C’è anche l’università di Cagliari nel gruppo che ha costruito un pozzo e il water point a Kalkala.
C’è anche l’università di Cagliari nel gruppo che ha costruito un pozzo e il water point a Kalkala. L’opera, che fornisce acqua potabile a una remota località dell’Etiopia, fa capo ai ricercatori del Centro interdipartimentale di ingegneria e scienze ambientali.
Kalkala è una località nella Wereda di Alamata, Tigrai meridionale, a 600 chilometri da Addis Abeba, in Etiopia. Il 2 novembre scorso la comunità ha vissuto un momento magico ed essenziale per la propria sopravvivenza: è stato inaugurato il pozzo e il water point realizzati dal Centro interdipartimentale di ingegneria e Scienze ambientali (Cinsa). L’opera, finanziata con fondi della Regione Sardegna, rifornisce acque potabili al villaggio. Kalkala è distante dai punti ai approvvigionamento idrico e annovera circa 1.500 persone e 2.500 tra buoi, cammelli, asini, pecore e capre. Prima della realizzazione del progetto, l’unica risorsa idrica per la comunità era rappresentata da un piccolo pond per la raccolta dell’acqua piovana, utilizzato, per brevi periodi alla fine della stagione delle piogge, sia dalla popolazione, sia dal bestiame. Inoltre, donne e bambini, dovevano camminare fino al villaggio di Tao, per circa cinque chilometri tra andata e ritorno, per approvvigionarsi d’acqua per uso domestico. Mentre gli animali venivano portati ad abbeverarsi al bacino artificiale del villaggio di Gargele: quattordici chilometri complessivi.
«Captazione di acque sotterranee per la promozione dello sviluppo socio-economico delle popolazioni rurali della zona di Kalkala nella Wereda di Alamata in Etiopia» è la cornice del progetto finanziato dalla Regione con 49.800 euro, a fronte di un costo totale pari a 83mila euro. Alla realizzazione hanno partecipato, oltre al comune di Villasimius (ente locale capofila del progetto), Giulio Barbieri (docente università di Cagliari, project manager Cinsa), Mario Sitzia (Dicaar – dipartimento Ingegneria civile, ambientale e architettura, università di Cagliari), Alejandro Blanco Romero e Manuela Barbieri (Associazione volontariato surgentes onlus), Bruno Galimberti (Galimberti & Concas), Abdelwassie Hussein Bushra (College of Natural & Computational Sciences – università di Mekelle) e Ato Gebregziabheir W/Gebriel (Alamata Wereda Administration).
Integrandosi con le strategie e con i progetti promossi dalla Alamata Wereda Administration, ente pubblico locale deputato alla pianificazione territoriale e all’approvvigionamento idrico nell’area, il progetto, dopo aver individuato una zona favorevole alla captazione di acque sotterranee a una distanza di circa 1.200 metri da Kalkala, ha trivellato un pozzo sino alla profondità di 144 metri e lo ha equipaggiato con una pompa sommersa da 15 Hp, capace di una portata di 3 litri al secondo. Il sistema di distribuzione idrica è così costituito da una condotta lunga 1400 metri che va dal pozzo sino a un serbatoio di carico da 35 metri cubi, ubicato a monte del villaggio. E da una condotta di distribuzione lunga qualche centinaio di metri dal serbatoio sino al water point, costruito nel centro del villaggio con otto fontanelle e un abbeveratoio. Soluzione ideale per soddisfare i fabbisogni della popolazione e del bestiame.
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