«Tra le norme contenute nel DDL Concorrenza approvato il 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri non figurano quelle volte a modificare la disciplina dell’attività di acconciatore.»
Lo sottolinea il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli, che spiega come grazie a una pressante azione sul Governo, l’associazione artigiana abbia «scongiurato il rischio di una drastica riduzione della durata del periodo di formazione richiesto all’acconciatore per acquisire la qualifica professionale, prevista nella bozza del provvedimento».
Confartigianato all’Esecutivo sottolineò la necessità di tenere conto dell’elevata professionalità e competenza richieste ad operatori che svolgono la propria attività a diretto contatto con il corpo del cliente, nonché di una corretta collocazione dell’acconciatore all’interno della cultura del benessere in quanto tale figura professionale.
Quello del benessere (acconciatori, estetisti, odontotecnici, onicotecnici) è uno dei pochi settori che ha resistito (meglio rispetto ad altri) alla crisi ma che fa registrare una crescente attenzione dei consumatori alla conservazione della salute, al benessere e alla migliore qualità della vita anche attraverso la cura della persona.
«La complessità del settore – sottolinea Mameli – richieda figure professionali caratterizzate da competenze multidisciplinari, che comprendano al loro interno sia adeguate conoscenze di tipo tecnico sia competenze trasversali, che consentano di riconoscere le mutate esigenze del cliente e di “prendersi cura” di quest’ultimo in modo globale.»
«Se si analizzano, infatti, i programmi dei corsi di formazione regionale – aggiunge il segretario – si riscontra un approccio multidisciplinare che, oltre alle materie strettamente tecniche, prevedono lo studio di elementi di anatomia e fisiologia, cosmesi, epidemiologia, igiene, sicurezza negli ambienti di lavoro, smaltimento rifiuti, privacy, responsabilità connesse all’attività ed altro ancora. Si aggiunga che lo sviluppo della tecnologia e le nuove esigenze della clientela stanno determinando un aumento dei bisogni formativi degli imprenditori anche rispetto ad ulteriori materie, quali citologia, istologia, micro-visualizzazione, psicologia della comunicazione, competenze linguistiche, immagine corporea, marketing.»
«Voglio sottolineare – conclude il segretario regionale di Confartigianato – come il mantenimento dell’attuale livello di qualificazione rappresenti la condizione minima necessaria per contrastare la diffusa concorrenza sleale ad opera di soggetti che erogano servizi non qualificati al minor costo possibile con prevedibili effetti negativi sulla salute del consumatore. In Sardegna, come in ogni regione d’Italia, negli ultimi anni sono sorte centinaia di attività di servizi alla persona condotte da imprenditori, per la maggior parte stranieri, che si sono collocati in una posizione “border line” in quanto al rispetto delle regole.»