26 November, 2024
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Alcoa ingresso

Oggi la Direzione Alcoa, ha convocato il sindacato, rappresentanze di FSM, FIOM, UILM, UGL e CUB, per dare comunicazioni circa la gestione della mobilità e l’organizzazione di stabilimento per il 2015.

«Per quanto riguarda la mobilità – ha detto Stefano Lai, rappresentante della segreteria provinciale UGL – Metalmeccanici UTL Carbonia Iglesias – la Direzione Alcoa ha ribadito il programma relativo al percorso sottoscritto al MiSE, anche con le OO.SS. il 27 marzo 2012. A tal fine, Alcoa invierà già dalla prossima settimana comunicazione a tutti i 440 dipendenti, riguardante la collocazione in mobilità volontaria di tutti i lavoratori per accedere all’integrativo previsto dagli accordi.»

«La Direzione ha precisato – ha aggiunto Stefano Lai – che, nessun integrativo alla mobilità (incentivo all’esodo) sarà erogato in assenza di conciliazione tra le parti, conciliazione da effettuarsi entro e non oltre la data del 29 dicembre 2014. Seguirà a tale comunicazione, una lettera a tutti i dipendenti, di formale collocazione in mobilità del lavoratore. Alcoa ha comunicato anche che dal prossimo 1 dicembre ha predisposto i suoi uffici per ottemperare a questa procedura di cessazione volontaria da parte del dipendente, con relativo calcolo delle spettanze, comprendenti l’integrativo alla mobilità, il TFR e competenze varie. Il tutto sarà erogato al dipendente, in un’unica soluzione, nel mese di gennaio 2015.»

La Direzione di stabilimento, ha anche comunicato la struttura che gestirà l’impianto dal prossimo gennaio. Gestiranno sicurezza, ingegneria, gestione materiali e servizi di stabilimento, un Direttore di stabilimento e sette collaboratori. Rimarrà attivo il servizio di portineria (esternalizzato).

Altre due unità esterne (appalti), seguiranno la gestione “Integrità – Servizi alle Strutture”.

Alcoa, ha precisato che questo organico, dovrà gestire la fase di “smantellamento dell’impianto” o nel caso di conclusione positiva delle interlocuzioni tra Alcoa e Glencore, il possibile “riavvio dell’impianto”.

I consiglieri regionali del Partito dei Sardi Pier Mario Manca e Augusto Cherchi hanno presentato, in veste di primi firmatari, insieme ad altri 22 colleghi di tutta la maggioranza, una mozione urgente in cui si impegna il presidente della Regione e l’assessore dell’Agricoltura a «interrompere le procedure poste in essere da Agea (l’ente statale pagatore dei fondi agricoli) perché vessatorie per i nostri agricoltori». Agea, infatti, secondo i presentatori della mozione, sta dando un’interpretazione forzata, per non dire illegittima, delle procedure di classificazione del territorio sardo – trasformando quelli che un tempo venivano considerati pascoli a macchia mediterranea in boschi – con “esiti aziendali catastrofici”.

Questo porterebbe a perdere 210 milioni di euro dovuti al comparto agricolo sardo nei prossimi 6 anni, come già denunciato dal Partito dei Sardi nei mesi scorsi. Questa azione varrebbe retroattivamente costringendo gli agricoltori sardi a rendere finanziamenti già percepiti negli anni passati. E diventerebbe la base da cui verranno calcolati i finanziamenti futuri della PAC 2013-2020. In poche parole, le quote che si perdono oggi non potranno più essere recuperate.

La mozione chiede che Agea fornisca alla Regione la lista di lavorazione con tutte le particelle di territorio che oggi risultano in eclatanza generando anomalie e perdite di finanziamenti; chiede all’assessorato dell’Agricoltura di intervenire su Agea e in conferenza Stato-Regioni per chiedere la riapertura di tutti gli usi del territorio in modo da poter effettuare una nuova mappatura rispettosa degli interessi e della biodiversità della Sardegna; chiede di attivare tutte le procedure per la costituzione, avviamento e gestione dell’organismo pagatore sardo che vada a sostituirsi ad Agea nel pagamento dei fondi agricoli europei.

 

Il Protocollo dell’Ufficio Urbanistica del comune di Carbonia, in occasione della scadenza, prevista per il giorno 29 novembre  2014, del Piano Casa (legge regionale 4/2009 e successive modificazioni e integrazioni) sarà aperto, esclusivamente per la consegna delle pratiche del Piano Casa, venerdì 28 novembre 2014, dalle ore 8.30 alle ore 13.00.

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Confartigianato Imprese Sardegna ricorda che mancano 8 giorni alla conclusione del Piano Casa della Sardegna anche se potrebbe esserci un “bonus” di 2 giorni per presentare le istanze ai Comuni.

Non è la tanto auspicata proroga della legge, ma si tratterebbe solo dell’applicazione di una norma del codice civile che farebbe slittare di fatto la scadenza a lunedì 1 dicembre.

L’ultimo ultimo giorno utile per sfruttare questo Piano Casa, infatti, cade di sabato e, come tutti sanno, gli Uffici Protocollo dei Comuni, che devono ricevere domande e progetti, non sono aperti. In questi casi, la legge dice che ogni qualvolta il “dies ad quem” cade in un pre festivo è prorogato di diritto “al primo giorno seguente non festivo”.

«Stiamo ricevendo molte richieste di chiarimento da parte degli operatori del settore, delle imprese e dei cittadini che necessitano di delucidazioni in merito – afferma Giacomo Meloni, della presidenza regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – per sfruttare fino all’ultimo giorno la possibilità di questo Piano Casa». «Abbiamo scritto all’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu – continua Meloni – affinché possa dirimere il dubbio al comparto dell’edilizia e ai cittadini ma soprattutto possa supportare gli Uffici Comunali che stanno ricevendo migliaia di pratiche dagli Uffici Tecnici privati”. 

Meloni ricorda come più la data di scadenza si avvicina, più gli studi tecnici di geometri e ingegneri subiscono una vero e proprio “assalto” all’ultimo minuto, ricevendo richieste per pratiche che per smaltirle non basterebbero 2 anni, con la certezza che tantissimi cittadini rimarranno fuori.

Di riflesso anche sulle imprese si stanno moltiplicando le occasioni di lavoro sicuro per i prossimi 3-4 anni. Anche in questo caso, paradossalmente, non ci sarà il tempo di soddisfare tutte le richieste: infatti il lavoro dovrà essere portato a termine, come impone la legge, entro i prossimi 18 mesi.

In conclusione Giacomo Meloni pone una domanda: «Se il problema dell’accumulo delle pratiche negli uffici tecnici comunali è palese, vista la carenza di personale e l’ingente mole di lavoro, quando potrà essere controllata tutta la documentazione?».

Gavino Manca

«La non impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale, da parte del Governo nazionale, della legge n. 17 approvata dal Consiglio regionale lo scorso settembre, conferma non solo il pieno rispetto delle norme nazionali e la fondatezza delle controdeduzioni formulate dalla Regione sarda in risposta al parere critico redatto in proposito dal Mise, ma soprattutto testimonia l’efficacia dell’alto grado di collaborazione che caratterizza i rapporti politici e istituzionali che intercorrono tra la Regione e l’esecutivo guidato da Matteo Renzi.»

Lo ha detto Gavino Manca, presidente della commissione Lavoro del Consiglio regionale, in merito alla non impugnazione della legge su Csl e Cesil.

«Esprimo, dunque, grande soddisfazione – ha aggiunto Manca – per la piena applicazione delle misure adottate a favore dei Centri servizi per il lavoro (Csl), dei Centri servizi inserimento lavorativo (Cesil) e delle Agenzie di sviluppo locale che prorogano i contratti degli operatori precari fino al tempo massimo consentito dalle vigenti normative (3 anni), garantendo così la completa operatività di uffici e strutture.»

«Il tutto significa, inoltre, che con le professionalità presenti nei Csl e nei Cesil e dando attuazione ai propositi del presidente Pigliaru per la riforma e la riorganizzazione dei servizi per l’impiego, potremo impegnarci con maggiore forza e ancor più grande determinazione per raggiungere gli obiettivi indicati dal piano “garanzia giovani” e contribuire così alla sfida lanciata dal premier Renzi, per restituire speranza, competenze e lavoro – ha concluso Gavino Manca – ai tanti che in questi anni difficili hanno perso un’occupazione o che non l’hanno mai avuta».

«800 insegnanti a casa e 8mila ragazzi in tutta la Sardegna non potranno più frequentare le scuole civiche di musica. E’ questo il risultato della decisione dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Claudia Firino, che a tradimento ha cancellato un’esperienza apprezzata in tutta la Sardegna e che stava dando grandi frutti, consentendo a tanti ragazzi che non se lo possono permettere di imparare a suonare uno strumento e di avvicinarsi e apprezzare la musica e la cultura musicale.» 

La denuncia arriva dal coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, che ha predisposto una mozione con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale.

«Questo – dice Cossa – è l’ennesimo abbaglio dell’assessore Firino che sta distruggendo quanto resta del tessuto culturale della Sardegna. Ma la cancellazione dei fondi per le scuole civiche di musica è ancora più grave perché colpisce i bambini e i giovani sardi che stanno per perdere una delle cose buon fatte dalla politica in questi anni: dare la possibilità a tutti di avvicinarsi all’arte e alla musica a prescindere dal censo e dal reddito.»

«Dal 1999 a oggi – dice ancora Cossa – le scuole civiche di musica sono entrate a pieno titolo nella filiera didattica degli istituti d’alta formazione. Senza dimenticare che ricoprono un ruolo importante contro la dispersione scolastica, il bullismo, recuperano tanti ragazzi che trovano in queste scuole sparse in tutti i Comuni sardi una grande occasione e un’opportunità di riscatto.»

«Ecco perché – conclude Cossa – chiediamo all’assessore di fare immediatamente retromarcia, ripristinando i fondi cancellati e continuando a far vivere e potenziare un’esperienza che non ha colore politico ma un altissimo valore sociale e culturale per i giovani sardi.»

La Regione Sardegna deve cambiare passo e dare subito risposte sulla questione Igea assumendo atti concreti e trovando subito soluzioni.

Lo dice Daniele Reginali, neo segretario provinciale del Partito Democratico.

«Non è corretto – aggiunge Reginali – che vengano disattesi gli accordi sottoscritti anche recentemente e che i lavoratori debbano ancora fare i conti con i ritardi che si accumulano nel pagamento degli stipendi. Il Pd di Carbonia Iglesias – conclude il neo segretario PD – sosterrà i lavoratori nelle loro azioni volte a difendere il diritto al lavoro e un’azienda pubblica importante per la crescita di questo territorio e l’avvio delle bonifiche ambientali.»

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Anche Modesto Fenu, consigliere regionale Sardegna Zona Franca, prende posizione sulla situazione dell’agricoltura in Sardegna.

«Nessun allarmismo – attacca Fenu, che ha sottoscritto la mozione sull’agricoltura presentata dal collega Gianluigu Rubiu, capogruppo dell’Udc -. Non è nostra intento produrre disfattismi. Siamo semplicemente preoccupati per gli effetti devastanti che si riverseranno sulle nostre campagne. La verità è che l’assessore all’agricoltura Falchi sta sottovalutando gli impatti negativi derivati dalla nuova classificazione dei suoli». Al centro del dibattito c’è la nuova classificazione stilata dall’Agea, con il nuovo Refresh (la rivisitazione dei suoli), l’Agenzia per l’Erogazione in Agricoltura. In base ai nuovi parametri emerge un’interpretazione ultra restrittiva nell’attribuzione dei codici di pascolamento, cioè dei canoni relativi all’utilizzo del suolo, che non rispecchiano la realtà isolana, con l’esclusione dei premi per migliaia di ettari di terra.

«Una situazione non accettabile – dice Fenu – con tantissime aziende che rischiano di  perdere le risorse finanziarie provenienti dall’Unione Europea e restare prive di finanziamenti utili per lo sviluppo delle campagne isolane».

Una beffa, l’ennesima – sottolinea Fenu -. Un oltraggio alle specificità del comparto rurale della Sardegna. Le cifre sono davvero catastrofiche. Il codice bosco (escluso dalla SAU) conta rispetto al 2010, 274.442 ettari in più. Solo per questi, facendo un conteggio al ribasso, la Sardegna rischia di perdere all’anno 100 euro a ettaro, circa 30 milioni di euro totali, addirittura 210 milioni in sette anni, oltre a tutte le altre conseguenze che ne deriverebbero, visto che i titoli della nuova Politica Agricola Comune saranno assegnati in base agli importi che gli agricoltori percepiranno nel 2014 e la superficie utile dichiarata nel 2015. Tantissime le aziende che si troverebbero a restituire i contributi già ricevuti, con il pericolo di sanzioni.

«Un disastro. Senza che l’assessore Falchi prenda atto della gravità della situazione». Il disappunto si sintetizza nelle parole dell’esponente del consiglio regionale: «Un settore che dovrebbe essere uno dei principali capisaldi per il rilancio dell’economia – aggiunge il capogruppo di Sardegna Zona Franca – E invece, con questa operazione si produrrà un meccanismo perverso, con lo spopolamento senza fine delle campagne e la desertificazione dei poderi che oggi vantano produzioni di qualità per i mercati internazionali«. Una via crucis interminabile. «Così si mortificano le speranze di centinaia di aziende impegnate in progetti promossi dall’Unione Europea, con la perdita di risorse o, peggio ancora, sanzioni salatissime per le agevolazioni già assegnate. Per questo sollecitiamo che la Regione possa giocare la sua partita – conclude Fenu – invitando l’Agea a modificare la classificazione ed assegnando  all’agenzia regionale il ruolo basilare per la ripresa del settore agricolo isolano».

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