Il Fondo Unico degli Enti locali per il 2015 ammonta a 600 milioni: 528 andranno ai comuni, 72 alle province.
Il Fondo Unico degli Enti locali per il 2015 ammonta a 600 milioni: 528 andranno ai comuni, 72 alle province. Lo ha comunicato nel pomeriggio l’assessore regionale degli enti locali Cristiano Erriu durante l’audizione in Prima Commissione. «Ci sono circa tre milioni in meno rispetto allo scorso anno – ha detto Erriu – se si tiene conto dei trasferimenti in conto capitale per cantieri comunali e la realizzazione di opere pubbliche si arriva a 1,3 miliardi di euro a favore del sistema degli enti locali».
Erriu ha confermato, anche per quest’anno, i criteri di ripartizione del Fondo: il 40% sarà diviso in parti uguali tra i comuni, il restante 60% in base al numero degli abitanti. Per favorire e incentivare le Unioni dei Comuni è previsto un aumento dal 3 al 9 per cento della quota del Fondo Unico riservata a chi sceglie la strada della gestione associata delle funzioni. «E’ un segnale politico che si vuole dare per scongiurare il rischio commissariamento dei comuni che non provvedano ad associarsi entro il 31 dicembre come previsto dalla riforma – ha proseguito l’assessore – chi non si adegua rischia inoltre di non poter più fare acquisti di beni e servizi».
Erriu ha poi evidenziato alcune criticità del sistema degli enti locali. La più importante riguarda le finanze provinciali. Tra tagli statali e prelievo forzoso dell’RCA (passato a livello nazionale dai 400 milioni del 2014 a un miliardo per il 2015) le province avranno l’80 per cento in meno delle risorse disponibili. Senza l’intervento della Regione, gli enti intermedi rischiano di non poter far fronte alle spese correnti.
L’esponente della Giunta, rispondendo alla richiesta di chiarimenti da parte di Stefano Tunis (Forza Italia) sulla destinazione delle risorse del Fondo Unico e sul mancato trasferimento agli enti locali di circa 260 milioni di euro nel 2014, ha chiarito che quei soldi sono stati contabilizzati come residui. Per abbatterli sarà utilizzata una parte dei 330 milioni di euro trasferiti dallo stato alla Regione dalla compartecipazione alle entrate fiscali del 2010.
In riferimento alla questione sul definanziamento delle opere pubbliche non portate a termine dai Comuni, sollevata da Michele Cossa (Riformatori), l’assessore ha confermato che il provvedimento riguarderà solo le opere ormai irrealizzabili, mentre per quelle bloccate dalla macchina burocratica regionale sarà concessa un ulteriore proroga.
L’assessore ha infine accolto il suggerimento di Roberto Deriu (Pd) per la costituzione di un fondo presso l’assessorato degli enti locali che consenta di governare meglio il passaggio dal vecchio al nuovo sistema delle autonomie e contrastare le eventuali emergenze. «La creazione di un fondo di perequazione regionale – ha ammesso Erriu – può essere uno strumento utile per superare le criticità».
Al termine della seduta, il presidente della commissione Francesco Agus ha annunciato la presentazione nelle prossime ore del parere di competenza sulla manovra finanziaria 2015 (con l’astensione della minoranza).
Agus ha ribadito le perplessità su alcune disposizioni della finanziaria: a) sottrazione del 9 per cento delle risorse ai Comuni per trasferirle alle Unioni con il rischio di incidere pesantemente sul bilancio degli enti locali; b) decremento dei fondi destinati alla province in attesa del via libera definitivo alla riforma; c) valutazione del riordino o della soppressione del Comitato dei garanti, organo della valutazione delle prestazioni dei dirigenti, alla luce dell’entrata in vigore della nuova disciplina sulle performance dirigenziali.
Segnalate, infine, alcune difficoltà interpretative su alcune disposizioni della Finanziaria 2015 in merito ai rapporti tra le fonti normative e alle competenze assegnate dallo Statuto al Consiglio e alla Giunta.
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