La Consulta ha bocciato la legge che avrebbe garantito alla Sardegna di incamerare le accise sui carburanti prodotti nell’Isola.
La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso del Governo contro l’articolo della Finanziaria nazionale che avrebbe garantito alla Sardegna di incamerare le accise sui carburanti prodotti nell’Isola.
«Noi non ci fermiamo – dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa – anche perché stiamo parlando di soldi dei sardi che devono restare in Sardegna. Tema ancora più importante nel momento in cui da quest’anno per la Sardegna viene meno il patto di stabilità e la Regione può spendere tutti i soldi di cui dispone. Peccato che, a conti fatti, si stava forse meglio quando c’era il patto e per riuscire a fare qualche infrastruttura la Regione ha deciso di contrarre un mutuo di 700 milioni di euro.»
«Ecco perché – aggiunge il coordinatore regionale dei Riformatori – i nostri legali hanno già predisposto il ricorso alla Corte Europea che sarà presentato nei prossimi giorni».
Michele Cossa (costituitosi in giudizio assieme ad Attilio Dedoni) ricorda che solo i Riformatori hanno provato, come estremo tentativo, a chiedere alla Consulta di essere loro a rappresentare i sardi al posto del presidente e del vicepresidente della Giunta. «Purtroppo il nostro tentativo non andato a buon fine ma – dice ancora Cossa – non c’era altra strada e abbiamo tentato il tutto per tutto».
«Francesco Pigliaru e Raffaele Paci – attacca Cossa – stanno definitivamente uccidendo l’economia della Sardegna, complici di un governo nazionale che sta dimostrando, nei fatti, di essere nemico della nostra Isola. Siamo pronti a una grande manifestazione a Lussemburgo, presso la sede della Corte, per difendere anche in Europa i diritti del popolo sardo.»
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