Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci ha preso posizione oggi sul progetto del Biofuel e sulla crisi dell’Arst.
Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci ha preso posizione oggi sul progetto del Biofuel e sulla crisi dell’Arst.
«Il Sulcis può puntare sul Biofuel, sfruttando gli ingenti investimenti pubblici inseriti nel Piano Sulcis – sostiene Ignazio Locci -. Ma prima di accettare l’iniziativa imprenditoriale della Mossi&Ghisolfi (l’azienda interessata ad avviare nel Sulcis le coltivazioni di canna per la produzione di biofuel di seconda generazione) è doveroso interessare le cittadinanze interessate, attivando percorsi di consultazione popolare che partano dal basso: il coinvolgimento dei sulcitani nei processi decisionali deve essere risolutivo per la condivisione dei programmi di sviluppo. E, considerato che le coltivazioni sperimentali nei campi di Tratalias e Masainas sono già state avviate, sarebbe utile fare delle visite nei luoghi di lavoro per verificare la fattibilità del progetto.»
«Ci troviamo di fronte a una scelta importante – aggiunge Locci -: se l’intrapresa della Mossi&Ghisolfi, che a regime dovrebbe assicurare circa 350 nuovi posti di lavoro, venisse finanziata, si tratterebbe di sottrarre ettari di terreno all’agricoltura, attività nel Basso Sulcis da sempre prevalente. Ovvero: rinunciare alla terra e alla produzione alimentare per cedere il passo alla produzione di biocarburante. Ecco perché non possiamo dare il nostro assenso senza avere prima coinvolto le comunità locali, illustrando loro nel dettaglio vantaggi e svantaggi. Saranno poi i cittadini a metterli sulla bilancia e a trarre le conclusioni.»
Sulla crisi che rischia di travolgere l’azienda regionale sarda trasporti, il consigliere regionale di Sant’Antioco sostiene che «la Regione deve rispettare il contratto di servizio e garantire all’Arst i 50 milioni di euro necessari per poter andare avanti. La Giunta non può continuare ad accampare scuse per giustificare il mancato rispetto degli impegni presi: i trasporti sono una cosa seria, esattamente come lo sono gli stipendi dei lavoratori e la sicurezza degli stessi trasporti locali. Sono in ballo, infatti, il pendolarismo studentesco e l’isolamento delle periferie».
«La controllata regionale, come certificato dalla Corte dei Conti, ha garantito conti in regola – aggiunge Locci -. Non si può continuare ad andare avanti così. La Regione deve risolvere strutturalmente il problema e mettere in campo una strategia che rispetti il contratto di servizio, erogando con cadenza trimestrale all’Arst. Il debito totale con l’Azienda regionale sarda trasporti, tra contratto di servizio e debito corrente, ammonta a 85 milioni di euro. La Giunta – conclude Ignazio Locci – farebbe bene ad assicurare ai sardi che non si procederà con alcuna privatizzazione, diversamente sarà la catastrofe dei trasporti locali.»