27 November, 2024
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La Lem Studio è in testa alla classifica in solitudine, con 7 punti, dopo la terza giornata del campionato provinciale di calcio a cinque organizzato dal Movimento Sportivo Popolare. La capolista è balzata al comando grazie alla giornata di risposo osservata dalla Pol. Kimbeh 04 di Tratalias, ancora a punteggio pieno con i 6 punti conquistati con le due vittorie delle prime due giornate e momentaneamente al secondo posto, insieme ad altre tre squadre: Pol. Villamassargia, Fighters F.D. e Iglesias 1997.

I risultati della terza giornata:

Serbariu – Pol. Villamassargia 2 a 7;

Lem Studio Carbonia – Littoria Carbonia 4 a 2;

Iglesias 1997 – Stanleybet 7 a 2;

Calcetto Nuxis – Fighters F.D. 4 a 7;

Malasainas – Real Carbonia 2 a 7;

Atletico Carbonia 99 – Il Convivio Ristorante 5 a 2.

Ha riposato la Pol. Kimbeh 04 Tratalias.

Classifica:

Lem Studio Carbonia 7 punti

Iglesias 1997, Pol. Villamassargia, Pol. Kimbeh 04 Tratalias e Fighters F.D. 6

Atletico Carbonia 99, real Carbonia e Calcetto Nuxis 4

Il Convivio Ristorante e Serbariu 3

Stanleybet 2

Littoria Carbonia e Malasainas 0.

Pol. Kimbeh 94 Tratalias, Atletico Carbonia 99 e Malasainas hanno disputato una partita in meno.

Palazzetto copia

Qualche giorno fa, nell’ambito della XXXI assemblea annuale dell’Anci, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Graziano Delrio, il commissario dell’Istituto per il Credito Sportivo Paolo D’Alessio e il delegato dell’Anci allo sport, Roberto Pella, hanno presentato il progetto «1.000 Cantieri per lo Sport». Si tratta di un piano per incentivare gli interventi di manutenzione, ristrutturazione o costruzione ex-novo di impianti sportivi di base. Mutui a tasso zero, per un totale di 150 milioni di euro più 44 milioni per l’abbattimento degli interessi, destinati a 500 spazi sportivi scolastici e 500 impianti sportivi di base pubblici e privati.

«Dopo le misure per l’edilizia scolastica e per i cantieri da concludere inseriti nello Sblocca Italia – ha dichiarato il sottosegretario Delrio – ora la Presidenza del Consiglio e l’Istituto per il Credito Sportivo hanno  attivato la possibilità per gli enti pubblici e privati di accendere mutui a tasso zero per impianti sportivi nelle scuole e di base. Un’altra risposta per essere vicini alle famiglie e ai giovani.»

«Il Governo ha fatto un passo importante nei confronti dello sport – è stato il commento del commissario ICS, D’Alessio – adesso il Credito Sportivo e l’Anci hanno la responsabilità e il compito di dare concretezza a questo progetto per far sì che al più presto vengano utilizzate tutte le risorse stanziate cercando di colmare il gap evidente rispetto agli altri paesi europei della inadeguatezza in cui si trovano gli impianti sportivi scolastici.»

Apprezzamento, infine, è stato espresso anche da Pella: «L’importanza dell’impiantistica di base e scolastica è ben chiara ai sindaci. Sono risorse importanti, quelle messe a disposizione, risorse economiche che, investite negli impianti, mettono in circolo risorse umane e di solidarietà fondamentali per le nostre comunità».

Nello specifico il primo progetto, che nasce da una collaborazione tra Presidenza del Consiglio dei Ministri e ICS (Istituto per il Credito Sportivo) con Associazione Nazionale Comuni Italiani e Unione delle Province d’Italia e partirà entro la fine di novembre, è rivolto ai primi 500 interventi negli impianti sportivi scolastici.

L’Istituto per il Credito Sportivo ha destinato agli Enti locali 75 milioni di euro con mutui a tasso zero reso possibile da 22 milioni di euro del «Fondo speciale per la concessione di contributi in conto interessi sull’impiantistica sportiva». L’importo massimo per ogni intervento è di 150mila euro erogato come mutuo di durata massima di 15 anni da contrarre con l’Istituto per il Credito Sportivo. Nel caso in cui l’intervento superi la cifra, la parte superiore godrà di contribuzione in conto interessi come dai piani operativi dell’Istituto.

Gli enti locali proprietari delle scuole potranno:

  • Attuare interventi relativi a spazi ed impianti sportivi scolastici esistenti: come ristrutturazioni, ammodernamento, ampliamento, completamento, riconversione, adeguamento tecnologico, manutenzione straordinaria, bonifica dell’amianto, adeguamento delle normative sulla sicurezza e sull’abbattimento delle barriere architettoniche, efficientamento energetico, attrezzatura
  • Realizzare nuovi spazi ed impianti sportivi scolastici

 Per intervenire in modo capillare e uniforme sul territorio italiano ci saranno un numero di interventi per ogni regione sulla base della popolazione in età scolare con un incremento del 10%  per le regioni del Sud che presentano deficit di infrastrutture sportive scolastiche. Limiti sono stati posti al numero di mutui concedibili ad ogni Ente locale in base al numero di abitanti.

In base ai parametri i 500 interventi saranno così ripartiti tra le Regioni:
Lombardia 72, Campania 64, Sicilia 51, Lazio 45, Puglia 41, Veneto 37, Emilia Romagna 34, Piemonte 30, Toscana 28, Calabria 19, Sardegna 13, Marche 12, Liguria 10, Abruzzo 10, Trentino Alto Adige 9, Friuli Venezia Giulia 8, Umbria 7, Basilicata 6, Valle d’Aosta 2 e Molise 2.

A gennaio 2015 partirà invece il secondo progetto rivolto agli altri 500 interventi negli impianti sportivi destinatari di ulteriori 75 milioni di euro con mutui a tasso zero grazie all’utilizzo di altrettanti 22 milioni di euro del «Fondo per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva» e  del «Fondo Contributi negli Interessi». I mutui saranno richiedibili dagli Enti Locali e dai soggetti privati (società ed associazioni sportive, parrocchie ed enti morali, ecc.) che vogliano ristrutturare o costruire spazi ed impianti sportivi di base.

Il progetto, reso possibile dalla collaborazione tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’Istituto del Credito sportivo, prevede un importo massimo per ogni intervento di 150 mila euro  (per i soggetti diversi dagli Enti locali una percentuale del costo del progetto resterà a loro carico) erogato per una durata massima di 15 anni per gli Enti locali e 10 anni per i soggetti privati.

L’erogazione del contributo è da concordare con la Conferenza Stato Regioni o da definire con ciascuna Regione in relazione al plafond che le sarà attribuito.

Giornata mondiale del diabete diversa dal solito, a Sassari, dove una rappresentanza di diabetici darà luogo, venerdi 14 novembre, alle ore 9.30, ad una manifestazione di protesta davanti alla sede della Direzionegenerale in Via Catalocchino. La protesta, organizzata dal Coordinamento Associazioni Diabetici Regione Sardegna e dalle due associate con sede a Sassari, la AdmS (Associazione diabete mellito Sardegna) e la Fand Sassari, sede locale dell’Associazione Italiana Diabetici, verte sulla mancata consegna di una sessantina di microinfusori per i quali altrettanti diabetici attendono da oltre un anno.

La Asl 1 di Sassari è accusata dai diabetici di voler fare cassa con i soldi destinati agli acquisti dei presidi indispensabili per la cura del diabete, come il microinfusore, strumento di erogazione dell’insulina destinato prevalentemente a bambini, giovani e ragazzi.

«Quest’anno, la giornata mondiale del diabete – ha detto Stefano Garau, presidente del coordinamento – in Sardegna, la trascorreremo con i diabetici, per i diabetici, facendo sentire la nostra voce direttamente ai responsabili di un vergognoso atteggiamento che penalizza persone affette da questa subdola malattia.»

Municipio Carbonia 1 copia

Fino alle ore 13.00 del 20 novembre è possibile presentare le domande per accedere al fondo destinato agli “inquilini morosi incolpevoli”. Potranno presentare domanda coloro che, avendo un contratto di affitto per la propria abitazione, hanno ricevuto lo sfratto (con citazione per la convalida), per non aver pagato, senza colpa, il relativo affitto.

Ne dà comunicazione il comune di Carbonia.

I “morosi incolpevoli” sono coloro che non possono pagare gli affitti per la perdita o la riduzione consistente del reddito del proprio nucleo familiare, dovute ad una delle seguenti cause: perdita del lavoro per licenziamento; accordi aziendali o sindacali con riduzione dell’orario di lavoro;  cassa integrazione ordinaria o straordinaria che riduce notevolmente il reddito; mancato rinnovo dei contratti a termine o di lavoro atipici; cessazione di attività da libero professionista o di imprese registrate, derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento; malattia grave, infortunio o morte di un componente da cui consegue una forte riduzione del reddito familiare o la necessità di utilizzare gran parte del reddito per affrontare le spese mediche ed assistenziali.

Le domande di partecipazione devono arrivare, a pena di esclusione, entro le ore 13.00 del 20 novembre 2014. Possono essere presentate a mano all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Carbonia, in Piazza Roma 1, o spedite con raccomandata con ricevuta di ritorno (A/R) all’indirizzo: Comune di Carbonia, Ufficio Patrimonio-Politiche per la Casa, Piazza Roma 1, 09013 Carbonia. Le domande, anche se spedite tramite servizio postale, devono arrivare entro il termine di scadenza.

Le domande di partecipazione devono essere compilate unicamente sui moduli predisposti dal comune di Carbonia, disponibili, insieme al bando presso la portineria del Palazzo comunale, in Piazza Roma 1, a Carbonia, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 13.00; presso le sedi delle ex circoscrizioni di Cortoghiana e Bacu Abis; sul sito del comune di Carbonia  www.comune.carbonia.ci.it – Sezione Bandi e concorsi, altri bandi.

Per informazioni rivolgersi all’Ufficio Politiche della Casa, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00. Telefono 0781/694232 e 694247.

Adri e Antonio

Domenica 16 novembre 2014, alle ore 19.00, all’Arco Studio di via Portoscalas 17, Cagliari, per la stagione di Musica da camera de Il Crogiuolo, si terrà il concerto Experiment 2, con Adriano Orrù al contrabbasso e Antonio Pinna alle percussioni.

Adriano Orrù e Antonio Pinna collaborano dal 2011 quando insieme a Mario Faticoni e Clara Murtas diedero vita a “Isola di Pietra” sonorizzando le poesie di alcuni dei più significativi poeti sardi. In seguito hanno collaborato al progetto “Geometrie Variabili” insieme a Silvia Corda ed Elia Casu. Questo quartetto ha prodotto nel 2013 il CD “The Breath”. Experiment 2, che viene presentato per la prima volta all’Arco Studio, è un duo atipico (contrabbasso e percussioni) in cui l’essenza del progetto è il dialogo tra due strumenti emancipati finalmente dal ruolo subalterno di “accompagnatori” per assumere, a turno o insieme, quello di solisti.

Adriano Orrù è un contrabbassista che si occupa di jazz, di improvvisazione radicale, di musica da camera e progetti multimediali. Ha collaborato in varie formazioni con Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu, Tony Oxley, Lenka Zupkova, AN MOKU, Ettore Fioravanti, Roberto Cipelli, Marco Tamburini, Tino Tracanna, Andy Gravish, Tim Hodkinson, Paulo Chagas, Joao Pedro Viegas, Mauro Sambo, Marcello Magliocchi, Victor Nubla, White Noise Generator, Moex, Simon Balestrazzi, Silvia Corda, Takatsuna Mukai, Henning Frimann, Renato Ciunfrini, Guro Skumsnes Moe, Håvard Skaset, Angelo Contini, G.P. Campus, Corrado Altieri, Monica Serra, Mauro Cossu, Clara Murtas, Stella Veloce, Sebastiano Meloni, Alessandro Garau, Alessandro Olla, Paolo Angeli, Manuel Attanasio, Elia Casu, Mauro Usai, Paolo Sanna, Roberto Pellegrini, Carla Onni, Giacomo Calabrese, Enrica Spada, Sara Marasso, Mario Faticoni, Rita Atzeri.

Antonio Pinna dal 2002 inizia ad avvicinarsi al mondo del Teatro collaborando come percussionista a diversi reading musicali e spettacoli teatrali. Nel 2006 frequenta i seminari estivi di Nuoro jazz con Ettore Fioravanti, e nel 2007 frequenta i seminari di Sant’Anna Arresi con Roberto Dani, Butch Morris, Umberto Petrin. Partecipa ai seminari di canto difonico dei maestro vietnamita Tran Quang Hai, e alle masterclass di tecnica per Zarb di Francois Bedel e Mohsen Kasirossafar. Attualmente prosegue il lavoro di ricerca del suono, sonorizzazione di reading e di improvvisazione radicale.

La 2ª commissione consiliare Cultura-Spettacolo-Turismo-Sport-Grandi Eventi-Pubblica Istruzione-Comunicazione Istituzionale-Informatizzazione del comune di Iglesias, presieduta da Pierina Chessa, si riunisce questo pomeriggio, alle 15.30, nella sala riunioni del Centro direzionale di Via Isonzo, per l’esame delle problematiche legate al dimensionamento scolastico 2015-2016. Gli enti locali dovranno valutare le decisioni assunte a livello regionale, in attuazione delle indicazioni fornite loro dal Governo nazionale, con limitatissimo spazio di manovra. Di fatto, come comunicato agli amministratori locali dal dirigente della gestione commissariale dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias, dovranno prendere atto dei tagli e dei conseguenti accorpamenti degli istituti scolastici. L’unica concreta possibilità di incidere sulle scelte, sarà quella di decidere l’accorpamento con un istituto piuttosto che con un altro, con alcune possibilità di scelta, tenendo ovviamente conto della contiguità territoriale.

Il secondo punto all’ordine del giorno della commissione, della quale, oltre il presidente, fanno parte i consiglieri Marco Loddo, Valentina Pistis, Piero Carta e Andrea Pilurzu, è la proposta di gemellaggio tra il comune di Desulo e la città di Iglesias, di fatto formalizzata dieci giorni fa a Desulo, in occasione della giornata conclusiva de “La montagna produce”, che ha visto la partecipazione di alcuni gruppi arrivati da Iglesias: il Gruppo Musici Villa Ecclesiae, i Musici sbandieratori Iglesias, Musici e sbandieratori Santa Lucia del Quartiere Fontana e il gruppo folkloristico città di Iglesias. Con loro l’assessore della Cultura e vicesindaco di Iglesias, Simone Franceschi e il sindaco, Emilio Gariazzo.

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Il Consiglio regionale ha concluso la discussione generale sul Dl 72 “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione” e ha approvato con 26 voti a favore e 17 contrari il passaggio agli articoli. I lavori riprenderanno mercoledì, 19 novembre.
Il presidente Ganau, in apertura di seduta, ha chiesto all’Aula un minuto di silenzio per commemorare le vittime della strage di Nassiriya, un attentato contro la base “Maestrale” in cui persero la vita 28 persone, 19 italiani e 9 iracheni e rimasero feriti 19 carabinieri e un civile. Non tornarono dalle loro famiglie 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e due civili italiani. Il presidente ha ricordato che quello di Nassiriya è stato il più grave attacco alle truppe italiane dalla Seconda guerra mondiale ed ha sottolineato che la pace è l’obiettivo che l’Italia e l’Europa devono perseguire.
Dopo la commemorazione dei caduti, il presidente ha aperto la discussione generale sul Disegno di legge della Giunta regionale su “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione”.
Sull’ordine dei lavori sono intervenuti i consiglieri di minoranza Marco Tedde, Stefano Tunis, di Forza Italia, Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Mario Floris (Uds), Gianluigi Rubiu (Udc) hanno chiesto di rinviare la discussione perché il clima teso, la complessità del disegno di legge e il fatto che è stato modificato e approvato dalla Prima commissione questa mattina, non consente alla minoranza di elaborare gli emendamenti. Il presidente ha ricordato che il testo non è stato modificato in maniera sostanziale, stamattina, e che era stato deciso in conferenza di capigruppo di proseguire oggi con l’esame del provvedimento. Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, si è detto contrario alla sospensione del provvedimento: «Non è sufficiente dire che non c’è il clima adatto. Abbiamo il dovere di intervenire sulla materia. Invito i colleghi di opposizione ad essere ligi al loro dovere». Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi chiesto al presidente Ganau la convocazione di una Conferenza dei capigruppo per valutare le esigenze della minoranza, vista la buona disponibilità dell’opposizione che stamattina ha evitato di chiedere i cinque giorni previsti per le relazioni consentendo al testo di arrivare subito in Aula. «La proposta – ha spiegato Pittalis – è quella di fare la discussione generale, ma dare tempo a chi deve presentare gli emendamenti».
Il presidente ha sospeso i lavori e convocato i capigruppo. Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha annunciato che domani l’Aula proseguirà la discussione generale sul DL 72, gli emendamenti potranno essere presentati entro le 10.00 di martedì prossimo, 18 novembre. Alle 16,30 poi si riunirà la Prima commissione per l’esame degli emendamenti. Il Consiglio si riunirà poi mercoledì e, se necessario, giovedì per l’esame degli articoli e degli emendamenti.
Il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, Salvatore Demontis (Pd), il quale ha evidenziato che il testo esitato presenta molti elementi innovativi rispetto alla prima stesura della Giunta. Si tratta – ha spiegato – di un primo tassello di una riforma più ampia del Sistema Regione, passando da una impostazione formale a manageriale, ossia sostanziale. «Vorremo passare da una Regione basata sulla produzione di atti, secondo il modello tipico degli anni ’90, a un’amministrazione basata sui risultati. Una pubblica amministrazione basata sugli anni ‘90 non solo scoraggia i cittadini ma anche gli investitori privati». La Regione così com’è funziona male a prescindere da chi la governa, ha spiegato Demontis. «Spesso, infatti, la classe politica non traduce le linee di mandato in obiettivi strategici chiari», e ha aggiunto, «insomma non viene attuato il ciclo di programmazione, gestione e controllo, oggi chiamato comunemente “ciclo delle performances”». «Da qui l’esigenza  – ha spiegato – di una macrostruttura sul “modello per missione”, quindi strutture che nascono “attorno” agli obbiettivi strategici di mandato, le “missioni” appunto, con le strutture che nascono in base agli obiettivi strategici e non il contrario». Tra gli obiettivi fondamentali: la creazione del Sistema regione, con mobilità volontaria interna, la  valutazione delle performance, con una migliore ottimizzazione del lavoro in Regione con una maggiore valorizzazione del personale.
«Sia la mobilità all’interno del Sistema Regione che la delegificazione sulle direzioni generali, ad oggi disciplinate invece per legge, sono propedeutiche alla modifica della legge n. 1 del 1977 e quindi della macrostruttura. Questo è l’obiettivo politico che si intende raggiungere. I servizi sono invece istituiti, modificati o soppressi dal direttore generale che poi dovrà però rispondere dei risultati raggiunti». Demontis ha poi spiegato che «spetterà al presidente della Regione presiedere il Comitato di coordinamento delle direzioni generali al fine di raggiungere gli obiettivi strategici trasversali. L’articolo 6 bis elimina le posizioni funzionali dirigenziali con compiti di studio, ricerca e consulenza che possono essere svolte da funzionari del Sistema Regione. Non occorre essere dirigenti». Il testo prevede inoltre l’introduzione della continuità amministrativa.
Il presidente, terminati i dieci minuti a disposizione del relatore, ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, in qualità di relatore di minoranza. Tunis ha spiegato ai colleghi che «abbiamo fatto un lavoro difficile all’interno della Prima commissione. Abbiamo lavorato articolo per articolo, inserendoli in una valutazione di sistema». Il consigliere di Forza Italia ha espresso rammarico per la visione che non mette la politica al centro dell’azione di governo, svincolandola dalla burocrazia, «ma si sta cercando una soluzione per dire che il sistema amministrativo e burocratico può vivere a dispetto dalla politica». L’assessore ha detto che va privilegiato l’efficacia della decisione. Per Tunis è un disegno non ricevibile da chi ha preso l’impegno con i cittadini e che ha visto ricoprire i più importanti incarichi di governo da persone prive del mandato dei cittadini. «Questo testo – ha aggiunto – è stato corretto nelle parti dove dava il colpo di grazia alla politica della Regione». La maggioranza sbaglia, secondo Tunis, ad andare avanti su un testo che è stato stravolto e ha esortato la Giunta e la maggioranza a dire esattamente cosa vuol fare: riaffermare il ruolo della politica o abdicare. «Vi chiedo di fare un passo indietro».
Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha osservato che l’intento del provvedimento è apprezzabile ma fa emergere, a suo avviso, numerose perplessità. Già la legge Bassanini, ha osservato, «prevedeva la valutazione indipendente sull’operato della dirigenza, strumento che ha prodotto buoni risultati, così come il coordinamento dei dirigenti non è una novità, anzi mi stupisce che la Regione ci arrivi solo ora». Giusto, a parere di Orrù, «anche il tetto alle direzioni generali ma la Giunta ha accentrato il 30% delle direzioni nelle sue mani ed anche tutti gli interventi di accorpamento e soppressione superando il ruolo del Consiglio». Si tratta di un modo di procedere, ha continuato il consigliere sardista, «simile ad una “dittatura” del presidente e della Giunta, di questo passo l’Assemblea non potrà far altro che discutere mozioni e interpellanze e non conterà più nulla». Orrù, in conclusione, ha manifestato dubbi su «operazioni che potrebbero tradursi in favori rivolte a singole carriere anche esterne; nel complesso la valutazione sul provvedimento è negativa perché non c’è niente di rivoluzionario».
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha affermato che «parlare in quest’Aula diventa sempre più difficile se non inutile ed il provvedimento in esame non appare rispondente ai bisogni sia dell’amministrazione che dei cittadini». «In questi decenni – ha ricordato – si è detto che la burocrazia ha avuto uno sviluppo abnorme a danno dell’efficienza dell’azione amministrativa e io stesso, da assessore, ho presentato un disegno di legge organico che purtroppo è andato perduto però, al di là dei titoli ad effetto, questo testo non fa altro che riproporre il decreto Brunetta: sarebbe stato più dignitoso limitarsi ad affermare che anche in Sardegna trova applicazione quel decreto». Nel merito, secondo Floris, «contiene un ulteriore svuotamento dei poteri del Consiglio ed ha un impianto verticistico; si va verso una Regione dirigenziale, senza parlare del resto del personale». Per il consigliere Floris, inoltre, «non sussistono motivi di urgenza, dato che molte decisioni possono essere adottate già oggi a legislazione vigente». Piuttosto, ha sostenuto ancora Floris avviandosi alla conclusione, «dobbiamo chiederci quale Regione vogliamo per la Sardegna di domani; da una parte registriamo una forte vocazione centralista dello Stato, dall’altra non possiamo sostenere noi, in Sardegna, un nuovo centralismo burocratico». Il problema, ha detto infine, «è tracciare un confine fra quello che deve fare la politica e ciò che devono fare i tecnici, altrimenti facciamo come Renzi e trasformiamo il Consiglio in un organismo di secondo livello come il nuovo Senato».
Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha dichiarato che, a suo giudizio, «le differenze di opinione sono il sale della democrazia ma quello delle riforme deve essere un terreno comune per intervenire sul rapporto deteriorato fra istituzioni e cittadini, nel quadro di una consapevolezza che ha caratterizzato l’atteggiamento dell’opposizione in commissione, sempre propositivo e costruttivo». C’è una preoccupante tendenza centralista dello Stato, ha proseguito Agus, «mentre al contrario le funzioni delle Regioni vanno ampliate ma a patto di migliorare il rapporto fra queste istituzioni ed i cittadini, riconoscendo i nostri errori e lavorando da subito per difendere le nostre istituzioni». La nuova Regione e, soprattutto, gli uffici regionali devono semplificare la vita di famiglie e persone senza lasciare nessuno indietro, ha ammonito il consigliere di Sel, «ma non si faccia l’errore di considerare il testo una riforma a se stante, è solo l’inizio di un percorso più ampio di riforma dell’amministrazione regionale, che passa attraverso la riforma della 31 e del sistema degli Enti locali come del personale, perché oggi il sistema non regge più e vive di soluzioni temporanee rese definitive senza una vera programmazione». «Diciamo basta a rendite di posizione e veti incrociati – ha esortato Agus – perché solo così potremo recuperare il rapporto con i cittadini oggi profondamente logorato, anche da un processo nazionale che ha tolto e non ha dato frutti; seguiamo una strada diversa e questo testo, pur non risolvendo tutto, crea le condizioni per un percorso virtuoso, senza alibi, che privilegia meritocrazia e responsabilità».
Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che il testo di legge l’ha ricevuto poche ore fa, alle 15 e 14 ma che anche da una prima lettura si è reso conto che, nonostante il titolo: “Disposizioni urgenti i materia di organizzazione della Regione”, non si tratta certo di una riforma. Per l’esponente dei Riformatori, invece, è necessaria una riforma seria e concreta, calata nel reale.
Per Gianluigi Rubiu (Udc) questo DL mina in maniera inequivocabile il potere degli enti a favore della Giunta regionale. Si tratta di un nuovo “Regime-Regione”. L’esecutivo – secondo Rubiu – acquista il potere decisionale su tutto. Insomma, una sorta di  “Commissariamento della politica”. Il capogruppo dell’Udc ha detto di essere favorevole ai principi che sono alla base di questo provvedimento ma  non condivide le azioni previste in questo testo. I dirigenti, infatti,  sembrano le “pedine di una scacchiera” che possono essere spostate a piacimento dal politico di turno.
Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna) ha detto che queste norme non attuano nessuna riforma dell’organizzazione della Regione. Si sta procedendo con una piccola manutenzione quando si ha bisogno  di una sonora ristrutturazione. Per Alessandra Zedda era necessario partire dall’analisi della legge 1 per attuare una vera riforma. Questo non è stato fatto e si sta  perdendo un’altra occasione. Per l’ex assessore al bilancio non c’è nulla di così urgente, c’è tutto il tempo per fare una riforma compiuta che snellisca realmente le procedure.
L’assessore degli Affari generali, Gianmario Demuro, iniziando il suo intervento, ha detto che «molte riforme di cui ha parlato il Consiglio fanno parte del programma di legislatura ed il disegno di legge, infatti, si limita ad intervenire su alcuni punti strategici «per far funzionare la macchina mentre la si riforma». Il primo degli elementi di fondo del provvedimento, ha sostenuto, è quello della mobilità, «cioè dare ai dipendenti la possibilità di spostarsi secondo le loro attitudini e le loro aspettative di miglioramento in modo da dare più valore all’amministrazione».
Finora, ha osservato Demuro, la mobilità «è stata un qualcosa di straordinario, in parte anche per la complessità di una macchina regionale composta da 23 controllate, 57 enti, 198 dirigenti, 136 servizi e 26 direzioni generali, dove non è ancora disponibile una “banca dati” delle competenze, per sapere dove sono le risorse umane della Regione, cosa fanno e cosa potrebbero fare di meglio». Poi, secondo elemento, la valutazione di “perfomance”; «E’ vero che ci sono norme nazionali in vigore da anni – ha sostenuto l’assessore – ma la Regione è rimasta come in una “bolla” separata dal mondo esterno, mentre il corretto uso delle risorse pubbliche è elemento chiave per restituire al cittadino ciò che dà attraverso le tasse». Inoltre, altro obiettivo strategico è la riorganizzazione «perché qualunque cosa, nella nostra Regione, ha una norma che la riguarda e questo ostacola il funzionamento dell’amministrazione; il Consiglio, in particolare, deve riappropriarsi di un ruolo di grande programmazione rivolto al futuro, a difesa della democrazia regionale e della funzione della rappresentanza». Di fronte a questo scenario, ha detto ancora l’assessore Demuro, «è necessario intervenire con strumenti semplici come il numero delle direzioni e dei servizi, di ciò che serve per far funzionare la macchina; questo non significa affatto mettere da parte le riforme di grande respiro ma agire concretamente per risolvere problemi da tempo nascosti, per risparmiare risorse e migliorare l’efficacia dell’azione amministrativa e darle una dimensione orizzontale, posto che i problemi non solo riferiti ad una materia ma talmente complessi da richiedere un approccio interdisciplinare».
Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente ha aperto la fase delle dichiarazioni voto sul passaggio agli articoli.
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha affermato di condividere lo schema generale illustrato dall’assessore e, in particolare, il riferimento al ruolo del Consiglio come luogo di “alta programmazione” ma, ha osservato, «emergono una serie di contraddizioni fra il testo licenziato dalla commissione e quello originario della Giunta, una su tutte riguarda le stabilizzazioni del personale precario che vengono ora rinviate al 31 dicembre 2016: queste sono le cose reali cui si deve rispondere, il mio voto sarà contrario».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli del DL 72, che l’Aula ha approvato con 26 voti favorevoli e 17 contrari. Subito dopo, ha dichiarato chiusa la seduta, comunicando che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per martedì, 18 novembre, alle 10.00, mentre la Commissione si riunirà per esaminarli nella stessa giornata di martedì ma alle 16.30.
I lavori del Consiglio, infine, riprenderanno mercoledì 19 novembre, alle 10.00.

Edoardo Tocco copia


«I commissariamenti delle Aziende sanitarie locali non risolveranno certo i problemi della macchina regionale. Anzi. Serviranno solo a prolungare l’agonia del sistema sanitario e spartire nuovi posti di potere».
Lo ha detto questa sera il consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco, sull’approvazione della riforma sanitaria. Per Tocco sono ben altre le aspettative del comparto: «Per un vero salto di qualità, occorrerebbe incrementare i servizi i territori più periferici, che stanno già soffrendo per la carenza delle prestazioni mediche specialistiche. Ci sarebbe da attuare la rivisitazione dell’offerta destinata alle fasce deboli della popolazione come gli anziani e la porzione di cittadini svantaggiati».
«Il disegno prevede il taglio delle Asl e il commissariamento delle aziende. Una riforma – 
ha concluso Tocco – che fa precipitare la sanità sarda nel baratro».

Sulla nuova legge sanitaria il portavoce dell’UDC Sardegna, Federico Ibba, attacca la maggioranza.

«Dopo cinque mesi di pantomima sulla riforma sanitaria, con stravolgimenti e rivolgimenti sia in commissione che in Consiglio regionale – ha detto Ibba -, il centrosinistra che governa la Sardegna riesce finalmente a portare in aula il tanto sospirato emendamento per commissariare le ASL  sarde. Peccato che si siano dimenticati di scriverlo bene e abbiano citato solo le aziende ospedaliero-universitarie. Praticamente sono inciampati  in area e a porta vuota!»

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Anna Maria Busia (Cd), ha espresso soddisfazione per l’approvazione dell’ordine del  giorno unitario (Truzzu e più) sull’Istituzione del Coordinamento della Sanità penitenziaria.
«E’ un passaggio importantissimo perché finalmente viene centralizzata l’organizzazione dell’assistenza sanitaria penitenziaria in assessorato». Anna Maria Busia ha ricordato che a seguito del passaggio delle competenze dallo Stato alla Regione, ogni azienda sanitaria applicava procedure differenti, in quanto mancava un coordinamento.
«Due anni fa avevo presentato, come avvocato, assieme con Roberto Frongia, una diffida all’assessorato della Sanità affinché ci fosse uniformità di trattamento delle persone detenute».
Il consigliere regionale ha ricordato che le persone detenute hanno necessità di interventi differenziati rispetto ai malati liberi, in quanto presentano patologie molto varie e viene richiesto da parte dei medici un continuo confronto con l’autorità giudiziaria. Anna Maria Busia ha auspicato, infine, che venga valorizzata l’esperienza dei medici che hanno lavorato in carcere, perché conoscono  le diverse problematiche con cui ci si deve scontrare nell’assistenza sanitaria penitenziaria.