Il Piano di dimensionamento e la riorganizzazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno 2015/2016 saranno domani, 24 febbraio, all’attenzione della Seconda Commissione del Consiglio regionale.
Alle 9.30 il parlamentino della Cultura, presieduto da Gavino Manca, sentirà in audizione l’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino.
La scorsa settimana, l’assessore regionale della Pubblica istruzione aveva inviato ai sindaci una lettera sul dimensionamento scolastico.
«Ciò che è accaduto intorno al Piano di dimensionamento scolastico è esemplificativo di nuove possibilità, opportunità e scelte – ha scritto Claudia Firino -.
La Regione ha portato avanti per cinque mesi incontri, consultazioni, confronti. Pronta a investire nell’istruzione, ha chiesto a voi tutti uno sforzo immaginativo per ridisegnare la vostra comunità tanto da ricomprendere le comunità vicine, così da poter tessere per tutti una mappa dei servizi non solo indispensabili ma anche facoltativi. Un discorso che taluni hanno tradotto in prospettiva concreta, ma che altri leggono come il rischio dell’arretramento del pubblico dalle loro comunità, e come tale lo rifiutano.Occorre però partire da un dato di fatto: una scuola vive se ha almeno due componenti: alunni e insegnanti. Se uno dei due viene a mancare, la scuola non esiste più.»«Negli anni, lo spopolamento ha messo in crisi molti territori – ha sottolineato l’assessore della Pubblica istruzione -.
Noi vogliamo rivitalizzarli e abbiamo iniziato a farlo puntando sui poli scolastici territoriali. Lasciamo a voi la possibilità di individuare le sedi che hanno le migliori prospettive. Noi ci siamo, con le risorse per il trasporto, l’innovazione, i miglioramenti nella didattica, il tempo pieno, l’orientamento e la motivazione dei ragazzi, la formazione degli insegnanti, l’edilizia, i campi sportivi, le biblioteche e i servizi più consoni alle diverse età. Ognuno avrà e farà la sua parte.È un modo questo per tener vivi tutti i paesi in un’ottica di integrazione, cooperazione e relazione. È un modo di ingenerare l’abitudine a confrontarsi e a crescere insieme, nell’ottica del dialogo fin dalla più tenera età.
La Regione Sardegna si è assunta la responsabilità di individuare una via e superare ciò che non funziona. Lo fa in maniera graduale, senza lasciare solo o indietro nessuno, ma in coerenza con il più vasto piano di sviluppo territoriale di cui anche il miglioramento dell’offerta formativa fa parte.»
«Mi auguro – ha concluso Claudia Firino – che questo possa diventare un percorso condiviso fino in fondo con entusiasmo, impegno e fiducia reciproci.»
Le scelte della Regione hanno provocato durissime proteste nelle varie realtà locali, dove sono state cancellate diverse piccole realtà. Le loro ragioni giungono ora all’attenzione della Seconda commissione per una verifica del lavoro svolto e della possibilità di apportare eventuali modifiche.
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