Questa mattina il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 16, 17, 18, 19, 19Bis e 20 della Manovra Finanziaria 2015.
Questa mattina il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 16, 17, 18, 19, 19Bis e 20 della Manovra Finanziaria 2015. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno, con l’art. 16 (Interventi per la manutenzione dei corsi d’acqua e di mitigazione del rischio idrogeologico dei bacini idrografici) del disegno di legge n° 170/S/A. Giunta regionale. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2015). Il presidente, dopo aver dato lettura degli emendamenti presentati ed acquisito i pareri del presidente della commissione e della Giunta, ha aperto la discussione generale sull’articolo e gli emendamenti.
Sull’ordine dei lavoro, il consigliere Christian Solinas, capogruppo del Psd’Az, ha ricordato che, purtroppo nel silenzio dei media, oggi cade l’anniversario dell’autonomia regionale della Sardegna. «67 anni fa – ha aggiunto Solinas – veniva promulgata la legge costituzionale dello Statuto sardo» ed è opportuno che il Consiglio celebri questa ricorrenza con una giornata di riflessione sui temi dell’autonomia.
Il presidente Ganau ha assicurato il suo impegno, assicurando l’adesione dei capigruppo con i quali si è già parlato dell’argomento.
Il consigliere Alessandra Zedda (forza Italia) ha definito l’articolo 16 della Finanziaria «uno dei più importanti, perché riguarda un tema di grande attualità per la Sardegna, colpita più volte da gravissime catastrofi naturali». Per questi eventi, ha lamentato, «lo Stato non ha mai risposto alle pressanti richieste della Regione, nonostante le tante promesse». Zedda ha poi sollecitato la revisione del Piano delle fasce pluviali, ora all’esame della Ue, «per raggiungere un equilibrio migliore fra difesa dell’ambiente e sviluppo del territorio».
Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha sottolineato l’esigenza di pulire i corsi d’acqua per evitare gravi fenomeni di dissesto idro-geologico e, in proposito, ha illustra emendamento integrativo che ha lo scopo di «snellire le procedure, utilizzare professionalità appropriate ed assegnare priorità al Piano di manutenzione, che molti Comuni non hanno predisposto e senza il quale non si possono realizzare gli interventi».
Il consigliere Modesto Fenu (Sardegna-Zona franca) ha sottolineato con soddisfazione che «finalmente la società civile ha capito l’importanza della prevenzione nella politica ambientale, anche le risorse sono troppo limitate rispetto alle necessità; occorre aiutare i Comuni ad intervenire su questa materia, anche perché pochissimi Comuni hanno adeguato i loro Piani urbanistici la Ppr ed al Pai perché temono l’accesso di vincoli, senza dimenticare che il completamento della mappatura del territorio sarebbe molto utile per la Regione».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha evidenziato che il provvedimento interviene su «un nodo fra i più delicati del problema della gestione del territorio, problema aggravato dal fatto che le competenze dei diversi soggetti spesso si accavallano in moto negativo rallentando e bloccando gli interventi di manutenzione dei fiumi». Leo Longanesi, ha ricordato, diceva che «in Italia si preferisce l’inaugurazione alla manutenzione», dobbiamo cambiare questa pessima abitudine, ha esortato Cossa.
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha definito gli interventi di manutenzione dei corsi d’acqua e mitigazione del rischio idro-geologico strategici per la Sardegna ma, ha avvertito, «senza un Piano di manutenzioni è impossibile realizzare gli interventi e non predisporlo è stata una grave dimenticanza». Subito dopo l’alluvione del 2013, ha ricordato Cherchi, «la Giunta Cappellacci intervenne con 7 milioni di euro destinati al recupero di infrastrutture; non si sa che fine abbiano fatto quelle risorse ed è necessario reimpiegarle perché sarebbero utilissime all’assessorato dei Lavori pubblici».
L’assessore del Bilancio Raffaele Paci ha espresso apprezzamento per gli interventi dell’opposizione. La disponibilità di 15 milioni, ha detto, «è significativa in coerenza con il Piano stralcio ma vanno ricordate anche le risorse presenti nel Piano delle infrastrutture». Siamo poi fortemente impegnati, ha aggiunto Paci, «per accedere ai fondi nazionali, i cui requisiti sono un elevato grado di rischio e progetti cantierabili: il primo requisito purtroppo lo possediamo e, sul secondo, stiamo cercando di accelerare per entrare nel ciclo di programmazione nazionale».
Successivamente l’Assemblea ha respinto gli emendamenti presentati ed approvato il testo dell’art. 16. Sull’emendamento n° 827, in particolare, che prevedeva uno stanziamento di 2 milioni di euro per “lo studio e la progettazione relativi ai fenomeni del territorio costiero della Sardegna”, si è sviluppato un ampio dibattito.
Il primo firmatario, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, ha ricordato fra l’altro che l’erosione colpisce il 36% del territorio costiero sardo e che, in 30 anni, «il mare ha sottratto alla nostra Regione una quantità di territorio il cui controvalore è pari ad 1 miliardo».
Nel corso della discussione hanno preso la parola per sostenere la proposta anche i consiglieri Marco Tedde (Forza Italia), Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi), Angelo Carta (Psd’Az), Ignazio Locci (Forza Italia) e Modesto Fenu (Sardegna-Zona franca).
L’assessore del Bilancio Raffaele Paci, a nome della Giunta, ha comunicato che l’assessorato dell’Ambiente ha attivato un tavolo tecnico sul problema dell’erosione costiera, con la partecipazione delle Regioni e del ministero dell’Ambiente, con lo scopo di predisporre una serie di progetti, già finanziati dall’Unione europea, che interessano anche la Sardegna.
L’emendamento n° 827 è stato poi respinto in sede di scrutinio.
Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’articolo 17 (Emergenze dovute ad eventi calamitosi) che autorizza per l’anno 2015 la spesa di un milione di euro per il ristoro dei danni causati ai privati e alle attività produttive da eventi calamitosi e affida alla Giunta regionale la predisposizione del relativo programma di intervento.
Diversi gli emendamenti all’articolo, sui quali il presidente della Commissione Bilancio Sabatini e l’assessore Paci hanno dato parere negativo, escluso l’emendamento aggiuntivo n.17, con il quale si prorogano di un anno i termini per la presentazione delle rendicontazioni sui danni subiti da parte dei Comuni.
Il primo intervento nella discussione generale è stato quello di Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha puntato l’indice contro l’assenza di fondi nazionali per le calamità alluvioni che hanno martoriato la Sardegna. «Lo Stato – ha detto Zedda – ha saputo fare solo una cosa: bacchettarci sull’organizzazione della protezione civile. Finora sono intervenuti solo la Regione l’Unione Europea con 16 milioni di euro». L’esponente della minoranza ha poi contestato lo stanziamento di un milione di euro, cifra insufficiente a coprire i danni subiti dai privati e dalle aziende in seguito ad eventi calamitosi e sollecitato l’impegno della Giunta per farsi trasferire dallo Stato le somme promesse.
Per Angelo Carta (Psd’Az) ciò che serve è l’individuazione di una scala di priorità. «Perché – ha chiesto il consigliere sardista – si stanziano tre milioni di euro per l’acquisizione del patrimonio della Società Bonifiche Sarde da parte della Conservatoria delle Coste e solo uno per i danni ai privati?». Carta ha quindi proposto di aumentare la dotazione finanziaria dell’art. 17 di due milioni di euro prelevandoli dall’art. 20.
E’ poi intervenuto il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino che ha chiesto se nell’articolo sono previsti tutti gli eventi calamitosi, in particolare quelli che hanno interessato la Gallura il 18 novembre 2013. «Solo ad Olbia l’alluvione ha colpito 3000 residenze private, 300 imprese, 15 aziende agricole, 3000 auto. Stanziare un milioni di euro è uno scherzo? – ha chiesto Fasolino – se la Regione non ha soldi individui le priorità in modo da dare risposte alle aziende e alle famiglie». Fasolino, infine, ha criticato l’atteggiamento “arrendevole” della Giunta e della maggioranza di centrosinistra- sovranista nei confronti del Governo nazionale.
Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) ha definito “una vergogna” lo stanziamento di un solo milione di euro per i danni subiti da aziende e privati. «La situazione reale è che ci sono aziende e privati in ginocchio, alcuni imprenditori hanno addirittura deciso di togliersi la vita. Questa Giunta non ha chiare le priorità. Se non si parte dagli ultimi – ha chiesto Truzzu – da chi vogliamo partire?».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha paragonato la discussione sull’articolo 17 alla trasmissione televisiva “Scherzi a parte”.
«Ho avuto modo di visitare tanti paesi colpiti dall’alluvione – ha detto Dedoni – ho visto persone che hanno perso la casa e aziende che hanno subito danni ingentissimi . Eppure ci sono danari fermi che potrebbero andare a ristorare i danni».
L’esponente dei Riformatori ha poi parlato di mancanza di sensibilità da parte della maggioranza « Non si vuole dare una risposta agli ultimi – ha detto Dedoni – perché non si sono spese le risorse? Questa indecenza verrà fuori».
Sul banco della presidenza ha preso posto il vicepresidente del Consiglio Eugenio Lai che ha dato la parola a Efisio Arbau. Il capogruppo di Sardegna Vera ha definito “infondate” le accuse della minoranza. «L’alluvione ha provocato morti e causato danni gravissimi alle imprese. Questi fatti li conosciamo tutti E’ inaccettabile strumentalizzare l’intervento fatto in finanziaria per attaccare la maggioranza. Gli attacchi fateli su altro».
Sulla stessa linea, il capogruppo del Partito Democratico Pietro Cocco che ha contestato duramente le accuse della minoranza. «Sono toni sprezzanti, fuori luogo, indecenti – ha detto Cocco – non si può dividere l’Aula tra persone sensibili e persone insensibili. Chi ha pronunciato queste parole si qualifica da solo. Il consigliere Dedoni non convince nemmeno se stesso». Le parole di Cocco non sono piaciute all’opposizione. Dai banchi del centrodestra sono arrivate forti proteste che hanno costretto il vicepresidente Lai a richiamare i consiglieri all’ordine.
Il capogruppo del Partito Democratico ha quindi ripreso il suo intervento ricordando il provvedimento del Consiglio regionale nel novembre del 2013 per dare immediato ristoro alle popolazioni colpite dall’alluvione. «Allora il centrosinistra non attaccò nessuno – ha detto Cocco – anche noi pensiamo che un milione di euro non sia sufficiente, ma lavoriamo per cercare nuove risorse da mettere nel capitolo. Gli interventi della minoranza sono legittimi, mentre le parole usate dal consigliere Dedoni sono inaccettabili».
Secondo Daniele Cocco (Sel) è compito del Consiglio dare un segnale di unità su temi delicati come questi. «In passato si è intervenuti con l’accordo di tutti – ha detto Cocco – per noi i 377 comuni della Sardegna sono tutti uguali. Terremo conto di tutte le necessità».
Roberto Desini, capogruppo del Centro democratico, ha criticato l’atteggiamento dell’opposizione. «Stiamo parlando di una tragedia – ha detto – non si può avere un atteggiamento superficiale per ritagliarsi un momento di gloria. Rigetto con forza questo atteggiamento. Sappiamo tutti che un milione di euro è solo una base di partenza. C’è l’impegno a trovare altre risorse. L’articolo 17 punta a sanare le inadempienze di alcune amministrazioni comunali, lo vedremo quando si entrerà nel merito della norma».
Stefano Tunis (Forza Italia), ha raccontato la sua esperienza di alluvionato nell’agosto del 1990. «Per decenni ho portato dentro la paura che ti lascia dentro un evento di questo tipo – ha affermato Tunis – ho conosciuto attraverso il contatto con il fango il peso che una famiglia deve sopportare per rialzarsi. La cosa più importante è la vicinanza delle istituzioni. Per questo occorre mettere da parte la dialettica politica, il freddo numero non è la soluzione del problema, occorre sentire nel profondo la responsabilità di sollevare dal dolore chi ha subito danni». Il Consigliere azzurro ha quindi chiesto di stabilire un ordine delle priorità per incanalare le risorse.
L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci, nella replica, ha stigmatizzato il tono di alcuni interventi e spiegato l’azione che la Giunta porta avanti: «L’articolo 17 istituisce un fondo, con una cifra simbolica -ha spiegato l’assessore – all’articolo è collegato un disegno di legge (Interventi a favore di aziende e privati per eventi calamitosi). Si tratta di uno strumento normativo, finora assente, per venire incontro ai cittadini che hanno subito danni. Sapete tutti quali sono le difficoltà ad aiutare i privati. Vogliamo risolvere la questione una volta per tutte. Le polemiche sollevate sono inutili. Noi vogliamo fare una legge organica per dare risposte rapide ai cittadini». Paci ha poi assicurato che andrà avanti il confronto con lo Stato per ottenere le risorse dovute e far capire che il rischio idrogeologico della Sardegna è il più alto in Italia.
Chiusa la discussione generale il vicepresidente Lai ha aperto quella sugli emendamenti. Oscar Cherchi(Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha precisato che subito dopo l’alluvione del 18 novembre del 2013, la Giunta Cappellacci intervenne immediatamente con lo stanziamento di 5 milioni di euro. «L’assessorato all’Agricoltura – ha proseguito Cherchi – ne stanziò altri 7; 10 milioni vennero stanziati con legge regionale, 2 dal Consiglio. Quando si interviene in Aula bisogna parlare con cognizione di causa».
Christian Solinas (Psd’Az) dopo aver rimarcato l’insufficienza dei fondi stanziati, ha messo l’accento sulle modalità con cui dovranno essere spesi i fondi. «In passato ci sono stati tanti stanziamenti, ma è stato difficile erogare le risorse. Stabiliamo norme che consentano di spendere rapidamente i pochi fondi a disposizione».
Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha invitato l’Aula a un confronto sereno. «Ho sentito interventi inutili, ingiustificati e fastidiosi. Su temi così delicati c’è sempre stata l’unità». Sabatini ha quindi ribadito che con l’art. 17 si istituisce un fondo che sarà accompagnato da un disegno di legge con l’obiettivo dichiarato di dare certezza normativa agli interventi per i privati. «Occorre rimediare al dissesto idrogeologico – ha concluso Sabatini – bisogna intervenire con un piano serio per mettere in sicurezza territori e cittadini: i 700 milioni di mutuo vengono destinati in gran parte a questo settore. Finora è mancata una programmazione seria per mitigare il rischio idrogeologico».
Mario Tendas (Pd) ha convenuto sull’insufficienza dello stanziamento di un milione di euro per gli 82 paesi colpiti dall’alluvione. «Lasciando da parte la somma, ciò che serve è snellire quanto più possibile le procedure per accedere alle risorse – ha sottolineato Tendas – a distanza di un anno abbiamo ancora bloccati cinque milioni di euro della Croce Rossa. I soldi non sono stati ancora ripartiti, nonostante l’accordo. Ci sono ancora problemi di natura burocratica che impediscono l’erogazione de fondi ai privati».
E’ poi intervenuto Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) che ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi. «Confermo però – ha detto – che è una vergogna stanziare un solo milione su 8 miliardi di euro della finanziaria a favore dei privati e delle aziende colpiti dall’alluvione».
Anche il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi. «Avevano la funzione di portare all’attenzione dell’Aula il problema, la cifra di un milione di euro non può non far riflettere. Noi non intendiamo speculare come in passato è stato fatto nei confronti della Giunta Cappellacci. Vogliamo dare un contributo – ha affermato Pittalis – fermiamoci un attimo su questo aspetto e recuperiamo qualche risorsa da alcune voci inserite in finanziaria (American Cup cooperativa Tarantola, Unione autonoma partigiani sardi). E’ possibile fare uno sforzo comune e dare un segnale serio verso chi aspetta una risposta che ancora lo Stato non ha dato».
Ha poi preso la parola Attilio Dedoni (Riformatori): «Ho aumentato il tono – ha detto – perché conosco la sofferenza di chi ha patito i danni. Dal 2013 sono stati stanziati 120 milioni: quanti di questi danari sono stati spesi?». Il capogruppo dei Riformatori ha poi ricordato di aver mandato una lettera, lo scorso 30 gennaio, al Presidente del Consiglio con allegato un resoconto fatto da famiglie di alluvionati. «L’ho fatto in silenzio – ha sottolineato Dedoni – ho chiesto l’intervento del Presidente per agevolare la spendita. C’è una controversia tra le istituzioni coinvolte. Chiedere questa verità è un mio diritto».
Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato all’Aula il dramma di due famiglie di Torpè colpite dall’alluvione del novembre 2013. «Orazio Bitti, imprenditore della Piana di Torpè ha perso sette camion, tre muletti, cinque ruspe: valore due milioni di euro. Cento metri più avanti un’altra famiglia di lavoratori si è vista distruggere un capannone edile con danni per un milione e 800mila euro. A queste persone non è mai venuto in testa di chiudere bottega. Hanno comunicato la loro voglia di continuare. Oggi noi diamo questo tipo di risposta, Stiamo facendo un errore madornale, all’interno della finanziaria ci sono una serie di “marchette”. Serve un colpo di schiena per dare un segnale alle famiglie colpite. E’ pensabile – ha concluso Crisponi – non riuscire a trovare una quadratura del cerchio?»
Giorgio Oppi (Udc) ha provato a riportare un clima sereno in Aula: «E’ vero che la cifra è bassa, così come è giusto chiedere allo Stato di rispettare gli impegni – ha detto Oppi – cerchiamo però di eliminare le incomprensioni. I gruppi consiliari hanno messo a disposizione degli alluvionati le risorse non utilizzate lo scorso anno: ho scritto al Presidente di tenere conto di questo. Le procedure sono state attivate, i soldi messi a disposizione della Croce Rossa che ha però non può utilizzarle, lo stesso capita per la Caritas. La burocrazia crea dei problemi, troviamo una soluzione evitando sterili polemiche».
Il presidente Ganau, tornato a presiedere la seduta, ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 47, primo firmatario Angelo Carta (Psd’Az).
Carta ha spiegato il senso della proposta: incrementare il fondo degli alluvionati di due milioni di euro sottraendoli a quelli destinati alla Conservatoria delle Coste.
L’assessore Raffaele Paci si è detto contrario allo spostamento di risorse. «Le proposte della Finanziaria rispondono ad una logica – ha detto – tre milioni servono per affrontare problemi di carattere ambientale e produttivo per permettere a Sbs di andare in bonis. Con l’articolo 17. Invece costituiamo un fondo per gli eventi calamitosi che potrà essere utilizzato quando sarà approvato la il disegno di legge collegato. Oggi non è possibile spendere le risorse per i privati senza una norma».
Gavino Sale (Irs) ha espresso preoccupazione per i dubbi manifestati dall’opinione pubblica sull’utilizzo delle risorse per gli alluvionati e proposto l’istituzione di una commissione che verifichi dove sono finite le risorse pubbliche e quelle donate da associazioni e cittadini comuni.
Si è poi passati all’esame dellemendamento 677, Fasolino e più, che chiedeva di incrementare il fondo per gli alluvionati di 500mila euro.
Efisio Arbau (la Base), contrario alla proposta, ha precisato che il fondo non interverrà “a babbu mortu” ma è collegato alla finanziaria in discussione.
Pier Mario Manca (Partito dei Sardi) ha invece chiesto il ritiro dell’emendamento: «Non è serio, dopo aver parlato di cifra ridicola, chiedere un incremento di soli 500mila euro».
L’emendamento n.47 è stato respinto con 33 voti contrari e 22 a favore.
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 17 che ha ottenuto il via libera dall’Aula.
Si è poi passati all’esame degli emendamenti aggiuntivi.
Sul primo (n.17), proposto dalla maggioranza, che proroga di un anno il termine per la rendicontazione delle spese sostenute dai comuni, province e comunità montane in occasione delle calamità naturali, è intervenuto il capogruppo del Centro democratico Desini. «In questo modo – ha detto – si sanano le situazioni dei comune di Santa Teresa e Sorso che non hanno rispettato i termini della rendicontazione. Questa è la dimostrazione che si vuole andare incontro alle esigenze dei cittadini».
Di parere opposto il consigliere di Forza Italia Antonello Peru: «Non si sana nessuna situazione – ha detto Peru – si è trattato di un problema tecnico-procedurale, il comune di Sorso ha trasferito i documenti con poche ore di ritardo, il comune di Santa Teresa ha ritardato di un giorno». L’emendamento è passato all’unanimità.
Respinto invece l’emendamento 430, Fenu e più che proponeva uno stanziamento di un milione di euro a favore dei privati e delle aziende del medio Campidano colpite dall’alluvione.
Si è poi passati all’esame dell’emendamento 828, Peru e più, che stanzia cinque milioni di euro a favore dei comuni della provincia di Sassari colpiti dall’alluvione del 19 giugno 2014. «La Romangia ha subito danni per 36 milioni di euro – ha rimarcato Peru – I danni sono stati certificati dal sopralluogo fatto dalla Commissione Lavori pubblici del Consiglio regionale. Chiediamo almeno le risorse che vanno coprire almeno le anticipazioni fatte dai comuni di Sorso e Sennori».
Marco Tedde (Tedde) si è detto dispiaciuto che l’assessore Paci non abbia replicato alle critiche sul Piano governativo “Italia Sicura” che prevede interventi per la Sardegna solo per Pirri. «Se la previsione fosse stata diversa – ha detto Tedde – non ci sarebbe stato bisogno dell’emendamento. La Giunta ha un atteggiamento prono nei confronti del Governo».
Roberto Desini, capogruppo del Centro democratico e sindaco di Sennori, ha ricordato che la Giunta ha destinato ben 7 milioni dei 70 stanziati per le opere cantierabili al suo comune. «Se si lavora bene si ottengono i risultati – ha detto Desini – il mutuo regionale da 700 milioni metter’ a disposizione tante risorse per sanare le situazioni di rischio idrogeologico».
Angelo Carta (Psd’Az) ha contestato le affermazioni di Desini ricordando le critiche espresse dal sindaco di Nuoro Alessandro bianchi sulla ripartizione dei fiondi per le opere cantierabili. «Non c’ un campionato tra i sindaci – ha detto Carta – Desini si metta il problema su come vengono gestiti i bandi». L’emendamento è stato respinto.
Si è poi passati all’esame dell’ultimo emendamento aggiuntivo n. 829, Peru e più, che chiedeva un milione di euro per i privati e le aziende della provincia di Sassari.
«Si tratta di una priorità» – ha detto Peru – che ha poi risposto al consigliere Desini sulla grossa fetta dei fondi per le opere cantierabili toccata al Comune di Sennori: «non può giustificare il non voto all’emendamentio perché ha avuto 7 milioni per il suo comune. Non può parlare di poca attenzione degli altri sindaci. Forse è meglio stendere un velo pietoso».
E’ poi intervenuto Marco Tedde (Forza Italia), secondo il quale il bando sulle opere cantierabili è stato fatto “per lepri e per volpi”. «Sono convinto – ha affermato – che sia necessario dare un segnale ai privati che hanno subito danni dall’alluvione nella provincia di Sassari. Questi soggetti sono stati lasciati soli, è necessario dare loro una risposta. E’ indispensabile che la Regione abbassi la bandiera bianca che ha sollevato nei confronti dello Stato». L’emendamento n.829 è stato respinto con 32 voti contrari e 20 a favore.
Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 18 (Attuazione del programma d’azione della zona vulnerabile da nitrati di origine agricola di Arborea) e gli emendamenti. Il testo autorizza “per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, la spesa di euro 200.000 destinata allo svolgimento delle attività di monitoraggio e controllo in attuazione del Programma d’azione della zona vulnerabile da nitrati di origine agricola di Arborea, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 14/17 del 4 aprile 2006”. Il presidente ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, il quale ha ricordato che il piano fu prorogato anche nel 2013, ma ha chiesto all’assessore Paci se un’eventuale ulteriore proroga non farebbe incorrere la Regione in un’infrazione da parte dell’Unione europea.
Il presidente ha messo in votazione l’articolo che è stato approvato.
Via libera anche all’articolo 19 (Interventi per le discariche di Carbonia e Bono). Il testo prevede che per la gestione post operativa della discarica sita in Carbonia, località “Sa Terredda”, per l’anno 2015, la spesa di euro 540.000 e 255.000 euro per la discarica di Bono, località Monte Pazza”. L’assessore Paci ha anche garantito al consigliere Daniela Forma (Pd), prima firmataria di un emendamento in merito poi ritirato, che la Giunta terrà nel debito conto la necessità di un intervento urgente sulla strada Macomer-Tossilo.
Approvati in rapida sequenza anche l’articolo 19 bis (Progetto sperimentale di bonifica terreni agricoli), che prevede un progetto sperimentale si coltivazione della canapa e stanzia 150.000 euro per gli anni 2015, 2016, 2017, e l’articolo 20 (Gestione del territorio). Il testo autorizza una spesa di 3.000.000 per il 2015, 2.000.000 per l’anno 2016 e altrettanti per il 2017 a favore della Conservatoria della coste per l’acquisizione del patrimonio immobiliare della Società bonifiche sarde. L’articolo 20 autorizza, inoltre, “per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017 una spesa valutata in euro 20.000 per l’acquisto di applicativi informatici relativi alle attività di pianificazione di bacino”.
Il presidente del Consiglio ha aperto la discussione sull’articolo 21 “Disposizioni in materia di sanità pubblica e politiche sociali”, ha dato lettura degli emendamenti presentati ed ha dichiarato inammissibile 539. Il relatore Franco Sabatini (Pd) ha espresso il parere contrario della commissione per tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali. Per il 535 e 860 ha dichiarato di rimettersi all’Aula ed ha espresso parere favorevole per il 567, mentre ha formulato l’invito al ritiro per il 7 e il 131. Parere favorevole per l’aggiuntivo 32, rimettersi all’Aula per l’803, il 578, invito al ritiro per il 54, il 452, 1, 53, 538, 541. Per tutti gli altri emendamenti il parere della commissione è stato negativo. L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha dichiarato parere conforme con quello espresso dalla commissione e si è riservato, per gli emendamenti aggiuntivi, di esprimere il parere della Giunta in sede di discussione delle modifiche. L’assessore ha anche annunciato la presentazione di un emendamento orale della Giunta al comma 24 dell’articolo 21, per alcune precisazioni di carattere tecnico.
Il presidente del Consiglio, prima di concedere la parola al consigliere di Forza Italia, Ignazio Locc, per lo svolgimento del suo intervento, ha dichiarato inammissibile il comma 14 ter dell’emendamento aggiuntivo presentato della Giunta, n. 578.
Il consigliere Locci ha evidenziato come l’articolo in discussione della finanziaria riguardi di fatto metà della spesa della Regione e apra il confronto su temi fondamentali quali sono, la spesa sanitaria, la distribuzione della risorse alle Asl e le politiche sociali. Locci ha fatto riferimento alla recente legge approvata dal Consiglio per l’avvio della riforma sanitaria ed ha ricordata la somma disponibile per la suddivisione tra le diverse aziende locali (2 miliardi e 818 milioni di euro). L’esponente della minoranza ha inoltre auspicato un nuovo piano di edilizia ospedaliera ed ha ricordato la “serietà” del tema della Sanità: «Dove non è più possibile tagliare ma è possibile spendere meglio».