Il ministero della Salute ha riconosciuto le proprietà terapeutiche dell’acqua minerale denominata Coquaddus che sgorga da due pozzi nell’ambito dell’omonimo permesso di ricerca sito nel comune di Sant’Antioco per la balneo-fangoterapia nel trattamento delle malattie artroreumatiche e per la balneoterapia nella cura delle malattie dermatologiche e delle patologie vascolari periferiche.
L’importante risultato è stato reso noto questa mattina da Ninetto Deriu, l’imprenditore che ha proposto la realizzazione di un centro termale nell’isola di Sant’Antioco per lo sfruttamento di queste acque, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sala riunioni dello stabilimento Port.Al., ex Ila, di Portovesme.
La società titolare – si legge nel decreto del ministero della Salute, pena la revoca dello stesso, è tenuta a far pervenire al ministero della Salute – Direzione generale della prevenzione sanitaria, al termine dei primi due anni di attività, una sperimentazione clinica controllata, rigorosamente disegnata, eseguita secondo protocolli specifici, atta a valutare l’efficacia clinica del trattamento nelle indicazioni proposte. La relazione clinica sarà sottoposta alle valutazioni del Consiglio Superiore di Sanità perché verifichi se sussistono le condizioni per il mantenimento del riconoscimento.
«Il decreto ministeriale – ha spiegato Ninetto Deriu in una breve nota stampa presentata ai giornalisti, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e del movimento artigiani e commercianti incontrati anche prima della conferenza stampa – è fondamentale per la realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale, visto che sgombera il campo dai dubbi sulle effettive proprietà terapeutiche dell’acqua termale di Coquaddus. A questo punto, la realizzazione della struttura, che comporterà un investimento di 20 milioni di euro, è legata al rilascio delle concessioni urbanistiche.»
Il complesso, che nei piani progettuali prevede l’impiego di 120 dipendenti fissi e un indotto stimato in altri 180 occupati, sarebbe il primo centro termale costiero della Sardegna ed uno dei pochissimi in Italia.
«Ora ci attendiamo che la Regione acceleri l’iter autorizzativo per il rilascio della concessione urbanistica», ha detto Ninetto Deriu che è anche amministratore unico della Reno srl.
Gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione del progetto, considerato che oggi i terreni interessati sono classificati come agricoli, sono legati ad una deroga, attraverso un’intesa, per superare i vincoli rigidissimi posti dal Piano Paesaggistico Regionale.
Lo strumento dell’intesa (già utilizzato in altre aree della Sardegna) è stato proposto alla Giunta regionale ma, al di là della disponibilità di massima di alcuni assessori regionali (l’assessore dell’Urbanistica ed Enti locali, Cristiano Erriu, si è dichiarato disponibile ad esaminare il progetto e la richiesta di intesa nel corso del convegno svoltosi il 17 aprile dello scorso anno alla Grande Miniera di Serbariu ed ha poi partecipato ad un sopralluogo nel sito interessato, con il sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu, il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e l’imprenditore), non c’è stato finora alcun pronunciamento ufficiale da parte del presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.
Nel corso della conferenza stampa Ninetto Deriu ha spiegato che, su sollecitazione del governatore Pigliaru, i tecnici hanno arretrato l’area di insediamento delle strutture da 150 a 300 metri dal mare, ma di non poter andare oltre per la conformazione del terreno, perché oltre questa distanza si perderebbe la vista a mare e quindi le potenzialità di accoglimento della proposta da parte dell’utenza. Nonostante questa modifica, ad oggi il presidente Pigliaru non si è pronunciato.
«Attendiamo il pronunciamento del presidente Pigliaru – ha detto Roberto Puddu, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente – perché il territorio non può lasciarsi sfuggire un’opportunità occupazionale e di sviluppo di questo genere. Siamo favorevoli alla realizzazione di questo progetto e non solo, posso dire che, per rilanciare questo territorio, auspichiamo che i progetti come questo nel territorio siano almeno una trentina.»
Ninetto Deriu ha spiegato che non esiste la possibilità di una speculazione edilizia, paventata da alcuni, con un’eventuale successiva modifica della destinazione d’uso, perché c’è l’impegno assunto davanti ad un notaio sulla destinazione definitiva e non solo per 99 anni, come ipotizzato in un primo momento, delle strutture ad attività di centro termale e ancora che non si tratta di un progetto destinato esclusivamente ad un’utenza dalle elevate disponibilità economiche, perché il centro termale potrà essere frequentato anche da coloro che non sceglieranno di risiedere nelle strutture alberghiere del complesso, per scelta o per minori disponibilità economiche, raggiungendo lo stesso con mezzi propri o con i mezzi di trasporto messi a disposizione dall’organizzazione che effettuerà il servizio di bus navetta da Sant’Antioco.
Roberto Puddu ha concluso sottolineando che il progetto ha partecipato al concorso internazionale 99ideas del Piano Sulcis, classificandosi nelle prime dieci posizioni ed è inserito nell’ordine del giorno di un incontro già convocato dalla Giunta regionale che dovrebbe svolgersi a breve.
Leggi più semplici e un sistema amministrativo chiaro e trasparente per fare in modo che la Regione, col suo operato, contribuisca a ridurre le occasioni di contenzioso fra cittadini e pubblica amministrazione. E poi, comunicazione trasparente, legittimità nell’operare e un leale rapporto con privati e imprese per un miglior funzionamento del sistema. L’ha detto il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, partecipando a Cagliari all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar, il Tribunale amministrativo regionale.
«L’alto tasso di litigiosità che genera una forte inefficienza nel sistema deve rappresentare uno stimolo affinché la Regione si adoperi, attraverso il miglioramento del suo operato, per una riduzione del contenzioso, in modo da garantire allo stesso tempo il rispetto formale della legge ma anche la soddisfazione dell’interesse pubblico, delle esigenze dei cittadini e del funzionamento efficiente del sistema – ha detto Paci portando il saluto del presidente Francesco Pigliaru, impegnato a Bruxelles -. Una prima e chiara linea che la Regione deve perseguire è quella della legittimità della sua azione amministrativa che tuttavia non è sufficiente se non accompagnata da un leale rapporto con cittadini e impresa. La trasparenza nella comunicazione con il cittadino è un elemento in grado di creare fiducia e dunque di ridurre potenzialmente il contenzioso: quando è chiaro il processo decisionale e le motivazioni alla base del provvedimento finale, c’è quanto meno una minore tendenza a rivolgersi al giudice per contestare l’azione amministrativa.»
Secondo il vicepresidente della Regione, «l’azione amministrativa della Regione deve essere improntata alla legittimità non solo per evitare un possibile contenzioso ma per un fine è un interesse più alto, che è quello della legalità e della soddisfazione dell’interesse pubblico, che deve incidere sul cittadino nella maniera più lieve e meno invasiva possibile e con il minor sacrificio per lo stesso».
Raffaele Paci ha poi sottolineato la necessità che la Regione, nell’interesse generale, lavori a una indispensabile semplificazione amministrativa e legislativa, creando così «un rapporto di fiducia tra cittadino e impresa da una parte e pubblica amministrazione dall’altra. Un procedimento chiaro, semplice e trasparente, senza trappole e inganni, riduce gli errori degli utenti, rende chiara la decisione è il suo fondamento riducendo contenzioso e litigiosità», a partire da leggi “chiare e di facile attuazione” per garantire ai cittadini trasparenza e semplificazione della Regione, condizioni indispensabili per ridurre i contenziosi.
Il nuovo meccanismo per il pagamento dell’IVA, per prestazioni fornite a Enti e Pubbliche Amministrazioni, mette a rischio migliaia di imprese anche in Sardegna.
A lanciare l’allarme è Confartigianato Imprese Sardegna che ha promosso una petizione online su www.anaepa.it per cancellare lo “split payment”. Con la nuova norma nelle operazioni effettuate con la Pubblica Amministrazione, all’impresa verrà pagato il solo corrispettivo mentre l’IVA sarà trattenuta e versata direttamente dalla PA all’erario, lasciando le imprese senza quella liquidità che consentiva la loro sopravvivenza.
Saranno colpite prevalentemente le imprese che operano nell’edilizia, nell’impiantistica, nelle pulizie e in alcuni comparti della distribuzione organizzata, che effettueranno lavori per conto di Stato, Enti Pubblici Territoriali, Camere di Commercio, Università, Aziende Sanitarie, Enti di Previdenza, Comunità Montane ed Enti Regionali che sostituiscono le ASL.
«Il problema sarà la liquidità delle imprese – sottolinea la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – queste in cassa avranno solo crediti IVA; ciò comporterà un elevatissimo rischio di chiusura per migliaia di attività.»
L’associazione artigiana fa un esempio sui 900 milioni che la Regione Sardegna ha già messo, e sta per mettere, a bando, per le infrastrutture:
«Su questi, applicando le diverse IVA, si potrebbero avere oltre 100 milioni di euro che tornerebbero direttamente allo Stato senza passare nei bilanci delle imprese. Questo comporterebbe, di fatto, una pesante riduzione della liquidità, che porterebbe a una ulteriore richiesta di fidi alle Banche ovvero una elevata esposizione e quindi una maggiore probabilità di non farcela. Tutto ciò avviene in un momento di crisi dove le imprese hanno pochi costi da scaricare.»
«Di fatto le imprese vengono costrette a chiedere il rimborso dell’Iva, per i quali ci vogliono almeno 6 mesi, e a fornire adeguate fideiussioni – continua la Folchetti – mentre i pagamenti da parte della pubblica amministrazione, che dovrebbero essere effettuati in 60 giorni, avvengono con mesi e mesi di ritardo con conseguente drammatiche.»
«Non dobbiamo dimenticarci che, dal mese prossimo, a tutto questo – sottolinea la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – si aggiungerà l’obbligo della fatturazione elettronica verso la PA che comporterà costi elevati (firma digitale e tenuta delle fatture nei cloud) e ulteriori complicazioni burocratiche (procedure lunghissime per la registrazione delle fatture). Diciamolo chiaramente: per lo Stato è la soluzione più semplice per fare subito cassa sulle spalle delle imprese.»
«La nostra protesta – conclude la Maria Carmela Folchetti – è una battaglia che coinvolge l’intero Paese e tutte le imprese oneste che vengono danneggiate da questo sistema. La lotta alle frodi fiscali e l’evasione dell’Iva è sacrosanta, ma non è questo il modo, perché si finisce per danneggiare le imprese oneste.»
Confartigianato Imprese Sardegna scriverà ai Parlamentari della Sardegna, chiedendo un incontro che servirà a spiegare la situazione delle imprese e il devastante impatto che potrebbe avere su loro futuro.
Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha “stoppato” ieri il nuovo Isee, con una sentenza che dà una boccata d’ossigeno all’universo delle persone disabili e per gli anziani. La sentenza del Tar recita così: «Le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento non vanno considerate tra i redditi disponibili per non penalizzare fortemente le fasce deboli della società». Una sentenza che consente dunque anche alla Regione di non applicare l’indicatore della situazione economica equivalente in vigore a inizio 2015, con parametri più sfavorevoli per numerose famiglie che vivono situazioni di disagio.
Lo scrive, in una nota, Gianluigi Rubiu, capogruppo Udc in Consiglio regionale che ha anche presentato un’interrogazione sull’argomento. «E’ stato assurdo prevedere che i contributi ricevuti a fine assistenziale venissero conteggiati con i redditi da lavoro. Si tratta dunque di una vittoria per le associazioni che operano nel campo sociale ed assistenziale – osserva Rubiu -. E’ scontato che anche la Sardegna si debba adeguare all’accoglimento del ricorso, rendendo così più semplice l’accesso alle prestazioni assistenziali. Con il disegno del governo si rischiava di sfavorire i disabili più gravi e gli anziani in condizioni di forte sofferenza». Le conseguenze sono chiare. «Perché – conclude Rubiu – i giudici hanno dichiarato in parte illegittimo il decreto con cui il governo aveva approvato il regolamento dell’Indicatore, con ristrettezze assurde per avere il riconoscimento alle prestazioni sociali agevolate».
Gli appuntamenti del Carnevale Iglesiente proseguono sabato 14 febbraio con la Grande festa in maschera nel Quartiere di Serra Perdosa a cura della Parrocchia San Pio X. Appuntamento dalle ore 16.00 in Piazza Dante con zeppolata, musica e animazione. Sempre sabato appuntamento alle ore 17.00 al Centro Giovanile Santa Barbara con la Pentolaccia a cura di “Amici della Vita”.
Domenica 15 febbraio è in programma la manifestazione “La bicicletta si veste a maschera”, a cura del Team Metalla. Ritrovo ore 10.00 in Piazza Sella. L’iniziativa è aperta a tutti i bambini e le bambine delle scuole materne ed elementari.
L’edizione 2015 del Carnevale Iglesiente avrà il suo culmine nella Sfilata in maschera per le vie della città in programma sabato 21 febbraio. L’organizzazione prosegue senza sosta e registra un crescendo di adesioni. La partenza è prevista alle 15.30 da Via Isonzo, fronte Centro Direzionale. Il festoso corteo percorrerà Via Isonzo, Via Roma, Via XX Settembre, Via Veneto, Via Genova, Via Crocifisso, Via XX Settembre, Via Garibaldi, Via Antas, Via Valverde e si concluderà in Piazza Sella. Alle 19.00 sarà dato al Rogo Norfieddu, a cura del Gruppo Folk “Città di Iglesias”. Seguirà il tradizionale spettacolo di cabaret Magicomico con Cossu e Zara (comici), Zamu (prestigiatore, illusionista), Francesca Murgia, Ilenia Tocco, Thomas Zasso.
L’obiettivo di rilanciare, dopo anni, la sfilata in maschera per le vie della città è raggiungibile grazie all’impegno e alla dedizione del comitato organizzazione formato da A.s.d.Azzurra 2000, Milly’s Angels, D.N.A.Fitness, Free Dance e Free Body.
Nell’ambito delle attività previste da una convenzione di ricerca stipulata dall’Ente Parco con l’Università degli Studi di Sassari, all’interno di un’area pilota delimitata nella lecceta di Caprera è stata avviata una sperimentazione per favorire il recupero sanitario di alberi attaccati da parassiti fungine dei generi Diplodia e Phytophthora. Tali parassiti sono ritenuti i principali responsabili dei deperimenti e delle morie di piante che in questi ultimi anni si stanno diffondendo nelle formazioni boschive delle isole dell’Arcipelago, compromettendone progressivamente la biodiversità.
La sperimentazione è stata effettuata dai dottori Benedetto Linaldeddu e Bruno Scanu del gruppo di ricerca di Patologia forestale dell’Università di Sassari coordinato dal prof. Antonio Franceschini, in collaborazione con l’Ente Foreste della Sardegna.
All’interno della lecceta sono state individuate tre distinte aree: nelle prime due gli alberi sono stati trattati con prodotti a base di fosfito di potassio. Nella prima, il prodotto è stato somministrato utilizzando appositi dispensatori applicati direttamente sul fusto degli alberi, nella seconda area di intervento è stata utilizzata la tecnica di aspersione del terreno intorno alle piante infette con una soluzione acquosa. In entrambi i casi sono stati utilizzati formulari appositamente studiati per il trattamento di piante arboree in aree verdi nel rispetto della direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo. Nella terza zona gli alberi non hanno subito alcun trattamento in modo da poter verificare, con opportuni confronti in sede di analisi dei risultati, l’efficacia dei trattamenti effettuati nelle aree sottoposte a intervento.
Per non compromettere l’esito della sperimentazione, il passaggio di persone all’interno dell’area è interdetta per tutta la durata della prova, come riportato nei cartelli esplicativi posti lungo la recinzione dell’area pilota.
Si terrà domenica, a Carbonia, la sfilata di Carnevale 2015. I carri, come di consueto, dovranno presentarsi in Piazza Ciusa alle 14.00, mentre la sfilata partirà alle 15.00.
Il corteo prenderà il via da via Marche e attraverserà via Cagliari, via Umbria, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Manno, per concludersi in Piazza Roma.
La sfilata, organizzata dall’Amministrazione comunale (Ufficio Cultura e Spettacolo), in collaborazione con la Pro Loco di Carbonia, si concluderà in piazza Roma intorno alle 17.30.
Al termine della sfilata, si terranno le premiazioni. Quest’anno, oltre premiare i carri migliori ufficialmente iscritti alla sfilata, sarà dato un piccolo riconoscimento anche al gruppo mascherato più originale tra quelli che si presentano alla sfilata ma che non fanno parte di alcun carro allegorico.
Per garantire l’esito positivo della manifestazione e per disciplinare la circolazione stradale, verranno chiuse al traffico le strade interessate alla manifestazione.
Dalle ore 14.00 alle ore 16.00 ci sarà il divieto di sosta in Piazza Ciusa e via Marche, fino all’accesso del parcheggio adiacente Piazza Berlinguer.
Dalle ore 14.00 alle ore 20.00 saranno, invece, chiuse al traffico Piazza Roma e le strade confluenti, precisamente via Grazia Deledda, via Manno, via Fosse Ardeatine, via Oberhausen e via Napoli.
Tra le ore 14.00 e le ore 20.00, infine, saranno temporaneamente chiuse al traffico le strade interessate dal passaggio dei carri: Piazza Ciusa, Piazza Rinascita, via Marche, via Cagliari, via Liguria, via Umbria, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Manno.
Per la buona riuscita dell’evento collaboreranno, come di consueto, anche diverse associazioni di volontariato, impegnate nelle eventuali azioni pronto soccorso e primo intervento.
Operazione della Guardia Costiera di Portoscuso contro la pesca abusiva di ricci di mare a Capo Pecora. La segnalazione pervenuta stamattina denunciava la presenza di pescatori subacquei nell’area di ripopolamento del riccio regolamentata dal decreto regionale n. 374/DecA/7 del 26 maggio 2014..
I militari della Guardia Costiera, già impegnati in un controllo sul litorale finalizzato ad una vigilanza ambientale sull’area del sito nazionale di bonifica, sono intervenuti da mare con il mezzo veloce GC A 59 verificando la segnalazione e rinvenendo in zona pescatori “sprovveduti” che hanno subito le dovute verbalizzazioni e sequestro di ricci pescati. Le pesanti sanzioni amministrative superano i mille euro e sono così severe, proprio perché vogliono allontanare inopportune tentazioni di pesca in quest’area importantissima. Guardia Costiera e Corpo Forestale Regionale vigilano sul rispetto di queste zone trovando, sfortunatamente, molte volte pescatori che tentano di eludere i controlli. Il sequestro di oggi, (circa 500 ricci) non è un maxi sequestro, ma un segnale importante che si spera scoraggi altri “pescatori sprovveduti” che si dovranno tenere ben lontani da questa area, come da altre aree dove la pesca è vietata. I pescatori quindi sono avvisati, i controlli continueranno!