Se l’export delle micro-piccole imprese vola in tutta Italia, in Sardegna accade l’esatto contrario. Questo è un mondo ancora troppo sconosciuto e scarsamente praticato dal tessuto imprenditoriale sardo.
Lo dimostrano i dati del dossier sull’“Export delle Piccole e Medie Imprese”, curato dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato Imprese, che ha analizzato il giro d’affari dei primi 9 mesi del 2014 delle PMI e lo ha paragonato con lo stesso periodo del 2013.
Le piccole micro-imprese sarde, infatti, con soli 194,5 milioni di euro di esportazioni (lo 0,3% di tutto l’export PMI italiano), si attestano al quintultimo posto della classifica nazionale, capeggiata dalla Lombardia con la cifra “monstre” di oltre 18 miliardi di euro di beni venduti all’estero. Nel periodo analizzato, la quota ha subìto una contrazione del -2,2% (in termini assoluti 4,5 milioni di euro in meno rispetto al 2013), che pone la nostra regione al terzultimo posto nazionale solo dopo il Molise (-13,2%) e l’Abruzzo (-8,6%).
L’export della micro-piccola impresa della Sardegna comprende, per esempio, la lavorazione del legno e del sughero, le riparazioni, le manutenzioni e le installazioni di macchinari, la fabbricazione di oggetti in pelle, l’installazione di impianti, la produzione di oggetti in metallo, l’abbigliamento e gli alimentari.
Per la presidente regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, queste cifre sono «assolutamente residuali e dimostrano come la “visione commerciale” delle nostre imprese sia ristretta al consumo domestico regionale o, al massimo, al resto dell’Italia. In ogni caso, questi dati non rendono giustizia a un comparto che si è sempre contraddistinto per l’altissima qualità dei prodotti e per la cura delle produzioni».
«Evidentemente con le aziende dovrà proseguire il lavoro di formazione, di marketing e della ricerca di nuovi mercati – sottolinea la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – a dimostrazione di come non sia più sufficiente che la Sardegna abbia ottime produzioni ma di come sia necessario cercare e trovare gli acquirenti attraverso nuove iniziative o tramite i canali informatici e telematici, come le vendite on line.»
«Considerato che i temi dell’internazionalizzazione non possono avere soluzione di continuità e necessitano di una continua attenzione – continua la Folchetti – nella Finanziaria abbiamo proposto di dotare l’apposito capitolo di bilancio almeno 400.000 euro di risorse finalizzate al supporto di reti di impresa che intendano avviare interventi di internazionalizzazione”. “Gli interventi di internazionalizzazione – ha precisato la presidente – devono infatti avvenire non in maniera sporadica e poco coordinata (come accade con Expo 2015) ma avere una massa critica adeguata che soltanto le reti di imprese possono raggiungere. Se la Sardegna e le imprese sarde, ad esempio, vorranno avere chance di capitalizzare gli sforzi fatti per Expo 2015 e vorranno proseguire verso Dubai 2017, occorrerà prevedere un intervento continuo a supporto delle reti e delle filiere.»
“In ogni caso, questi dati ci rammaricano ma non ci scoraggiano – ha concluso Maria Carmela Folchetti – perché le potenzialità e gli spazi per crescere e avviare un ciclo virtuoso di crescita e sviluppo, in Sardegna ci sono tutte. E’ necessario non fermarsi esclusivamente alla vendita nel mercato interno sardo o nazionale. Bisogna sempre più puntare su turismo, artigianato e agroalimentare, supportando in primis l’internazionalizzazione. Il tutto naturalmente attraverso misure ad-hoc a favore proprio di tali settori.»
Export totale delle micro-piccole imprese manifatturiere dell’Isola
Provincia
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Export PMI Sardegna (primi 9 mesi 2014) in mnl euro
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Variazione in mln euro 2014 su 2013
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Variazione % 2014 su 2013
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Cagliari
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87,4
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+7,2
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+8,9%
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Carbonia Iglesias
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3,0
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-1,3
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-31,0%
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Medio Campidano
|
0,4
|
0,0
|
+12,5%
|
Nuoro
|
18,7
|
-2,2
|
-10,4%
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Ogliastra
|
2,6
|
0,6
|
27,5%
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Olbia Tempio
|
18,6
|
-0,1
|
-0,6%
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Oristano
|
9,6
|
-3,1
|
-24,2%
|
Sassari
|
54,2
|
-5,6
|
-9,3%
|
SARDEGNA
|
194,5
|
-4,5
|
-2,2%
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