Erminio Meloni (PSI): «No alla sperimentazione del progetto Biofuel nei terreni agricoli».
Il PSI del Sulcis alimenta il fronte del no al progetto Biofuel.
«La voglia di creare il deserto, nelle teste di certi politici d’importazione, è sempre in agguato e bene farebbe il Sulcis ad essere vigile ed attento su certe proposte che hanno il sapore dell’imbroglio, dello scarso amore verso il futuro e verso le giovani generazioni – scrive in una nota il segretario provinciale Erminio Meloni – . La società milanese Mossi & Ghisolfi, sponsorizzata da un certo tipo di politica e da politici che hanno già abbondantemente contribuito a regalarci il deserto economico, ha avanzato la proposta di investire 220 milioni di euro nel Sulcis per la produzione di bioetanolo. L’investimento produrrebbe a Portovesme, si dice, ben 300 posti di lavoro e richiederebbe la coltivazione da 5.000 a 17.000 ha di canna comune.»
«Sembra uno scenario già vissuto – aggiunge Meloni -: distruggere l’esistente per desertificare le nostre campagne e far morire definitivamente l’agricoltura sull’altare degli interessi forti di certi politici e delle multinazionali. Le uve al piombo rappresentano l’esempio calzante che per molti anni ha mortificato il nostro carignano. Il Partito Socialista Italiano, federazione del Sulcis Iglesiente, esprime profonda preoccupazione e forte contrarietà a che si utilizzino i terreni dei comuni che ancora oggi mantengono un’economia agricola e che consentono la permanenza di maestranze giovani nel nostro territorio.»
«Si incentivi il ritorno delle giovani generazioni alla coltivazione dei campi con progetti seri che consentano produzioni di eccellenza e tali da rendere onorevole il reddito di una categoria molto spesso abbandonata e derisa – sottolinea ancora il segretario del PSI -. Parte del nostro futuro è in agricoltura, non vi sono altre strade, Il cibo è vita!»
«Se sperimentazione ci deve essere – conclude Erminio Meloni – che si faccia nelle zone particolarmente inquinate da metalli pesanti, a ridosso delle zone industriali, nei siti minerari da bonificare, nelle servitù militari e in quei terreni che non consentono una coltivazione di prodotti di eccellenza e poveri dal punto di vista agronomico.»