La Giunta regionale ha dato il via libera alle nuove norme sugli appalti.
«È una legge contro il massimo ribasso che punta alla premialità all’interno di un sistema di offerte economicamente vantaggiose – dice l’assessore Maninchedda -. È la prima volta che un provvedimento viene adottato in Giunta per essere poi sottoposto a un dibattito pubblico, e questa è una cosa estremamente importante, anche perché la fase del confronto viene prevista e scritta nella delibera stessa. Una procedura che consideriamo utile per limitare gli errori, accogliere suggerimenti, migliorare il testo della legge. Questo ddl nasce in un periodo di transizione molto travagliato, caratterizzato a livello nazionale dal ricorso a decreti d’urgenza e, a livello comunitario, dall’entrata in vigore delle tre direttive in materia di appalti, concessioni e settori speciali. Vogliamo dare risposte ai molti problemi del settore – sottolinea ancora l’assessore -. Vogliamo aprire il mercato degli appalti attraverso il riordino degli strumenti della programmazione, la razionalizzazione e qualificazione della committenza, il riconoscimento di premialità al sistema delle autonomie locali, delle professioni e delle micro, piccole e medie imprese, il ricorso al sistema degli elenchi unici aperti di operatori economici, il monitoraggio dell’intera filiera dei contratti pubblici.»
La Sardegna è una delle ultime Regioni che si dota di una legge sugli appalti. «Deve servire a programmare bene, perché programmare bene significa non sprecare le risorse – aggiunge l’assessore Maninchedda -. Molte incompiute non sarebbero rimaste incompiute se fossero state adeguatamente programmate, e molti crolli non ci sarebbero stati se ci fossero stati più controlli già in fase di programmazione».
I sette obiettivi principali che si pone la legge sono i seguenti:
«Con questa legge non intendiamo sfidare le leggi nazionali né la Corte Costituzionale ma migliorare l’intero sistema in Sardegna – conclude l’assessore Maninchedda -. Abbiamo ormai imparato la lezione di crolli, incompiute, cose fatte male. Il massimo ribasso non garantisce la qualità, e allora portiamo la premialità in un sistema di offerte economicamente più vantaggiose. Poi c’è il piano della qualità architettonica, che servirà a presidiare la bellezza delle opere architettoniche e la qualità di realizzazione delle opere che devono stare dentro un ecosistema.»
NO COMMENTS