25 November, 2024
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L’assessorato regionale della Programmazione ha ripartito il fondo del bilancio regionale per il rifinanziamento degli interventi interessati da de-finanziamento tra gli assessorati regionali titolari delle procedure di rifinanziamento.
Le domande di rifinanziamento dovranno essere inoltrate esclusivamente all’Assessorato regionale che ha disposto il de- finanziamento e che potrà prevedere al rifinanziamento dell’intervento nei limiti dello stanziamento di 30.000.000 euro e, in particolare:
– 25.553.000 Assessorato regionale dei lavori pubblici;
– 1.990.580 Assessorato regionale dell’Ambiente;
– 1.580.180 Assessorato regionale degli Enti locali;
– 667.700 Centro regionale di programmazione;
– 170.930 Assessorato regionale dei Trasporti;
– 37.610 Assessorato regionale della Pubblica istruzione.
Gli enti interessati, pertanto, dal 23 gennaio e fino al 30 marzo 2015, potranno inviare domanda di rifinanziamento all’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) della Direzione generale dell’Assessorato regionale competente.

CONFARTIGIANATO EXPO

5mila imprese sarde dell’agroalimentare e del tipico-tradizionale si propongono a 20milioni di “clienti” di tutto il mondo a Expo 2015. Ecco il progetto di Confartigianato Sardegna e IDEAS per la kermesse mondiale sull’alimentazione di Milano.

Fare rete, avere visibilità, creare una piattaforma di vendita ed essere pronti per distribuire i prodotti sardi in tutto il mondo. Tutto questo per le oltre 5mila imprese sarde dell’agroalimentare e del tipico-tradizionale che, da oggi, avranno la possibilità di far conoscere le proprie produzioni alla platea di oltre 20milioni di visitatori del prossimo Expo 2015, in programma a Milano da maggio.

E’ questo l’obiettivo del progetto che Confartigianato Sardegna, in collaborazione con la società Ideas e il supporto della Regione Sardegna, ha presentato ieri sera a Cagliari e che verrà portato avanti nei prossimi mesi.

Le imprese, artigiane e non, produttrici di pane, pasta, dolci, formaggi, olio e vino ma anche tappeti, tessuti, legno, sughero e gioielli, lavoreranno in “rete” e sfrutteranno l’opportunità di essere presenti a una manifestazione di caratura mondiale, attraverso una serie di attività che si svilupperanno nella città di Milano e nel perimetro della Fiera.

Per 6 mesi, le imprese potranno proporre i propri prodotti attraverso eventi-degustazione nei locali, ristoranti e negozi sardi di Milano, con una intensa attività di promozione della qualità della vita della Sardegna, mediante totem multimediali e una piattaforma di vendita on line e una per gli incontri e le vendite tradizionali. Tutto questo con l’obiettivo di incontrare compratori di Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Belgio, Stati Uniti, Cina, Giappone, Brasile, Emirati Arabi e Qatar, e non solo.

I lavori di ieri pomeriggio sono stati aperti dal Segretario di Confartigianato Cagliari, Pietro Paolo Spada, che ha presentato sia l’iniziativa, sia le esigenze e le opportunità delle imprese sarde, sottolineando come l’EXPO sia una eccezionale occasione per incontrare un notevole numero di visitatori e di compratori. «Le piccole e medie imprese sarde hanno la necessità di essere organizzate e guidate durante la manifestazione – ha rimarcato Spada – e soprattutto, quando questa chiuderà». «Per questo Confartigianato è pronta a partecipare con tutte le aziende produttrici di prodotti di primissima qualità – ha continuato il Segretario di Confartigianato Cagliari – e che rappresentino il vero “viver bene” della Sardegna”. Spada ha anche ricordato come il progetto Expo 2015 sia solo l’inizio di un percorso che porterà le imprese, passando per l’Expo 2017 in Kazakistan, per arrivare a Dubai per Expo 2020.

Un augurio di buon lavoro è stato dato anche dal presidente della Camera di Commercio di Cagliari, Giancarlo Deidda, il quale ha voluto sottolineare come l’Ente sia al fianco dei produttori e delle aziende sarde in vista di un appuntamento importante come quello dell’Expo 2015, una vetrina internazionale imperdibile per le imprese dell’isola, di come il tema forte dell’Expo 2015 sia quello del cibo e come la Sardegna abbia tutte le carte in regola per candidarsi come terra delle eccellenze alimentari. Per l’occasione la Camera di Commercio di Cagliari ha in cantiere un progetto speciale, dedicato in particolare ai produttori dell’agroalimentare made in Sardegna. L’obiettivo dichiarato è quello di inserire i vini e le eccellenze della nostra terra nei menù della ristorazione italiana, affiancando alle pietanze un bicchiere di vino. Un progetto, dunque, che permetterà di coniugare le esigenze della ristorazione contemporanea: un piatto particolare sarà abbinato al calice di vino ideale che si sposerà perfettamente con le specialità proposte in tavola.

Successivamente, il responsabile di Ideas, Carlo Montisci, ha illustrato la proposta operativa che si concentrerà sulle iniziative “fuori salone”, cioè sulle attività che saranno proposte ai visitatori di Expo2015 durante la manifestazione milanese. Infine, il dirigente dell’assessorato regionale dell’Industria, Stefano Piras, e il delegato della Presidenza della Regione, Raimondo Mandis, hanno esposto le modalità di partecipazione istituzionale al Centro espositivo e del bando di cofinanziamento per le iniziative private in vista di Expo 2015 pubblicato pochi giorni fa.

Sono 3mila662 i laboratori e le botteghe artigiane sarde dell’agroalimentare pronte a soddisfare ogni tipo di palato e a offrire a clienti nostrani e turisti, un ventaglio di prodotti straordinari per qualità, gusto, tradizione e genuinità. Di queste, ben 180 offrono prodotti di altissima qualità, lavorati, trasformati e certificati secondo i marchi europei Dop, Igp e Stg. 166 sono invece i milioni di euro del giro d’affari dell’export e 184 i prodotti agroalimentari tradizionali, riconosciuti, in Sardegna.

Questi sono i dati sulla Sardegna del “Dossier sull’Artigianato Alimentare”, elaborato dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, sui dati del terzo trimestre 2014 del Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari.

Delle quasi 3.700 imprese attive nell’alimentare, 1.443 sono pasticcerie, panifici e gelaterie, 1.656 sono attive nei servizi da asporto, 236 sono pastifici, 53 sono attive nella lavorazione e trasformazione della carne, 44 nel lattiero caseario, 48 nell’ambito delle spezie e condimenti, 42 nella produzione di oli e grassi vegetali e animali, 27 nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 32 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari, 34 nella lavorazione delle granaglie e altre 47 in altre produzioni.

A livello provinciale, a Cagliari ci sono 1.461 imprese, a Sassari 1.175, a Nuoro 728 e a Oristano 298.

L’export italiano dell’agroalimentare rappresenta il 7% del Made in Italy e segna una crescita del 2,9% rispetto allo scorso anno.

I mercati più dinamici sono quelli UE: +3% , di poco superiori a quelle UE con il 2,8%. Si esportano vini 23,5%, ovvero 3.187 milioni di euro, paste alimentari per 1.469 milioni di euro (10,8%), formaggi e latticini per 1.429 milioni di euro (10.8% e pomodori e preparati per 951 milioni di euro (7%).

Incrementi dell’export a doppia cifra verso la Francia (38,2%), il Regno Unito (30,3%), gli Stati Uniti (21,9%) e i Paesi bassi (15,1%).

Nell’artigianato tipico-tradizionale le imprese sono circa 770 circa, con circa 1300 addetti. Questo settore rappresenta circa il 2% di tutto l’artigianato regionale (37.877 imprese) con un valore aggiunto (stimato) di circa 95 milioni di euro

Provincia

Imprese Alimentari

Cagliari

1.461

Oristano

298

Nuoro

728

Sassari

1.175

SARDEGNA

3.662

Imprese alimentari artigiane nelle varie province (terzo trimestre 2013)

Produzioni

CA

OR

NU

SS

SARDEGNA

Pane e dolci

528

147

348

420

1.443

Cibo da asporto

775

96

214

571

1.656

Pasta

71

25

61

79

236

Lav. Carni

12

1

19

21

53

Lattiero Caseario

13

1

11

19

44

Condimenti e spezie

10

5

22

11

48

Oli vegetali e animali

8

7

12

15

42

Conservazione frutta ortaggi pesce

13

0

8

8

27

Vini e bevande

13

5

7

6

32

Lavorazione granaglie

7

4

13

10

34

Altri produttori alimentari

12

7

12

15

47

1.461

298

728

1.175

3.662

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Una proposta di legge per l’insegnamento dell’idioma isolano, primo firmatario Paolo Zedda (Rossomori), è stata depositata in Consiglio regionale da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione.

La proposta introduce modifiche sostanziali alla legge regionale n. 26 del 1997 sulla “Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna”. In armonia con la legislazione nazionale, il testo prevede l’adesione all’insegnamento del sardo su base volontaria: saranno le famiglie degli studenti a chiederlo espressamente alle scuole. «Rispetto alle disposizioni della vecchia legge 26 e della legge nazionale 482/1999 sulla “Tutela delle minoranze linguistiche” la nuova proposta punta a garantire continuità didattica e uniformità nell’insegnamento del sardo ha detto Paolo Zedda – gli scolari delle scuole dell’infanzia avranno a disposizione 120 ore all’anno per l’apprendimento della lingua materna mentre i bambini delle elementari potranno seguire 80 ore di lezione».

La norma, presentata oggi alla stampa, introduce alcune novità: a) l’istituzione del registro regionale degli insegnanti di sardo con la certificazione delle competenze linguistiche e didattiche dei docenti; b) la nascita della Consulta po s’imparu de su sardu (di nomina assessoriale) che avrà compiti di coordinamento e guida tecnico-scientifica dell’attività delle istituzioni scolastiche. Gli insegnanti saranno affiancati da un tutor che avrà il compito di dare assistenza ai docenti, riferire alla consulta sull’andamento della didattica, favorire la riattivazione della trasmissione intergenerazionale della lingua sarda.

All’insegnamento del sardo saranno destinati 3 milioni di euro all’anno per il prossimo triennio. «I soldi si troveranno – assicura Paolo Zedda – la proposta di legge è stata concordata con la Giunta e con la commissione competente. Ci aspettiamo la sua approvazione subito dopo il via libera alla manovra finanziaria 2015».

Per Gavino Sale (Irs), l’iniziativa consiliare segna “una rivoluzione culturale” favorita dal cambiamento di clima all’interno del Consiglio sul tema della lingua. «Questa proposta supera l’antica e stucchevole questione su quale variante sardo introdurre nelle scuole. Noi non ci occupiamo di linguistica, riservata agli accademici, ma di politica linguistica».

Giudizio condiviso da Walter Piscedda (Pd) che ha assicurato il sostegno convinto del suo partito a una proposta che mette nero su bianco un sentimento diffuso nella società, favorevole all’insegnamento del sardo nelle scuole.

Soddisfatta anche Annamaria Busia (Centro democratico) che ha ricordato la recente sentenza della Cassazione per l’uso del sardo nei processi. «Si tratta di una decisione molto importante – ha detto Anna Maria Busia – imputati e testimoni saranno liberi di esprimersi nella loro lingua in tribunale, serve adesso un accelerazione per l’introduzione del sardo nelle scuole».

Per il Biofuel Copagri Sardegna propone di sfruttare le aree inquinate del Sulcis per non danneggiare le colture alimentari.

«La società milanese Mossi & Ghisolfi, come ampiamente pubblicizzato – si legge in una nota di Copagri Sardegna -, ha avanzato la proposta di investire 220 milioni di euro nel Sulcis per la produzione di bioetanolo. L’investimento produrrebbe a Portovesme, a loro detta, ben 300 posti di lavoro e richiederebbe la coltivazione da 5.000 a 17.000 ha di canna comune.»

«Giova agli agricoltori sardi produrre canne anziché prodotti alimentari di cui la nostra Isola ha fortemente bisogno? – si chiede Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri Sardegna -. Ebbene la conclusione a cui arriva l’associazione agricola è semplice: NO. O meglio va bene la sperimentazione ma non a danno delle colture alimentari.»

La Sardegna importa ogni anno circa 300 milioni di euro di prodotti agroalimentari con una bilancia commerciale fortemente negativa. Sono note le carenza produttive nei comparti della cerealicoltura, carni, specie bovine, olivicoltura, ortofrutticolo. È risaputo che varcano i confini dell’Isola, con cifre e volumi di un certo rilievo, pomodori e carciofi, vini, formaggi, agnelli. Per il resto importiamo di tutto. «Il tema della sicurezza alimentare, intesa come sicurezza degli approvvigionamenti, è sempre più all’attenzione dell’Unione Europea e degli Stati del mondo – aggiunge Pietro Tandeddu, coordinatore regionale dell’associazione agricola -. Già oggi 800 milioni di persone muoiono di fame e nel 2050 la Terra conterà 9 miliardi di abitanti. Ciò spinge i cosiddetti paesi in via di sviluppo come Cina, India e Corea ad accaparrarsi milioni di ettari di terre prevalentemente in Africa.»

Per queste ragioni, e non solo, anche il consumo del suolo agricolo, la sua cementificazione, cominciano a destare qualche preoccupazione in più. In trenta anni, in Italia, i terreni agricoli sono passati da 18 milioni di ettari a 12; ce ne vorrebbero 61 per coprire i consumi nazionali. «Perché pensare allora alla coltivazione di canna, pianta che ha un certo fabbisogno idrico, e metterla in concorrenza (a Masainas, Tratalias, Giba e vicinanze) con il carciofo spinoso DOP? – prosegue Cirronis -. «Chiediamo, per quel territorio e per l’intera Isola, un progetto agricolo serio con l’obiettivo di utilizzare pienamente le acque disponibili a fini alimentari. Nei comprensori di bonifica l’acqua registra, nelle aree attrezzate, un tasso di utilizzo sotto il 30%: è come se avessimo speso il triplo per dotare le zone agricole di impianti irrigui!».

Copagri Sardegna propone un’alternativa alla società Mossi e Ghisolfi: sperimentare la coltivazione della canna comune nel Sulcis, a ridosso di Portoscuso e Portovesme, dove vaste aree sono state inquinate e definitivamente compromesse per il forte tenore di metalli pesanti. Tutti ricordano le vicende delle uve al piombo che, per alcuni anni, hanno mortificato l’immagine di un’eccellenza come il Carignano. Si conducano lì, nella zona delimitata dal piano regionale di bonifica e quindi nelle aree interdette alle coltivazioni food, le sperimentazioni, sia da parte dell’Università che di Agris, cui la coltura della canna non è sconosciuta. Si vedrà nel proseguo se i produttori ne riconosceranno la convenienza ben sapendo di avere un unico acquirente il cui potere contrattuale sarà enorme nel dettare le condizioni contrattuali.

Polo industriale Portovesme 3

L’assessore della Cultura ed Istruzione Claudia Firino ha commentato positivamente l’audizione in II Commissione del Consiglio regionale in cui ha illustrato gli stanziamenti previsti in Finanziaria nelle materie di competenza. L’assessore ha detto che è stata un’interlocuzione ampia e costruttiva e si è soffermata sui diversi elementi di discontinuità rispetto alla precedente legislatura, a cominciare dal piano straordinario sulla valorizzazione del patrimonio archeologico e sugli investimenti sulla scuola e l’Università.
«Considerate le ristrettezze economiche, abbiamo scelto di tutelare innanzitutto il diritto allo studio prevedendo un forte investimento sulle borse di studio, stanziando 10 milioni di euro, grazie anche alle risorse comunitarie, e mettendo un milione per i trasporti e l’assistenza specialistica per gli studenti disabili – ha dichiarato l’assessore Firino . Sulle poste in bilancio rimaste scoperte, abbiamo fatto presente che interverremo con fondi comunitari, per circa 5 milioni di euro, oltre che con alcuni correttivi attualmente allo studio della Giunta.»

L’azzeramento dei fondi per i programmi di mobilità studentesca internazionale (Erasmus, Leonardo); l’assenza di risorse per la lingua e la cultura sarda e per l’editoria libraria; il taglio di quelle riservate al cinema; l’insufficiente dotazione finanziaria per la gestione dei siti archeologici, di musei e biblioteche; la mancata previsione di stanziamenti per i contributi alle emittenti radiotelevisive ai sensi della legge 22/1998 (le cui modifiche sono state oggetto della legge regionale n. 3 del 12 gennaio 2015, approvata dunque in data successiva al via libera della Giunta alla legge finanziaria, avvenuto il 23 dicembre 2014).

Sono queste le principali criticità della Manovra 2015, evidenziate dai consiglieri della II commissione.

«La commissione – ha dichiarato il presidente, Gavino Manca (Pd) – avrà modo di sottolineare nel previsto parere alla Finanziaria, la necessità di procedere con le opportune modifiche e integrazioni, perché trovino soluzione i problemi evidenziati nel corso dell’incontro con l’assessore Firino, ad incominciare da quelli riguardanti l’università, il sistema bibliotecario e museale, l’editoria e l’emittenza radiotelevisiva.»

Dal suo canto, Claudia Firino, ha ribadito la complementarietà dell’utilizzo dei fondi regionali e di quelli comunitari e nel ricordare la priorità attribuita all’istruzione ha espresso soddisfazione, insieme con il presidente Gavino Manca, per i 211 milioni di euro (21% risorse Ue, 41% statali e 38% regionali) a disposizione per realizzare il relativo programma.

L’assessore del Beni Culturali Claudia Firino ha avviato, in collaborazione con l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, il tavolo tecnico per la predisposizione del servizio di vigilanza sul sito archeologico di Mont’e Prama. Grande la soddisfazione espressa dall’assessore Firino che ha riunito, oltre agli esponenti della Regione, i rappresentanti della Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna, delle Soprintendenza per i Beni Archeologici e per i Beni architettonici e paesaggistici, del comune di Cabras, della diocesi di Oristano e dl Corpo Forestale.
«Oggi abbiamo segnato l’inizio di una riflessione il cui orizzonte è la messa a sistema di un servizio di vigilanza per ogni sito archeologico, grazie ai mezzi dell’assessorato dell’ambiente gestiti dal Corpo Forestale, che già aveva garantito la vigilanza durante lo scorse periodo festivo. L’interesse di tutti i soggetti interessati si è tradotto in un’efficace collaborazione interistituzionale», ha detto l’assessore della Cultura che ha rimarcato «l’attenzione sul sito di Mont’e Prama, per il quale esiste un accordo di programma per oltre 2 milioni di euro destinato ai lavori di ampliamento del museo di Cabras, alla valorizzazione del complesso scultoreo in generale e alla promozione a livello nazionale e internazionale. Senza perdere di vista il quadro più generale della valorizzazione del patrimonio archeologico della Sardegna, fortemente voluto da questa giunta regionale con l’investimento di tre milioni di euro nel triennio.» 
Il sistema di vigilanza sul sito di ritrovamento dei Giganti, già positivamente sperimentato nell’ambito della prevenzione degli incendi, si compone di molteplici termocamere capaci di rilevare la presenza umana e trasmettere immagini, tramite un’ulteriore videocamera, in diretta in sala operativa, in contatto con le Forze di dell’ordine.
Claudia Firino 5 copia

 

Cristiano Erriu
L’assessore degli Enti locali e Urbanistica Cristiano Erriu ha assicurato ai sindaci del Nord Sardegna, che «non vi è nessuna visione Cagliaricentrica nel disegno di legge di Riforma degli Enti locali, né alcuna intenzione di penalizzare il territorio del nord dell’isola rispetto a quello del sud. E un’attenta lettura del Dl tranquillizzerebbe coloro che hanno tratto conclusioni affrettate».
«L’istituzione dell’unica area metropolitana oggi possibile a norma di legge, ovvero quella di Cagliari che al momento include il capoluogo e i Comuni limitrofi – ha aggiunto Erriu -, non penalizza affatto il resto della Sardegna che anzi potrà giovarsi delle tante opportunità e risorse che si potranno liberare per il resto del territorio. Questo anche per effetto della generazione di ulteriori flussi finanziari derivanti da programmi nazionali ed europei e dall’attivazione di forme di perequazione territoriale.»
Cristiano Erriu ha inoltre ribadito che sarebbe assai pericoloso e miope proporre antistoriche posizioni antagoniste tra Comuni grandi e Comuni piccoli e tra i vari territori. «Il processo di soppressione delle Province dal testo della Costituzione e dallo Statuto Sardo, ormai in dirittura d’arrivo in Parlamento prefigura un assetto che consentirà di rafforzare ed enfatizzare il ruolo e le competenze dei Comuni: i veri protagonisti del cambiamento. Insieme alla Regione, infatti, i Comuni andranno a costituire i due pilastri del futuro ordinamento dei poteri locali».
«L’assetto e l’architettura istituzionale definitiva degli Enti intermedi – ha sottolineato ancora Erriu – sarà frutto delle scelte operate dai Comuni e dai territori organizzati nelle regioni storiche dell’isola, nel rispetto del nuovo impianto costituzionale, ma con la volontà dichiarata e scritta con molta chiarezza nel testo del disegno di legge che peraltro è in piena sintonia con la posizione espressa dall’Anci e dal Consiglio delle Autonomie locali. Rimangono certamente aperte alcune questioni di dettaglio – ha concluso l’assessore Erriu – da approfondire e migliorare sui limiti demografici, sul numero minimo dei Comuni che andranno a comporre le associazioni intercomunali, sull’utilizzo equilibrato degli strumenti associativi (Unioni e Consorzi) con altri strumenti consentiti dal Testo Unico in materia di Enti Locali a partire dalle Convenzioni tra Comuni. La Regione non può permettersi la riproposizione di nuovi Enti intermedi, che replicherebbero il ruolo delle Province, solo con un nome diverso.» 

 

L’Europa ha stanziato un milione e 80mila euro per cofinanziare il Piano d’azione straordinario per l’eradicazione della peste suina africana. L’ha deciso ieri la Commissione Europea, aprendo così grande credito al Piano approvato in Giunta a novembre scorso con l’obiettivo di azzerare definitivamente l’epidemia nel giro di pochi anni. Si tratta della prima tranche di un finanziamento che sarà incrementato a novembre prossimo.
Il Piano sarà messo in atto da un Comitato ristretto d’indirizzo che opererà attraverso una Unità di progetto. Gli interventi costeranno circa 4 milioni di euro all’anno e, oltre all’eradicazione dell’epidemia, hanno come obiettivo il rilancio della produzione agroalimentare sarda garantendone qualità e sicurezza. L’annuncio è stato dato oggi dagli assessori della Sanità e dell’Agricoltura Luigi Arru ed Elisabetta Falchi che hanno ufficialmente presentato alle due Commissioni competenti del Consiglio regionale, in seduta congiunta, i due esperti che collaboreranno con la Regione: Josè Manuel Sanchez-Vizcaino del Centro de Investigacion Visavet di Madrid, considerato il massimo esperto di peste suina africana e di piani per eradicarla e ingaggiato attraverso una convenzione triennale da 100mila euro con l’Universita di Madrid, e Alberto Laddomada, vice capo unità della direzione generale Salute e tutela dei consumatori ed esperto riconosciuto in materia di peste suina africana, che dalla Direzione Generale della Sanità della Commissione europea sarà distaccato in Sardegna per sei mesi, con costi a carico della stessa Ue. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i presidenti delle commissioni Sanità, Raimondo Perra, e Agricoltura, Luigi Lotto.
«Ci sono 10 milioni di fondi messi a disposizione dall’Agricoltura, al momento in capo ad Argea, che saranno utilizzati per dare i mezzi agli allevatori virtuosi per proseguire con la loro attività, cominciando a costruire i recinti per evitare il pascolo brado, chi alleva in sicurezza potrà inoltre beneficiare del benessere animale, allargato in questo caso al settore suino – dice l’assessore dell’Agricoltura Falchi -. E poi è fondamentale il gruppo di lavoro, il fatto che ci sia una catena di comando, un gruppo che sa cosa fare e agisce immediatamente, cosa che finora non era affatto così scontata.»
L’assessore della Sanità è convinto che si tratti prima di tutto di una battaglia culturale. «Andremo a parlare con gli allevatori, spiegheremo loro che allevare seguendo le regole è un’opportunità e non un limite, e allo stesso tempo eviteremo l’eccesso di controllo sugli allevatori professionisti che già lavorano molto bene. Di sicuro, non sarà un Far West con abbattimento selvaggio dei suini. Questa Giunta, con in testa il presidente Pigliaru, vuole affrontare e soprattutto risolvere questo problema storico per la Sardegna, siamo consapevoli del peso di una battaglia così importante, ma anche assolutamente decisi a portare a casa il risultato».
Vizcaino, che con il suo Piano in Spagna ha di fatto azzerato la peste suina africana, assicura: «Per la Sardegna un’azione rapida. Possiamo farcela, l’Isola ha le carte in regola per riuscirci, per riuscire a combattere questa terribile epidemia e far capire al mondo intero che i prodotti di questo territorio sono sicuri». Il danno economico provocato dalla peste suina nell’Isola, ma in generale in Italia e in tutta l’Europa, che è il primo esportatore di suini, è enorme: «La Commissione Europea segue con molta attenzione la vicenda sarda – assicura Laddomada -. C’è preoccupazione ma anche la consapevolezza che finalmente ci si sta impegnando per risolvere questo problema, tanto che al di là del valore economico pur importante è significativa la decisione di finanziare il Piano, perché significa che lo considerano valido».
Vizcaino e Laddomada, il cui incarico per conto della Regione è stato ufficializzato oggi, insieme agli assessori Arru e Falchi, hanno presentato nel pomeriggio il Piano alle Commissioni consiliari. «L’ha detto chiaramente il presidente Pigliaru e io sono assolutamente d’accordo – sottolinea Lotto – Il risultato di questa battaglia vale una legislatura“. Secondo Perra “l’allevamento dei suini alimenta una grande, importante economia che la peste suina rischia di far perdere alla Sardegna”.

 

«Bisogna ridare coraggio agli allevatori di suini e incentivare il rilancio di un settore che è sempre stato tra i più importanti per l’economia sarda». Lo ha affermato Edoardo Tocco (FI) nel corso dell’audizione congiunta della Quinta e Sesta commissione sul piano di eradicazione della Psa (Peste suina africana). «Oggi tra le aziende c’è molto scetticismo sulla ripresa del comparto, la Regione deve fare un’importante campagna di comunicazione per spiegare cosa sta facendo e come intende andare avanti per eradicare la peste suina. Dopo aver sentito il professor Vizcaino – ha concluso Tocco – credo che si riuscirà a debellare definitivamente la malattia».

«Chiediamo formalmente che ci sia una riunione di maggioranza per discutere quali debbano essere i rappresentanti della Sardegna che, come Grandi Elettori, contribuiranno alla nomina del successore di Napolitano.»

Lo ha detto oggi Luca Pizzuto, consigliere regionale e coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà.

«La nostra opinione – aggiunge Pizzuto – è che non debba esserci prassi, anche perché la prassi non è legge e può essere cambiata, perché in un contesto sociale ed economico di grande crisi e di disaffezione verso la politica e le istituzioni che rappresentiamo dovremmo cercare di fare in modo che i tre rappresentanti siano un’effettiva espressione della popolazione della Sardegna. Perché uno di loro non potrebbe essere una giovane sindaco o un giovane disoccupato della nostra regione? Perché devono essere un’espressione politica del Patto del Nazareno? Abbiamo il dovere – conclude il coordinatore regionale di SEL – di rimettere in discussione i vecchi schemi e di trovare nuove strade per avvicinare i cittadini alle istituzioni.»

Luca Pizzuto copia