5 November, 2024
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Continua a far discutere il progetto Biofuel della ditta Mossi e Ghisolfi.

Continua a far discutere il progetto Biofuel della ditta Mossi e Ghisolfi. A intervenire, in termini molto critici e contrari, è oggi Sabrina Sabiu, rappresentante del Partito dei Sardi, una delle componenti della maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta regionale guidata dal governatore Francesco Pigliaru.

«Nelle scorse settimane – scrive in una nota Sabrina Sabiu – è stato pubblicato nel sito della regione Sardegna il Piano Sulcis, in gestazione da due anni (un tempo lunghissimo in un territorio ormai al collasso). Il documento negli intenti dei relatori dovrebbe essere uno strumento di indirizzo, programmazione e coordinamento di interventi rivolti alla salvaguardia del tessuto produttivo, ad attività di ricerca e sviluppo tecnologico, interventi infrastrutturali, interventi di risanamento ambientale, orientati a favorire il rilancio e lo sviluppo dell’intera area del Sulcis Iglesiente, oltre ad individuare ambiti di eccellenza sui quali costruire nuove prospettive di sviluppo e occupazione. Salvaguardia del tessuto produttivo, Ricerca e Sviluppo tecnologico, Infrastrutture; Risanamento ambientale, Sostegno filiere produttive rappresentano, quindi, i campi di azione del Piano. Tutto bello, tutto chiaro …. Sulla carta! Ci sono alcune proposte che però gridano vendetta al mondo, ad esempio quella che riguarda la produzione di biofuel ad opera della ditta Mossi e Ghisolfi: il Piano Sulcis così recita:È in via di definizione il Contratto di Sviluppo per la realizzazione di un impianto a Portovesme, per la produzione di biofuel, azienda Mossi e Ghisolfi. Al riguardo sono state effettuate numerose riunioni istruttorie sia per la parte industriale che per quella agricola. Il Piano Sulcis contribuirà al finanziamento, con rimborso, dell’investimento industriale. L’azienda Mossi e Ghisolfi ha dichiarato di voler essere in cantiere all’inizio del 2015. L’occupazione di cantiere è di 600 unità medie per 2 anni, con una punta di 800 unità. L’investimento è stimato in circa 220 milioni di euro, con un’occupazione diretta e indotta di circa 300 unità.”»

«Nel Basso Sulcis – sottolinea Sabrina Sabiu – incidono la produzione del carciofo spinoso, quella orticola e relativa trasformazione conserviera e quella vitivinicola, che danno prodotti di eccellenza e di identificazione del territorio ed hanno conquistato importanti mercati fuori dall’isola ottenendo prestigiosi riconoscimenti di qualità. Di conseguenza la domanda è d’obbligo: come si concilia la produzione di biofuel con queste attività? La piantumazione delle canne richiede l’impegno di di 17.000 ettari di terreno fertile, ma secondo la riforma agraria degli anni ’50 ed ancora in vigore, un privato non può avere più di mille ettari di terreno e ogni quota eccedente questa misura può essere assegnata solo a residenti nell’Isola da almeno cinque anni, i quali devono altresì dimostrare un’effettiva ricaduta sul territorio della propria intrapresa.

Il progetto sostiene di occupare alcune centinaia di persone per due anni, cioè ogni anno di produzione costa 110 mln di euro…. E poi? Terminato il biennio si fanno bagagli e burattini e a non rivederci?»

«La collettività sulcitana non è stata neppure interpellata, parlo di quella comunità costituita da imprenditori, agricoltori, allevatori, professionisti e cittadini che si stanno battendo con le unghie e con i denti per salvare quel tessuto socio economico ridotto a brandelli da decisioni scellerate, che purtroppo hanno segnato le sorti del Sulcis degli ultimi 50 anni. Questo – conclude Sabrina Sabiu – è un film già visto con lo sfruttamento minerario prima, con l’industrializzazione di Portovesme poi e con l’accanimento terapeutico degli ultimi vent’anni per mantenere in vita industrie decotte a scapito di alternative di sviluppo ben più valide e più sane per l’ambiente e per le persone che lo abitano, oltre che più durature e meno onerose per la casse pubbliche.»

Erminio Meloni (PSI)
Il coordinamento reg

giampaolo.cirronis@gmail.com

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