Michele Cossa (Riformatori sardi): «Abbandonare le rotte minori è un danno al diritto alla mobilità dei sardi».
«Un conto è fare scelte oculate, un altro abbandonare le rotte: le dieci originarie erano troppe, ma su Verona, Bologna e Napoli Bruxelles non potrebbe fare nessuna obiezione.Sono tratte molto frequentate dai sardi che studiano fuori o sono costretti a viaggiare per esigenze sanitarie e non c’è un servizio per la Sardegna. Il problema vero però è quello del modello: affidare le rotte ad un unico vettore crea alla Sardegna un danno enorme». Lo scrive, in una nota, il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.
«Difficile da comprendere – dice ancora Cossa – una “continuità europea” del tipo di quella proposta da Massimo Deiana. Oggi è più facile arrivare a Londra o Parigi che a Roma in certi periodi dell’anno. Ed è sbagliato anche solo prendere in considerazione ai fini della continuità i vettori low cost, per il semplice motivo che essi non offrono alcuna garanzia né nel prezzo (estremamente variabile) né di continuità del servizio (viaggiano solo quando conviene loro). Inoltre non può continuare un sistema in cui la Regione paga a pioggia i vettori: vista la scarsità di risorse niente regali alle compagnie aeree ma meccanismi premiali, che stimolino il miglioramento della qualità del servizio. Con una spesa complessiva di non più di 70 milioni di euro, si può applicare sia alla CT1 che alla CT2.»
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