Raffaele Paci: «Con questa manovra vogliamo portare la Sardegna fuori dalla crisi».
«La situazione è drammatica e non lascia tregua dal 2008 fra disoccupazione e crisi dei territori. Noi, in una situazione così, vogliamo provare a portare fuori la Sardegna dalla crisi: abbiamo cercato di mantenere l’equilibrio dei conti pubblici come impongono Costituzione e leggi contabili ma allo stesso tempo abbiamo cercato di tracciare una forte linea di sviluppo». L’ha detto l’assessore del Bilancio e della Programmazione Raffaele Paci chiudendo in Consiglio regionale la discussione generale sulla manovra finanziaria per il 2015.
«Questa manovra ha tre capisaldi – ha spiegato il vicepresidente della Regione – abolizione del vincolo del patto stabilità, programmazione unitaria dei fondi regionali statali ed europei, forte intervento di tipo keynesiano per sviluppare la domanda interna attraverso un piano per le infrastrutture. Quindi possibilità di spendere tutto quello che entra nelle nostre casse e dunque zero residui passivi, ovvero promesse di pagamento che non si possono mantenere, 700 milioni di opere pubbliche in otto anni per rinvigorire l’economia delle imprese, attraverso l’intervento pubblico, e voglio rassicurare tutti sul fatto che non ci stiamo certo indebitando, visto il progressivo abbassamento del debito e il costo del denaro quasi nullo. E poi i fondi integrati, con l’obbligo di spendere prima di tutto i fondi europei e poi quelli nazionali e regionali, una vera rivoluzione culturale”.
L’assessore Paci ha ricordato che sul Fesr per il 2015 restano da spendere 397 milioni, e che complessivamente sono 500 i milioni disponibili quest’anno da Bruxelles, e che col via libera alla manovra finanziaria scatterà immediatamente il cofinanziamento regionale da 81 milioni di euro che permetterà di procedere con i bandi: 59 milioni sono pronti per le politiche attive per il lavoro, 73 per le imprese, 47 per cultura, sport e turismo, 165 per l’agricoltura.
«Nessuno ha mai detto che la vertenza entrate è chiusa, anzi continuiamo a trattare con Roma costantemente e dopo avere ricevuto i primi 300 milioni probabilmente riusciremo a chiudere entro luglio. E un altro importante risultato è quello delle riserve erariali che restano in Sardegna per abbattere il debito pubblico di Regione ed Enti Locali», ha ricordato l’assessore Paci.
Strategico e senza precedenti è poi il taglio dell’Irap – l’imposta regionale sulle attività produttive – abbattuta del 25% per sempre è azzerata per i primi 5 anni alle nuove imprese.
«A questi tagli va sommato il 20-30% di sgravio previsto dalla Legge di stabilità del governo Renzi. È l’Irap più bassa d’Italia, nessuno paga una tassa più bassa di quella che pagano gli imprenditori sardi. Poi è chiaro che speriamo in una migliore congiuntura che, entro la fine della legislatura, ci consenta di abbassare le tasse, questo è un nostro obiettivo».
L’esponente della Giunta Pigliaru ha poi ringraziato tutti i consiglieri per il lavoro in Commissione che ha consentito di migliorare la manovra stanziando 45 milioni in più per i settori strategici, dalla scuola alla cultura allo spettacolo fino al lavoro.
«E ci sono aspetti che ancora miglioreremo, per esempio il Sociale che abbiamo deciso di trattare direttamente in Aula proprio per la sua importanza, ma anche in questo settore accogliamo la sfida riformista, non possono esserci vincoli fissi per sempre, andiamo invece a vedere le leggi per capire se c’è la possibilità di ridurre gli sprechi e dare risorse a chi ne ha davvero bisogno».
Infine, il capitolo riforme perché “il rilancio della Sardegna non passa solo dalla manovra finanziaria: dunque lavoriamo all’organizzazione di Regione e pubblica amministrazione, enti locali, urbanistica, industria, agricoltura. Ho la consapevolezza di una manovra seria che condividiamo con la nostra maggioranza: sono certo che stiamo iniziando il giusto percorso per portare la Sardegna fuori dalla crisi e dare solide prospettive di sviluppo a tutti i nostri cittadini: procediamo con grande serietà, l’entusiasmo lo riserviamo al momento in cui vedremo gli indicatori sulla disoccupazione finalmente scendere”.
Si è insediato oggi a Cagliari il primo tavolo tecnico per la nuova legge sull’editoria.
Numerosi i rappresentanti dell’editoria tradizionale e del mondo dell’informazione. «Nessuno deve sentirsi escluso – ha tenuto ha sottolineato l’assessore Firino -. Chiunque ne abbia titolo, può far parte dei tavoli tecnici che, almeno nella prima fase, lavoreranno separatamente: i rappresentanti dell’editoria libraria si incontreranno venerdì 27 febbraio, quelli dell’informazione lunedì 2 marzo. Successivamente il tavolo verrà unificato, per arrivare a una proposta organica e il più possibile condivisa. Desidero dare certezze normative ad un settore eterogeneo che ha bisogno di un intervento innovativo. Ci sono delle realtà di cui dobbiamo tenere conto, come le testate on line, che ormai fanno parte a pieno titolo del panorama editoriale. È auspicabile che i tavoli siano aperti a un confronto schietto e concreto, per arrivare in tempi brevi alla stesura di una proposta».
Tra i primi contributi arrivati da editori e giornalisti, l’introduzione della regolare applicazione dei contratti nazionali di lavoro tra i criteri per l’assegnazione dei finanziamenti regionali, da estendere alle radio e ai giornali on line.
Donatella Spano: “Per la Protezione Civile, risorse fuori dal patto di stabilità o è impossibile fare prevenzione”.
«Diversamente – ha spiegato Spano – sarebbe molto difficile dare concreta attuazione alle attività di prevenzione e mitigazione del rischio cui fa riferimento lo stesso disegno di legge. Un altro tassello fondamentale, che dovrà avere un ruolo nella nuova legge di riordino del sistema di protezione civile, è il volontariato che opera nel settore, rispetto al quale si chiederà un migliore coordinamento ed un esplicito impegno anche nelle attività di prevenzione».
Durante l’incontro si è parlato anche della necessità di un maggiore coordinamento delle attività tra le istituzioni statali e quelle regionali, e l’imprescindibile articolazione territoriale che deve caratterizzare le strutture di protezione civile.
«Dall’inizio del mio mandato di assessore della Difesa dell’Ambiente – ha sottolineato Spano – lavorato per far recuperare alla Sardegna il gap temporale rispetto al resto delle altre Regioni: oggi abbiamo finalmente un centro funzionale di Protezione civile e abbiamo pubblicato il Manuale delle allerte. Ora stiamo lavorando per creare organismi decentrati allo scopo di assicurare uno stretto legame tra la cabina di regia e il territorio, in modo che i sindaci della Sardegna non siano più lasciati soli davanti alle emergenze derivanti dalle calamità che possono colpire i loro territori».
Al via i preparativi per la conferenza regionale dell’artigianato 2015.
L’assessore Morandi ha presieduto oggi una riunione con le organizzazioni regionali di categoria Cna, Casartigiani, Confartigianato e CLAAI per annunciare ufficialmente la decisione di organizzare l’appuntamento, programmato e attivato dall’assessorato, nell’ambito del Piano di sviluppo regionale varato dalla Giunta, «improntato a un attento esame della congiuntura economica e a porre i presupposti per un rilancio immediato del settore», ha aggiunto l’assessore Morandi.
Nel corso della riunione sono stati precisati i termini e i contenuti della Conferenza, dopo un’analisi delle cause e delle conseguenze provocate da una crisi economica lunga ben sette anni che ha prodotto un decremento sostanziale nei numeri di aziende, produzione e occupazione e nella capacità del comparto di generare Pil. Sarà dunque riletta la normativa di settore per valutare interventi legislativi mirati a una decisa inversione di tendenza.
L’incontro con le organizzazioni di settore ha avuto importanti risvolti operativi con l’insediamento del gruppo di lavoro che si occuperà di tutte le attività preliminari alla Conferenza. Nelle prossime sedute, il comitato composto dai rappresentanti dell’assessorato e delle associazioni di categoria, si occuperà, oltre che della designazione ufficiale dei componenti, di definire tempi, aspetti logistici, sede e modalità operative.
L’assessore Morandi, il comune di Cagliari e amministratori del territorio hanno presentato il cammino di Sant’Efisio.
La Regione, con decreto del 5 febbraio scorso, ha riconosciuto la valenza culturale-turistica e spirituale del percorso con l’iscrizione nel registro dei cammini di Sardegna. Questa iniziativa ha segnato una tappa decisiva nelle azioni di salvaguardia dell’evento e per la sua promozione, iniziata già a marzo 2014 con la firma del protocollo d’intesa per la realizzazione di misure di salvaguardia del “Rito dello scioglimento del voto e della festa di Sant’Efisio”, siglato dai comuni di Cagliari, Pula, Villa San Pietro, Capoterra e Sarroch, dalla Curia arcivescovile Diocesi di Cagliari, dalla Direzione regionale per Beni culturali, dalla Soprintendenza per i Beni architettonici per le province di Cagliari e Oristano.
«Il patrimonio culturale-religioso di valore inestimabile dell’isola, nel quale si annovera a pieno titolo la Festa di Sant’Efisio – ha detto l’assessore del Turismo, artigianato e commercio, Francesco Morandi – custodito grazie all’attività della Chiesa e delle comunità locali, rappresenta, salvaguardandone la valenza spirituale, anche uno strumento capace di produrre beni e servizi. Per questo – ha aggiunto Morandi – l’attività di strutturazione e di promozione del turismo religioso non sarà soltanto limitata al settore ma anche indirizzata a uno sviluppo complessivo delle aree interne, secondo una vocazione particolarmente radicata in questi territori, attrattori di fedeli e appassionati di cultura religiosa. La Regione – ha concluso l’assessore Morandi – sosterrà con forza la candidatura per l’iscrizione della festa di Sant’Efisio nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco».
«Dopo anni di intenso lavoro, la formalizzazione del Cammino di Sant’Efisio, rappresenta un altro tassello fondamentale nel percorso di tutela e trasmissione del rito di scioglimento del voto e della festa di Sant’Efisio – ha sottolineato l’assessore del Turismo del comune di Cagliari, Barbara Argiolas -. Dopo la sigla del Protocollo di salvaguardia tra i cinque comuni, la Curia, il Mibact e la Soprintendenza, e la candidatura all’Unesco dello scorso anno, la scommessa che ci apprestiamo a vincere è quella di rendere fruibile il percorso per i pellegrini da Cagliari fino a Nora lungo tutto l’arco dell’anno. Ottenere il riconoscimento dell’Unesco fin dal 2015 avrebbe un’importanza strategica per tutta la comunità sarda, poiché la forza che emerge da questo lavoro è quella di un territorio unito che ha saputo coniugare attorno al rito tutto il sistema di valori, di eccellenza, di autenticità e qualità proprio della nostra isola».
Alla presentazione ha partecipato anche l’arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio: «I cammini religiosi hanno grandi principi ispiratori comuni. In essi la dimensione spirituale convive con le altre dimensioni, come quella culturale e turistica, e una dimensione illumina l’altra. Ritengo quindi molto importanti le iniziative di valorizzazione degli itinerari da parte della Regione e dei Comuni, soprattutto quando si parla di Sant’Efisio, un personaggio storico che ha pagato la sua fede con il sangue e la vita».
La Regione punterà sul Cammino di Sant’Efisio, favorendo diverse azioni come la realizzazione di segnaletica e attrezzature, la messa in sicurezza dei percorsi anche per diversamente abili o la creazione di mappe e supporti informatici cartografici. Sarà necessaria una stretta sinergia fra tutte le amministrazioni locali nell’ambito di un piano teso alla creazione, con la regia regionale, di un’offerta unica e strutturata, capace di attrarre “nicchie” di possibili fruitori nei mercati interessati e che possa diventare competitiva in un segmento turistico che coinvolge 300 milioni di persone nel mondo e di movimentare in Italia ogni anno, circa cinque milioni e mezzo di pellegrini.
Emanuele Cani (PD): «Dal Cipe un significativo passo avanti nella vertenza che riguarda il Piano Sulcis».
«Si registra un significativo passo avanti nella vertenza che riguarda il Piano Sulcis.» Lo scrive, in una nota, Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico.
Il Cipe ha approvato in via definitiva il Piano per il Sulcis – Regione Sardegna, cui vengono destinati complessivamente 127,7 milioni di euro, già assegnati in via programmatica con la delibera CIPE n. 93/2012, a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2007-2013. Di questi, 72 milioni di euro sono destinati a infrastrutture puntualmente individuate, mentre 55,7 milioni di euro sono destinati a incentivi, ricerca, opere per la valorizzazione dei luoghi e dotazioni per le competenze, e assistenza tecnica.
«Si tratta di una risposta importante per il nostro territorio e propedeutica a una ripresa dell’economia nel Sulcis Iglesiente – conclude Emanuele Cani -, l’atto di oggi non può che certificare l’impegno e l’attenzione che il Pd e il Governo stanno portando avanti per il Sulcis Iglesiente.»
Si è aperta con un minuto di silenzio in memoria di tutte le vittime dell’amianto, la prima Conferenza Regionale sull’Amianto oggi a Oristano.
Si è aperta con un minuto di silenzio in memoria di tutte le vittime dell’amianto, la prima Conferenza Regionale sull’Amianto svoltasi quest’oggi al Teatro Garau di Oristano, indetta dall’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano di concerto con l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru.
Un impegno importante, a dieci anni dalla previsione legislativa, che testimonia la volontà della Giunta regionale di affrontare gli annosi problemi legati all’amianto, dal punto di vista ambientale e sanitario. «Essere qui oggi ha una forte valenza simbolica», ha affermato l’assessore Spano con riferimento alle due fabbriche che per anni hanno lavorato nella zona. «Sebbene lo Stato non preveda risorse finanziarie, l’Assessorato dell’Ambiente ha proposto di destinare 10 milioni di fondi europei alla lotta contro l’amianto ed ha dato avvio al Piano Regionale, strumento di pianificazione dell’azione regionale a tutela della salute dei cittadini e per le problematiche ambientali». Il Piano regionale, sui cui contenuti si sono soffermati i tecnici dell’amministrazione, prevede le modalità per il censimento dei siti, le risorse e i tempi; individua le imprese che effettuano il trattamento dell’amianto e definisce il raccordo con la gestione i rifiuti.
Delle problematiche sanitarie connesse all’esposizione ad amianto ha parlato poi l’assessore della Sanità Luigi Arru che ha ricordato come la Sardegna sia teatro di situazioni drammatiche. «Sono 1.089 gli ex esposti sottoposti a vigilanza sanitaria. Con l’istituzione il Centro operativo regionale per la rilevazione dei casi di mesotelioma, la Regione, attraverso le ASL, si fa carico del controllo sanitario degli ex esposti per la prevenzione delle patologie connesse alla presenza dell’amianto – ha spiegato l’assessore -. Inoltre, è iniziato il progetto di sperimentazione per un protocollo di validazione interregionale di sorveglianza sanitaria, a dimostrazione che questa amministrazione vuole veramente risolvere il problema.»
Nel pomeriggio, dopo gli interventi tecnici, sono state raccolte le osservazioni degli ex esposti e delle associazioni. Per gli interessati è ancora possibile fino all’inizio di aprile – i 60 giorni dopo la pubblicazione sul Buras del 5 febbraio – inoltrare considerazioni e integrazioni ai competenti uffici regionali.
La FSM-CISL denuncia i forti ritardi nell’erogazione delle indennità di Mobilità Ordinaria e Disoccupazione (ASPI).
La segreteria regionale FSM-CISL Sardegna in una nota diffusa oggi manifesta una forte preoccupazione per quello che dal mese di dicembre sta avvenendo in molti uffici INPS della Sardegna. La carenza di personale, i vari malfunzionamenti e la forte burocrazia, stanno generando considerevoli ritardi nell’erogazione delle indennità di Mobilità Ordinaria e Disoccupazione (ASPI).
Indennità per cui, a differenza di quelle in deroga, esiste la copertura economica.
«Si sta verificando – si legge ancora nella nota sindacale – che in uffici come quello della città di Carbonia tali erogazioni avvengono nei tempi previsti per legge, mentre solo a pochi km di distanza nel comune di Giba, gli uffici non riescono a espletare le pratiche e molti lavoratori già in grave difficoltà economica, rimangono totalmente a secco. Ma così avviene anche all’Inps di Iglesias e di diversi uffici della provincia di Sassari e Cagliari. Come FSM-CISL abbiamo già ampiamente sollecitato gli organi preposti affinché intervengano celermente su questa situazione, la cui risoluzione è diventata ormai IMPRESCINDIBILE per la sopravvivenza di migliaia di famiglie in tutta la Sardegna.»
«Se entro metà della settimana prossima non avremo risposte risolutive – conclude la nota della segreteria regionale FSM-CISL -, metteremo in campo tutte le iniziative pratiche NECESSARIE affinché la questione venga risolta una volta per tutte.»
Contro le zoonosi una certificazione per le fattorie didattiche.
L’obiettivo è quello di rendere “sicure” le fattorie didattiche, creando e sviluppando un sistema di certificazione sanitaria contro le zoonosi. Un percorso che passa attraverso l’elaborazione di un piano operativo per l’educazione sanitaria per chi lavora nelle fattorie didattiche e che, alla fine, consente di rilasciare una certificazione a garanzia della sicurezza sanitaria delle aziende. È quanto prevede il protocollo di intesa, siglato ad aprile dello scorso anno, tra Izs Sardegna, Laore Sardegna e Asl di Sassari e che da giugno, con una serie di corsi formativi mirati, ha permesso l’avvio di una serie di incontri con gli operatori delle fattorie didattiche della provincia di Sassari.
Le prime dieci a indirizzo zootecnico – ma è ancora possibile aderire al programma – sono entrate a far parte di un progetto pilota che avrà la durata di 24 mesi, teso all’adeguamento delle procedure di sicurezza per i visitatori dei percorsi didattici che sono, in prevalenza, bambini delle scuole dell’infanzia e delle primarie.
Questo mese partirà il programma di monitoraggio sulle fattorie aderenti, alle quali saranno inviate una tabella riepilogativa delle zoonosi, alcune schede analitiche e la check list per le procedure di monitoraggio in autocontrollo. Saranno pianificate, inoltre, visite aziendali preliminari e organizzati incontri con gli esperti dell’Izs, Laore e Asl.
«È noto – spiega Giuseppe Satta, referente del progetto per l’Izs Sardegna assieme a Giovanna Masala e Nicoletta Ponti – che gli animali domestici e da allevamento, compresi cani e gatti, sono portatori di zoonosi, cioè di malattie animali potenzialmente trasmissibili all’uomo. Semplici e schematiche operazioni di sicurezza, come l’applicazione di procedure, il costante controllo visivo, utilizzo di dispositivi antiparassitari e le opportune vaccinazioni sono l’efficace strumento per evitare spiacevoli conseguenze ai piccoli visitatori.»
Tra le malattie trasmissibili gli esperti accendono i riflettori su bartonellosi, brucellosi, dermanissosi, dermatofizie o tigne, echinococcosi cistica, Febbre Q, leishmaniosi, leptospirosi, rickettsiosi, rogna del coniglio, toxoplasmosi e tubercolosi.
Si tratta di migliorare le prassi igienico sanitarie e la qualificazione, anche attraverso una apposita cartellonistica dei percorsi didattici ad indirizzo zootecnico. I tre enti che conducono il programma condurranno controlli e monitoreranno le aziende così che, al termine del progetto, le fattorie didattiche partecipanti avranno una certificazione che attesta l’applicazione delle corrette pratiche di prevenzione.
«L’obiettivo – aggiunge Andrea Cerimele dell’agenzia Laore Sardegna – è quello di migliorare la qualità delle aziende all’interno delle quali si svolgono le attività didattiche. Si potrebbe creare, inoltre, un modello da poter replicare anche in altre realtà della nostra isola». L’agenzia Laore Sardegna vede impegnati nel progetto un team di sei esperti (Elisabetta Pace, Fabrizio Tidu, Giovanni Bruno Martinez, Marilena Frassetto, Michele Moretti e Pina Graziella Puggioni).
In Sardegna sono 160 le fattorie didattiche censite. Il numero maggiore lo si trova nella provincia di Nuoro (39), seguita a ruota da Sassari (29) quindi Oristano (24), poi ancora Cagliari (16), Carbonia Iglesias (14), Ogliastra e Medio Campidano (13). Chiude il territorio di Olbia Tempio con 12.
Ecco allora che il rispetto di semplici regole dettate dal buon senso e la fruibilità di diverse istruzioni operative saranno il valore aggiunto aziendale di ogni visita, al passo coi tempi per quanto riguarda i continui allarmi di ordine igienico-sanitario sugli animali, spesso male interpretati dai consumatori. Gli ospiti delle fattorie didattiche, indipendentemente dalla fascia di età, sono consumatori, e in loro deve crescere la consapevolezza di trovarsi in ambienti sicuri, nel pieno rispetto del benessere umano e animale.
A dare questa garanzia c’è anche l’importante attività svolta dalla Asl di Sassari che, con i suoi veterinari, dà un supporto tecnico completo che va dalle visite agli animali ai prelievi, alle diagnosi e alla emissione della regolare certificazione sanitaria. «Un ruolo che abbiamo accettato ben volentieri – afferma Sergio Masala, responsabile del progetto per la Asl di Sassari – perché consente di far parte di un percorso volto a rendere più sicuro il sistema».
Gavino Manca (PD): «La decisione del Governo Renzi di stanziare oltre 127 milioni di euro per il Sulcis è un’ottima notizia».
«La decisione del Governo Renzi di stanziare oltre 127 milioni di euro per il rilancio economico e produttivo del Sulcis, con buona pace dei soliti gufi, è un’ottima notizia per quel territorio in grandissima difficoltà e per tutta la Sardegna».
Lo ha dichiarato il presidente della commissione Lavoro del Consiglio regionale Gavino Manca secondo il quale, inoltre, «la nostra Regione deve guardare con molta attenzione anche ad altri provvedimenti del Governo che riguardano il Mezzogiorno: i contratti di sviluppo, i fondi per il contrasto al rischio idro-geologico e quelli per lo sviluppo e la coesione». «Si tratta di risorse importanti per quasi 2 miliardi – ha proseguito l’on. Manca – che rappresentano un segnale politico da non sottovalutare: il Mezzogiorno non è più solo il problema di alcune Regioni in ritardo di sviluppo, come la Sardegna, ma una grande questione nazionale. Al di là della retorica anti-governativa che spesso attraversa larghi settori della politica regionale – ha concluso l’on. Manca – i fatti parlano da soli e dicono che il Governo Renzi si occupa concretamente della Sardegna.»
Per la precisione, va rimarcato che i 127 milioni di euro sono parte delle risorse inserite nel Piano Sulcis, firmato alla Grande Miniera di Serbariu il 13 novembre 2013. Non si tratta quindi di nuove risorse stanziate dal Governo Renzi.