igea è un caso decisamente complicato – dice Meloni -, perché i lavoratori stanno pagando l’inettitudine gestionale del passato, l’impossibilità di ricapitalizzare le aziende pubbliche in difficoltà e la condizione di debolezza di un sistema territoriale che in questo momento non è in grado di fornire nel breve opportunità di reddito ed occupazione. In tale scenario, una soluzione comoda e politicamente neutra sarebbe stata condurre al fallimento una società che aveva tutti i requisiti della gestione fallimentare. Scaricando le responsabilità su chi davvero le ha.»

«Bene ha fatto invece l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – aggiunge il segretario provinciale del PSI – ad intraprendere la strada più difficile, quella di un concordato con riserva, dichiaratamente teso alla continuità aziendale. Non si può certo pensare che lo abbia fatto per altro motivo se non per la tutela dei posti di lavoro, che in caso di chiusura sarebbero stati irrimediabilmente perduti. Una scelta stracolma di  coraggio e di grande sensibilità, doti molto rare nello scenario politico attuale.»

«E, pur nella drammaticità dei casi personali, dei lavoratori e delle loro famiglie – sottolinea ancora Erminio Meloni –, è compito della politica usare il mirino e non la lente d’ingrandimento per prendere la mira. Un cecchino miope è capace solo di sparare nel mucchio, un buon cecchino coglie l’obiettivo, anche se distante. Bene farebbe l’intera maggioranza a partecipare al problema, a condividere la linea e a mettere a disposizione le risorse necessarie per la gestione del corrente. In primo luogo, studiando un po’ meglio la situazione prima di rilasciare dichiarazioni deliranti che non aiutano di certo i lavoratori, che creano solo confusione ed accentuano il dramma che stanno vivendo le loro rispettive famiglie.»

«Eguale foga – conclude il segretario provinciale del PSI – andrebbe per esempio posta nell’attuazione del Piano Sulcis, che rappresenterebbe, ove opportunamente rimodellato intorno alle reali esigenze del territorio, un veicolo di opportunità per i giovani del territorio.»

Minatori IgeaErminio Meloni 5

Il fondo sociale A.D.A. (Associazione Dipendenti Alcoa) è stato al centro di un incontro tra il presidente, Alberto Cacciarru, e Stefano Lai, delegato sindacale UGL.

In discussione gli sviluppi futuri del fondo Associazione Dipendenti Alcoa (A.D.A.), comunemente chiamato Fondo Sociale.

«Nello specifico – si legge in una nota della segreteria provinciale UGL – si è discusso del cambiamento dello statuto avvenuto nell’ultima riunione dei soci che di fatto ha modificato la gestione delle quote in caso di dismissione del fondo, secondo la seguente ripartizione: il 95% ai soci e il 5% ad una O.N.L.U.S.; e della ripartizione del fondo tra i vari soci (ad oggi circa 140), che avverrà secondo criteri di anzianità di iscrizione al fondo, dopo aver stornato i costi di gestione del fondo (notaio e spese di chiusura conto).»

Entro il mese di dicembre l’Assemblea sarà chiamata ad approvare il bilancio, entro gennaio 2015 verranno effettuati i conteggi degli importi da erogare ai soci e a febbraio 2015 verrà erogato a mezzo assegno l’importo spettante ad ogni socio.

Ninetto Deriu si arrende alla burocrazia, la Port.Al non decollerà e i lavoratori ex Ila occupano la Regione. Nell’aria ormai da giorni, la “resa” dell’imprenditore di Iglesias che quasi tre anni fa ha rilevato lo stabilimento ex Ila con un progetto di rilancio molto ambizioso, è stata ufficializzata con grande amarezza. Dal momento dell’acquisizione dello stabilimento, Ninetto Deriu ha investito nel progetto circa 8 milioni di euro, nell’attesa, rilevatasi vana, della firma di un decreto della Giunta regionale per il via libera all’installazione di un mini parco eolico. Tre le pale richieste, due quelle concesse, in prima battuta, in sede di conferenza di servizi, ma resta un ostacolo da superare, una norma legislativa che vieta la realizzazione di nuovi impianti a meno di tre km dal mare, per superare la quale, visto lo stato in cui si trova l’area industriale, ormai compromessa dalla presenza delle industrie e del parco eolico dell’Enel, è necessario un provvedimento della Giunta regionale, promesso più volte ma mai arrivato.

L’annuncio dell’imprenditore, com’era prevedibile, ha scatenato la reazione dei lavoratori ex Ila che stamane hanno occupato la Regione, «per richiamare le istituzioni ad un’assunzione di responsabilità chiara e netta su una vertenza che, a causa della burocrazia e dell’indecisione politica, da due anni e mezzo non riesce a trovare uno sbocco positivo per oltre 140 padri di famiglia che aspettano di poter tornare a lavorare».

«L’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras – dice Remo Fantin, delegato RSU FSM-CISL – ci aveva assicurato che la nostra vertenza sarebbe stata seguita in prima persona direttamente dal presidente della Regione Pigliaru e, ad oggi, questo non è avvenuto e siamo qui per richiamare la Regione a questo impegno e a un’assunzione di responsabilità generale per la risoluzione della stessa.»

«E’ arrivato il momento delle decisioni coraggiose da parte della Regione – aggiunge Rino Barca, segretario regionale FSM-CISL -. Lo stabilimento ex Ila è stato tra i primi a chiudere nel polo industriale di Portovesme. Se ci fosse una reale volontà politica – conclude Rino Barca – questo stabilimento potrebbe essere il primo a ripartire e, finalmente, 140 famiglie recupererebbero il lavoro e uno stipendio e l’economia agonizzante del Sulcis Iglesiente porrebbe finalmente iniziare a registrare una netta inversione di tendenza.»

Il gruppo Deriu, già oggi ha 350 dipendenti in servizio, 140 sono quelli prossimi al rientro con il rilancio produttivo della Portal e 120 quelli previsti dal progetto del centro termale Coquaddus. Vista la drammaticità della crisi, oggi più che mai il Sulcis e gli imprenditori attendono risposte dalla politica in tempi certi. Senza le pale eoliche la fabbrica non potrebbe riaprire, in quanto il costo dell’energia graverebbe in misura eccessiva sulla produzione e non si capisce proprio perché i tempi autorizzativi debbano essere tanto lunghi, con il rischio di compromettere l’intero progetto ed il ricollocamento di 140 lavoratori diretti ed almeno di un centinaio indiretti.

Ninetto Deriu

 

Gianni Falessi e Vittorio Corsini.

Gianni Falessi e Vittorio Corsini.

Il Siliqua ha inflitto questo pomeriggio la prima sconfitta stagionale alla Monteponi, raggiunta in vetta dalla Ferrini, impostasi per 3 a 0 sul Progetto Sant’Elia. 2 a 1 il risultato finale del derby che ha consentito alla squadra di Marco Piras di riportarsi a tre punti dalla vetta della classifica. La giornata ha registrato una nuova sconfitta del Carbonia sul campo dell’Arbus, 0 a 2, e la squadra mineraria è stata raggiunta in classifica dall’Atletico Narcao che è riuscito a centrare il primo successo stagionale nello scontro salvezza con il San Vito, 1 a 0. Il Carbonia, ancora a digiuno di vittorie, è in grave crisi e deve scuotersi prima che la classifica diventi sempre ancora più precaria di quanto sia già oggi.

Sugli altri campi, larga vittoria del Girasole sul Pula, 5 a 0; prima vittoria stagionale, a sorpresa, per il Serramanna, sulla Frassinetti Elmas; e, infine, due pareggi tra Orrolese-Kosmoto Monastir, 0 a 0, e tra Sant’Elena e Guspini, 2 a 2.