22 November, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Questa mattina il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 16, 17, 18, 19, 19Bis e 20 della Manovra Finanziaria 2015. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno, con l’art. 16 (Interventi per la manutenzione dei corsi d’acqua e di mitigazione del rischio idrogeologico dei bacini idrografici) del disegno di legge n° 170/S/A. Giunta regionale. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2015). Il presidente, dopo aver dato lettura degli emendamenti presentati ed acquisito i pareri del presidente della commissione e della Giunta, ha aperto la discussione generale sull’articolo e gli emendamenti.

Sull’ordine dei lavoro, il consigliere Christian Solinas, capogruppo del Psd’Az, ha ricordato che, purtroppo nel silenzio dei media, oggi cade l’anniversario dell’autonomia regionale della Sardegna. «67 anni fa – ha aggiunto Solinas – veniva promulgata la legge costituzionale dello Statuto sardo» ed è opportuno che il Consiglio celebri questa ricorrenza con una giornata di riflessione sui temi dell’autonomia.

Il presidente Ganau ha assicurato il suo impegno, assicurando l’adesione dei capigruppo con i quali si è già parlato dell’argomento.

Il consigliere Alessandra Zedda (forza Italia) ha definito l’articolo 16 della Finanziaria «uno dei più importanti, perché riguarda un tema di grande attualità per la Sardegna, colpita più volte da gravissime catastrofi naturali». Per questi eventi, ha lamentato, «lo Stato non ha mai risposto alle pressanti richieste della Regione, nonostante le tante promesse». Zedda ha poi sollecitato la revisione del Piano delle fasce pluviali, ora all’esame della Ue, «per raggiungere un equilibrio migliore fra difesa dell’ambiente e sviluppo del territorio».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha sottolineato l’esigenza di pulire i corsi d’acqua per evitare gravi fenomeni di dissesto idro-geologico e, in proposito, ha illustra emendamento integrativo che ha lo scopo di «snellire le procedure, utilizzare professionalità appropriate ed assegnare priorità al Piano di manutenzione, che molti Comuni non hanno predisposto e senza il quale non si possono realizzare gli interventi».

Il consigliere Modesto Fenu (Sardegna-Zona franca) ha sottolineato con soddisfazione che «finalmente la società civile ha capito l’importanza della prevenzione nella politica ambientale, anche le risorse sono troppo limitate rispetto alle necessità; occorre aiutare i Comuni ad intervenire su questa materia, anche perché pochissimi Comuni hanno adeguato i loro Piani urbanistici la Ppr ed al Pai perché temono l’accesso di vincoli, senza dimenticare che il completamento della mappatura del territorio sarebbe molto utile per la Regione».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha evidenziato che il provvedimento interviene su «un nodo fra i più delicati del problema della gestione del territorio, problema aggravato dal fatto che le competenze dei diversi soggetti spesso si accavallano in moto negativo rallentando e bloccando gli interventi di manutenzione dei fiumi». Leo Longanesi, ha ricordato, diceva che «in Italia si preferisce l’inaugurazione alla manutenzione», dobbiamo cambiare questa pessima abitudine, ha esortato Cossa.

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha definito gli interventi di manutenzione dei  corsi d’acqua e mitigazione del rischio idro-geologico strategici per la Sardegna ma, ha avvertito, «senza un Piano di manutenzioni è impossibile realizzare gli interventi e non predisporlo è stata una grave dimenticanza». Subito dopo l’alluvione del 2013, ha ricordato Cherchi, «la Giunta Cappellacci intervenne con 7 milioni di euro destinati al recupero di infrastrutture; non si sa che fine abbiano fatto quelle risorse ed è necessario reimpiegarle perché sarebbero utilissime all’assessorato dei Lavori pubblici».

L’assessore del Bilancio Raffaele Paci ha espresso apprezzamento per gli interventi dell’opposizione. La disponibilità di 15 milioni, ha detto, «è significativa in coerenza con il Piano stralcio ma vanno ricordate anche le risorse presenti nel Piano delle infrastrutture». Siamo poi fortemente impegnati, ha aggiunto Paci, «per accedere ai fondi nazionali, i cui requisiti sono un elevato grado di rischio e progetti cantierabili: il primo requisito purtroppo lo possediamo e, sul secondo, stiamo cercando di accelerare per entrare nel ciclo di programmazione nazionale».

Successivamente l’Assemblea ha respinto gli emendamenti presentati ed approvato il testo dell’art. 16. Sull’emendamento n° 827, in particolare, che prevedeva uno stanziamento di 2 milioni di euro per “lo studio e la progettazione relativi ai fenomeni del territorio costiero della Sardegna”, si è sviluppato un ampio dibattito.

Il primo firmatario, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, ha ricordato fra l’altro che l’erosione colpisce il 36% del territorio costiero sardo e che, in 30 anni, «il mare ha sottratto alla nostra Regione una quantità di territorio il cui controvalore è pari ad 1 miliardo».

Nel corso della discussione hanno preso la parola per sostenere la proposta anche i consiglieri Marco Tedde (Forza Italia), Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi), Angelo Carta (Psd’Az), Ignazio Locci (Forza Italia) e Modesto Fenu (Sardegna-Zona franca).

L’assessore del Bilancio Raffaele Paci, a nome della Giunta, ha comunicato che l’assessorato dell’Ambiente ha attivato un tavolo tecnico sul problema dell’erosione costiera, con la partecipazione delle Regioni e del ministero dell’Ambiente, con lo scopo di predisporre una serie di progetti, già finanziati dall’Unione europea, che interessano anche la Sardegna.

L’emendamento n° 827 è stato poi respinto in sede di scrutinio.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’articolo 17 (Emergenze dovute ad eventi calamitosi) che autorizza per l’anno 2015 la spesa di un milione di euro per il ristoro dei danni causati ai privati e alle attività produttive da eventi calamitosi e affida alla Giunta regionale la predisposizione del relativo programma di intervento.

Diversi gli emendamenti all’articolo, sui quali il presidente della Commissione Bilancio Sabatini e l’assessore Paci hanno dato parere negativo, escluso  l’emendamento aggiuntivo n.17, con il quale si prorogano di un anno i termini per la presentazione delle rendicontazioni sui danni subiti da parte dei Comuni.

Il primo intervento nella discussione generale è stato quello di Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha puntato l’indice contro l’assenza di fondi nazionali per le calamità alluvioni che hanno martoriato la Sardegna. «Lo Stato – ha detto Zedda – ha saputo fare solo una cosa: bacchettarci sull’organizzazione della protezione civile. Finora sono intervenuti solo la Regione l’Unione Europea con 16 milioni di euro». L’esponente della minoranza ha poi contestato lo stanziamento di un milione di euro, cifra insufficiente a coprire i danni subiti dai privati e dalle aziende in seguito ad eventi calamitosi e sollecitato l’impegno della Giunta per farsi trasferire dallo Stato le somme promesse.

Per Angelo Carta (Psd’Az) ciò che serve è l’individuazione di una scala di priorità. «Perché – ha chiesto il consigliere sardista – si stanziano tre milioni di euro per l’acquisizione del patrimonio della Società Bonifiche Sarde da parte della Conservatoria delle Coste  e solo uno per i danni ai privati?». Carta ha quindi proposto di aumentare la dotazione finanziaria dell’art. 17 di due milioni di euro prelevandoli dall’art. 20. 

E’ poi intervenuto il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino che ha chiesto se nell’articolo sono previsti tutti gli eventi calamitosi, in particolare quelli che hanno interessato la Gallura il 18 novembre 2013. «Solo ad Olbia l’alluvione ha colpito 3000 residenze private, 300 imprese, 15 aziende agricole, 3000 auto. Stanziare un milioni di euro è uno scherzo? – ha chiesto Fasolino – se la Regione non ha soldi individui le priorità in modo da dare risposte alle aziende e alle famiglie». Fasolino, infine, ha criticato l’atteggiamento “arrendevole” della Giunta e della maggioranza di centrosinistra- sovranista nei confronti del Governo nazionale.

Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) ha definito “una vergogna” lo stanziamento di un solo milione di euro per i danni subiti da aziende e privati. «La situazione reale è che ci sono aziende e privati in ginocchio, alcuni imprenditori hanno addirittura deciso di togliersi la vita. Questa Giunta non ha chiare le priorità. Se non si parte dagli ultimi – ha chiesto Truzzu – da chi vogliamo partire?».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha paragonato la discussione sull’articolo 17 alla trasmissione televisiva “Scherzi a parte”.

«Ho avuto modo di visitare tanti paesi colpiti dall’alluvione – ha detto Dedoni – ho visto persone che hanno perso la casa e aziende che hanno subito danni ingentissimi . Eppure ci sono danari fermi che potrebbero andare a ristorare i danni».
L’esponente dei Riformatori ha poi parlato di mancanza di sensibilità da parte della maggioranza « Non si vuole dare una risposta agli ultimi – ha detto Dedoni – perché  non si sono spese le risorse? Questa indecenza verrà fuori».

Sul banco della presidenza ha preso posto il vicepresidente del Consiglio Eugenio Lai che ha dato la parola a Efisio Arbau. Il capogruppo di Sardegna Vera ha definito “infondate” le accuse della minoranza. «L’alluvione ha provocato morti e causato danni  gravissimi alle imprese. Questi fatti li conosciamo tutti E’ inaccettabile strumentalizzare l’intervento fatto in finanziaria per attaccare la maggioranza. Gli attacchi fateli su altro».

Sulla stessa linea, il capogruppo del Partito Democratico Pietro Cocco che ha contestato duramente le accuse della minoranza. «Sono toni sprezzanti, fuori luogo, indecenti – ha detto Cocco – non si può dividere l’Aula tra persone sensibili e persone insensibili. Chi ha pronunciato queste parole si qualifica da solo. Il consigliere Dedoni non convince nemmeno se stesso». Le parole di Cocco non sono piaciute all’opposizione. Dai banchi del centrodestra sono arrivate forti proteste che hanno costretto il vicepresidente Lai a richiamare i consiglieri all’ordine.

Il capogruppo del Partito Democratico ha quindi ripreso il suo intervento ricordando il provvedimento del Consiglio regionale nel novembre del 2013 per dare immediato ristoro alle popolazioni colpite dall’alluvione. «Allora il centrosinistra non attaccò nessuno – ha detto Cocco – anche noi pensiamo che un milione di euro non sia sufficiente, ma lavoriamo per cercare nuove risorse da mettere nel capitolo. Gli interventi della minoranza sono legittimi, mentre le parole usate dal consigliere Dedoni sono inaccettabili».

Secondo Daniele Cocco (Sel) è compito del Consiglio dare un segnale di unità su temi delicati come questi. «In passato si è intervenuti con l’accordo di tutti – ha detto Cocco – per noi i 377 comuni della Sardegna sono tutti uguali. Terremo conto di tutte le necessità».

Roberto Desini, capogruppo del Centro democratico, ha criticato l’atteggiamento dell’opposizione. «Stiamo parlando di una tragedia – ha detto – non si può avere un atteggiamento superficiale per ritagliarsi un momento di gloria. Rigetto con forza questo atteggiamento. Sappiamo tutti che un milione di euro è solo una base di partenza. C’è l’impegno a trovare altre risorse. L’articolo 17 punta a sanare le inadempienze di alcune amministrazioni comunali, lo vedremo quando si entrerà nel merito della norma».

Stefano Tunis (Forza Italia), ha raccontato la sua esperienza di alluvionato nell’agosto del 1990. «Per decenni ho portato dentro la paura che ti lascia dentro un evento di questo tipo – ha affermato Tunis – ho conosciuto attraverso il contatto con il fango il peso che una famiglia deve sopportare per rialzarsi. La cosa più importante è la vicinanza delle istituzioni. Per questo occorre mettere da parte la dialettica politica, il freddo numero non è la soluzione del problema, occorre sentire nel profondo la responsabilità di sollevare dal dolore chi ha subito danni». Il Consigliere azzurro ha quindi chiesto di stabilire un ordine delle priorità per incanalare le risorse.

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci, nella replica, ha stigmatizzato il tono di alcuni interventi e spiegato l’azione che la Giunta porta avanti: «L’articolo 17 istituisce un fondo, con una cifra simbolica -ha spiegato l’assessore – all’articolo è collegato un disegno di legge (Interventi a favore di aziende e privati per eventi calamitosi). Si tratta di uno strumento normativo, finora assente, per venire incontro ai cittadini che hanno subito danni. Sapete tutti quali sono le difficoltà ad aiutare i privati. Vogliamo risolvere la questione una volta per tutte. Le polemiche sollevate sono inutili. Noi vogliamo fare una legge organica per dare risposte rapide ai cittadini». Paci ha poi assicurato che andrà avanti il confronto con lo Stato per ottenere le risorse dovute e far capire che il rischio idrogeologico della Sardegna è il più alto in Italia.

Chiusa la discussione generale il vicepresidente Lai ha aperto quella sugli emendamenti. Oscar Cherchi(Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha precisato che subito dopo l’alluvione del 18 novembre del 2013, la Giunta Cappellacci intervenne immediatamente con lo stanziamento di 5 milioni di euro. «L’assessorato all’Agricoltura – ha proseguito Cherchi – ne stanziò altri 7; 10 milioni vennero stanziati con legge regionale, 2 dal Consiglio. Quando si interviene in Aula bisogna parlare con cognizione di causa».

Christian Solinas (Psd’Az) dopo aver rimarcato l’insufficienza dei  fondi stanziati, ha messo l’accento sulle modalità con cui dovranno essere spesi i fondi. «In passato ci sono stati tanti stanziamenti, ma è stato difficile erogare le risorse. Stabiliamo norme che consentano di spendere rapidamente i pochi fondi a disposizione».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha invitato l’Aula  a un confronto sereno. «Ho sentito interventi inutili, ingiustificati e fastidiosi. Su temi così delicati c’è sempre stata l’unità». Sabatini ha quindi ribadito che  con l’art. 17 si istituisce un fondo che sarà accompagnato da un disegno di legge con l’obiettivo dichiarato di dare certezza normativa agli interventi per i privati. «Occorre rimediare al dissesto idrogeologico – ha concluso Sabatini – bisogna intervenire con un piano serio per mettere in sicurezza territori e cittadini: i 700 milioni di mutuo vengono destinati in gran parte a questo settore. Finora è mancata una programmazione seria per mitigare il rischio idrogeologico».

Mario Tendas (Pd) ha convenuto sull’insufficienza dello stanziamento di un milione di euro per gli 82 paesi colpiti dall’alluvione. «Lasciando da parte la somma, ciò che serve è snellire quanto più possibile le procedure per accedere alle risorse – ha sottolineato Tendas – a distanza di un anno abbiamo ancora bloccati cinque milioni di euro della Croce Rossa. I soldi non sono stati ancora ripartiti, nonostante l’accordo. Ci sono ancora problemi di natura burocratica che impediscono l’erogazione de fondi ai privati».

E’ poi intervenuto Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) che ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi. «Confermo però  – ha detto – che è una vergogna stanziare un solo milione su 8 miliardi di euro della finanziaria a favore dei privati e delle aziende colpiti dall’alluvione».

Anche il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi. «Avevano la funzione di portare all’attenzione dell’Aula il problema,  la cifra di un milione di euro non può non far riflettere. Noi non intendiamo speculare come in passato è stato fatto nei confronti della Giunta Cappellacci. Vogliamo dare un contributo – ha affermato Pittalis – fermiamoci un attimo su questo aspetto e recuperiamo qualche risorsa da alcune voci inserite in finanziaria (American Cup cooperativa Tarantola,  Unione autonoma partigiani sardi). E’ possibile fare uno sforzo comune e dare un segnale serio verso chi aspetta una risposta che ancora lo Stato non ha dato».

Ha poi preso la parola Attilio Dedoni (Riformatori): «Ho aumentato il tono – ha detto – perché conosco la sofferenza di chi ha patito i danni. Dal 2013 sono stati stanziati 120 milioni: quanti di questi danari sono stati spesi?». Il capogruppo dei Riformatori ha poi ricordato di aver mandato una lettera, lo scorso 30 gennaio, al Presidente del Consiglio  con allegato un resoconto fatto da famiglie di alluvionati. «L’ho fatto in silenzio – ha sottolineato Dedoni – ho chiesto l’intervento del Presidente per agevolare la spendita. C’è una controversia tra le istituzioni coinvolte. Chiedere questa verità è un mio diritto».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato all’Aula il dramma di due famiglie di Torpè colpite dall’alluvione del novembre 2013. «Orazio Bitti, imprenditore della Piana di Torpè ha perso sette camion, tre muletti, cinque ruspe: valore due milioni di euro. Cento metri più avanti un’altra famiglia di lavoratori si è vista distruggere un capannone edile con danni per un milione e 800mila euro. A queste persone non è mai venuto in testa di chiudere bottega. Hanno comunicato la loro voglia di continuare. Oggi noi diamo questo tipo di risposta, Stiamo facendo un errore madornale, all’interno della finanziaria ci sono una serie di “marchette”. Serve un colpo di schiena per dare un segnale alle famiglie colpite. E’ pensabile – ha concluso Crisponi – non riuscire a trovare una quadratura del cerchio?»

Giorgio Oppi (Udc) ha provato a riportare un clima sereno in Aula: «E’ vero che la cifra è bassa, così come è giusto chiedere allo Stato di rispettare gli impegni – ha detto Oppi –  cerchiamo però di eliminare le incomprensioni. I gruppi consiliari hanno messo a disposizione degli alluvionati le risorse non utilizzate lo scorso anno: ho scritto al Presidente di tenere conto di questo. Le procedure sono state attivate, i soldi messi a disposizione della Croce Rossa che ha però non può utilizzarle, lo stesso capita per la Caritas. La burocrazia crea dei problemi, troviamo una soluzione evitando sterili polemiche».

Il presidente Ganau, tornato a presiedere la seduta, ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 47, primo firmatario Angelo Carta (Psd’Az).

Carta ha spiegato il senso della proposta: incrementare il fondo degli alluvionati di due milioni di euro sottraendoli a quelli destinati alla Conservatoria delle Coste.

L’assessore Raffaele Paci si è detto contrario allo spostamento di risorse. «Le proposte della Finanziaria rispondono ad una logica – ha detto – tre milioni servono per affrontare problemi di carattere ambientale e produttivo per permettere a Sbs di andare in bonis. Con l’articolo 17. Invece costituiamo un fondo per gli eventi calamitosi che potrà essere utilizzato quando sarà approvato la il disegno di legge collegato. Oggi non è possibile spendere le risorse per i privati senza una norma».

Gavino Sale (Irs) ha espresso preoccupazione per i dubbi manifestati dall’opinione pubblica sull’utilizzo delle risorse per gli alluvionati e proposto l’istituzione di una commissione che verifichi dove sono finite le risorse pubbliche e quelle donate da associazioni e cittadini comuni.

Si è poi passati all’esame dellemendamento 677, Fasolino e più, che chiedeva di incrementare il fondo per gli alluvionati di 500mila euro.

Efisio Arbau (la Base), contrario alla proposta, ha precisato che il fondo non interverrà “a babbu mortu” ma è collegato alla finanziaria in discussione.

Pier Mario Manca (Partito dei Sardi) ha invece chiesto il ritiro dell’emendamento: «Non è serio, dopo aver parlato di cifra ridicola, chiedere un incremento di soli 500mila euro».

L’emendamento n.47 è stato respinto con  33 voti contrari e 22 a favore.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 17 che ha ottenuto il via libera dall’Aula.

Si è poi passati all’esame degli emendamenti aggiuntivi.

Sul primo (n.17), proposto dalla maggioranza, che proroga di un anno il termine per la rendicontazione delle spese sostenute dai comuni, province e comunità montane in occasione delle calamità naturali, è intervenuto il capogruppo del Centro democratico Desini. «In questo modo – ha detto – si sanano le situazioni dei comune di Santa Teresa e Sorso che non hanno rispettato i termini della rendicontazione. Questa è la dimostrazione che si vuole andare incontro alle esigenze dei cittadini».

Di parere opposto il consigliere di Forza Italia Antonello Peru: «Non si sana nessuna situazione – ha detto Peru – si è trattato di un problema tecnico-procedurale, il comune di Sorso ha trasferito i documenti con poche ore di ritardo, il comune di Santa Teresa ha ritardato di un giorno». L’emendamento è passato all’unanimità.

Respinto invece l’emendamento 430, Fenu e più che proponeva uno stanziamento di un milione di euro a favore dei privati e delle aziende del medio Campidano colpite dall’alluvione.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento 828, Peru e più, che stanzia cinque milioni di euro a favore dei comuni della provincia di Sassari colpiti dall’alluvione del 19 giugno 2014. «La Romangia ha subito danni per 36 milioni di euro – ha rimarcato Peru – I danni sono stati certificati dal sopralluogo fatto dalla Commissione Lavori pubblici del Consiglio regionale. Chiediamo almeno le risorse che vanno coprire almeno le anticipazioni fatte dai comuni di Sorso e Sennori».

Marco Tedde (Tedde) si è detto dispiaciuto che l’assessore Paci non abbia replicato alle critiche sul Piano governativo “Italia Sicura” che prevede interventi per la Sardegna solo per Pirri. «Se la previsione fosse stata diversa – ha detto Tedde – non ci sarebbe stato bisogno dell’emendamento. La Giunta ha un atteggiamento prono nei confronti del Governo».

Roberto Desini, capogruppo del Centro democratico e sindaco di Sennori, ha ricordato che la Giunta ha destinato ben 7 milioni dei 70 stanziati per le opere cantierabili al suo comune. «Se si lavora bene si ottengono i risultati – ha detto Desini – il mutuo regionale da 700 milioni metter’ a disposizione tante risorse per sanare le situazioni di rischio idrogeologico».

Angelo Carta (Psd’Az) ha contestato le affermazioni di Desini ricordando le critiche espresse dal sindaco di Nuoro Alessandro bianchi sulla ripartizione dei fiondi per le opere cantierabili. «Non c’ un campionato tra i sindaci – ha detto Carta – Desini si metta il problema su come vengono gestiti i bandi». L’emendamento è stato respinto.

Si è poi passati all’esame dell’ultimo emendamento aggiuntivo n. 829,  Peru e più, che chiedeva un milione di euro per i privati e le aziende della provincia di Sassari.

«Si tratta di una priorità» – ha detto Peru – che ha poi risposto al consigliere Desini sulla grossa fetta dei fondi per le opere cantierabili toccata al Comune di Sennori: «non può giustificare il non voto all’emendamentio perché ha avuto 7 milioni per il suo comune. Non può parlare di poca attenzione degli altri sindaci. Forse è meglio stendere un velo pietoso».

E’ poi intervenuto Marco Tedde (Forza Italia), secondo il quale il bando sulle opere cantierabili è stato fatto “per lepri e per volpi”. «Sono convinto – ha affermato – che sia necessario dare un segnale ai privati che hanno subito danni dall’alluvione nella provincia di Sassari. Questi soggetti sono stati lasciati soli, è necessario dare loro una risposta. E’ indispensabile che la Regione abbassi la bandiera bianca che ha sollevato nei confronti dello Stato». L’emendamento n.829 è stato respinto con 32 voti contrari e 20 a favore.

 Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 18 (Attuazione del programma d’azione della zona vulnerabile da nitrati di origine agricola di Arborea) e gli emendamenti. Il testo autorizza “per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, la spesa di euro 200.000 destinata allo svolgimento delle attività di monitoraggio e controllo in attuazione del Programma d’azione della zona vulnerabile da nitrati di origine agricola di Arborea, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 14/17 del 4 aprile 2006”. Il presidente ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, il quale ha ricordato che il piano fu prorogato anche nel 2013, ma ha chiesto all’assessore Paci se un’eventuale ulteriore proroga non farebbe incorrere la Regione in un’infrazione da parte dell’Unione europea.

Il presidente ha messo in votazione l’articolo che è stato approvato.

Via libera anche all’articolo 19 (Interventi per le discariche di Carbonia e Bono). Il testo prevede che per la gestione post operativa della discarica sita in Carbonia, località “Sa Terredda”, per l’anno 2015, la spesa di euro 540.000 e 255.000 euro per la discarica di Bono, località Monte Pazza”.  L’assessore Paci ha anche garantito al consigliere Daniela Forma (Pd), prima firmataria di un emendamento in merito poi ritirato, che la Giunta terrà nel debito conto la necessità di un intervento urgente sulla strada Macomer-Tossilo.

Approvati in rapida sequenza anche l’articolo 19 bis (Progetto sperimentale di bonifica terreni agricoli), che prevede un progetto sperimentale si coltivazione della canapa e stanzia 150.000 euro per gli anni 2015, 2016, 2017, e l’articolo 20 (Gestione del territorio). Il testo autorizza una spesa di 3.000.000 per il 2015, 2.000.000 per l’anno 2016 e altrettanti per il 2017 a favore della Conservatoria della coste per l’acquisizione del patrimonio immobiliare della Società bonifiche sarde. L’articolo 20 autorizza, inoltre, “per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017 una spesa valutata in euro 20.000 per l’acquisto di applicativi informatici relativi alle attività di pianificazione di bacino”.

Il presidente del Consiglio ha aperto la discussione sull’articolo 21 “Disposizioni in materia di sanità pubblica e politiche sociali”, ha dato lettura degli emendamenti presentati ed ha dichiarato inammissibile 539. Il relatore Franco Sabatini (Pd) ha espresso il parere contrario della commissione per tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali. Per il 535 e 860 ha dichiarato di rimettersi all’Aula ed ha espresso parere favorevole per il 567, mentre ha formulato l’invito al ritiro per il 7 e il 131. Parere favorevole per l’aggiuntivo 32, rimettersi all’Aula per l’803, il 578, invito al ritiro per il 54, il 452, 1, 53, 538, 541. Per tutti gli altri emendamenti il parere della commissione è stato negativo. L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha dichiarato parere conforme con quello espresso dalla commissione e si è riservato, per gli emendamenti aggiuntivi, di esprimere il parere della Giunta in sede di discussione delle modifiche. L’assessore ha anche annunciato la presentazione di un emendamento orale della Giunta al comma 24 dell’articolo 21, per alcune precisazioni di carattere tecnico.

Il presidente del Consiglio, prima di concedere la parola al consigliere di Forza Italia, Ignazio Locc, per lo svolgimento del suo intervento, ha dichiarato inammissibile il comma 14 ter dell’emendamento aggiuntivo presentato della Giunta, n. 578.

Il consigliere Locci ha evidenziato come l’articolo in discussione della finanziaria riguardi di fatto metà della spesa della Regione e apra il confronto su temi fondamentali quali sono, la spesa sanitaria, la distribuzione della risorse alle Asl e le politiche sociali. Locci ha fatto riferimento alla recente legge approvata dal Consiglio per l’avvio della riforma sanitaria ed ha ricordata la somma disponibile per la suddivisione tra le diverse aziende locali (2 miliardi e 818 milioni di euro). L’esponente della minoranza ha inoltre auspicato un nuovo piano di edilizia ospedaliera ed ha ricordato la “serietà” del tema della Sanità: «Dove non è più possibile tagliare ma è possibile spendere meglio».

La Regione ha autorizzato una nuova proroga, al prossimo 16 marzo, dei termini per la presentazione delle domande di partecipazione ai corsi per OSS (Operatore Socio Sanitario) che sarebbero scaduti a fine febbraio. La selezione riguarda i percorsi formativi per disoccupati e occupati che, a fine corso, otterranno la qualifica di OSS.
«La proroga – spiega l’assessore del Lavoro, Virginia Mura – nasce dall’esigenza di venire incontro alla difficoltà di ottenere in tempi brevi il modello Isee 2015 in conformità alla normativa vigente». Risulta, infatti, che l’INPS stia riscontrando problemi nell’istruttoria delle pratiche.
L’assessore Mura, inoltre, precisa che non sarà possibile concedere una nuova proroga e quella appena decisa sarà dunque l’ultima. «Un altro allungamento dei termini – sottolinea l’esponente della giunta Pigliaru – renderebbe impossibile il rispetto di quanto stabilito nella delibera che ha assegnato il finanziamento e, soprattutto, l’utilizzo delle risorse previste entro il 31 dicembre 2015, ultima data utile per la spesa del Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo 2007-2013».
Se non fossero spesi nei tempi previsti, i finanziamenti andrebbero restituiti all’Unione Europea.
Virginia Mura 7

 

E’ stato depositato presso l’Ufficio marchi e brevetti della Camera di commercio di Sassari, alla presenza del presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, Giuseppe Bonanno, il marchio “Garibaldi Agricoltore – Isola di Caprera”. Si tratta di un ulteriore passaggio nel percorso di valorizzazione dell’area “Orti di Garibaldi” che trova espresso nel logo appena registrato la sintesi di tutte le potenzialità di valorizzazione a fini economici della storia e della cultura racchiusa nelle attività collegate alla presenza di Giuseppe Garibaldi nell’Isola di Caprera. L’utilizzo del marchio sarà regolamentato con l’Istituto studi Giuseppe Garibaldi per garantire la coerenza nel suo utilizzo e nel pieno rispetto della figura dell’eroe risorgimentale.

Con il progetto “Garibaldi Agricoltore (Orti di Garibaldi)”, attualmente in fase di attuazione, l’Ente Parco intende valorizzare un insieme di risorse presenti  all’interno dell’isola di Caprera e al suo insediamento storico legato alla vita di uno dei più significativi personaggi della nostra storia: Giuseppe Garibaldi. La funzione del marchio appena registrato, di proprietà dell’Ente Parco è quella di garantire tutela e riconoscibilità specifica rispetto a tutte le attività che l’Ente intende realizzare collegate al progetto di valorizzazione dell’area degli “Orti di Garibaldi”.

«Sono dieci le classi di tutela individuate sulla base della classificazione di Nizza che, attraverso la registrazione del marchio l’Ente Parco ha inteso garantire – spiega il presidente Giuseppe Bonanno -. Si va dai saponi, ai profumi e agli oli essenziali sui quali siamo già operativi con il “GaribaldiLab” (laboratorio degli oli essenziali) passando attraverso gli ortaggi, le marmellate e le composte. Abbiamo voluto inoltre tutelare e rendere riconoscibili le attività che vorremmo realizzare collegate al recupero di una dimensione didattica produttiva all’interno dell’area e di conseguenza abbiamo voluto estendere il marchio anche alle produzioni agricole e all’educazione ambientale. Il marchio di proprietà dell’Ente Parco e per il quale verranno elaborati dei disciplinari di utilizzo – conclude Bonanno – vuole essere una garanzia rispetto a tutte le occasioni di sviluppo legate al suo utilizzo.»

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«La Sardegna deve uscire dalle solite guerre politiche fra territori. Le polemiche cui stiamo assistendo in questi giorni riguardo l’organizzazione del Rally Italia Sardegna devono far riflettere la Regione e l’assessorato al Turismo sull’utilizzo dei fondi destinati a finanziare questi grandi eventi». Centro Democratico Sardegna interviene sulla guerra di campanile scoppiata nelle ultime settimane fra i vari territori della Sardegna per l’organizzazione delle prove del Rally Italia Sardegna, in programma dall’11 al 14 giugno, con sede di gara ad Alghero, e va oltre le polemiche, proponendo un nuovo corso per la gestione e il finanziamento delle manifestazioni che potenzialmente possono attirare visitatori nell’Isola. «Se un appuntamento come il Rally Italia Sardegna è davvero così rilevante, non capiamo perché abbia bisogno di un così forte contributo di soldi pubblici per essere realizzato, e nutriamo seri dubbi che i 900mila euro stanziati dalla Regione per l’edizione di quest’anno siano giustificati dalle reali ricadute economiche che la manifestazione avrà sul territorio», afferma il coordinatore regionale di Centro Democratico Sardegna, il deputato Roberto Capelli.

«L’apporto di contributi pubblici per sostenere queste iniziative andrebbe rivisto cercando, non tanto di finanziare l’evento in sé, ma più proficuamente, per favorire l’arrivo di turisti interessati a quell’appuntamento, e fare in modo che questi visitatori restino più giorni in Sardegna per conoscere l’Isola». La proposta di Centro Democratico e semplice: «La Regione non può essere un bancomat a disposizione per finanziare le fortune degli organizzatori. I soldi pubblici dovrebbero essere utilizzati per promuovere la Sardegna. Il nostro suggerimento è di usare la maggior parte della cifra destinata a finanziare l’evento, in questo caso il rally, per attivare convenzioni con gli operatori turistici e con i vettori di trasporto in modo da abbattere i costi di arrivo e soggiorno in Sardegna, in concomitanza con quel determinato evento e desiderosi di trattenersi nell’Isola almeno 5 giorni».

La Regione acquisterebbe direttamente i biglietti di trasporto dai vettori, per renderli poi disponibili ai turisti che rimarranno in Sardegna alloggiando per più giorni nelle strutture ricettive. «Chiaramente fra le strutture ricettive vanno escluse tassativamente le seconde case» spiega il capogruppo CD in Consiglio regionale, Roberto Desini. «Le modalità di acquisto dei biglietti e i criteri di assegnazione ai turisti, dovranno essere studiati dalla struttura dell’assessorato regionale al Turismo», e la stesura definitiva delle regole da applicare, «dovrà arrivare solo dopo avere ascoltato la voce degli operatori del settore».

La formula potrebbe poi essere applicata a tutti i grandi eventi, sportivi e non, che si organizzano in Sardegna nei periodi di bassa stagione. «Questa soluzione metterebbe fine definitivamente alle conflittualità sterili fra territori, favorirebbe realmente la promozione turistica della nostra Isola, e rafforzerebbe il concetto che la Sardegna non è una meta costosa per le vacanze. Per esempio, nel caso del Rally Italia Sardegna, è stato stimato che se il contributo della Regione fosse utilizzato per abbassare i costi dei biglietti aerei e navali e per le convenzioni con gli operatori turistici, si potrebbero toccare le 10mila presenze turistiche e si creerebbe una ricaduta economica reale sull’Isola».  

Roberto Capelli 9 copia

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L’Agenzia delle Entrate Direzione Centrale del Personale Ufficio Selezione e inserimento ha avviatuna selezione pubblica per l’assunzione a tempo indeterminato di 892 (ottocentonovantadue) unità, per la terza area funzionale, fascia retributiva F1, profilo professionale funzionario, per attività amministrativo-tributaria.

Il numero dei posti è così ripartito in sei regioni:

– Emilia Romagna, posti n. 110

– Liguria, posti n. 20

– Lombardia, posti n. 470

– Piemonte, posti n. 110

– Toscana, posti n. 42

– Veneto, posti n. 140

In materia di riserva di posti è prevista l’applicazione delle disposizioni di cui all’art. 7, comma 2, della legge 12 marzo 1999, n. 68, recante norme per il diritto al lavoro dei disabili, nei limiti della complessiva quota d’obbligo prevista dall’art. 3, comma 1, della medesima legge e agli artt. 1014, comma 3, e 678, comma 9, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (codice dell’ordinamento militare).

Il 20% dei posti è riservato ai dipendenti di ruolo dell’Agenzia delle Entrate, appartenenti alla seconda area funzionale, in possesso dei requisiti previsti dal punto 2 del presente bando.

E’ garantita pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso al lavoro così come previsto dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 e dall’art. 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

Alla procedura selettiva possono partecipare coloro che, alla data di scadenza del termine per la presentazione delle domande, sono in possesso dei requisiti sottoindicati:

a) diploma di laurea in giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio o diplomi di laurea equipollenti per legge, conseguiti presso una università o altro istituto universitario statale o legalmente riconosciuto, o i corrispondenti titoli di studio di I livello, denominati laurea (L), previsti dall’art. 3 del regolamento adottato dal Ministro dell’Università, dell’Istruzione e della Ricerca con decreto del 22 ottobre 2004, n. 270; alla procedura selettiva possono partecipare anche coloro che sono in possesso di titolo di studio conseguito all’estero, o di titolo estero conseguito in Italia, riconosciuto equipollente ai fini della partecipazione ai pubblici concorsi, secondo la vigente normativa, ad una delle lauree sopra indicate;

b) cittadinanza italiana;

c) posizione regolare nei riguardi degli obblighi militari;

d) godimento dei diritti politici e civili;

e) idoneità fisica all’impiego.

Sono esclusi coloro che sono stati interdetti dai pubblici uffici, nonché coloro che sono stati destituiti o dispensati ovvero licenziati dall’impiego presso una pubblica amministrazione, ovvero sono stati dichiarati decaduti da un impiego statale a seguito dell’accertamento che l’impiego stesso è stato conseguito mediante la produzione di documenti falsi o viziati da invalidità non sanabili.

L’Agenzia delle Entrate si riserva la facoltà, in ogni momento della procedura, di procedere, con atto motivato, all’esclusione dei candidati che abbiano riportato sentenze penali di condanna ancorché non passate in giudicato o di patteggiamento, tenuto conto dei requisiti di condotta e di moralità necessari per svolgere le mansioni proprie del profilo professionale di funzionario, nonché del tipo e della gravità del reato commesso.

Il candidato dovrà compilare e inviare la domanda di ammissione al concorso per via telematica, entro il termine indicato al punto 3.5, utilizzando l’applicazione informatica accessibile mediante collegamento reperibile sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate, all’indirizzo www.agenziaentrate.gov.it. Per agevolare la compilazione e l’invio della domanda di ammissione al concorso, nel sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate al citato indirizzo www.agenziaentrate.gov.it saranno disponibili istruzioni operative.

Non è ammessa altra forma di compilazione e di invio della domanda di partecipazione al concorso.

Al termine delle attività di compilazione e di invio della domanda per via telematica, il candidato riceverà un messaggio di posta elettronica generato in automatico dall’applicazione informatica a conferma dell’avvenuta acquisizione della domanda. Entro il termine di presentazione delle domande l’applicazione informatica consente di modificare, anche più volte, i dati già inseriti in domanda; in ogni caso l’applicazione conserverà per ogni singolo candidato esclusivamente la domanda con data/ora di registrazione più recente. La data/ora di presentazione telematica della domanda di ammissione al concorso è attestata dall’applicazione informatica. Allo scadere del termine indicato al punto 3.5, l’applicazione informatica non permetterà più alcun accesso al modulo elettronico di compilazione/invio delle domande.

Decorso il termine per la presentazione delle domande, il candidato dovrà accedere nuovamente all’applicazione informatica per effettuare la stampa della propria domanda che dovrà essere conservata per poi essere esibita e sottoscritta dal candidato, al momento della identificazione dello stesso, per l’effettuazione della prima prova d’esame.

Le attività di compilazione e di invio telematico delle domande dovranno essere completate entro le 23.59 del giorno 26 marzo 2015. Della pubblicazione del bando si dà notizia con avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – 4a serie speciale – Concorsi ed esami del 24 febbraio 2015.

I candidati devono indicare nella domanda di partecipazione, a pena di esclusione, una sola sede, fra quelle elencate nel punto 1.1, per la quale intendono concorrere.

I candidati già ammessi al tirocinio teorico-pratico della procedura selettiva per l’assunzione di 855 unità per la terza area funzionale, fascia retributiva F1, profilo professionale funzionario, per attività amministrativo-tributaria, che non abbiano potuto iniziare o proseguire la frequenza del tirocinio per maternità o gravi motivi di salute e che abbiano chiesto con apposita istanza l’ammissione al tirocinio della successiva procedura concorsuale, devono presentare domanda di partecipazione alla procedura nei termini previsti dal presente bando e, previa verifica della sussistenza dei requisiti prescritti, verranno ammessi direttamente al tirocinio nella regione per la quale avevano concorso.

Qualora per tale regione non siano presenti posti a concorso, i candidati potranno scegliere di partecipare per un’altra regione.

La procedura di selezione prevede le seguenti fasi:

a) prova oggettiva attitudinale;

b) prova oggettiva tecnico-professionale;

c) tirocinio teorico-pratico integrato da una prova finale orale.

Le sedi, il giorno e l’ora di svolgimento della prova oggettiva attitudinale saranno pubblicati il giorno 21 aprile 2015, con valore di notifica a tutti gli effetti, nel sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, www.agenziaentrate.gov.it.

I candidati ammessi alla prova oggettiva tecnico-professionale sono avvisati almeno quindici giorni prima della data in cui la stessa deve essere sostenuta.

Il candidato che non si presenta nel giorno, luogo ed ora stabiliti è escluso dalle prove.

Per essere ammessi a sostenere le prove i candidati devono essere muniti di un valido documento di riconoscimento.

La prova oggettiva attitudinale consiste in una serie di quesiti a risposta multipla e mira ad accertare il possesso da parte del candidato delle attitudini e delle capacità di base necessarie per acquisire e sviluppare la professionalità richiesta.

La prova è valutata in trentesimi.

Sono ammessi alla prova oggettiva tecnico-professionale i candidati che riportano il punteggio di almeno 24/30 e rientrano in graduatoria nel limite massimo di cinque volte il numero dei posti per i quali concorrono. I candidati che si collocano a parità di punteggio nell’ultimo posto utile in graduatoria sono comunque ammessi alla prova oggettiva tecnico-professionale.

La prova oggettiva tecnico-professionale consiste in una serie di quesiti a risposta multipla per accertare la conoscenza delle seguenti materie:

a) diritto tributario;

b) diritto civile e commerciale;

c) diritto amministrativo;

d) elementi di diritto penale;

e) contabilità aziendale;

f) organizzazione e gestione aziendale;

g) scienza delle finanze;

h) elementi di statistica.

La prova è valutata in trentesimi.

Sono ammessi al periodo di tirocinio i candidati che riportano il punteggio di almeno 24/30 e rientrano in graduatoria nel limite massimo dei posti per i quali concorrono, aumentati fino al 30%. L’eventuale frazione decimale è arrotondata all’intero per eccesso. I candidati che si collocano a parità di punteggio nell’ultimo posto utile in graduatoria sono comunque ammessi al periodo di tirocinio.

Il tirocinio teorico-pratico si svolge presso gli uffici dell’Agenzia ed è finalizzato a verificare nelle concrete situazioni di lavoro, sulla base di metodologie e criteri predeterminati dall’Agenzia, l’abilità del candidato ad applicare le proprie conoscenze alla soluzione di problemi operativi, nonché i comportamenti organizzativi.

Il tirocinio ha la durata di sei mesi ed è retribuito. Il direttore dell’ufficio cui il candidato è assegnato organizza l’orario del tirocinio, di complessive 36 ore settimanali su cinque giorni lavorativi, anche in relazione alle esigenze di servizio.

L’esito del periodo di tirocinio è valutato dal direttore dell’ufficio cui il candidato è assegnato.

La commissione di esame, tenendo conto della valutazione espressa sul tirocinio dal direttore dell’ufficio, sottopone i candidati alla prova finale orale per valutarne la preparazione professionale, le attitudini e le motivazioni, anche con l’assistenza di personale esperto per lo svolgimento di prove comportamentali.

La prova orale verterà sulle seguenti materie:

a) diritto tributario;

b) diritto civile e commerciale;

c) contabilità aziendale.

Durante la prova orale si procede anche all’accertamento della conoscenza degli elementi di informatica e della lingua straniera scelta dal candidato tra le seguenti: inglese, spagnolo, tedesco e francese.

La commissione tiene conto, altresì, della qualificazione conseguita nelle discipline attinenti ai settori di attività dell’Agenzia mediante la partecipazione con profitto a stage presso gli uffici dell’Agenzia, a corsi per dottorato di ricerca, a corsi di specializzazione e formazione presso università italiane o estere o altre istituzioni ed enti nonché delle comprovate esperienze lavorative maturate nelle stesse discipline. Tali titoli devono essere posseduti alla data di scadenza del termine stabilito per la presentazione della domanda di partecipazione.

La valutazione finale è espressa in trentesimi. Superano la prova i candidati che hanno riportato il punteggio di almeno 24/30.

Ai tirocinanti è assegnata una borsa di studio di importo mensile pari a euro 1.450,00 lordi. Sull’ammontare dei ratei della borsa di studio sono effettuate le ritenute erariali previste dalla legge.

Ai tirocinanti, già dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, continua ad essere corrisposta, se più vantaggiosa, la retribuzione relativa alla fascia retributiva dell’area di appartenenza. Non compete loro il trattamento economico accessorio previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro delle Agenzie fiscali, né indennità di missione.

I candidati verranno tempestivamente informati riguardo alla data d’inizio del tirocinio e dovranno presentare, a pena di decadenza, una dichiarazione scritta entro i termini fissati dall’Agenzia nella quale manifestano la propria volontà di partecipare allo stesso.

I candidati che, pur avendo dichiarato di voler partecipare al tirocinio, non si presentano, senza valida giustificazione, nel giorno indicato nella comunicazione sono considerati rinunciatari.

Il bando integrale è pubblicato nel sito http://www.agenziaentrate.gov.it .

Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) continua attraverso la Delegazione ed il Fai Giovani di Cagliari ad esplorare la storia della Sardegna. Lo fa con docenti, studiosi, intellettuali, studenti medi ed universitari il cui protagonismo nella tutela e promozione del patrimonio ambientale e paesaggistico, dei beni culturali e della bellezza deve essere il fulcro nell’educazione alla cittadinanza e al bene comune.

L’azione del FAI Sardegna è volta a sensibilizzare le comunità al rispetto della natura, dell’arte, della storia, delle tradizioni della Sardegna. Al fine di rilanciare il dialogo tra queste e l’opinione pubblica il FAI Sardegna, in collaborazione con autorevoli case editrici sarde e la Fondazione Banco di Sardegna promuove il progetto “Alla ricerca della Storia perduta” che mette al centro la relazione tra didattica della storia e della narrativa e il romanzo storico, ambientato in Sardegna. Alla ricerca della Storia perduta” è articolato in incontri in cui docenti, studenti, scrittori, storici, archivisti, storici dell’arte, artisti, cittadini e cittadine hanno la possibilità di entrare in sinergia ed in un proficuo confronto di idee ed esperienze.

Il secondo appuntamento si svolgerà a Cagliari, presso la Fondazione Banco di Sardegna, via San Salvatore da Horta traversa via Torino e viale Regina Margherita, Lunedì 2 marzo, alle ore 16.00. I tre romanzi storici, ambientati tra la Sardegna spagnola e la Sarda Rivoluzione, La storia vera di Diego Henares de Astorga di Nicolò Migheli Hombres Y Dinero di Pietro Murandi Le Carte del re di Pietro Picciau consentono di veicolare la conoscenza di un periodo su cui insistono molti luoghi comuni.

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, e il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, hanno presentato ieri a Cagliari, nel corso di una conferenza stampa, il programma di interventi nella viabilità per il 2015.

Ingenti le risorse messe in campo, un miliardo e 107 milioni, per ultimare gli interventi in corso (207,9 milioni), consegnare entro l’anno i nuovi lavori (oltre 420 milioni), far partire le gare d’appalto già previste (433 milioni) e per i costi degli interventi di progettazione (46 milioni) per la viabilità in Sardegna.

«Oggi – ha commentato il presidente Pigliaru – siamo soddisfatti di poter rendicontare un lavoro fatto in leale collaborazione con lo Stato, cosa spesso non semplice per la Sardegna. Fa parte del nostro impegno, come Giunta, operare per il benessere dei nostri cittadini, e farlo il più rapidamente possibile. L’accelerazione sulle infrastrutture in questo ultimo anno porta con sé due buone notizie: la realizzazione di opere fondamentali per lo sviluppo e il lavoro per imprese e persone.»

L’assessore Maninchedda ha illustrato alcuni aspetti tecnici e ricordato che «sulla viabilità investiremo una buona parte dei 700 milioni del mutuo approvato oggi dal Consiglio regionale, destinati alle infrastrutture. L’Anas ha anticipato cospicue risorse e la Regione si è impegnata a restituirle in tempi brevi. È importante che l’Anas si sia confrontata con gli enti locali prima di passare alla progettazione di alcune opere: questo produce non solo più consenso tra la popolazione ma anche risultati soddisfacenti».

Il presidente Ciucci ha riconosciuto che «il confronto tra Anas e Regione Sardegna spesso è vivace e critico, ma sempre improntato sulla collaborazione. L’impegno dell’Anas in Sardegna è forte, gestiamo 3.000 km di strade e impieghiamo 500 persone. La visita di oggi non è formale e neppure celebrativa, bensì di lavoro perché serve a fare il punto di un’opera molto importante che vale da sola 900 milioni di investimenti: mi riferisco alla Sassari-Olbia, di cui entro il 2015 apriremo i primi 20 km. Tutta la strada sarà pronta nel 2017».

Il presidente dell’Anas ieri mattina ha partecipato, a Monti, alla consegna dei lavori del sesto lotto della Sassari-Olbia. Sempre ieri è stato riaperto il tratto Dorgali-Oliena della S.S. 129, dopo gli interventi di ripristino post alluvione del 2013.

«Tra gli interventi più importanti del 2015 – ha sottolineato l’assessore Maninchedda – ci sono i lavori di messa in sicurezza nel tratto nord della S.S. 131, attesi da tanti anni. Entro l’anno avvieremo alcune gare d’appalto, tra cui quella del nuovo collegamento terrestre dell’istmo con l’isola di Sant’Antioco, un’opera che ha sollevato parecchie polemiche. Desidero precisare che, tra le tante ipotesi, quella del tunnel è l’intervento più impattante dal punto di vista ambientale.»

Il presidente Pigliaru ha sottolineato che «le dimensioni di alcuni interventi avvantaggiano ovviamente le grandi imprese rispetto alle piccole, per le quali la Regione può fare soltanto una cosa: non prevedere agevolazioni nei bandi di gara, come alcuni suggeriscono, bensì incentivi a consorziarsi». Il presidente dell’Anas ha precisato che «su 47 interventi per il ripristino del dopo alluvione, 37 sono stati assegnati a imprese sarde anche perché facilitati dallo spezzettamento dei lavori», l’assessore Maninchedda ha spiegato che «quello della ricaduta nei territori è un tema centrale per la Giunta regionale. Forse già la prossima settimana l’Anas firmerà un protocollo d’intesa con le organizzazioni sindacali per trovare un punto d’incontro tra la domanda e l’offerta. È un protocollo sostenuto fortemente dalla Regione. Occorre, inoltre, anche un luogo d’incontro tra le imprese sarde e quelle della penisola, per evitare i subappalti strozzati: una soluzione più dignitosa per tutti».

Le organizzazioni sindacali SLC CGIL UILCOM UIL FIALS LIBERSIND CONFSAL SNATER CSS hanno diffuso una nota assai critica dopo il primo incontro con il nuovo sovrintendente del Teatro lirico di Cagliari, Angela Spocci, sulla programmazione futura e l’analisi della situazione attuale.

«In merito alla programmazione – si legge nella nota -, oltre ai titoli e relativi artisti ospiti dei primi dieci concerti sinfonici (da qui a metà maggio), nulla è dato sapere con certezza. Sulla futura programmazione lirico sinfonica solo una serie di “forse” e “si vedrà”. Non un titolo né alcun cast artistico. Ci saremmo aspettati ben altro. Una fondazione che ha già perduto due mesi di attività e di conseguenti finanziamenti futuri, non può vedersi enunciata un’attività “certa” solamente sino a metà maggio; è inammissibile che da giugno in poi nulla sia delineato, nemmeno per sommi capi.

Se fino a ieri il Teatro Lirico di Cagliari era l’unica fondazione lirico-sinfonica senza una stagione, oggi è quella con la programmazione più ridotta del panorama italiano. Andando avanti su questa china, il 2015 identificherà il Teatro Lirico di Cagliari quale fondazione meno produttiva d’Italia. Tutti gli sforzi messi in atto dai lavoratori nel 2014 per aumentare la produzione (+40%) saranno stati vani e la conseguenza inevitabile sarà un contributo FUS 2016 fortemente decurtato con inevitabili ricadute sull’occupazione e la produzione. Nel 2014 il Teatro Lirico di Cagliari è stato il terzo in Italia per il numero di abbonati (più di 7.000); quest’anno invece non è ancora partita alcuna campagna abbonamenti. Questo patrimonio, vitale per la sopravvivenza di qualsiasi teatro, sta per essere consapevolmente e colpevolmente dilapidato. Chiunque andasse sul sito web del teatro rimarrebbe sconcertato dal nulla che vi è presente. Tutte le altre fondazioni liriche si stanno apprestando a presentare la stagione 2016; Cagliari domani presenta un solo concerto per il 6 e 7 marzo 2015.

Questa mancanza totale di prospettiva a lungo termine, collegata ad una riduzione della produzione ai minimi storici – aggiungono le organizzazioni sindacali -, comporterà inevitabilmente una perdita di lavoro per tutto quell’indotto che sino a ieri è gravitato attorno al Teatro Lirico.»

Le organizzazioni sindacali esprimono la loro grande preoccupazione: «Pare quasi che l’indirizzo da perseguire sia quello di un teatro fortemente ridimensionato a livello regionale, senza alcuna prospettiva di miglioramento e sviluppo, che non competa con le altre Fondazioni in termini di qualità e quantità di produzione, che non crei occupazione. In ultima analisi, un teatro che pian piano si vada a spegnere sino a scomparire. Qualora perdurasse questa drammatica situazione e in assenza di segnali concreti di cambio di rotta – conclude la nota delle organizzazioni sindacali -, non esiteremo a mettere in atto tutte le iniziative opportune a tutela della maggiore fabbrica culturale della Sardegna.»

Teatro Lirico di Cagliari 20

Centro Direzionale Iglesias 10

Il comune di Iglesias, a distanza di poche settimane dall’approvazione del progetto esecutivo in Giunta, ha pubblicato il bando per l’appalto che prevede l’esecuzione di tutti i lavori e le forniture per la creazione del Centro intermodale della città di Iglesias, in cui sarà possibile lo scambio tra treno, autobus di linea, macchina e trasporto urbano. L’investimento previsto è pari a euro 4.001.285,27 oltre Iva. La durata dei lavori stimata da cronoprogramma è di 240 giorni naturali, successivi e continui a partire dalla data del verbale di consegna degli stessi a seguito di aggiudicazione definitiva.

Gli ultimi passaggi decisivi sono stati gli atti che hanno permesso l’acquisizione in comodato d’uso gratuito di alcune aree del futuro Centro Intermodale. Risale allo scorso settembre la stipula del contratto di comodato d’uso gratuito con RFI spa, mentre sono datate novembre 2014 l’approvazione dello schema di comodato con ARST e l’accettazione, al fine dell’acquisizione al patrimonio comunale, della cessione di una porzione di terreno intestata ad AREA – Azienda Regionale per l’Edilizia Abitativa.

«Il Centro Intermodale – commenta il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo – rappresenta uno snodo di comunicazione e di interscambio fondamentale per lo sviluppo della città e del territorio. Si tratta di un’opera strategica che sorgerà al centro della città a servizio di tutto il territorio.»

Il prossimo passo è l’impegno alla consegna dei lavori entro il mese di maggio.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha proseguito ieri sera l’esame della Legge finanziaria 2015 ed ha approvato gli articoli 11, 12, 12bis, 12 ter, 12 quater, 13, 14 e 14 bis. L’aula riprenderà i lavori questa mattina, alle 10,30, con l’esame dell’articolo 16.

Il presidente del Consiglio ha aperto la discussione sull’articolo 11 (Interventi a favore del settore vitivinicolo) e sugli emendamenti. Il testo prevede che “Gli introiti derivanti dalla cessione dei diritti di impianto dalla riserva regionale sono trasferite all’organismo pagatore AGEA per il cofinanziamento annuale fino al 30 per cento dei progetti ammessi alla misura “promozione del vino nei paesi terzi, nel periodo 2015/2018”.

Per Oscar Cherchi (FI) questo è l’unica novità della Finanziaria. Per il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, la Giunta e l’assessore dovrebbero prestare maggiore attenzione al mondo cooperativo del settore vitivinicolo e si è scagliato contro chi, nelle agenzie e in assessorato, crea disagi al settore anzi che essere di supporto alle aziende. «Se gli assessori non intervengono si seguirà la via della magistratura», ha concluso. Per il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, questo articolo rappresenta l’unica novità per l’agricoltura in questa Finanziaria, anche se ha rilevato che c’era un’inesattezza se si parla 2015-2018.

Il presidente ha quindi dato la parola all’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, la quale ha ricordato che è stata stimata una risorsa di oltre 400mila euro che consentirà  di portare il contributo della Regione per la promozione del vino nei paesi terzi, nel periodo 2015-2018 dal 50 all’80 per cento.

Il testo dell’articolo è stato approvato per alzata di mano.

Approvato anche l’articolo 12 (Indennità monte pascoli). Il testo “autorizza per l’anno 2015, la spesa di euro 378.000 quale indennità a favore delle cooperative agricole affittuarie di terreni del monte dei pascoli”. Sull’articolo è intervenuto il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, che ha esortato la Giunta a prendere in considerazione la possibilità di assegnare le terre ex Ersat alla gestione dei giovani. 

Approvato anche l’articolo 12 bis (Internazionalizzazione delle produzioni lattiero-casearie-ovicaprine) con l’emendamento orale proposto dal presidente della Terza commissione, Franco Sabatini, che prevedeva la sostituzione nel titolo e nel testo il termine  “agricole” con i termini “lattiero-casearie-ovicaprine”. L’emendamento era stato accolto favorevolmente dall’opposizione, in particolare sono intervenuti i consiglieri di Forza Italia Ignazio Locci e Oscar Cherchi.  Il testo prevede che le somme trasferite ad Agea ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale 17 novembre 2010, n. 15 (Disposizioni in materia di agricoltura), sono recuperate alle entrate del bilancio regionale per essere destinate all’internalizzazione delle produzioni agricole”.

Il Consiglio regionale ha anche approvato l’articolo 12 ter (Interventi a favore del comparto ippico) con 59 voti favorevoli e 1 solo contrario. Il testo prevede lo stanziamento di un milione di euro per il settore ippico. Sull’articolo è intervenuto il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, che ha ricordato il contributo dato al testo da tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione e, in particolare, dal collega Gaetano Ledda. Un’iniziativa bipartisan, l’ha definita, per un settore importante per la Sardegna. Il vice presidente Eugenio Lai ha poi dato la parola al consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, il quale ha confermato che “sono stati i gruppi consiliari e l’Aula a proporre questa iniziativa per il comparto ippico”. «Questo conferma – ha detto – che l’assessore dell’Agricoltura non ha dato alcun contributo a questa Finanziaria». Questo ulteriore milione per la programmazione 2015-2017 darà sicuramente lustro, ha concluso, a un settore che per molto tempo era stato abbandonato.

Soddisfatto anche il presidente della Quinta commissione, Luigi Lotto (Pd). «E’ un settore che per troppo tempo è stato lasciato solo. Il mondo del cavallo in Sardegna ha una grandissima tradizione», e ha aggiunto «credo che sia uno dei tratti non di grandissimo rilievo ma caratterizzanti di questa Finanziaria. Un segnale importante verso un mondo che aveva perso fiducia». Soddisfatto anche Gaetano Ledda (Sardegna Vera- Upc) che l’ha definito un intervento importante in attesa di una legge organica, ora all’esame della Commissione. Ledda ha ricordato che per ogni cavallo la media degli occupati è di 1,8. Un dato che può sicuramente crescere. Il consigliere ha però chiesto l’intervento della Giunta nei confronti del Ministero sia per quanto riguarda i libri genealogici sia per il calendario e ha sottolineato di aver chiesto anche l’intervento dei deputati Pierpaolo Vargiu (Riformatori sardi), Siro Marroccu (Pd) e Giampiero Scanu (Pd).

Anche il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni,  ha rilevato l’importanza storico e identitaria del cavallo in Sardegna e ha sottolineato che  questa Finanziaria è stata migliorata soltanto con l’apporto dell’opposizione. «Se questo è il modo di procedere della maggioranza è meglio che torni a casa». Per il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, non si può consentire, a causa dell’immobilismo verso la razza anglo-araba-sarda, diffusa in tutto il mondo,  “di farci scippare da prezzolate agenzie romane”. «Bisogna dare risposte in termini oggettivi alle tantissime persone che se ne occupano. E’ un’industria che ha enormi potenzialità». Per Pittalis un milione di euro è insufficiente per questo settore, ma è comunque un segnale.

L’assessore Falchi ha garantito la massima attenzione verso il comparto ippico, grazie anche al lavoro di Agris. L’esponente dell’esecutivo ha anche affermato di aver ricevuto rassicurazioni con il Ministero sul fatto che gli alberi genealogici torneranno in Sardegna, mentre sul calendario sono in corso interlocuzioni.

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione l’articolo 12 quater (Finanziamenti alle agenzie agricole e per la ricomposizione fondiaria) che autorizza la spesa di 500mila euro a favore dell’Agenzia Laore per la realizzazione del piano di collocazione degli ex dipendenti del Consorzio agrario di Sassari; 900.000 a favore dell’Agenzia per la ricerca in agricoltura (AGRIS Sardegna) per la proroga e il rinnovo dei contratti di lavoro del personale che ha prestato attività lavorativa a favore della medesima Agenzia e che ha maturato, entro il 18 agosto 2009, i requisiti di cui all’articolo 36, comma 2, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007); 200mila euro a favore dell’Agenzia Laore  per le attività necessarie al riavvio e al completamento dei progetti di ricomposizione fondiaria in fase di avanzata realizzazione.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis e quello di “Sardegna” Modesto Fenu hanno annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi.

E’ quindi intervenuta Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto in Commissione. «L’articolo in discussione è l’esempio del lavoro congiunto di maggioranza e opposizione sostenuto dalla Giunta – ha detto Zedda – finalmente è stata trovata la soluzione per le politiche delle agenzie agricole ponendo fine a un’ingiustizia come quella dei lavoratori del Consorzio agrario di Sassari. Positiva anche la proroga dei contratti di lavoro per i collaboratori di Agris». Zedda, infine, ha auspicato una riforma urgente delle Agenzie agricole.

Gigi Rubiu (Udc) ha giudicato positivamente i contenuti dell’art. 12 quater. «Quando l’interesse della politica è quello di salvaguardare i posti di lavoro e le professionalità non possiamo che essere d’accordo».

Antonello Peru (Forza Italia) ha dichiarato il suo voto favorevole «a un articolo concordato da maggioranza e opposizione che sana una vecchia questione rimasta per troppo tempo aperta. Finalmente si è trovata la copertura finanziaria che pone fine ai tormenti dei lavoratori del Consorzio agrario di Sassari»

Voto favorevole ha annunciato anche il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) che ha espresso la propria vicinanza ai lavoratori precari e richiamato l’attenzione sul tema più ampio del precariato e della disoccupazione. «Su questo fronte – ha detto – c’è  ancora molto da fare».

Anche Oscar Cherchi (Forza Italia) si è dichiarato a favore della norma in discussione, sottolineando il clima di collaborazione instauratosi in Commissione. «La procedura di stabilizzazione poteva però completarsi nel 2014 – ha sottolineato Cherchi – ma è meglio tardi che mai. Finalmente si arriva alla stabilizzazione dei lavoratori del Consorzio di Sassari. Corretta anche la proroga per i lavoratori di Agris.  Perplessità invece per i 200mila euro destinati al riordino fondiario». 

Gavino Manca (Pd), dopo aver ringraziato la Giunta per la sensibilità manifestata, ha ricordato la lunga vicenda dei lavoratori del Consorzio agrario di Sassari: «Si risolve finalmente un problema atavico che finora era rimasto insoluto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, rispondendo a Gavino Manca, ha voluto precisare che la copertura finanziaria per la stabilizzazione dei lavoratori del Consorzio agrario di Sassari era già stata individuata nella precedente legislatura. «Venne stanziato un milione di euro – ha detto Pittalis – ma nel 2014 non si è riusciti a dare gambe alla norma». 

Per Daniele Cocco (Sel), l’articolo 12 quater non fa altro che ribadire gli impegni già assunti precedentemente. «Finora non si era riusciti a centrare l’obiettivo, speriamo che finalmente si possa avviare la stabilizzazione dei 18 dipendenti del Consorzio agrario di Sassari».

Il vicepresidente del Consiglio Eugenio Lai ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 12 quater che è stato approvato all’unanimità. L’Aula è quindi passata all’esame di alcuni emendamenti aggiuntivi presentati dalla Giunta che hanno ottenuto il via libera: a) l’emendamento aggiuntivo 570 estende al 2015 l’utilizzo delle risorse stanziate dalla legge n.6 del 2012, destinate a incrementare la quota del cofinanziamento regionale della programmazione comunitaria 2007/2013 nonché ulteriori interventi regionali funzionali all’attuazione della strategia da questa definita; b) l’emendamento n. 601 destina 1,365 milioni di euro a copertura dei maggiori oneri per gli aiuti nel settore agricolo e la realizzazione di infrastrutture rurali e della silvicoltura.

L’assessore Paci ha poi dato il parere positivo della Giunta all’emendamento 569 presentato dai consiglieri Zedda e Usula che destina 500mila euro per la partecipazione della Sardegna all’Expo di Milano. L’emendamento è stato approvato dall’Aula.

Oscar Cherchi (Forza Italia) è poi intervenuto per chiedere lo spostamento all’art. 23 dell’emendamento 782 (3 milioni di euro per i maggiori oneri del personale dei consorzi di Bonifica). Su questo tema, l’assessore Paci ha annunciato la presentazione di un emendamento al Bilancio per aumentare le risorse destinate all’UPB specifico di un milione di euro. L’Aula ha accolto la richiesta, l’emendamento 782 sarà collegato alla discussione dell’art. 23.

Il presidente di turno Eugenio Lai ha, quindi, aperto la discussione sull’articolo 13, “Capitalizzazione del gestore del servizio idrico integrato”, che prevede una spesa complessiva di 45 milioni di euro nel triennio 2015-2017, e degli emendamenti presentati, sui quali il presidente della Terza commissione, Franco Sabatini (Pd),  ha espresso parere negativo per tutte le proposte di modifica, seguito dal parere conforme a quello della commissione dichiarato dall’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, per conto della Giunta regionale.

Alessandra Zedda (Forza Italia), ha evidenziato gli sforzi fatti dalla Regione per la ricapitalizzazione di Abbanoa ai quali non corrisponde un adeguato livello di soddisfazione da parte degli utenti e degli amministratori per i servizi offerti dal gestore del servizio idrico in Sardegna.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha auspicato l’emanazione da parte della Giunta di indirizzi vincolanti per migliorare il rapporto tra Abbanoa e gli utenti, perché il gestore idrico continua a non avere un rapporto positivo con i cittadini sardi. Tedde ha quindi dichiarato che sulla società potrebbe abbattersi “il maglio delle sentenze” a seguito delle iniziative giudiziarie intraprese da singoli cittadini e dalle associazioni di consumatori. «Quando ciò che accadrà – ha concluso Marco Tedde – mi auguro che l’assessore Paci e il presidente Pigliaru prendano in mano la situazione».

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha invece sottolineato che le ripetute ricapitalizzazioni poste in essere dalla Regione accrescono le quote di partecipazione in Abbanoa e riducono quelle degli Enti Locali. Solinas ha quindi domandato al presidente della Giunta se tali interventi siano preordinati per una restituzione delle quote agli Enti Locali o se invece vi sia in programma la cessione ai privati del pacchetto di controllo della società gestore del servizio idrico.

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ha ringraziato i consiglieri che hanno riconosciuto gli sforzi della Regione per il risanamento di Abbanoa ed ha sottolineato i miglioramenti registrati sotto l’aspetto delle gestione della società. «I passi in avanti – ha dichiarato il governatore – sono sotto gli occhi di tutti ma il percorso è ancora lungo». Il presidente Pigliaru ha quindi concluso ribadendo l’impegno e l’attenzione della Giunta per Abbanoa e ha preannunciato opportune occasioni per consentire al Consiglio di esercitare a pieno il suo ruolo di vigilanza e controllo.

Il presidente Lai, constatato che tutti gli emendamenti presentati all’articolo 13 sono soppressivi totali, a norma di regolamento, ha posto direttamente in votazione il testo dell’articolo 13 che è stato approvato.

L’Assemblea ha quindi iniziato la discussione sull’art. 14, dopo l’acquisizione dei pareri della commissione e della Giunta sugli emendamenti, tutti valutati negativamente.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha rilanciato la valutazione del mondo artigiano sulla Finanziaria, sia sul drammatico aumento delle chiusure che sulla scarsa attenzione da parte delle istituzioni. Occorre cambiare politica, ha detto, «ed imboccare con decisione la strada delle riforme, di qui la necessità di un impegno speciale a sostegno di una parte importante dell’economia reale della Sardegna perché la categoria deve essere chiamata a partecipare a questo processo di cambiamento ed il mondo artigiano può dare molto allo sviluppo della Regione».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha detto che «forse Keynes non conosceva la parola usura ma in Sardegna c’è ed ha richiesto più volte l’intervento della magistratura antimafia». E’ in atto una dinamica estremamente pericolosa, ha proseguito, «che desta molta preoccupazione perché il pacchetto di interventi sui consorzi fidi è largamente insufficiente, segno di una sottovalutazione di questo strumento».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha affermato di provare imbarazzo pur sostenendo il provvedimento perché «si poteva e si doveva fare molto di più nonostante il successo dei progetti di filiera locale per artigianato e turismo; sono settori purtroppo in grandissima sofferenza e servono risposte in tempi rapidi, sia per quanto riguarda lo snellimento della burocrazia sia per quanto concerne il volume delle risorse assegnate».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha condiviso i contenuti degli argomenti precedenti ma l’articolo, a suo giudizio, «grida vendetta; è giusto mettere ordine nel settore perché molti consorzi non hanno operato nel migliore dei modi, ma siamo passati da 14 a 5 milioni, un taglio di oltre il 50% proprio mentre le nostre imprese denunciano gravissime difficoltà di accesso al credito, difficoltà ben più ampie rispetto a quanto accade a livello nazionale». Truzzu ha poi invitato l’assessore a seguire con attenzione a quanto accade nel mondo del credito: «Si sta per arrivare all’accorpamento fra Banco di Sardegna e Banca di Sassari e ciò comporterà un taglio significativo degli sportelli bancari sul territorio, con la raccolta dei sardi abbiamo ingrassato altri che ora seguono altre logiche e di queste cose il Consiglio si deve occupare».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha sottolineato che «la parte della finanziaria dedicata alle attività produttive avrebbe dovuto avere ben altra impronta, la struttura del provvedimento è condivisibile ma la dotazione finanziaria è del tutto inadeguata; se la manovra punta sulle opere pubbliche le piccole e medie imprese devono essere sostenute altrimenti resteranno fuori dalla possibile ripresa economica».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha ripreso il pacchetto di richieste presentato dal mondo delle imprese che ha denunciato la crescenti difficoltà in cui deve operare. «C’è un problema di sotto capitalizzazione delle imprese – ha dichiarato – che il Consiglio regionale deve assolutamente risolvere; sostenere le imprese è l’unico modo di far ripartire l’economia della Sardegna».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Sinistra sarda) ha ricordato che «i consorzi fidi hanno svolto un ruolo importantissimo, ma negli anni questo ruolo è venuto meno, si è creato un apparato autoreferenziale che è rimasto lontano dal mondo della produzione ed ora il settore deve essere razionalizzato e riportato, magari, sotto il controllo della Sfirs». I veri problemi, a suo avviso, «sono i debiti con le banche e con il fisco, ci vorrebbe un istituto che si occupi della gestione dei crediti delle banche mentre in materia fiscale fisco sarebbe opportuna una moratoria di qualche anno, oltre a riprendere l’idea del credito d’imposta a favore delle imprese che assumono disoccupati».

L’assessore del Bilancio Raffaele Paci ha definito il tema «di grande rilevanza; le imprese hanno grandi problemi e per questo vogliamo far ripartire piccoli e grandi cantieri, sbloccando tutte le risorse disponibili e introducendo alcune innovazioni». Sui consorzi fidi, ha osservato, «c’è una eccessiva frammentazione tanto che le banche non li utilizzano preferendo l’affidabilità della Sfirs». Di concerto con altri assessori e dopo molti incontri sia con le associazioni che con i consorzi fidi, ha aggiunto, «si è messa a punto l’idea di costituire un unico consorzio, passaggio che verrà formalizzato con una apposita proposta di legge a brevissima scadenza». Per quanto riguarda le risorse finanziarie Paci ha detto che «forse 5 milioni sono pochi ma è vero anche che ci sono 24 milioni di residui e c’è il nostro impegno a smaltire tutto l’arretrato fornendo una forte iniezione di liquidità nel sistema, ma tutto va inquadrato nell’ottica di favorire processi di aggregazione perché 26 consorzi non sono più sostenibili».

L’Assemblea ha poi votato tutti gli emendamenti presentati, respingendoli, ed approvato l’art. 14.

Ha poi riassunto la presidenza il presidente Gianfranco Ganau, che, dopo aver acquisito i pareri della commissione e della Giunta sugli emendamenti, ha aperto la discussione generale sull’art. 14/bis e sugli emendamenti.

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha ribadito la necessità di un intervento più significativo in settori importanti dell’economia regionale, perché «una occasione straordinaria come quella dell’Expo deve essere un trampolino di lancio per le nostre imprese, comunque è necessario che non ci si fermi a questo ma che si possano individuare altre modalità di partecipazione per il mondo della produzione». Zedda ha poi espresso una valutazione molto positiva sul comma 3 in materia di albergo diffuso, intervento innovativo che punta a valorizzare l’incremento del turismo nei centri storici della Sardegna, compresi i piccoli comuni».

Il consigliere Ignazio Locci, anch’egli di Forza Italia, ha detto che «è importante cogliere tutti gli aspetti positivi per il rilancio dell’economia sarda, partendo dalla presenza significativa delle nostre aziende dell’agro-alimentare all’Expo di Milano». Sull’albergo diffuso, ha sottolineato che «la valorizzazione centri storici è un fattore strategico di sviluppo per la Sardegna ed un esempio di sviluppo sostenibile attento alla cultura e all’identità dei luoghi di pregio».

Il consigliere Marco Tedde, sempre di Forza Italia, ha criticato il fatto che, nella finanziaria, sia stato assegnato all’artigianato «un ruolo da Cenerentola; l’artigianato artistico è un segno di storia e identità ed avrebbe meritato un sostegno ben diverso, sono state ignorate inoltre misure che hanno funzionato bene come lunga estate, con un taglio inaccettabile di risorse per attività che hanno fatto una vera promozione dei territori nei periodi di bassa stagione».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori), ha definito l’articolo quello dei «poveri ma belli, ci sono solo spiccioli per comparti orgogliosi che fanno fare una grande figura alla Sardegna in tutto il mondo». Siamo poi molto preoccupati, ha aggiunto, «perché l’unità di missione per l’Expo nata per strutturare presenza sarda  a Milano pare sia stata dirottata di nuovo dalla presidenza della Giunta all’assessorato del Turismo». Molte cose insomma, ha lamentato, «sono ancora in alto mare, mentre il sì all’albergo diffuso è un fatto positivo, quella è la nuova frontiera dello sviluppo sostenibile, anche per le zone interne».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha affermato che l’articolo ricorda una maschera dorgalese dai due volti, «così è la finanziaria regionale, grandi titoli e pochi contenuti, 150.000 euro per l’artigianato artistico è meno di una goccia nel mare, forse basterebbero solo per Dorgali ma per tutta la Sardegna è niente». Le imprese sarde all’Expo avranno poche risorse, ha continuato, mentre in materia di offerta turistica identitaria «si è data finalmente concretezza ad un concetto giusto per riqualificare il tessuto urbano, frenare spopolamento e far crescere il turismo, è davvero auspicabile che l’intervento sia reso ancora più incisivo con le risorse europee».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha ricordato l’assicurazione del presidente Pigliaru sulla presenza dell’assessore del Turismo che invece è assente «ed in effetti nessuno si è accorto che non è presente in Aula».

L’assessore del Bilancio Raffaele Paci ha respinto quello che ha definito un attacco personale all’assessore Morandi e, venendo al merito del provvedimento, ha sottolineato l’importanza dello stanziamento per l’Expo, che va valutato correttamente considerando che interviene solo sulla partecipazione. Per quanto riguarda il comma 3 sull’albergo diffuso Paci lo ha definito «un frutto positivo del dibattito in commissione, è un emendamento presentato dall’opposizione su cui è stato dato parere favorevole, come sempre accade su proposte condivisibili e sostenibili dal punto di vista finanziario».

Il Consiglio ha poi approvato l’art.14/bis e respinto tutti gli emendamenti presentati, fatta eccezione per il n. 589 (esclusione delle imprese che operano nel settore del turismo, dell’artigianato e del commercio), il n. 867 (riapertura dei termini per la partecipazione al bando sui “grandi eventi”), il n. 144 (valorizzazione delle aree minerarie dismesse) ed il numero 417 (contributi in conto occupazione a favore dei soci della cooperative sociali).

Sull’emendamento n. 867 si è sviluppato un ampio dibattito.

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha definito l’emendamento «da furbetti, per far rientrare dalla finestra qualcuno che era rimasto fuori dalla porta».

Il consigliere Gavino Manca (Pd), presentatore della proposta, ha respinto l’interpretazione di Crisponi, chiarendo che «si è voluto solo snellire una burocrazia farraginosa».

Il consigliere Angelo Carta (Pasd’Az) ha ricordato che «trattandosi di attività del 2014 cristallizzate da una graduatoria, qualcuno ne potrebbe avere un danno».

Il consigliere Michele Cossa, dei Riformatori, ha detto che «non è un bel segnale, mentre molti cittadini si vedono respingere le domande per il microcredito per le difficoltà del nuovo modulo Isee».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha evocato «il sistema delle marchette», criticando duramente la proposta.

Il consigliere Pietro Comandini, del Pd, ha messo l’accento sulla necessità di intervenire su un sistema «che richiede ai cittadini la presentazione di ben 23 documenti».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha annunciato la sua astensione, cogliendo occasione per puntare il dito contro la burocrazia dei corsi di formazione per operatori sanitari.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di una «aberrazione, costruito per mascherare la cortesia da fare a qualche amico».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha respinto ogni accusa, precisando che «si tratta solo di mettere un freno alla burocrazia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha definito «sospetto l’aumento dello stanziamento, in soli due giorni, da 100.000 euro a 250.000, una stranezza che va spiegata».

A nome della Giunta l’assessore Paci ha affermato che si è trattato di un intervento generale, per cercare di dare risposte ad una pluralità di soggetti, «anche se le soluzioni amministrative sono sempre preferibili».

Al termine del dibattito l’emendamento è stato comunque approvato con 30 voti favorevoli e 17 contrari.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento 456 (Fenu e più), che prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro, di studio, di ricerca, di consulenza e di assistenza alla Regione in materia di Zona franca. L’emendamento è stato illustrato dal primo firmatario Modesto Fenu (gruppo Sardegna), il quale, dopo aver sottolineato che si tratta di una proposta a costo zero, si è soffermato sulla centralità del tema per lo sviluppo della Sardegna. Il vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha manifestato forte interesse per la proposta, ricordando che nella precedente legislatura era stato affidato al professor Victor Uckmar uno studio sulle zone franche d’Europa. Secondo il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, non si tratta di una commissione d’inchiesta ma della elaborazione di un tema di grandissima attualità. E’ poi intervenuto Truzzu (Sardegna)  che ha detto che l’emendamento è di buon senso, chiede solo di istituire un tavolo tecnico per valutare vantaggi e svantaggi della zona franca. Pietro Cocco (Pd) ha espresso parere favorevole sull’emendamento. D’accordo sull’emendamento anche Pier Mario Manca (Soberania e Indipendentzia), Daniele Cocco (Sel) e Christian Solinas (Psd’az)  che ha sottolineato l’importanza e la serietà dell’argomento.  Voto favorevole e convinto anche da parte di Luigi Crisponi e dei Riformatori. Ugo Cappellacci ha dichiarato il voto a favore di tutto il gruppo di Forza Italia  e ha chiesto di aggiungere la firma all’emendamento. Efisio Arbau  ha espresso il voto a favore di tutto il gruppo Sardegna Vera. Attilio Dedoni ha chiesto che venissero aggiunte le firme di tutti i consiglieri dei Riformatori. Stessa cosa è stata chiesta da Gianluigi Rubiu per l’Udc e dai consiglieri Gavino Sale e Fabrizio  Anedda per il gruppo misto. Roberto Desini ha espresso il voto favore di tutti i consiglieri del Centro Democratico Sardegna.  A favore anche l’assessore Paci che  ha detto che la giunta non ha nessuna contrarietà alle zone franche in particolare quelle nelle zone portuali. Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna) ha chiesto il voto elettronico palese. L’emendamento 456 è stato approvato all’unanimità. Il presidente Ganau ha interrotto la seduta. I lavori riprenderanno questa mattina, alle 10 e 30, con l’esame dell’art. 16 (Interventi per la manutenzione dei corsi d’acqua e di mitigazione del rischio idrogeologico dei bacini idrografici).