L’assessorato regionale del Lavoro ha riaperto i termini per richiedere gli ammortizzatori sociali.
Le richieste possono essere presentate dalle ore 10.00 del 25 giugno fino alla ore 10.00 del 26 giugno.
Durissima critica del coordinatore PdCI Antonello Barmina e del segretario PRC Giovannino Deriu, alla Giunta regionale, dopo i deludenti risultati delle ultime elezioni amministrative in Sardegna.
«Le ultime elezioni amministrative – scrivono in una nota Barmina e Deriu – hanno registrato un afflusso alle urne piuttosto deludente. I tassi di astensionismo sono elevati e costituiscono l’indice di una preoccupante disaffezione alla politica. Il Partito Democratico perde alcune città importanti come Nuoro, tradizionale roccaforte della sinistra.»
«Sinistra Sarda – concludono il coordinatore PdCI e il segretario PRC – ritiene che gli elettori abbiano in questo modo voluto punire la giunta regionale, incapace fino a questo momento di dare risposte concrete ai problemi che affliggono l’Isola, prima di tutto la drammatica situazione occupazionale. In questo contesto è necessario un radicale cambio di rotta che metta la questione sociale al centro della politica isolana.»
La Sardegna è stata premiata con 33 milioni di euro per le ottime performance nella spesa dei fondi, anche comunitari, per il miglioramento del Servizio idrico integrato e la Giunta ieri, su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, ha dato il via libera all’attuazione degli interventi da realizzare con quell’importo, aggiornando il Piano d’Azione Obiettivi di Servizio del Quadro Strategico Nazionale (QSN) e chiudendo così un percorso avviato circa un anno fa.
Il meccanismo di incentivazione previsto introduce infatti un sistema di competizione fra le varie Regioni ed è legato al raggiungimento di risultati verificabili e predefiniti, fissati a livello nazionale, nell’erogazione di alcuni servizi (istruzione, servizi di cura alle persona, gestione del servizio idrico integrato e dei rifiuti urbani) considerati essenziali per la qualità della vita, l’uguaglianza delle opportunità dei cittadini e la convenienza a investire delle imprese. Il meccanismo premia inoltre la capacità virtuosa delle Amministrazioni di integrare la politica regionale aggiuntiva con le politiche ordinarie. Alle Regioni che raggiungono i valori target previsti per i diversi Obiettivi viene riconosciuta una premialità finanziaria proveniente dalle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione.
«Con questi 33 milioni di premialità – ha detto Paci – viene riconosciuto il miglioramento degli indicatori sul Servizio Idrico Integrato, quello cioè che riguarda la filiera dell’acqua per uso civile, e che comprende per esempio la depurazione delle fogne, la potabilizzazione dell’acqua, la realizzazione degli impianti di sollevamento e messa in sicurezza, l’efficientamento delle reti di distribuzione idrica. Oggi, dopo il via libera del ministero dello Sviluppo Economico, avviamo l’attuazione degli interventi previsti approvando l’aggiornamento del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio e dunque di fatto iniziamo a spendere questi soldi, il che permetterà di realizzare interventi importantissimi nel settore.»
Per garantirne la massima diffusione, il Piano sarà ora inviato al Partenariato istituzionale, economico e sociale e pubblicato sul sito istituzionale della Regione.
A un anno dalle elezioni amministrative, a Carbonia iniziano le grandi manovre di partiti e movimenti. Ormai da alcuni mesi sono esplose le divisioni all’interno del Partito Democratico, sfociate in maniera clamorosa anche in Consiglio comunale, con il voto contrario di tre consiglieri (il presidente Ignazio Cuccu, l’ex assessore Luisa Poggi e Francesco Cicilloni) al bilancio proposto dalla maggioranza che sostiene il sindaco Giuseppe Casti, poi approvato con una maggioranza di 22 voti e da alcune settimane sono in corso i primi approcci in vista della composizione delle liste e delle alleanze per l’appuntamento elettorale della Primavera 2016.
Oggi a prendere l’iniziativa è il segretario provinciale del Partito Socialista, Erminio Meloni, che con un comunicato ha annunciato «la n0mina del commissario coordinatore per la riorganizzazione del Partito Socialista Italiano e la gestione delle politiche cittadine di Carbonia»: Salvatore Ortu.
Esponente di spicco del PSI negli anni ’80 e nei primi anni ’90, Salvatore Ortu, noto Tore, è stato assessore nelle Giunte di centrosinistra, fino all’esplosione delle vicende giudiziarie che lo videro coinvolto insieme ad altri amministratori e imprenditori. Da allora non ha più svolto politica attiva.
«Il clima poco disteso che si è creato all’interno del partito durante le ultime elezioni comunali non ha favorito una facile riorganizzazione – scrive Erminio Meloni a Tore Ortu e al segretario regionale Gianfranco Lecca – cosa oggi possibile grazie alla tua iscrizione al partito e alla tua profonda conoscenza delle dinamiche politiche della città.
La situazione economica del territorio e la crescente crisi della politica che sfocia nella mancanza di credibilità verso le istituzioni, sta creando una disaffezione verso il voto senza precedenti. Appare chiara la mancanza nello scenario di una forza politica di equilibrio, con una forte connotazione ideologica e in grado di riaccendere il sogno di una vita più giusta e dignitosa.»
«La convinzione che il nostro partito, riorganizzato e ben gestito, possa contribuire a rappresentare la svolta politica necessaria per il rilancio socio economico della tua città e più in generale del Sulcis Iglesiente – aggiunge Erminio Meloni -, mi suggerisce, sentito anche il segretario regionale che concorda con me, la tua nomina a commissario coordinatore del Partito Socialista di Carbonia, con il compito di riorganizzazione e di gestione delle politiche cittadine che ci vedranno impegnati fino alle elezioni amministrative del 2016 e successivamente, espletate tutte le adempienze statutarie, convocare un congresso straordinario di riorganizzazione ed eleggere i normali organismi di governo del partito.»
«Sono convinto – conclude il segretario provinciale Erminio Meloni – che saprai fare un lavoro che, in linea con i valori socialisti, riporti il nostro partito ad occupare il ruolo che merita nella tua città e da stimolo per tutto il territorio del nostro amato Sulcis Iglesiente.»
Il consigliere regionale di Sinistra Ecologia Libertà Eugenio Lai ha presentato un’interrogazione sulla condizione di precarietà lavorativa degli operatori “senza titolo” impiegati nei servizi sociali.
La cooperazione sociale ha finora assicurato in Sardegna, fra grandi difficoltà, l’applicazione della legge regionale 23/2005 che garantisce alle fasce più deboli della comunità diritti di cittadinanza, interventi a sostegno dell’inclusione sociale, di prevenzione e riduzione del disagio personale e familiare. La Regione ha quindi il dovere – secondo Lai – di garantire la continuità del servizio e predisporre, nello stesso tempo, strumenti normativi idonei al riconoscimento delle esperienze e delle professionalità degli operatori.
Eugenio Lai sollecita un intervento organico dell’assessorato della Sanità, ricordando che «dopo due sanatorie applicate negli anni passati» è rimasto sostanzialmente irrisolto il problema dei cosiddetti operatori “senza titolo” con competenze e conoscenze «non direttamente riconducibili ad uno specifico percorso didattico». Tale situazione, a giudizio del consigliere, rischia di provocare un corto circuito in cui, «a fronte della crescita della domanda di questi servizi potrebbe verificarsi una riduzione dell’offerta, per la difficoltà di reperire figure professionali in possesso dei necessari requisiti».
Eugenio Lai propone quindi una soluzione che «attraverso la stipula di protocolli di intesa con le Università ed altri enti di formazione professionale, definisca tempi, strumenti e modalità di riconoscimento delle esperienze maturate dagli operatori, con percorsi equilibrati che garantiscano una proporzione fra momenti di studio e lavoro», in modo da non compromettere la continuità del servizio.
A distanza di pochi giorni dall’approvazione in Giunta dei progetti esecutivi, sono stati pubblicati i bandi per l’appalto dei lavori di manutenzione dei tre tracciati viari di Barega – Serra Perdosa, Monte Agruxiau – Nebida e San Benedetto-Marganai.
Gli appalti, per un importo complessivo di oltre 2 milioni di euro, consentiranno la realizzazione di tutti i lavori di manutenzione quali la regolarizzazione del fondo esistente, il ripristino e la realizzazione di pavimentazione in conglomerato ecologico non bituminoso, pulizia, segnaletica e cartellonistica stradale. I lavori risolveranno i problemi di transito molto sentiti soprattutto dalla popolazione residente in località Crucueddu e renderanno più agevole la fruizione della strada di accesso al parco del Marganai e di collegamento da Monte Agruxiau verso Nebida passando per Monte Scorra.
«Siamo riusciti – spiega il sindaco, Emilio Gariazzo – a salvare il finanziamento, concesso dalla Regione Sardegna nel 2006 alla 19ª Comunità Montana, ormai in perenzione.»
Recuperare i finanziamenti non è stato un percorso semplice e privo di ostacoli. Nel settembre 2013 l’assessorato dei Lavori pubblici ha chiesto agli uffici di riprogettare i preliminari esistenti lasciati nel cassetto per anni. La Giunta ha approvato i progetti a dicembre dello stesso anno. Sono quindi state avviate le procedure per ottenere i pareri della Regione, del Genio Civile, della Soprintendenza e di tutti gli enti coinvolti. Da questa fase di confronto è nata la richiesta di effettuare approfonditi studi idrogeologici che si sono conclusi a luglio 2014. Le criticità evidenziate hanno richiesto ulteriori pareri e modifiche agli stessi progetti. A marzo 2015 la Regione ha accolto l’istanza di rifinanziamento degli interventi, confermata con decreto a maggio.
«Siamo soddisfatti – conclude l’assessore dei Lavori pubblici, Barbara Mele – per il lavoro fatto sui bandi Pia e auspichiamo di poter iniziare i lavori entro settembre.»
Campionato di serie D 1980/81, Torres e Carbonia lottano con il Frosinone (oggi in serie A) per la promozione in serie C2. Il 14 dicembre, 14ª giornata del girone d’andata, la Torres di Vanni Sanna ospita il Carbonia di Renzo Cappellaro allo stadio Acquedotto, davanti ad un pubblico trabocchevole, con alcune centinaia di tifosi arrivati da Carbonia. I rossoblù giocano una partita votata all’attacco, il Carbonia si difende e si affida al contropiede per impensierire Mario Di Pasquale. In una delle rare incursioni nell’area rossoblù, Marco Congiu trova lo spunto giusto e porta in vantaggio il Carbonia. La Torres, punta nell’orgoglio, si riversa nella metà campo del Carbonia con sempre maggiore decisione per il resto della partita ma il fortino eretto intorno alla porta di Mauro Manconi regge fino alla fine ed il Carbonia lascia l’Acquedotto con i due punti che lo portano a quota 20 a tre giornate dalla conclusione del girone d’andata e, soprattutto, della partita con la Romulea che segnò con una vittoria (1 a 0, goal di Egidio Cossu) il ritornò allo stadio Comunale, nel quale erano stato sistemato il terreno di gioco, dopo la bellissima esperienza vissuta a Bacu Abis.
Il Carbonia girò la boa di metà campionato con 24 punti ma crollò nel girone di ritorno, concludendo al quarto posto con 41 punti, alle spalle della Torres, promossa trionfalmente con 51 punti (e vittoriosa nel derby di ritorno, al Comunale di Carbonia, per 2 a 1, con doppietta di Ioris Gasbarra e goal di Luciano Gambula), del Frosinone, ugualmente promosso con 50 punti e del Terracina, fermatosi a 44.
Il tabellino del derby di Sassari del 14 dicembre 1980.
Torres: Di Pasquale, Sanna (Branca), Brundu, Rotili, Manca, Sanna F., Pamisano, Coghene (Saporito), Gasbarra, Demarcus, Canessa. All. Vanni Sanna.
Carbonia: Manconi, Pianta, Fenu, Mura, Scopa, Sequi, Novellini, Congiu Marco, Gambula (Congiu Floriano), Zaccheddu, Tocco. All. Renzo Cappellaro.
Arbitro: Guidi di Bologna.
Reti: Congiu Marco.
L’anno successivo, ritornato Checco Fele in panchina, il Carbonia raggiunse la Torres in C2, vincendo il campionato Interregionale, con Marco Congiu tra i grandi protagonisti (28 presenze e 4 reti).
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la mozione 112 (Busia e più) “sulla richiesta di adempimento degli obblighi del Governo, sulla necessità di rispettare gli interessi pubblici di cui è portatrice la Regione autonoma della Sardegna e sulla richiesta di immediata assunzione di misure in merito alle questioni irrisolte riguardanti il territorio sardo”.
La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito nell’esame dell’ordine del giorno, con la mozione n. 12 (Busia e più) “Sulla richiesta di adempimento degli obblighi del Governo nazionale, sulla necessità di rispettare gli interessi pubblici di cui è portatrice la Regione Autonoma della Sardegna e sulla richiesta di immediata assunzione di misure in merito alle questioni irrisolte riguardanti il territorio sardo”. Il presidente ha quindi dato la parola alla consigliera Annamaria Busia (Centro democratico) per l’illustrazione della mozione.
Busia, nel suo intervento, ha ricordato che dopo la presentazione della mozione risalente al 23 gennaio scorso, Camera e Senato hanno approvato all’unanimità documenti di contenuto analogo sui problemi della Sardegna. «Il senso di queste iniziative – ha sostenuto – è che bisogna trattare unitariamente le problematiche che riguardano la Sardegna perché le questioni irrisolte che bloccano lo sviluppo della nostra Regione sono solo in parte simili a quelle nazionali ed hanno invece una forte specificità; Renzi ha detto ad Olbia vi darò la ferrovia e vi darò il metano, battute che forse hanno fatto sorridere qualcuno ma non certo i sardi perché sono serissime». «Devono essere riconosciuti i diritti dei sardi – ha proseguito Annamaria Busia – senza dimenticare quanto in questi anni ha dato la Sardegna all’Italia, facendo sempre il suo dovere sacrificando il suo territorio alle servitù militari, accogliendo un numero sempre crescente di detenuti assegnati al regime di 41/bis, pagando per intero sanità e trasporti, mentre si aspetta ancora la soluzione delle bonifiche dei siti industriali inquinati e si rischia di essere indicati come sede per il deposito delle scorie nucleari». «Non si possono affermare i concetti di uguaglianza, giustizia, solidarietà e sussidiarietà – ha detto ancora l’esponente del Cd – dimenticando che siamo l’unica vera isola dell’Italia, che ciò comporta gravi handicap per lo sviluppo; la sussidiarietà, in particolare, deve essere interpretata sulla base dei contenuti della dottrina sociale della Chiesa e dalla costituzione tedesca, nel senso che lo Stato interviene dove non possono intervenire le istituzioni locali, su questo obiettivo serve l’unità delle forze politiche senza cercare marchi di primogenitura, senza abbandonarsi al pessimismo o finto ottimismo, dobbiamo lavorare tutti insieme, costruendo ponti e non alzando muri come ha detto agli scout Papa Francesco».
Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha definito apprezzabile lo sforzo di approfondimento dei consiglieri che hanno predisposto la mozione ma, ha osservato, «ci sono tanti questioni aperte con lo Stato che non sollevano la classe dirigente della Regione dalle sue responsabilità perché il presidente della Regione, di fatto, finisce sul banco degli accusati per non aver saputo tenere la schiena dritta di fronte allo Stato in tante circostanze e rispetto a molte grandi questioni». «Non si può però – ha ammonito Tedde – recitare le due parti in commedia, stare al governo ed anche all’opposizione, con la maggioranza che chiede di votare un documento contro la maggioranza; sentiamo quali argomenti saranno proposti e poi valuteremo».
Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) in apertura ha ringraziato i parlamentari per aver fatto in modo che la questione sarda diventasse questione nazionale, con mozioni votate all’unanimità e salutate da un applauso finale. «Nessuna critica al governo regionale – ha aggiunto rispondendo al consigliere Tedde, «che anzi ha ottenuto risultati importanti su alcuni grandi temi dalle entrate alla vertenza Alcoa; la vera innovazione sta nel punto di vista, energia e bonifiche non sono vertenze a se stanti ma fanno parte di un unico quadro in cui ciascuna vertenza è un problema nazionale, che ora ha un punto comune per la ricerca delle soluzioni proprio perché la specificità della Sardegna richiede un approccio diverso». «Spero che il Consiglio – ha auspicato Pizzuto – non cada nel gioco delle parti; la mozione è uno strumento in più per dare al presidente Pigliaru una forza negoziale maggiore nel confronto con il Governo centrale, questa è la strada giusta per avere risposte concrete».
Il consigliere Roberto Desini (Centro democratico) ha accolto l’invito del collega Pizzuto che va esteso a tutto il Consiglio perché «è arrivato il momento di avere un atteggiamento completamente diverso tenendo presente che, come ha sempre detto il presidente Pigliaru, non esistono governi amici ma governi da affrontare con la schiena dritta in un clima di collaborazione istituzionale ma con grande determinazione; dobbiamo parlare della Sardegna e farlo ora con più forza grazie all’azione dei parlamentari senza chiedere elemosine, cortesie e favori». «Vogliamo piuttosto fare ogni sforzo – ha aggiunto Desini – per superare il gap dell’insularità, anche per superare la distanza fra politica e cittadini che le recenti elezioni amministrative ci hanno messo di fronte in modo molto preoccupante; dimostriamo di essere fino in fondo una vera classe dirigente capace di fare una politica diversa, questo è il senso della mozione che abbiamo voluto portare all’attenzione del Consiglio».
Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha detto in apertura che «siamo di fronte ad un problema che ci coinvolge tutti e non da oggi; la situazione della nostra rete ferroviaria, del trasporto aereo e dell’energia dimostra che è un problema che si è andato accumulando, come risultato di uno Stato per lungo tempo distratto nei confronti dalla Sardegna dove non mi pare ci siano stati passi avanti nelle questioni importanti». «Senza accusarci reciprocamente – ha continuato il presidente rivolgendosi al Consiglio – è arrivato il momento di essere consapevoli dei problemi che abbiamo di fronte e della situazione drammatica che stiamo attraversando; nel 2001, prendendo come 100 l’indicatore relativo alla rete ferroviaria noi siamo al 24.5% e quel dato è sceso oggi al 17%, per le infrastrutture va ancora peggio, dal 64% del 2001 siamo arrivati al 50%». «Dobbiamo perciò rimboccarci le maniche – ha aggiunto ancora Pigliaru – dobbiamo lavorare insieme perché non solo l’Italia è distratta ma lo è in modo crescente, dobbiamo avere una voce politica molto più forte e le idee molto più chiare, a partire dal cuore dei problemi che è l’insularità, condizione molto particolare che va declinata in modo molto preciso». Andiamo alla carica della distrazione storica nei confronti della Sardegna, ha affermato inoltre il presidente della Regione. «Quando Renzi è venuto ad Olbia – ha ricordato – gli abbiamo consegnato un documento completo su questi problemi, proprio perché dobbiamo ricordare tutti all’Italia cosa vuol dire insularità, quali siano i costi giganteschi di queste carenze e come questi danni debbano essere mitigati». «Lavoriamo per avere le prime importanti risposte a settembre – ha annunciato Pigliaru – soprattutto su tre grandi cose: non possiamo continuare a pagare la continuità territoriale con i soldi nostri mentre abbiamo la necessità di un ponte virtuale che garantisca tempi certi e prezzi bassi, puntiamo a superare la situazione scandalosa delle nostre ferrovie collegando fra loro i tre principali aeroporti in un efficiente sistema di mobilità capace di connettersi col mondo esterno». «Infine – ha osservato – la questione del metano, altro indice negativo essenziale della nostra insularità; dopo la rinuncia al gasdotto Galsi, puntiamo a risposte più immediate con soluzione alternative, dal gnl ad un intervento sull’autorithy per l’energia sui prezzi». Pigliaru ha insistito, in conclusione, «sull’importanza dell’unità di forze politiche sarde su temi strettamente legati ad insularità – dicendosi fiducioso che il Governo centrale sarà in grado di rendersi conto della fondatezza delle richieste della Sardegna -; alcune dichiarazioni di Renzi possono non essere piaciute ma riconoscono la sostanza dei problemi e di una questione complessiva che comprende anche le servitù militari, le entrate, il refresh agricolo, le industrie come Alcoa che contiamo di far ripartire senza regali di Stato e come la stessa Meridiana, dove lo Stato all’inizio si è mostrato distratto». «Siamo e restiamo pronti a dialogare – ha concluso – ma conoscendo bene i nostri diritti».
Ha quindi preso la parola il consigliere Annamaria Busia per la replica. «La mozione non è contro il presidente Pigliaru, né contro nessuno – ha chiarito Annamaria Busia – su questo tema è necessaria l’unitarietà e la collaborazione, solo così si potrà trovare una soluzione ai problemi che discendono dalla madre di tutti i problemi: l’insularità».
La consigliera del Centro Democratico ha auspicato una diversa regolamentazione del sistema degli aiuti di Stato. «E’ una questione fondamentale, si pensi alle conseguenze sulla vertenza Alcoa, o alla vicenda Saremar. Occorre ripensare gli aiuti di Stato a livello europeo, c’è bisogno di un trattamento diverso che porti a un riequilibrio e a una riduzione del gap tra le diverse regioni d’Europa. Facciamoci portatori di un’iniziativa che il Governo deve tenere nei confronti dell’Ue».
Chiusa la discussione generale, il presidente Ganau ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis per le dichiarazioni di voto.
Pittalis, dopo aver rivendicato di aver assunto in passato posizioni responsabili quando si trattava di sostenere una sola voce nei confronti del Governo, ha annunciato il voto contrario del suo partito. «Qui siamo di fronte a una mozione che non risolve le questioni che sono sul tappeto e che la Giunta regionale avrebbe dovuto già affrontare da oltre un anno e mezzo. Renzi le conosce benissimo, sono certo che il presidente Pigliaru abbia rappresentato le questioni aperte. Noi, se da un lato abbiamo valutato positivamente l’iniziativa dei parlamentari per scuotere il governo nazionale, dall’altro non vogliamo essere corresponsabili di una situazione che si ferma a una serie di proposizioni che non risolvono la questione. Se servisse a dare più forza a Pigliaru lo faremmo, ma non è più il momento delle chiacchiere e delle discussioni, servono provvedimenti concreti, serve battere i pugni. In quel caso saremmo al vostro fianco».
Secondo Mario Floris (Uds) l’azione portata avanti dai parlamentari sardi è un atto di supplenza del governo regionale: «Portare avanti le rivendicazioni dell’Isola non è un compito dei parlamentari ma del presidente della Regione – ha affermato Floris – oggi emerge un problema politico: la mozione viene presentata dopo le elezioni amministrative che vedono il segretario regionale del Pd contro il presidente della Giunta, bene farebbe la minoranza a presentare una mozione sulla situazione politica».
Daniele Cocco, capogruppo di Sel, pur riconoscendo l’inefficacia di una mozione per risolvere le grandi questioni che attanagliano la Sardegna, si è detto stupido dall’intervento dell’on. Pittalis, in contrasto con le posizioni dei parlamentari del suo partito.
«E’ vero che un ordine del giorno non si nega a nessuno – ha detto Cocco – credo però che oggi sia importante ribadire con forza che il Consiglio pone ancora una volta il problema e rilancia la vertenza Sardegna rispetto alla quale non si sono avute risposte. Ribadiamo la grande fiducia al presidente Pigliaru, a lui occorre dare pieno mandato per rappresentare le rivendicazioni della Sardegna».
Christian Solinas (Psd’Az), citando il magistrato Giovanni Lei Spano che nel 1922 pose per primo la “Questione Sarda”, ha sottolineato come da quasi un secolo nulla sia cambiato. «Il problema è l’approccio alla questione che non riesce a generare i frutti sperati – ha detto Solinas – non c’è solo la condizione d’insularità a penalizzare la Sardegna ma anche quella della densità demografica che, per esempio, fa crescere a dismisura il costo dei servizi di trasporto».
Il consigliere sardista ha poi accusato la Giunta di aver avuto un atteggiamento rinunciatario nei confronti del Governo sulle entrate fiscali. «Il presidente Pigliaru ha parlato di Stato distratto, noi parliamo di Stato coloniale – ha detto Solinas – quando si discute di risorse non dobbiamo dimenticare che abbiamo acceso un mutuo da 700 milioni di euro per rimediare all’assenza dello Stato. Per questo ci vuole coerenza: non possiamo finanziare la distrazione statale indebitando i sardi».
Secondo Pietro Cocco, capogruppo del PD, la questione sarda è datata e complessa per essere affrontata con leggerezza. «Nella mozione non c’è nessuna enfasi, vengono elencati 17 punti, molti di questi sono parte fondante del programma del centrosinistra. Su alcuni molto si è già fatto: vertenza entrate, servitù militari, energia. Si pensi alla convocazione dopo trent’anni della Conferenza nazionale sulle servitù militari o al riconoscimento del regime di essenzialità in campo energetico. Il tema riguarda tutti, ognuno deve fare la sua parte».
Roberto Desini, capogruppo del Cd, dopo aver annunciato il voto favorevole del suo gruppo, ha invitato la minoranza a sostenere la mozione e a trasformarla eventualmente in un ordine del giorno unitario.
Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha ricordato gli scritti di Giorgio Asproni e le sue denunce nei confronti dello Stato centrale. «Quello che diceva Asproni è sovrapponibile a quello che diciamo noi oggi. Non è cambiato niente, va bene l’iniziativa dei parlamentari, ma concretamente qual è l’impegno del Governo?».
Dedoni ha poi definito “debole” l’atteggiamento della Giunta nei confronti dello Stato. «Il Governo regionale – ha concluso – si è inchinato rinunciando alle prerogative dello Statuto sardo».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la mozione che è stata approvata dall’Aula con 33 voti a favore, 15 contrari e 3 astenuti.
Il presidente Ganau ha aperto la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno: la mozione 145 (Cappellacci e più) sull’emergenza migranti in Sardegna. L’ex presidente Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha illustrato la ratio della mozione, sottolineando con forza che non ci sono partiti della solidarietà o contro gli immigrati. Il problema è serio e grave e deve essere affrontato dal governo nazionale con autorevolezza. Non si possono scaricare le responsabilità sui Comuni e sulle forze dell’ordine, senza organizzazione e supporto da parte della Comunità europea che deve tutelare tutte le popolazioni coinvolte, sia quelle migranti, alle quali devono essere garantire condizioni dignitose di accoglienza, sia le popolazioni che ricevono le persone in difficoltà. L’ex presidente ha poi affermato che bisogna assolvere agli accordi internazionale ma con le giuste condizioni. «A nessuno, Presidente, consentiamo di additarci come speculatori, ne vi dovete permettere di trattarci come una piccola minoranza – ha affermato Cappellacci – le chiediamo un’azione più incisiva e di rompere il vostro silenzio, interrotto solo per comparsate al momento degli sbarchi. Vada a vedere come stanno vivendo i migranti».
«Il governo è stato debole sul fronte internazionale ed è emerso anche all’assemblea dell’Anci di oggi – ha aggiunto Ugo Cappellacci – è un problema molto serio e non si può scaricare sui sindaci. Sono favorevole al rimpatrio dei clandestini, ma in primo luogo bisogna bloccare gli sbarchi, creando campi profughi sulle coste africane con l’aiuto dell’Onu». Per questo motivo l’ex presidente ha ribadito quanto contenuto nel dispositivo della mozione: le chiediamo di chiedere l’immediata convocazione di un vertice urgente con il Governo; di proporre la revisione degli accordi precedentemente sottoscritti al fine di rivendicare mezzi e risorse per affrontare l’emergenza; di chiedere l’intervento del Governo al fine di un’equa distribuzione dello sforzo sostenuto da ciascuna Regione per assolvere ai doveri di accoglienza e scongiurare l’ipotesi che la Sardegna diventi in maniera tacita una sorta di grande centro di accoglienza nazionale. «Un governo per essere credibile deve essere capace di manifestare anche la solidarietà nazionale, che non c’è stata per la Sardegna. Presidente deve prendersi carico dei problemi di questa terra, lei non è qui di passaggio. Sì alla solidarietà ai migranti – ha concluso Cappellacci – ma prima la solidarietà ai sardi e agli italiani».
Risentita per le accuse di poca sensibilità sul problema dei migranti anche il vice capogruppo di forza Italia, Alessandra Zedda: «Presidente Pigliaru mi è dispiaciuto essere additata come una meschina per aver manifestato preoccupazione per un problema serio e sotto gli occhi di tutti. A noi non mancano i principi di solidarietà e accoglienza verso i più deboli. Vi abbiamo soltanto detto di stare attenti a un Governo che scarica tutte le responsabilità sui Comuni e sulle forze dell’ordine. Anche io sono d’accordo sull’intervento nei paesi di appartenenza, ma è l’Europa che deve sostenere l’azione. Non deve far gestire alle Regioni, soprattutto a quelle più di difficoltà, un problema come questo». Zedda ha poi aggiunto: «Vorremo poter accogliere chiunque, ma dare loro anche condizioni di vita dignitose. Non vogliamo però fare i buoni a spese dei cittadini dei territori scaricando tutte le responsabilità e la disorganizzazione sulle loro spalle». Il consiglire di Forza Italia ha poi affermato: «Renzi per primo ammette di dover cambiare strategia e noi ce lo auguriamo» e rivolgendosi a Pigliaru ha aggiunto: «Il suo silenzio presidente deve finire e le chiederemo di non lasciarci in assenza di notizie su problematiche così importanti».
Il presidente Ganau ha poi dato la parola a Luigi Lotto (Pd) che ha definito il tema “drammatico e doloroso”: «Quello che accade in quelle realtà è qualcosa di epocale, esseri umani che affrontano qualsiasi pur di sfuggire da una situazione di povertà assoluta e di difficoltà a sopravvivere. Da qui dobbiamo partire: quello che accade là è molto più drammatico di quello che accade qui quando quella piccola quantità di persone sbarcano qui». Il presidente della Quinta commissione ha poi aggiunto: «Oggi ci troviamo a fare i conti con dei nostri fratelli che ci chiedono di essere trattati come tali. Abbiamo un governo che lavora in totale solitudine e che coinvolge regioni, comuni e prefetture. Tutte le Regioni devono affrontare questo problema nel miglior modo. Non condivido il blocco forzato sulle loro coste – ha proseguito Lotto – perché stiamo impedendo a questi poveri uomini di aspirare a una vita migliore. Io chiedo al presidente Pigliaru di partecipare, come sta facendo, alla gestione di questa grave situazione insieme con le altre regioni e al governo».
Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, citando il sindacato delle forze dell’ordine, ha evidenziato che i Comuni e le forze dell’ordine sono allo stremo e si sentono abbandonate nella gestione di una situazione così grave. «Credo che l’Europa credo ci stia prendendo in giro: sta disattendendo l’agenda sull’immigrazione». Per Tedde: «Questi sfortunati dobbiamo assisterli nelle coste libiche sotto l’egida dell’Onu. Chi viene accolto deve essere accolto con dignità e non, come ho visto con i miei occhi, senza letti, materassi e servizi igienici». L’esponente della minoranza ha poi concluso: «Signor presidente le chiediamo un ruolo attivo».
Il capogruppo del gruppo “Sardegna”, Modesto Fenu, ha denunciato il rischio che nel Comune di Monastir possano essere ospitati oltre mille migranti. «Mi auguro che questo non si verifichi mai – ha dichiarato l’esponente dell’opposizione – e rifiuto l’idea che possa essere appellato come razzista chi chiede integrazione vera e sicurezza per i propri concittadini». «Sono tutte persone meritevoli di aiuto – ha proseguito Fenu – ma serve dimostrare di saperli aiutare». Il consigliere di “Sardegna” ha ribadito la contrarietà alla “tratta di esseri umani” ed ha invitato il Consiglio ad entrare sul tema pratico piuttosto che procedere con considerazioni di politica estera. «Dobbiamo pensare ad una vera integrazione – ha proseguito Fenu – e per questo serve far comprendere ai nostri concittadini in difficoltà che lo Stato riserva loro le stesse premure che sono riservate ai migranti». «Ma come spiegare a un disoccupato sardo che lo Stato assicura 32 euro al giorno a ciascun migrante e non destina un euro per sostenere i disperati senza lavoro?». A giudizio di Modesto Fenu «sono queste le ragioni che rendono sempre più difficoltose le politiche di integrazione perché l’integrazione non è favorita dalla presenza dei centri di accoglienza ma dalla parità di condizioni e dalla comprensione del fenomeno». «Dobbiamo puntare a creare centri di aggregazione – ha concluso Fenu – non centri di stoccaggio di esseri umani».
E’ poi intervenuto il consigliere Attilio Dedoni che ha invitato l’Aula ad evitare atteggiamenti da curva sud. «La questione va affrontata in modo diverso, non può essere il Parlamento dei sardi a chiedere interventi allo Stato e all’Ue per la soluzione di problemi internazionali».
Dedoni ha quindi sottolineato la necessità di uno sforzo maggiore da parte dell’Unione Europea: «Non si può chiedere alla Sardegna un contributo che non è in grado di dare – ha detto il capogruppo dei Riformatori – dico no alle dinamiche egoistiche, ma non si può far passare tutto. La Sardegna è un ponte tra l’Africa e l’Europa, è un’isola di pace, ma non può farsi carico delle inefficienze altrui. Occorre cominciare a riflettere e capire che serve un’azione internazionale per dare ai migranti una possibilità di sviluppo nella loro terra».
Per Angelo Carta (Psd’Az) non è in discussione il principio di solidarietà, «i sardi da sempre esercitano l’accoglienza in maniera unica».
Il capogruppo sardista ha poi stigmatizzato l’azione del Governo nazionale che non ha stretto accordi con gli Stati dell’altra sponda del Mediterraneo per limitare i viaggi della speranza. «Quanto ha contribuito il bombardamento della Libia? Perché non si stringono accordi sul posto per sgonfiare il fenomeno? – si è chiesto Carta -. Quale ruolo ha l’Europa?». Secondo Carta, l’unica speranza dei migranti è la solidarietà della gente. «Come stupirsi se i cittadini diventano intolleranti di fronte a un fenomeno non governato. Quando i cittadini hanno paura le reazioni possono esser inconsulte e letali per la democrazia. Mafia Capitale ha dimostrato che i migranti sono un affare che rende più della droga. Pretendere ancora più solidarietà senza supporto del Governo è qualcosa di inaccettabile che rischia di far scoppiare un conflitto interno alle nostre comunità».
Luca Pizzuto (Sel), ha parlato di razzismo strisciante che si sta diffondendo fuori dell’Aula e tra alcuni movimenti e forze politiche. Il consigliere di maggioranza ha poi letto il famoso passo del Vangelo di Matteo in cui Gesù, parlando ai discepoli, esaltava la virtù dell’accoglienza dei poveri e dei diseredati, ponendo la questione della solidarietà come una questione di civiltà che ha radici profonde nella cultura occidentale.
Pizzuto ha poi citato i due santi più venerati in Sardegna, Sant’Antioco e Sant’Efisio, provenienti rispettivamente dalla Mauritania e dalla Siria e si è detto “orgoglioso” di essere rappresentato da un presidente come Francesco Pigliaru che ha prestato grande sensibilità e attenzione alla questione migranti.
Il consigliere di Sel, infine, ha ricordato quanto sta succedendo a Carbonia: «Uno dei territori più poveri d’Europa ha accolto in modo straordinario i migranti. Andate a vedere che cosa succede nei centri di accoglienza, stiamo parlando di persone che hanno attraversato il deserto e hanno rischiato la vita in mezzo al mare. L’Europa sbaglia, ma la Turchia per colpa di un prodotto come l’Isis, creato dall’Occidente, sta accogliendo oggi un milione e trecentomila profughi».
Il capogruppo di Area Popolare Sarda, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato, in apertura del suo intervento, piena condivisione per le dichiarazioni del presidente dell’Anci Sardegna: «Sì alla solidarietà, no all’improvvisazione». Il consigliere della minoranza ha ribadito che «gli immigrati non hanno interesse a restare in Sardegna e che la loro meta sono i grandi Paesi del Nord Europa». Rubiu ha quindi rimarcato lo scarso ruolo dell’Unione Europea ed il rischio dell’insorgere dei conflitti sociali in Italia e in Sardegna. «Ma la Sardegna – ha sottolineato il capigruppo – può offrire solo un’accoglienza temporanea perché non abbiamo le forze per affrontare una questione così grande». Gianluigi Rubiu ha parlato di «momentaneo sostegno umano e sociale» ed ha concluso evidenziando la grande sensibilità riscontrata tra gli operatori e tra i volontari dei centri di accoglienza in Sardegna.
Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha definito “banale” l’intervento del consigliere Ugo Cappellacci (Fi) sul tema dell’immigrazione e “incentrata sul populismo” la mozione 145 “rivolta alla pancia della gente”. «Prendo atto con amarezza – ha proseguito l’esponente della maggioranza – che anche in Sardegna avanza il pregiudizio populista su un tema così delicato». Il capogruppo del Pd ha quindi svolto considerazioni di carattere generale in ordine al fenomeno dell’immigrazione in Italia («è un fenomeno relativamente recente che ha avuto inizio avvio con la disgregazione dei paesi dell’Est europeo») ed ha ricordato i dati del rapporto di Frontex per affermare che la maggior parte degli sbarchi è originata dalla fuga dei popoli dalle guerre in Siria, Somalia ed Eritrea. Cocco ha quindi affermato che l’Italia accoglie un 15esimo dei rifugiati accolti in Germania e un quarto di quelli accolti in Inghilterra. «L’Europa deve però affrontare questa emergenza – ha dichiarato l’esponente democratico – in linea con quanto affermato nell’agenda europea dell’emigrazione». Pietro Cocco ha quindi ricordato che anche la Sardegna deve fare la sua parte ed ha evidenziato che sono stati trasferiti nell’Isola lo scorso maggio circa 1.000 migranti a fronte di una quota di 2.056.
Il presidente della Regione, a nome della Giunta, ha ringraziato «il Consiglio per un dibattito che si è articolato sui problemi concreti e sulle soluzioni possibili, le comunità della Sardegna e tutti gli operatori delle forze dell’ordine e delle istituzioni per il lavoro svolto in condizioni molti difficili e la Sardegna ha mostrato il suo volto migliore di fronte ad una emergenza di proporzioni enormi». «Siamo di fronte ad un problema – ha aggiunto – che non prevede ricette troppo facili o scorciatoie; ci sono soluzioni come quella degli Stati Uniti, che pure sono diventati grandi anche attraverso flussi migratori certamente controllati spesso in modo rigido con la costruzione di muri al confine, ma restano alcuni dati di fondo da cui non si può prescindere». «La differenza di reddito fra un eritreo ed un italiano – ha ricordato Pigliaru – è di 50 volte, nel Ghana 22 volte, fra Usa e Messico di appena 5 volte; l’Africa è un continente di assurda povertà e noi non possiamo costruire muri e, quanto all’aiuto ai Paesi sottosviluppati lo abbiamo fatto per decine di anni aiutando spesso classi dirigenti locali corrotte e sprecando risorse». «La realtà – ha spiegato il presidente – è che ci vuole moltissimo tempo per ridurre divari così ampi, i flussi sono molto grandi e dureranno molto a lungo, il vero scandalo è una Europa chiusa ed egoista, che o apre le sue porte o questo problema non sarà governabile da nessuno Stato e tanto meno da una Regione». «C’è bisogno di accoglienza – ha detto ancora Pigliaru – che deve includere anche il momento della post-emergenza, perché le persone costrette a vivere in condizioni inaccettabili vengono spinte ai margini della società con tutto quello che ciò comporta; possiamo presentare il conto al Governo per i costi straordinari legati alla sanità ed alla protezione civile e parleremo di questo proprio domani col ministro Angelino Alfano, sottolineando che dopo l’emergenza bisogna dare dignità alla presenza dei migranti per evitare fenomeni di ostilità e definendo, nello stesso tempo, un nostro livello di sostenibilità». «Su 100 lavoratori attivi in Italia – ha affermato inoltre Pigliaru – 10 sono stranieri e 4 su 100 in Sardegna, mentre in Italia la presenza di stranieri è al 6% e all’1.5% in Sardegna; da un certo punto di vista ci sono spazi comprendendo però che oltre un certo livello non si può andare; i flussi devono essere regolati da procedure che da noi sono troppo lente perché i migranti devono poter restare ma anche essere liberi di spostarsi, perciò chiederemo al Governo di essere aiutati anche per la nostra condizione di insularità definendo tempi di permanenza molto brevi, e verificando la possibilità di impiegarli in lavori utili per la comunità ospitante, insomma chiederemo risorse e faremo proposte, riferendo puntualmente al Consiglio».
Il consigliere Ugo Cappellacci (Forza Italia) nella sua replica ha affermato che «ognuno deve fare i conti con la propria coscienza, non bastano le parole o le citazioni di esempi virtuosi come Carbonia che fanno da contraltare alla situazione indecorosa di Santa Maria La Palma, perché è sbagliato non voglio prendere ad esempio il meglio perché non rappresenta la realtà». «I dati forniti dal presidente – ha proseguito – non dicono tutto perché sono riferiti a lavoratori integrati ma non può essere quello il parametro di riferimento; avrei gradito maggiore chiarezza, più che maggiori risorse va sollecitata la revisione degli accordi e la distribuzione equa dei migranti sui territori mentre è apprezzabile il riferimento allo snellimento delle procedure sui transiti all’origine di casi estremi come quello di Ventimiglia». «Accolgo positivamente ma con beneficio di inventario – ha concluso – i contenuti esposti dal presidente Pigliaru, ma la prova sarà come sempre quella dei fatti, condividendo strategia ed iniziative non solo con la maggioranza ma con tutta l’Aula».
Per dichiarazione di voto, il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ha apprezzato l’intervento del presidente Pigliaru ispirato alla concretezza ed alla individuazione delle soluzioni possibili, sottolineando che «siamo di fronte ad un problema enorme che interroga ogni giorno le coscienze di tutti noi e soprattutto chi ha responsabilità pubbliche; bisogna però avere il coraggio di porsi il senso del limite e di capire fino a dove possiamo arrivare, senza continuare a subirlo magari con nobili motivazioni».
Il capogruppo del gruppo “Sardegna”, Modesto Fenu (Zona Franca) ha apprezzato la posizione espressa dal presidente soprattutto quando si è riferito alla necessità di comprendere la complessità del fenomeno dell’immigrazione e del rapporto fra migranti e Paesi ospitanti per tendere ad una vera integrazione. «Chiediamo all’Europa – ha suggerito – di creare un centro di eccellenza euro mediterranea dell’integrazione».
Voto favorevole è stato annunciato dal consigliere Marco Tedde (Forza Italia), ribadendo che «bisogna capire fino a quanto possiamo arrivare, capendo quali sono i nostri limiti». Per Paolo Truzzu (Fdi), favorevole alla mozione, bisogna dire sì all’accoglienza ma si deve trovare una soluzione che garantisca a tutti l’occupazione, non soltanto ai migranti. Contrario alla mozione Antonio Solinas (Pd): «Il fenomeno dell’immigrazione non è emerso oggi, ma lo abbiamo affrontato già nella scorsa legislatura. Non bisogna accostare il fenomeno dell’immigrazione con quello della disoccupazione». Voto contrario alla mozione è stato annunciato dal consigliere del Centro democratico, Annamaria Busia, perché l’argomento è stato affrontato nel modo sbagliato. «Credo che di questa mozione non si abbia bisogno. E’ una mozione inutile. La Regione sta già agendo nel modo corretto». Luigi Lotto (Pd) si è detto d’accordo con il consigliere Fenu nel realizzare nell’Isola azioni di eccellenza per quanto riguarda l’integrazione. «Se pensiamo che a breve arriveranno 10 o 20mila persone – ha concluso Lotto – dico ai colleghi e ai sindaci: prepariamoci ad accoglierli».
Ignazio Locci (FI) ha dichiarato il suo voto favorevole spiegando che le paure sollevate sono le stesse rappresentate oggi dall’Anci. Luca Pizzuto (Sel) ha poi affermato: «Non sentiamo di condividere la mozione e riteniamo che l’immigrazione possa essere un’importante risorsa per la Sardegna». Voto favorevole è stato, infine, annunciato dal capogruppo demi Riformatori sardi, Attilio Dedoni. Ugo Cappellacci (FI) ha detto di essere rimasto «senza parole nel sentire alcune dichiarazioni della maggioranza che denotano una chiusura mentale incredibile». Roberto Desini (Cd) ha annunciato il contrario alla mozione per l’approccio ideologico utilizzato. Angelo Carta (Psd’Az) ha invece annunciato il voto a favore, sottolineando la bontà dell’azione richiesta al presidente nel testo.
Il presidente Ganau ha messo la mozione in votazione, che è stata respinta con 25 voti contrari e 17 favorevoli.
I lavori sono stati chiusi, il Consiglio si riunisce questa mattina alle 10.30.
La Grissin Bon domina anche gara 2, 84 a 71 (primo tempo 47 a 36), ed ora comanda la serie sul 2 a 0, vantaggio molto importante alla vigilia di gara 3, in programma giovedì sera al PalaSerradimigni di Sassari. Dopo la brutta prestazione di domenica sera ed il recupero di Shane Lawal che ha scontato un turno di squalifica, tutti si aspettavano una Dinamo molto diversa, desiderosa di riscattarsi con una partita di alto livello, ma le attese sono andate molto presto deluse. Fin dalle prime battute, infatti, la Grissin Bon è parsa molto più concentrata e precisa in tutti i fondamentali, con Lavrinovic, Cinciarini e Polonara in evidenza, e il punteggio si è presto dilatato fino al +10 al primo intervallo breve: 27 a 17.
In avvio di secondo quarto Logan, Sanders e Brooks e hanno cercato di scuotere la Dinamo che si è portata a -5 al 12′, sul 29 a 24, ma la Grissin Bon non ha mai mollato la presa e rapidamente si è riportata avanti di 14 punti al 16′: 40 a 26.
Due tiri liberi di Brian Sacchetti ed un canestro da sotto di Lawal hanno ridotto il ritardo sassarese, 41 a 32, ma alla Dinamo è mancato ancora lo scatto in avanti per riaprire concretamente la sfida, con la Grissin Bon ancora a +14 con una “bomba” da tre punti di Polonara (44 a 30), prima del 47 a 36 di metà gara.
All’inizio del terzo quarto la squadra di Massimiliano Menetti ha tenuto prima le distanze con margini di 12-14 punti, poi ha preso il largo, 63 a 43 al 25′, chiudendo in pratica l’incontro, per propri meriti ma anche per i demeriti di una Dinamo irriconoscibile rispetto alla super squadra che ha eliminato i campioni d’Italia di Milano in semifinale.
68 a 49 all’ultimo intervallo breve con una “bomba” di Amedeo Della Valle ed un ultimo quarto che è servito alla Dinamo solo ad evitare che il punteggio assumesse proporzioni che sarebbero state ancora più severe dell’84 a 71 che ha segnato la conclusione di gara 2.
Il miglior realizzatore dell’incontro è stato Achille Polonara con 20 punti in 34′ (5 su 8 da due punti, 3 su 4 da tre punti e 1 su 2 ai tiri liberi), seguito da Andrea Cinciarini con 15 (6 su 9 da due punti e 3 su 3 ai tiri liberi) e Rimantas Kaukenas con 14 (5 su 8 da due punti, 1 su 4 da tre pu nti è 1 su 2 ai tiri liberi). Eccellente anche la prestazione di Darius Lavrinovic e Ojars Silins, 11 punti a testa.
Nella Dinamo in evidenza Jeff Brooks, 18 punti (3 su 3 da due punti, 2 su 2 da tre punti e 6 su 8 ai tiri liberi) e 11 rimbalzi (7 offensivi e 4 difensivi); a tratti David Logan, 15 punti (3 su 6 da due punti, 2 su 7 da tre punti e 3 su 4 ai tiri liberi). Il rientrante Shane Lawal ha conquistato 13 rimbalzi (8 offensivi e 5 difensivi), ma non ha dato un grande apporto nelle conclusioni.
Altro dato statistico: la Dinamo ha stravinto la lotta ai rimbalzi, 48 a 31 (25 offensivi e 23 difensivi per la Dinamo; 9 offensivi e 22 difensivi per la Grissin Bon) ma non è mai stata in partita, soprattutto per disastrose percentuali sia nei tiri da due punti (17 su 40, 42,5%), sia in quelli da tre punti (7 su 28, 25%) e nei tiri liberi (16 su 24, 66,7%). La Grissin Bon ha fatto meglio nei tiri da due punti (24 su 42, 57,1%) e, soprattutto, in quelli dai 6,75 (10 su 23, 43,5%) e dalla lunetta (6 su 8, 75%).
Per le due squadre non c’è tempo per riposare, perché domani voleranno a Sassari, dove giovedì e sabato giocheranno gara 3 e gara 4. La Dinamo deve assolutamente ritrovarsi e fare doppietta per rimontare il ritardo accumulato e riaprire la serie che, viceversa, sarebbe quasi chiusa nel caso la Grissin Bon dovesse vincere almeno una delle due partite.
Su proposta dell’assessore Claudia Firino, la Giunta regionale ha approvato oggi la delibera di presa d’atto dei progetti presentati dagli enti locali per l’anno in corso, riguardo la tutela delle minoranze linguistiche e storiche. Gli stessi interventi dovranno essere trasmessi dalla Regione al Dipartimento per gli Affari regionali della Presidenza del Consiglio entro il termine del 30 giugno prossimo.