Domani sit-in a Roma contro l’Imu in agricoltura, organizzato da #Copagri: «Una tassa iniqua che uccide le aziende».
Anche la Sardegna aderisce alla manifestazione nazionale contro l’imposizione dell’Imu in agricoltura. Domani (25 febbraio, dalle 8.00 alle 14.00), Copagri Sardegna ha organizzato un sit-in davanti alla Camera dei deputati, in Piazza Montecitorio a Roma, per sensibilizzare i parlamentari e l’opinione pubblica rispetto all’iniquità dell’Imposta municipale unica (Imu).
L’imposta colpisce le aziende agricole a partire dai fabbricati e dai beni strumentali, compresa la terra, bene imprescindibile per svolgere l’ordinaria attività di impresa. I vertici nazionali e sardi dell’associazione sottolineano come le aziende agricole devono già fare i conti con una situazione insostenibile fatta di ricavi che non coprono più i costi produttivi e gli oneri tributari. Solo per fare qualche esempio: al settore è stata ridotta del 23% la quota dei consumi medi di gasolio ammessa alle agevolazioni ed è stata cancellata la deduzione del costo del lavoro agricolo a tempo determinato dalla base imponibile Irap, prevista con la legge di stabilità. Sono nuovi aggravi che fanno il paio con l’Imu, sulla quale, peraltro, non manca grande confusione dopo la nota con cui l’Istat ha dichiarato di non avere fornito alcun dato per la classificazione delle zone montane, parzialmente tali o per nulla interessate, che invece si riferisce a una legge del 1952. Nessun aggiornamento, dunque, è stato apportato.
«L’emendamento approvato dalla Commissione Finanze alla Camera – dice Ignazio Cirronis, presidente di Copagri Sardegna – non prevede modifiche sostanziali ma che il pagamento possa slittare al 31 marzo senza applicazione di interessi e sanzioni». Nel decreto, inoltre, non è previsto nemmeno un rimborso o una compensazione per chi abbia applicato i vecchi criteri di determinazione dell’imposta (in base al decreto del 28 novembre 2014) anche se con i nuovi criteri dovesse risultare esente.
«Tassare un bene di produzione è profondamente ingiusto – conclude Ignazio Cirronis -. Una cosa è tassare utili, altro aggravare i costi di produzione già di per sé molto alti».
«Attendiamo la sentenza sul merito del Tar del Lazio – aggiunge il coordinatore di Copagri Sardegna, Pietro Tandeddu – e nel frattempo, come consigliato dall’Anci, forse non è sbagliato non pagare. In caso di sentenza sfavorevole si può ricorrere al “ravvedimento operoso” con pochi aggravi. Quella di pagare o meno è però una scelta che spetta ai produttori interessati».
Domani, quindi, Copagri manifesterà nei confronti di questa tassa che è contro l’impresa, sottolineando la leggerezza e la superficialità di un provvedimento creato solo nella logica di fare cassa, senza prima realizzare una concreta revisione della spesa laddove è possibile, e i margini sono vasti.
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