Prosegue, in Consiglio regionale, l’esame della manovra finanziaria 2015. Stamane, la seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno, con l’art. 4 della egge finanziaria 2015. Il presidente, dopo aver dato lettura degli emendamenti presentati ed acquisito i pareri del presidente della Commissione Bilancio e della Giunta, ha aperto la discussione generale sull’articolo e gli emendamenti.
Il consigliere Alessandra Zedda, di Forza Italia, ha affermato che «il mutuo rappresenta la fotografia sbiadita delle buone intenzioni che, attraverso il ricorso al metodo keynesiano, che dovrebbero dare nuovo sviluppo alla Sardegna». Ma prima del mutuo, ha avvertito, «avremmo dovuto esplorare altre vie di finanziamento e soprattutto attivarci al massimo per ottenere tutte le risorse che ci spettano dallo Stato; quella deve essere la strada maestra, così è un percorso viziato dall’incapacità di poter contare su quello che è nostro». Annualmente, ha ricordato ancora il vice capogruppo di Forza Italia, «stiamo parlando di 150 milioni e non sono risorse rilevanti, però è chiaro che l’intervento sarebbe stato molto più efficace se inserito in un quadro di sburocratizzazione e di riforma della Regione ma così non è stato: vedremo, forse, risultati a medio e lungo termine ma il contrasto forte alla crisi si deve fare adesso».
Il consigliere Marco Tedde, anch’egli di Forza Italia, ha osservato che «il mutuo è la seconda colonna portante della finanziaria che certifica la resa della Regione allo Stato e, anche per questo, Keynes si starà rivoltando nella tomba, sia perché si tratta di risorse minimali che non smuovono l’economia e non hanno effetti moltiplicatori, sia perché con il recente bando a sportello da 70 milioni (criticato duramente dallo stesso Soru, segretario regionale del Pd) sono stati premiati i più veloci ma non i progetti di qualità». Sarebbe stato meglio, secondo Tedde, «assegnare direttamente queste risorse ai Comuni per consentire decisioni dal basso di rilevanza strategica, così si è imboccata una strada opposta al decentramento, senza giustizia e senza equità».
Il consigliere Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, ha definito l’articolo 4, senza mezzi termini, «il peggiore di tutta la finanziaria, non per questioni di quantità ma perché incarna atteggiamento della Giunta contrario alla Gallura; nella finanziaria ci sono risorse per Ogliasta, il Nuorese, la provincia di Sassari, il Sulcis e Cagliari città metropolitana, ma per la Gallura non c’è nulla e questa è una provocazione alla dignità delle persone che vivono e lavorano in quella parte di Sardegna». In più, ha aggiunto Fasolino, «va ricordato che quell’area vive di edilizia e viene penalizzato ulteriormente bloccando il Piano casa: la Gallura non merita questo trattamento ed è giusto che il Consiglio lavori ad un autentico riequilibrio che nasce da una autentica esigenza di giustizia».
Il consigliere Michele Cossa, a nome dei Riformatori, ha parlato di un «articolo emblematico, perché viene definito anticiclico o keynesiano ma non è vero perché ha un impatto modesto sull’economia regionale». Di per se, ha precisato Cossa, «il mutuo non è una cosa scandalosa ma a condizione che vi siano buone previsioni di impatto sul sistema ma qui non c’è strategia, solo interventi spezzettati senza logica se non quella di soddisfare certi interessi a macchia di leopardo». Il risultato finale, ha concluso Cossa, «sarà certamente un debito a carico dei sardi con vantaggi reali probabilmente vicini allo zero».
Il presidente ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi: «L’articolo 4 è il punto dolente di questa Finanziaria», ha detto l’esponente della minoranza ricordando che negli anni precedenti è stato utilizzato il rigore da parte di chi gestisce i lavori pubblici, mentre oggi propone il mutuo. «Non vorrei – ha affermato – che questa norma diventasse una trappola fiscale ed economica per la Regione per i prossimi anni». Cherchi si è detto critico anche sulla qualità degli interventi, “che non porteranno economia alla Sardegna”. Secondo il consigliere di Forza Italia «l’elenco della tabella F presenta qualche interesse diretto territoriale, per accontentare tutte le parti politiche». Per Cherchi è stato dimenticato il territorio di Oristano.
Per il consigliere Ignazio Locci (FI) «in questo mutuo di 700 milioni la cosa più strana è rappresentata dai 454 milioni che si sono voluti sottrarre alle indicazioni della Commissione Bilancio. Si è voluto evitare che il Consiglio regionale potesse programmare le risorse di tutti i sardi. «Questo consiglio dovrebbe avere un ruolo più forte nella programmazione delle risorse – ha detto il consigliere di Forza Italia – sarebbe importante un coinvolgimento maggiore del Consiglio da parte dell’esecutivo. I 22 milioni per le aree di crisi di Sassari, Nuoro e Ogliastra sono un esempio».
Il presidente ha poi dato la parola al capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau (La Base): «Quest’articolo è molto importante perché è un momento in cui è possibile recuperare risorse per interventi decisivi». Arbau ha spiegato che parte delle risorse saranno utilizzate per il Piano casa e per l’edilizia abitativa. «Questo è lo spirito del mutuo», ha detto ricordando che la Gallura non è stata abbandonata, visto l’importante investimento sul San Raffaele. L’esponente della maggioranza ha anche precisato che i fondi non sono nella disponibilità dell’assessore Maninchedda, lui farà una proposta che poi arriverà in Commissione e in Consiglio, e che le aree di crisi sono state individuate in base agli indicatori del Mise.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è detto d’accordo con il segretario del Pd, Renato Soru, quando afferma che “è facile indebitarsi e più difficile restituire quei soldi”. Secondo Pittalis però è l’assessore Maninchedda a dettare la linea politica di questa Giunta e di questa maggioranza. «Onorevole Maninchedda complimenti». E sul mutuo il capogruppo di Fi ha aggiunto: «Avete utilizzato uno strumento con molta faciloneria, soprattutto in previsione del pareggio di bilancio. Come avete intenzione di recuperare le risorse per pagare il debito?». Sulla Tabella F ha poi aggiunto che non si vede né il criterio di equità né il criterio del metodo.
L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha ribadito in premessa le ragioni della scelta a favore della contrazione del mutuo da 700 milioni di euro ed ha definito tale decisione “caratterizzante” della Manovra 2015. In una situazione di crisi – ha spiegato il delegato al Bilancio della Giunta Pigliaru – si cerca di far ripartire l’economia e l’operatore pubblico può intervenire direttamente con azioni di promozione degli investimenti. Nel caso della Sardegna – ha proseguito – si è deciso di finanziare gli investimenti nelle infrastrutture attraverso la contrazione di un mutuo, considerati i bassi tassi di interesse che caratterizzano l’attuale mercato del credito. L’assessore Paci ha quindi ricordato l’azione della Giunta per la riduzione del debito pubblico della Regione (circa 200 milioni di euro anno) e sottolineato quindi la diminuzione dell’importo della relativa rata sul debito.
L’esponente dell’esecutivo ha poi fornito ulteriori dettagli sul mutuo e specificato che a fronte dell’importo complessivo di 700 milioni di euro, il cosiddetto “tiraggio” annuo è pari a 150 milioni di euro, mentre la prima rata si aggira intorno ai cinque milioni di euro.
Per quanto attiene le infrastrutture da realizzare, l’assessore Paci, ha indicato nella tabella “F” allegata alla Manovra, l’indicazione delle opere già finanziate con fondi regionali che sono state spostate sul finanziamento tramite il muto, così da liberare ulteriori risorse in bilancio. Mentre ulteriori infrastrutture per 500 milioni di euro saranno programmate con una delibera di giunta che sarà trasmessa al Consiglio per la formulazione del previsto parere.
Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi posto in votazione gli emendamenti all’articolo 4, ad incominciare dai soppressivi totali 90=321=491=620 che non sono stati approvati. Stesso esito nelle successive e distinte votazione degli emendementi soppressivi parziali 91=96=178; 179=658; 478; 477; 476; 506. A causa di alcuni problemi tecnici con l’accordo dell’Aula il presidente ha proceduto con votazione a scrutino palese ed non è stato approvato l’emendamento sostitutivo parziale n. 480.
Si è proceduto dunque con la votazione dell’intero articolo 4 che è stato approvato ed il presidente ha dato annuncio dell’emendamento aggiuntivo 307, presentato dalla Giunta, che così recita: dopo le parole “o di interesse regionale” sono aggiunte le seguenti parole “e ad accompagnare gli strumenti per lo sviluppo territoriale di cui all’articolo 1 comma 1”. Il Consiglio ha dunque approvato l’emendamento 307 ed il presidente Ganau ha proceduto con l’emendamento aggiuntivo 497, sul quale il relatore e la giunta hanno espresso l’invito ai presentatori (Busia e altri sette consiglieri della maggioranza) al ritiro.
Anna Maria Busia (Cd) ha dichiarato la disponibilità al ritiro dell’emendamento sull’istituzione dell’agenzia delle entrate sarde ma ha invitato l’assessore Paci e l’intera Giunta a farsi carico della questione che – a giudizio della Busia – è di fondamentale importanza per la definizione e conclusione della vertenza entrate.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato di fare proprio l’emendamento aggiuntivo 497 ed ha chiesto la votazione a scrutinio segreto che ha avuto il seguente esito: votanti 57; favorevoli 8; contrari 48 e un astenuto.
Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’art. 5. Alla norma sono stati presentati 78 emendamenti, sulla maggior parte dei quali il presidente della Commissione Bilancio, Franco Sabatini, e l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, hanno espresso parere negativo. Paci si è scusato con la Commissione per il ritiro di alcuni emendamenti ai quali, “per un disguido tecnico”, era stato dato inizialmente parere favorevole.
Marco Tedde (Forza Italia) ha manifestato forti perplessità sull’impianto dell’art. 5. «Si tratta di una norma eccessivamente articolata e di difficile interpretazione – ha detto Tedde – richiama alla memoria il mutuo “multilinea” da 70 milioni di euro». Il consigliere di minoranza si è detto contrario anche al secondo comma dell’art. 5 che stanzia 40 milioni per opere di immediata appaltabilità: «Il rischio ha detto Tedde è che vengano utilizzati per scorrere la graduatoria del bando a sportello fatto per lepri e volpi».
Dubbi anche sul definanziamento della opere pubbliche previsto dal comma 3 in caso di mancata assunzione di obbligazioni giuridiche da parte del soggetto appaltante: «Il definanziamento – ha sostenuto l’esponente azzurro – deve essere collegato a una diretta responsabilità dell’ente. La mancata assunzione di obbligazioni giuridiche non è sempre imputabile agli enti locali».
Tedde ha chiesto infine di correggere la previsione del comma 12 sul piano per le infrastrutture dal 454 milioni di euro. «Visto l’importo previsto e considerata l’importanza del Piano per lo sviluppo della Sardegna il previsto parere della Commissione consiliare competente deve essere vincolante».
E’ poi intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha chiesto una breve sospensione dei lavori per consentire ai capigruppo di incontrare una delegazione dei rappresentanti dei Consorzi di Bonifica della Sardegna. La richiesta è stata accolta e i lavori sono stati sospesi per un quarto d’ora.
Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha poi convocato la Conferenza dei Capigruppo che ha definito la tabella di marcia per l’esame della manovra finanziaria: il Consiglio si riunirà oggi fino alle 22, mentre domani e venerdì si andrà avanti a oltranza.
Ganau ha poi dato la parola ad Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha evidenziato la difficoltà della maggioranza nell’esame dell’art. 5: «I lavori in Commissione sono stati farraginosi – ha detto Zedda – ci viene difficile comprendere che cosa è rimasto del testo originario».
L’ex assessore alla Programmazione della Giunta Cappellacci si è poi soffermato sulla riforma di Area. «L’Agenzia per l’edilizia abitativa fino ad oggi ha dimostrato di non brillare in termini di gestione e programmazione delle risorse – ha affermato Zedda – bene dunque il passo indietro della maggioranza: affidare da subito le competenze sulle opere pubbliche ad Area, senza riferimenti normativi, sarebbe stato difficile». L’esponente della minoranza ha suggerito di rivedere le anche funzioni dell’azienda sull’edilizia abitativa. «Non è un problema di questa Giunta, né della passata legislatura, prima lo IACP e oggi Area non hanno messo in campo una politica a sostegno di chi ha più necessità. Si potevano favorire le giovani coppie evitando lo spopolamento di Cagliari. Area – ha sentenziato Alessandra Zedda – ha fallito».
Sul fondo da 40 milioni di euro per le opere di interesse locale, Zedda ha auspicato criteri rispettosi delle amministrazioni locali e delle fasi di progettazione: «Le risorse devono andare esclusivamente alle nuove opere di interesse locale, non vengano utilizzati per altre scelte – ha affermato Zedda – sul recupero di residui non mi scandalizzo. Bisogna fare di necessità virtù, si fa bene a recuperare le opere non concluse perché il blocco dei lavori, in molti casi, non è imputabile ai comuni».
Sulla Tabella F, infine, il consigliere di Forza Italia ha denunciato una mancanza di concertazione. «Avremmo gradito un maggiore coinvolgimento – ha concluso Zedda – invece ci è stato propinato un compito pronto di cui non condividiamo né il metodo né la sostanza. Ci auguriamo che il Piano delle infrastrutture possa dare i risultati auspicati».
Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha espresso forti critiche sulle disposizioni dell’art. 5 «Su 70 milioni di euro alla Gallura arrivano solo un milione e duecentomila euro – ha attaccato Fasolino – in quest’articolo c’è la prova del reato. Non sono contrario ai piani territoriali che premiano le altre aree della Sardegna ma in Gallura vogliamo avere pari dignità». Fasolino ha poi contestato chi ha parlato in Aula dell’ospedale San Raffaele di Olbia. «E’ un raffronto che non regge – ha detto – il progetto per questa infrastruttura risale agli anni ’80».
Il consigliere di Forza Italia ha poi chiesto più attenzione per le aree a forte rischio idrogeologico: «I soldi vanno messi dove è necessario – ha sottolineato Fasolino – la storia recente ci ha detto quali sono le aree più esposte. La Gallura è una di queste senza nulla togliere a territori come l’Ogliastra, il Sulcis, il nuorese e il sassarese».
L’esponente dell’opposizione ha poi parlato di Area: «La vendita degli immobili rappresenta una grande opportunità per la Regione. Sarebbe un segnale importante di programmazione». Ultimo accenno infine alle infrastrutture: «Le opere strategiche devono essere condivise con i territori – ha concluso Fasolino – occorre coinvolgere gli amministratori locali per poter spendere bene i fondi.
Diamo forza ai Comuni, sono loro che conoscono le esigenze dei territori, a loro deve andare la competenza per la programmazione di una parte delle risorse disponibili».
Il consigliere Marco Tunis (Forza Italia) ha affermato che «probabilmente questo articolo avrebbe dovuto avere la precedenza nella finanziaria secondo una sequenza logica; il mutuo come accesso a diversa modalità di ristrutturazione del debito è una ipotesi più convincente così come prospettata dall’assessore Paci, ma se gli investimenti hanno una rilevanza strategica il tema di cosa fare delle risorse avrebbe dovuto precedere la definizione del modo in cui ottenerle e di questo, oltretutto, avrebbe dovuto occuparsi il Consiglio». Soffermandosi sul futuro del sistema della costruzioni, Tunis ha detto che «sicuramente passa per il social housing ma questo passaggio non è stato approfondito, fermo restando che occorre anche impegnarsi a fondo per dare un ruolo trainate alle aziende sarde, altrimenti le ricadute per il nostro tessuto produttivo saranno basse». Noi, ha concluso il consigliere di Forza Italia, «vogliamo migliorare la qualità del dibattito e, in questo caso, indicare le priorità del programma di investimenti».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) si è detto convinto che l’articolo 5 sia «il più importante della finanziaria, è giusto introdurre il tema della riforma di Area che oggi rappresenta un problema enorme per l’amministrazione regionale, soprattutto in termini di gestione di un grandissimo patrimonio ma restano le perplessità di fondo sulle nuove funzioni». In alcune parti del testo, ha poi sostenuto, «non è chiara la finalità del fondo di rotazione per opere di immediata appaltabilità, perché a nostro avviso c’è il rischio di incentivare il fenomeno di progettazioni a vuoto, con progetti in qualche modo parcheggiati in attesa della disponibilità delle risorse». Inoltre, ha aggiunto Cossa, «appare troppo stretto il termine sulle obbligazioni giuridiche da assumere entro un anno per gli Enti locali che vogliono accedere ai finanziamenti, è un termine che difficilmente potrà essere rispettato perché in realtà è legato alla effettiva disponibilità di una parte delle risorse».
Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) soffermandosi sulla situazione della Gallura in relazione alla finanziaria ha chiarito che «la Giunta regionale non è una controparte ed i fatti lo dimostrano, il San Raffaele non è un ristoro per pagare presunti debiti ma un intervento che la Sardegna attendeva da trent’anni e va ricordato che la rinascita della sanità pubblica in Gallura va attribuita sia alla Giunta Soru che alla Giunta Pigliaru». Meloni ha poi illustrato un emendamento relativo agli interventi di mitigazione del rischio idro-geologico nelle aree colpite dall’alluvione del 2013, esprimendo soddisfazione «sia per i programmi messi in campo che per le rassicurazioni provenienti da amministrazioni locali del territorio sul contenuto positivo delle interlocuzioni con la Regione, sia infine per quanto riguarda la messa in sicurezza della città di Olbia».
Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha ribadito in apertura il suo interrogativo, rivolto alla Giunta, riguardante l’esclusione della Sardegna dal Piano Juncker ed il raddoppio del cavo Sacoi. Nel merito dell’art. 5 della finanziaria, Truzzu ha espresso dubbi «sull’affidamento in blocco della progettazione ad Area perché tutti vogliamo le riforme ma quella ipotesi non convince perché l’azienda ha dimostrato finora di non saper fare nemmeno il suo lavoro». Ripercorrendo l’iter dell’articolo in commissione, Truzzu ha ricordato che «è stato più volte riscritto anche in profondità, secondo una brutta abitudine iniziata con la pseudo riforma della sanità, anche se questa continua revisione ha prodotto qualche risultato positivo facendo saltare, ad esempio, la norma eccessivamente punitiva degli Enti Locali che, nelle ipotesi di de- finanziamento, li tagliava fuori per due anni dal’accesso ai fondi». Il mutuo da 700 milioni, ha dichiarato ancora Truzzu, «può essere una risposta anche se spalmata nel tempo ma per sfruttare queste risorse servono strategie chiare per aggredire il gap infrastrutturale della Sardegna: se è vero che siamo tutti keynesiani, in certe fasi dell’economia, dobbiamo anche vigilare sulla longa manus dei grandi gruppi che potrebbero catturare una massa ingente di risorse a discapito delle piccole e medie imprese della nostra Regione».
Il presidente ha dato la parola al capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni: «Quello che mi interessa è come vengono spesi i soldi – ha affermato – e spero che questo articolato non rappresenti in qualche modo l’occasione di vie di fuga e accelerazioni». Per quanto riguarda le zone di crisi individuate a Sassari, Nuoro e Ogliastra, Dedoni ha sottolineato che “in base agli indicatori economici la zona peggiore è il Medio Campidano”. «Sono scelte opportune? Mirate? O perché le vuole qualcuno? Io mi pongo il problema, peccato che non se lo ponga la maggioranza e chi viene dalle zone escluse». Dedoni ha concluso: «La scelta dei programmi deve tornare in capo al Consiglio regionale».
Il presidente ha dato quindi la parola all’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, il quale ha cercato, in base al poco tempo disponibile, di dare il maggior numero di risposte alle domande dei consiglieri. In apertura l’esponente dell’esecutivo ha spiegato la linea seguita dalla Giunta: la Regione si occupa di grandi cose, i Comuni si occupano di grandi cose all’interno dei comuni, con le risorse messe a disposizione dalla Regione e dai fondi nazionali ed europei. «Ci stiamo occupando di grandi interventi, quelli che la Rinascita non ha fatto». Maninchedda ha sottolineato che i 40 milioni per gli Enti locali creeranno una leva finanziaria necessaria per attrarre i fondi comunitari. L’assessore ha anche annunciato che in questi giorni l’assessorato dei Lavori pubblici sta pagando 47milioni di debiti accumulati con il Patto di stabilità. Per quanto riguarda il mutuo ha affermato Maninchedda: «Il gap infrastrutturale della regione Sardegna è acclarato». E ha aggiunto che non si tratta di un piano delegato a una sola persona, ma che è richiesto da tutte le comunità e dalle autorità giudiziarie. L’assessore ha anche ribadito che il piano contro il rischio idrogeologico è fondamentale ed è da completare con fondi nazionali. Per quanto riguarda il Piano Juncker, l’esponente dell’Esecutivo l’ha definito nebuloso: «E’ una partita aperta». In conclusione, Maninchedda ha garantito che la Regione coprirà le spalle ai Comuni più bisognosi di sicurezza, ma non saranno dati interventi a pioggia.
Il presidente del Consiglio ha quindi aperto le votazioni degli emendamenti ad incominciare dal soppressivo totale 322=494=621 che non è stato approvato. Stesso esito per il sostitutivo totale n. 40 e per i successivi 92=180=660; 181=493=661. Il presidente ha concesso la parola al consigliere, Michele Cossa, che ha espresso perplessità sul contenuto del comma 3 articolo 5 che prevede un’assunzione di obbligazioni vincolanti nell’ambito delle procedure per le opere pubbliche. L’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, ha quindi invitato il consigliere dei Riformatori ad una lettura d’insieme dei commi 4 e 5 per avere più chiaro il quadro delle procedure relative al crono programma. In sintesi, ha dichiarato Maninchedda, accompagneremo l’appalto con procedure semplificate.
Il presidente Ganau ha proseguito con le votazione degli emendamenti 182=842; 184=843. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha fatto rilevare al presidente del Consiglio che l’emendamento 591 presentato dalla Giunta regionale non è stato né ritirato e né posto in votazione ed ha chiesto spiegazioni su quale siano state le decisioni in merito. L’assessore Maninchedda ha fatto presente al capogruppo di Fi che i successivi emendamenti sostitutivi parziali presentati dalla Giunta correggono il testo nelle parti in cui interveniva il 591. Posto in votazione l’emendamento 185=713 non è stato approvato, così come il 186=715; il 187=717; il 188=722; il 190=667; il 191=668; il 192=635; il 189=724; il 194=727; il 196=611; il 197=610; il 195=201=729; il 198=730; il 199=731; il 200=732. Ritirati gli emendamenti 202=692 non sono stati approvati gli emendamenti 203=693; 205=694; 249; 248 e 250.
Annunciata la votazione per l’emendamento n. 358 presentato dalla Giunta regionale, l’assessore dei Lavori Pubblici è intervenuto per porgere scuse al capogruppo Pittalis per il mancato coordinamento tra gli emendamenti che ha portato alla dimenticanza nell’annunciare il ritiro del 591. Maninchedda ha concluso con la proposizione di un emendamento orale per cancellare le sanzioni agli Enti Locali che nell’ambito delle procedure per i lavori pubblici non impegnino i finanziamenti entro l’anno. Il consigliere Cossa ha fatto osservare che la modifica al comma 3 comporterebbe modifiche anche nel comma 2 ed ha invitato l’assessore a valutare gli effetti che si produrrebbero con la scomparsa della cosiddetta immediata cantierabilità se non si introdurranno meccanismi che indirizzino l’attività di progettazione degli Enti Locali. L’assessore Maninchedda ha dichiarato che il fondo da 40 milioni di euro annui, di cui all’emendamento 358, serve per la progettazione ai fini della cantierabilità o solo per la cantierabilità delle opere degli Enti locali. Maninchedda ha proseguito ricordando che la Regione potrebbe entrare nel merito delle priorità degli Enti Locali per ciò che attiene la realizzazione delle opere proprie delle amministrazioni comunali soltanto in sede di conferenza Regione-Enti locali.
Il presidente del Consiglio, in riferimento alla proposta di emendamento orale formulata dal delegato ai Lavori pubblici della Giunta Pigliaru, ha quindi avanzato l’ipotesi della votazione per parti dell’articolo 5 ma il consigliere dei Fratelli d’Italia (gruppo Sardegna), Paolo Truzzu, ha fatto presente che l’emendamento di cui è primo firmatario; il sostitutivo parziale 86, ha il medesimo contenuto di quello orale proposto dall’assessore.
Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione, prima l’emendamento sostitutivo parziale della Giunta 358 che stabilisce che al comma 2 dell’articolo 5, il primo comma è così sostituito: “Per il finanziamento della progettazione e\o realizzazione delle opere di competenza degli enti locali è autorizzata, per l’anno 2015, l’istituzione di un fondo con una dotazione di euro 40.000.000”. L’emendamento è stato approvato dall’Aula che ha dato il via libera, nella successiva votazione, all’emendamento 86 (Truzzu-Fenu) che sostituisce il comma 3 dell’articolo 5 con la seguente dicitura: “In considerazione del richiesto requisito di appaltabilità delle opere finanziate, gli enti assumono le relative obbligazioni giuridiche vincolanti (OGV) entro un anno dall’attribuzione del finanziamento. La mancata assunzione dell’OGV nei tempi previsti determina il de finanziamento e il recupero al fondo delle risorse attribuite per la realizzazione dell’opera”.
Il Consiglio non ha approvato il 508 ed ha invece dato voto positivo all’emendamento sostituivo parziale 383, presentato dalla Giunta regionale e che stabilisce che al comma 7 dell’articolo 5 le parole “secondo tempi e modalità stabilite dalla Giunta Regionale” sono sostituite con le parole “secondo tempi e modalità stabilite con deliberazione della Giunta regionale di cu al comma 2”. Il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, ha dichiarato l’accettazione dell’invito al ritiro dell’emendamento 20 e l’Aula non ha approvato l’emendamento 448.
Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il testo dell’articolo 5 che è stato approvato ed ha aperto le votazioni per gli emendamenti aggiuntivi. Il 36 e il 507 non sono stati approvati mentre ha avuto esito positivo l’emendamento 862 (Cocco Daniele, Sel; Pietro Pittalis, Fi) che emenda l’emendamento 779 e che così come affermato da una delle firmatarie, la consigliere di Fi, Alessandra Zedda punta a definire “gli accordi di programma deliberati, sottoscritti cui non sono seguiti provvedimenti di delega o convenzione, nonché i progetti di sviluppo locali di cui sono stati avviati solo gli interventi a sostegno delle imprese”. A seguire è stato approvato l’emendamento aggiuntivo della Giunta 296 che al comma 5 dell’articolo 5 nel secondo periodo, dopo le parole “con la medesima deliberazione” aggiunge “di cui al comma 2”; l’emendamento aggiuntivo 210 della Giunta che dopo il comma 7 dell’articolo 5 aggiunge il comma 7 bis che stabilisce che la realizzazione dell’impianto di risalita “Progetto neve” permane in capo al soggetto attuatore purché l’esecuzione dei lavori venga affidata entro il 31 dicembre 2015. Approvato anche l’emendamento aggiuntivo 597 della Giunta che dopo il comma 7 bis inserisce un ulteriore comma che stabilisce che i finanziamenti di importo inferiore ai 300.000 euro l’erogazione di spesa avviene per l’intero importo contestualmente all’emissione del provvedimento che autorizza l’erogazione del finanziamento. Non sono stati approvati gli emendamenti 38; 39; 509; 450; 510 mentre l’emendamento 22 è stato dichiarato decaduto per mancanza di copertura finanziaria. Sulla motivazione di decadenza del 22 ha espresso dubbi il capogruppo di Fi che si è confrontato sul punto con il presidente del Consiglio. Confermata la valutazione della presidenza in merito alla mancanza di copertura, l’Aula ha quindi dato disco verde all’emendamento aggiuntivo 481 della Giunta che dopo il comma 13 dell’articolo 5 aggiunge il comma 13 bis: “All’articolo 2 della legge regionale del 24 ottobre 2014 n.19 (assestamento alla manovra finanziaria per gli anni 2014-2015) è aggiunto il comma 4 bis: Le disposizioni di cui al precedente comma 4 possono essere derogate nel caso in cui la ritardata o mancata assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolata sia dipesa da ritardati o mancati pareri, autorizzazioni, nulla osta obbligatori di competenza di altre amministrazioni per causa non imputabile all’ente locale richiedente ovvero per ragioni di criticità finanziaria che possono determinare lo sforamento del patto di stabilità. I presupposti per la deroga sono definiti in Conferenza permanente Regioni-Enti Locali di cui alla Legge regionale 17 gennaio 2015, n.1. Con successiva delibera di Giunta regionale, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, per ciascuna opera si dispone la deroga al de finanziamento con indicazione dei nuovi termini per l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolata”. Non approvato il 445, il presentatore dell’emendamento aggiuntivo 826, il vice presidente del Consiglio, Antonello Peru (Fi) è intervenuto per invitare l’Aula all’approvazione dello stanziamento di un milione di euro per il rifacimento del ponte sulla litoranea di Platamona, crollato a seguito dell’alluvione dello scorso giugno in Romangia. L’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda ha rassicurato il consigliere Peru che l’intervento per la ricostruzione del ponte sarà inserito tra quelli previsti nel piano delle infrastrutture regionali, qualora l’amministrazione provinciale di Sassari non riesca a completare l’iter per garantirne la realizzazione. L’assessore ha quindi replicato alle dichiarazioni del consigliere Cossa ed ha dichiarato che i compiti di manutenzioni delle strade provinciali potrebbero essere affidati ad “Area”. Messo ai voti l’emendamento 826 non è stato approvato. Stesso esito per gli emendamenti 35 e 37 mentre il 583 è stato ritirato. Approvato infine l’emendamento 585 della Giunta regionale che dopo il comma 17 dell’articolo 5 inserisce disposizioni a sostegno del sistema idrico fognario.
Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori della seduta antimeridiana ed ha annunciato la riconvocazione dell’Aula alle 17.00, mentre la commissione Terza si riunirà alle 15.30 per il parere agli emendamenti.
La seduta pomeridiana si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno, con l’art. 6 del Disegno di Legge n°170/S/A. Giunta regionale. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2015). Il presidente, dopo aver dato lettura degli emendamenti presentati ed acquisito i pareri del presidente della commissione e della Giunta, ha aperto la discussione generale sull’articolo e gli emendamenti.
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha ricordato che il provvedimento prevede il de-finanziamento di un intervento programmato inserito nel Piano Sulcis ed il reimpiego delle risorse, in base ad un accordo fra Regione-Governo, per un importo di 20 milioni. Complessivamente, ha continuato Locci, «il Piano Sulcis prevede interventi complessivi per 600 milioni che, in realtà, rimettono a sistema risorse che nel tempo non erano state impiegate, anche per l’assenza di una spinta propulsiva; ora ci sono anche quei 127 milioni liberati recentemente dal Cipe, e questa programmazione indica che il Sulcis ha saputo muoversi anche in direzione di nuove filiere produttive». In proposito, il consigliere Locci ha illustrato un suo emendamento che va nella direzione del potenziamento della nautica di diporto, dal turismo alla logistica. Il Consiglio, a suo giudizio, «in ogni caso deve potersi esprimere senza delegare tutto alla cabina di regia del Piano».
Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha messo l’accento sul fatto che l’articolo «introduce la sezione economica della finanziaria; se è vero che, come dice l’assessore, si tratta di un documento orientato allo sviluppo, le perplessità emergono subito perché siamo in presenza di uno spezzatino all’interno del quale non si intravede una logica, anzi il piano appare nebuloso e non contiene nuove opportunità per le imprese». Truzzu ha poi proposto alla Giunta, in relazione al raddoppio del cavo sottomarino che serve alla penisola ma non alla Sardegna che, in quel contesto, ci si attivi perché «anziché per il raddoppio si lavori per metanizzare l’Isola con modalità da definire secondo le indicazioni dell’advisor».
Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha messo in luce che anche grazie al reimpiego dei 20 milioni destinati in origine alla nuova centrale termica al servizio di Euroallumina, «molte parti del Piano Sulcis possono avere nuovo impulso non essendoci il vincolo del Patto di stabilità; una occasione importante per rilanciare quel territorio ed anche l’indirizzo a favore della nautica può dare una spinta alla ripresa economica del Sulcis: ora bisogna stringere i tempi».
Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha condiviso gli interventi di quanti hanno parlato di una occasione importante per individuare i settori in grande sofferenza da rilanciare nel Sulcis. Rubiu si è detto d’accordo con il collega Locci relativamente all’indirizzo a favore della nautica ma, ha precisato, «è necessario considerare anche il turismo sostenibile in tutte le sue forme, dall’archeologia alla speleologia, dalla cultura all’ambiente, senza sottovalutare il ruolo trainante dell’industria». Dopo 3 anni, ha poi osservato, «si può dire che il Piano Sulcis è andato davvero troppo piano ed ora, anche dopo lo stanziamento recente di 127 milioni del Governo, bisogna accelerare». Il capogruppo dell’Udc si è poi dichiarato a favore del progetto per la realizzazione di un impianto per la produzione di bio-fuel «che non danneggia l’agricoltura di qualità ma anzi colma il vuoto di terreni infrastrutturati ma incolti; dovrà avere un bacino produttivo di circa 5000 ettari di terreno nell’area di 70 km ed entrerà in produzione al terzo anno; quindi, in quel periodo, dovrà approvvigionarsi di materia prime sul mercato, garantendo comunque almeno 300 posti di lavoro diretti più 200 nell’indotto». Rubiu ha concluso invitando l’assessore competente a considerare, nell’esame di quel progetto, gli indirizzi del Consiglio e delle parti sociali del territorio interessato.
E’ poi intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti sostitutivi totali e parziali agli articoli 6 e 6 bis. Subito dopo il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore all’Industria Maria Grazia Piras che ha spiegato i motivi che hanno portato allo stanziamento delle risorse per il Piano Sulcis. «I venti milioni erano stati destinati inizialmente alla centrale ma in seguito su quella partita è intervenuto il Governo. La Giunta ha quindi deciso di destinare i fondi ai progetti del Piano Sulcis».
L’assessore ha poi assicurato l’Aula sugli investimenti futuri: «Terremo conto dei vostri suggerimenti – ha detto Piras – in questo periodo è stata data un’accelerazione alla spesa e all’attività progettuale a breve si cominceranno a spendere i 617 milioni di euro destinati al Piano».
Piras ha poi parlato del progetto “Biofuel”: «Personalmente sono d’accordo – ha detto l’assessore – stiamo valutando gli impatti occupazionali e ambientali dell’intervento. Siamo attenti agli obiettivi che il Piano Sulcis si è posto».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento 654 (sostitutivo parziale) che è stato respinto con 30 voti contrari, 22 i favorevoli. L’Aula ha poi approvato il testo definitivo dell’articolo 6.
Si è poi passati all’esame dell’articolo 6 bis (Interventi per il riconoscimento delle aree di grave crisi). Per Daniela Forma (Pd), l’articolo in discussione rappresenta una delle intuizioni più felici della finanziaria. «Il riconoscimento delle aree di crisi nasce dall’esigenza di dare una risposta unitaria alle richieste che arrivano dalla Sardegna Centrale dove chiudono le industrie e i lavoratori rischiano di rimanere fuori dagli ammortizzatori sociali – ha detto Daniela Forma – le sollecitazioni dei sindacati e delle forze datoriali mirano ad ottenere condizioni che attirino gli investimenti produttivi». Forma, dopo aver ringraziato l’assessore e la Giunta per la disponibilità dimostrata, si è detta sicura delle capacità dell’esecutivo di trovare soluzioni adeguate per il rilancio delle aree di crisi.
Il presidente Ganau, non essendoci altri iscritti a parlare, ha messo un votazione l’emendamento 536, presentato dalla maggioranza, che fissa al 31 dicembre 2015 il termine ultimo per la conclusione degli investimenti. L’emendamento è stato approvato dall’Aula che ha poi dato il via libera anche al testo dell’articolo 6 bis.
Il presidente Ganau ha dichiarata aperta la discussione sull’articolo 7 (Concessioni di anticipazioni ai Gal) e sugli emendamenti presentati sui quale il consigliere, Franco Sabatini (Pd) ha espresso il parere contrario della commissione e l’assessore Raffaele Paci ha dichiarato il parere della Giunta conforme a quello della commissione.
L’Aula con distinte votazioni non ha approvato gli emendamenti 325=364; 211=719; 685=212; 213=687; 214=689; 442 e 441. Il presidente ha posto in votazione il testo dell’articolo 7 che è stato approvato ed ha dichiarata aperta la discussione sull’articolo 8 (Interventi per il miglioramento delle produzioni animali) e sugli emendamenti presentati. Il presidente della Terza commissione, Franco Sabatini (Pd), ha dichiarato il parere contrario della commissione per tutte le proposte di modifiche presentate ed ha rivolto ai presentatori dell’emendamento aggiuntivo n. 6 l’invito al ritiro. L’assessore Paci ha dichiarato il parere della Giunta conforme a quello della commissione.
Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha sottolineato come gli articoli 7 e 8 rappresentano azioni in continuità con quelle promosse dalla precedente amministrazione in Regione. Per tali ragioni, il consigliere Cherchi ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi presentati dai consiglieri di Fi all’articolo 8.
Il capogruppo di “Sardegna”, Modesto Fenu, ha preso la parola per annunciare il ritiro degli emendamenti soppressivi presentati dai consiglieri del suo gruppo all’articolo 8. Successivamente alla conferma del ritiro anche dell’emendamento sostitutivo 440 (Truzzu, Fenu), il presidente ha posto in votazione il testo dell’articolo 8 che è stato approvato. Il consigliere Gianmario Tendas (Pd) ha annunciato l’accoglimento dell’invito al ritiro dell’emendamento aggiuntivo n. 6 ed il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento aggiuntivo 455. Il presentatore, Modesto Fenu (Sardegna), ha quindi illustrato il contenuto dell’emendamento che prevede il coinvolgimento delle compagnie di caccia nella lotta alla eradicazione della peste suina, con particolare riferimento ai cosiddeti selvatici. L’assessore della Sanità, Luigi Arru, si è detto d’accordo con la proposta del consigliere Fenu ma ha precisato che il coinvolgimento dei cacciatori nelle azioni di contrasto alla peste suina saranno inserite all’interno dello specifico piano di eradicazione e finanziato con le risorse ad esso destinate.
Il capogruppo di “Sardegna”, Fenu, si è detto soddisfatto delle rassicurazioni fornite dall’assessore Arru ed ha annunciato il ritiro degli emendamenti sull’argomento: il 455 e successivamente il 458 e il 457.
La consigliere di Fi, Alessandra Zedda, ha illustrato quindi il contenuto dell’emendamento aggiuntivo 781 che prevede l’istituzione del micro credito anche in agricoltura. Sono intervenuti per dichiarare il voto a favore i consiglieri: Ignazio Locci (Fi); Gianluigi Rubiu (Udc); Oscar Cherchi (Fi), Paolo Truzzu (Fdi-Sardegna) e Modesto Fenu (ZonaFranca-Sardegna). L’assessore dell’Agricoltura ha ringraziato i consiglieri per aver posto attenzione sul tema dell’introduzione del micro credito nel comparto agricolo ma ha annunciato che tale obiettivo sarà raggiunto nei prossimi mesi attraverso azioni specifiche in collaborazione con la Sfirs.
Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione l’emendamento 781 che non è stato approvato dall’Aula.
Successivamente, il Consiglio ha approvato gli articoli 9 (Indennizzi agli imprenditori agricoli) e 10 (Promozione e pubblicità dei prodotti agricoli). Il primo stanzia: a)100mila euro per il danno subito dagli imprenditori agricoli a seguito dell’applicazione di prescrizioni fitosanitarie emesse dal competente servizio dell’Assessorato regionale dell’agricoltura in materia di protezione contro la diffusione nel territorio regionale di organismi nocivi ai vegetali e ai prodotti vegetali; b) 600.000 per la concessione di aiuti alle aziende vivaistiche per i danni subiti a causa del punteruolo rosso delle palme, comprendendo nel calcolo degli aiuti sia il valore delle piante morte che gli oneri per l’abbattimento e lo smaltimento; c) 100mila euro per il risarcimento dei danni cagionati dai delfini alle attrezzature da pesca degli operatori del settore ittico.
Il secondo definisce i regimi di aiuti in materia di promozione e pubblicità dei prodotti agro-alimentari in conformità agli orientamenti dell’Unione europea per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali. Per la partecipazione istituzionale alle fiere di settore intra ed extra Unione europea, la Giunta regionale definisce, in applicazione dei regolamenti comunitari di esenzione e de minimis, le condizioni di erogazione degli aiuti, fino al 100 per cento dei costi ammissibili, sotto forma di servizi sovvenzionati, ai produttori primari, alle piccole e medie imprese (PMI) di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e agro-alimentari e agli operatori della pesca.
Respinti, infine, tutti gli emendamenti presentati fatta eccezione per l’emendamento n° 599 all’art. 10 che prevede l’intervento della Regione a sostegno delle filiere dell’agro-alimentare, con un intervento di 150.000 euro per il 2015.