18 August, 2024
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Una gelida mattina del gennaio polacco del 1944 un primo drappello, avanguardia dell’armata sovietica raggiungeva un villaggio il cui nome, Oswiecim, era completamente sconosciuto al di fuori della Polonia. Nelle vicinanze del paese, chilometri di un doppio reticolato delimitavano un campo di centinaia e centinaia di baracche, allineate in lunghissime file diritte, intersecate ortogonalmente da strade che parevano allungarsi all’infinito, perdendosi nella foschia dei lontani boschi di betulle.

Così osservato da una certa distanza, tutto il complesso appariva completamente deserto ma, a mano a mano che il gruppo di militi russi, in sella a grossi cavalli pelosi, si avvicinava alla barriera di filo spinato, si videro uscire, qua e là, dalle baracche silenziose, figure macilente di larve umane, ricoperte di stracci a strisce biancoazzurre, zoppicanti scheletri viventi che sostenendosi, l’un l’altro o appoggiandosi a bastoni osservavano attoniti ed impauriti, quegli uomini in uniforme che abbattevano, per sempre i cancelli che li separavano dal mondo dei vivi.

Le SS, le temibili e spietate totenkopf, le teste di morto, così chiamate per le mostrine sulle quali ostentavano il distintivo in foggia di teschio, erano fuggite da qualche giorno, abbandonando i malati e i moribondi, trascinandosi dietro tutti i prigionieri, circa 20.000, in grado di camminare, facendo percorrere loro un viaggio micidiale, in parte a piedi, in parte in carri ferroviari aperti, nel mortale freddo invernale del nord Europa, che li uccise a migliaia prima che gli ultimi scampati raggiungessero i campi ancora efficienti all’interno del Reich. Questi viaggi dall’Est verso l’Ovest presero il nome di Marce della morte.

Era il 27 gennaio del 1944 e il nome tedesco di quel luogo, destinato ad essere tramandato quale simbolo stesso del male assoluto, era Auschwitz.

Negli anni futuri quella data sarebbe stata presa come ricorrenza della liberazione dall’orrore e dalla persecuzione, da ricordarsi, per le generazioni future, come Giorno della Memoria.

Allo scopo di onorare le vittime innocenti della crudeltà e del razzismo, e far sì che simili orribili misfatti, non si possano più ripetere, anche alla luce dei recenti avvenimenti di barbara intolleranza, lo Spi Cgil di Carbonia, con il patrocinio del comune di Carbonia, ha organizzato due incontri/conferenza con uno scampato alla retata di Ebrei italiani avvenuta a Roma nell’ottobre del ’43. Un terzo incontro è in programma il 27 gennaio a Capoterra.

Il programma degli incontri:

27 gennaio – Biblioteca di Capoterra – ore 17.30 – Presentazione del libro: L’animo degli offesi – Storia di Modesto Melis da Carbonia a Mauthausen e ritorno – Autore Giuseppe Mura – editore Giampaolo Cirronis – (Carbonia). Saranno presenti l’autore, l’editore e il protagonista.

4 febbraio – Incontro con l’ing. Fernando Tagliacozzo, membro della comunità ebraica di Roma. Sfuggito alla retata nazista degli ebrei di Roma
Teatro Centrale di Carbonia ore 17.30 – ingresso libero.
Per il particolare contenuto degli argomenti trattati si sconsiglia la presenza ai minori di anni 14.

5 febbraio – Incontro con l’ing. Fernando Tagliacozzo, membro della comunità ebraica di Roma. Sfuggito alla retata nazista degli ebrei di Roma
Teatro Centrale di Carbonia ore 9.30 – Ingresso riservato alle scuole

Ospite degli incontri sarà il cavalier Modesto Melis, sopravvissuto al lager di Mauthausen.

Modesto  Melis davanti al monumento agli italianiMauthausen 1Modesto Melis 1

IMG_4573 IMG_4007 IMG_4043IMG_3983 IMG_4081 IMG_4089 IMG_4093 IMG_4135 IMG_4166 IMG_4185 IMG_4192 IMG_4197 IMG_4201 IMG_4202 IMG_4208 IMG_4253  IMG_4476  IMG_4500 IMG_4561  IMG_4581 L'ingresso di Modesto Melis a Mauthausen 3

 

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La Giunta regionale i opponga alla legge di stabilità e contesti il pagamento del bollo auto per i veicoli che hanno dai venti ai trent’anni dalla data di produzione. E’ l’invito avanzato dai consiglieri regionali di Forza Italia (primo firmatario Edoardo Tocco) contenuto in un’interrogazione presentata in Consiglio regionale e rivolta al presidente Pigliaru e all’assessore del Turismo, Francesco Morandi. Gli esponenti dell’opposizione, nel ricordare le disposizioni del provvedimento pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 29 dicembre 2014, evidenziano i danni che la loro applicazione comporterebbe nel settore delle cosiddette “auto d’epoca”.

Fino allo scorso mese, infatti, tutti i veicoli (auto e moto) con più di venti anni dalla data di produzione erano esentati dal bollo, beneficio che è decaduto con l’entrata in vigore della legge di Stabilità e che – a giudizio di Edoardo Tocco e dei consiglieri di Forza Italia – rischia di compromettere la sopravvivenza delle numerose associazioni che operano in Sardegna, nonché le attività  delle officine, delle autocarrozzerie, dei ricambisti e dei piccoli artigiani.

Il comune di Carbonia, rappresentato dal sindaco Giuseppe Casti, ha aderito all’ordine del giorno presentato durante l’assemblea dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Sardegna il giorno 19 gennaio 2015, per dire no all’individuazione della nostra Regione quale area per il deposito delle scorie nucleari.

Considerato che la Sardegna ha già gran parte del suo territorio impegnato con le servitù militari e che il popolo sardo non accetterà, a nessuna condizione, che l’Isola diventi una pattumiera radioattiva, i sindaci dicono no ad ogni ipotesi di dislocazione e deposito di materiale nucleare in Sardegna.

Il sindaco di Carbonia, in accordo con gli altri sindaci della Sardegna, auspica un confronto costruttivo nelle sedi politiche istituzionali e si dice favorevole alla promozione di nuove iniziative qualora questo confronto non produca i risultati attesi.

Giuseppe Casti 34 copia

Una convocazione immediata a Roma di una seduta del Consiglio regionale con all’ordine del giorno la “Vertenza Alcoa”, al fine di capire qual è lo stato della trattativa di cessione dello smelter di Portovesme tra la multinazionale americana e la Glencore, unica azienda interessata all’acquisizione della fabbrica chiusa dal 2013. E’ la richiesta avanzata da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«È inaccettabile che gli operai, ormai licenziati da un mese – spiega Locci -, debbano aspettare fiduciosi e in silenzio notizie sul proprio futuro lavorativo. Forse non è chiaro ai “manovratori” che gli ammortizzatori sono agli sgoccioli e che la pazienza ha un limite. Non possiamo attendere a braccia conserte – a maggior ragione oggi che le maestranze sono state licenziate – l’esito della trattativa. Che, è bene sottolinearlo, non è detto vada a buon fine.»

«Forse è il caso che si inauguri una nuova stagione di mobilitazione per fare in modo che il Governo si spenda con tutti i mezzi a sua disposizione affinché la vendita dell’impianto si concretizzi e gli operai possano realmente sperare nel ritorno al lavoro. Ecco perché è indispensabile convocare la massima assemblea dei sardi a Roma così come si fece in passato, con buona pace di Francesco Pigliaru che vorrebbe le tute blu in silenzio e in disparte. Anche perché non c’è alcuna certezza sul riavvio dello stabilimento. L’unica consapevolezza – conclude Ignazio Locci – è che Alcoa non ha alcuna intenzione di riaccendere i motori dello smelter.»

Alcoa al Sant'Elia copia

Il 20 febbraio prossimo scade il termine per la presentazione delle domande di partecipazione all’esame di idoneità per diventare conducenti di taxi, NCC (minibus noleggiati con conducente) e natanti.

Le domande  accedere all’esame del “Ruolo dei Conducenti dei veicoli o natanti adibiti al servizio di trasporto pubblico non di linea”, i cui modelli sono reperibili presso il sito della Camera di Commercio di Cagliari, dovranno essere presentate entro e non oltre il giorno 20 del prossimo mese, complete di tutti gli allegati e versamenti.

«Ricordiamo che – precisa Fabio Mereu, presidente regionale di Autobus Operator di Confartigianato Sardegna, settore di Confartigianato Trasporti – sono tenuti all’iscrizione nel Ruolo anche i legali rappresentanti di società o titolari di imprese per l’esercizio della attività di noleggio con conducente di autoveicoli con posti superiori a 9 compreso il conducente se in possesso della relativa autorizzazione.»

Ecco alcuni dei requisiti per poter partecipare all’esame: maggiore età, cittadinanza italiana, residenza in Sardegna, assolvimento della scuola dell’obbligo, idoneità fisica sullo svolgimento dell’attività di conducente, non avere riportato condanne irrevocabili o aver subito procedure fallimentari.

Inoltre, essere in possesso dei titoli previsti e obbligatori per la guida dei veicoli secondo la legislazione vigente, del certificato di abilitazione professionale secondo le disposizioni normative vigenti e dei titoli professionali previsti dalle vigenti disposizione per lo svolgimento del servizio a mezzo natanti.

«Gli esami, previsti per il 24 marzo 2015 – conclude Mereu – comprenderanno quiz sul Codice della Strada, domande di lingua straniera, normativa fiscale, nozioni di primo soccorso, riferimenti normativi nazionali, riferimenti regionali e locali e toponomastica.»

Il consigliere regionale dell’UDC Peppino Pinna ha presentato un’interpellanza all’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, sul drammatico susseguirsi di incidenti, nel recente passato anche mortali, avvenuti negli ultimi giorni nel tratto della 131 di “Scala di Giocca”.

Peppino Pinna ha chiesto all’assessore Maninchedda «quali iniziative voglia intraprendere per scongiurare le tragiche conseguenze che sta causando il precario stato di sicurezza della 131 nel tratto denominato “Scala di Giocca”. Solo negli ultimi 10 giorni abbiamo visto 5 gravissimi incidenti  proprio nella semicurva prima del cementificio in direzione Sassari. Fatto salvo che una così alta frequenza di incidenti non può essere imputata esclusivamente all’alta velocità, penso che lo stato del manto stradale e la particolare pendenza sia la causa principale dell’insicurezza di quel tratto. A questo punto, sono sicuro che l’assessore competente – ha concluso Pinna – vorrà attivarsi per risolvere definitivamente la causa di così gravi incidenti e penso che ne vorrà informare prontamente il Consiglio regionale».

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

I consiglieri di Sel Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Daniele Cocco ed Efisio Arbau di Sardegna Vera che hanno presentato un’interrogazione in Consiglio regionale sullo stato di attuazione del Piano regionale dei rifiuti con la richiesta di tempi certi per l’introduzione della tariffa unica di smaltimento e di interventi urgenti per limitare l’aumento dei costi di conferimento..

Nel documento i consiglieri interroganti sottolineano la mancata attuazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n.22/1997 che imponeva alle Regioni l’introduzione della tariffa unica di smaltimento.

Il Piano regionale per i rifiuti solidi urbani, adottato dalla Regione Sardegna nel 2008, aveva come obiettivo il raggiungimento di una quota di raccolta differenziata al 70 per cento. Lo scopo era quello di ridurre la produzione di rifiuti nel territorio regionale e abbattere i costi complessivi di smaltimento. «Obiettivi non raggiunti – afferma il primo firmatario dell’interrogazione Eugenio Lai – a tutt’oggi in Sardegna sussiste una varietà di tariffe per il conferimento dei rifiuti che non rientra tra le linee del Piano regionale, mentre i costi per lo smaltimento del “rifiuto secco indifferenziato” e dei rifiuti biodegradabili aumentano in modo incontrollato».

In pochi anni, rilevano i presentatori dell’interrogazione, il costo per lo smaltimento del “rifiuto secco indifferenziato” al Tecnocasic è  passato da € 121,56 per tonnellata (luglio 2009) a € 163,20 (aprile 2013), mentre il costo dello smaltimento dei rifiuti biodegradabili è passato da € 68,68 (2010) a € 92,00 (2013);

«Una situazione che comporta notevoli disagi per i Comuni – conclude Lai – impossibilitati a far fronte ai costi e senza nessun potere contrattuale nei confronti dei gestori degli impianti di smaltimento. Per questo chiediamo un intervento urgente della Giunta per l’attuazione del Piano regionale e l’introduzione della tariffa unica.»

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

La FSM-CISL del Sulcis Iglesiente e il patronato INAS-CISL, in riferimento alla nuova normativa promulgata con la Legge di Stabilità, informano che entro il 31 gennaio 2015 sarà possibile presentare all’INPS l’istanza per l’accesso ai benefici previsti per i lavoratori esposti all’amianto.

NON E’ UNA NUOVA RIAPERTURA DEI TERMINI DELLE DOMANDE MA RIGUARDA SOLTANTO I LAVORATORI:

1) dipendenti di aziende che hanno collocato tutti i lavoratori in mobilità per cessazione dell’attività lavorativa.

2) che abbiano presentato domanda di esposizione all’amianto tra il 03/10/2003 e il 15/06/2005 e siano in possesso della sentenza passata in giudicato con accertamento di un esposizione per oltre 10 anni e il riconoscimento ad una maggiorazione dei contributi pari a 1,25.

La nuova norma consentirà di ottenere la maggiorazione della contribuzione previdenziale fino a 1,50 rispetto alla normativa in vigore al 2/10/2003.

La FSM-CISL e il Patronato INAS-CISL invitano tutti i lavoratori in possesso delle caratteristiche sopraelencate a contattare le proprie strutture e delegati.

Per l’assistenza ai lavoratori sono attive le sedi di Patronato INAS e le sedi della FSM-CISL:

Carbonia: Via Mazzini 41 dal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle 20.00

Portoscuso: Via Sassari il mercoledì e il venerdì nei giorni dalle 17.00 alle 19.00

Documentazione da presentare:

1 Copia documento d’identità

2 Copia della sentenza completa di atto di notifica e data giudizio definitivo

3 Copia lettera di licenziamento e collocazione in mobilità (deve risultare per cessazione attività).

«Con le risorse destinate alle singole aziende sanitarie, sarà difficile, se non addirittura impossibile, attuare gli obiettivi che la giunta dei professori ha fissato con la Riforma della sanità.» Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Attenendoci ai numeri – sottolinea Locci -, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru dovrebbe spiegarci come intende realizzare l’accorpamento dell’ospedale Microcitemico con il Businco. La Asl 8, infatti, rispetto al 2014 dovrà fare i conti con una riduzione di 82 milioni di euro. Cifra smisurata, se si considera che soltanto di spesa farmaceutica i due sopraccitati ospedali impegnano circa 40 milioni. Un accorpamento che nelle mire di Arru dovrebbe rappresentare uno dei fiori all’occhiello della riforma ma che rischia di naufragare pietosamente. Per non parlare della vera eccellenza del sistema sanitario sardo, l’Ospedale Brotzu, al quale vanno soltanto 15 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. Troppo pochi se considerati alla luce degli obiettivi imposti dall’Assessorato alla Sanità. E noi che pensavamo che la mannaia della Giunta Pigliaru si sarebbe abbattuta solo sui presidi di periferia. E invece no: a farne le spese, adesso, è anche la sanità del capoluogo sardo.»

«L’assessore dovrebbe inoltre spiegarci – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco – come intende far decollare il progetto delle Case della salute, tanto decantate dalla Giunta ma di impossibile realizzazione valutate le cifre a disposizione. Insomma, i sardi dovranno abituarsi a fare i conti con una sanità che questo esecutivo sta smontando pezzo per pezzo. La Riforma contiene impegni insostenibili e tagli generalizzati al sistema sanitario sardo e appare privo di ogni spunto concretamente realizzabile. Per l’assessore Arru, evidentemente, la sanità della Sardegna è rappresentata soltanto da Nuoro e dalle aziende universitarie che hanno ottenuto maggiori premure. Infine, un invito al Direttore generale dell’Assessorato ad annullare tutte le direttive di limitazione rivolte ai precedenti manager. Perché diversamente – conclude Locci – anche l’attuale dirigenza finirà per avere le mani legate.»

Ospedale Brotzu Cagliari 5Ospedale Microcitemico copiaOspedale Businco

Il consigliere regionale Edoardo Tocco ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore Massimo Deiana sulle difficoltà dell’Azienda regionale sarda trasporti. «L’Arst è uno degli enti strategici di grande importanza della Regione – sottolinea -. Un’azienda che dovrebbe favorire la mobilità dei cittadini all’interno delle diverse aree dell’Isola. Purtroppo, sembra che le ultime decisioni abbiano provocato un forte malcontento degli utenti, lasciando intravedere una crisi senza via d’uscita dell’ente».

La cancellazione dei mezzi sulle tratte già coperte dalle linee ferroviarie – secondo Tocco – suona come l’ennesima beffa. C’è poi la condizione di disagio dei lavoratori delle pulizie che lamentano stipendi arretrati. «Una situazione non più sostenibile – conclude Tocco -. Secondo indiscrezioni poi l’Arst avrebbe una forte sofferenza a causa dei tagli decisi dalla Regione e dei finanziamenti ancora non percepiti. Auspichiamo che si ponga fine a questa fase, con un rilancio dell’ente e l’incremento delle tratte verso l’area vasta di Cagliari ed i centri turistici della Sardegna, in modo da favorire un ruolo fondamentale anche durante la stagione estiva».

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