19 July, 2024
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Campagne di Giba

Il Consiglio dei ministri nella seduta di giovedì 12 marzo ha deliberato la rinuncia all’impugnativa della legge della regione Sardegna n. 16 del 7/8/2014, recante: “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti”.

L’impugnazione da parte del Governo Italiano, deliberato nella seduta del Consiglio dei ministri del 30 settembre 2014, era stata duramente contestata dall’opposizione in Consiglio regionale.

«E’ un ulteriore atto di prevaricazione, arroganza e mortificazione, l’ennesimo posto in essere, nei confronti del tessuto produttivo ed economico della Sardegna, peraltro maggiormente colpito, rispetto alle altre regioni, dalla grave crisi con particolare riferimento al mondo agricolo – aveva commentato Angelo Carta, consigliere regionale del gruppo P.S.d’Az, componente della V commissione Attività produttive –. E ciò è ancora più grave, se si considera la comunanza d’intenti, la collocazione e l’affinità politica tra il governo nazionale e quello regionale, a ulteriore dimostrazione, che la Sardegna ed i suoi interessi vitali, espressi liberamente dalla massima assemblea Sarda, non ha mai avuto, così come oggi non ha, Governi amici.»

VBA Olimpia - Cagliari Volley VBA Olimpia - Cagliari Volley 2Commando Lions 81

Il campionato di B1 di volley maschile riposa, per la VBA Olimpia, 4ª in classifica, potrebbe essere l’occasione per fare il punto della situazione e lanciare la rincorsa al terzo posto che vale la partecipazione ai play-off promozione e invece oggi la società lagunare lancia un accorato grido d’allarme sul presente e, soprattutto, sul futuro, perché è ormai giunta allo stremo delle forze… economiche.

«Si sa quanto sia difficile “fare” sport in Sardegna – si legge in un comunicato della società lagunare -. Certamente lo è ancor di più da quando la crisi economica ha aggredito l’Isola e, in modo particolare, il territorio del Sulcis Iglesiente. A queste difficoltà non è sfuggita una società sportiva che delle sfide ha fatto il suo leitmotiv. Stiamo parlando della VBA Olimpia S. Antioco che, dopo i livelli apicali raggiunti in passato (A1), attualmente milita nel campionato nazionale di volley maschile di serie B1. Un campionato faticoso dal punto di vista sportivo e finanziario, fatto di spese ingenti (ingaggi degli atleti, attrezzature sportive, trasferte, alloggi, pasti, spese mediche e riabilitative e tanto altro). La tenacia e l’amore per lo sport del gruppo dirigenziale, supportata dagli irriducibili tifosi del “Commando Lions 1981” e non solo, ha fatto sì che in questi anni di crisi si sia riusciti, comunque, a disputare dei campionati di tutto rispetto, regalando emozioni e soddisfazioni agli appassionati di pallavolo, malgrado Regione, Enti Locali e Sponsor (piccoli imprenditori, commercianti ed artigiani di Sant’Antioco e dintorni) abbiano rivisto il loro apporto economico alla società.

L’impegno di tutto il Gruppo non si esaurisce con il campionato della prima squadra. Si pensi alla stagione in corso in cui è stato realizzato un progetto “Junior-Volley”, con la fattiva collaborazione dell’A.S.D. Isola di Sant’Antioco, per riavvicinare i giovani alla pallavolo e creare solide basi per il futuro. Proprio quest’anno, ha visto l’esordio in prima squadra di due giovani del territorio, con risultati sorprendenti. I viaggi nella penisola, che per le squadre sarde sono una spada di Damocle, obbligano la società a sostenere spese notevolmente superiori ad ogni altra squadra del resto d’Italia.

I buoni propositi e i risultati raggiunti rischiano di essere vanificati dalla poca attenzione rivolta al volley isolano da parte delle istituzioni. I sacrifici economici della dirigenza sono arrivati ad un livello insostenibile. La Regione Sardegna ha cercato di non far sparire campionati di eccellenza, contribuendo, anche se solo in parte, alla copertura delle relative spese. La novità introdotta dalla RAS quest’anno lascia l’amaro in bocca: dopo aver diminuito negli anni l’importo del contributo, ha previsto un taglio netto di ventimila euro, comunicandolo alla nostra società solo alla fine di dicembre dello scorso anno, quando la stagione sportiva era ormai in corso e nei bilanci di previsione della società ci si era basati su un importante ed adeguato aiuto economico. Questa decisione improvvida, alla quale si auspica che venga posto rimedio, ha causato una forte riduzione della liquidità societaria, mettendo a rischio sia la stagione in corso che quelle future. In barba a quanto di buono in questi anni è stato fatto per tenere vivo lo sport in Sardegna!

Dal prossimo anno, potrebbero non esserci più squadre sarde nel campionato nazionale di serie B1! I tempi per agire sono strettissimi e attendere un pronto intervento pubblico, che potrebbe non arrivare, è decisamente sconsigliato. La VBA Olimpia ha bisogno di certezze sulle quali pianificare la propria attività. Per questo – si legge ancora nel comunicato della società lagunare – facciano appello a tutti coloro che hanno a cuore il destino della squadra: chiediamo di stringersi attorno alla società, contribuendo economicamente in ragione delle proprie possibilità. Lanciamo un’iniziativa senza precedenti convinti che sia in grado di coinvolgere cittadini ed imprenditori: una vera e propria “adozione” della VBA Olimpia, attraverso un contributo affinché la pallavolo sia occasione di riscatto e rilancio del territorio.»

 

Matteo Renzi copia

Il quadro che emerge dal disegno di legge di riforma della scuola, denominato “La Buona Scuola”, approvato giovedì dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, è quello di un’autentica rivoluzione.

E’ importante, per capirne i contenuti e i riflessi che potrà avere la sua applicazione una volta diventato legge, leggere attentamente la nota stampa diffusa al termine della seduta.

La Buona Scuola è buona autonomiaIl disegno di legge consente di realizzare finalmente l’autonomia scolastica, assegnando maggiori strumenti ai presidi per gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le scuole avranno un organico potenziato (garantito a partire dal prossimo anno scolastico attraverso un piano straordinario di assunzioni) per coprire tutte le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, organizzative e progettuali, potenziare l’offerta formativa, fronteggiare la dispersione scolastica, rendere la scuola più inclusiva, eliminare le supplenze più dannose, anno dopo anno, per la continuità della didattica. Le scuole, d’ora in poi, potranno indicare il loro fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i Piani dell’offerta formativa. I Piani diventano triennali e saranno predisposti dai dirigenti scolastici, sentiti gli insegnanti, il Consiglio di istituto e le realtà territoriali.
Il dirigente sceglie la sua squadra. I presidi potranno scegliere la loro squadra individuando i nuovi docenti che ritengono più adatti per realizzare i Piani dell’offerta formativa all’interno di appositi albi territoriali costituiti dagli Uffici Scolastici Regionali. Negli albi confluiranno i docenti assunti nel primo anno attraverso il piano straordinario di assunzioni e poi tramite concorsi. Gli incarichi affidati saranno resi pubblici.
Piano straordinario e poi solo concorsi. Il ddl dà il via libera ad un Piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l’organico dell’autonomia. Oltre 100.000 insegnanti saranno assunti a settembre 2015. Dopo si torna ad assumere solo per concorso.
Studiare per il futuro. Il disegno di legge prevede il potenziamento delle competenze linguistiche: in particolare l’italiano per gli studenti stranieri e l’inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Vengono potenziate poi: Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Nella Buona Scuola viene dato più spazio all’educazione ai corretti stili di vita e si guarda al futuro attraverso lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media). Alle superiori, il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze degli studenti.
Scuola-lavoro e digitale. Almeno 400 ore nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. L’alternanza si farà in azienda, ma anche in enti pubblici. A disposizione un fondo, a regime, di 100 milioni all’anno a partire dal 2016. Mentre 90 milioni vengono stanziati subito per l’innovazione didattica e la creazione di laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come strumento di contrasto alla dispersione.
Stop classi “pollaio”. I presidi hanno il potere di derogare alle regole attuali: utilizzando l’organico in modo flessibile potranno evitare la formazione di classi troppo numerose, le cosiddette classi “pollaio”.
Una Card per l’aggiornamento. Arriva la Carta per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 euro da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola e con le priorità indicate dal Ministero.
Un bonus per valorizzare i docenti. Viene istituito il bonus annuale delle eccellenze destinato ai docenti. Ogni anno il dirigente scolastico, sentito il Consiglio di Istituto, assegnerà il bonus al 5% dei suoi insegnanti per premiare chi si impegna di più. Peseranno la qualità dell’insegnamento, la capacità di utilizzare metodi didattici innovativi, il contributo dato al miglioramento complessivo della scuola. Per il bonus vengono stanziati 200 milioni all’anno.
La Scuola trasparente. Viene istituito un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutti i dati relativi al sistema di istruzione: bilanci delle scuole, Anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’Osservatorio tecnologico, Cv degli insegnanti, incarichi di docenza.
Investire sul futuro con 5 per mille e school bonus. Il 5 per mille potrà essere destinato anche alle scuole. Con lo school bonus, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Cambia l’approccio all’investimento sulla scuola: ogni cittadino viene incentivato a contribuire al miglioramento del sistema scolastico. Scatta poi la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria dell’infanzia o del primo ciclo.
Un bando per le “Scuole Innovative” e per i controlli. Il ddl prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, scuole green e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L’Osservatorio per l’edilizia scolastica, istituito presso il Ministero dell’Istruzione, coordinerà strategie e risorse per gli interventi. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole.
Delega. Il disegno di legge assegna poi la delega al governo a legiferare in materia di: semplificazione del Testo Unico della scuola, valutazione degli insegnanti, riforma dell’abilitazione all’insegnamento, del diritto allo studio, del sostegno e degli organi collegiali, creazione di un sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.

 

Francesco Sanna copia

«I dati dei primi sei mesi di applicazione della Zona Franca Urbana del Sulcis dimostrano che la misura sta avendo un notevole successo, anche se occorre approfondire il ritardo nella utilizzazione dei fondi da parte delle imprese individuali». Lo scrive, in una nota, Francesco Sanna, il deputato del Partito democratico che propose con successo all’approvazione del Parlamento la misura della fiscalità di vantaggio nella legge Crescita del 2012, commentando i dati comunicati al ministero dello Sviluppo economico dall’Agenzia delle entrate.

«Le 4.375 imprese che nei 23comuni del Sulcis Iglesiente stanno fruendo della fiscalità di vantaggio, da giugno a dicembre 2014 hanno utilizzato circa il 15% delle risorse disponibili: 18,7 milioni di euro sui 125 milioni stanziati dalla legge Crescita – spiega Sanna -. La somma supera il gettito delle tasse pagate in un anno intero allo Stato dalle imprese del Sulcis sui redditi da esse prodotti. Se il trend di utilizzazione dovesse essere confermato, l’intero fondo a disposizione delle imprese sarebbe esaurito in tre anni e mezzo, ma in realtà è possibile che se migliora il ciclo economico, sia più forte e accelerato il “tiraggio” delle risorse chele imprese usano per pagare le loro tasse (IRPEF, IRES, IMU aziendale, INPS dipendenti). Ma nel caso di un ritorno di fiducia, la regolarizzazione o la stabilizzazione dei contratti di lavoro, con gli incentivi previdenziali del Jobs Act a favore del lavoro a tempo indeterminato, potrebbe portare nel prossimo triennio ad usare le agevolazioni ZFU più per compensare le tasse sui redditi e sul patrimonio immobiliare aziendale, e meno per i contributi previdenziali.»

«Andando più in dettaglio – aggiunge il deputato di Iglesias -, si può osservare che ci sono imprese che impiegano le risorse più velocemente delle altre. Un gruppo di testa di 293 aziende (il 6,69% del totale) ha giàutilizzato tra il 75% ed il 100% delle risorse assegnate. Il quale, sommato ad un altro gruppo di imprese “veloci” (sono 171, pari al 3,9% del totale) rappresentano poco più di un decimo delle imprese che hanno usato in tale breve lasso di tempo la metà delle loro assegnazioni. Un altro 10,5% di imprese si colloca invece tra un quarto e la metà della quota di utilizzo delle agevolazioni. Guardando alla tipologia di imprese, le 178 cooperative hanno “speso” il 35,33 % delle somme a loro disposizione; un poco di più delle società a responsabilità limitata, che hanno già compensato nei modelli F24 il 32,6% delle risorse.

Se questi sono i buoni risultati, occorre interrogarsi sulle zone d’ombra. C’è una piccola percentuale di imprese (l’1 %) che hanno ricevuto un preavviso di revoca delle agevolazioni perché quanto dichiarato nella domanda non corrisponde allo stato reale della loro azienda.

Ma soprattutto vi è un terzo delle imprese agevolate che non hanno ancora iniziato ad utilizzare le risorse, lasciando fermi gli oltre 40 milioni di euro che sono loro destinati. Tra queste imprese, 1005 sono ditte individuali che evidentemente o non hanno avuto scadenze fiscali da saldare in questi sei mesi, ovvero sono impegnate a versare al fisco solo imposte non compensabili con la fiscalità di vantaggio.»

«Per l’entità della finanza pubblica in gioco – conclude Francesco Sanna – credo che al giro di boa del primo anno di applicazione della misura sia necessario aprire una riflessione e approfondire gli aspetti di successo: oltre i dati quantitativi, sarebbe utile sapere quante imprese non hanno chiuso perché aiutate dalla fiscalità di vantaggio; quante hanno assunto o fatto investimenti che non avrebbero realizzato se non ci fosse stata la zona franca urbana; quante hanno migliorato le loro condizioni di credito. Poi occorrerà anche chiedersi che cosa non funziona, se serve migliorare qualche regola e come, se del caso, riprogrammare le risorse sempre nell’ambito del Piano Sulcis.»

L’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, ha convocato per lunedì 16 marzo, alle 17.00, nella sala UTR del settimo piano della torre, un incontro con Anci e una rappresentanza dei 28 Comuni attualmente fuori dall’ambito unico regionale. Questa convocazione istituisce ufficialmente il tavolo che avrà il compito di individuare, all’interno del perimetro delle norme vigenti, un percorso di riconciliazione tra l’Ente d’Ambito, il gestore e gli stessi 28 comuni.

Paolo Maninchedda 35 copia

Ieri mattina, all’ex Cisapi di Cagliari, si è svolto un seminario sui temi legati alla riforma della Regione, con specifico riferimento al nuovo sistema di valutazione dei dirigenti di Amministrazione regionale, enti e agenzie. e all’apprendimento di ciò che è stato fatto in altre realtà, a cominciare dalla Regione Puglia, una delle prime pubbliche amministrazioni in Italia che abbia trovato un metodo per migliorare le performance di direttori generali e direttori di servizio, e a cascata di tutto il personale. I lavori, coordinati dal professor Pietro Ciarlo (ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari), sono stati seguiti da circa 200 dirigenti del sistema Regione e hanno visto gli interventi dell’assessore regionale del Personale, Gianmario Demuro, del professor Gianfranco Rebora dell’università Carlo Cattaneo – Castellanza, del professor Luciano Hinna dell’università di Roma Tor Vergata (in passato componente della CIVIT) e del professor Bruno Carapella dell’Oiv (organismo indipendente di valutazione) della Regione Puglia, tra i massimi esperti a livello nazionale. E proprio loro, che hanno introdotto questo sistema di valutazione in ambito statale, hanno espresso pareri lusinghieri sulla legge 24 del 2014 (Riorganizzazione della Regione).

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha concluso sottolineando come l’incontro sia stato «il primo passo di un dialogo che deve divenire continuo», annunciando l’apertura di uno spazio virtuale che sia luogo di confronto costante. «La condivisione è il primo tassello, poi viene la valutazione, che non va utilizzata per sanzionare, bensì per restituire a chi lavora motivazione e fiducia nelle proprie capacitàLa valutazione non deve essere discrezionale né autoreferenziale, ma anzi ancorata a parametri certi e attenta alla voce dei cittadini. Nello stesso modo, valutabili devono essere gli obiettivi: il nostro ruolo è avere il coraggio di definire delle priorità e indirizzare il lavoro in quelle direzioni, sia dal punto di vista delle risorse che dell’organizzazione – ha concluso il presidente Pigliaru -, non sottovalutando nessun passaggio e tenendo sempre conto della complessità».

L’assessore Demuro ha ricordato che «il seminario è servito per condividere i temi posti dalla legge 24 sulla riorganizzazione e iniziare il percorso di ridefinizione dell’organizzazione della Regione e dell’impatto che produce la valutazione delle performance dei dirigenti e, in prospettiva, dei dipendenti. Uno dei temi che abbiamo voluto affrontare è quello di aumentare l’efficienza dell’organizzazione amministrativa nell’azione della pubblica amministrazione, utilizzando strumenti di incentivo per realizzare la meritocrazia all’interno della Regione. È stato, soprattutto, un seminario di confronto e di ascolto di altre esperienze. Sono convinto che il personale della Regione abbia la capacità, la forza e la voglia di accettare la sfida. La meritocrazia è la garanzia per loro stessi di poter vedere valorizzato il lavoro che fanno».

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha stanziato cinque milioni e 303mila euro per la riqualificazione dei palazzi del quartiere Sant’Elia, a Cagliari. Il progetto prevede la messa in sicurezza degli edifici di proprietà di Area, l’abbattimento delle barriere architettoniche e il risanamento igienico. Un accordo di programma dell’sssessorato dei Lavori pubblici con Area regalerà i rapporti e fissera’ modalità e tempi di attuazione degli interventi.

La Giunta, sempre su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, ha deciso di aggiornare i limiti di reddito per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Le variazioni dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, accertate dall’Istat, hanno suggerito di portare il limite di reddito a 14.162 euro (sinora era di 13.578 euro). Vengono adeguati nella stessa misura anche i redditi pro capite in base ai quali sono attribuiti i punteggi. Entro 30 giorni, la competente Commissione del Consiglio regionale dovrà esprimere un parere sul provvedimento.

La Giunta regionale, infine, ha riaperto i termini per l’annualità 2014 per l’accesso al Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, relativamente alle situazioni accertate entro il 31 dicembre scorso. Accogliendo la proposta dell’assessore Maninchedda, la Giunta ha espresso parere favorevole sull’allargamento dei benefici anche ai Comuni non capoluoghi di provincia o ad alta tensione abitativa. Un Decreto interministeriale del 2014 aveva individuato i seguenti Comuni: Alghero, Cagliari, Carbonia, Iglesias, Lanusei, Macomer, Monserrato, Nuoro, Olbia, Oristano, Ozieri, Porto Torres, Quartu Sant’Elena, Sanluri, Sassari, Tempio Pausania, Tortolì e Villacidro. La Regione, inoltre, ha incrementato lo stanziamento statale dell’anno scorso (poco meno di 263mila euro) con risorse aggiuntive pari a un milione di euro.

«Spesso lo sfratto per morosità – sottolinea l’assessore Maninchedda – è causato da un evento incolpevole, come la perdita o la consistente riduzione del reddito familiare, talvolta per lunghi periodi di tempo. Per tale motivo è stato istituito il Fondo che, peraltro, ha avuto un’efficacia parziale a causa delle peculiarità di sfratto ingiuntivo registrate in numerose località della Sardegna. Non c’è stata poi una uniforme interpretazione e attuazione – da parte dei Comuni – delle disposizioni contenute nella delibera della Giunta regionale dello scorso 10 ottobre, con la conseguente disparità di trattamento dei cittadini, da Comune a Comune, a parità di condizioni. Una volta soddisfatte le richieste giunte dai Comuni più grandi, sarà possibile estendere il provvedimento ad altri enti locali che presentino situazioni di particolare disagio.»

Quartiere Sant'Elia di Cagliari

Maialetti allo spiedo 2

Si è svolta oggi la riunione operativa dell’Unità di progetto, costituita per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana (PSA) in Sardegna, per esaminare e valutare lo stato di avanzamento del Piano straordinario recentemente approvato dalla Commissione europea e prima ancora dal Ministero della Salute. All’incontro hanno partecipato tutti i rappresentanti di parte regionale, quelli di parte statale, con il Direttore generale della Sanità animale dott. Silvio Borrello e il rappresentante del Centro nazionale di referenza per le pesti suine dott. Francesco Feliziani, della Commissione europea dott. Alberto Laddomada e dell’Università di Sassari prof. Marco Pittau.

In apertura è stata riaffermata la determinazione che l’intera struttura regionale pone nell’attuare l’obiettivo strategico di eradicare la peste suina africana dalla Sardegna, che la Giunta regionale ha richiamato tra i primi obiettivi della propria azione di governo, e che sta producendo i primi effetti. Lunga la lista degli argomenti trattati nel corso della riunione, che è iniziata alle 10.00 ed è terminata alle ore 16.00, che hanno spaziato dalla situazione epidemiologica della PSA, al progetto di informazione e formazione per gli operatori agricoli, alla verifica dei dati rilevati nel corso della stagione venatoria sui cinghiali.

E’ stato fatto anche un quadro delle iniziative in corso per approntare quanto necessario per garantire e facilitare le azioni di depopolamento e smaltimento dei suini affetti dal virus o allevati in modo illegale. Piena la convergenza, da parte delle diverse componenti istituzionali, sulle azioni sin qui intraprese e sul percorso tracciato dal Piano.

Anche su uno degli argomenti certamente più controversi, quello relativo al divieto vigente di “esportazione” dalla Sardegna di prodotti di origine suina “termizzati”, che vede posizioni differenziate tra Regione Sardegna e Ministero, è stato possibile raggiungere una intesa che consente di porre basi certe al superamento di questo divieto.

E’ stato stabilito che, a cura dell’Osservatorio epidemiologico della Sardegna, verrà aggiornata, entro la prossima settimana, la restituzione cartografica della presenza e diffusione della PSA in Sardegna, con la puntuale individuazione delle aree interessate, in modo da poter circoscrivere gli ambiti esclusi dalla possibilità di esportare i prodotti “termizzati”.

Il responsabile dell’Unità di progetto, infine, certificherà al Ministero della Salute, grazie a una verifica effettuata dal Servizio di Prevenzione dell’assessorato della Sanità, in collaborazione con i Dipartimenti di Veterinaria e Agraria dell’Università di Sassari, presso gli stabilimenti di produzione, l’esistenza degli standard previsti dalle norme per la produzione di alimenti di origine suina “termizzati”.

Con questa intesa sono state poste basi certe per il superamento del divieto esistente e consentire così la qualificata partecipazione della Sardegna all’Expò 2015, anche con alcuni dei prodo

Luisa Poggi 7 bis copia Francesco Cicilloni 23 copia Ignazio Cuccu 2 copia

Si acuisce lo scontro interno al Partito Democratico di Carbonia. Tre consiglieri, Luisa Poggi, ex assessore del Turismo della Giunta Cherchi, Francesco Cicilloni e Ignazio Cuccu, presidente del Consiglio comunale, hanno votato NO al Bilancio di previsione 2015, approvato lunedì dal Consiglio comunale con 22 voti favorevoli.

I tre consiglieri, molto critici in seno alla maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta Casti ormai da diversi mesi, hanno scelto di rendere note le ragioni del dissenso, con la pubblicazione e distribuzione di un volantino e di una locandina.

«E’ vero che, a fronte di tagli dello Stato e della Regione per circa un milione e mezzo di euro, in questo bilancio vi sarà una riduzione del 10% del costo del servizio mensa (circa 40 centesimi a pasto in meno) e diminuirà del 10% la retta dell’asilo nido. Stando solo a questi dati, naturalmente, si sarebbe dovuto votare Sì – sostengono Poggi, Cicilloni e Cuccu -. Si pubblicizza pure un ribasso della TARI con il doveroso potenziamento del servizio ecocentro, dimenticandosi però di dire che, insieme al ribasso del 10-15%, vi sarà un dimezzamento di alcuni servizi, quali la raccolta di carta-cartone, plastica, vetro, alluminio e, soprattutto, ancora una volta si disconosce il diritto del cittadino a compartecipare agli utili derivanti dalla vendita dei rifiuti differenziati. Vi sarà pure una differenziazione del servizio, con l’istituzione delle isole ecologiche (cioè si potrà gettare i rifiuti quando si vuole, anche tutti i giorni) solo per 362 utenze a fronte di circa 13.000 utenze (cioè famiglie). Ma ci sono altri dati fondamentali che non solo non si pubblicizzano, ma addirittura vengono oscurati. In questo Bilancio si prevede (senza avere alcuna certezza) di recuperare € 2.700.000 di IMU evasa negli anni 2012-2013-2014.»

«Naturalmente è assolutamente giusti operare per recuperare l’evasione fiscale, ma si pongono alcune domande – aggiungono i tre consiglieri del PD -:

• ma davvero a Carbonia si è evasa l’IMU per € 2.700.000? … e se sì: si tratta di evasione o di impossibilità al pagamento data la terribile crisi economica?

• ma davvero siamo sicuri – senza che, al momento, esista neanche un progetto esecutivo, di poter recuperare in pochi mesi quello che non si è fatto in quattro anni? Anche per l’ICI è previsto un recupero di € 500.000 per l’anno 2011. Se oggi si è così certi del recupero di queste somme, perché non si è provveduto al recupero di anno in anno, anziché aumentare l’addizionale IRPEF come avvenuto in passato?

E’ noto che il Bilancio prevede le stesse cifre in Entrata e in Uscita, ciò significa che il 74% di € 2.700.000 (l’altro 36% va ad incrementare il Fondo Svalutazione Crediti) in Entrata vanno a coprire delle spese, quali? Se non si riuscirà a recuperare queste cifre in entrata, come si farà fronte alle spese? Si prevede oggi di restituire parte della TASI del 2014, ma non si dice che è già previsto un aumento della tariffa, che passerà dall’attuale 1,5 per mille al 3,50 nel 2016 e al 4,50 per mille nel 2017. Perché questo non si dice? C’è stata chiusura totale rispetto a richieste anche minime, ma simbolicamente importanti (vedi Centro Giovani e borse per supporto allo studio per i “figli della crisi”).»

«Infine – sottolineano Poggi, Cicilloni e Cuccu -, perché non si vuole rispondere a due semplici domande sul servizio raccolta rifiuti appena trascorso e che è costato tanti soldi ai cittadini:

1 – Perché, nonostante l’obbligo contrattuale di usare tutti mezzi nuovi di fabbrica (del resto ben remunerati anche per gli oneri di ammortamento) si sono usati a lungo, e ancora oggi se ne vedono, mezzi vecchissimi, presumibilmente non soggetti a oneri di ammortamento? E come sono stati pagati questi mezzi vecchi?

2 – Perché i mezzi in uso a Carbonia (e pagati dai nostri cittadini) possono essere usati anche in altri Comuni? Non è che i cittadini di Carbonia pagano anche un po’ del servizio svolto negli altri Comuni? Semplici domande alle quali non si è voluto rispondere, se non con la derisione e gli insulti. Per questi motivi abbiamo votato NO, non si possono avallare scelte improbabili derivanti da dati aleatori e davvero poco credibili per la nostra città.»

 Presentazione visita Laura Boldrini 3Presentazione visita Laura BoldriniPresentazione visita Laura Boldrini 2
E’ stato presentato stamane il programma della visita in Sardegna della presidente della Camera Laura Boldrini, in programma da venerdì 20 a domenica 22 marzo.
«Un momento di confronto unico per rivendicare il ruolo del parlamento, affrontare il tema legato alle regioni e in particolare quelle a Statuto speciale per rivendicare con forza l’autonomia e la specificità della nostra isola». È questo il filo conduttore che il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, ha spiegato ai giornalisti questa mattina in conferenza stampa relativamente alla visita in Sardegna e in particolare all’incontro con l’Assemblea sarda della presidente della Camera, Laura Boldrini. Ad illustrare i dettagli del programma della tre giorni nell’Isola insieme al presidente Ganau , il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda e la deputata del PD e segretaria di presidenza della Camera, Caterina Pes.

La presidente Boldrini arriverà venerdì 20 marzo e si tratterà in Sardegna per tre giorni seguendo un itinerario «costruito come un percorso di voci di donne – ha sottolineato l’onorevole Pes – un’importante occasione per la nostra isola di raccontarsi per quello che è la sua storia, la sua memoria e la sua narrazione».

La mattinata sarà dedicata alla città di Cagliari. «E’ un onore, oltre che un piacere, ospitare la presidente Boldrini – ha dichiarato il primo cittadino Massimo Zedda – il suo arrivo in città è per noi l’occasione di mostrare il nuovo volto di una Cagliari che sta cambiando. La visita al Lazzaretto, luogo simbolo di questa trasformazione, culturale prima ancora che urbanistica, sarà il miglior modo per raccontare i tanti cantieri che renderanno la vita degli cagliaritani più ecologica e sostenibile. Cantieri che regalano una boccata d’ossigeno ai molti disoccupati».

Nel pomeriggio, alle 16.00, è prevista la seduta del Consiglio alla quale interverranno i consiglieri regionali, i parlamentari e gli europarlamentari sardi. «La Boldrini si confronterà con noi sul futuro della Sardegna – ha spiegato il presidente Ganau – sul ruolo essenziale di controllo e sollecito che i parlamenti devono oggi poter continuare a svolgere anche in un momento di difficoltà come quello che stiamo affrontando, dove mantenere l’equilibrio tra esecutivo ed organo legislativo è sempre più difficile».

Anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru ha sottolineato, a nome di tutta la giunta, l’importanza della visita della presidente della Camera, «con cui avremo l’opportunità di affrontare, tra l’altro, alcuni temi che in questo momento sono di grande attualità e interesse. Il primo riguarda il rapporto tra gli organi esecutivi e quelli legislativi, quali siano realmente i poteri degli uni e degli altri. E su questo – ha proseguito – sono profondamente convinto che quanto più i Consigli hanno potere di controllo, tanto più è forte la democrazia. L’altro tema è il ruolo delle regioni, soprattutto quelle a statuto speciale: devono avere un’economia virtuosa – ha concluso Francesco Pigliaru – e dimostrare, attraverso le buone pratiche, quanto la loro autonomia sia utile non solo per le regioni stesse, ma per l’intero quadro nazionale».

Sabato 21, la presidente Boldrini sarà ad Oristano, per celebrare la prima delle tre donne sarde del filo rosso che l’accompagnerà nella sua visita in Sardegna: Eleonora d’Arborea, regina e prima giudicessa donna; in mattinata sarà a Cabras, per visitare il Museo che ospita i Giganti di Mont’e Prama ed inaugurare la nuova ala espositiva. Nel pomeriggio, ad Oristano, al teatro Garau, la Boldrini parteciperà ad una tavola rotonda «per conoscere le donne – ha dichiarato la deputata del PD – che con coraggio hanno scelto di lavorare e rimanere in Sardegna».

Domenica 22, infine, la presidente Boldrini visiterà i luoghi simbolo della vita di altre due donne sarde: in mattinata a Nuoro prima alla casa di Grazia Deledda, poi nella chiesa della Solitudine e infine al monumento dedicato all’autrice premio Nobel dall’artista Maria Lai, la terza donna del percorso che sarà invece celebrata nel pomeriggio ad Ulassai alla Stazione dell’arte.