Protocollo d’intesa tra Regione e Slow Medicine, rete di professionisti e cittadini che si riconosce in una medicina sobria, rispettosa e giusta.
«Fare di più non significa fare meglio». È questa la filosofia Slow Medicine, rete di professionisti e cittadini che si riconosce in una medicina sobria, rispettosa e giusta. La Regione sta portando avanti un protocollo d’intesa, che sarà stipulato a breve, con Slow Medicine per migliorare le pratiche di assistenza sanitaria sul territorio.
«L’obiettivo per la Sardegna – ha detto l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru – è rendere sempre più appropriate le pratiche cliniche e il rapporto tra professionisti e pazienti». Questo, in estrema sintesi, ciò che verrà spiegato durante la due giorni di convegno (il 5 e 6 giugno), organizzato dall’Ordine dei medici della Provincia di Cagliari nella sala Cis in viale Bonaria.
«Il convegno sarà un momento di riflessione sull’attuale modello sanitario – ha detto l’assessore Arru – è afflitto da un abuso di analisi e tecnologia, quasi come se valesse l’equivalenza che curarsi di più sia meglio. In realtà, spesso non si riscontrano reali benefici e tutte queste pratiche si rivelano uno spreco di risorse. L’obiettivo al quale dobbiamo tendere è una maggiore umanizzazione delle cure, e alla salute come bene comune.»
Il modello di Slow Medicine ha tre parole d’ordine: cure sobrie, rispettose e appropriate. Prescrizione solo di analisi e farmaci realmente necessari, dunque, senza eccessi per il paziente-cittadino, mettendo al centro il rapporto medico-paziente. «Abbiamo bisogno di una pratica medica di qualità, che tagli gli sprechi e accresca i benefici – ha precisato l’esponente dell’Esecutivo – e individui le pratiche inappropriate che condizionano l’agire dei professionisti del settore, cercando di cambiare rotta, rafforzando le competenze tecniche e relazionali».
Per fare questo, la Regione stipulerà a breve un protocollo d’intesa con Slow Medicine. La collaborazione terrà conto dei Piani di sviluppo approvati in ambito regionale per l’attivazione, negli ospedali e nelle organizzazioni territoriali, di iniziative finalizzate alla promozione della salute, con particolare riferimento ai principi di Slow Medicine, che sarà di supporto anche nello sviluppo dei programmi regionali e locali.
Nella fase di affiancamento e formazione, Slow Medicine sarà presente agli eventi ufficiali e presenterà il progetto, mettendo in evidenza quelle che sono le pratiche e il rischio di inappropriatezza. Saranno formati i medici e gli altri professionisti del settore sanitario e valutati i risultati delle ricerche cliniche e l’abilità di comunicazione e relazione con i pazienti.