E’ ripreso stamane, in Consiglio regionale, l’esame del DL n. 130.
E’ ripreso stamane, in Consiglio regionale, l’esame del DL n. 130. “Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio”.
Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha aperto la seduta n. 86 e dopo la lettura del processo verbale ha comunicato la richiesta di congedo dei consiglieri Michele Azara (Sardegna Vera), Anna Maria Busia (Centro democratico), Pietro Cocco (Pd), Christian Solinas (Psd’Az) e Alessandro Unali: il congedo è stato accordato.
Successivamente il presidente ha comunicato al Consiglio la decisione della Corte Costituzionale n. 31 del 27 gennaio 2015 nella quale si dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 comma 1 delle legge regionale 21.01.2014 n. 7 (disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione – Legge finanziaria). Gianfranco Ganau ha invitato la consigliere segretario a dare lettura delle proposte di legge, delle interrogazioni, delle interpellanze e della mozioni pervenute ed ha quindi comunicato la nomina a presidente del gruppo del Psd’Az del consigliere Angelo Carta.
Concluse le formalità di rito, l’Aula ha proseguito con l’esame del Dl 130 ed il presidente del Consiglio ha annunciato la votazione dell’emendamento n. 209 (Oscar Cherchi e più) che propone la soppressione del punto 7, comma 1 dell’articolo 3. Il presidente ha quindi sospeso, a termini di regolamento, la seduta per otto minuti, per consentire il regolare svolgimento della votazione in apertura dei lavori in Aula. Alla ripresa si è proceduto con votazione a scrutinio elettronico dell’emendamento 209 che non è stato approvato con 26 consiglieri contrari su 29 presenti (3 astenuti).
Il presidente del Consiglio ha annunciato la votazione dell’emendamento n. 210 (Oscar Cherchi e più) che propone la soppressione del punto 8, comma 1, dell’articolo 3 del Dl 130.
Il presidente Ganau ha quindi concesso la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, che ha giustificato la mancata partecipazione dei consiglieri Fi alla votazione dell’emendamento 209 “per ragioni esclusivamente politiche”.
Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha dichiarato voto favorevole all’emendamento n. 210 ed ha ribadito “l’incongruenza” del testo di legge e la sostanziale difformità del testo approvato in commissione rispetto all’originaria proposta della Giunta e le successive modifiche avanzate dall’esecutivo regionale che contrastano col testo esitato dal parlamentino presieduto dall’onorevole Antonio Solinas. Tedde ha concluso definendo il Dl. 130 “un provvedimento dannoso e di difficile attuazione”.
Il neo capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato voto a favore dell’emendamento e giustificato la mancata partecipazione al voto dell’emendamento 209 per “ragioni esclusivamente politiche”.
Il consigliere Oscar Cherchi (Fi) ha dichiarato voto a favore dell’emendamento 210 e ha rivolto critiche alla formulazione del punto 8 dell’articolo 3 evidenziandone la difficile interpretazione e l’assenza di “certezza del diritto” nelle norme in esso contenute.
Il consigliere Mario Floris (Sardegna-Uds) ha posto l’accento sulle disposizioni relative all’abbattimento dei manufatti realizzati in difformità dalle normative vigenti ed ha proposto che sia ripristinata la possibilità per la Regione di trasferire le risorse necessarie per procedere con le demolizioni ai Comuni che ne facciano richiesta.
Il consigliere del Psd’Az, Marcello Orrù, ha dichiarato voto favorevole ed ha rivolto critiche allo spirito sanzionatorio che caratterizza il dettato dell’articolo 3 del Dl 130.
Il capogruppo di Area popolare sarda, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto favorevole e giustificato la mancata partecipazione al voto dei consiglieri del gruppo ex dell’Udc, per “ragioni politiche”. Rubiu ha denunciato “una diffusa ambiguità” nelle disposizioni e nelle norme contenute nel provvedimento in discussione ed ha ribadito la poca chiarezza che caratterizza la formulazione della parte finale del punto 8, comma 1 dell’articolo 3.
Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha definito il Dl 130 “un provvedimento Frankenstein che non merita la discussione in Aula ma merita soltanto di essere ritirato”. «Qualora approvata – ha spiegato il consigliere della minoranza – questa sarà una legge non utile per la nostra Regione».
Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha dichiarato voto favorevole ed ha giustificato la mancata partecipazione dei consiglieri del gruppo alla votazione dell’emendamento 209, “per ragioni politiche”. Il consigliere della minoranza ha sottolineato “il metodo collage” per la stesura dell’articolo 3 ed ha evidenziato che si “procede incollando pezzi del Testo unico in materia di edilizia”. Cossa ha concluso auspicando che si possa arrivare ad un riesame condiviso di alcune parti del Dl in discussione.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha definito il Dl 130 “un provvedimento anomalo” e nel dichiarare voto favorevole all’emendamento 210 ha ribadito la volontà di proseguire con “l’evidenziare gli aspetti critici del provvedimento al fine di indurre la giunta e la maggioranza ad una positiva riflessione”.
Il consigliere dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha definito il Dl 130 “un provvedimento patchwork” per denunciare la cucitura di disposizioni di differenti norme e le conseguenti difficoltà di interpretazione a di piena applicazione.
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha criticato le disposizioni contenute nell’articolo 3, in particolare per quanto attiene l’applicazione al livello locale. Il consigliere della minoranza ha infatti invitato “i tanti colleghi sindaci e amministratori presenti in Aula” a considerare gli effetti negativi che la prevista delibera del consiglio comunale in ordine alle demolizioni, produrrà sul piano sociale nelle comunità sarde, ad incominciare da quelle più piccole.
L’assessore dell’urbanistica Cristiano Erriu ha affermato che la norma in esame, «intervenendo sia sulla legge 23 che sulla 45 su un tema particolarmente delicato, dà una risposta efficace all’esigenza semplificazione e, quanto ai costi delle demolizioni sollevati dal consigliere Floris, prevede l’intervento sia della Regione che del comune e quello sostitutivo che consente alla Regione di intervenire con mezzi propri qualora il comune non disponga delle risorse necessarie», ha ricordato che la Giunta Cappellacci «a suo tempo aveva previsto modalità di rimborso ai comuni mai applicate pur essendo rimaste le risorse; quindi sul piano normativo la risposta c’è come sul lato della spesa».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’emendamento n.210 che il Consiglio ha respinto con 19 voti a favore e 30 contrari.
L’Assemblea ha successivamente iniziato l’esame dell’emendamento n. 211.
Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha rinnovato la raccomandazione rivolta alla maggioranza che «il tempo per la riflessione sia fruttuoso, sono state delineate responsabilità su diversi livelli che non hanno una sequenza logica e questo vuoto sarà necessariamente riempito dalla giurisprudenza con le conseguenze che ciò comporta». Stiamo facendo un grave danno ai cittadini, ha detto ancora, «perché solo chi è economicamente forte potrà utilizzare questa legge ma il Consiglio regionale ha il dovere di fare una norma per tutti e non per pochi».
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha insistito sul fatto che «è inutile aspettarsi un miracolo da questa legge, miracolo che non si realizzerà; l’acquisizione gratuita del bene oggetto di abuso è scontata ma poi si parla di ordinanza di dirigenti e poco più avanti di ingiunzione ma i due provvedimenti sono molto diversi e, quanto alla gratuità, non si capisce dove sia perché il privato paga sia gli oneri di demolizione che la sanzione».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha definito grave il recente emendamento orale «che riscrive una parte del testo, perché mentre prima faceva riferimento al termine di 45 giorni ora si aggancia ad un altro comma; si sta andando insomma a tentoni, si sta ribaltando il riferimento normativo e stravolgendo lo stesso contenuto del testo».
Il consigliere Marco Tedde, di Forza Italia, ha ricordato che «non passa giorno senza che intervenga una associazione a censurare il testo in maniera pesante, ciò avrebbe dovuto consigliare ben altro atteggiamento alla maggioranza; nel merito, in caso di inottemperanza all’ordinanza di ingiunzione emerge un problema dell’acquisizione al patrimonio pubblico, bisogna specificare se si tratta dei comuni e poi riflettere perché sono operazioni molto delicate che possono provocare reazioni incontrollate mettendo nel mirino in molte situazioni gli stessi funzionari: molto meglio l’acquisizione dei beni alla Regione e poi il trasferimento al destinatario finale».
Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «occorre memoria del passato altrimenti non si può progettare il futuro; oggi, 24 marzo, è l’anniversario delle Fosse Ardeatine e come in politica è importante comprendere la lezione della storia, l’insegnamento è applicabile anche al legislatore regionale che sembra però ignorarlo perché con questa legge stiamo ignorando ogni lezione del passato».
Il capogruppo di Area Popolare sarda Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «la legge è stata fatta con troppa fretta e con troppa superficialità; il rapporto fra urbanistica e paesaggio ha da sempre tenuto distinte le due materie e distinti devono essere anche i vincoli attribuiti alle due discipline, mentre questa legge li considera promiscuamente ed è un errore». Rubiu ha ricordato, in proposito, la vicenda della demolizione di albergo di Teulada deve, a grande distanza di tempo, «sono rimaste le macerie».
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha osservato che «l’Aula sta diventando una specie di plotone di esecuzione schierato contro le pubbliche amministrazioni ed i cittadini, intervenendo con provvedimenti che da un lato complicano le situazioni e dall’altro consentono alla Regione di fare lo scaricabarile, contesto che farà nascere controversie inimmaginabili».
Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha detto che «sinceramente il testo è la dimostrazione di come sia stato manipolato il principio di sussidiarietà, si immaginano le strutture comunali in grado di sopportare certi carichi di lavoro straordinari ma le cose non stanno così e, sull’altro fronte, il recepimento della normativa nazionale sarebbe stato giusto ma la stiamo di gran lunga peggiorando e complicando».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «il problema delle demolizioni ha, a monte, il problema della vigilanza soprattutto nelle aree sottoposte a vincolo totale di inedificabilità e qui non si capisce come la Regione stia supportando sia gli enti locali che i vari soggetti incaricati della vigilanza, perché se uno realizza un albergo demolendo un bosco non è che lo possa fare davanti agli occhi di tutti riservando gli interventi solo alla fase successiva, bisogna invece stabilire chi e come deve fare le demolizioni dicendo anche con quali mezzi e non si può mandare sempre il conto ai comuni».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento n.211 che l’Aula ha respinto con 21 voti favorevoli e 28 contrari.
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.212 con il quale si propone la soppressione del punto 10 del comma 1 dell’articolo 3.
Per dichiarazioni di voto è intervenuto Oscar Cherchi (Forza Italia) che ha segnalato le difficoltà interpretativa dl punto 10. «Servono regole chiare per rendere attuabile la norma – ha detto Cherchi – così non serve e per questo voterò a favore dell’emendamento soppressivo».
Secondo Marco Tedde (Forza Italia), l’emendamento proposto ha come finalità la cancellazione di una disposizione vessatoria per i comuni: «La Giunta regionale – ha detto Tedde – scarica sulle amministrazioni locali le responsabilità delle demolizioni ma non mette a disposizioni le risorse per gli interventi».
Giudizio condiviso da Luigi Crisponi (Riformatori) che ha parlato di “Regione avida e matrigna” nei confronti dei piccoli comuni. «Occorre trovare un apposito capitolo di spesa per finanziare le demolizioni – ha affermato il consigliere di minoranza – ed immaginare eventualmente una convenzione con il Genio Militare».
Forti perplessità ha espresso anche Stefano Tunis (Forza Italia), secondo il quale non è chiaro che cosa accadrà quando un eventuale interesse pubblico andrà a configgere con la volontà di demolire della Regione. «Dove si ferma l’autorità dell’Ente locale? – ha chiesto Tunis – ìall’interno dell’articolato non c’è una chiara distribuzione dei pesi». Il consigliere azzurro ha quindi suggerito uno stralcio dell’art.3 dal testo: «Un momentaneo accantonamento della norma – ha concluso Tunis – consentirebbe di rasserenare la discussione».
Secondo Michele Cossa (Riformatori) quello che si affronta è un tema cruciale. «Si parla della effettività delle demolizioni – ha detto Cossa – un approccio moderno al problema dell’abusivismo deve tener conto della realtà dei fatti: a) le amministrazioni non hanno soldi; b) chi ordina gli interventi è la magistratura. Non ho memoria di demolizioni fatte dalla Regione o dai comuni. Bisogna prendere atto della realtà, serve un quadro normativo che renda effettive le demolizioni. Si stabilisca una volta per tutte che, accertato l’abuso, la Regione interviene per ordinare le demolizioni senza scaricare la responsabilità sui comuni».
Il neo capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, rivolgendosi all’assessore Erriu come ex sindaco e presidente dell’Anci, ha ricordato che gli amministratori locali si aspettano che la Regione intervenga in loro aiuto. «Tutto l’impianto dell’art. 3 va invece in direzione contraria – ha sostenuto Carta – basterebbe lasciare al dirigente o al responsabile dell’ufficio comunale il compito di chiedere l’intervento della Regione una volta accertato l’abuso».
Il capogruppo di Area Popolare Sarda Gigi Rubiu, dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’emendamento, ha evidenziato alcuni aspetti negativi del punto 10. «Occorre prima stabilire se la Regione o i comuni hanno le risorse per la rimozione delle macerie delle opere demolite e per la bonifica dei siti. Se non si fa questo le disposizioni dell’art. 3 sono inutili».
Pietro Pittalis ha ricordato all’Aula che l’ultimo condono edilizio risale al 2003. «Da allora – ha detto – secondo uno studio del Cresme, sono state costruite in Italia oltre 258mila case abusive. Su 46mila ordinanze di demolizione ne sono state eseguite poco meno di 5000. Questo accade perché non si è messo in piedi un servizio di prevenzione e vigilanza». Il capogruppo azzurro ha quindi chiesto all’assessore Erriu di informare l’Aula sul numero degli abusi accertati in Sardegna dal 2003, su quante opere siano state sanate e quante le ordinanze di demolizione eseguite.
Il consigliere dell’Uds Mario Floris (Uds) ha evidenziato l’assenza di controlli per la prevenzione dell’abusivismo. «Mancano le strutture regionali e provinciali – ha detto Floris – occorre definire un quadro normativo che consenta di controllare meglio il territorio».
Ha quindi preso la parola l’assessore Erriu che ha difeso l’impianto della norma: «L’11 ottobre dell’85 fu pubblicata la legge n. 23 – ha detto l’esponente della Giunta Pigliaru – l’articolo 6 contiene una serie di disposizione e sanzioni per le opere abusive. Sarebbe sufficiente rimandare alla lettura di quest’articolo per rispondere a molte obiezioni della minoranza».
Erriu ha poi assicurato la vicinanza della Regione alle amministrazioni locali: «I comuni verranno aiutati dal Corpo Forestale. Ci aspettiamo anche che con la riforma degli enti locali vengano istituiti i corpi di polizia locale. Per le demolizioni – ha concluso l’assessore – c’è un apposito capitolo di bilancio che prevede l’intervento della Regione con propri mezzi. Serve la volontà politica per superare un problema sottovalutato per troppo tempo».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 212 che è stato respinto dall’Aula.
Il presidente Ganau, ha posto dunque in votazione l’emendamento n. 213 (Oscar Cherchi e più) che propone la soppressione del punto 11, comma 1 dell’articolo 3 del Dl 130.
Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha dichiarato il voto a favore dell’emendamento soppressivo e ha definito “poco chiare” le disposizioni contenute al punto 11 del comma 1, nell’ipotesi del previsto potere sostitutivo esercitato dalla Regione qualora il Comune interessato non proceda alle demolizioni ed la conseguente azione di rivalsa della Regione nei confronti dell’amministrazione comunale interessata.
Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha dichiarato voto favorevole all’emendamento ed ha definito la prevista azione di rivalsa della Regione verso i Comuni “una norma vessatoria nei confronti dei cittadini e dei Comuni della Sardegna”.
Stefano Tunis (Forza Italia) ha dichiarato il voto a favore e criticato duramente l’intero impianto normativo: «il ricorso al potere sostitutivo significa scomodare la parte più controversa della recente dottrina amministrativa». A giudizio dell’esponente della minoranza con il punto 11 emerge chiaro l’intento “di voler scaricare sui Comuni gli oneri delle demolizioni”.
Il capogruppo di Aps, Gianluigi Rubiu, ha ribadito il tentativo di “scaricare non solo oneri ma anche le responsabilità penali sui sindaci dei Comuni sardi” ed ha dichiarato il voto a favore dell’emendamento 213 per la soppressione del punto 11, comma 1, articolo 3.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha denunciato una generale “ipocrisia di sistema” nel prevedere l’esercizio dei poteri sostitutivi della Regione, considerato che – a giudizio dell’esponente della minoranza – quasi mai la Regione esercita tali poteri. Pittalis ha quindi ribadito le critiche in ordine all’eventuale azione di rivalsa sui Comuni da parte dell’amministrazione regionale.
Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato voto favorevole all’emendamento soppressivo e ha criticato la prevista azione di rivalsa verso i Comuni («alla fine chi dovrà pagare le demolizioni saranno proprio le amministrazioni locali»). «Questa scelta è’ inaccettabile», ha concluso il capogruppo sardista.
Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha dichiarato voto e favore e ribadito le critiche alle disposizioni contenute al punto 11.
Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha dichiarato voto a favore ed ha ringraziato l’assessore dell’Urbanistica per il contributo al dibattito in Aula ed ha rimarcato l’assenza di interventi dai banchi del centrosinistra. L’esponente della minoranza ha poi ribadito pesanti critiche alla prevista azione di rivalsa della Regione verso i Comuni.
Il consigliere Mario Floris (Sardegna-Uds) si è rivolto all’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ed ha domandato quali siano le norme che eventualmente regolerebbero il mancato esercizio del potere sostitutivo della Regione.
Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha aperto la votazione dell’emendamento 213 che l’Aula non ha approvato con 29 voti contrari (21 a favore con 49 votanti).
Successivamente il Consiglio ha cominciato l’esame dell’emendamento n.145 (sostituisce le parole autorità competente con il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale), con parere favorevole della commissione e della Giunta.
Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha apprezzato l’attenzione della Giunta regionale ad una analisi più attenta del testo, «che ha richiesto più tempo dopo i tanti rimaneggiamenti, è proprio nei particolari che si misura qualità ed efficacia della norma». Siamo ancora in tempo, ha proseguito, «a fare una buona legge a condizione che ci sia una volontà comune, comprendendo dove si è sbagliato; meglio ritirare la legge per un riesame complessivo così come è stato fatto per questo emendamento che, peraltro, contiene miglioramenti di forma ed anche di sostanza».
Il consigliere Oscar Cherchi, anch’egli di Forza Italia, ha condiviso gli argomenti del collega, sottolineando che «l’emendamento che dà finalmente una certezza; diciamo che l’autorità competente è il dirigente o il responsabile dell’ufficio, da parte della maggioranza è una disponibilità significativa anche per poter aprire dialogo e confronto magari per fermarsi e ragionare in modo più complessivo, anche per mandare un segnale all’esterno verso quel mondo che manifesta forti critiche nei confronti della legge».
Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha definito l’apertura della maggioranza apertura positiva, «riconoscimento del fatto che la linea dell’opposizione non è quella di bloccare o di rallentare i lavori, ma solo quella di fare una buona legge, la più semplice possibile, nell’interesse dei cittadini e del comparto dell’edilizia».
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha messo l’accento sul fatto che «si tratta di un contributo che va in direzione della semplificazione e chiarisce quale soggetto è responsabile del procedimento: la minoranza fin dall’inizio sta insistendo sulla linea della chiarezza perché obiettivo della legge, in una materia così complessa, è proprio quello di semplificarne l’applicazione».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha evidenziato che «in una legge abbastanza confusa e difficilmente comprensibile finalmente si fa chiarezza e non in un aspetto marginale: sarebbe buona regola fare sempre leggi che non hanno bisogno di interpretazioni ed applicare questo principio sarebbe un bene per la Sardegna».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato che, nella stesura precedente del testo, «si diceva che l’autorità competente applica una sanzione ma senza identificare il soggetto, un vuoto che andava colmato nell’interesse dei cittadini; ma il problema non può essere risolto solo da questo emendamento perché in altre parti, l’incertezza resta quando ad esempio si fa riferimento ad altre misure previste da norme vigenti, senza dire né di quali misure né di quali norme di parla».
Il capogruppo di Area Popolare sarda Gianluigi Rubiu si è detto favorevole perché «la modifica aiuta amministratori, professionisti, imprese e cittadini ad applicare meglio la legge; è un vero esempio di semplificazione e trasparenza che in tante altre parti della legge manca».
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha detto di condividere l’iniziativa della Giunta che, in questo caso, «cancella dubbi di interpretazione; piuttosto resta generico il riferimento al rischio idrogeologico perché sarebbe più corretto riferirsi o al piano paesaggistico regionale o al piano urbanistico del comune».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 145, che il Consiglio ha approvato con 43 favorevoli, 6 contrari ed 1 astenuto.
Dopo lo scrutinio, l’Assemblea ha avviato l’esame dell’emendamento n.146 (sostituisce la parole opere abusive e all’acquisizione sono modificate con le parole opere abusive e/o all’acquisizione)
Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha chiesto di chiarire la natura del parere della commissione e della Giunta.
Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha comunicato che dopo un approfondimento ed ai fini di una scrittura più scorrevole e corretta del testo, il parere è stato modificato da contrario a favorevole.
Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha osservato che, «così come era formulata la norma dava adito a contraddizioni e controversie perché non si potevano equiparare situazioni diverse, dato che la demolizione non può andare di pari passo con ripristino; anche in questo caso il contributo dell’opposizione si è rivelato utile per migliorare il testo, la norma deve essere letta e capita da tutti».
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha definito la correzione del testo «un esempio di confronto costruttivo, è auspicabile che ci sia un momento di apertura da parte della maggioranza perchè con un confronto aperto si può fare bene con risultati concreti che sono molto utili soprattutto a quanti stanno fuori del Palazzo».
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha ribadito che «anche questa volta dimostriamo che la nostra volontà di contribuire a migliorare la legge è reale, senza questa precisazione la legge avrebbe avuto problemi di interpretazione ancora maggiori in una parte delicata come quella della procedura relativa alle sanzioni». «Nel lungo cammino della legge – ha concluso – la nostra strada è stata sempre questa, speriamo di poterlo dimostrare anche in passaggi di maggiore sostanza».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha dichiarato che «l’emendamento colma una lacuna ma, a parte questo aspetto tecnico, c’è un aspetto sostanziale perché i proventi delle sanzioni sono soldi dei cittadini e vorremmo capire, siccome anche le sanzioni si estinguono per il decorso del tempo, cosa si è fatto per il recupero delle somme dovute e quante se ne sono perse; questo determinerebbe un danno e fra l’altro metterebbe a nudo un sistema che non funziona anche a causa di norme scritte male che, però, sono ancora in vigore».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha messo in rilievo che l’emendamento introduce un miglioramento lessicale che, «in questa materia, è sempre prezioso».
Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha annunciato il voto favorevole, lamentando però che «il comma 7 è una specie di certificazione della incapacità di intendere e di volere dei comuni; deve invece essere lasciata alle amministrazioni locali l’autonomia di spendere queste risorse in base alle esigenze della comunità e il vincolo non ci deve essere, bisogna dimostrare di avere fiducia nei comuni ed è il momento di farlo».
Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha condiviso le argomentazione del collega.
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha ringraziato il presidente della commissione: «Ciò dimostra la qualità del lavoro che sta cercando di svolgere l’opposizione, anche nell’interesse della maggioranza ma soprattutto della comunità regionale».
L’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, a nome della Giunta, ha osservato che, a suo avviso, «una lettura attenta del testo va nella direzione opposta perché il vincolo di destinazione sui proventi delle sanzioni vale anche per la Regione, del resto c’è anche nel codice del paesaggio ed ha consentito di sostenere progetti di valorizzazione paesaggistica». «Vogliamo introdurre – ha spiegato – un criterio secondo il quale le risorse provenienti dalla violazione delle norme devono essere utilizzate per il ripristino ambientale, quindi quella espressa dal consigliere Carta mi sembra una preoccupazione non corrispondente alla realtà in un testo che, invece, appare coerente col principio di sussidiarietà».
Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n.146, che il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli e 2 contrari.
L’Aula è poi passata all’esame dell’emendamento sostitutivo parziale n. 251, Locci e più, con il quale si propone di sostituire al punto 10 del comma 1 dell’art.3 la parola “Regione” con “presidente della Regione”.
Gavino Sale (Irs) ha chiesto al presidente Ganau di sospendere la seduta per consentire un chiarimento interno alla maggioranza sulla vicenda del finanziamento all’inceneritore di Tossilo: «Sedici consiglieri della maggioranza hanno diritto di esprimere un parere diverso. Abbiamo firmato un patto, è doveroso discutere di questo tema».
Il capogruppo di Forza Italia ha accolto la richiesta di Sale: «Abbiamo sentito dichiarazioni politicamente impegnative – ha detto Pittalis – anche la minoranza ha sollecitato stamattina l’audizione del presidente della Giunta sulla questione Tossilo».
Favorevole alla sospensione anche il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu che ha però chiesto di concludere prima la discussione sull’articolo 3. Proposta accolta dal presidente Ganau che ha invitato l’Aula a proseguire l’esame dell’emendamento n. 251.
Ha quindi preso la parola Ignazio Locci (Forza Italia) che ha rimarcato la necessità di approvare norme chiare: «Pensiamo – ha detto – che per ogni procedura prevista dalla legge debbano essere individuati gli uffici competenti».
Per Marco Tedde (Forza Italia): «L’emendamento proposto va nella direzione della semplificazione delle norme che devono essere semplici e comprensibili».
Stefano Tunis (Forza Italia) ha evidenziato l’utilità di un emendamento che individua chiaramente nel presidente della Regione la figura responsabile delle procedure di esecuzione delle demolizioni. Poi, rivolto alla maggioranza, ha ribadito l’invito a ritirare la legge, «altrimenti – ha affermato Tunis – si andrà avanti con uno show grottesco».
Gianluigi Rubiu (Aps), rivolgendosi a Gavino Sale, si è detto pronto a firmare un documento condiviso per dire no all’inceneritore di Tossilo «impianto – ha detto – che fa gli interessi di poche persone».
Pietro Pittalis (Forza Italia) ha ribadito la necessità di individuare le figure che devono attivare le procedure per l’esecuzione dell’ordinanza di demolizione: «La norma non ha carattere generale, si dovrebbe invece individuare il soggetto che deve materialmente attivare le procedure. Con la responsabilità diffusa nessuno risponde di nulla».
Oscar Cherchi (Forza Italia) ha criticato il modo di legiferare della maggioranza «contrario alle più elementari regole di tecnica legislativa» e chiesto al presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas di correggere la norma.
Secondo Luigi Crisponi (Riformatori) «la legge lascia irrisolte questioni decisive. Non si individua un responsabile dei provvedimenti». Poi, rivolgendosi a Gavino Sale, ha assicurato il sostegno di molti consiglieri di minoranza nella battaglia contro l’inceneritore di Tossilo.
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 251 che è stato respinto dall’Aula.
Ganau ha quindi messo in discussione il testo dell’articolo 3.
E’ intervenuto il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas che ha proposto un emendamento orale con il quale si affida al dirigente o responsabile dell’ufficio il compito di richiedere all’Autorità competente il sequestro del cantiere. Nel testo originario il sequestro avveniva invece su ordinanza del sindaco.
L’emendamento orale modifica inoltre il punto 3 del comma 1 con la dicitura: «Entro il termine di 45 giorni dalla sospensione sono adottati e notificati i provvedimenti di rimozione, demolizione e ripristino di cui al comma 1».
Ha quindi preso la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha chiesto «la sospensione dei lavori per consentire di valutare meglio il nuovo testo ed evitare pasticci».
La proposta è stata accolta dal presidente Ganau che ha interrotto i lavori ed aggiornato la seduta a domani mattina alle 10.00.
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