Francesco Pigliaru e Raffaele Paci: «Ora lavoriamo duro per uscire dalla crisi».
Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, dopo l’approvazione definitiva della Manovra Finanziaria 2015, arrivata ieri sera, ha illustrato «il cuore e la filosofia della manovra da circa 7,8 miliardi».
«Stiamo vivendo una crisi economica molto profonda, molto seria: credo che Keynes sia stata la persona più citata nell’aula del Consiglio e questo è già un buon risultato. Keynes pensava che quando c’è la crisi, quando il settore privato entra in crisi e ha paura di spendere, quello è il momento in cui deve intervenire il settore pubblico. Questa crisi ci ha insegnato davvero tanto nel rivalutare la semplice lezione di Keynes: ci si indebita nei momenti di crisi e quando arriveranno momenti migliori e le entrate compartecipate aumenteranno, avremo risorse per cominciare a restituire il debito. Quando c’è crisi è ragionevole indebitarsi, quando non c’è crisi è giusto usare l’avanzo per pagare i debiti: è una disciplina fiscale che si usa in tutto il mondo.»
«Stiamo correndo – ha aggiunto Pigliaru – e in questa finanziaria ci sono molte altre cose oltre al mutuo: territorio, fondo unico preservato in modo importante perché consapevoli del ruolo dei Comuni, inclusione sociale, disabilità, scuola e istruzione, università. Voglio però dire che sarà un bel giorno quello in cui non parleremo solo di soldi ma anche e prima di idee e progetti, perché non tutte le idee di sviluppo hanno bisogno di soldi e non tutti i soldi sono a supporto dello sviluppo. Chiedo a tutti di ragionare su come integrare la Finanziaria con il Programma regionale di sviluppo, questa è una riforma importante che ha fatto la Francia e a quella ci dobbiamo ispirare, noi della Giunta per primi. Ringrazio tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione per i contributi arrivati, soprattutto per aver mantenuto l’impegno di chiudere in tempi rapidi questa legge che, comunque la pensiate – ha concluso il presidente Pigliaru – porterà molti soldi in un’economia che ne ha molto bisogno.»
«Con l’approvazione della manovra finanziaria – ha aggiunto l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci – la Sardegna può contare su quasi 8 miliardi di euro per ripartire. Ora non ci sono più alibi: bisogna correre e lavorare duro per tirar fuori la nostra regione dalla durissima crisi che sta vivendo. Ringrazio la coalizione di maggioranza per “il grande lavoro collettivo che ha consentito di mettere a punto un’ottima manovra finanziaria” e l’opposizione “per lo spirito di collaborazione che è stato prezioso sia durante i lavori di commissione che in aula per l’approvazione definitiva”. È una manovra fortemente innovativa, basata su tre assi portanti: abolizione del vincolo del patto di stabilità, che consentirà di spendere 800 milioni in più nel 2015, programmazione unitaria dei fondi regionali statali ed europei, per evitare di perdere i finanziamenti comunitari, e forte intervento di tipo keynesiano per sviluppare la domanda interna attraverso un piano per le infrastrutture da 700 milioni di euro. Rigore e sviluppo sono le parole chiave di questa manovra, assoluto rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici come impongono Costituzione e leggi contabili ma anche un forte orientamento alla crescita per far uscire la Sardegna dalla paralisi economica e sociale in cui l’abbiamo trovata.»
La manovra finanziaria da 7,8 miliardi è stata approvata con una serie di incrementi finanziari, decisi in Commissione Bilancio dopo audizioni e dibattito, per i settori che la Giunta ritiene strategici: stanzia 220 milioni per l’Istruzione (9,2 in più rispetto a quanto inizialmente previsto), 140 per il Lavoro (5,2 in più), 292 per Agricoltura, Allevamento e Pesca (8,2 in più), 145 per Turismo e Sport (20 in più), 290 per l’Inclusione sociale (46 in più). Per quanto riguarda la Sanità, con circa 3 miliardi di euro vengono completamente garantiti i Lea, i Livelli essenziali di assistenza, a tutela di tutti i cittadini sardi, con l’impegno da parte della Giunta di riformare profondamente un settore che al momento impegna quasi la metà del bilancio regionale ma che d’ora in poi «deve funzionare meglio spendendo meno. La manovra svincolata dal Patto di stabilità avrà il grande merito di non far accumulare più residui passivi, ovvero debiti, perché le cifre sono vere, tutto quello che stanziamo può essere speso grazie all’accordo di luglio, cosa mai avvenuta in passato – ha sottolineato il vicepresidente della Regione -. Poi abbiamo i 700 milioni del mutuo infrastrutture per superare finalmente il gap storico che penalizza la Sardegna, e su questo voglio rassicurare che non stiamo assolutamente indebitando i sardi visto che il costo del denaro è molto basso, e ancora il bilancio armonizzato, con l’obbligo di spendere prima di tutto i fondi europei e poi quelli nazionali e regionali, una vera rivoluzione culturale. Ricordo che abbiamo recuperato in extremis 318 milioni di fondi UE, che ne abbiamo 397 sul Fesr da spendere entro il 2015 e che con il via libera alla manovra sarà immediatamente attivato il cofinanziamento regionale di 81 milioni».
«Non è solo un modo per aiutare le imprese sarde che già esistono ma anche per attrarre imprese da fuori a vantaggio dell’economia regionale» ha spiegato ancora il vicepresidente della Regione,. rimarcando che il taglio dell’Irap del 25% diventa permanente e si sommerà agli ulteriori sgravi fra il 20 e il 30% previsti dalla Legge di Stabilità del governo Renzi e alle nuove aziende l’Irap sarà azzerata per 5 anni.
«Con l’approvazione della manovra finanziaria – ha aggiunto l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci – la Sardegna può contare su quasi 8 miliardi di euro per ripartire. Ora non ci sono più alibi: bisogna correre e lavorare duro per tirar fuori la nostra regione dalla durissima crisi che sta vivendo. Ringrazio la coalizione di maggioranza per “il grande lavoro collettivo che ha consentito di mettere a punto un’ottima manovra finanziaria” e l’opposizione “per lo spirito di collaborazione che è stato prezioso sia durante i lavori di commissione che in aula per l’approvazione definitiva”. È una manovra fortemente innovativa, basata su tre assi portanti: abolizione del vincolo del patto di stabilità, che consentirà di spendere 800 milioni in più nel 2015, programmazione unitaria dei fondi regionali statali ed europei, per evitare di perdere i finanziamenti comunitari, e forte intervento di tipo keynesiano per sviluppare la domanda interna attraverso un piano per le infrastrutture da 700 milioni di euro. Rigore e sviluppo sono le parole chiave di questa manovra, assoluto rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici come impongono Costituzione e leggi contabili ma anche un forte orientamento alla crescita per far uscire la Sardegna dalla paralisi economica e sociale in cui l’abbiamo trovata.»
La manovra finanziaria da 7,8 miliardi è stata approvata con una serie di incrementi finanziari, decisi in Commissione Bilancio dopo audizioni e dibattito, per i settori che la Giunta ritiene strategici: stanzia 220 milioni per l’Istruzione (9,2 in più rispetto a quanto inizialmente previsto), 140 per il Lavoro (5,2 in più), 292 per Agricoltura, Allevamento e Pesca (8,2 in più), 145 per Turismo e Sport (20 in più), 290 per l’Inclusione sociale (46 in più). Per quanto riguarda la Sanità, con circa 3 miliardi di euro vengono completamente garantiti i Lea, i Livelli essenziali di assistenza, a tutela di tutti i cittadini sardi, con l’impegno da parte della Giunta di riformare profondamente un settore che al momento impegna quasi la metà del bilancio regionale ma che d’ora in poi «deve funzionare meglio spendendo meno. La manovra svincolata dal Patto di stabilità avrà il grande merito di non far accumulare più residui passivi, ovvero debiti, perché le cifre sono vere, tutto quello che stanziamo può essere speso grazie all’accordo di luglio, cosa mai avvenuta in passato – ha sottolineato il vicepresidente della Regione -. Poi abbiamo i 700 milioni del mutuo infrastrutture per superare finalmente il gap storico che penalizza la Sardegna, e su questo voglio rassicurare che non stiamo assolutamente indebitando i sardi visto che il costo del denaro è molto basso, e ancora il bilancio armonizzato, con l’obbligo di spendere prima di tutto i fondi europei e poi quelli nazionali e regionali, una vera rivoluzione culturale. Ricordo che abbiamo recuperato in extremis 318 milioni di fondi UE, che ne abbiamo 397 sul Fesr da spendere entro il 2015 e che con il via libera alla manovra sarà immediatamente attivato il cofinanziamento regionale di 81 milioni».
«Non è solo un modo per aiutare le imprese sarde che già esistono ma anche per attrarre imprese da fuori a vantaggio dell’economia regionale» ha spiegato ancora il vicepresidente della Regione,. rimarcando che il taglio dell’Irap del 25% diventa permanente e si sommerà agli ulteriori sgravi fra il 20 e il 30% previsti dalla Legge di Stabilità del governo Renzi e alle nuove aziende l’Irap sarà azzerata per 5 anni.
«Ricordo poi che, nonostante le non poche difficoltà, abbiamo deciso di non introdurre il ticket farmaceutico e, come promesso, abbiamo ripristinato interamente il fondo per i malati non autosufficienti, la legge 192, il programma “Ritornare a casa” e le leggi di settore, con l’impegno di scrivere nuove norme per un settore che di sicuro include situazioni inappropriate su cui vogliamo far luce perché non mettano in pericolo il diritto all’assistenza dei più deboli.Ma il rilancio della Sardegna non passa solo dalla manovra finanziaria: lavoriamo anche all’organizzazione di Regione e pubblica amministrazione, enti locali, urbanistica, industria, agricoltura – ha concluso Raffaele Paci -, tutte tappe di un percorso che ha come obiettivo lo sviluppo e la crescita economica.»
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