23 November, 2024
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Il consigliere regionale Edoardo Tocco (esponente di Forza Italia e segretario nell’assemblea di via Roma) ha visitato questa mattina l’aeroporto militare di Decimomannu. Il summit con i vertici del reparto di Decimomannu Mario Martorano e del poligono interforze di Capo Frasca Giorgio Francesco Russo, è servito ad Edoardo Tocco per fare il punto sulla situazione che rischia di portare alla chiusura dell’aeroporto militare “Giovanni Farina” – con i tedeschi che sono pronti a lasciare la Sardegna – e mettere in ginocchio migliaia di famiglie isolane, visto che il pericolo reale è di uno smantellamento delle basi. Sulla questione è stata già presentata un’interrogazione urgente al governatore. «E’ davvero assurdo – critica Tocco -. La decisione dell’esecutivo mette in pericolo uno degli avamposti storici della Sardegna, con la cancellazione di una realtà economica che produce oltre 1.500 posti di lavoro, tra militari e civili, per oltre 50 milioni di euro di stipendi. Quasi con un effetto domino, si cancellerebbe anche Perdasdefogu, con altre buste paga in fumo. Una situazione inconcepibile».

Edoardo Tocco sta conducendo una battaglia sulla questione e promette: «Sin dai prossimi giorni invierò un documento al ministro della Difesa Pinotti – dice Tocco – per rappresentare la problematica e mettere in evidenza il pericolo derivante dall’eventuale dismissione delle basi militari in Sardegna».

«Abbiamo visto l’epilogo della base a La Maddalena, dove ora regnano disoccupazione e desertificazione dopo l’addio degli americani – osserva Tocco – Si tenga conto che l’economia tra Decimomannu, San Sperate, Villasor e Decimoputzu ruota attorno all’aeroporto. Una chiusura della base militare rappresenterebbe una crisi senza via d’uscita, con migliaia di famigli sull’orlo del baratro. L’invito alla giunta regionale è di ripensare a questa strategia d’uscita». Anche perché le buste paga si potrebbero dirottare verso Puglia o Sicilia: «Proprio così – aggiunge Antonio Perra, coordinatore della federazione lavoratori pubblici e funzione pubblica, che ha partecipato all’incontro di stamattina -. Si tratta di un brutto colpo per l’hinterland cagliaritano. Occorre scongiurare l’ulteriore mazzata all’occupazione in Sardegna, perché queste strutture sono ormai radicate sul territorio dando ossigeno dal punto di vista dell’indotto turistico e sociale. Anche i due consigli comunali di Decimomannu e Villasor si sono detti contrari alla serrata dell’impianto. La base rappresenta un’opportunità unica per i soccorsi aerei, i voli di trasporto dei pazienti gravi, le emergenze antincendi. Senza poi tralasciare l’importanza strategica nel Mediterraneo in caso di crisi internazionale. Vogliamo che la classe politica sia consapevole del disastro che si sta creando. Si deve intanto offrire una reale alternativa economica cercando di contrastare le posizioni ideologiche di una minoranza della società civile e politica con un’attenta analisi degli impatti negativi, dal punto di vista sociale ed economico, che potrebbero scaturire da un’eventuale chiusura dell’ aeroporto di Decimomannu».

Il maltempo ha convinto il comitato organizzatore, costituito dalla Pro Loco e dal comune di Iglesias, ad annullare la sfilata odierna del Carnevale iglesiente. La decisione è stata assunta dopo la riunione svoltasi stamane al Centro direzionale di via Isonzo, per i seguenti motivi:
– condizioni del tempo sfavorevoli e previsioni che non danno miglioramenti per tutta la giornata;
– impossibilità dei gruppi in arrivo dagli altro comuni di poter raggiungere la città senza compromettere l’integrità dei propri carri allegorici; 
– rischio di mettere a repentaglio le strumentazioni elettriche e audio – luci e la sicurezza derivante da un uso improprio di tali attrezzature.
Il comitato organizzatore del Carnevale iglesiente 2015, la Pro Loco insieme al comune di Iglesias, hanno deciso di proporre per ls prossima estate il primo Carnevale estivo iglesiente, con data da stabilire, mantenendo lo stesso tema, in modo da recuperare carri, scenografie e abiti preparati dai vari gruppi.

«Lo sblocco dei fondi per il Piano Sulcis deliberato dal Cipe è un’ottima notizia, ma forse è il caso che Giunta regionale, Commissario per il Piano Sulcis e quanti hanno già stappato lo spumante rimandino i festeggiamenti all’apertura dei cantieri. Siamo semplicemente di fronte a un primo passo, compiuto peraltro in deprecabile ritardo, considerata la tabella di marcia che era stata prefissata al momento dell’accordo sul rilancio del territorio siglato nel novembre del 2012 a Carbonia.»

Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia, commenta così lo sblocco dei fondi per il Piano Sulcis deliberato ieri dal Cipe.

«In merito a 41 milioni di euro sbloccati dal Cipe per istmo e ponte di Sant’Antioco – aggiunge Locci – , sarebbe il caso di fare chiarezza su quale progetto si intende cantierare per il collegamento tra l’isola e la terra madre. Perché se non si esce dalle secche del dibattito “tunnel sottomarino versus nuovo ponte”, c’è da aspettarsi tempi biblici, benché le risorse siano ormai disponibili. Va inoltre fatta chiarezza su quegli aspetti che ancora imbrigliano buona parte dei progetti del Piano, così come testimoniato dalla relazione stilata dal commissario Salvatore Cherchi a fine gennaio scorso.»

«Sia chiaro, infine, che i cittadini del Sulcis Iglesiente si aspettano che nei cantieri di prossima apertura lavorino le maestranze del territorio. Ampia partecipazione – conclude Ignazio Locci – deve essere garantita, per quanto possibile, alle nostre piccole imprese.»

Si ì svolto ieri a Cagliari, nella sala conferenze dell’Unione Sarda, piazza Unione Sarda – zona Santa Gilla, il corso di formazione “Capire la mobilità umana: immigrati, profughi e rom, oltre le discriminazioni”, organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna assieme a Redattore sociale, Caritas e Ucsi Sardegna.

Ha partecipato all’incontro monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, che con il suo intervento ha aperto i lavori. Dopo un breve saluto di Filippo Peretti, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, sono intervenute Stefania Russo, rappresentante della Caritas e Raffaella Cosentino, giornalista pubblicista, dell’agenzia giornalistica Redattore sociale.

Lo stesso corso è stato tenuto il 19 gennaio scorso a Sassari.

Il prossimo appuntamento con la formazione per i giornalisti della Sardegna, è previsto il 23 febbraio a Sassari, dalle 14.00 alle 17.00, corso di formazione con l’associazione Ossigeno per l’informazione dal titolo: “Rettifiche e diffamazione, minacce e querele intimidatorie”. I lavori si terranno nella sala conferenze della Nuova Sardegna. Dopo l’introduzione di Filippo Peretti (Odg Sardegna), le relazioni verranno svolte da Alberto Spampinato e Giuseppe Mennella, i giornalisti che dirigono Ossigeno, la onlus che da anni si occupa dei colleghi minacciati.

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Dal 5  al 10 luglio Calasetta sarà protagonista della “International Football Camp 2015”, dove a partecipare saranno ragazzi dai 6 a 18 anni che praticano il gioco del calcio. Le iscrizioni, già in corso,come negli anni precedenti,prevedono la presenza di ragazzi proventi da società sportive sia Italiane che europee. Ad insegnare calcio saranno allenatori professionisti coadiuvati dall’Head Coach Mondo Mameli.

«Abbiamo messo a disposizione le nostre strutture sportive e le nostre competenze al fine di ospitare il “Camp” – dichiara Kikko Mercenaro, assessore dello Sport del comune di Calasetta -, non ci siamo fatti trovare impreparati e, con la collaborazione di alcune strutture alberghiere, stiamo già lavorando per la riuscita dell’evento sportivo che ci vede protagonisti.»

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Anche il deputato del Partito Democratico Francesco Sanna commenta l’approvazione della delibera con la quale il Cipe ieri ha dato il via libera a 127 milioni del Piano Sulcis.

«Con la delibera CIPE di stasera, che rende utilizzabili oltre 127 milioni di euro – dice il deputato di Iglesias -, il Piano Sulcis entra in una nuova fase attuativa. Dopo la fiscalità di vantaggio, a favore di circa 4.500 piccole e piccolissime imprese, si sbloccano gli interventi per la viabilità ed il sistema portuale e si potrà far partire il bando, curato da Invitalia, per lo sviluppo delle 99 Idee che avranno la forza finanziaria e di mercato di trasformarsi in progetti industriali. Ora, in Sardegna – conclude Francesco Sanna -, occorre che tutti i soggetti attuatori agiscano con velocità e precisione.»

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru – ha presentato oggi i risultati ottenuti nella lotta alla lingua blu.
«I risultati ottenuti da questa Giunta nella lotta alla lingua blu – ha detto Arru – sono chiari e certificati da numeri e riconoscimenti: nel 2014 ci sono stati appena 8 focolai contro gli oltre 5.000 del 2013, e sono morte 14 pecore contro le 114.000 dell’anno precedente. Infatti, la Commissione Europea per il 2014 ha finanziato il 50% dei costi della vaccinazione».
«Il nostro intervento – ha aggiunto Arru – hanno comportato anche un notevole risparmio per le casse regionali: nel 2013 sono stati spesi circa 30 milioni di euro per risarcire perdita di animali e mancato guadagno. Risultati ottenuti perché sono stati messi in linea, cioè coordinati, 8 servizi veterinari della Sardegna. Contrariamente poi a quanto accaduto negli anni passati, nel 2015 la campagna di vaccinazione è iniziata in tempo, secondo le indicazioni del Centro referenza nazionale e dell’Unità di crisi regionale e nazionale». Non solo: a sollecitare le vaccinazioni sono state anche le associazioni professionali agricole, perché nel 2013 il virus è arrivato a giugno. «Secondo il massimo esperto mondiale in materia, il professor José Vizcaino, con la vaccinazione a tappeto è possibile eradicare il sierotipo 1 del virus blue tongue nel giro di tre anni. Ormai è accertato che il vaccino non causa un aumento degli aborti – ha sottolineato ancora l’assessore della Sanità -. Uno studio con la Facoltà di veterinaria su 20.000 capi vaccinati e 9.000 di controllo ha dimostrato che sotto quell’aspetto non c’era nessuna differenza con i non vaccinati e neppure tra prima della vaccinazione e dopo».
In Italia tutte le regioni del centro sud sono state interessate dall’epidemia (sierotipo 1), mentre nei Balcani e in Spagna si è diffuso il sierotipo 4. I casi lamentati di calo della fertilità sono in realtà residui dei danni indiretti dell’epidemia del 2013 e di altre patologie, infatti, sono segnalate anche da chi non ha vaccinato.
«Nonostante i risultati elencati capiamo però le possibili resistenze determinate da timori di danni che si tramandano –
ha concluso l’assessore Arru –. Da parte nostra garantiamo la massima disponibilità all’ascolto e al dialogo, per cercare di aiutare gli allevatori e motivare i veterinari come già stiamo facendo da mesi. Siamo infatti convinti, e lavoriamo in questa direzione, che l’allevamento rappresenti una straordinaria opportunità di crescita economica per la Sardegna».