19 November, 2024
HomeRegioneBandi28 alberghi sardi rischiano di finire all’asta, devono restituire all’Ue 35 milioni di euro per un errore nel bando regionale.

28 alberghi sardi rischiano di finire all’asta, devono restituire all’Ue 35 milioni di euro per un errore nel bando regionale.

«La Regione ha provocato il danno e ora deve trovare una soluzione per risolverlo, diversamente non ci resta che chiudere.»

Domenico Caruso, titolare dell’Hotel San Marco di Alghero, il giorno dopo la sentenza del tribunale di Cagliari che ha rigettato la richiesta di risarcimento, fa appello alle istituzioni per salvare decine di attività ricettive che rischiano di finire all’asta, a causa di un errore dell’ente regionale in un bando comunitario.

Ieri la Regione ha inviato una lettera con la quale ha intimato il pagamento dell’intero importo, entro 5 giorni, pena il riavvio della procedura di riscossione.

«L’assurda vicenda – spiega Domenico Caruso – risale a 15 anni fa: numerosi imprenditori alberghieri, nel 2002, hanno attinto a contributi stanziati per cofinanziare opere di ristrutturazione e ampliamento degli hotel, al fine di riqualificare l’offerta turistica, in virtù della legge regionale 9 del 1998. Salvo poi scoprire che quegli aiuti non potevano essere  concessi a chi aveva avviato i lavori in una data antecedente la richiesta di finanziamento. Ora la Comunità Europea chiede indietro alle aziende beneficiarie l’intero importo maggiorato di interessi che partono dal 2002. In totale 35 milioni di euro tra 28 alberghi. Dopo che la Commissione Europea ha dichiarato l’illegittimità di quei finanziamenti, perché non valeva la retroattività, nei giorni scorsi è arrivata un’altra doccia gelata per gli albergatori che ne hanno usufruito, con la sentenza del tribunale civile di Cagliari. Rifiutata la richiesta di risarcimento danni nei confronti della Regione, le imprese alberghiere non hanno più nessuna arma per evitare le cartelle milionarie da Equitalia che sono già arrivate con cifre da capogiro da restituire in sessanta giorni e addirittura con solleciti da parte della Regione da pagare preferibilmente in soli 5 giorni. Per molti, dopo 30 anni di sacrifici e investimenti, sarà la fine. Centinaia di lavoratori si troveranno da un giorno all’altro ad allungare le già fin troppo affollate file di disoccupati sardi.»

«In più occasioni la Regione ha ammesso la propria responsabilità nell’averci tratto in errore – sottolinea ancora Domenico Caruso -. Io mi sento truffato e ingannato dal nostro Stato italiano. Il mio errore è stato solo quello di essermi fidato delle nostre istituzioni, la legge 9 doveva aiutarci ma è stata la nostra rovina. Facciamo appello al Governo nazionale, al Consiglio regionale e in particolare ai rappresentanti politici e istituzionali del territorio – conclude Domenico Caruso – affinché si apra immediatamente un tavolo di confronto, per trovare una via d’uscita a questo dramma provocato dalle stesse istituzioni in cui noi avevamo riposto la nostra fiducia.»

 

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