23 December, 2024
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L’appello del Comitato “Risarcire Maddalena” al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

La Maddalena 1 copia

Il Comitato “Risarcire Maddalena” ha inviato, via mail, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’elenco di firme, circa 700, che hanno dato valore e gambe robuste alla battaglia sul risarcimento a La Maddalena per i danni ambientali ed economici subiti a causa del mancato G8 del 2009 che ha lasciato sull’isola solo macerie.

«Nei prossimi giorni chiederemo a chi ci ha sostenuto con la propria firma – spiega Enza Plotino, portavoce del Comitato – di accompagnarci anche fisicamente per l’invio postale del plico contenente l’appello e tutte le nostre centinaia di firme.»

 Di seguito, il testo integrale dell’appello inviato al presidente della Repubblica.

Caro Presidente Mattarella,

chiediamo a Lei Presidente, di prendere “a cuore” la situazione di un Paese, La Maddalena, e di una popolazione lasciata sola a gestire i gravi danni ambientali, economici e sociali derivati dal mancato G8 del 2009.

«Il Governo italiano ha prima illuso la cittadina de La Maddalena con la promessa di uno sviluppo turistico ed economico per l’isola e poi, crollata l’illusione e creato un danno ambientale, economico e sociale incalcolabile, è scappato lasciando macerie. Questo è stato il mancato G8, ultimo atto di una lunga serie di inganni, per la popolazione di una delle più belle isole del Mediterraneo: una promessa di rilancio turistico ed economico franata miserevolmente e un’intera popolazione lasciata sola a pagare lo scotto di questa spudorata retromarcia. Ad oggi, salvo alcuni interventi “spot” niente è più stato fatto. Il Mita Center, l’ex ospedale militare e tutti gli altri edifici versano in stato di totale abbandono e l’area a mare attende bonifiche mai completamente realizzate. 

Il progetto del G8 viene, nel 2007, offerto alla cittadinanza maddalenina come il giusto riscatto per un territorio in sofferenza a causa del depotenziamento della Marina Militare, dello smantellamento della base americana e della chiusura del Club Med e del Valtur, che avevano garantito fino ad allora all’isola, una forte economia ed un mirabile equilibrio tra la presenza militare e il desiderio di preservare il proprio invidiabile patrimonio naturalistico. Il progetto piace e la cittadina si prepara al salto qualitativo e ad un futuro di possibilità turistiche. Le intenzioni sono pregevoli:  recupero, riqualificazione e sviluppo socio-economico dei luoghi dell’antico glorioso arsenale ormai dismesso e delle aree vicine, attraverso la costruzione di un porto, nuovi alberghi e strutture di servizio, funzionali al programma predisposto per il summit, ma destinati poi a costituire un polo di accoglienza e di crescita economica accompagnate dall’intenzione di bonificare un ampio specchio di mare inquinato, rimuovendo le tonnellate di fanghi, inerti, amianto carcasse e altri rifiuti speciali.

Ma il bluff è dietro l’angolo. Quando il governo Berlusconi, nella sua Struttura di missione, si rende conto che i ritardi nella realizzazione delle opere infrastrutturali, oltre alla sottovalutazione delle bonifiche da portare a termine, non garantiscono la chiusura dei lavori in tempo per il summit e

quando partono le inchieste penali su appalti e lavori di ripristino ambientale, decide, con “l’occasione” del terremoto de L’Aquila, di abbandonare progetto, ristrutturazione, bonifiche, ma soprattutto il rilancio turistico annunciato ad una popolazione in attesa.

L’isola non c’entra più. Non c’entrano i suoi valori, la sua vocazione e il suo richiamo. Si scopre che la logica è sempre quella della rispondenza e del profitto immediato, a tutti i costi. Immediato perché, come si è visto poi, l’Incompiuta ha lasciato in eredità alla popolazione soltanto alcune sinistre “cattedrali nel deserto” sovradimensionate ed economicamente ingestibili, oltre all’inquinamento ancora ben presente nelle acque antistanti l’Arsenale.

La comunità di La Maddalena sta pagando un prezzo altissimo per il comportamento superficiale e approssimativo delle istituzioni nazionali e locali. Da qui nasce la volontà del Comitato “Risarcire Maddalena”, che vede insieme Italia Nostra, ProNatura e singole personalità, di intraprendere un’azione legale ed una richiesta di procedura d’infrazione alla Commissione europea,  per dare un nome e una giusta punizione ai responsabili, e di farlo coinvolgendo l’intera cittadinanza di La Maddalena attraverso una raccolta di firme e adesioni a sostegno della Campagna “contro i responsabili del danno ambientale ed economico provocato dal mancato G8” che ha già portato un patrimonio di 700 firme e 1000 adesioni.»

Ci rivolgiamo a Lei perche ci dia una mano in questa battaglia di giustizia e di diritti. Saremmo lieti di un incontro con Lei e attendiamo fiduciosi.

Il Comitato “Risarcire Maddalena”

La Maddalena aprile 2015

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giampaolo.cirronis@gmail.com

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