24 December, 2024
Home2015Aprile (Page 25)

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

I consiglieri della coalizione di centrodestra in Consiglio regionale sollecitano l’attivazione di un cordone sanitario per proteggere i patrimoni olivicolo e vitivinicolo della Sardegna dal batterio Xylella e l’immediata discussione della mozione 134 (Rubiu e più) sul «piano che miri alla prevenzione e alla salvaguardia del patrimonio olivicolo della Sardegna che rischia di essere colpito dal batterio della xylella fastidiosa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio». «La situazione è gravissima: se arrivasse in Sardegna il batterio xylella fastidiosa verrebbero distrutti i patrimoni olivicolo e vitivinicolo mettendo l’Isola in ginocchio».

«La xylella – ha affermato il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni – ha già creato un enorme danno all’agricoltura della Puglia, bisogna agire tempestivamente per evitare che sbarchi nell’Isola, come hanno fatto i vettori patogeni della peste suina, della blue tongue, del punteruolo rosso e della tuta absoluta dei pomodori. La maggioranza, circa un mese fa, ha bocciato una nostra proposta di legge in commissione Salute». Per Gianluigi Rubiu, capogruppo di Area popolare sarda, è fondamentale costruire un cordone sanitario in entrata che preveda  punti di controllo in tutti i porti e gli aeroporti della Sardegna. Rubiu ha ricordato che «la xylella è stata individuata per la prima volta intorno agli anni ’40 nell’America centrale e in particolare in Brasile ed è arrivata in Italia nel 2013. Il batterio non colpisce soltanto le olive, ma anche la vite, le mandorle, le querce e l’erba medica». D’accordo anche il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ex assessore dell’Agricoltura: «Nel Psr non sono state previste risorse per eventuali risarcimenti, perché non si potrebbe ammettere con l’Europa di non aver eseguito i controlli appropriati. La Regione deve intervenire con controlli in entrata delle merci, istituendo un vero e proprio servizio Fitosanitario all’interno dell’agenzia Laore». Per la minoranza non occuparsi subito di questa emergenza vuol dire condannare l’economia della Sardegna.

La mozione presentata impegna il presidente della Regione, il presidente del Consiglio regionale, gli assessori dell’Agricoltura e dell’igiene e sanità «a convocare immediatamente un tavolo di confronto con gli assessorati competenti e le associazioni di categoria per informarle dell’emergenza e delle misure di prevenzione atte a evitare la propagazione del fenomeno in Sardegna; a predispone in tempi certi degli opuscoli informativi e dei manuali operativi per individuare e riconoscere i primi fenomeni della malattia; a monitorare tutte le coltivazioni sarde, isolando il rischio di propagazione del virus e segnalando immediatamente i rischi per le coltivazioni; a istituire un cordone sanitario in tutti i porti della Sardegna per monitorare e controllare tutti gli ulivi da reddito e ornamentali in arrivo in Sardegna, che potrebbero essere veicolo di propagazione e contagio dell’agente patogeno trasmesso tramite un insetto; inoltre, a sensibilizzare e informare il mondo rurale sugli strumenti di lotta per il contenimento del batterio».

Sant'Antioco.

Ignazio Locci, portavoce Gruppo Sulky Lab-Sant’Antioco 2020, oltre che consigliere regionale e consigliere comunale, ha diffuso una nota nella quale critica duramente la Giunta Corongiu sulla gestione degli immobili comunali.

«Edifici comunali abbandonati, improduttivi, o concessi in comodato gratuito senza alcun criterio ad associazioni. E ancora: strutture appartenenti alla comunità “regalate” a imprese esterne (vedi Casa dell’anziano e Ostello della gioventù), a dimostrazione dell’incapacità di gestire i beni della collettività. La cura e valorizzazione del patrimonio pubblico da parte della giunta guidata dal sindaco Mario Corongiu è oltremodo fallimentare e approssimativa. Un’amministrazione senza idee – sottolinea Locci – sta mandando letteralmente in rovina le strutture comunali. Da otto anni assistiamo all’inesorabile degrado degli edifici di proprietà della collettività. E quando non sono abbandonati a stessi, vengono concessi ad uso gratuito ad associazioni senza scopo di lucro (locali di via Roma, ex Assessorato ai Servizi sociali) sulla base di chissà quali direttive. Operazioni che, in maniera del tutto arbitraria, creano discriminazioni nei confronti di sodalizi altrettanto meritevoli.»

«Un altro caso emblematico – aggiunge Ignazio Locci – è dato dal Centro gioco di Monte Cresia, là dove un tempo venivano garantiti i servizi per l’infanzia ma che oggi, grazie alle scelte scellerate del primo cittadino e dell’assessore ai Servizi sociali, risulta tristemente inutilizzato. Eppure l’esecutivo cittadino aveva assicurato la creazione di un’aula informatica e di una scuola di musica. Ma nulla: a oggi non esiste alcun progetto e anche quell’immobile si unisce alla lunga schiera di edifici comunali dimenticati da una politica inconcludente. E come se non bastasse, ecco un esempio lampante di incoerenza gestionale: se da una parte l’amministrazione concede strutture comunali a ditte esterne con una buone dose di leggerezza, dall’altra chiede di avere in concessione il porticciolo turistico, impegnando centinaia di migliaia di euro pur nella consapevolezza di non essere in grado di gestirlo. E che dire, poi, del mercato civico? Un tempo centro nevralgico dell’economia della cittadina, oggi edificio del degrado che propone al pubblico l’attività di un unico bar sparuto in mezzo a box vuoti.»

«Dopo otto lunghi anni di torpore – conclude il portavoce del Gruppo Sulky Lab-Sant’Antioco –, Mario Corongiu dovrebbe finalmente mettersi d’impegno per onorare il suo mandato e attuare le giuste politiche volte alla valorizzazione del patrimonio pubblico esistente, al fine di renderlo produttivo e di restituirlo alla comunità, senza operare discriminazioni e giochi di potere che soddisfano esclusivamente gli interessi di certuni.»

Cambiamenti climatici e impatto sulle città, Spano: i piani territoriali delle regioni devono essere coerenti con la strategia nazionale
Nel corso dell’evento, promosso al Campidoglio da Legambiente e Università IUAV di Venezia, si è discusso delle azioni necessarie che le città devono mettere in pratica per far fronte ai cambiamenti climatici già in atto.
L’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, è intervenuta ieri a Roma al convegno “Il clima cambia le città – Nuove strategie e politiche di adattamento per rispondere all’emergenza climatica”, nella veste di esperta a livello internazionale nello studio degli effetti globali del clima e di coordinatore del Tavolo interregionale della Snac (Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici).
«Le politiche di sviluppo – ha detto l’assessore dell’Ambiente – non possono prescindere dalla conoscenza degli impatti del clima su un determinato territorio. È quindi necessario monitorare e supportare tutte le regioni italiane nell’adozione di piani territoriali locali coerenti con la strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.» 
Nel corso del convegno, promosso al Campidoglio da Legambiente e Università IUAV di Venezia, si è discusso delle azioni necessarie che le città devono mettere in pratica per far fronte ai cambiamenti climatici già in atto. Al centro degli interventi anche la pianificazione e la gestione del territorio per mettere in sicurezza i cittadini e ridurre gli impatti sui quartieri e sulle infrastrutture, registrati nel Paese con sempre più intensità e frequenza.
«È di fondamentale importanza – ha sottolineato Donatella Spano – essere in grado di adottare piani di adattamento alle modificazioni climatiche, anche attraverso un ripensamento dello sviluppo urbanistico dei centri abitati e con interventi a partire dalle aree a maggior rischio.»
Oltre all’assessore Spano, sono intervenuti al convegno il Sottosegretario del Ministro dell’Ambiente, Silvia Velo, il responsabile della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, Erasmo D’Angelis, il presidente dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Bernardo De Bernardinis, il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti, e il coordinatore di Roma Resiliente, Alessandro Coppola.
_MG_9768

 

La legge finanziaria regionale 2015 ha autorizzato la spesa di 15 milioni di euro per il triennio 2015-2017 per la pulizia e la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua naturali o inalveati di competenza degli enti locali che possono presentare proposte di interventi per la manutenzione dei corsi d’acqua e di mitigazione del rischio idrogeologico dei bacini idrografici.
«La manutenzione del reticolo idrografico, sia naturale che artificiale, riveste massima importanza per la sicurezza delle popolazioni e dei territori – ha detto l’assessore Maninchedda -. Il contributo straordinario previsto dalla legge finanziaria regionale consente agli enti locali di implementare le risorse del proprio bilancio per intervenire nelle situazioni più critiche presenti nei territori ed evitare che le carenze finanziarie degli enti locali si traducano in carenze di servizi per la collettività in un settore estremamente importante per la sicurezza e l’incolumità delle persone e dei beni. È importante predisporre il programma entro la stagione primaverile ed erogare le risorse al più presto per consentire agli enti di predisporre gli interventi manutentivi e di pulizia prima della stagione delle piogge.»
L’assessore Maninchedda ha precisato che il finanziamento costituisce un contributo straordinario a destinazione vincolata, ferma restando la competenza e la responsabilità dei compiti e funzioni attribuiti agli enti locali dall’articolo 61 della legge regionale n. 9/2006. Per la predisposizione del programma è necessario effettuare una ricognizione di tutte le situazioni critiche presenti nel territorio: gli enti locali interessati dovranno far pervenire il proprio fabbisogno attraverso la compilazione di apposita scheda per la raccolta delle informazioni sui corsi d’acqua.
Sul sito della Regione sarà è on line l’avviso pubblico con l’allegata scheda per la raccolta delle informazioni sui corsi d’acqua.

Morandi - Maninchedda 1 copia

La Regione cerca di porre rimedio all’emergenza delle file infinite nei Pronto Soccorso degli ospedali sardi. L’obiettivo è  cercare di ridurre le file nei pronto soccorso ed assicurare interventi in ambulanza e in ospedale garantiti da professionisti specializzati nella medicina dell’emergenza-urgenza. Il tema è stato discusso e approfondito a Nuoro, nella sede dell’AILUN, su iniziativa dell’assessorato della Sanità in collaborazione con la stessa AILUN e SIMANNU, il Centro di simulazione medica di Nuoro. Oltre agli assessori Luigi Arru e Virginia Mura, titolare del Lavoro, erano presenti il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, i direttori generali dei due assessorati, i commissari e i direttori sanitari delle Aziende, i rappresentanti delle due Università isolane, i vertici dell’Ordine dei Medici, i presidenti dei Collegi provinciali IPASVI, i componenti del Comitato Sanitario Emergenza-Urgenza. I principali attori del sistema dell’emergenza-urgenza regionale hanno avuto un’opportunità unica di confronto con tre autorevoli medici statunitensi esperti del settore provenienti dalla prestigiosa Harvard Medical School di Boston: Kevin Ban, Jonathan Edlow e Matt Babineau.

Il rinnovamento della sanità in Sardegna passa anche attraverso il nuovo modello di gestione del settore dell’emergenza-urgenza. È uno degli obiettivi strategici della Regione che punta a modificare, con l’aiuto dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo, e nel più breve tempo possibile, l’assetto della medicina d’urgenza.

«La nascita dell’AREUS, l’Azienda regionale per l’emergenza-urgenza in Sardegna – ha detto l’assessore Arru – è solo il primo passo verso una gestione più omogenea e qualificata di tutti i soggetti interessati, dal sistema territoriale di soccorso al sistema ospedaliero. Tre sono i pilastri della nostra azione di cambiamento: cure territoriali, rete ospedaliera, emergenza-urgenza. Non c’è tempo da perdere – ha aggiunto Arru – entro pochi mesi dovremo decidere quale percorso intraprendere. Siamo ancora nella fase dell’ascolto, stiamo raccogliendo i suggerimenti e le richieste. Vogliamo analizzare le criticità per capire come intervenire sull’alta formazione dei medici e degli infermieri. Dobbiamo diffondere standard comuni per tutta la Sardegna, qualificare e riqualificare il personale in servizio presso il sistema di emergenza. Vogliamo restituire al Servizio Sanitario Regionale professionisti altamente specializzati con competenze omogenee nel rispetto dei più avanzati standard internazionali.»

La Regione guarda con attenzione allo schema applicato dal 2003 in Toscana dove, grazie alla partnership innovativa con i centri specializzati di Boston, è stato “importato” un modello che sta dando ottimi risultati. Il progetto formativo di riqualificazione e certificazione delle competenze, attraverso la “formazione dei formatori”, è un esempio unico in Italia.

«È replicabile anche in Sardegna – ha sottolineato l’assessore Arru – purché si tenga conto delle peculiarità del nostro territorio e si valorizzi quanto di buono già è stato fatto in questi ultimi anni”.

L’intervento finanziario è assicurato dalle risorse del Fondo Sociale Europeo 2014-2020. «I fondi ci sono – ha detto l’assessore del Lavoro, Virginia Mura – adesso occorre programmare in tempi rapidi. Questo incontro conferma che la collaborazione tra assessorati può e deve dare risultati importanti. Nello specifico, i percorsi formativi di eccellenza e l’alta qualificazione dei dipendenti della sanità pubblica rientrano negli obiettivi del Programma FSE».

L’assessore Mura ha quindi sottolineato che «aver organizzato a Nuoro questa prima serie di incontri è l’ennesimo segnale di attenzione che la Giunta rivolge nei confronti del territorio nuorese e della sua popolazione».

Al termine della tavola rotonda, infine, i partecipanti hanno visitato il SIMANNU, Centro di simulazione medica che opera nel campo dell’alta formazione e dispone di attrezzature all’avanguardia per ogni tipo di esercitazione medica, dalle emergenze di primo soccorso agli interventi in sala operatoria.

Pronto Soccorso Brotzu 1 copia Pronto Soccorso Brotzu 2 copia Pronto Soccorso Ospedale Marino 1 copia Pronto Soccorso Ospedale Marino 2 copia

Palazzo della Regione 3 copia

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu e i presidenti di Anci Pier Sandro Scano e Cal Giuseppe Casti, hanno presentato nel corso di una conferenza stampa, la nuova programmazione territoriale.

Gli obiettivi sono rilanciare i territori, combattere lo spopolamento delle zone interne e favorire lo sviluppo dell’intera Sardegna puntando sulle vocazioni locali.

L’avviso pubblico attua la strategia regionale della Programmazione territoriale prevista nel Programma regionale di sviluppo 2014-2019: i Comuni, che dovranno associarsi in Unioni di Comuni – a loro volta anche associate fra loro – devono presentare i loro progetti. A disposizione, fra fondi europei infrastrutture, fondi nazionali e mutuo ci sono circa 4 miliardi di euro, e ogni Comune in forma associata non può partecipare a più di un progetto territoriale.
«Il modo per diffondere lo sviluppo è quello di ragionare insieme sulle possibilità che ogni territorio ha e, insieme, decidere su cosa scommettere, programmando il lavoro di tutti in quella direzione – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Dove esistono opportunità di sviluppo e di lavoro è molto più semplice mantenere i servizi e, di conseguenza, combattere lo spopolamento di cui soffrono le aree interne. Il nostro compito è, prima, dare un indirizzo, perché senza un’idea di sviluppo generale della regione ogni progetto resta isolato; poi, dialogando con i territori, dobbiamo lavorare sui dettagli. Dobbiamo essere consapevoli che lo sviluppo passa per le Unioni di Comuni che devono individuare strategie comuni: per raggiungere l’obiettivo gli interlocutori devono essere i territori.»

L’assessore Paci ha sottolineato che per la nuova programmazione territoriale sono stati fissati un orizzonte temporale molto ampio che si protrae per tutta la legislatura e una procedura aperta per consentire a tutti i territori di organizzarsi e presentare il proprio progetto. «Questo perché se un’Unione di Comuni non è pronta oggi, ha ancora molto tempo a disposizione. È importante che ci sia una forte visione di coerenza fra i progetti del territorio e la l’azione di questa giunta basata su una visione forte di politica anti-spopolamento che punta sugli attrattori culturali, naturali, turistici dei singoli territori. Abbiamo lanciato l’idea della programmazione unitaria – ha concluso il vicepresidente della Regione -. Adesso diamo valenza territoriale alla programmazione».

L’assessore Erriu ha ricordato che «siamo in fase di riforma degli enti locali, una riforma che punta a costruire un nuovo assetto istituzionale», all’interno del quale si colloca appunto la nuova programmazione territoriale. «Stiamo costruendo una dimensione del tutto nuova, molto stimolante: i Comuni sono il vero motore dello sviluppo e i protagonisti del cambiamento».

Oltre al via libera ufficiale alla programmazione territoriale, per Anci e Cal è molto importante l’avvio di un diverso rapporto istituzionale fra Regione e Enti locali. «C’è un ruolo nuovo rispetto al passato che si sta iniziando a costruire per i processi di programmazione fra amministrazione regionale e sistema degli enti locali – ha sottolineato Pier Sandro Scano -. Finora gli Enti locali erano parte dei progetti territoriali, ora c’è qualcosa di nuovo, che passa da un confronto serio e importante. La programmazione territoriale richiede una governance molto ben organizzata, in parte le Unioni ci stanno già lavorando ma serve la riforma. Utilizziamo l’autonomia speciale per potenziare Regione ed Enti locali e raggiungere risultati efficaci: la sfida da vincere – ha concluso Scano – è che tutta la Sardegna dev’essere abitata». Dunque, in questa nuova programmazione territoriale, la Regione «fa da cornice – ha spiegato il presidente del Cal Giuseppe Casti – ma dice ai territori: fate progetti, non potete sempre lamentarvi, mettetevi insieme e fate proposte mai più scollegate dal territorio. Ecco questa è la sfida da vincere: individuare le vocazioni dei territori, presentare progetti che le incarnino e avviare il rilancio dell’intera Sardegna».

«Una sfida che non è una gara fra territori – ha precisato il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu -. Non stiamo attuando una procedura competitiva, stiamo dicendo ai territori che di qui al 2018 possono presentare il loro progetto di sviluppo».

Maialetti allo spiedo 2

Il maialetto sardo andrà a Expo 2015, a rappresentare una delle eccellenze agroalimentari della Sardegna. Dopo settimane di attesa e di costante lavoro da parte dell’Assessorato della Sanità, la buona notizia è arrivata ufficialmente oggi da Roma.
La svolta è maturata nelle ultime ore: come concordato in sede di Unità di progetto con il Ministero, infatti, l’assessorato guidato da Luigi Arru ha fornito tutti gli ulteriori elementi richiesti dal Governo a garanzia della sicurezza dei suini rispetto alla loro provenienza (dunque controllo serrato e certificazione degli allevamenti). Non solo: al ministero della Salute sono stati riportati tutti i dettagli sul processo di termizzazione a cui vengono sottostima i suini che viene effettuato nel pieno e totale rispetto delle regole imposte dall’Unione Europea, come attestato dagli specialisti dell’Università di Sassari, dei dipartimenti di Veterinaria e Agraria, che in queste settimane hanno effettuato numerosi controlli e sopralluoghi.

Argea, l’Agenzia regionale per la gestione ed l’erogazione degli aiuti in agricoltura, ha pubblicato l’elenco delle domande ammesse del bando per l’attuazione della misura 2.3 “Investimenti nei settori della trasformazione e commercializzazione” del Fondo europeo per la pesca relativo all’annualità 2014.
L’obiettivo della misura 2.3 è di migliorare le condizioni del settore della trasformazione e della commercializzazione, inteso come l’insieme delle seguenti operazioni:
a) preparazione che alteri l’integrità anatomica dei pesci come l’eviscerazione, la decapitazione, l’affettatura, la trituratura, la pelatura, la rifilatura, la sgusciatura, ecc.;
b) lavatura, pulitura, calibratura e depurazione dei molluschi bivalvi;
c) conservazione, congelamento e confezionamento, compreso il confezionamento sottovuoto o in atmosfera modificata;
d) trasformazione, ovvero processi chimici o fisici quali riscaldamento,
affumicamento, salatura, disidratazione o marinatura, ecc., di prodotti
freschi, refrigerati o congelati, anche associati ad altri alimenti, o una combinazione di vari processi;
e) commercializzazione all’ingrosso dei prodotti ittici.

L’Università di Cagliari ha pubblicato alcuni bandi relativi a procedure selettive di chiamata.

Procedure selettive di chiamata di complessivi n. 3 professori ordinari ai sensi dell’art. 18, comma 1, della  L. 240/2010 (D.R.  n. 550 del 10 marzo 2015) 

Scadenza presentazione domande: entro e non oltre il 23 aprile 2015

Procedura selettiva di chiamata, riservata agli esterni, di n. 1 professore associato ai sensi dell’art. 18, commi 1 e 4, della  L. 240/2010 (D.R.  n. 552 del 10 marzo 2015) 

Scadenza presentazione domande: entro e non oltre il 23 aprile 2015

Procedura selettiva di chiamata di n. 1 professore associato ai sensi dell’art. 18, comma 1, della  L. 240/2010 (D.R.  n. 553 del 10 marzo 2015) 

Scadenza presentazione domande: entro e non oltre il 23 aprile 2015

Selezione pubblica per il reclutamento di 1 ricercatore a tempo determinato ai sensi dell’art. 24, comma 3 lettera b), della  L. 240/2010 (D.R.  n. 554 del 10 marzo 2015) 

Scadenza presentazione domande: entro e non oltre il 23 aprile 2015

Procedure valutative di chiamata di complessivi n. 7 professori associati ai sensi dell’art. 24, comma 6, della  L. 240/2010 (D.R.  n. 614 del 1 aprile 2015) 

Scadenza presentazione domande: entro e non oltre il 27 aprile 2015

Procedure selettive libere di chiamata di complessivi n. 9 professori associati ai sensi dell’art. 18, comma 1, della  L. 240/2010 (D.R.  n. 615 del 1 aprile 2015) 

Scadenza presentazione domande: entro e non oltre l’11 maggio 2015

Procedure selettive di chiamata, riservate agli esterni, di complessivi n. 2 professori associati ai sensi dell’art. 18, commi 1 e 4, della  L. 240/2010 (D.R.  n. 617 del 1 aprile 2015) 

Scadenza presentazione domande: entro e non oltre l’11 maggio 2015

Selezioni pubbliche per il reclutamento di complessivi n. 3 ricercatori a tempo determinato ai sensi dell’art. 24, comma 3 lettera a), della  L. 240/2010 (D.R.  n. 616 del 1 aprile 2015) 

Scadenza presentazione domande: entro e non oltre l’11 maggio 2015

Dopo il rinvio della pubblicazione da parte di Sogin, la società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, della proposta di Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, la precisazione dei ministeri dello Sviluppo e dell’Ambiente e successivamente quella del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, in visita a Cagliari, che hanno sottolineato che nessuna scelta è stata già fatta, prosegue in Sardegna la mobilitazione generale contro qualsiasi ipotesi di individuazione nell’Isola del deposito nazionale delle scorie nucleari. Tra le varie iniziative di informazione e sensibilizzazione, vi sono i tavoli del comitato No scorie. Le fotografie allegate con Doddore Meloni e Angelo Cremone sono state scattate tre giorni fa a Cagliari, davanti al Santuario di Nostra Signora di Bonaria, a Cagliari.

Doddore Meloni e Angelo Cremone 2 copiaDoddore Meloni e Angelo Cremone 1 copia Doddore Meloni e Angelo Cremone 3 copia