Il Partito dei Sardi esprime forti perplessità sul progetto Biofuel.
Il coordinatore provinciale del Partito dei Sardi, Luca Sarriu, interviene nel dibattito sulla realizzazione nel Sulcis del progetto Biofuel.
«Il recente dibattito intorno all’opportunità di investire fondi pubblici nella costruzione di una centrale per la produzione di Biofuel testimonia la vitalità del territorio nel volersi porre come protagonista delle scelte che andranno ad incidere sul futuro del Sulcis – scrive Sarriu in una nota -. Il Partito dei Sardi, nell’ottica della politica sovranista che propone, prende atto positivamente dell’esistenza di questo dibattito, riconoscendo in essa la testimonianza della necessità, sempre più evidente, di una maggiore compartecipazione nelle scelte e di una più consapevole autodeterminazione dei Sardi.»
«Nel merito del progetto – aggiunge il coordinatore provinciale Luca Sarriu -, il Partito dei Sardi esprime forti perplessità, legate non tanto alla singola proposta quanto alla visione che la rende plausibile e, per alcuni, auspicabile. Ancora una volta, si propongono soluzioni economiche e produttive del tutto sganciate dalle vocazioni del territorio. Le passate scelte industriali, se hanno garantito reddito ed occupazione per gli operai assunti e per il limitato numero di imprese d’appalto coinvolte nella manutenzione e nei servizi alle aziende più grosse, non hanno previsto, accanto al comparto industriale, lo sviluppo di altri settori produttivi, la cui presenza avrebbe potuto rendere meno difficile l’eventuale tracollo del settore metallurgico, cosa poi puntualmente verificatasi. Piccola e media impresa, commercio, servizi e terziario, pesca e agricoltura hanno sempre visto le loro sorti legate indissolubilmente alla presenza, sul territorio, delle buste paga assicurate dall’industria ma, una volta diminuite drasticamente queste ultime, sono cadute nella morsa di una crisi di dimensioni impensabili, vedendo completamente azzerato il loro parco clienti.»
«Riproporre il modello della grande avventura industriale che traina l’economia del territorio – sottolinea ancora Sarriu – significa avere una visione vecchia, non consapevole delle lezioni della storia e, soprattutto, sorda alle esigenze dei tanti comparti produttivi in agonia sul territorio. Investire in un’impresa così limitata, e i cui contorni paiono pericolosamente sfumati a causa della poca chiarezza sui numeri degli occupati e sulla effettiva possibilità di produrre sul territorio la materia prima occorrente al processo produttivo, potrebbe riportarci, tra pochi anni, nella condizione attuale.
Mettere il territorio, e ancor di più la terra, nelle mani di centri di interesse lontani dai Sardi e dalla Sardegna è un’operazione che andrebbe ben ponderata, e le risorse finanziarie pubbliche andrebbero, con coraggio e lungimiranza, impiegate per aiutare il tessuto produttivo sulcitano, invitando gli investitori ad impiegare, per questo tipo di operazione, esclusivamente i propri capitali, se ritengono la loro attività veramente redditizia. La necessità dei capitali pubblici, in tutta l’operazione – conclude Luca Sarriu -, introduce un elemento di dubbio che il Partito dei Sardi si impegna, a tutti i livelli, ad approfondire.»
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