Il Consiglio regionale ha ripreso i lavori ed ha approvato gli articoli 14 (deposito e visione del PUC), 15 (strumenti di attuazione dei PUC) e 16 (pubblicazione dei PUC) del DL n. 130 “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”.
In apertura di seduta, il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd) ha illustrato il parere sugli emendamenti presentati, negativo per tutti fatta eccezione per il n. 118 (“Modifiche alla legge regionale 45/89 in materia di formazione del Puc”), il n. 582 (“Divieto di adozione di varianti nelle more dell’adeguamento del Puc al Ppr con alcune eccezioni per il ripristino di destinazioni agricole e di opere pubbliche di rilevanza regionale”) e 588 (“Adozione degli atti finalizzati all’adeguamento al Piano paesistico regionale”).
L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, a nome della Giunta, ha espresso parere conforme.
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha affermato che «il testo contiene alcune modifiche alla 45/89 in materia di pubblicazione dei Piani urbanistici comunali e poco altro, ma resta la perplessità su alcune procedure che, come nel caso di Oristano, hanno reso molto problematico il percorso del Piano urbanistico».
Il consigliere Fabrizio Anedda (Sinistra sarda) ha ricordato la sua partecipazione al recente convegno promosso dalla Cna e da altre categorie produttive da cui ha tratto l’impressione «dell’inutilità di questa legge, che nessuno ha citato come fattore di crescita della Sardegna, la stessa valutazione per Piani casa tornati ora d’attualità ma solo nella cronaca giudiziaria». Ciò che serve, ha concluso, «è la riqualificazione dell’esistente ma non certo nuove costruzioni; è quindi sbagliata e da respingere l’interpretazione secondo la quale del Ppr del 2006 sarebbe stato la causa della crisi del settore edilizio in Sardegna».
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha osservato che «la tempistica è importante nei Piani urbanistici ed infatti, proprio per questo, aumentare i termini per la presentazione delle osservazioni è un aggravio inutile, così come è sbagliato e pieno di dubbi interpretativi l’emendamento della Giunta sul potere sostitutivo della Regione, affidato ad un commissario ad acta in caso di inadempienza dei comuni».
Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha manifestato apprezzamento per l’intervento del consigliere Anedda, «che ha colto il punto centrale del dibattito; quanto alla norma proposta dalla Giunta e poi emendata da se stessa e dalla maggioranza si trasforma in un groviglio incomprensibile». «I Puc in Sardegna – ha aggiunto – non hanno fatto strada solo a causa del Ppr come dicono tutti i sindaci e di conseguenza è stato rallentato lo sviluppo urbanistico della Regione; la maggioranza questo lo ha parzialmente riconosciuto ma non basta».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha detto che «il testo originario prevedeva addirittura un allungamento dei tempi dei Puc e l’emendamento è un po’ più semplice anche se tortuoso; il Consiglio dovrebbe evitare di legiferare in questo modo che non serve ai cittadini perché le semplificazioni introdotte dalla porta si fanno rientrare dalla finestra, Anedda ha ragione, una legge chiara è interesse di tutti ma questa è tutt’altro»
Ha preso poi la parola l’on. Stefano Tunis (Forza Italia), che ha detto: «Ci ha diviso il metodo sino a questo momento ma è chiaro a tutti noi che questa legge debba essere migliorata, anche se non è stata sufficientemente istruita in commissione. Stiamo però facendo sul serio e stiamo arrivando al punto cruciale, gli aspetti più significativi di questa legge». Per l’oratore dell’opposizione, che ha aperto una via al dialogo con la maggioranza, «se è stato possibile migliorare questo articolo vuol dire che avete la sensibilità per migliorare anche il resto delle norme. C’è ancora tanto spazio di riflessione al di fuori dell’Aula».
Per l’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) «l’articolo 14 rischiava di passare sottotono ma deve essere chiaro che voi non potete fare l’opposizione e la maggioranza assieme. Altrimenti, abbiate il coraggio di votare contro quello che non condividete. Sono tante le incongruenze e gli errori di queste norme, a cominciare dallo scarico di responsabilità a danno dei direttori generali e non dell’organi politico. Siete ancora in tempo per riscrivere col buon senso queste norme e gli emendamenti ad personam come il 582 dietro la quale si cela con evidenza una speculazione».
A seguire è intervenuto il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha detto: «Con questa norma noi affermiamo solo che vogliamo favorire l’approvazione dei Piani urbanistici comunali ed è questo il punto. Onorevole Pittalis, possibile che non abbia trovato nulla di valido in questa legge? Mi pare esagerato visto che nei cinque anni in cui avete governato voi né la Giunta né il Consiglio abbiano mai favorito l’approvazione di un solo piano urbanistico tra i 377 dei Comuni della Sardegna».
Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione l’emendamento 241 (soppressivo totale dell’articolo 14), sul quale sono intervenuti a sostegno gli onorevoli Oscar Cherchi, Ignazio Locci (Forza Italia). L’on. Anedda (Misto) ha annunciato il voto contrario all’emendamento nonostante abbia espresso forti critiche rispetto al provvedimento in esame.
I Riformatori hanno invece comunicato il voto a favore, con l’on. Michele Cossa e ha detto: «Se in questi anni sono stati approvati appena 13 piani urbanistici la ragione risiede in più fattori, il primo dei quali è rappresentato dai costi per il Comune». Anche l’on. Stefano Tunis (FI) ha annunciato il voto a favore: «Considerata la Pasqua imminente, invece di flagellarvi da soli chiedeteci una mano e ve la daremo. Torniamo in commissione e in un paio di giorni ci liberiamo di questa legge con un testo finalmente compiuto».
Per l’on. Tedde (FI) è necessario che «il collega Anedda abbia coerenza e sancisca con un voto contrario a questo articolo il suo pensiero negativo su questo testo».
Per il riformatore Attilio Dedoni «l’amico Anedda riceverà più medaglie di un maresciallo dell’Armata Rossa ma è apprezzabile la sua onestà. Forse è il caso di tornare davvero in commissione».
L’on. Modesto Fenu (Sardegna) «se atti come il Puc sono fatti tecnici non possiamo non analizzarne gli effetti e capire cosa producono concretamente. Chi non ha adeguato il Puc al Ppr non lo ha fatto solo per mancanza di risorse ma anche perché il Ppr è un atto di programmazione dall’alto».
Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) «questa norma, così come è, serve proprio a poco». Anche l’on. Pietro Pittalis (FI) ha replicato al capogruppo del Pd: «Noi abbiamo cercato nei nostri cinque anni di governo di replicare alle chiusure che voi avevate praticato in precedenza. Il Ppr vigente è frutto dell’azione di Renato Soru, ex presidente e attuale segretario del Pd, che voi volete che non si citi. Noi abbiamo provato a smontare quel Ppr e voi con atti discutibili sotto tutti i profili avete smontato le cose buone del presidente Cappellacci».
Per l’on. Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera, «il rimpallo delle responsabilità lo citate sempre, mentre l’onorevole Soru è chiaro che si tratta del vostro incubo. La verità è che avete perso cinque anni a cercare di smontare e rimontare il Ppr e avete approvato il Pps nell’ultimo giorno utile. Questa è la verità ed è per questo che oggi siamo qui».
L’emendamento 241 è stato respinto.
L’on. Cherchi (FI) è intervenuto sull’emendamento 582 presentato dalla maggioranza e ha proposto che le varianti al Puc possano essere presentate dal Comune anche nel caso in cui il Puc non sia stato adeguato al Ppr. L’invito al voto contrario è stato manifestato anche dall’on. Ignazio Locci (FI): «Chi decide di chi è la colpa del mancato adeguamento? Lo decide il commissario ad acta? Non si capisce. Riflettete bene sulla coerenza dei vostri interventi legislativi». Contrario anche l’intervento di Fasolino (FI): «Le deroghe al Ppr non possono andare bene soltanto quando le chiedete voi, questo non è giusto».
L’on. Cossa (Riformatori) ha definito “vergognoso” l’emendamento ed ha aggiunto: «Questo è il vostro modo di legiferare? Questa sarebbe la vostra superiorità morale, alla quale mettete sempre molta attenzione. Fate prima a ritirare questo emendamento».
L’on Anedda (Misto) ha replicato al collega Pittalis: «Io faccio parte del Pdci, un partito di lotta e di governo. Per ora facciamo solo la lotta ma quando il presidente Pigliaru lo riterrà vorrà dire che ci occuperemo anche del governo».
A seguire, l’on. Mario Floris (Uds – Sardegna) ha detto: «Non è accettabile che in 30 giorni il Consiglio comunale debba adeguare il Puc al Ppr».
Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, intervenendo nel merito dell’emendamento n. 582 (Meloni e più) ha ribadito l’intento di procedere con l’incentivazione ai Comuni per l’approvazione dei Puc. «L’emendamento – ha proseguito l’esponente della maggioranza – dice in sostanza che le amministrazioni che non hanno provveduto all’adozione del Puc non possono fare ricorso alle varianti urbanistiche, tranne in casi specifici o nei casi in cui la Giunta regionale riconosce la pubblica utilità».
Marco Tedde (Fi) ha affermato che se l’emendamento in discussione fosse stato presentato dal centrodestra nella passata legislatura, l’allora opposizione avrebbe occupato l’Aula tra le proteste. «Quest’emendamento – ha incalzato Tedde – rischia di avere il nome e il cognome dei possibili beneficiari». L’esponente della minoranza ha confermato la “non contrarietà” alle deroghe urbanistiche «ma quella che si va delineando si basa sula discrezionalità della giunta e così si produrranno varianti per amici». «Questa discrezionalità deve essere stoppata», ha concluso Marco Tedde, «e serve definire criteri obiettivi senza procedere a colpi di deroghe».
Il consigliere del gruppo “Area popolare sarda” Giorgio Oppi (Aps) ha dichiarato il voto contrario all’emendamento ed ha definito la proposta di modifica avanzata dai consiglieri della maggioranza: «Una marchetta fatta per il Qatar». Oppi ha quindi mostrato un faldone ed ha affermato di possedere carte e documenti che dimostrano quanto affermato. L’esponente della minoranza ha parlato di “uno scandalo” che va a dare seguito «all’ènnesima richiesta avanzata dalla società del Qatar che non ha ancora fatto niente per la Sardegna ma che condiziona le scelte della Regione».
Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha denunciato il pericolo che le richieste della società del Qatar non si fermino al contenuto dell’emendamento ed ha escluso che tali iniziative siano legate all’ex ospedale San Raffaele. «Voterò contro – a concluso l’esponente della minoranza – e vi invito a riflettere perché la Sardegna sta diventando un giardino nella disponibilità di qualche emiro».
Modesto Fenu (gruppo Sardegna) ha definito la situazione “scandalosa” a fronte delle rigidità che invece vengono stabilite in danno dei Comuni che non hanno adeguato i Puc al Ppr. Il consigliere della minoranza ha quindi evidenziato che l’adeguamento del Pai impedirà di realizzare alcunché il 70% del territorio dell’Isola. «Mi auguro – ha concluso Fenu nel dichiarare il voto contrario – che l’assessore dell’Urbanistica e il capogruppo del Pd abbiano a cuore le fortune della Sardegna prima di quelle della Qatar Foundation».
Il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, ha definito l’emendamento 582 “arrogante e punitivo per le amministrazioni locali”. «Ricorda – ha aggiunto Peru – un provvedimento dittatoriale che imponeva l’utilizzo delle cintura di sicurezza agli automobilisti ma fabbricava auto senza le cinture di sicurezza». A giudizio di Peru il mancato adeguamento del Puc al Ppr non è una responsabilità delle amministrazioni comunali ma deriva dalle difficoltà intrinseche al Ppr, approvato ai tempi del governatore Soru. «Perché – ha concluso il consigliere della minoranza – oggi il centrosinistra afferma che il Ppr non può essere rivisitato, quando nella scorsa legislatura affermavano l’esatto contrario?».
Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha affermato di “non trovare niente di strano nel contenuto dell’emendamento 582” ed ha dato lettura di una norma del 1987 che sottoponeva l’approvazione delle varianti urbanistiche dei Comuni all’approvazione dell’assessore regionale dell’Urbanistica. Il capogruppo della maggioranza ha concluso ribadendo la correttezza dell’emendamento e a proposito dell’ex San Raffaele ha dichiarato: «Non c’è niente di poco chiaro ma un accordo noto e alla lcue del sole».
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha criticato duramente il contenuto dell’emendamento 582: «L’ex San Raffaele di Olbia non c’entra mentre c’entrano molto gli interressi riferibili a una precisa società lussemburghese». L’esponente della minoranza ha parlato di “svendita del territorio” e di “interessi collaterali”. «Questo emendamento – ha proseguito il consigliere di Fi – è una deroga al Ppr e non si rivolge ai problemi di tanti cittadini sardi ma dei grandi interessi che non c’entrano niente con gli interessi dei sardi». «E’ una schifezza – ha concluso Pittalis – e voterò contro».
Luigi Crisponi (Riformatori) ha sottolineato come le ultime dichiarazioni in Aula preoccupino non poco non solo la minoranza ma anche molti consiglieri che siedono nei banchi del centrosinistra. «E’ una delle più grandi marchette mai vista in Consiglio regionale», ha accusato il consigliere della minoranza «e voterò contro l’emendamento-marchetta».
Il presidente della commissione Urbanistica, Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato il voto a favore dell’emendamento 582 ed ha ribadito la correttezza delle modifiche proposte.
Il consigliere, Mario Floris(Sardegna-Uds) ha invitato il presidente del Consiglio e l’intera assemblea a tenere nella dovuta considerazione quanto emerso nel corso del dibattito («non si può far finta di non aver sentito nulla») ed ha chiesto una sospensione dei lavori per compiere opportuni approfondimenti.
Il presidente Ganau ha quindi comunicato la decisione di voler sottoporre alla volontà dell’Aula la richiesta di sospensione avanzata dal consigliere Floris. A sostegno della richiesta di Floris è intervenuto il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis («se i lavori devono proseguire in questo modo faremo una correzione alla linea di condotta fin’ora tenuta dall’opposizione in Aula, perché non può passare per ordinario un fatto che invece è straordinario»).
L’assessore dell’Urbanistica, dopo aver ottenuto la parola per alcuni chiarimenti, ha dichiarato che lo spirito dell’emendamento non è quello evidenziato dai consiglieri di minoranza ed ha ricordato che l’articolo 12 del “piano casa” approvato nella scorsa legislatura consentiva ampi margini di deroga al Ppr.
Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha confermato quanto affermato dall’assessore Erriu a proposito delle deroghe del piano casa ed ha escluso l’intensione di favorire “qualcuno o qualcosa”. Il consigliere della maggioranza ha concluso dichiarandosi “non contrario” alla possibilità di una brevissima sospensione per consentire un chiarimento tra i consiglieri della minoranza.
Il presidente del Consiglio ha quindi concesso la parola all’assessore dell’Urbanistica che ha presentato un emendamento orale che prevede che le varianti siano da assoggettarsi a verifica di coerenza ai sensi delle disposizioni contenute nella legge 7 del 2002.
Il presidente Ganau verificato ha proclamato “accettato” l’emendamento orale all’emendamento 582 (non essendoci state osservazioni in Aula) ed ha posto in votazione quindi l’emendamento 582 (come modificato dall’emendamento orale).
L’emendamento 582 (Meloni e più) che emenda l’emendamento sostitutivo totale n. 118 (presentato dalla Giunta) è stato approvato con 30 voti a favore e 16 contrari.
Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 588 (presentato dalla Giunta) che, a sua volta emenda il n. 582, aggiungendo la seguente dicitura: “E’ inoltre, consentita l’adozione degli atti finalizzati all’attuazione del Piano paesaggistico regionale e previsti dalle disposizioni in esso contenute”. L’emendamento n. 588 è stato approvato con 29 favorevoli e 17 contrari.
Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha dichiarato di non aver partecipato alla votazione per l’impossibilità di valutare il contenuto dell’emendamento proposto dalla Giunta. Il presidente del Consiglio ha quindi precisato che la proposta di modifica avanzata dall’esecutivo regionale è stata presentata alle 15.30 e dunque un’ora prima dell’inizio dei lavori in Aula. Il presidente Ganau ha quindi annunciato la votazione dell’emendamento sostitutivo totale n. 118 che se approvato, con le modifiche contenute nel 582, nel 588 e nell’emendamento orale dell’assessore Erriu, sostituisce totalmente l’articolo 14 (deposito e visione del Puc) del Dl 130.
Il consigliere Mario Floris (Sardegna-Uds) intervenendo sull’ordine dei lavori ha invitato la presidenza a mantenere la prassi in relazione a tempi e modalità di visione degli emendamenti presentati in Aula.
Il presidente del Consiglio ha garantito il rispetto della prassi ed il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha invitato il presidente a “chiamare” l’emendamento così da consentire ai consiglieri di iscriversi per le dichiarazioni di voto.
Il consigliere Oscar Cherchi (Fi) ha dichiarato voto contrario all’emendamento 118 ed è ritornato sulle procedure di visione degli emendamenti in Aula. Il consiglieri della minoranza ha chiesto quindi “lumi” sull’ultimo comma dell’emendamento 118.
Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha dichiarato voto contrario e riconosciuto la corretta condotta dei lavori in Aula mentre il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino, dichiarando anche egli il voto contrario, ha voluto previsare che “il piano casa consentiva deroghe al Ppr ma senza elementi di discrezionalità”
Marco Tedde (Fi) ha dichiarato voto contrario ed ha sottolineato le crescenti difficoltà nel comprendere l’andamento dei lavori. «Il 118 non è il peggiore degli emendamenti presentati dalla giunta – ha dichiarato l’esponente della minoranza – ma il vizio di fondo sta nel fatto che il disegno di legge proposto della giunta è stato destrutturato in commissione e ora in Aula si sta destrutturando il testo della commissione con gli emendamenti della Giunta».
Ha quindi preso la parola il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) che ha contestato l’impianto della Dl 130: «Mentre il PPR e la legge “salva coste” furono adottati per fare chiarezza e stabilire regole certe nel governo del territorio, oggi si vuol fare tutto e il contrario di tutto e, di fatto, si apre la porta alle deroghe».
Michele Cossa (Riformatori) ha rivolto obiezioni alla lettera b) dell’emendamento n.118 nella parte che affida al Direttore Generale dell’Assessorato competente il compito di assegnare ai Comuni, una volta scaduto il termine per la presentazione del PUC, altri 60 giorni di tempo per provvedere. «E’ il primo articolo della legge in cui si trovano termini perentori – ha detto Cossa – non lo si è fatto invece quando si è parlato di permessi di costruire. Quando è un cittadino a porre il problema non si danno risposte».
Sul punto è intervenuto l’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu: «Mi sarei aspettato una critica di segno opposto – ha detto Erriu – nel 2011 vennero introdotti termini perentori per l’esercizio dei poteri sostitutivi della Regione. Qui si introducono invece norme dilatorie per venire incontro ai comuni che non hanno ancora adempiuto e che rischiano il commissariamento. Ci sono altri 60 giorni di tempo per mettersi in regola».
Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha contestato l’attribuzione a un direttore generale del potere di diffida nei confronti di un sindaco eletto. «Occorre invece concentrarsi sulle difficoltà dei comuni, oggi alle prese con una grave crisi finanziaria. Come fanno ad adeguarsi se non hanno gli strumenti?».
E’ quindi intervenuto l’assessore Erriu che ha proposto, con un emendamento orale, di riportare in capo all’assessore competente i poteri affidati al direttore generale. La proposta è stata accolta dall’Aula.
E’ poi intervenuto Antonello Peru (Forza Italia) secondo il quale «il problema vero è il PPR, strumento mostro che blocca la pianificazione dei Comuni. Il Piano Paesaggistico Regionale deve essere rivisto in tutte le sue parti».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, dopo aver annunciato il voto contrario del suo gruppo, ha apprezzato la modifica proposta dall’assessore Erriu che riporta in capo all’assessore competente il potere di diffidare i Comuni che non si adeguano al PPR. Pittalis ha poi evidenziato le difficoltà interpretative introdotte dall’art. 14: «la norma si presenta molto elastica e rischia di creare problemi rispetto ai rimedi che si propongono. Nella scorsa legislatura un risultato lo si era raggiunto con il Piano Casa. Non so cosa si farà in questa legislatura, ho paura che ci aspettino tempi bui».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.118 che è stato approvato dall’Aula con 28 voti a favore e 18 contrari.
L’Aula è poi passata all’esame dell’emendamento aggiuntivo n.32, presentato dal capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, che stabilisce il divieto per i comuni di depositare i Puc, o le varianti del medesimo, nei 90 giorni antecedenti la scadenza del mandato.
Marco Tedde (Forza Italia) ha espresso forti perplessità sull’impianto dell’art 14 e criticato il modo di procedere nella discussione:«Come si può lavorare in questo modo – ha detto Tedde – si continuano a presentare emendamenti degli emendamenti e si riscrivono norme, noi cerchiamo di dare un contributo positivo a quest’Aula ma non ci riusciamo».
Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario perché, ha detto, “apre alle deroghe e non dà certezze”.
Per Oscar Cherchi(Forza Italia) l’emendamento n. 32 ha un cuore sardista: «si chiede il rispetto dell’attività istituzionale e si introduce il divieto di presentare i PUC negli ultimi 90 giorni di mandato amministrativo. Se nei 4 anni e 9 mesi precedenti non si è fatto niente è giusto intervenire in questo modo».
Christian Solinas (Psd’Az) ha espresso apprezzamento per la proposta che, di fatto, «introduce una visione diversa della pianificazione urbanistica che va portata avanti con libertà di pensiero e non può essere influenzata in nessun modo. L’emendamento scongiura il rischio che i provvedimenti vengano adottati in campagna elettorale per attrarre consenso. Le grandi scelte vanno fatte nel corso di una legislatura e non a fine mandato».
Giuseppe Fasolino (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha espresso preoccupazione per la legge che si va ad approvare: «l’unica categoria che non si lamenta è quella degli avvocati. Torneremo alla stagione dei ricorsi come quella che seguì l’approvazione del PPR».
Per il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni «non è serio presentare atti a fine mandato. Su una proposta come questa non può non esserci accordo».
Concetto condiviso da Luigi Crisponi (Riformatori) secondo il quale l’approvazione dell’emendamento n. 32 introdurrebbe un elemento di rilevo per evitare gestioni dubbie del governo del territorio.
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 32 che è stato respinto dall’Aula con 28 voti contrari e 19 a favore
Si è poi passati all’esame dell’art. 15 (strumenti di attuazione del Puc) e dei relativi emendamenti n. 242 (soppressivo totale) e n. 120 (aggiuntivo).
Oscar Cherchi (Forza Italia) ha evidenziato che «già l’art. 21 della legge 45 aveva individuato gli strumenti di attuazione dei Puc. Ora si introducono altri Piani, anziché semplificare si rischia di appesantire ulteriormente la normativa».
Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto d’accordo con la riscrittura dell’art. 15 attraverso l’emendamento n.120 presentato dalla Giunta. «Per arrivare a una vera semplificazione, sarebbe però opportuno intervenire sugli enti intermedi anziché sui consigli comunali. Sono loro che fanno ritardare i tempi per l’approvazione dei piani di lottizzazione». Fasolino ha poi invitato la maggioranza ad ascoltare le sollecitazioni delle associazioni di categoria che, insistentemente, invitano a modificare il testo del Dl 130.
Per Marco Tedde (Forza Italia) quella in discussione «è una norma bizzarra, l’emendamento ripropone la reintroduzione dell’art.30 contenuta nel Dl della Giunta poi emendato dalla Commissione Urbanistica. E’ possibile che la Commissione stravolga l’articolo e la Giunta lo riproponga integralmente?».
Secondo Ignazio Locci (Forza Italia) l’emendamento n.120 rischia di provocare una mole impressionante di contenziosi: «non si può intervenire con un potere sostitutivo quando due parti stanno per stipulare un contratto a prestazioni corrispettive. Nelle lottizzazioni, l’amministrazione comunale è una figura di diritto privato».
Il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni ha chiesto di rivedere l’emendamento n.120 della Giunta nella parte in cui attribuisce al Direttore Generale il potere di stabilire dei termini perentori nei confronti dei comuni che ritardano a deliberare sulle lottizzazioni. «L’esercizio del potere sostitutivo per la nomina dei commissari ad acta – ha detto – deve essere di competenza dell’Assessore».
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha dichiarato che «quello della direzione dell’Urbanistica diventa invasiva se chiamata a gestire rapporti delicati con organismi eletti come i consigli comunali, superando il riferimento naturale che dovrebbe essere l’assessore».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha detto che «non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e restano le perplessità di forma e di merito; cerchiamo invece di accelerare per arrivare alla sostanza del provvedimento».
Non essendoci altri iscritti a parlare il vice presidente Lai ha messo in votazione il testo dell’articolo che il Consiglio ha approvato con 29 voti favorevoli e 17 contrari.
Successivamente è stato messo in votazione aggiuntivo n. 120-Giunta (“Procedure successive al diniego delle lottizzazione; poteri sostitutivi della Regione; nomina del commissario ad acta”).
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il voto contrario, precisando che «è giusto andare spediti nell’approvazione degli strumenti attuativi dei Puc ma talvolta i poteri sostitutivi complicano i rapporti fra privati e amministrazioni comunali».
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), anch’egli contrario, ha messo in evidenza che «la competenza del potere sostitutivo va in capo alla direzione generale dell’Urbanistica; c’è un accesso di potere ed un arretramento del ruolo della politica, meglio investire del compito l’assessore come già fatto in altri emendamenti».
Non essendoci altri iscritti a parlare il vice presidente ha messo in votazione l’emendamento n.120 che il Consiglio ha approvato con 29 voti favorevoli e 16 contrari.
Subito dopo è iniziata la discussione generale sull’art. 16 (“Pubblicazione del Puc-effetti”)
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha detto che «l’articolo prende spunto da quanto successo negli anni scorsi ad Oristano in occasione delle vicende del Puc, forse ancora bloccato perché non aggiornato al Ppr ed in una sorta di limbo, dato che senza la conclusione del procedimento il Puc è annullabile».
Successivamente l’Aula ha respinto l’emendamento n.215 collegato al n. 494 ed approvato il testo dell’art.16 con 28 voti favorevoli e 16 contrari.
Voto positivo, invece, per l’emendamento n. 76 (Rubiu e più)-(“Linee elettriche di media tensione interrate su viabilità esistente o in corso di realizzazione”), per il n. 112 (Solinas-Ruggeri)- (“Definizione delle zone umide come beni paesaggistici”) ed il 587-Giunta-(“Zone di rilevante interesse paesistico e ambientale; nei litorali è consentita la realizzazione di parcheggi e strutture che non determinino alterazione permanente dello stato dei luoghi”), provocando la decadenza degli emendamenti nn. 121, 559, 560 e 561. Approvato anche l’emendamento n. 122-Giunta-(“Contributi ai comuni per la predisposizione di strumenti urbanistici”) ed il n. 123-(“Parere della commissione su vincoli regionali e schemi di assetto territoriale”).
Subito dopo è iniziata la discussione dell’emendamento n. 589 (Giunta) collegato al 480 (Demontis e più) in materia di “Accelerazione e semplificazione delle procedure di adozione ed approvazione dei Puc”.
Il consigliere Salvatore Demontis (Pd), primo firmatario dell’emendamento n.480, ha sottolineato che lo scopo del provvedimento è quello di «accelerare le procedure di approvazione del Puc per l’adeguamento al Ppr». Con un emendamento orale ha però suggerito di precisare «che le parti del Piano non oggetto delle osservazioni siano date per acquisite definitivamente all’interno del procedimento, salvi evidenti errori materiali».
Il vide presidente Lai ha disposto una breve sospensione della seduta per distribuire il testo integrale della proposta del consigliere Demontis.
Ha riassunto la presidenza il presidente Gianfranco Ganau che ha messo in votazione l’emendamento n. 589; il Consiglio l’ha approvato con 31 voti favorevoli e 13 contrari. Per effetto di quest’ultimo voto, sono stati dichiarati decaduti gli emendamenti nn. 480, 563, 566, 567 e 589.
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha poi comunicato la riformulazione dell’emendamento n.139 all’art. 11 che, con un testo più snello, attribuisce alla Regione la competenza di modificare le direttive in materia di «prestazioni acustiche passive degli edifici» e la definizione delle «classi acustiche delle unità immobiliari».
L’emendamento è stato approvato con 42 voti favorevoli ed 1 contrario.
Dopo la scrutinio il presidente Ganau ha avviato la discussione generale dell’art. 17 (“Disposizioni di salvaguardia dei territori rurali”).
Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha proposto di sospendere la seduta e rinviare l’esame dell’articolo. La proposta è stata accolta ed il presidente Ganau ha chiuso la seduta; i lavori riprenderanno domani mattina alle 10.00.