19 November, 2024
HomeDifesaForze ArmatePiero Comandini (PD): «Sull’aeroporto militare di Decimomannu il rischio della dismissione».

Piero Comandini (PD): «Sull’aeroporto militare di Decimomannu il rischio della dismissione».

Dopo la presa di posizione del consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, ora anche dalla maggioranza di centrosinistra emergono forti preoccupazioni sul futuro dell’aeroporto militare di Decimomannu. A intervenire oggi è Piero Comandini, consigliere regionale del Partito Democratico.

«Un’altra eccellenza storica rischia la dismissione, l’aeroporto militare di Decimomannu fonte di reddito per circa 1.200 professionisti tra militari e civili e 800 lavoratori dell’indotto, garantisce stipendi per circa 46 milioni di euro, nonché investimenti con contratti centralizzati per un giro d’affari di circa 15 milioni di euro. Dietro queste cifre, che possono sembrare banali numeri, ci sono il passato, il presente ed il futuro di intere famiglie che hanno incentrato la propria vita in questi territori contribuendo alla costruzione di un tessuto socio-culturale perfettamente integrato nel contesto geografico. Non possiamo disattendere le aspettative di queste famiglie, la dismissione della struttura militare vedrebbe le attività dirottate presso regioni più ospitali con una ricaduta economica senza pari e con gravi conseguenze occupazionali lasciando alla Sardegna solo la crisi che segna già pesantemente l’intero territorio, lo ribadisce Piero Comandini esponente del PD in Consiglio regionale e primo firmatario di un’interrogazione rivolta al presidente dell’Esecutivo locale.»

«La struttura risale al 1954 – aggiunge Piero Comandini -, insiste sui comuni di Decimomannu, Decimoputzu, San Sperate e Villasor, l’intero sistema economico si riversa su tutto il territorio composto anche da altri piccoli comuni, costruita come base marittima per l’Alleanza Atlantica sull’area del vecchio campo di volo militare utilizzato durante la 2ª guerra mondiale, le operazioni di bonifica e i lavori di allestimento sono stati completati con l’apporto di fondi della Nato e, nel corso degli anni l’intera attività ha preso forma divenendo un punto di riferimento non solo per l’Aeronautica Militare Italiana e Tedesca ma anche per altre forze aeree di nazioni non partecipanti al patto Atlantico.

«Non si può, per mera ideologia, cancellare un pezzo di storia isolana e un presente economico importante per le comunità interessate – conclude Piero Comandini -, con la giusta concertazione tra le parti interessate si potrebbe progettare un piano alternativo volto alla valorizzazione dell’intera struttura e l’ulteriore professionalizzazione del capitale umano, che preveda sì un piano di dimensionamento militare ma affiancato da un serio progetto di riconversione civile, scongiurando così la perdita di posti di lavoro in un territorio già colpito da una difficile crisi economica e sociale.»

Piero Comandini 6

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giampaolo.cirronis@gmail.com

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