Ignazio Locci: «Il sindaco Mario Corongiu si adoperi per porre fine al più presto all’incubo che vivono gli abitanti dei container di via Logudoro a Sant’Antioco».
«Il sindaco Mario Corongiu si adoperi per porre fine al più presto all’incubo che vivono gli abitanti dei container di via Logudoro a Sant’Antioco, costretti ad alloggiare in strutture fatiscenti, umide, tra ratti e insetti, e a rischio infezioni e malanni. Da troppo tempo i residenti delle casette prefabbricate attendono una sistemazione dignitosa: era il 2010 quando, per ragioni di sicurezza, gli ex inquilini di quello che un tempo era il mattatoio cittadino vennero trasferiti in case container acquistate e sistemate per l’occasione nell’area PIP antiochense. Una sistemazione che doveva essere provvisoria e durare solo alcuni mesi. Ma invece, a distanza di 5 anni, tre famiglie continuano a fare i conti con questa situazione di estremo disagio, nonostante le rassicurazioni e le promesse del primo cittadino.»
Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale e consigliere comunale di Sant’Antioco, nonché portavoce di Sulky Lab-Sant’Antioco 2020.
«Di recente, dopo i sopralluoghi di Asl e Vigili del fuoco che hanno caldeggiato lo sgombero di tutti i container considerati luoghi insani e insicuri – aggiunge Locci -, alcuni nuclei familiari sono stati trasferiti in case popolari. Purtroppo, però, ne restano ancora tre (tra questi una giovane donna con un figlio) per i quali è doveroso trovare un alloggio. Del resto, se dopo le relazioni di Asl e Vigili del fuoco Mario Corongiu ha trovato una sistemazione per alcune famiglie, può fare altrettanto per le rimanenti senza attendere la “strigliata” delle autorità competenti.
«Più passa il tempo e più crescono i problemi, sia per gli inquilini dei container, sia per i cittadini, sui quali ricade l’onere di pagare cifre esorbitanti per mantenere in piedi una realtà drammatica per la quale si sarebbe dovuta scrivere la parola fine anni fa. E anche se all’immobilismo di Corongiu siamo tristemente abituati – conclude Ignazio Locci -, non possiamo fare a meno di suonare la sveglia, nella speranza che esca dal torpore.»
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